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Campo dei Fiori il burro realizzato con Davide Oldani cresce nella Gdo

Si chiama Burro Campo dei Fiori – FOO’D ed è prodotto da panna di latte centrifugato il prodotto nato dalla collaborazione fra lo chef stellato Davide Oldani e Campo dei Fiori, azienda varesina. Presentato al mercato nel novembre 2015, ora rafforza la propria presenza sul mercato grazie ad accordi di distribuzione con le principali catene distributive italiane. Dal mese di febbraio, infatti, è presente nei banchi frigo e in alcuni banchi taglio dei punti vendita Auchan, Bennet, Esselunga, Il Gigante, Nordiconad, Sogegross. Oltre che presso queste insegne, il prodotto è presente anche nei punti vendita tradizionali, grazie all’azione dei concessionari attivi sul territorio.

Burro Campo dei Fiori – FOO’D porta sulla tavola degli italiani i valori chiave di eccellenza e accessibilità della Cucina POP ideata dallo chef Oldani, proponendosi come un burro premium nella qualità ma non nel costo, con un prezzo consigliato inferiore ai 3 Euro a panetto (250 grammi) e garanzie di alta marginalità per i distributori: un posizionamento che sta convincendo un numero crescente di operatori della GdO a introdurre il prodotto in assortimento.

Il metodo produttivo derivato da panna ottenuta dalla centrifugazione del latte garantisce alla panna stessa proprietà organolettiche che donano al burro un sapore intenso ed equilibrato e caratteristiche che ne migliorano le prestazioni in cucina. Con questo progetto, Davide Oldani e Campo dei Fiori intendono stimolare l’evoluzione della cultura gastronomica del consumatore italiano, rendendolo più attento alla qualità del prodotto burro in un momento in cui esso vive finalmente un nuovo Rinascimento in cucina, riabilitato anche dai nutrizionisti.

Campo dei Fiori, azienda con sede a Daverio (VA), fondata nel 1947, si sviluppa attorno alla produzione del burro, a cui oggi si affianca quella di formaggi fusi e di spremute di frutta. La produzione annua totale di Campo dei Fiori si assesta intorno a 30.000 tonnellate.

Fiocchi di Latte nuova referenza senza lattosio per Stuffer

È senza lattosio e priva di glutine la nuova referenza Fiocchi di Latte della linea “Stuffer Liberi dal lattosio”, e viene dunque incontro alle esigenze non solo dei tanti intolleranti allo zucchero del latte e a chi è affetti da celiachia, ma anche a chi cerca un’alimentazione più leggera.

I Fiocchi di latte senza lattosio gluten free sono un formaggio fresco privo di conservanti e allergeni e con solo il 2,2% di grassi per 100 g di prodotto e sono da ora in vendita nei al banchi frigo delle principali catene della Gdo italiana.

La gamma “Stuffer Liberi dal Lattosio” comprende a questo punto 12 referenze ed è in continuo ampliamento grazie all’attività di ricerca attuata dall’azienda di Bolzano, che ha intenzione di ampliare la gamma dei prodotti a base di latte per gli intolleranti al lattosio.

La linea dei formaggi di capra Tomasoni, per intolleranti e “del territorio”

Segue due trend del momento la linea di formaggi di solo latte di capra del Caseificio Tomasoni: non sono l’utilizzo del latte di capra risponde alle esigenze salutiste grazie alla maggior digeribilità anche per chi è intollerante e alle minori calorie, ma lo stesso latte proviene da una decina di allevamenti veneti locali, della zona del trevigiano. Il veneto Caseificio Tomasoni da oltre 60 anni produce stracchini e formaggi freschi da tavola. Una sfida quella della famiglia Tomasoni, che nonostante la limitata reperibilità del latte di capra e l’articolata modalità di produzione, ha deciso di investire in nuove tecnologie e di creare una gamma di formaggi caprini che vanno a completare il ventaglio di oltre 30 referenze.

Dopo un attento studio e una costante ricerca sulle materie prime di alta qualità, in tre anni il Caseificio Tomasoni ha ampliato la propria produzione arrivando a realizzare oggi cinque diverse referenze a latte caprino: lo Stracchino e il Capriccio di capra, la Ricotta, il Soffio di Capra, una ricottina dolce e delicata e adatta alla preparazione di ricette sia dolci che salate e la Caciotta. Una scelta dettata anche dalle nuove esigenze dei consumatori, sempre più attenti alla corretta alimentazione e ad uno stile di vita sano ed equilibrato.

I formaggi di capra, infatti, oltre ad essere altamente digeribili anche per chi è intollerante al latte vaccino, sono particolarmente indicati nell’alimentazione di bambini e anziani grazie all’alto contenuto di calcio. Inoltre vengono particolarmente apprezzati per il ridotto apporto di calorie, circa 76 kcal per 100 ml di latte e per il minore contenuto di colesterolo rispetto ai formaggi a base di latte vaccino.

Parmalat sostiene Gold for Kids con cinque borse studio per la ricerca sui tumori pediatrici

Il legame tra il latte e l’infanzia è evidente, e dunque non è un caso se  Parmalat ha scelto di sostenere il progetto Gold for Kids di Fondazione Umberto Veronesi per sostenere la ricerca in oncologia pediatrica e degli adolescenti. Ciò avverrà attraverso il finanziamento di cinque borse di ricerca annuali destinate a giovani talenti italiani impegnati a migliorare le cure per i bambini, in particolare quelle per i tumori cerebrali pediatrici, spesso i più difficili da curare.

Nato nel 2014, Gold fod Kids finanzia l’avviamento di protocolli di cura per garantire ai piccoli e giovani pazienti l’accesso immediato a migliori terapie per ogni forma di tumore, conformi ai più elevati standard internazionali. Parallelamente il progetto è impegnato nella divulgazione scientifica per informare sul tema in modo serio, accurato e sempre aggiornato. Fondazione Umberto Veronesi sostiene inoltre giovani medici e ricercatori che hanno deciso di dedicare il proprio lavoro allo studio di migliori e più efficaci terapie per la cura di tumori di bambini ed adolescenti, assegnando tramite bando pubblico borse di ricerca.

Questo è il secondo progetto di partnership con Fondazione Veronesi come spiega Luigi Del Monaco, Direttore Generale Parmalat Italia: «Siamo felici di comunicare questa partnership per un progetto così meritevole che favorisce la ricerca contro i tumori dei bambini. Parmalat, coerentemente con la mission del Gruppo di promuovere il benessere collettivo, ha recentemente sostenuto la Fondazione con il brand Santal in favore del progetto “Pink is Good”. Con questo nuovo importante impegno conferma la propria volontà di fornire un sostegno concreto e costruttivo alla ricerca scientifica in Italia a favore dei bambini, contribuendo a finanziare giovani e meritevoli ricercatori».

 

Packaging dedicato e iniziative instore

La bottiglia di Parmalat con il richiamo all'iniziativa sarà disponibile per tutto il 2016.
La bottiglia di Parmalat con il richiamo all’iniziativa sarà disponibile per tutto il 2016.

A testimonianza del sostegno di Parmalat a “Gold for Kids”, per tutto il 2016 le bottiglie di latte Parmalat – le tre bottiglie da 1 litro di latte intero, parzialmente scremato e scremato e le due bottiglie da 500 ml dell’intero e del parzialmente scremato – si tingeranno di oro, il colore simbolo del progetto. La partnership entrerà a far parte come tema dominante delle attività in store previste da Parmalat in occasione di un grande evento che avrà luogo nei mesi di febbraio e marzo, con la distribuzione, in tutti i punti vendita che aderiranno all’iniziativa, di gadget brandizzati Parmalat e Fondazione Umberto Veronesi aventi l’obiettivo di dare risalto al progetto sensibilizzando i consumatori sul tema.

Il tutto verrà supportato attivamente anche da un punto di vista pr e digital: i ricercatori racconteranno sul web, sui siti e profili social proprietari di Parmalat e di Fondazione Umberto Veronesi la propria storia, la propria esperienza, la passione per il proprio lavoro e l’entusiasmo per i progressi e le eventuali scoperte fatte anche grazie al sostegno del progetto Gold for Kids, e ai suoi sostenitori.

«Per l’anno 2016, oltre ai protocolli di cura, grazie a questo contributo Fondazione Umberto Veronesi potrà sostenere cinque ricercatori che si occupano di oncologia pediatrica e che lavorano nei migliori istituti italiani» conclude Monica Ramaioli, Direttore Generale dalla Fondazione Umberto Veronesi.

Stuffer amplia la gamma Liberi dal Lattosio con il Muesli Mix

Cavalcando l’onda del free form e dell’aumento delle intolleranze tra la clientela, Stuffer amplia la famiglia “Stuffer Liberi dal Lattosio” con una nuova referenza. L’azienda altoatesina, consapevole del fatto che oggi sempre più persone soffrono di intolleranze legate all’assunzione del lattosio, ha scelto di ampliare ulteriormente la gamma di alimenti e dessert ad alta digeribilità, lanciando sul mercato il nuovo Top yogurt magro bianco con muesli mix da 150g. Uno yogurt dedicato non solo a chi è intollerante al lattosio, ma anche a quei consumatori che decidono di consumare alimenti più digeribili, senza però rinunciare alla qualità. Il comparto posto sopra la confezione contiene un croccante mix di muesli e cioccolato che rende il “Top yogurt Stuffer Liberi dal Lattosio” uno snack perfetto per chi cerca gusto e praticità in ogni momento della giornata.

La nuova referenza Stuffer a base di latte scremato, senza conservanti né coloranti, ha un bassissimo contenuto di lattosio: meno dello 0,1%, come tutti i prodotti della gamma “Stuffer Liberi dal Lattosio”.

Il San Pietro in Cera D’Api di Latteria Perenzin eletto Miglior Formaggio d’Europa

Ha conquistato la giuria dell’autorevole Global Cheese Awards, tenutosi a Frome in Inghilterra lo scorso 12 settembre, il San Pietro in Cera D’Api di Latteria Perenzin di Bagnolo nel trevigiano, che è stato eletto Miglior Formaggio d’Europa. È una particolare creazione casearia stagionata e a pasta compatta, ricoperta da una crosta trattata in superficie con cera d’api naturale che trattiene l’umidità e conferisce una consistenza vellutata dal tipico sapore di miele.

L’azienda veneta ha inoltre conquistato cinque medaglie d’oro, due d’argento e una di bronzo. Sono saliti sul gradino più alto del podio il Bufala Ubriacato al Glera incoronato “Miglior formaggio di bufala a pasta dura”, il Dolce 3Viso nella sezione “Miglior formaggio duro prodotto con più varietà di latte”, il Capra al Traminer quale “Miglior formaggio di capra”, il Montasio Dop stagionato proclamato “Miglior formaggio duro italiano” e il San Pietro in Cera d’Api premiato come “Miglior formaggio italiano”. Le medaglie d’argento sono andate alla Caciottona di capra al pepe e olio EVO bio nella categoria “Formaggi biologici” e al Bufala Ubriacato al Glera nella sezione “Formaggio 100% di bufala”, la medaglia di bronzo alla Caciottona di capra al pepe e olio nella categoria “Formaggi di capra”.

«Non ci era mai capitato di ricevere così tante medaglie in un unico concorso, siamo soprattutto orgogliosi di aver conquistato la medaglia d’oro come Miglior Formaggio Italiano e la speciale menzione quale Miglior Formaggio d’Europa – hanno dichiarato Emanuela Perenzin e il mastro casaro Carlo Piccoli –. È incredibile vedere esperti ed estimatori da tutto il mondo premiare il lavoro svolto da noi di Latteria Perenzin, che con passione e determinazione ci impegniamo quotidianamente a restare fedeli ai nostri valori di sempre: artigianalità, eccellenza, qualità e soprattutto genuinità».

Tutti i formaggi della Latteria Perenzin vincitori del Global Cheese Awards saranno in degustazione dal 18 al 21 settembre alla fiera Cheese di Bra (Cn).

Cruciali donne e bambini per lottare contro la fame nel mondo: il latte “sociale” di Granarolo

Foto Stefano Pesarelli/Gramarolo, Njombe Milk Factory.

Un convegno organizzato a Expo su uno dei suoi temi di fondo più rilevanti e urgenti: quello della fame nel mondo, on particolare riguardi ai 200 milioni di bambini che ne soffrono nei Paesi in via di sviluppo. “Esperienze, sfide e strategie per l’alimentazione infantile nel mondo” si è tenuto sabato scorso presso l’Auditorium di Palazzo Italia organizzato da Granarolo con la presenza di relatori provenienti da diversi Paesi e organizzazioni internazionali.
Innazitutti i numeri: sono 795 milioni di persone che soffrono la fame nel mondo, di cui il 98% vive nei Paesi in via di sviluppo: 511,7 milioni in Asia; 232,5 milioni in Africa; 34,3 milioni in America Latina e Caraibi e 14,7 milioni nei Paesi sviluppati. Di questi, 200 milioni sono i bambini malnutriti, che già nascono svantaggiati se a soffrire la fame sono le madri stesse: 17 milioni nascono già sottopeso. Le mamme sono il primo produttore di cibo al mondo, ma tradizioni culturali e strutture sociali fanno sì che spesso siano più colpite dalla fame e dalla povertà rispetto agli uomini.
La fame non significa solamente mancanza reale di cibo, ma anche di micronutrienti, che espone le persone a contrarre più facilmente le malattie infettive, impedisce un adeguato sviluppo fisico e mentale, riduce la produttività nel lavoro e aumenta il rischio di morte prematura. Circa il 50 per cento delle donne incinte nei Paesi in via di sviluppo ad esempio soffre di mancanza di ferro, e a causa di ciò 315.000 donne muoiono ogni anno per emorragie durante il parto.

«Abbiamo scelto di organizzare questo momento di confronto e riflessione perché crediamo che un’alimentazione sicura e accessibile, in un mondo sempre più globalizzato, sia una delle maggiori sfide globali del nostro tempo – ha spiegato Gianpiero Calzolari, Presidente Granarolo S.p.A. -. Per vincerla, noi vediamo solo una strada: organizzazioni internazionali e soggetti privati devono trovare forme di collaborazione e modalità congiunte di divulgazione delle informazioni rilevanti. Nessuno oggi può far finta di non sapere».
Granarolo ha diverse iniziative che sostengono la diffusione di un’alimentazione sicura e accessibile, tra le quali dal 2004 crede e sostiene attivamente questo progetto Africa Milk Project, e Allattami. «In Africa abbiamo sostenuto un progetto che replica il modello cooperativo sul quale Granarolo stessa si fonda, in una delle zone più povere della Tanzania», dice ancora Calzolari. «Oggi la latteria-caseificio di Njombe cammina con le proprie gambe Siamo convinti che si potrà esportare questo modello per dare concrete opportunità lavorative ad altri allevatori e casari e una produzione di latte pastorizzato e quindi sicuro a tanti bambini nel mondo. Stiamo già ragionando con Cefa Onlus su un sostegno alle comunità locali in Mozambico, aggregando il mondo cooperativo che ruota intorno ad ACI (Alleanza Cooperative Italiane)».
Convinti poi che il latte materno sia alimento insostituibile per i neonati, con il Policlinico Sant’Orsola di Bologna Granarolo ha dato vita ad “Allattami”, unica banca del latte materno mai promossa da un’azienda in Europa che consente di nutrire neonati critici e/o prematuri, con latte materno prelevato da madri che ne hanno in eccesso. «Un progetto italiano per l’Italia che ci auguriamo possa essere replicato in molti altri contesti per dare latte di mamma sicuro a tanti bimbi».

Convegno Granarolo a Expo: nel dopo quote latte la cooperazione a difesa della qualità e della filiera

La fine delle quote latte pone tutto il settore lattiero caseario europeo, e in particolare quello italiano, di fronte a degli interrogativi che pesano sul futuro.

Se n’è parlato nel convegno promosso da Granarolo a Expo sul tema “Latte e Cooperazione”.

Lo scenario è infatti caratterizzato da una crescita del commercio agroalimentare mondiale nell’ultimo decennio del 220% in valore a 1.146 miliardi. All’interno dell’export agroalimentare, i prodotti lattiero-caseari hanno un’incidenza pari al 6%, utilizzando circa l’8% della produzione globale di latte con un trend in rapida crescita.

Nel giro di dieci anni, le importazioni lattiero-casearie a livello mondiale sono cresciute del 214%. Su un valore totale di circa 62 miliardi di euro, il 38% fa riferimento a formaggi mentre un altro 28% riguarda latte in polvere; il rimanente 34% si ripartisce principalmente tra latte (non in polvere), burro e siero.

Rabobank prevede che entro il 2020 il volume dei commerci mondiali dovranno crescere del 25% per soddisfare la domanda in crescita.

Nel caso dei formaggi, ad esempio, l’Unione Europea rappresenta il principale mercato al mondo, con livelli di consumi pro-capite tra i più elevati (17,5 kg/annui contro i 3 kg di media mondiale). Negli Stati Uniti il consumo pro-capite è pari a 15,4 kg/annui; in Russia e Brasile il dato è molto più basso e si attesta a rispettivamente a 6,1 kg/annui e 3,7 kg/annui.

La crescita della domanda, dominata nel mondo dai mercati emergenti, mentre nei paesi sviluppati si registrerà una crescita lenta, è però guidata da una volatilità dei prezzi al ribasso, in cui l’Europa è diventata più competitiva, ma non a sufficienza, avendo necessità di un consolidamento e un rafforzamento degli allevatori, oggi eccessivamente frammentati. «Per le aziende di piccole dimensionisarà difficile sopravvivere in un mondo eccessivamente volatile – afferma Kevin Bellamy, senior dairy analist di Robobank – ma in questo scenario possono rafforzarsi attraverso il modello della cooperazione. Anzi proprio la cooperazione continua a svilupparsi in Europa in varie direzioni».

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Le cooperative hanno un ruolo fondamentale nel soddisfare i bisogni alimentari mondiali. Il modello cooperativo caratterizza il mercato del latte in molti paesi del mondo ed in particolare in Europa dove ha giocato un ruolo chiave nello sviluppo della sicurezza e della qualità alimentare, modello di valorizzazione del territorio, della conoscenza, generatore di economia e lavoro. In sintesi, le cooperative agricole sono alla base dell’organizzazione agricola e della produzione alimentare. Dell’impertanza del rolo della cooperazione nella filiera del latte sono testimonianza non solo Granarolo, terza azienda alimentare italiana con oltre 1 miliardi di euro di fatturato, ma anche un colosso come l’olandese Friesland Campina, che opera in 32 Paesi con un fatturato di 11,3 miliardi di euro e più di 19 mila soci conferitori che possiedono la cooperativa e la francese Sodial con i suoi 14 mila cooperatori e un fatturato di 5 miliardi di euro.

«Crediamo che il modello cooperativo – sottolinea il presidente di Granarolo Giampiero Calzolari – rappresenti in Italia e in Europa, ancor più nel dopo quote latte, un modello che possa offrire tutela delle filiere agroalimentari nazionali grazie alla conoscenza dei territori e alla capacità di sostenere il sistema agroallevatoriale consentendo il rispetto e la valorizzazione della qualità della materia prima».

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Paolo De Castro

Anche perché il dopo quote latte si è rivelato una specie di disastro. «Dopo la fine dei sostegni europei al settore – aggiunge Paolo De Castro, Coordinatore S&D alla Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo, abbiamo assistito a un aumento medio del 5% della produzione. Lo stesso pacchetto latte votato dal parlamento avrebbe dovuto introdurre una programmazione produttiva dei formaggi e assicurare un’atterraggio morbido nella gestione della nuova situazione. Così non è stato. Ma è sufficiente la regolamentazione per sostenere la volatiloità dei prezzi?», si chiede De Castro. La risposta è che nel beve non ci saranno regole e questa lunga fase di prezzi bassi può portare alla chiusura di decine di migliaia di allevamenti. «Bisogna sostenere le aree più deboli altrimenti la pressione sui prezzi di quelle più competitive le faranno soccombere, intervendo sul livello organizzativo delle imprese. Nel breve, però non ci saranno regole».

L’avanzata del free-from: Alpro è l’azienda cresciuta più velocemente in Italia

Intolleranze in crescita, diete, preoccupazioni salutiste: tutte ragioni che negli ultimi anni hanno portato alla crescita delle opzioni “free-from”, ovvero quegli alimenti senza latte, glutine, zuccheri aggiunti. Una conferma di questa tendenza viene dall’indagine Nielsen che dichiara la belga Alpro, specializzata nella produzione di alimenti a base vegetale con un incremento superiore al 40% rispetto al 2014, come l’azienda più dinamicain Italia nel settore food & beverage freschi e confezionati. L’indagine è basata sulle vendite degli ultimi due anni nella distribuzione moderna dei produttori con più di 20 milioni di Euro di fatturato a fine maggio 2015.

Alpro rappresenta l’azienda trainante di un settore in continua espansione con volumi di crescita del 30% dovuti sia alla maggior domanda da parte dei consumatori, sempre più consapevoli dell’importanza di avere un’alimentazione sostenibile, sia all’attenzione dei retailer nel posizionamento dei prodotti a base vegetale negli scaffali dei propri negozi che assicura maggiore visibilità.

Il trend è favorito anche dalla varietà di ingredienti che si affiancano alla tradizionale soia, come mandorla, nocciola, riso, cocco e avena, che aiutano ad avere una dieta più bilanciata oltre ad ampliare l’offerta a livello di gusto. Anche la presenza di diverse tipologie di prodotti a base vegetale oltre alle bevande, come panna o yogurt, hanno sostenuto l’incremento dei consumi in questo settore.

L’avanzata dei delattosati: +11% a volume e +9,2% a valore. Un terzo dei prodotti TreValli è “speciale”

Le intolleranze, lo confermano i dati, sono in aumento, per una serie di cause: da diagnosi più efficaci all’inquinamento, alla presenza di elementi chimici nei prodotti industriali. Una delle intolleranze più diffuse, specie tra la popolazione adulta del mondo Occidentale, è l’intolleranza al lattosio. Non è una sorpresa dunque se, aumentando il numero degli intolleranti, cresce la produzione dei latti ‘personalizzati’ o delattosati.

Un mercato da oltre 200 mln di euro,  che copre il 14,2% del volume e 20,5% del valore complessivo (Progr. aprile 2015), in crescita dell’11% a volume e del +9,2% valore (A.T. aprile 2015).

Dai delattosati agli arricchiti, la domanda dei consumatori si fa sempre più articolata. Secondo i dati IRI, il segmento dei latti ad alta digeribilità rappresenta il motore del settore, unico in crescita con un mercato da oltre 200 mln di euro e un trend positivo che ha segnato ad aprile 2015 un +11% in volume e +9,2% in valore rispetto allo stesso periodo 2014. In espansione anche la quota di mercato che, nel mese di aprile 2015, ha raggiunto il 14,2% delle vendite per volume (contro il 12,3% del 2014) e il 20,5% per valore (18% nel 2014). Tra delattosati, arricchiti, di capra e per l’infanzia siamo quindi arrivati a guadagnare un quarto del mercato di riferimento, con i delattosati al 19%.
Tanto che “In futuro il mercato del latte sarà trainato da prodotti speciali e a elevato contenuto salutistico, che già oggi rappresentano un peso importante sul nostro fatturato. Per rispondere alla crisi dei consumi, le aziende devono quindi investire in ricerca e innovazione” come ha dichiarato Michele Falzetta, direttore generale di TreValli, terza realtà italiana del comparto lattiero caseario e cooperativa con oltre mille conferitori, in occasione della Festa del Latte di Expo.

latti tre valli“Il mercato del latte sta vivendo una fase di grande trasformazione – ha dichiarato Federico Camiciottoli, direttore Pianificazione Strategica e Business Innovation di Trevalli – ed è continuamente sollecitato da parte dei consumatori che chiedono alle aziende latti sempre più personalizzati e attenti alle loro esigenze. Per questa ragione abbiamo realizzato diverse linee di prodotto, a partire dalla soia, ogm-free e totalmente made in Italy, al latte senza lattosio (ViviDigeribile) a quello con più proteine e lo 0,1% di grassi (ViviLeggero), per finire con quello arricchito con pappa reale e vitamine del gruppo B, C e E (ViviSano)”. Diversificare quindi, per garantire soluzioni pronte e sempre più attente alla salute, mantenendo e arricchendo le proprietà nutritive della bevanda che accompagna la crescita e rappresenta uno degli alimenti più completi e nutrienti.

TreValli, che nel primo quadrimestre ha fatto segnare un +13,4% sui delattosati, è composta da 11 cooperative di base e riunisce circa 1000 produttori agricoli. Realizza quasi 200 mln di litri di latte bovino, 7 mln di ovino e 5,5 mln di litri di panna all’anno, con un fatturato da 232 mln di euro nel 2014, un terzo del quale realizzato dai prodotti speciali.

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