Kiki Lab presenta tendenze emergenti e casi innovativi e di successo di aree Retail visitate dal suo team nell’ultimo anno a Dubai, Nizza, Düsseldorf, Sydney, Londra. Alimentare, non alimentare, servizi, ristorazione rapida, centri commerciali, cross-canalità; catene, indipendenti, start-up (dal discount al lusso) saranno protagonisti a Ki-Best 2017 e Open -Inn Retail Award, l’evento in calendario a Milano per il 26 ottobre.
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Mantova Outlet Village: inaugurato il nuovo Info Point
3 in uno, ecco in breve come si configura il nuovo concept store che debutta al Mantova Outlet Village e che unisce tre anime: un po’Info Point, un po’ store di valigeria Fedon e un po’ un’esclusiva business lounge.
Il risultato? Una vera e propria area ispirata al tema del viaggio e agli aeroporti, uno spazio unico ed innovativo per lo shopping e le informazioni ai visitatori che già entreranno nel mood accolti da personale con un look che ricorda quello dei dipendenti degli aeroporti.
All’interno del nuovo spazio si sviluppa cosi un desk check in – (Info Point), dove il cliente può trovare tutte le informazioni inerenti il Village, le attività e le promozioni con accreditamento self service per le card Village o One Day (riservate al cliente estero) come anche tutte le informazioni inerenti il territorio ed in particolare la città di Mantova, utili per prolungare /allargare la propria esperienza/visita.
Vi sarà poi una business lounge dotata degli strumenti necessari per una working session, ipad precaricati con le migliori riviste internazionali, recharger ma anche postazioni utili a navigare in internet e/o concedersi momenti di lavoro con il proprio pc facendo una pausa dallo shopping
Presente anche un’accogliente Coffè Point/Area dove degustare il caffè artigianale di Miscela d’Oro.
Destinazione finale ed imperdibile per un vero viaggio il negozio di Fedon, che si pone come il primo concept retail in mood ‘aeroportuale’ per un servizio di vendita express e personalizzato nel mondo della valigeria e accessorio business data la forte esperienza maturata all’interno dei principali mall aeroportuali.
Fedon è leader a livello internazionale nel settore della produzione e della commercializzazione di astucci per occhiali e accessori per l’occhialeria. Da anni opera con successo con una linea completa di prodotti di pelletteria e di accessori personali, dalle borse da lavoro ai trolley e articoli da viaggio, dagli orologi agli occhiali da sole.
“Per offrire funzionalità e stile a chi parte per un weekend o per un viaggio di lavoro, Fedon propone collezioni accattivanti, indispensabili compagne di viaggio per le diverse esigenze dei frequent flyer. – dichiara Maurizio Schiavo, AD Fedon – Con il suo concept in linea con le aspettative dei consumatori più esigenti, il nuovo shop propone accessori indispensabili e nuove soluzioni per ogni tipo di viaggio e nuove collezioni dedicate alla donna. Un viaggio nell’eleganza, innovativo e raffinato, sempre in linea con le ultime tendenze. L’attenzione per i dettagli, il design ricercato e l’originalità dell’offerta sono caratteristiche imprescindibili per questa tipologia di negozi, capaci di offrire una shopping experience unica nel suo genere.”
Spiega Federica Sala, Direttore di Mantova Outlet Village “Abbiamo voluto creare all’interno del Mantova Outlet Village uno spazio che nelle logiche dei trend interazionali possa offrire un servizio al nostro cliente all’altezza delle aspettative. Per la maggior parte dei casi si tratta di un cliente che per concedersi il piacere dello shopping affronta una trasferta che vogliamo identificare come un piccolo viaggio..…d’altronde noi siamo una meta turistica con vocazione shopping ma non solo.
ll Village, infatti, rappresenta una realtà piuttosto peculiare nel mondo degli Outlet per la sua forte vocazione alla promozione dell’arte e della cultura, sempre in sinergia con il Comune di Mantova e le altre realtà territoriali. Vengono periodicamente sviluppati e proposti grandi eventi di carattere musicale, artistico, culturale e di intrattenimento, unitamente ad un’offerta differenziata offerta di ristorazione, anch’essa oggetto di importante rivisitazione”
Coffee Studio 7Gr a pre a Londra il suo secondo store
Debutto londinese, nel quartiere di Shoreditch, per Coffee Studio 7Gr., format innovativo che unisce una caffetteria di ultima generazione, un centro formazione certificato per baristi e un negozio specializzato in cui trovare una vasta gamma di prodotti ed accessori, anche professionali, legati al mondo del caffè.
Lo spazio rappresenta il secondo punto vendita a marchio creato dalla giovane torrefazione milanese Sevengrams; a differenza del primo Coffee Studio, aperto a Milano nel 2014 e diventato in pochi anni un punto di riferimento nella community di coffee lovers, il Coffee Studio di Londra ha un’anima maggiormente “retail” con un servizio bar aperto dalle 7,00 alle 17,30.
Lo store
Con l’apertura di Sevengrams UK Ltd all’inizio del 2017 e con il lancio del primo Coffee Studio londinese, Sevengrams presenta la sua proposta di qualità in una delle zone più vive e trendy di Londra. Situato al 194 di Shoreditch Highstreet, il locale è una piccola boutique del caffè, all’interno della quale sono distribuiti un banco bar, attrezzato con una macchina espresso, una zona retail e una piccola area di appoggio per la degustazione con alcuni posti a sedere all’interno e all’esterno.
Anche qui, come nel primo punto vendita di Milano, si può apprezzare l’inconfondibile design tutto italiano progettato da Lago, storico partner Sevengrams.
Il menù ruota naturalmente tutto intorno al caffè: si passa dal classico espresso (e dalle bevande a base di espresso), alle proposte in filtro, che prevedono una varietà di monorigini e specialty coffee estratti a mano (V60, Chemex, Siphon) o a freddo (Cold brew). Particolare menzione meritano poi i Coffee Tour: proposte dedicate a coloro che vogliono approfondire con l’assaggio la loro conoscenza del caffè. Si tratta di vassoi in cui espresso e cappuccino vengono serviti insieme alle origini che li compongono, ognuna delle quali estratta con un metodo differente per un’esperienza di degustazione davvero completa e assolutamente innovativa. Un’offerta estremamente ricercata e moderna sul caffè dunque, che insieme ad uno staff di baristi professionisti di grande talento rendono il Coffee Studio una caffetteria all’avanguardia e di grande qualità: una risposta tutta italiana al trend internazionale della “Third Wave”.
I corsi
Sarà possibile conseguire tutti i moduli del Coffee Diploma System SCA già organizzati anche a Milano oltre che, naturalmente, iscriversi ai corsi di Latte Art, disciplina per la quale il Coffee Studio 7Gr. è l’unica sede nel Regno Unito autorizzata al rilascio della certificazione internazionale LAGS (Latte Art Grading System) che qualifica l’abilità del barista in questa particolare specialità.
KM90, la nuova risto-bottega emiliana che valorizza le eccellenze
Si chiama KM90 ed è la nuova risto-bottega emiliana creata da un gruppo di imprenditori che hanno fatto della selezione e della qualità due must. Specialmente quando si parla di eccellenza enogastronomica, di tradizione emiliana, di storia locale e di passione.
Il nome non è casuale: il locale, infatti, si trova esattamente in corrispondenza del casello autostradale di Fidenza (tra le uscite Fiorenzuola e Parma) della A1 (la Milano-Napoli) ed esattamente al novantesimo chilometro della stessa.
KM90 è articolato per aree: la caffetteria, la risto-bottega, il ristorante emiliano, la bottega.
La caffetteria
Per un caffè, un cappuccino, una macedonia, una fetta di torta, un centrifugato di frutta fresca oppure per un aperitivo emiliano. Il caffè di KM90 nasce dalla selezione di una singola piantagione, portata in torrefazione e proposta senza nessuna interferenza. Solo fuoco! Oltre al caffè, tè e infusi, cioccolata calda, succhi di frutta freschi, spremute e biscotteria.
La risto-bottega
Dal panino al culatello di Zibello DOP, a quello con il prosciutto di Parma riserva 24 mesi, dalla focaccia vegetariana alla piadina con prosciutto cotto e crema di Parmigiano Reggiano, dalle lasagne alla bolognese alle melanzane alla parmigiana oppure da un tagliere di salumi e formaggi all’hamburger di strolghino con spinaci saltati e maionese leggera. Questi sono solo alcuni dei piatti che possono essere ordinati alla risto-bottega di KM90 e ritirati, dopo aver fatto lo scontrino in cassa, stando comodamente seduti al proprio tavolo ed aspettando la vibrazione del pager.
Il ristorante emiliano
Il ristorante emiliano è ospitato negli spazi al piano superiore di KM90, in un ambiente accogliente caratterizzato dal mattone e dal legno delle travi e del parquet. Il ristorante emiliano è l’unico spazio di KM90 che fa “pausa”: chiude infatti il lunedì sera.
La bottega
Tutto ciò che si vede a KM90 può essere consumato in loco o portato a casa per condividere la cultura del buon cibo, con i sapori e i saperi dei migliori artigiani del gusto. L’Emilia è famosa nel mondo per i suoi prodotti tipici, DOP, IGP, pasta fresca ripiena, vini, conserve ed eccellenze gastronomiche. La selezione della qualità è il risultato della ricerca, della passione e dell’esperienza di Silvano Romani.
Jungle Jim, lo store che va oltre il supermercato
Fairfield (OH) non è Manhattan. Non è una melting pot che meticcia caoticamente le tra-dizioni alimentari. Ci abitano 43mila individui distribuiti in 17mila famiglie: 79,0% bianchi, 12,8% Afro- Americani American, 5,5% Ispanici, 2,4% Asiatici Parliamo di una cittadina assorbita dalla vicina Cincin-nati, la vecchia “Porkopolis”, cosiddetta per l’industria delle carni, con le sue forti radici tedesche e comunque più piccola di Bologna. Ecco uno dei tanti aspetti con-tradditori di un vero enigma nella casistica del retail Americano.A Faifield opera uno di due strani e sorprendenti punti di vendita denominati: Jungle Jim International Market (JJIM). Non si tratta del frutto recente della nuova moda dei formati che adottano, appunto, l’identificativo “In-ternational Market” e che stanno fiorendo in varie parti degli USA. Questa insegna, venne fondata, nel 1971, da, un giovanotto fresco di college con la vocazione del commerciante.In realtà si trattava di un banco di frutta semiperma-nente vicino ad una stazione di servizio in disuso. Jim, l’aveva riadattata a magazzino e si era adattato a viverci dentro. Ebbene, per quanto incredibile, oggi, il frutto evolutivo di quello stand si riassume in alcu-ne cifre sbalorditive: 180.000 referenze (in grande maggioranza alimentari), di cui 60.000 di importazione, su una superficie di 26mila m2; oltre 5 milioni di clienti ogni anno, provenienti da tutto l’Ohio, l’Indiana e il Kentucky. Il secondo punto di vendita fu aperto a Eastgate, (OH) nel 2012, a 45 km dal primo, lungo il grande anello autostra-dale che per 160 km, circonda la città, passando per tre stati. Questo store pare sia riuscito a rivitalizzare un’area di un centro commerciale in pieno declino.
Rendere l’idea di quel che offre il punto di vendita di Fairfield è tecnicamente difficile, ma può aiutarci uno degli slogan coniati da Bonaminio: “If it exists, we get it for you – well, almost always.” Semplice, non è vero? Anche se in un’in-tervista egli ebbe a dire, rammarican-dosi: “I can’t get camel humps. People want them because they make soup out of them. But I can’t get them.” Insomma: “Jungle Jims is a WAY more than a supermarket”, come affermano i clienti affezionati da decenni, che si aspettano di trovarvi tutto ciò che il mondo offre in tema di alimentazione.
Offerte impensabili
In quale altro posto si può pensare di vendere, ogni settimana, 100 teste di agnello (complete di occhi), fresche e sotto-vuoto, considerate, in molte nazio-ni europee e anche da diversi americani, una raffinata delicatezza? Oppure, dove trovare un assortimento tanto profondo di ogni genere di insetti commestibili confezionati, tra cui quelli della ormai celebre marca Thailand Unique? O le uova di struzzo, di emù o quelle dei “cent’anni”? Tutto questo in una cittadina come tante, si è detto, a dimostrazione che, in un grande mercato come quello americano, la regola generale del retail è che… “non esistono regole!”. La passione di JimSicuramente un formato come JIM è per definizione irripetibile.
Non riproducibile, anche se Jimmy e Chris, i figli di Jim, sono ben intenzionati a calcare le orme del padre che peraltro sta rallentato il proprio impegno dalle abituali 80 ore settimanali di lavoro, a 70 “sol-tanto”. Parliamo cioè di un imprenditore conosciuto personalmente che riesce, da 45 anni, a divertirsi nel vero senso della parola. Potrebbe stupire, infatti, la sua abitudine di travestirsi, a seconda del tema dei tanti eventi organizzati nel corso dell’anno, al fine di essere il primo animatore di un luogo dove il diver-timento si coniuga con il piacere dello shopping. Nel corso dell’anno lo si può trovare vestito da pom-piere per premiare i vincitori del “Weekend of Fire” la fiera-competizione dedicata alle salse piccanti (nel reparto dedicato ce ne sono 1.500!), oppure da mago che viaggia su un Segway per far divertire i bambini, o nella sua “classica” tenuta da esploratore africano come il personaggio dei comics che gli fruttò il so-prannome, per l’abitudine di indossare pantaloncini caki, mentre scaricava cocomeri e meloni per il suo stand improvvisato.I vari guru del marketing e i manager delle grandi catene hanno sempre visto questo folklore con suffi-cienza, bollandolo con l’epiteto del kitsch della peggior cultura popolare. Ed effettivamente il layout e il visual mechandising del luogo non furono certo il risultato di pianificazioni e concept partoriti da archistar.
La passione di Jim
Sicuramente un formato come JJIM è per definizione irripetibile. Non riproducibile, anche se Jimmy e Chris, i figli di Jim, sono ben intenzionati a calcare le orme del padre che peraltro sta rallentato il proprio impegno dalle abituali 80 ore settimanali di lavoro, a 70 “sol-tanto”. Parliamo cioè di un imprenditore conosciuto personalmente che riesce, da 45 anni, a divertirsi nel vero senso della parola. Potrebbe stupire, infatti, la sua abitudine di travestirsi, a seconda del tema dei tanti eventi organizzati nel corso dell’anno, al fine di essere il primo animatore di un luogo dove il diver-timento si coniuga con il piacere dello shopping. Nel corso dell’anno lo si può trovare vestito da pompiere per premiare i vincitori del “Weekend of Fire” la fiera-competizione dedicata alle salse piccanti (nel reparto dedicato ce ne sono 1.500!), oppure da mago che viaggia su un Segway per far divertire i bambini, o nella sua “classica” tenuta da esploratore africano come il personaggio dei comics che gli fruttò il so-prannome, per l’abitudine di indossare pantaloncini caki, mentre scaricava cocomeri e meloni per il suo stand improvvisato.I vari guru del marketing e i manager delle grandi catene hanno sempre visto questo folklore con suffi-cienza, bollandolo con l’epiteto del kitsch della peggior cultura popolare. Ed effettivamente il layout e il visual mechandising del luogo non furono certo il risultato di pianificazioni e concept partoriti da archistar.
Il layout
Gli attuali 26mila metri quadrati sono stati ottenuti per progressive acquisizioni di terreno e gli allestimenti dei reparti sono stati dettati dalle opportunità del momento. Così le vetrate dell’edificio sono a prova di proiettile non perché vi siano dei rischi, ma semplice-mente perché frutto di una svendita vantaggiosissima. Il parco esterno dedicato al pubblico infantile che rappresenta una sorta di zoo con giraffe ed elefanti di plastica a grandezza naturale deriva dal riutilizzo del materiale di un mini-golf dismesso, così come il serpente marino lungo 24 metri è un residuato di un acquario del Kentucky. Persino le lettere giganti delle insegne dei vari reparti provengono dal restauro di materiali recuperati dalle ristrutturazioni di edifici di Cincinnati. Se si aggiungono le sculture commerciali dell’interno: camion dei pompieri, vecchie carrozze, un battello, pupazzi animati, ecc. che tematizzano le diverse aree, il risultato è un’estetica deprogrammata che scandalizza i puristi, ma diverte i bambini e con-seguentemente i loro genitori.
Dedicato ai fornitori
Jim Bonaminio ha costruito in questo modo un proprio mondo autosufficiente che comprende anche al piano superiore soprastante all’ipermercato, laboratori e am-pie sale in cui ospitare eventi ed esposizioni dei suoi fornitori. Così realizza l’Oktober Fest, il Weekend of Fire, Big Cheese Festival, International Wine Festival e altre mini-fiere che attraggono tantissimi fornitori specializzati da tutti gli Stati Uniti e che in JJIM trovano, quasi certamente, l’opportunità di farsi conoscere da una clientela variegata per età, status e interessi, che mediamente spende 50 dollari a visita.
L’offerta
Venendo all’offerta esibita in quel luogo, lo spazio de-dicato ci consente soltanto di commentare brevemente diverse cifre in sé impressionanti. Menzioniamo, dunque, i 1.600 formaggi provenienti da 40 Paesi, che sono oggetto di numerosi corsi della Cooking School e della Tasting Room, dedicati all’assaggio e al pairing con vini e birre. E, a proposito di birre, le 4.000 etichette esposte trovano un contraltare soltanto in specialisti come Binny’s o Bevmo! È la profondità assortimentale ad essere, insomma, il tratto comune di ogni categoria: le 50 varietà di caffè Seven Hills, sia di origine (dal Guatemala Huehuetenango Huixoc, al Kona Extra Fancy, all’ Indonesia Sulawesi Toraja), sia blend, sia aromatiz-zate possono essere assaggiate al tasting bar, assieme ad una selezione di vini tra i 15.000 messi a scaffale, a cui si aggiungono quelli di gran riserva, custoditi nella cantina di Bonaminio.
E ancora un centinaio e oltre di mieli tra cui molti monoflorali. Ancor più impressionate risulta la visita ai reparti del freschissimo. Le carni, quelle bovine sia dry aged, sia fresche prevedono ogni tipo di taglio ed elaborazione, così come quelle suine, ma colpiscono la fantasia dei foodies soprattutto le carni esotiche: alligatore, struzzo, bisonte, cervo, serpente, renna, ed ogni altra ammessa dalla legge. Il pesce viene venduto sfilettato in varie decine di varietà e una decina di esse sono vive, in acquario, tra cui aragoste e astici. Il tutto con il complemento di decine di molluschi e crostacei vari.L’ortofrutta, considerata il cuore pulsante dello store, gode anch’essa di ampi spazi in cui sono allineate le varietà nordamericane in stagione e quelle in contro-sta-gione importate dal Centro-America, dall’emisfero Au-strale e dall’Asia. Vi si trovano, dunque, durian, jackfruit, mamey, cerimoya, miracle berry, uva muscadine… Ovviamente il concetto di varietà si dispiega ancor più ampiamente nel settore del grocery “secco” con un universo di marche di cioccolato, candies, preparati, sughi, bevande dissetanti, conserve, condimenti, pa-ste, biscotti, … che eccede ogni probabilità di averne esperienza nel corso di un’intera esistenza.
La formazione
Tuttavia, come nota finale, vogliamo sottolineare il ruolo svolto dalla Cooking School che, negli ultimi tre anni è stata riconosciuta essere la migliore tra quelle dell’area di Cincinnati. Basteranno solo alcuni titoli dei tanti corsi recreational e instructional volti ad accrescere effettivamente la cultura culinaria e di consumo del-la clientela: “Hands-On Knife Skills”; “Grilled Tuscan T-Bone”; “The Tasting Room: A Wine and Cheese Primer from Italy”; “Table of Polenta”, “Bourbon, Tequila and Food Pairing Dinners”… Concludiamo, infine, con un claim di Jungle Jim Inter-national Market: “Discover a World of Food and More!” riadattandolo alla nostra business community. Scoprire e analizzare un caso estremo come questo certamente aiuta a comprendere meglio quale sia il ruolo dell’impren-ditore nella attività commerciale indipendente e quanto ampi siano i limiti gestionali tuttora inesplorati riguardo la varietà assortimentale e la relazione con il cliente.
Testi e foto di Daniele Tirelli e Marco Tirelli (Amagi)
OMIA EcoBioSun 2017 promuove la sicurezza della pelle
Il mercato dell’eco-bio è in forte aumento e i consumatori di prodotti biologici rappresentano il 59%. Lo scenario evidenzia inoltre che il 37% dichiara di consumare prodotti bio almeno 1 volta alla settimana mentre il 22% ogni giorno (Fonte Osservatorio SANA).
Cavalcando l’onda, in pochi anni OMIA, si è affermata nel mercato “eco bio”.
Una linea importante che a pochissimi anni dal lancio (2014) ha avuto l’apprezzamento del pubblico è la EcoBioSun, approvata da AIDECO (Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia), che ha proposto per prima nel mass market una gamma di protezioni solari BIO certificata ICEA e caratterizzata dal sistema di protezione “full mineral”.
La linea EcoBioSun di OMIA si compone di undici referenze: otto per adulti (cinque protezioni, un idratante sotto il sole e due doposole) e tre per bambini (due protezioni e un doposole).I consumatori hanno colto tutto questo valore e hanno premiato la gamma di solari con una crescita del sell out del +34% (Fonte dati IRI sell out 2016 vs. 2015).
La campagna
Con EcoBioSun, è nata anche la campagna Sole Sicuro, condotta in partnership proprio con AIDECO per informare la popolazione sulla prevenzione da fare per prevenire i danni correlati ad un’incauta esposizione ai raggi solari.
“Abbiamo realizzato un’etichetta utile alla diffusione della cultura dell’esposizione sicura al sole, spiega Gianluca Angioletti, Direttore Marketing OMIA. Per divulgare il messaggio di un’abbronzatura bella e consapevole abbiamo dedicato molto spazio ai suggerimenti dei dermatologi e cosmetologi AIDECO. Il taglio delle informazioni è di tipo medico consulenziale, senza intenzioni commerciali.”
In store
La distribuzione è trasversale tra GDO, GDS, catene di profumeria e distributori indipendenti. La visibilità in-store è favorita da strumenti espositivi studiati ad hoc talli canali.
Il retail? Può generare 2.950 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, se si digitalizza
Quasi tremila miliardi di dollari per il retail: è il valore a beneficio di mercato e consumatori che potrebbero generare nei prossimi dieci anni retailer e produttori di beni di largo consumo se accelereranno la propria trasformazione digitale. La cifra, esattamente 2.950 miliardi di dollari, è stata calcolata basandosi da un lato sull’impatto delle tecnologie sul business e dall’altro sul risparmio di costi e tempi uniti all’aumento della produttività di cui possono beneficiare i consumatori attraverso il digitale. Il vantaggio sarà soprattutto per i consumatori, che si “accaparreranno” 2.000 miliardi di dollari di risparmi in termini di tempi e costi.
Lo evidenzia il report “Painting the digitale Future of Retail and Consumer Goods Companies” elaborato da Accenture, azienda leader a livello globale nel settore dei servizi professionali. Una fotografia del futuro digitale di retailer e aziende produttrici di beni di largo consumo, basato su analisi realizzate per il World Economic Forum.
Lo studio è partito dalla pressante richiesta da parte dei consumatori di nuove esperienze di acquisto, che prelude a nuovi modelli di business e a un profondo cambiamento a opera di organizzazioni e decisori pubblici. Accade anche in Italia, dove a oggi il 39% dei consumatori sarebbe disposto a concedere alle aziende l’accesso ai propri dati personali tramite dispositivi intelligenti in cambio di un’esperienza migliore o di un vantaggio economico, mentre un altro 37% si abbonerebbe a un servizio di ricerca continuativa che individui beni e servizi al miglior prezzo, consigliando attivamente a che brand rivolgersi e quando, e il 28% utilizzerebbe servizi digitali basati su sensori in grado di rispondere alle loro richieste, mentre il 25% sarebbe disposto a sottoscrivere un abbonamento con un brand capace di selezionare i prodotti più adatti alla singola persona ed effettuare gli ordini in automatico. «Nei prossimi 10 anni – considera Angelo D’Imporzano, senior managing director di Accenture Products – i settori retail e dei beni di largo consumo cambieranno più profondamente di quanto non sia avvenuto negli ultimi 40 anni».
Online tra sharing, ad personam, riordino automatico e servizi
Cambiare, quindi. Ma come? Fondamentale sarà naturalmente lo sviluppo del commercio digitale, che propone quattro modelli di business: la “sharing economy”, che offre convenienza ed esperienza al posto della proprietà di un prodotto (il 54% dei consumatori italiani sarebbe disposto ad abbonarsi a un servizio di noleggio di capi di abbigliamento da utilizzare in determinate occasioni e poi restituire); la personalizzazione, con prodotti su misura selezionati in base ai consumi precedenti e consegnati in automatico (il 49% dei consumatori sarebbe interessato a sottoscrivere l’abbonamento a un servizio simile); il riassortimento, che prevede sensori che rilevano in automatico quando un prodotto sta finendo e procedono a riordino e consegna (il 65% lo utilizzerebbe per prodotti per la casa (l’esempio lampante è Amazon Dash, il 60% per alimenti freschi) e l’economia dei servizi, ovvero l’esternalizzazione delle incombenze quotidiane (in particolare i servizi di lavanderia interessano il 51% dei consumatori).
Naturalmente questi quattro fronti prevedono cambiamenti da parte delle aziende, delle persone e dei decisori: ripensare gli spazi commerciali, riqualificare la forza lavoro, e assicurare la sostenibilità delle azioni soprattutto nelle consegne e nel packaging. «Per avere successo nel prossimo decennio – segnala D’Imporzano – le organizzazioni dovranno perseguire con decisione l’innovazione ed essere aperte a cambiamenti epocali. Emergerà chi saprà dare priorità ad una mentalità collaborativa, con l’obiettivo di offrire nuovo valore ai consumatori, soddisfarne la richiesta di nuovi servizi in modo innovativo, usando i dati per approfondire la conoscenza di abitudini e comportamenti degli utenti, migliorando così il processo decisionale aziendale».
“Insieme per crescere”: ecco come verrà ampliato il Centro Commerciale di Carugate
“Insieme per crescere” nasce dal progetto dell’ampliamento del centro commerciale Carosello di Carugate e vuole essere un punto di riferimento permanente di ascolto e dialogo con i cittadini.
Il progetto supporta una riqualificazione del territorio in ottica sostenibile, con l’obiettivo di ottenere miglioramenti concreti: da una viabilità più efficiente, alla creazione di nuovi spazi verdi e piste ciclabili per uno stile di vita più salubre e a contatto con la natura, alla creazione di nuove opportunità di lavoro per la cittadinanza.
A seguito dell’ampliamento del Centro Commerciale Carosello di Carugate sono previsti investimenti sul territorio per un totale di 110 milioni di Euro destinati al miglioramento della viabilità veicolare esistente, al sostegno delle imprese locali oltre che ad una serie di misure di compensazione ambientali.La proprietà del “Carosello” persegue una “strategia della sostenibilità” in tutti i suoi investimenti e anche nel progetto dell’ampliamento l’obiettivo è quello di conciliare lo sviluppo economico locale, in ottica green e nel costante dialogo con la collettività.
Gli investimenti
Saranno 14 i milioni di Euro investiti in opere destinate al miglioramento della viabilità veicolare esistente e della mobilità dolce a più che compensazione del previsto aumento di traffico con un effetto netto positivo per la comunità. L’investimento in opere private ammonterà invece ad 80 milioni di Euro, di cui circa l’80% destinato ad aziende locali, a cui si aggiungerà un ulteriore importo di 4,5 milioni di Euro annui per opere di manutenzione. Altri 30 milioni di Euro saranno destinati alle Amministrazioni pubbliche interessate per misure compensative (auto elettriche, servizio trasporto pubblico, ecc.), 300.000 Euro saranno messi a disposizione del comune di Brugherio per la realizzazione di una nuova rotatoria, oltre a 1,5 milioni di Euro a sostegno dell’artigianato locale e della valorizzazione degli esercizi di vicinato dei comuni di Cernusco e Carugate, grazie all’organizzazione periodica di esposizioni ed eventi per la promozione e pubblicizzazione dei prodotti dell’eccellenza locale.
L’occupazione
L’ampliamento del centro commerciale prevede prospettive di concrete di incremento occupazionale diretto pari a 300/400 unità, cui si deve aggiungere l’incremento indiretto, derivato per esempio dai lavori di riqualificazione e di manutenzione affidati alle aziende locali e dagli investimenti a supporto del commercio e dell’artigianato locale.
Sostenibilità
Per questo centro commerciale smart e di nuova generazione, è prevista la realizzazione di un tetto verde di 20.000 mq con accesso pedonale e pista ciclabile che rappresenterà una delle porte d’entrata al futuro sistema dei parchi dei comuni di Carugate, Cernusco e Brugherio. L investimento nel verde, a diverso titolo, è di circa 9 milioni di Euro, mentre 79.000 mq di aree verdi verranno recuperate con l’impiego di misure di compensazione ambientale superiori a quanto previsto dalle norme vigenti: ben 4 mq di aree verdi acquistate per ogni mq di suolo green sul quale verrà realizzato l’intervento. Complessivamente, grazie all’opera di riqualificazione ambientale, una superficie di 640.000 mq di area verde tra i comuni di Carugate, Cernusco e Brugherio verrà connessa tra loro e con i centri abitati tramite piste pedonali e ciclabili, “ricucite” a quelle già presenti nell’area, facilitando così l’accesso ai cittadini dei comuni limitrofi. Sono parte integrante del progetto anche la riqualificazione e la manutenzione del Parco Comunale di Carugate e del Parco degli Aironi di Cernusco, oltre al recupero e la futura rinaturalizzazione del Parco della Cava Merlini per garantirne la fruizione.
Roadhouse Restaurant primo brand in Italia per la qualità della sua Customer Experience
Roadhouse Restaurant (Gruppo Cremonini) si aggiudica il titolo di primo brand in Italia nella categoria “Ristoranti” – per la qualità della Customer Experience offerta ai propri clienti – e il 35° assoluto tra i marchi Top nazionali e internazionali. Questi i risultati della ricerca “L’era della Customer Experience”, realizzata dalla società di consulenza KPMG Numwood*.
I ricercatori, che hanno voluto far emergere le best practice delle aziende leader in termini di qualità della Customer Experience, hanno inoltre riscontrato una correlazione positiva tra quest’ultima e i risultati economici ottenuti dalle varie società.
“Siamo particolarmente soddisfatti di questo brillante risultato emerso da una prestigiosa ricerca indipendente” – ha commentato Nicolas Bigard, AD di Roadhouse Restaurant-. “Questo riconoscimento conferma i nostri sforzi da sempre orientati alla soddisfazione del cliente ed è una vera vittoria di squadra. Infatti, la customer experience è l’insieme di tanti aspetti che coinvolgono tutte le funzioni aziendali: controllo della filiera, qualità e innovazione dell’offerta, cultura del servizio, facilities tecnologiche, cura della funzionalità e del design. Guardando al futuro sono certo che sapremo migliorare ancora, rendendo sempre più unica e speciale la nostra Roadhouse Experience”.
Il Ristorante di Modena
L’apertura più recente è stata fatta a Modena (il 2° locale dopo quello storico situato vicino al casello di Modena Sud), ha 160 posti a sedere ed è dotato di un parcheggio privato con 40 posti auto, oltre a numero elevato di parcheggi pubblici nelle vicinanze. I dipendenti sono circa 30, tutti giovani selezionati nella zona di Modena. Al suo interno sono disponibili le facilities tecnologiche che contribuiscono decisamente alla Customer Experience: tra queste, il WIFI gratuito e l’APP Roadhouse, che permette di utilizzare la fidelity per ottenere sconti e promozioni esclusive e di pagare tramite smartphone evitando la fila in cassa. Inoltre per tutti i bambini è a disposizione l’innovativa area kids con giochi interattivi dove possono divertirsi in tutta sicurezza.
I numeri di Roadhouse Restaurant
Oltre otto milioni di clienti l’anno, 103 locali, 2.600 dipendenti, oltre 1.000.000 di soci del Club Fedeltà. Entro il 2017 sono previste altre 10 aperture. Le prossime saranno a Lentate sul Seveso (MB), Torino Vinovo e Conegliano Veneto (TV).
*La survey è stata condotta tra i mesi di dicembre 2016 e gennaio 2017, su oltre 140 brand nazionali e internazionali attraverso un campione di oltre 2.500 consumatori.
Retail sotto attacco dall’e-commerce, ma sono i servizi la chiave per sopravvivere
Il settore retail sta cambiando, i negozi online stanno guadagnando spazio su quelli tradizionali e questi ultimi possono reagire soltanto alzando il livello del servizio. Lo rivela la terza consumer survey condotta da Jda Software Group, Inc. su oltre mille consumatori negli Usa, che delinea un quadro interessante anche per noi: il mondo dei clienti al momento è diviso in due metà quasi perfette: il 54% degli intervistati preferisce effettuare acquisti nei negozi fisici, il 46% privilegia altri canali quali online, mobile e social media. Questi ultimi rappresentano l’ultima frontiera del cybershopping: poco più di un quarto degli intervistati (26,3%) ha utilizzato i social media per un acquisto online, per lo più giovani tra i 18 e i 29 anni (35%) e su Facebook (81%). Ma circa tre tecnoacquirenti su quattro non avrebbero problemi a tornare nei negozi tradizionali qualora essi offrissero loro un’esperienza di acquisto facile e veloce.
Click and collect in aumento
La chiave potrebbe essere la formula Bopis (buy online and pick-up in store) che prevede l’acquisto online e il ritiro in negozio. Metà degli intervistati ha utilizzato questa modalità negli ultimi 12 mesi, con un aumento del 44% rispetto alla survey del 2015. Gli intervistati che hanno utilizzato questi servizi dichiarano che evitare la consegna a domicilio (39,6%) e ricevere il prodotto più velocemente (33,1%) rappresentano le ragioni principali per la scelta di questa opzione, risultati simili a quelli del 2016 e del 2015. E il 58% degli intervistati ha affermato di non aver avuto alcun problema lo scorso anno. Da parte dei consumatori c’è però una domanda di maggiori incentivi: l’80% degli intervistati prenderebbe in considerazione il servizio se i rivenditori proponessero sconti o promozioni. Del resto, incoraggiare il Bopis conviene anche ai negozianti: il 40% degli intervistati che utilizza questa opzione confessa di avere a volte effettuato ulteriori acquisti in negozio.
I problemi principali del servizio Bopis sono legati alla gestione del personale. Al 23% degli intervistati è capitato di aspettare molto tempo perché l’addetto in negozio trovasse l’ordine nel sistema, e il 16% ha dichiarato che nel punto vendita non c’era personale dedicato a questa mansione. Risultati che evidenziano la necessità di addestrare il personale alla gestione dei nuovi canali di fulfillment per essere competitivi nello scenario retail odierno.
I resi dell’online? Un’opportunità
L’altra faccia del Bopis è il Boris, ovvero il Buy online and return in store (acquista online e restituisci in negozio). Ebbene, sembra strano ma anche i resi possono portare i loro frutti al negozio. I consumatori utilizzano questa formula il 20% in più rispetto all’anno precedente, e lo fanno principalmente per non affrontare il problema della spedizione del reso (oltre il 30%) e perché convinti di ottenere il rimborso o il cambio più velocemente (il 17%). Quale che sia il motivo, si tratta sempre di potenziali clienti che varcano la soglia di un negozio tradizionale.
Saldi, ormai l’online ha le sue date fisse
Infine i tempi del commercio online. La maggior parte degli intervistati (il 57%) confessa di preferire i saldi nel corso dell’anno, sia nei negozi che online, piuttosto che a Natale. Per i regali il 25% degli intervistati preferisce acquistare online durante il cosiddetto “cyber monday”, il 12% sceglie le offerte che trova nei negozi il “black friday” e il 6% l’Amazon Prime Day. Inoltre, durante le svendite la maggioranza degli intervistati (53%) occasionalmente acquista più di quanto aveva preventivato.