CLOSE
Home Tags Retail

Tag: Retail

Retail Plaza: a tu per tu con i nuovi scenari

Non solo supermercati, né centri commerciali e neppure consumo del suolo.

Oggi la Distribuzione Moderna è molto altro.

Parliamo infatti di un vero e proprio moderno sistema paese, di un recinto dove 60 milioni di italiani fanno la spesa ogni settimana.

È vero Retail Pride quello che ha mosso Giorgio Santambrogio, presidente Adm nonché ad del Gruppo Vegè, quando – sul palco di Retail Plaza –  ha raccontato il mondo della distribuzione.

“Un comparto che ha al suo attivo 3 milioni di posti di lavoro e 101 miliardi di valore aggiunto, un comparto che non delocalizza, ma che – piuttosto – sostiene le PMI grazie alla forza crescente delle marche d’insegna”.

Un comparto – quello distributivo – che oggi è direttamente chiamato causa, per dare una risposta convincente alle nuove tendenza di consumo.

Lo scenario nel racconto di Nielsen

Perché i consumi,  ça va sans dire, sono in piena fase di mutamento. Ed è su questo tema che Romolo de Camillis di Nielsen, introducendo l’evento targato TUTTOFOOD, ha individuato ben precisi driver:

  • Trasformazione del carrello
  • Trasformazione dei canali (basti pensare che nei prossimi 5 anni ¼ del mercato del LCC sarà verosimilmente appannaggio del discount e che l’e-commerce svolgerà un ruolo sempre più di spicco)
  • Trasformazione dell’offerta che diviene sempre più frammentata
  • Trasformazione/differenziazione della platea di consumatori, grazie all’ingresso delle nuove generazioni
  • Trasformazione degli stili di consumo: Nielsen individua 5 cluster in base alla disponibilità di spesa: in questo scenario i golden e i low cost giocano la parte del leone, evidenziando – così – l’ampiezza crescente della forbice socio-economica.

Questo lo scenario. È ovvio, quindi, che siamo davanti a una complessità estrema che deve essere gestita senza se e senza ma.

Ma come, visto che i modelli tradizionali non sono più all’altezza della situazione?

Ricorrendo ai nuovi valori emergenti, quegli stessi valori – ha sottolineato de Camillis – che portano i consumatori a compiere delle scelte, imprimendo così una fisionomia ben netta al LCC di oggi.

Trasparenza salute e identità sono i tre termini chiave, dove salute intercetta spesso e volentieri gli altri due termini.

La parola alle insegne

Coop Lombardia, Unes, Carrefour e Esselunga: sono loro i big messi a confronto per dibattere sulle tre parole chiave. Consenso unanime nel ribadirne la priorità. Obiettivo univoco, dunque, diversi, gli approcci.

Chiamati a raccontare qualcosa di sé e della peculiare interpretazione che ciascun insegna fa di questi valori fondanti, dal palco di Retail Plaza i quattro relatori non hanno deluso la (folta) platea di operatori del settore, giornalisti e studenti.

Andrea Colombo ha messo l’accento sull’impegno identitario di Coop a tutela della salute dei consumatori; un impegno declinato negli anni (come ha già dimostrato l’eliminazione dell’olio di palma) e che oggi si conferma alla selezione di animali allevati senza antibiotici.

Luca Magnani, direttore qualità di Esselunga, ha affermato con convinzione che la priorità deve essere data alla cura dei  dettagli in nome di elevati standard qualitativi e di sicurezza. Un esempio emblematico è quello del sushi, prodotto direttamente dall’insegna e sottoposto a controlli sistematici nelle varie fasi di preparazione. Una chicca? Per offrire la selezione di riso con la migliore resistenza al freddo, Esselunga ha selezionato un produttore controllato da satellite giapponese!

Stéphane Coum

Sulla trasparenza, dal canto suo, Mario Gasbarrino di Unes ha dimostrato (ancora una volta) di avere le idee ben chiare, tanto da voler realizzare a scaffale una sorta di TripAdvisor dei prodotti. L’idea è semplice: ciascun prodotto sarà corredato dal rating attribuito sul web dai consumatori ed espresso, accanto al cartellino del prezzo, con il simbolo del dollaro: tutto sotto gli occhi di tutti, dunque…

In tema di biologico, categoria sempre più apprezzata e richiesta dai consumatori, Carrefour Italia sta portando avanti una campagna incisiva, con intenti formativi sul consumatore, stimolato ad andare oltre le apparenze. Sulla categoria, Stéphane Coum, Direttore Operations di Carrefour Italia, ha espresso l’auspicio che si possa quanto prima avviare un processo di democratizzazione, per ampliarne progressivamente il ventaglio degli acquirenti.

Strategie diverse, dicevamo, ma obiettivo omogeneo: educare, coinvolgere e informare il consumatore.

E ancora una volta il luogo ideale si conferma il punto vendita che – ha sintetizzato Santambrogio a chiusura dei lavori – oggi deve svolgere il ruolo  di point of meeting, point of education.

Mapic Italia e Mapic Food & Beverage ai nastri di partenza

Ci siamo quasi: mancano infatti poche settimane alla terza edizione di MAPIC Italy e al lancio di Mapic Food & Beverage, alla sua prima edizione, nuovo evento dedicato al settore F&B.  

Per l’edizione 2018 di Mapic Italy sono attesi oltre 1600 partecipanti, e si registra addirittura un incremento nel numero di brand dei settori più disparati: fashion, lusso, arredamento, food. Sono attesi oltre 600 retailer di diverse nazionalità, tra cui Amazon, Bestseller, Dolce & Gabbana, Salvatore Ferragamo, Gamestop, Kik, Pandora, Scarpe & Scarpe, Sephora e Tigota’.

Tra i key player del settore vi saranno CBRE, Cushman & Wakefield, JLL, Aedes, Ece, Eurocommercial, IGD, Svicom, Sonae Sierra, Klépierre, Falcon Malls, Westfield, Altarea solo per citarne alcuni.

In apertura dei lavori, una sessione dedicata ad una selezione di retailer internazionali che stanno gurdando con interesse all’Italia con ambiziosi programmi di sviluppo. Herve Montaner, Director of Expansion, Europe and Middle East di Sephora, marchio francese leader a livello internazionale, parlerà dei piani di espansione del brand in Italia.

Grande protagonista di quest’anno è il mondo Digital, una novità per MAPIC Italy: se ne parlerà nel panel della prima giornata, intitolato “Big Data: nuovi modelli di collaborazione tra shopping malls e retailer”, nel corso del quale si affronteranno tematiche quali Data-management, CRM & loyalty, modalità per far aumentare con successo l’engagement del cliente, oltre alle procedure per gestire e condividere correttamente i dati sensibili.

Tra gli interventi segnaliamo il contributo di Alessia De Col, Business Developement Lockers & PickUp Points Amazon; l’intervento di Massimiliano Pozzi Real Estate & Tech Services Development di Kiabi che illustrerà la strategia omnicanale del brand che festeggia quest’anno i 40 anni di esistenza.  

La seconda giornata si aprirà con la tavola rotonda organizzata da CNCC Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali che analizzerà la situazione attuale e le prospettive del mercato immobiliare commerciale italiano: interverranno gli amministratori delegati delle tre più importanti società di consulenza internazionali – JLL, Cushman & Wakefield, CBRE. Seguirà la presentazione dei principali trend di sviluppo sul territorio nazionale. Questa sessione vedrà, tra gli altri, gli interventi di Luc Lescault, Marketing & Communication Director di FALCON MALLS e di Nicola Conti, Director of Developement & Property Management di SCARPE & SCARPE.

La novità del 2018

Questa terza edizione di MAPIC Italy si svolgerà in concomitanza con il lancio di MAPIC Food & Beverage, che offrirà ai marchi del settore F&B (sia nuovi che consolidati) grandi opportunità di incontrare i più importanti sviluppatori, master franchisee ed operatori del settore travel e F&B in grado di assisterli nel far crescere le relative attività su scala internazionale.

Tra gli operatori internazionali vi saranno Amrest (leader nei paesi dell’est Europa con un portafoglio che include KFC, Burger King e Starbucks), gli operatori mediorientali Azadea, Blackwood, gli inglesi di Harper Dennis Hobbs (con un portafoglio che include Fortnum & Mason, Hotel Chocolat, Waitrose, Whole Foods e Millie’s Cookies), i sudamericani Civitano e Multifranquicias e dal Far East Valiram Group, East West Hospitality Group e CAA Global Brands (con un portafoglio che include Coca-Cola, Hershey’s, Stella Artois e The Cheesecake Factory). 

Tutte le più importanti proprietà immobiliari a livello internazionale saranno della partita. Tra i partecipanti confermati vi sono non solo i player leader in Europa (Union Investment, Westfield, INTU, Unibail Rodamco) ma anche property company in arrivo dal Medio Oriente (United Developers/Place Vendome), Iran (Iran Mall), India (Allied Investments and Housing Private Limited), Asia (CP Group, Capitaland, CITIC Capital Holdings) e America Latina (Inmuebles Panamericana S.A).

Tra gli operatori del settore travel che hanno già confermato la loro presenza al MAPIC Food & Beverage a maggio si annoverano gli Aeroporti di Londra Standsted, Manchester, Ginevra, Roma e Milano, oltre a Retail & Connections SNCF e Grandi Stazioni.

Insegne italiane

Tra i numerosi concept italiani presenti in fiera vi sarà Doppio Malto – Brewery & Restaurant, il format retail food del birrificio Doppio Malto: una delle esperienze italiane più significative nel modo della birra artigianale. Il concept, che prevede la cucina al centro del birrificio ed un allestimento accattivante, permette al cliente di assaporare carni alla griglia, deliziosi hamburger e birra artigianale. 

Caffetterie e gelaterie sono concept F&B ben noti, ma MAPIC Food & Beverage ospiterà anche un concept italiano di toasteria: Capatoast. Il brand italiano, che ha rivitalizzato il trend dei toast, ha una strategia semplice ma vincente: ingredienti di alta qualità, ed in particolare il protagonista indiscusso, il pane, che viene prodotto rigorosamente senza alcol etilico. Per gli amanti del pesce, Nordsee promette di soddisfare tutti gli appassionati. L’azienda tedesca offre prodotti ittici freschissimi e deliziosi in un contesto artigianale e moderno.

Altri brand F&B che hanno confermato la partecipazione all’edizione inaugurale di MAPIC Food & Beverage sono: Starbucks e Jamie Oliver Group (Regno Unito), Delifrance e Le Duff Group (Francia), Coffee Fellows e What’s Beef (Germania), UBER Eats, Foodation, Rinaldini pastry, Caffè Napoli e Dante’s (Italia), Pink Fish (Norvegia), Five Guys (Paesi Bassi), Local Market Group (Svezia), CKE Restaurants (USA) e Aura Lifestyle Group (Medio Oriente).

 

 

Nestlè paga 7,15 miliardi di dollari per vendere prodotti con il brand Starbucks

È costato a Nestlè 7,15 miliardi dollari (6 miliardi di euro) l’accordo che consentirà alla multinazionale svizzera di vendere caffè con il marchio Starbucks a supermercati, ristoranti e catering, comprese capsule Nespresso con il marcio della sirena. Con questa “alleanza globale” secondo Bloomberg, le due aziende “uniscono le forze per ringiovanire i loro imperi del caffè”, mentre una nota della compagnia di Seattle parla di “accelerare e crescere la diffusione globale del brand Starbucks nel largo consumo e nella ristorazione”, sia nel mercato casalingo che nel fuoricasa.

Grazie all’accordo Nestlé potrà anche vendere e distribuire i caffè in grani e altri prodotti.

“Questa alleanza globale del caffè porterà l’esperienza di Starbucks nelle case di milioni di persone in più in tutto il mondo grazie alla diffusione e alla reputazione di Nestlé” ha detto Kevin Johnson, presidente e Ceo Starbucks -. L’accordo storico fa parte del nostro attuale sforzi di focalizzare ed evolvere la nostra azienda per incontrare i bisogni del consumatore e siamo orgogliosi di lavorare con una compagnia con la quale condividiamo i nostri valori”.

“Questa transazione è un passo significativo per le nostre vendite di caffè, che è la categoria di Nestlé con la crescita maggiore – ha dichiarato Mark Schneider CEO di Nestlé -. Con Starbucks, Nescafé e Nespresso uniamo tre marchi iconici nel mondo del caffè. Siamo entusiasti di lavorare con Starbucks con la quale condividiamo la passione per il caffè di alta qualità e siamo considerati leader globali per i loro approvvigionamenti sostenibili della materia prima”.

Le due compagnie lavoreranno congiuntamente per creare nuovi, innovativi prodotti e Nestlè punta in particolare ad espandere la sua presenza sul mercato nordamericano. 

L’accordo che dovrà passare il vaglio degli enti regolatori, dovrebbe finalizzarsi tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno 2018. Dall’accordo sono esclusi i caffè solubili, il tè e i succhi.

L’accordo non avrà nessun effetto sulle 28mila caffetterie in tutto il mondo della compagnia di Howard Schultz. Il quale in occasione del suo intervento a Seeds & Chips ha dichiarato che il primo store in Italia, una Roastery con il partner Percassi, aprirà i primi di settembre nell’edificio delle ex Poste in Piazza Cordusio a Milano, dove i lavori fervono ormai da tempo.

 

 

FEAT FOOD sigla partnership importanti per ampliare la sua offerta

FEAT FOOD è una startup di healty food delivery fondata nel febbraio 2015, con l’obiettivo di offrire a tutti, tramite il web, la scelta di un pasto sano, bilanciato ed equilibrato, un’alternativa alla solita pausa pranzo o un comodo menù da consumare a casa.  Il suo business model si basa sul controllo di tutto il processo produttivo, dalla scelta delle materie prime alla preparazione dei piatti. Tutte le ricette vengono studiate ed elaborate dalla chef Advisor Mariasole Capodanno (Corporate Chef Feltrinelli) in collaborazione con i medici nutrizionisti con cui la startup collabora e preparate fresche dagli Executive Chef nella cucina di FEAT FOOD. Oggi, a circa tre anni dal suo debutto, FEAT FOOD comunica i suoi piani per il futuro e le sue prossime novità:

  • il lancio del servizio di delivery GET FEAT sull’intero territorio nazionale, grazie ad un accordo con DHL;
  • l’ingresso nel settore retail, nella catena Bio C’Bon;
  • un round di investimento privato di 350 mila euro che ha permesso di aprire il primo FEAT FOOD RESTAURANT a Milano, in via Edmondo De Amicis 9.

“Grazie al nuovo investimento – spiega Andrea Lippolis, fondatore della startup – siamo riusciti a realizzare il progetto di consegna in tutta Italia entro 24 ore dall’acquisto GET FEAT, al quale stavamo lavorando da oltre un anno. Fedeli alla nostra filosofia da oggi proponiamo sul sito ww.featfood.it una grande selezione di pasti, preparati nei nostri laboratori con una shell life piuttosto lunga (15 giorni) che ci consente la spedizione in tutta Italia e la consegna della merce ancora fresca, pronta per essere consumata o congelata direttamente. I clienti potranno scegliere tra diverse formule (8,16 o 20 pasti) e riceveranno a casa la nostra box entro 48 ore con la possibilità di personalizzarla, scegliendo tra 35 pasti e 5 tra snack e dolci messi a disposizione ogni settimana”.

L’accordo con il retail

Importante traguardo raggiunto da FEAT FOOD proprio in questi giorni è lo sbarco nei punti vendita italiani della catena francese Bio C’Bon che ad oggi lavora su un modello di retail di prossimità con oltre 16 punti vendita in Italia. Bio C’Bon condivide con FEAT FOOD la ricerca di ingredienti Bio e il desiderio di rendere accessibile a tutti la qualità; l’arrivo dei piatti FEAT FOOD nei loro banchi frigo rappresenta per la catena un’importante ampliamento dell’offerta take-away.

Proprio al benessere come filosofia a 360° guarda la partnership stretta da FEAT FOOD con la catena di palestre MCFIT: FEAT FOOD, infatti, ha aperto il suo primo Bistrot e punto vendita nel centro MCFIT di Milano Fulvio Testi e il progetto prevede l’espansione negli altri centri italiani, per creare una vera e propria catena. 

 

 

Retail Plaza: in anteprima le evidenze della ricerca Nielsen

Retail Plaza: consumi sotto la lente nella nuova ricerca di Nielsen che verrà presentata l’8 maggio, nell’ambito del convegno Cibo: Trasparenza, Salute, Identità. Le sfide di un consumo consapevole, per  evidenziare trend e scenari futuribili nell’ambito del food.

“La storia che abbiamo raccontato nel 2017 –  ci spiega Romolo de Camillis responsabile GDO di Nielsen – parla di un alimentare in ripresa, capace di trainare il LCC e caratterizzato da acquisti sempre meno banali e sempre più legati ai bisogni reali e alla rinnovata sensibilità per temi salutistici e ambientali.”

Questi i temi caldi nel carrello degli italiani lo scorso anno.

“Le evidenze della ricerca che verrà presentata a Retail Plaza e relativa ai primi mesi del 2018 – prosegue de Camillis – raccontano una storia molto simile, nonostante un lieve rallentamento rispetto al passato. Attenzione però: questa stasi è solo apparente, sottotraccia c’è vero fermento.”

Continua Infatti a crescere l’attenzione per il food e per averne conferma basta, per esempio, correlare la tipologia di informazioni in etichetta e i dati sul venduto di quel prodotto per capire in che misura le nicchie stiano prendendo piede progressivamente.”

E in molti casi non si tratta di una moda passeggera…

“Occhio però: il peso dato a questo nuovo modo di concepire l’alimentazione varia moltissimo in base alla capacità di spesa degli italiani. Direi addirittura che siamo davanti a una polarizzazione: da una parte il premium, dall’altra il low cost. A soffrirne, ovviamente sono i prodotti main stream.”

È ovvio, dunque, che è necessario un ripensamento degli assortimenti.

“Nessun dubbio – conferma de Camillis- . Come ho anticipato, anche i primi mesi del 2018 sono forieri – seppure in forma latente – di novità importanti sia per il fronte distributivo sia per quello produttivo. E non lo si può ignorare. La distribuzione deve dare risposte convincenti sia in merito alla proposta assortimentale sia al contenuto di servizio (un esempio sono i cibi pronti): prerogativa sempre più richiesta dai consumatori che, se insoddisfatti potrebbero rivolgersi ad altri canali distributivi. L’industria, dal canto suo, deve valutare il fattore dimensionale: i piccoli, infatti, leggono meglio la frammentazione dei consumi, mentre i grandi cominciano ad essere in affanno sul fronte delle vendite.”

La vacanza entra nel carrello degli italiani: il sondaggio di coop.it

I viaggi sono entrati nel carrello della spesa di tanti italiani.

Lo confrema Stefano Dall’Ara, presidente del Robintur Travel Group, di proprietà di Coop Allenza 3.0. E lo dimostrano i numeri: il Gruppo ha chiuso il 2017 con un volume d’affare di 253 milioni di euro e ha superato i 500 milioni con i ricavi diretti, mentre le nuove Agenzie Viaggi Coop stanno segnando un + 17,3% del portafoglio rispetto all’anno precedente.

Quindi i consumatori stanno premiando la scelta di  aprire le nuove agenzie fisiche.

Questo non esclude, però, che in futuro si vadano a potenziare anche la multivcanalità e i servizi online.

Dall’indagine emerge infatti che la tradizionale offerta online, pur soddisfacendo la richiesta di risparmio, non sempre soddisfa poi in termini di servizi correlati alla vendita. Anzi: al momento di gestire rimborsi, prenotazioni molti siti finiscono con lo scontentare profondamente il cliente (anche per la scarsa trasparenza di alcune tariffe).  Ben diversamente, quindi, da quanto può invece offrire una consulenza fisica, che si rivela un punto di riferimento qualificato.

Le vacanze degli italiani

Ma cosa piace agli italiani?

Innanzitutto il mare, scelto  dal 50% del campione- ci racconta  il sondaggio “Le vacanze degli italiani”, curato dal portale coop.it.

E poi l’Italia, preferita dal 61%, anche se le mete più “in” fino allo scorso anno (Puglia, Sardegna e Campania) perdono terreno rispetto a Emilia Romagna, Lazio e Liguria.

All’estero vanno invece per la maggiore Spagna, Grecia e Croazia, in calo Egitto, Maldive e Thailandia.

Tra le richieste, speicca quella di località pet friendly, visto che il 32% degli intervistati non ha intenzione di separarsi dal proprio animale ed è disposto a pagare  tra il 5 e il 30% in più per portarselo dietro.

Quanto al contenuto dei bagagli, è una bella lotta: a vincere sono comunque i prodoti tecnologici e  (per gli ipocondriaci) le medicine.

Anche se poi, in netta contraddizione, tra i lifestyle più gettonati spiccano: cibo, sesso e cura del corpo, mentre l’uso pc/internet risulta fanalino di coda!

 

 

 

 

Coincasa inaugura, a Rennes, il suo primo store francese

Coincasa debutta sul mercato francese, aprendo il suo primo negozio a Rennes, in Bretagna.

Lo store, che occupa una superficie di 160 mq, si trova all’interno del Centro Commerciale Grand Quartier, che ospita 110 negozi dei principali marchi internazionali.

Si conferma così la vocazione sempre più internazionale dell’insegna che ha iniziato la sua espansione all’estero dieci anni fa dall’area dell’Est Europa, per estendersi poi nel bacino mediterraneo e, più recentemente, nei paesi del Nord Europa e in Russia.

In Italia Coincasa, con sede a Venezia, è la più diffusa catena di department store. Il brand è presente in 37 negozi Coin dislocati nei più importanti centri storici e nelle principali vie dello shopping in Italia e conta 82 store stand-alone, di cui 32 sul territorio nazionale e 50 all’estero.

La cifra che accomuna gli store è uno stile unico e distintivo per creare un’atmosfera calda e accogliente: l’assortimento spazia dalla tavola alla biancheria ai tessuti d’arredo, dalla decorazione ai complementi.

L’app AuchanSpeedy raccontata da Massimilano Gallo di Mastercard

L’app AuchanSpeedy è stata lanciata a marzo di quest’anno da Auchan Retail Italia supportato, nel progetto, da Mastercard. Abbiamo chiesto a Massimiliano Gallo, Vice President, Business Development di Mastercard di raccontarci il sistema.

“L’app consente di  rivoluzionare l’esperienza di spesa degli italiani perchè – spiega Gallo – permette ai consumatori di saltare il passaggio in cassa e di pagare direttamente con il proprio smartphone la spesa. Basta scansionare i prodotti con il proprio device mobile e pagarli in modo veloce, semplice e sicuro direttamente con una delle carte di pagamento registrate all’interno del wallet digitale integrato nell’app di pagamento, senza la necessità di passare in cassa.

Quali gli investimenti per lanciare il sistema di pagamento?

Oggi quasi tutti i maggiori retailers, stanno lavorando per abilitare app per i pagamenti in store. Gli investimenti in tecnologia consentono di ottimizzare il processo di acquisto e il percorso dei consumatori all’interno del punto vendita, rendendo più semplice la vita del consumatore che decide di pagare in maniera innovativa. Dal punto di vista strettamente legato alla app,  è generalmente richiesto un irrobustimento della sicurezza e una ottimizzazzione della user experience in app, al fine di rendere più semplice, veloce e sicuro  per il consumatore il nuovo servizio di pagamento.

Quali le garanzie di sicurezza per utenti e  retailer?

La sicurezza è un aspetto fondamentale di queste soluzioni ed è per questo che viene richiesta un’ autenticazione a due fattori sia per la registrazione della carta che per il pagamento, che normalmente avviene con una modalità di autenticazione biometrica. Coniugare usabilità e sicurezza è il principale quesito da risolvere in questo tipo di applicazioni e il ruolo di Mastercard è proprio quello di abilitare grazie alle sue tecnologie e competenze,  soluzioni di pagamento innovative e sicure a supporto di banche, consumatori ed esercenti. Il nostro lavoro è quello sviluppare soluzioni tecnologiche a supporto dei nostri partner per semplificare la user experience dei consumatori e garantire allo stesso tempo i più alti livelli di sicurezza. Tutto questo è possibile grazie a nuove soluzioni create su misura per i nostri clienti, come ad esempio il riconoscimento biometrico o  il nuovo standard MDES, per la tokenizzazione delle carte. Quest’ultima è una  soluzione realizzata da Mastercard che aiuta a trasformare ogni dispositivo mobile connesso in un dispositivo di acquisto, in grado di effettuare pagamenti sicuri attraverso token univoci per ogni dispositivo.

Quali le strategie messe in campo da Mastercard per il settore retail?

L’adozione della tecnologia da parte dei retailer ha subito una grandissima accelerazione, ed è pronta per rispondere alle cresciute esigenze dei consumatori di semplificazione e velocizzazione delle abitudini di acquisto quotidiane, dalla spesa, ai ristoranti, ai trasporti pubblici. Attraverso la collaborazione con i retailer, Mastercard vuole offrire ai consumatori soluzioni di pagamento sempre più innovative grazie all’uso dei dispositivi mobile.

In futuro le modalità di pagamento saranno ancora più fluide ed omnichannel. Grazie all’internet of things, sarà difficile distinguere tra mondo fisico e mondo digitale e vivremo una  sempre più elevata integrazione tra i due mondi.

Come Mastercard lavoriamo a tecnologie che cambieranno la consumer experience durante lo shopping. Tra le tecnologie che abbiamo presentato di recente, c’è ad esempio il retail mirror, un prototipo di specchio intelligente che permette di controllare la disponibilità delle taglie e pagare direttamente dal proprio camerino, quando ci si trova in un negozio. Anche questa innovazione ha completamente abbattutto la barriere tra mondo fisico e digitale consentendo  di completare l’acquisto tramite app e avere  i propri acquisti recapitati a casa.

Panoramica dei sistemi di pagamento attualmente usati in gdo/retail.

Il futuro del settore retail è già qui se pensiamo ai numerosi servizi digitali che sono offerti oggi ai consumatori sul loro smartphone per fare acquisti online semplicemente dallo schermo del loro smartphone. Il nostro ruolo come azienda tecnologica è di guidare questa rivoluzione e proporre ai partner del mondo retail soluzioni sempre più semplici e sicure che possano incontrare le esigenze dei consumatori.

In Italia abbiamo per esempio collaborato con grandi nomi nel settore della ristorazione come Auchan, Eataly, Roadhouse e Rossopomodoro per sviluppare delle soluzioni che consentono di pagare il conto al ristorante con lo smartphone, comodamente seduti al loro tavolo.  Queste innovative soluzioni di pagamento digitali, consentono ai consumatori di effettuare pagamenti multicanale in totale velocità, semplicità e sicurezza, evitando la fila alla cassa, e offrono ai retailer nuove possibilità di ottimizzazione del loro business grazie ad una migliore gestione della turnazione ai tavoli.

Retail Plaza by TUTTOFOOD debutta a maggio, alla Milano Food City

Retail Plaza by TUTTOFOOD scalda i motori, per prepararsi al debutto di maggio all’interno di uno scenario d’eccezione: la Milano Food City, vero e proprio Fuorisalone del cibo, che per una settimana (dal 7 al 13 maggio) animerà la città meneghina, parlando di cibo e di alimentazione.

Perché questa scelta? Semplice: i tempi sono maturi. Dopo il consenso unanime riscosso nel 2017 dalla prima edizione di Retail Plaza (quattro giorni fitti di convegni, tavole rotonde e dibattiti tra protagonisti nazionali e internazionali) è giunto infatti il momento di guardare avanti e di ampliare gli orizzonti, riproponendo il progetto Retail Plaza in una formula più articolata e matura che dia voce al mercato espositivo e a quello dei retailer (sia italiani sia internazionali).

La possibilità di una sinergia tra la propria manifestazione e il Comune di Milano, ha quindi costituito per TUTTOFOOD un’opportunità da cogliere al volo.

Il progetto

Declinato in workshop, convegni, eventi instore e tavole rotonde, il progetto si dipanerà nell’arco temporale del biennio 2018-2019.

Il suo principale elemento di novità, cifra distintiva dell’edizione 2018 che candida TUTTOFOOD come la piattaforma moderna di comunicazione e di creazione di valore, è il duplice target del progetto.

Retail Plaza, infatti, si rivolge tanto alla comunità business quanto a quella consumer, con la costruzione di storytelling ad hoc. L’obiettivo principale è quello di rendere protagonista il trade, dando visibilità ai vari attori della distribuzione moderna davanti ad un pubblico eterogeneo e composito.

Quello che Retail Plaza si propone è fare formazione, diffondere cultura, condividere idee, proporre aggiornamenti, animare dibattiti. E per riuscire nell’intento è indispensabile parlare a tutti (produttori, distributori e consumatori), adottando codici linguistici coerenti, comprensibili e adeguati a ciascun target.

È con questi propositi, quindi, che Retail Plaza by TUTTOFOOD, si prepara al suo esordio nella Milano Food City e vi dà appuntamento dal 7 al 13 maggio 2018 per condividere l’esperienza di una comunicazione d’eccellenza su scala globale. 

 

Retail Plaza: non solo business community

Retail Plaza by TUTTOFOOD? Un progetto innovativo rivolto sia alla business community sia ai cittadini.”

Pochi tratti, ma essenziali, sono sufficienti a Davide Pellegrini, professore  di marketing all’Università di Parma, per descrivere il format che egli stesso e Claudia Maccarini, project manager area Retail, hanno contribuito attivamente ad ideare.

“L’obiettivo– prosegue infatti – è quello di parlare non a dei semplici consumatori, ma a cittadini,  interlocutori socialmente connotati e interessati a valori più profondi come la salute e l’alimentazione, concetti fondanti del progetto Retail Plaza.”

E che il fil rouge sia il cibo in tutte le sue implicazioni, appare chiaro fin dal primo convegno che “aprirà le danze” il prossimo 8 maggio, dal titolo emblematico: “Trasparenza, salute e identità”.

“L’appuntamento– precisa Pellegrini – farà il suo esordio su un palcoscenico d’eccezione: la Milano Food City, importante momento di confronto sul cibo, nel corso del quale il capoluogo meneghino si candiderà come punto di riferimento del settore, proprio come già accade per il Salone del Mobile e per la Settimana della moda.”

Il Food, dunque, leit motiv di Retail Plaza, sarà il protagonista del ciclo di incontri che si succederanno nel tempo, fino ad arrivare al coronamento finale, nel corso di TUTTOFOOD 2019.

L’evento dell’8 maggio

Cibo: trasparenza, salute e identità: il titolo, senz’altro evocativo, sfrutta la carica semantica potente di tre parole  oggi sempre più diffuse e su cui alcune insegne della GDO (Viaggiator Goloso, Gruppo Vegè, Carrefour e Coop Lombardia) saranno chiamate a confrontarsi davanti a un pubblico eterogeneo.

“Si tratta di termini polivalenti dal significato composito. Il concetto di Trasparenza, per esempio, fa senz’altro  riferimento al prodotto, alla chiarezze delle informazioni in etichetta e alla tracciabilità della filiera, ma riguarda anche l’attitudine a gestire i dati dei clienti con linearità, chiarezza e onestà. Quello di Saluteconcerne in generale la salubrità dei prodotti (troppo spesso in passato, compromessa dagli scandali alimentari) ma coinvolge anche quelle peculiari declinazioni  richieste  da specifiche esigenze dietetiche. Infine, introducendo il concetto di Identità si è voluto sottolineare come il Made in Italy sia strettamente correlato al food, ma anche come le marche d’insegna di fascia alta garantiscano e si facciano garanti della riconoscibilità della catena.”

Gli interlocutori

“Come ho anticipato – spiega Pellegrini – l’intento di Retail Plaza by TUTOOFOOD, quest’anno, è quello di ampliare la platea dei suoi interlocutori, coinvolgendo sempre di più anche la distribuzione internazionale. Grazie al feedback della precedente edizione (cui hanno preso parte insegne come Jerónimo MartinsZabkaPicknpay) infatti, è emersa  con chiarezza la spiccata (e crescente) propensione che anche i retailer esteri  stanno dimostrando nei confronti del food made in Italy.

Sul fronte società civile, prosegue Maccarini, (composita platea di giovani studenti, lavoratori, pensionati, casalinghe, neo mamme ecc.) l’obiettivo è, invece, quello di creare un engagement che renda il pubblico parte attiva in questo dialogo sul cibo, sui suoi valori, sulle sue prerogative nutrizionali. In occasione della prossima Milano Food City, per esempio, il coinvolgimento avverrà attraverso un programma di cashback che consentirà ai consumatori di prodotti bio “far fruttare la propria spesa” e di prendere parte all’evento dell’ 8 maggio.”

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare