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Lush, così il brand si costruisce on line

Lush, specialista britannico in cosmetici vegetali a base di frutta e verdura bio, dopo il successo dei monomarca si lancia sul web con l’idea di portare in rete l’esperienza vissuta (e apprezzata) dai clienti sui punti vendita. Per un brand come Lush, che ha rinunciato alla pubblicità, l’on line e le sue ramificate community sono senza dubbio media imprescindibili per dare risonanza alle proprie proposte.

Vista l’importanza di questa scelta, l’insegna sta procedendo per step graduali. Il primo passo è stato il restyling del sito (prima quello inglese, a brevissimo anche quello italiano) che punta in modo deciso sulle immagini (foto e video) come strumento di coinvolgimento.

Altro “mossa” interessante è stata l’inaugurazione di un laboratorio (Lush Kitchen) dedicato alla preparazione quotidiana di prodotti acquistabili solo on line.

I consumatori, dal web, possono seguire le fasi di lavorazione dei prodotti e conoscerne gli ingredienti.

Non basta: sempre nell’ottica di costruzione del brand al di là dei confini fisici del pdv, l’azienda ha iniziato a diffondere in rete il video The Experimenter, realizzato tramite la condivisione sui social network delle varie esperienze della numerosa clientela.

(Fonte: ItaliaOggi)

 

Marlene sul piccolo schermo a fianco di Terence Hill

Marlene ® diventa star del piccolo schermo: infatti a partire dall’8 gennaio le mele del Consorzio VOG sono protagoniste in TV nella terza serie di “Un passo dal cielo 3” con Terence Hill.

Amato da tre generazioni di spettatori, l’attore veste i panni di Pietro, comandante della guardia forestale del paesino di San Candido, ai piedi delle Dolomiti.

Le nuove puntate sono state girate fra maggio e settembre 2014 nello splendido scenario della Val Pusteria. Parte integrante dell’immenso patrimonio enogastronomico dell’Alto Adige/Südtirol sono le mele Marlene®, non a caso co-protagoniste della fiction di successo.

L’accordo di product placement con il Consorzio VOG prevede la presenza delle mele Marlene® nei vari episodi della serie che, dopo la prima puntata dell’8 gennaio, andrà in onda ogni giovedì sera in prima serata su Raiuno.

“Un passo dal cielo” unisce i personaggi epici del genere western a commedie, drammi, storie di amicizia e di amore, sullo sfondo di una natura maestosa e incontaminata.

Nella terza edizione sono confermate anche le presenze, tra gli altri, di Francesco Salvi, Enrico Ianniello e Gabriele Rossi. Tra le new entry la bellissima attrice e modella Rocío Muňoz Morales.

«Siamo orgogliosi di poter contribuire alla diffusione della conoscenza del territorio dell’Alto Adige e delle meraviglie naturalistiche che offre – dichiara Gerhard Dichgans, Direttore del Consorzio VOG– il crescente successo della fiction “Un passo dal cielo” gratifica il nostro investimento».

 

Con il travel retail è la rivincita del sesto continente

Il travel retail – gli store negli scali ferroviari o aeroportuali – è un settore in ascesa e sempre più appetibile per il suo elevato valore di marketing strategico.

I responsabili marketing delle grandi aziende infatti l’hanno già ribattezzato il sesto continente: un esercito di milioni di persone che si spostano ogni giorno in aeroporti e stazioni, per lavoro o per diletto, portando con sé esigenze e desideri che spesso si trasformano in acquisti.

Acquisti veloci e d’impulso, ma anche di lusso e di coccola (il beauty ha recentemente superato le vendite di alcolici nei duty free shop degli aeroporti). I dati parlano chiaro: quello degli acquisti negli (ormai ex) non-luoghi è un mercato in ascesa, anche perché ormai il viaggiatore trova sulla sua strada al posto di lunghi corridoi bui, vere e proprie “piazze commerciali” accoglienti e con un’offerta che spazia dal food al beauty, dall’abbigliamento all’elettronica di consumo.

E, proprio quando il centro commerciale appare in declino, aeroporti e stazioni aumentano spazi dedicati al retail e introiti, capitalizzando su quei milioni di persone l’anno che per quei luoghi devono giocoforza passare, ma anche, per le stazioni, sui residenti e lavoratori delle aree vicine.

Continua a leggere sull’ultimo numero della rivista sfogliabile Schermata 2014-12-23 alle 10.11.09

 

Ecouponing anche in farmacia con Unilife e Kiwari

La marcia dell’ecouponing non conosce soste e aproda in uno dei settori tradizionalmente più ostici all’innovazone commerciale: le farmacie, tra le roccaforti delle attività protette e contrarie alle liberalizzazioni (ne sanno qualcosa i governi Bersani e Monti).

Ma le acque si muovono anche negli stagni. Così Unilife, progetto di Unifarm (una delle poche organizzazioni di farmacie con una visione retail dell’attività) che aggrega una rete di oltre 300 farmacie italiane accomunate da valori condivisi come impegno nella prevenzione, consulenza ai consumatori e sostenibilità ambientale. L’organizzazione ha infatti adottato la piattaforma Buonmercato di Kiwarila società leader nell’ecouponing.

«Con questo progetto Kiwari segna ufficialmente l’ingresso dell’eCouponing in ambito farmaceutico, un territorio fino ad oggi inesplorato ma di grande interesse per marche e consumatori» afferma Marco Rivosecchi, Presidente Kiwari. «La progettazione di un coupon network condivisibile e personalizzabile potenzialmente da 300 esercenti affiliati ad Unilife rende questa piattaforma uno strumento di comunicazione e fidelizzazione, sfruttando la flessibilità e l’affidabilità che rendono la nostra piattaforma BuonMercato ad oggi una soluzione unica nel panorama dell’eCouponing».

Già attivo con iniziative promozionali tradizionali nei punti vendita, oggi il circuito Unilife dà vita al primo network di distribuzione di buoni sconto stampabili multimarca per il settore farmaceutico in ottica di affiliazione, fidelizzazione e servizio al cliente. Un progetto che parte dal sito Unilife per moltiplicarsi in tutti i siti delle singole farmacie associate, puntando alla viralizzazione e alla massima customizzazione delle offerte: dal latte in polvere agli integratori alimentari, dai test di intolleranza fino ai coupon del BuonBebè, con un’ampia selezione di referenze multibrand destinate alla cura dei più piccoli.

«Questa iniziativa rappresenta per noi un ulteriore passo avanti nel rapporto di vicinanza con i consumatori di oggi, sempre più attenti, informati e digitalizzati» agiunge Duilio Sgorbani, AD di Unifarm. «Attraverso il coupon network le nostre farmacie entrano direttamente nelle case degli italiani offrendo un servizio di scontistica su misura. I consumatori potranno infatti scegliere di stampare solo gli sconti a cui sono realmente interessati. Un vantaggio che si traduce anche in termini di sostenibilità, valore fondante della nostra mission, con un minore consumo di carta».

Sperlari usa lo storytelling per lanciare il cioccolato

Uno dei filoni più attivi del momento per quanto riguarda marketing e comunicazione è l’esigenza di raccontare la storia, di un prodotto o di un marchio. Lo richiede il consumatore, che può venire preso nel vortice dei ricordi nel caso di brand “storici” che consumava da bambino (in questo senso il food è terreno fertile), ed è una caratteristica distintiva dell’azienda, che sullo scaffale vuole ottenere visibilità e differenziarsi dalla concorrenza e, mentre racconta il prodotto, costruisce l’immaginario di marca.

Proprio attorno a questo concetto ruota la comunicazione di Sperlari, marchio storico dell’industria dolciaria italiana, per promuovere la nuova offerta di prodotti di cioccolato articolata in barretta, pralina e snack.

“Lo studio si è sviluppato lungo due direttrici: da una parte ci siamo concentrati sull’evoluzione dei linguaggi di categoria; dall’altra abbiamo ripercorso la storia della comunicazione di Sperlari dagli anni ’50 ad oggi. L’obiettivo era riuscire a valorizzare un’essenza di marca già esistente, assolutamente autentica e fortemente caratterizzata, ma in qualche modo assopita e soprattutto non adeguatamente rappresentata” spiega Roger Botti, Direttore Creativo del progetto per RobilantAssociati.

Il risultato è un “cioccolato da favola” che ridà voce al bambino in ciascuno di noi, riportandoci in un mondo di fantasia. Dal punto di vista del design, il pay-off “C’era una volta il cioccolato” diventa parte integrante del marchio; intorno ad esso il pack si anima di filastrocche, giochi, colori e illustrazioni fiabesche che, mentre definiscono i gusti e le specifiche di prodotto, organizzano chiaramente l’offerta esaltandone la varietà. Al contempo alimentano l’immaginario di marca con uno stile originale, dirompente e inconfondibile.

Con Ecor e Natura Sì si adotta un terreno biologico

La fattoria di Vaira è una delle aziende agricole che partecipano all'iniziativa di Natura Sì-Ecor "Adotta una zolla".

Dal seme alla tavola, dal produttore al consumatore passando per il punto vendita (convenzionato): è il percorso proposto da Ecor Natura Sì, gruppo italiano che distribuisce e commercializza prodotti biologici e biodinamici.

Fino al 12 gennaio 2015 è possibile “adottare una zolla”: anticipando 50 euro si ottengono 5 buoni acquisto del valore di 10 euro ciascuno da spendere nei negozi Naturasì e Cuorebio aderenti. I buoni potranno essere usati dopo tre mesi e per una durata di altri tre mesi per fare una spesa nei pdv del gruppo. Un’operazione di marketing insomma che ha lo scopo di sostenere gli agricoltori biologici (appartenenti a quattro aziende partner) e convogliare poi il consumatore nei punti vendita associati.

ecorL’iniziativa, giunta alla seconda edizione, è coordinata tramite il sito adottaunazolla.bio dove è anche possibile seguire il progresso dei lavori nei campi attraverso il “Diario dal campo”, stilato dalle aziende agricole interessate.

Nel progetto di Ecor la “zolla” è un’unità di misura simbolica: rappresenta la porzione di terreno su cui vengono prodotti circa 150/200 kg di grano, sufficienti a produrre la quantità di pane necessaria al nutrimento di una persona nell’arco di un anno.

Ecor NaturaSì Spa è la società che si è costituita nel gennaio 2009 dalla fusione di Ecor, il maggior distributore all’ingrosso nel settore biologico e biodinamico, e NaturaSì, la principale catena italiana di supermercati specializzata in prodotti bio. NaturaSì raggruppa oltre 100 supermercati in Italia e 2 in Spagna, parte in franchising e parte a gestione diretta. Cuorebio è il brand del gruppo che conta circa 300 negozi associati, dislocati soprattutto in centri di medie e piccole dimensioni.

Lidl Svezia usa il marketing ad personam

Dal sito di Lidl Svezia: “Gli alimenti buoni non costano di più”.

Per combattere il pregiudizio diffuso che lo vede come catena discount che vende prodotti stranieri e di bassa qualità, Lidl Svezia ha utilizzando una serie di iniziative di marketing davvero originali, che potremmo definire ad personam o one-to-one per gli anglofili, rivolgendosi direttamente ai singoli consumatori e utilizzando sapientemente le opportunità date dalla comunicazione tramite social network.

bosses-mjolkIl più recente esempio di ciò è la campagna Bosses Mjölk. Un anno fa Bosse Elfgren, privato cittadino, aveva postato sulla pagina facebook di Lidl un messaggio in cui chiedeva perché mai avrebbe dovuto consumare latte tedesco acquistando da Lidl. La risposta della catena (ex?) discount tedesca è arrivata sui cartoni del latte Ängens, 100% svedese e venduto nei punti vendita di tutto il Paese, ribattezzato per l’occasione appunto Bosses Mjölk, il latte di Bosse.

Questo modo di comunicare l’uso di prodotti locali è stato replicato in una campagna pubblicitaria su tv e carta stampata, mentre un aeroplano con uno striscione con scritto “Bosse, vendiamo veramente latte svedese!” si è occupato di sorvolare la casa del diffidente consumatore.

Lidl Svezia in passato aveva utilizzato anche altri mezzi per sovvertire la fama di discount low cost e low quality che ha per alcuni consumatori del Paese scandinavo, ad esempio aprendo Dill, un ristorante pop-up di alta gamma nel centro di Stoccolma la cui cucina, come fu dichiarato in seguito, utilizzava solo prodotti venduti dalla catena. Non solo: alcuni “denigratori via web” del marchio si sono visti recapitare direttamente a casa alcune portate da haute cuisine cucinate, ancora una volta, con i prodotti Lidl.

Ecco un modo geniale per sovvertire le critiche e utilizzarle a proprio vantaggio. E una bella lezione di gestione oculata dei propri social network.

Anna Muzio

Il boom degli e-coupon in Italia fa crescere gli acquisti online

Henning Kruthaup, CEO di SignorSconto.it (Sparheld International GmbH)

Di anno in anno si modificano le modalità attraverso cui i consumatori effettuano i propri acquisti. Ciò che sta cambiando è la facilità con cui si accede alle informazioni, disponibili in ogni luogo e per mezzo di ogni dispositivo. La multicanalità, infatti, è diventata parte integrante ed essenziale del commercio: il consumatore può disporre del canale online e di quello mobile così come del negozio fisico, che ha perso il monopolio che gli era proprio un tempo.

Ci sono però delle barriere che il canale “non tradizionale” sta cercando lentamente di superare. Una di queste è il cosiddetto effetto ROPO (Research Online, Purchase Offline), acronimo che esemplifica la tendenza sempre più diffusa di ricercare informazioni online, per poi effettuare l’acquisto finale in un negozio fisico (in Italia questa pratica è propria del 37% dei possibili acquirenti – Fonte: Forrester Research). Il fatto che si utilizzi il canale online come primo strumento per ottenere informazione e mirare ad un acquisto consapevole è sicuramente un dato molto positivo, ma obiettivo ancora da raggiungere – al fine di far sviluppare in Italia il canale e-commerce come nel resto d’Europa – è quello di conquistare la fiducia del cliente nei confronti dello strumento e studiare delle soluzioni ad hoc che possano portare a tale risultato.

È sicuramente essenziale costruire uno store online chiaro nei suoi contenuti, completo a livello informativo e dotato di un servizio di assistenza clienti sempre attivo. Un negozio che prediliga un massivo uso delle immagini dei prodotti che vende, piuttosto che fitte pagine di descrizioni; che sia dovizioso di dettagli che possano conquistare la fiducia del cliente, che rimandi a collegamenti social dove gli utenti possono esprimere opinioni e che disponga di una sua versione mobile.

L’avanzata di smartphone e tablet

In Italia, infatti, il mobile commerce è in continua ascesa come dimostrano i dati forniti dall’Osservatorio e-commerce del Politecnico di Milano e le misurazioni di SignorSconto.it: infatti ad accedere al portale via mobile a inizio anno era una percentuale pari al 10% dell’utenza totale, mentre già a Settembre tale numero era cresciuto di oltre 5 punti (15,63%) ed è tuttora in crescita.

Ciò che nel corso dell’ultimo anno ha realmente fatto la differenza, facendo avvicinare al mondo dell’e-commerce anche l’utente più “scettico” è stato il boom dei coupon digitali. Basta un dato a confermare tale tendenza: secondo Juniper Research, i coupon digitali sono stati utilizzati per 16 miliardi di volte nel corso dell’anno e nel 2017 si stima saranno utilizzati 31 miliardi di volte. Una crescita lampante, alla quale contribuisce la diffusione dei dispositivi mobili: infatti, il boom riscontrato nell’uso di tablet e smartphone ha fatto schizzare le percentuali di shopping online, dato  strettamente connesso al successo degli e-coupon.

Come rileva la eCoupon Consumer Survey realizzata da Kiwari, il 48% degli utenti italiani ammette di essere sensibile al prezzo finale e alle formule promozionali. Più nel dettaglio, il 61% dei consumatori dichiara di conoscere gli e-coupon e oltre 5 milioni di persone li ha utilizzati almeno una volta negli ultimi 12 mesi. In molti hanno fiutato il trend in costante crescita, infatti, sono sempre più numerose le aziende che scelgono il couponing per promuovere i propri prodotti, con un incremento degli investimenti dell’11% registrato nel 2013.

Analizzando il periodo compreso tra Gennaio e Settembre 2014, il portale SignorSconto.it ha registrato dati molto interessanti: infatti nel corso dei primi 9 mesi dell’anno gli utenti italiani hanno utilizzato oltre 20.000 e-coupon, con una media di 2.200 coupon al mese e con picchi che superano i 2.500 nei mesi di Gennaio e Luglio. Tali risultati fanno riflettere sull’utilizzo che si tende a fare di questi strumenti: la crescita nel mese di Gennaio infatti è giustificata dal fatto che un coupon serva a risparmiare e, dopo il periodo natalizio fatto di acquisti e regali, il mese successivo si cerca di ingegnarsi per contenere le spese; ma non è solo la questione economica a fornire la chiave di tale crescita. Il dato relativo all’exploit di luglio fa invece riflettere sul fatto che ormai il coupon copra a 360 gradi ogni settore merceologico ed il periodo subito precedente alle ferie di Agosto fa balzare la richiesta di coupon legati a viaggi last-minute e offerte turistiche.

Ad oggi, i coupon digitali permettono di fare più o meno tutto: acquistare un capo d’abbigliamento (il settore più richiesto dagli utenti di SignorSconto.it con una percentuale del 14%), regalarsi una cena speciale, viziarsi con un massaggio o concedersi le ultime novità hi-tech a prezzi scontati. Il successo degli e-coupon in Italia però è legato ad un vantaggio che coinvolge due differenti interlocutori: non solo l’utente finale, ma  anche le aziende, che possono così promuovere il proprio business e godere del passaparola degli utenti. E’, infatti, proprio il passaparola la chiave del successo di questo strumento, che permette di creare un’interazione multilaterale e sta, col tempo, abbattendo il sopracitato effetto ROPO, in quanto grazie agli e-coupon gli utenti stanno iniziando a cercare online e acquistare online.

di Henning Kruthaup, CEO di SignorSconto.it (Sparheld International GmbH)

SignorSconto.it fa parte di Sparheld International GmbH, un’azienda dinamica ed in costante crescita con sede a Berlino, fondata nel 2009 da Henning Kruthaup, attualmente presente con altrettante pagine internazionali in 7 paesi europei.

Il temporary store valorizza la marca. Il caso Strega Alberti

temporary strega 3In un contesto di crisi e di grande sofferenza della Gdo italiana, il canale della grande distribuzione non riesce a gestire e supportare la marca, che è costretta a trovare altre modalità per presentarsi sul mercato.   Uno su tutti, presentarsi in prima persona nel mondo del retail.  Gli esempi virtuosi che ci arrivano dalle esperienze al di fuori del Bel Paese, che riflettono trend recentemente esplosi anche in Italia, ci dimostrano che uno dei modi migliori per queste aziende per comunicare la propria storia e i propri prodotti è sfruttare la logica del temporary store. Si tratta infatti di una risposta commerciale capace  di generare valore per i consumatori attraverso una formula innovativa flessibile e leggera, che unisce obiettivi di comunicazione ad obiettivi di vendita.

Esistono così in Italia una lunga serie di aziende più o meno piccole,  fortemente radicate nel territorio di appartenenza, con storie che  spesso iniziano anche prima del secolo scorso e che ancora portano  avanti l’eccellenza italiana di cui sopra.  Si tratta di aziende con un’immensa eredità e un portato culturale, oltre che economico, di cui dovremmo essere orgogliosi. Purtroppo però, la maggior parte di queste aziende non riesce a far conoscere e riconoscere la propria importanza, non riesce cioè a sfruttare al meglio il proprio potenziale.

Prendiamo l’esempio di Strega Alberti di Benevento: una storia che si perde tra la Napoli borbonica ed i movimenti  mazziniani, con l’inizio già nel 1860 della produzione del mitico liquore omonimo, ispirato a leggende che identificano  la città di Benevento come antica sede di riti stregoneschi.

Fin dalla sua nascita, il legame tra Strega Alberti e la cultura è sempre stato forte: dalle illustrazioni liberty di Marcello Dudovich all’istituzione del Premio Strega, ai poster di Fortunato Depero, famoso per le opere d’ispirazione  futurista e per le loro applicazioni nel campo pubblicitario. Il mondo della memoria di Strega ha quindi la fortuna di avere autori, icone, forme e colori particolarmente adatti alle tendenze del mondo contemporaneo. Si è trattato quindi di adeguare la propria heritage ad  esigenze e tematiche attuali ed internazionali, offrendo un pezzo della  propria storia direttamente al consumatore finale.

temporay strega 2Così, all’interno di un complesso e sfidante progetto a cavallo tra il mondo della comunicazione e quello del retail, 4F è stato coinvolto nella progettazione dei nuovi temporary stores 2014, situati nelle stazioni ferroviarie di Roma Termini e Napoli Centrale. Le scelte di design, coerentemente con il riconoscimento del portato artistico di Strega, mettono in mostra il valore estetico del marchio, mantenendo le strutture utilizzate all’interno delle stazioni, già caratterizzate da grandi trasparenze, il più “invisibili” possibile per dare maggiore visibilità al prodotto.

Allo stesso modo, anche all’interno si è deciso di mantenere l’attenzione sul prodotto evitando complementi di arredo e accessori: tutta l’offerta è riposta su scaffalature aperte e bifacciali e l’unico elemento extra-prodotto presente  all’interno dei temporary stores è composto dai poster storici dedicati a Strega da Depero.

Gli scaffali sono realizzati in legno decapato grigio, che favorisce l’esaltazione  visiva del prodotto, intervallati da elementi in laminato rosso, che attirano  l’attenzione del cliente sulle categorie di prodotto più interessanti ed  innovativi.  L’isola degli sfusi ricorda le scatole di legno utilizzate pertemporary strega 4 contenere le erbe necessarie per produrre il Liquore Strega; la loro forma aperta e la loro  posizione rende l’isola movimentata e facile da leggere su tutto il perimetro.  Il prodotto è così disponibile alla portata del cliente a 360°, favorendo le operazioni di pick & mix dei prodotti.

a cura di Red-Marketing&Trade

Le 10 tendenze che cambieranno l’e-commerce entro il 2020

La presentazione della previsione n° 8 al Gartner Symposium/ITxpo è stata subito retwittata. Foto @Gartner_inc.

C’erano anche Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, e Satya Nadella, Ceo di Microsoft a discutere di e-commerce ed e-economy al Gartner Symposium/ITxpo, una serie di incontri e seminari rivolti ai manager responsabili di It tenutosi questo mese a Orlando, Florida, con lo scopo di “capire, costruire e ottimizzare le opportunità fornite dalla tecnologia digitale e passare dalla teoria alla pratica”.

Dunque come sarà lo shopping del futuro? Un vero e proprio film di fantascienza, secondo le previsioni di Gartner, dove algoritmi sempre più complicati prendono il controllo e decidono delle nostre vite e (soprattutto!) degli acquisti da fare (effettuati via smartphone e consegnati con droni che sibilano sopra le nostre teste), e con il pdv sullo sfondo che diventa più luogo che suscita emozioni, un po’ come un museo o una galleria d’arte.

Gartner, società di consulenza nel campo dell’It, ha emanato un vero e proprio decalogo, dieci tendenze chiave che dovrebbero in futuro regolare gli scambi commerciali e che i manager dovrebbero tenere in grande considerazione. Sullo sfondo, l’attenzione, sempre più cruciale per le aziende del futuro, a investire nelle persone e nella customer experience.

1. Entro il 2018 il business digitale avrà bisogno del 50% in meno di addetti ai processi e del 500% in più di esperti in ruoli non tradizionali quali specialisti di integrazione, architetti di business digitale, analisti normativi, risk professionals e avvocati.

2. Entro il 2017, sarà lanciato un business digitale di successo ideato da un algoritmo.

3. Entro il 2018, macchine intelligenti e servizi industrializzati faranno calare il costo delle operazioni commerciali del 30%.

4. Entro il 2020, l’aspettativa di vita nelle economie avanzate aumenterà di sei mesi grazie alla diffusione di tecnologie wireless per monitorare la salute.

5. Entro il 2016, l’e-commerce effettuato esclusivamente via mobile da assistenti digitali ammonterà a 2,5 miliardi di dollari. Di conseguenza le campagne di marketing non dovranno prendere in considerazione solo le persone, ma anche ideare tecniche di marketing in grado di catturare l’attenzione dei “personal shopper digitali”.

6. Entro il 2017, negli USA la “febbre da smartphone” spingerà i ricavi degli acquisti tramite smartphone al 50% dei ricavi dell’e-commerce. Le aziende dovranno prendere in considerazione i portafogli digitali (Apple Passbook, Google Wallet) per venire incontro al crescente interesse dei consumatori verso il commercio e i pagamenti tramite cellulare.

7. Entro il 2016, il 70% dei modelli di commercio digitale di successo saranno basati su processi volutamente instabili. Sarà richiesto al personale aziendale una sempre maggiore flessibilità e reattività che supporti la fluidità organizzativa.

8. Entro il 2017, oltre la metà degli investimenti in ricerca e sviluppo di prodotto e servizio saranno reindirizzati verso l’innovazione della customer experience. Sarà sempre più importante conoscere il proprio cliente tramite l’identificazione di buyer persona e analisi etnografiche.

9. Entro il 2017, quasi il 20% di aziende di e-commerce che vendono beni durevoli useranno le stampanti 3D per offrire prodotti personalizzati.

10. Entro il 2018, i retailer che utilizzeranno messaggi mirati in combinazione con l’Internal Positioning Systems (una sorta di Gps in grado di localizzare esattamente il cliente all’interno del pdv) aumenteranno le visite del 20%. Conoscere i dati del cliente sarà fondamentale per poter inviare offerte mirate in tempo reale, direttamente davanti allo scaffale.

Fantascienza? Certo che no, le tecnologie e la loro applicazioni ci sono già, è solo una questione di numeri. Basta pensare a innovazioni molto annunciate e all’inizio utilizzate solo da delle nicchie di tecno geek, ma poi adottate dai più, all’improvviso: dall’e-book al 3g sui telefonini. Il futuro insomma è dietro la porta.

Anna Muzio

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