CLOSE
Home Tags Marketing

Tag: marketing

Il supermercato del futuro? Un mercato rionale con AppleWatch come guida

Un mercato rionale con freschi in esposizione e l’atmosfera un po’ campagnola, ma con una guida virtuale che informa su cosa comprare, cosa cucinare, e perché. Così si immagina il supermercato del futuro il londinese Rehab Studio che in questo video immagina come sarà la spesa in un futuro che potrebbe essere assai vicino (le tecnologie ci sono già) guidati da un Apple Watch.

Lungo il percorso sull'”orologio intelligente” compaiono consigli personalizzati tarati sui propri gusti ma anche sulle proprie esigenze di salute e informazioni su provenienza, stagionalità e data di scadenza. Una cassa intelligente consente di effettuare il pagamento immediatamente ma anche di suggerire qualche acquisto finale basato su ciò che c’è nel carrello. E si accorda sull’orario di spedizione della spesa a casa, perché il click and collect promette di essere il metodo di elezione per il ritiro della spesa nel futuro. “Con i dispositivi indossabili è come avere un personal shopper che conosce i tuoi gusti e ti guida nel negozio” ha detto a PSFK il Creative partner di rehabstudio Tim Rodgers.

Lo studio ha anche ridisegnato il layout del supermercato eliminando le corsie e immaginando un open space, una cucina comune e dei giardini, con spazi per dimostrazioni ed assaggi. Non un luogo dove si va per acquistare prodotti necessari alla vita di tutti i giorni ma piuttosto uno spazio dove scoprire cosa mangiare, come cucinarlo e per conoscere nuovi alimenti. E la tecnologia? “La tecnolgia utilizzata per supportare questa esperienza, dai beacon alla realtà aumentata, funzionerà o fallirà a seconda di quanto riuscirà ad essere fluida e personalizzata e a dare un valore aggiunto al consumatore” ha concluso Rodgers.

Con “Birra io ti adoro“ Assobirra racconta la birra alle donne. E sulle accise torna alla carica

Screenshot Birraiotadoro.it“Birra io t’adoro”, il nuovo claim della campagna lanciata da Assobirra a trent’anni dal celebre “Meditate gente, meditate” di Renzo Arbore, avrà lo stessa capacità di imporsi nell’immaginario collettivo? Tanto più che questa volta il soggetto è donna, quella millennial tra i 18 e i 35 anni che, anche in Italia, stanno diventando una tipologia sociologica da studiare ma anche da corteggiare per il loro anticonvenzionalismo. In Assobirra sono pronti a scommetterci, considerando che l’Italia è il Paese con il più alto numero di consumatrici di birra in Europa (6 su 10), pur mantenendo il minor consumo procapite (solo 14 litri). Sono le donne che amano la birra così come ce le racconta la ricerca Doxa effettuata ad hoc.

La protagonista di “Birra, io t’adoro” è una donna moderna, indipendente, ironica, impegnata, che anche nella vita frenetica di tutti i giorni riesce a ritagliarsi dei momenti di piacere e socialità in cui il gusto della birra è complemento perfetto.

La campagna sarà on air da metà febbraio su stampa, outdoor, media online e sulle principali piattaforme social. AssoBirra la porterà avanti per tutto il 2015 integrando l’advertising con attività di PR. E infatti, Birra io t’adoro vivrà anche su un blog (birraiotadoro.it) e 5 profili social (Facebook, Twitter, YouTube, Pinterest e Instagram) per contribuire a farne conoscere la storia, creare cultura di prodotto e raccontare la cultura della birra.

Filippo Terzaghi direttore AssoBirra
Filippo Terzaghi direttore AssoBirra

L’associazione che riunisce i produttori di birra ha deciso questa campagna in un momento particolare per i consumi di birra, decisamente sotto pressione dopo l’aumento delle accise a gennaio. «Gli acquisti dei consumatori si stanno spostando verso i prodotti di primo prezzo», spiega il direttore di Assobirra Filippo terzaghi. «Ma forse il governo non ha considerato che in tal modo per recuperare una parte di accise sta aprendo voragini nell’iva, perché il gettito, su un prezzo di vendita più basso è inferiore. Con il bel risultato di non trarre grandi giovamenti sul fronte delle entrate ma di aver assestato un colpo a tutta la filiera della birra, che parte, non dimentichiamolo, dall’agricoltura». Proposte? «Non sta a noi trovare strade alternative, anche se intervenire sugli sprechi della pubblica amministrazione dovrebbe essere la prima opzione. Di certo chiederemo di ridurre le accise. Stiamo parlando di ricercare entrate sostitutive per 23 milioni di euro,. Che per il bilancio dello Stato italiano non dovrebbe essere impossibile».

L’iper-rilevanza ovvero quando l’Internet of everything cambia il comportamento d’acquisto

Lo shopping deve essere comodo, facile ed efficiente: parola di consumatore. A ribadirlo una recente ricerca dedicata al retail da Cisco Consulting Services da cui emerge che non basta personalizzare l’esperienza, ma occorre andare oltre, verso un servizio basato sull’”Iper rilevanza”.

Ne parla un articolo dal titolo “un affare da 1.500 miliardi” punbblicato sul numero di inStore, sfogliabile anche online.

Per raggiungere questo obiettivo – si legge nell’articolo – si deve partire dai dati al fine di analizzarli e tracciare l’esperienza d’acquisto più idonea al contesto in cui il consumatore si venga a trovare. Ma secondo i clienti, quali sono i momenti e le situazioni in cui occorre operare un intervento per migliorare l’esperienza d’acquisto?  Il 39% dei consumatori ha indicato il processo di selezione e acquisto dei prodotti: la richiesta sarebbe quella di un intervento che renda più facile trovare con certezza in negozio ciò che si cerca e di avere maggiore efficienza al momento del pagamento.  Ma quali concept di shopping vanno per la maggiore?  Cisco ha testato con i consumatori coinvolti nella ricerca 19 diversi concept di shopping.

Leggi qui tutto l’articolo

A Hack Wine, contest di H-Farm e Vinitaly, idee digitali accompagnano il vino nel terzo millennio

“Come si comunica il vino nel 2015”? a questa domanda hanno cercato di rispondere più di 300 giovani tra sviluppatori software, designer ed esperti di comunicazione accorsi da tutta Italia a Roncade (TV) presso la sede di H-FARM Ventures il 14 e 15 febbraio per partecipare alla seconda edizione di H-ACK Wine. Promosso da Vinitaly International, la piattaforma creata da Veronafiere per promuovere le eccellenze vitivinicole italiane nel mondo, e H-Farm l’evento aveva lo scopo di progettare, nelle 24 ore a disposizione delle “squadre” di creativi e geek presenti, nuove soluzioni digitali e nuove idee per rispondere alle esigenze delle aziende vinicole che hanno partecipato all’evento e che quest’anno erano Gruppo Vinicolo Santa Margherita, Zonin1821, Tenuta Col Sandago-Case Bianche e Tommasi Family Estates.

Stevie Kim.
Stevie Kim.

“Il consumo del vino è calato a livello nazionale negli ultimi anni, ma anche in mercati emergenti come la Cina ci sono difficoltà a capire il settore vitivinicolo italiano, o anche a pronunciare nomi come “Valdobbiadene”, “Rondinella” e “bollicine”. Abbiamo bisogno di idee per coinvolgere le generazioni più giovani, specialmente i millennials, con un linguaggio non solo accessibile ma anche moderno e divertente” ha detto Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International.
“Il trucco è trasmettere la storia e i valori che stanno dietro una bottiglia di vino ridefinendo le regole della comunicazione in modo innovativo. È stata una delle esperienze più incredibili della mia vita: 300 ragazzi che probabilmente avevano troppe idee e la cosa bella è che nessuno di loro aveva a che fare col vino” ha detto Francesco Zonin di Zonin 1821.

Quattro vincitori

Le squadre vincitrici.
Le squadre vincitrici.

Tra i 26 progetti elaborati, che avevano solo 5 minuti per essere presentati, ogni azienda, che aveva fatto una richieste specifica, ha selezionato il migliore.
Tommasi aveva chiesto di creare una lista di vini digitale collegata con le tecnologie per lo scambio e l’interattività (quali Beacon, NFC, QRcode) da usare nei ristoranti e che desse visibilità al mondo dei vino Tommasi e incrementasse le vendite assicurando un valore aggiunto sia al ristoratore sia al consumatore. Ha vinto T-Mood con “List mood” una app che abbina alla carta del vino approfondimenti multimediali sulla sua storia e origini.
Santa Margherita ha scelto The42, con un soluzione per raggiungere i clienti reali o potenziali presenti a un evento che utilizza il gaming per gli eventi esterni, e offre il free wi-fi nel caso di degustazioni ed eventi interni. È piaciuta tanto che potrebbe essere presentata a Vinitaly o a Expo.
Abbina gaming e dinamiche e linguaggio social Moowine, la piattaforma web premiata da Zonin. Tramite sfide a quiz si testa la conoscenza del vino delle giovani generazioni e si accumulano punti a ogni risposta giusta che poi possono essere accumulati e dare accesso a premi quali visite guidate in cantina o sconti nei negozi digitali.
Tenuta Col Sandago infine voleva una piattaforma mobile e/o web per l’abbinamento di cibo e vino, in grado anche di incrementare le vendite sia nazionali sia all’estero, e ha premiato Gourmeet del team The Grapes: un viaggio enoculturalgastronomico lungo le infinite vie del vino.

Al di là dei quattro vincitori, è interessante sapere che molte dei progetti presentati prevedevano tecniche di gaming, concorsi e strategie di profilazione dei clienti attraverso soluzioni mobile o web, mentre l’altro comune denominatore era la combinazione di un vino con la musica, il cibo e anche l’umore dell’utilizzatore dell’App. Che sia qui il futuro del vino 3.0?

Auchan e Simply lanciano il nuovo programma fedeltà LATUA!CARD

Rinforzare la relazione con il cliente: con questo obiettivo Groupe Auchan dopo cinque anni di esperienza nella loyalty coalition (con Nectar), lancia per le insegne Auchan e Simply il nuovo programma di fedeltà multi-partner LATUA!CARD.

Varie le modalità per la raccolta punti, che valorizza i prodotti di Auchan e Simply, i prodotti freschi di Simply e i prodotti dedicati alla cura della persona e profumeria di LillaPois.

La raccolta punti parte il 1 marzo 2015 mentre dal 1° Aprile è possibile accumulare punti anche rifornendosi di carburante nelle oltre 4.000 eni station aderenti.

Sconti riservati ed esclusivi sono riservati ai tanti prodotti delle Grandi Marche. Ma i punti si possono collezionare anche online, grazie ai numerosi web partner tra cui Tui.it, la Feltrinelli, BottegaVerde, Groupalia ed eDreams.

Sul fronte dell’impegno sociale, ogni volta che i clienti presentano LATUA!CARD in cassa, Auchan, Simply e LillaPois donano 1 centesimo di euro a favore della ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare (senza alcun onere per i clienti) a Fondazione Telethon. Si tratta del primo programma di loyalty con donazione continuativa ad una charity.

Il catalogo LATUA!CARD, valido da marzo 2015 a febbraio 2016, contiene un centinaio di premi ma anche numerosi buoni ingresso in luoghi di intrattenimento, buoni sconto e carte regalo da utilizzare nelle principali catene di arredo casa, abbigliamento, calzature e sui siti di e-commerce, come Zalando e Showroomprive.it.

La carta è disponibile da sabato 14 febbraio nei 49 ipermercati Auchan diretti, in oltre 900 supermercati Simply, IperSimply e PuntoSimply diretti e in franchising, e dal 19 febbraio nei drugstore LillaPois, per un totale di 1.000 punti vendita coinvolti in 18 regioni d’Italia.

Couponing & Mobile marketing: siamo alla svolta? Cosa fa la Gdo

Le potenzialità del mobile in strategie customer-centric e lungo tutto il processo d’acquisto, fonte Osservatorio Mobile Marketing & Service del Politecnico di Milano.

Dalla teoria alla pratica, dalle potenzialità tecnologiche alla quotidianità: lo smartphone – ce ne sono 40 milioni in circolazione in Italia e 16,4 milioni di persone passano 90 minuti al giorno a navigare dai device mobili, più del tempo che passano su Internet dal Pc – ha già cambiato la vita e le abitudini degli italiani, e di conseguenza i modelli di business e di comunicazione aziendale. E il 2015 potrebbe davvero essere l’anno della svolta: se ne è parlato alla presentazione dell’annuale Osservatorio Mobile Marketing & Service del Politecnico di Milano.

“È evidente come le imprese non possano più fare a meno del Mobile nelle proprie strategie di marketing – ha esordito Andrea Boaretto, responsabile della ricerca insieme a Marta Valsecchi -. Comprendere come valorizzare lo Smartphone come punto di contatto principe nella gestione della relazione con i propri clienti diventa, quindi, una priorità. E per fare questo serve un approccio strategico alla multicanalità”. Il consumatore si aspetta ormai un’esperienza fluida e senza intoppi tra i vari dispositivi da cui accede alla marca e al retailer. In ogni fase del processo di vendita. Ma non è solo la tecnologia a contare: sempre più importanti diventano i contenuti, per accedere a un device che è ormai diventato una sorta di estensione della persona stessa. Alla marca o al retailer si chiedono volantini, sconti e promozioni ma soprattutto informazioni utili e importanti per sé. Non solo: il mobile sta diventando anche un potenziatore di altri touch point, una sorta di second media, di “telecomando” che farà dialogare tra loro tutti i device. Il che apre la strada a vari tipi di interazione, ad esempio tra smartphone e televisione, per dare la possibilità di acquistare un prodotto appena visto in uno spot o in una trasmissione, riducendo al minimo il tempo dall’esposizione del messaggio all’acquisto.

L’Italia a che punto è? “Per vincere si attacca con la testa e con la coda, cioè con la volontà di innovare – e in questo siamo alla pari con gli altri Paesi – e con la possibilità di innovare, e qui siamo meno forti: a causa del credit crunch e della crescita del consumo bassa, l’azione è più difficile mentre negli USA già c’è la ripresa. È una questione di rapidità di adozione” ha detto Fabio Maglioni Founder di modo modo.

Come se la cava il largo consumo? “Nel largo consumo abbiamo aziende con vari livelli di maturità, ma possiamo dire che non c’è ancora una strategia mobile first. Però ci sono numerose iniziative in atto, e ci aspettiamo che nel corso del 2015, grazie all’azione di alcune insegne leader, inizieremo a vedere i risultati” ha detto Boaretto.

Infine un dato importante, da prendere in seria considerazione: il 41% delle persone usa il mobile all’interno del negozio, tanto che lo smartphone può anche cambiare la direzione di acquisto instore.

 

Carrefour amplia il clicca e ritira

Roberto Stanco, Responsabile Marketing Carrefour, ha evidenziato le peculiarità della GDO, rilevando un aspetto particolare:  sia smartphone sia il negozio alimentare fanno parte di un’abitudine quotidiana, mentre l’acquisto avviene, come “core” quanto meno, ancora nel punto vendita fisico: “Da qui è partita la nostra strategia, abbiamo voluto iniziare un percorso di relazione tra realtà fisica e digitale. Partendo dai basici, e rendendo il sito fruibile e ottimizzato su tutte le piattaforme: sembra banale, ma non sono tantissimi i player italiani che l’hanno fatto. Poi L’App con le funzioni base: identificare il negozio, percorso con navigatore google, info e orari, volantino e promozioni, un lettore QR code reader, click to call al servizio clienti, piattaforma per notifiche push geolocalizzate e prezzo carburante. Noi utilizziamo il mobile come ponte tra il mondo fisico e l’esperienzialità in negozio. Ad esempio abbiamo iniziato in modo strutturale, non più episodico, a dotare gli store di QR code dove si invitano i consumatori a fruire di estensioni di contenuti (ricette ad esempio). Non abbiamo l’e-commerce al centro, al centro della strategia c’è la relazione con il nostro cliente. I prossimi passi saranno l’uso dello smartphone per il selfscanning, e l’ampliamento del servizio di click and collect per ora limitato a 15 pdv di Milano e che vogliamo espandere fino a un centinaio di Carrefour Market, utilizzabile da desktop a via App, perché per il food siamo convinti che sia anche meglio dell’e-commerce prima di tutto perché non prevede spese di spedizione e può essere utilizzato anche per piccoli acquisti”.

Perché puntare sul Mobile? “Offrire dei servizi e contenuti Mobile vuol dire integrare e completare l’esperienza, se non coprissimo il mondo Mobile andremo ad erodere una parte della nostra clientela. Certo, non pensiamo che con il Mobile aumenteremo le vendite del 20%, ci aspettiamo piuttosto di non perdere delle opportunità. È importante essere pronti e presenti, se non lo facciamo noi lo farà qualcun altro”.

 

Coop Voce con l’App innova e rafforza la brand image

Rafforzare i valori dell’insegna e offrire prodotti e servizi localmente, in una continua interazione con il punto vendita “fisico”: la mission di Coop Voce è stata sempre questa, come ha spiegato Marco Lucio Argiroffi­, Responsabile Marketing, che ha presentato l’iniziativa più recente, l’app ViviBici. “Un’iniziativa di marketing non convenzionale. Siamo partiti dall’idea di sviluppare il concetto di mobilità sostenibile, che coinvolge i valori del benessere e della tutela dell’ambiente e del territorio, considerando che la bicicletta è un elemento ad alto contenuto valoriale e in grande espansione. Da qui lo sviluppo dell’App ViviBici, che consente di convertire i chilometri percorsi in bici o a piedi in traffico voce o dati. Così, oltre a confermare i valori di Coop, abbiamo fatto sia acquisition sia loyalty. L’app, scaricabile gratuitamente, ha poi una serie di funzioni “sportive” come informazioni sul percorso, velocità, distanza, calorie bruciate. Solo i clienti Coop Voce però hanno la possibilità di redimere i chilometri in traffico, direttamente dall’App. In futuro ci sono spunti per azioni di cross-selling e counselling nel punti vendita, con promozioni (magari sempre in traffico voce) su alcuni prodotti sia non food sia food, come la nostra linea bio ViviVerde”.

Anna Muzio

Altavia Watch: i sei punti chiave del retail nel 2014

Con Altavia Watch la società Altavia Group monitora costantemente ciò che di innovativo avviene nel mondo del retail a livello globale. Da poco ha pubblicato una sintesi ragionata di quali sono stati i sei temi chiave che hanno caratterizzato il retail nell’anno trascorso. A suo modo un riassunto, ma anche una guida per capire le cose che verranno, perché molte delle iniziative raccontate si sono avviate nel 2014, ma si svilupperanno lungo quest’anno e anche negli anni a venire.

Schermata 2015-01-30 alle 11.56.37

I sei fattori chiave individuati sono i seguenti.

1) La trasformazione del commercio mondiale con la conferma dei nuovi giganti dell’on-line che spaziano in tutti i campi, in tutti i settori, in tutte le aree. Ma anche i retailer tradizionali difendono i loro territori ed eleaborano strategie multicanali e internazionali, con un forte spostamento del baricentro di interesse verso l’Africa.
(Amazon, Rakuten, Alibaba, Ikea, Carrefour, Costco, Fnac, Accor…).

2) I pure player investono nei codici del commercio tradizionale. Secondo Ecommerce Europe i siti di commercio B2C in Europa a fine 2013 erano 650 mila e dovrebbero continuare a crearee del 15-20% all’anno nei prossimi anni. Ciò che ha segnato il 2014 è stata la moltiplicazione da parte degli e-tailer dei punti di contatto con il cliente. (Birchbox, Promovacances, Zalando, Spartoo, Teleshopping, Airbnb…).
3) I format fisici si reinventano grazie allo sviluppo della multicanalità. Il mantra è l’esperienza del cliente nel punto vendita. (Nespresso, Benetton, Intermarché, WalMart, Colruyt, Waitrose,Tesco…).

4) Gli oggetti connessi (IoT) al servizio di una nuova esperienza-cliente. Un europeo possdeva in media due oggetti connessi in rete che a fine 2015 diventeranno sette (al Cies di Las Vegas più del 70% degli espositori hanno presentato un oggetto connesso in rete per le più svariate applicazioni). Il campo del retail è trovare il modo di coniugare l’Internet degli oggetti con l’esperienza-niente e contemporaneamente utilizzare un nuovo canale di informazione e relazione tra cliente e insegna. (Osh, Macy’s, 7-Eleven, Darty, Waitrose…).

5) Il mobile trionfa nel cuore della relazione con il cliente. Per il retail il mile commerce è diventato un canale di vendita non più rimandabile e i distributori anglosassoni guidano il mercato in materia di investimenti e stratigie sul mobile. Le applicazioni: programmi fedeltà e animazione commerciale, pagamenti, servizi multicanali. (Zappos, Neiman Marcus, Fnac, Wal Mart, Starbucks, Sainsbury’s, Kohl’s…).

6) La personalizzazione tra servizio al cliente e big data. Prodotti personalizzati, dove il consumatore è “co-autore”, relazioni e offerte personalizzate attraverso le tecnologie. L’impegno per i distributori è di avere una vista sul cliente a 360 gradi. (Le Coq Sportif, Galeries Lafayette, House of Fraser, Louis Vuitton…).

Clicca qui per guardare lo slideshow.

 

e-Commerce, dove vai? 11 direzioni per il 2015

È ormai chiaro come tra vendite online e instore ci sia una continua contaminazione, quindi quello dell’e-commerce è un canale da seguire con grande attenzione: quali sono le evoluzioni future, le aree di sviluppo e le punte più avanzate ce lo spiega la società di consulenza 2xMedia, che nel suo blog evidenzia 11 tendenze da tenere sott’occhio nei prossimi tempi. Eccole.

1: Consumatori indifferenti al canale richiedono un marketing multicanale.
Sono sempre meno i consumatori fedeli a un solo canale, sempre più vogliono potersi muovere senza intoppi da uno all’altro attraverso i vari dispositivi in loro possesso. Controllano i prezzi nel punto vendita, provano un articolo e poi magari lo ordinano a casa dal Pc. Non importa il canale per loro ma la marca o l’insegna, che deve assicurare una customer experience a 360 gradi se vuole avere successo.

What-is-Omnichannel-550x413

2: Grandi telefoni, più traffico e più vendite finalizzate.
Ha iniziato Samsung, che resta leader di mercato, poi è arrivato l’iPhone6: i telefoni hanno schermi sempre più grandi e sono sempre meno “telefoni” tanto da essere soprannominati “phablets”, perché con funzioni e potenza aumentata assomigliamo sempre più ai tablet. E sono usati in modo diverso: ad esempio con uno smartphone extralarge si acquista di più (115,86 USD in media nell’ultimo quadrimestre 2014 contro 121,30 USD tramite tablet e solo 100,27 con smartphone “tradizionali”).

PhabletTrafficbyModel-ChitikaInsights

3: Beacon e iBeacon parlano ai telefoni.
Il marketing micro-localizzato si diffonde grazie alla tecnologa Beacon (iBeacon per Apple), che tramite Bluetooth consente di inviare messaggi a un’app dello smartphone in un raggio d’azione molto limitato. Ciò significa che i retailer possono “colpire” il cliente con un messaggio esattamente nel punto desiderato, davanti allo scaffale. Ciò apre la porta anche all’interno del punto vendita a tecniche ormai standard nell’e-commerce, come il cross selling (potrebbe anche piacerti…) e l’up-selling. La prossima frontiera è il pagamento tramite iBeacon, on-spot, e la possibilità di cercare un articolo ed essere guidati nel punto vendita fino al luogo dov’è posizionato. Sono tecnologie già disponibili che nel corso del 2015 si diffonderanno sempre più.

4: Retargeting: come costruirsi un’Audience profilata.
Il Retargeted display advertising è esploso nel 2014. Con il retargeting è possibile recuperare il traffico perduto, mostrando annunci pertinenti a chi ha già visitato un sito per rafforzare la brand awareness di un prodotto, recuperare le conversioni interrotte e raggiungere un target già profilato. Tramite Google Analytics è ora possibile creare liste di remarketing e condividerle con le altre piattaforme per la pubblicità di Google: AdWords, AdMob e DoubleClick Campaign Manager. Google Analytics sta anche supportando una lista di remarketing per siti di e-Commerce che vogliono “ridirezionare” pubblicità di prodotti specifici ai visitatori che hanno già visto quel prodotto nel punto vendita. Tali liste (Lookalike Audiences di Facebook e Smart Lists di Google), grazie a macchine che analizzano sempre più a fondo i Big Data, selezioneranno target sempre più precisi e quindi con un grande valore per i brand.

5: Seguire il cliente in tutti i suoi dispositivi.
Sarà sempre più importante. Il cliente dovrebbe essere identificato da una username o id non dal dispositivo con il quale si connette, altrimenti c’è il rischio che non venga riconosciuto come cliente unico ogni volta che cambia mezzo di collegamento, e questo non fa che inquinare i dati. L’analisi dei dati ha poi rilevato come i diversi dispositivi siano usati in diversi momenti della giornata e luoghi, ad esempio il mobile la sera a letto, il tablet in cucina ecc.

Purchase_Conversions_Benchmarks_v9

6: L’Email vive ancora, su schermi più piccoli.
Anche nel 2015 ci sarà spazio per il marketing e le promozioni via E-mail. L’invenzione di Ray Tomlinson però sopravvive sopratutto grazie ai piccoli schermi degli smartphone, dove anzi il controllo della posta elettronica sarebbe l’attività più utilizzata. Come conseguenza, le e-mail delle aziende dovranno essere capaci di “saltar fuori” da piccoli schermi, con messaggi evidenti, grandi, semplici e accattivanti, tanto da convincere un distrattissimo cliente ad aprirle.

7: I Marketplaces emergenti: Alibaba, Jet.com  e Rakuten
Il 2015 sarà l’anno dei grandi siti di intermediazione per la vendita. Oltre ai soliti Amazon e e-Bay, a livello globale emergono il cinese Alibaba che ha veduto 8 miliardi di USD di azioni, Rakuten, il numero uno dei marketplace giapponesi, e lo shopping club Jet.com nato con un approccio discount che potrebbe arrivare a minacciare il trono di Amazon. Le opportunità per le aziende di vendere online senza preoccuparsi di gestire un sito e-commerce spingerà ancora più in alto questo tipo di iniziative.

8: Direct to Consumer (D2C) commerce: dal produttore al consumatore, senza intermediazioni.
Le supply chain verticali saranno sempre più diffuse nel panorama dell’e-commerce del 2015.  L’idea è quella di eliminare gli intermediari per arrivare direttamente al consumatore. I prodotti vanno dal produttore al cliente finale senza passare per un magazzino o un negozio, e i prezzi scendono. È una dinamica destinata a diffondersi, anche avvalendosi dei marketplace in espansione.

warby-parker1-760x452

9: Se l’ e-Commerce indiano è grande, quello cinese è ancora più grande
L’e-commerce indiano ha incassato nel 2014 3,5 miliardi di USD e nel 2015 potrebbe raggiungere secondo Gartner i 6 miliardi di USD. In Cina si sta lavorando sul sistema delle infrastrutture per le spedizioni con un investimento di 16 miliardi di USD: ma per un mercato che nel 2014 avrebbe fatturato 340 miliardi di USD ne vale proprio la pena. Numeri impressionanti se si considera che solo la metà della popolazione ha al momento accesso a Internet.

state-of-ecommerce.png
10: I dispositivi indossabili collegheranno l’e-Commerce e il mondo fisico?
Dopo aver fatto un po’ di anticamera negli anni scorsi i dispositivi e la tecnologia Wearable dovrebbe quest’anno decollare. Già lo stanno facendo i dispositivi per il fitness. Secondo Gartner però quest’anno la metà dei consumatori che pensavano di comprare un wristband, finiranno per acquistare uno smartwatch. Per l’e-commerce significa che i potenziali clienti saranno costantemente e senza soluzione di continuità online, quindi le aziende avranno ancora più accesso al consumatore, e potranno interagire con chi si avvicina fisicamente al punto vendita.

11: BitCoin ed e-Commerce
I BitCoin sembrano aver raggiunto la maturità. Sono sempre più i commercianti online che accettano questa valuta puramente virtuale. Purse.io è solo una delle numerose start-up nate recentemente nel settore, e consente di fare acquisti su Amazon.com con i bitcoin.
I vantaggi del loro uso sono vari per l’e-commerce perché, essendo una valuta digitale e non digitalizzata, è esente dai problemi di sicurezza delle carte di credito, che oltretutto richiedono commissioni pari al 2-3%. Il problema è che al momento è una valuta instabile, ma si sta assestando man mano che cresce la sua adozione da parte dei retailer più importanti. In attesa che li accetti Amazon (direttamente)…

Purse Promo Video from PurseIO on Vimeo.

Anna Muzio

Illy Caffè con Explora a Expo promuove turismo e Made in Italy

Il Cluster Caffè.

Una partnership per promuovere, insieme, le destinazioni di Expo2015: è il senso dell’accordo siglato tra Illy Caffè, partner della manifestazione e curatore del Cluster Caffè, ed Explora, il tourism board dell’esposizione.

L’accordo vede i due partner uniti nella promozione del territorio (per Destinazioni Expo si intendono quella nella quale si prevede che i turisti possano soggiornare e vivere delle esperienze turistiche e che comprendono ad esempio Milano, la Lombardia, il Piemonte e città del gusto come Parma e Bologna) a livello internazionale tramite una serie di azioni congiunte. Fra queste, spiccano le cooperazioni durante le sales mission, le attività di promozione e i media trip organizzati da Explora.

Per la prossima iniziativa, il 24 gennaio Explora porterà a Milano il BGTW (British Guild of Travel Writers), la principale associazione professionale di giornalisti e scrittori di viaggio del Regno Unito, con un viaggio stampa che farà scoprire a 80 membri dell’associazione le bellezze del territorio. Illy caffè sarà presente per far assaggiare ai giornalisti, blogger e prescriptor del mercato britannico una tipica “bandiera” dell’italianità: l’espresso.

“L’iniziativa è la prima di una lunga serie e dimostra la forte intesa fra le due parti”, commenta il Direttore di Explora Josep Ejarque – il caffè è uno dei principali elementi del Made in Italy ed è un atout che va valorizzato e promosso come parte integrante del turismo”.

“La partnership con Explora rappresenta un esempio concreto del nostro impegno nel promuovere le eccellenze del nostro Paese”, commenta Roberto Morelli, Business Development Executive Director di illycaffè e direttore del Cluster del Caffè in Expo. “Expo rappresenterà una basilare opportunità di rilancio dell’economia italiana, anche grazie all’iniezione di fiducia che comporterà. Ma sarà anche e soprattutto una straordinaria opportunità di promozione turistica, legando il nostro patrimonio artistico e ambientale alla creatività, alla cultura d’impresa e del ‘saper fare’ che il sistema delle aziende italiane è in grado di esprimere, e che rappresenterà un variegato motivo di attrazione aggiuntiva per i turisti, soprattutto asiatici e americani”.

Lo smartphone non basta: Tesco sperimenta lo shopping con i Google Glass

Google Glass: non tutti possono permetterseli, costano più di 1000 euro e sono al momento uno sfizio (con qualche pendenza per violazione di privacy), ma che i “wearable”, i dispositivi indossabili e connessi, si diffonderanno esponenzialmente nei prossimi anni è un fatto.

Anche se per il momento Google ha sospeso il progetto Glass Explorer così come lo conosciamo, ha già messo al lavoro il team di progettazione guidato questa volta da Tony Fadall, ex di Apple e progettista dell’iPod, perché l’azienda di Mountain View non ha alcuna intenzione di abbandonare il progetto.

E dunque Tesco, la principale insegna inglese, fa un’operazione di immagine più che di sostanza, certo, ma che promette di far parlare. La spesa online tramite Google Glass: ancora più tecnologica, che utilizza il dispositivo vocale di Google (“ok Glass, start shopping”) e la scansione del codice a barre per assemblare liste della spesa, ottenere informazioni nutrizionali e spedire l’ordine, che sarà consegnato più tardi a casa. Il software è stato sviluppato dal team interno di ingegneri e informatici dei Tesco Labs. Il video mostra il funzionamento dell’App.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare