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Costco semplifica la vita e la gestione della casa

Interno di un punto vendita Costco

Gary Swindells sembra aver vinto la prima battaglia di una guerra che si preannuncia lunga e logorante: Costco France, di cui è presidente, aprirà il primo punto di vendita, tra 38 settimane, a Villebon-Sur-Yvette, una cittadina 30 km a sud-ovest dal centro di Parigi.

Questo nuovissimo warehouse club sarà raggiungibile con l’autostrada E5, che si raccorda a poca distanza con l’anello esteriore della metropoli, passando per l’aeroporto di Orly: una posizione strategica per attrarre clienti dalla grande metropoli.

È stata dura, però. In un’Europa che predica la libertà di mercato, ma cerca di frenarla con una selva di artifizi burocratici, dare uno spazio (seppur minimo) al colosso Americano di Seattle è apparso oltremodo rischioso.

La Francia, affetta da sempre da un complesso di inferiorità verso gli USA, non poteva però negare la liceità sul piano commerciare di un formato di vendita mancante al suo panorama; un formato comunque troppo difficile da avviare e da gestire da imprese nazionali per le molte ragioni che verranno spiegate più avanti.

Insomma, nonostante i lacci e i lacciuoli e i cavilli politico-amministrativi messi in atto per ritardarne l’avvio, l’avventura francese di Costco è avviata.

Intendiamoci, in Italia a Costco sarebbe andata peggio. Nonostante le ipocrite lamentazioni per il numero crescente di famiglie sotto la soglia di povertà, l’idea di dare spazio a un fuoriclasse del risparmio, ovvero all’archetipo del “price-impact store”, non sfiora neppure i più convinti, sedicenti alfieri del libero mercato.

Una formula vincente
Difficile, d’altra parte, pensare che aziende europee possano anticipare uno specialista dei prezzi bassi tutti i giorni, come Costco. La sua formula di magazzino aperto ai clienti che sottoscrivono una tessera necessita, infatti, per raggiungere il profitto, il superamento di una certa, impegnativa numerica. Il warehouse francese, in realtà, sarà solo il numero 3 nell’Europa continentale, dopo i due spagnoli di Siviglia e Madrid, ma il primo dei dieci previsti, entro il 2025, nell’esagono. Il fatturato che dovrebbero generare raggiungerebbe allora qualcosa in più di 1,5 mld di euro: una cifra contenuta rispetto al mercato totale, ma che risulta comunque pericolosa per il criterio che introdurrebbe nell’Unione Europea.

Di fatto, il concetto elaborato, già nel 1976, dal genio di Sol Price (n. 1916 –m. 2009) è semplice: selezionare un assortimento ristretto di prodotti alimentari e non, ad altissima rotazione e di grande notorietà per venderli, senza alcun servizio aggiuntivo, a un prezzo imbattibile: inferiore almeno del 30% a quello del concorrente più aggressivo.

Metterlo in atto fu più complesso, soprattutto se impegnati ad essere, simultaneamente, “tough in business” e “socially responsible” verso i dipendenti. La formula funziona, infatti, se si perseguono con ferrea coerenza alcune pratiche: a) un controllo feroce dei costi; b) una logistica sempre al limite dell’eccellenza; c) un’elevata produttività del personale. L’altra condizione è: crescere in fretta di dimensione per comprare alle migliori condizioni. Costco è appunto l’azienda che, tra tutte, ha avuto la crescita più veloce nei suoi primi sei anni di vita.

Ad oggi, nel settore dei beni di consumo, l’equazione che prevede due variabili cruciali: a) pagare bene i dipendenti; b) praticare i prezzi più bassi del mercato sembra, però, quasi impossibile da risolvere.

Il ruolo del cliente
L’idea risolutiva resta quella di Sol Price, trasferita poi a Jim Sinnegal (Costco) e a Sam Walton (Sam’s Club). È un principio altrettanto semplice e geniale: farsi anticipare dagli stessi clienti parte del cash-flow necessario. Attraverso la sottoscrizione di una tessera annuale essi hanno accesso ad un magazzino disadorno, ma ordinato e pulito in cui fare grandi acquisti di prodotti di base e godere di altri benefici collaterali come la restituzione del 2% delle somma spesa annualmente. Inoltre, i clienti possono anche approfittare della vendita temporanea di partite fortemente scontate di prodotti di tendenza: elettronica, abbigliamento, accessoristica, giocattoli, ecc.; insomma la base della cosiddetta “treasury hunt” che porta lo scontrino medio oltre i 120 $ e genera la cosiddetta “Costco Frenzy”.

In un periodo come gli ultimi anni ’70, in cui l’inflazione galoppante falcidiava il benessere delle classi medie, l’offerta di grandi risparmi in cambio di una esasperata semplificazione del servizio reso da Price Club e poi da Costco, riscosse comprensibilmente un successo clamoroso. A ciò contribuì soprattutto l’iniezione di coraggio e di energia di Jim Sinegal (n. 1936 -) giovane allievo e poi socio di Sol Price. Partendo da un hangar dismesso dell’aviazione, a San Diego (CA), Jim avviò, nel 1982, la saga di Costco portandolo a divenire oggi il secondo retailer del mondo. La storia susseguente è ben nota negli USA, ma poco in Italia e si riassume in poche cifre indicative: 118 mld di $ di fatturato, 117mila dipendenti, 690 warehouse di cui 493 negli USA e gli altri in Messico, Giappone, UK, Corea, Taiwan e Spagna.

La premessa storica ci è stata utile a comprendere perché questa formula potrebbe avere, nel medio lungo periodo, un enorme e sorprendente impatto commerciale anche nel nostro continente. In un’epoca che prospetticamente sarà caratterizzata da: a) una contrazione relativa del reddito delle classi medie, b) un’elevata disoccupazione; c) salari ridotti dalla ristrutturazione del mercato del lavoro indotta dalle migrazioni planetarie e d) una delocalizzazione produttiva, offrire il 30% di risparmio su un 30% delle spese complessive di una famiglia non è poco. In breve, un cliente fedele potrebbe godere di un risparmio equivalente ad un mese del suo stipendio ogni anno.

Un’offerta sempre più ampia Costco, infatti, non impatta solo sugli acquisti di beni di largo consumo. La sua sfera si è allargata nel tempo (e ora anche grazie agli acquisti online) ai campi delle assicurazioni, delle spese mediche, dei viaggi, dei carburanti, delle autovetture, degli arredi funerari, di quelli per la casa, del giardinaggio e degli accessori domestici di vario tipo. Prendiamo le auto. Dal 1998 a oggi, l’insegna ne ha vendute alcuni milioni (400mila nel 2014), nuove e a km-zero, attraverso accordi con vari concessionari, distribuiti nel territorio. A ciò si aggiungano varie decine di migliaia di piccole imbarcazioni e motoscafi. Alcuni milioni sono le polizze auto e personali sottoscritte da una parte degli oltre 60 milioni di famiglie tesserate.

Estremamente concorrenziali sono anche i mutui e i finanziamenti alle abitazioni, anch’essi stipulati in base alla forza aggregativa di questo retailer unico nel suo genere. Da non dimenticare, inoltre, le assicurazioni mediche e dentistiche consentite dalla tessera “executive”. Costco si è rivelata capace, ulteriormente, di piegare l’innovazione dell’e-commerce, per altri versi distruttiva, a proprio vantaggio. La presenza di 500 warehouse sul territorio statunitense le consente di mettere in atto il principio del “click & collect” in modo semplice ed efficiente: il cliente può ordinare e pagare online e passare a ritirare nel magazzino ciò che ha acquistato. Nel caso di acquisti di grande ingombro: un cancello, la porta di un garage, una caldaia, …l’insegna provvede ovviamente anche alla consegna a domicilio.

Mutui interessi
Tornando alla relazione con la clientela, l’aspetto straordinario dal punto della tecnica di vendita è la perfetta comprensione del reciproco interesse, maturata tra una clientela che manifesta il più alto tasso di soddisfazione. Costco, offre un solo grande formato di prodotti di uso frequente, eliminando ogni costo (anche minuto come le shopping bag) e coalizza almeno 80mila famiglie in ogni area attrattiva di un warehouse. In questo modo pratica prezzi che le garantiscono un margine incredibilmente basso, dell’11% (inferiore a quello del più efficiente discount). I clienti lo sanno e concentrando quanta più spesa possibile in quest’insegna mettono in pratica il claim: “Più spendi, più risparmi”. La cosa che più ci ha colpito però è la capacità, acquisita nel tempo, di gestire le merceologie più contraddittorie: la carne in grandi formati da 5-8 kg, ma anche la personalizzazione di una torta da ricorrenza o l’acquisto di una sola bottiglia di vino (anche pregiatissimo); una memoria USB, ma anche un televisore UltraHD di grandi dimensioni; una T-shirt, ma anche gioielli certificati da 20mila dollari.

Ci sono dunque sufficienti elementi per dire che, nonostante lo scetticismo della nostra business community, Costco è una delle formule più moderne e in prospettiva più dinamiche concepite per i clienti-consumatori di domani. È un caso di studio semplice e complesso allo stesso tempo, che dietro lo slogan “Simplifying home and life” porterà anche in Europa una ventata di originalità in un settore che sembra a corto di reali idee innovative.

Daniela Tirelli e Loris Tirelli (Amagi)

Primark apre a Roncadelle il suo secondo store in Italia

Primark fa il bis. Dopo l’apertura ad Arese, questa volta inaugura il suo secondo negozio italiano nel nuovo centro commerciale ELNÒS SHOPPING, a pochi minuti da Brescia, creando 385 posti di lavoro.

Il negozio ha una superficie commerciale di circa 4.000 mq, distribuiti su un piano, e ospita prodotti a marchio Primark per donna, uomo, bambino, casa e beauty. Lo store ha 60 camerini e 56 casse. I clienti avranno a disposizione un’area relax, dove sedersi e fare una pausa durante lo shopping, in un ambiente contemporaneo e moderno.

Damien Defferoy, Primark’s Country Manager Italia ha commentato: “Siamo felici di aprire il nostro negozio 2° in Italia, il 327° per la nostra azienda. Questa è un’apertura importante per noi, non vediamo l’ora di offrire “amazing fashion at amazing prices”, per tutta la famiglia.”

Lidl Italia “calca le scene” e diventa set per il film “Poveri ma ricchi”

Lidl Italia si affaccia al cinema italiano con un progetto di marketing innovativo, che si realizza nella partecipazione al film di Brizzi “Poveri ma Ricchi”, nelle sale dal 15 dicembre.

Lidl ha deciso di attivare la partnership con il film, prodotto da Wildside e Warner Bros. Entertainment Italia e distribuito da Warner Bros. Pictures, con l’obiettivo di sfruttare nuovi strumenti di comunicazione e raggiungere un target sempre più ampio.

La sinergica collaborazione tra Lidl e QMI, Agenzia italiana di Entertainment Marketing and Communication, ha permesso di sviluppare un progetto integrato che non comprende soltanto il product placement nella pellicola, ma un inserimento più articolato che ha toccato anche l’intreccio narrativo del film.

Infatti, alcune scene sono state girate proprio all’interno dei punti vendita Lidl, che si sono trasformati per l’occasione nel set del film. Gli attori hanno recitato tra le corsie del supermercato, ovviamente circondati da prodotti Lidl. Anche la trama ha visto l’Insegna protagonista, basti pensare che la figlia della famiglia Tucci, impersonata da Federica Lucaferri, nel film lavora proprio in un supermercato Lidl.

L’Amministratore Delegato di Lidl italia Marcello Candelori, commenta così l’importante iniziativa: “Lidl ha scelto di inserirsi nella commedia “Poveri ma ricchi” per avvicinarsi sempre di più agli italiani, con una forma di intrattenimento che rispecchiasse alcuni valori importanti: essere veritieri, coerenti e integrati nello sviluppo dell’azione cinematografica.” Continua l’AD – “Con questo progetto ci auguriamo di poter essere sempre più vicini alle persone, specialmente in questo momento festivo.

Natale sotto l’albero: ecco i regali degli italiani

Natale è alle porte: e gli italiani come gestiscono i loro acquisti, con quali tempistiche, con quali modalità?  DoveConviene, la piattaforma digitale sulla quale oltre dieci milioni di italiani si informano e pianificano il proprio shopping, ha condotto un’indagine per approfondire le tendenze in atto in prossimità delle prossime feste. Ne è emerso che il 25% dichiara di acquistare solitamente i regali di Natale circa una settimana prima quasi a pari merito con chi dichiara di farlo anche un mese prima (20%). I ritardatari, invece, sono il 13%; la discriminante che influenza maggiormente il momento d’acquisto sono le offerte (40%).
E lo dimostra il fatto che solo l’8% acquista d’impulso: ben il 92%, invece, consulta molte offerte, sia per risparmiare tempo (20%) sia per risparmiare denaro (72%).
La ricerca di informazioni avviene per lo più sull’online: 71% contro il 29% in offline. Tuttavia l’acquisto vero e proprio continuerà ad essere effettuato essenzialmente nel negozio fisico. Un dato che conferma il trend in atto e che vede il 94% degli acquisti avvenire ancora in negozio (Fonte: eMarketer 2016).

Il budget e la tipologia di regali

Il budget medio destinato ai regali di Natale oscilla tra i 100 e i 300 euro (66%), mentre solo un 23% dichiara di volere spendere meno di 50 euro. Un 11% dichiara invece di essere disposta a spendere oltre 300 euro. Tra gli articoli più ricercati svettano quelli appartenenti all’elettronica (26%) seguiti dai capi d’abbigliamento (24%), dagli accessori (13%) e dagli articoli per la casa (11%). Sorprende invece il poco interesse nel regalare libri (2%) o viaggi e week end (0,4%).

Forum Retail chiude la sedicesima edizione con grandi numeri

Forum Retail: si è chiusa con successo la sedicesima edizione dell’evento ideato e sviluppato da IIR (che da gennaio 2017 diventerà IKN Italy, Institute of Knowledge & Networking).

Numeri importanti hanno contraddistinto anche l’appuntamento di quest’anno: 1000 partecipanti di cui oltre 500 retailer, 42 Sponsor, 54 Exhibitor, 44 Media Partner, il Patrocinio di 8 Associazioni e 2 Sessioni Plenarie, 16 Sessioni Parallele e 2 Board Room.

L’appuntamento, che ha avuto come tema trainante innovazione instore e mobile experience per l’engagement del cliente, ha visto il susseguirsi di 2 Sessioni Plenarie, 16 Sessioni Parallele e 2 Board Room.

Plenarie e tavole rotonde

La Sessione Plenaria del primo giorno ha trattato il tema dell’e-commerce & retail, la consegna dei prodotti alimentari freschi direttamente a domicilio con ordini tramite mobile: la rivoluzione che sta coinvolgendo il settore.  A seguire si è svolta la tavola rotonda “Shaping the Future of Retail: cosa accadrà nel Retail nei prossimi 3 anni?” Un approccio olistico alla multicanalità: dalla formazione del personale del Pdv dell’offerta online al ruolo chiave della logistica. Quali sono le tecnologie indispensabili per un’omnicanalità di successo? Le Internet Company stanno diventando delle Logistic Company? Con la vittoria di Donald Trump la rivoluzione contro “l’establishment” è iniziata: quali i timori e gli impatti sull’equilibrio economico mondiale e sul settore del Retail?

La plenaria del secondo giorno è stata introdotta dalla presentazione dell’indagine statistica realizzata da Altroconsumo sui percorsi di acquisto e sulle nuove tecnologie dal punto di visto dei consumatori ed è proseguita affrontando il tema: “Cosa vuole realmente il mio cliente?”.

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Un momento della plenaria del secondo giorno

Le Sessioni Plenarie sono state seguite da 16 Sessioni Parallele che hanno affrontato temi specifici declinati nei diversi settori.

Durante i networking lunch si sono svolti, nell’area espositiva, il dibattito relativo ai nuovi sigilli di qualità, con il coinvolgimento di Altroconsumo e Ikea Italia, e la tavola rotonda su reputazione, fidelizzazione e multicanalità: opportunità o rischi?, cui hanno partecipato Assofranchising, Italia a Tavola network, Vision Group, Unione Nazionale dei Consumatori, Università Cattolica del Sacro Cuore e Codici Lombardia.

…e nel 2017?

Forum Retail dà l’appuntamento al 21 e 22 novembre 2017: i contenuti della prossima edizione saranno focalizzati sull’analisi del futuro del Retail 4.0: oltre l’omnicanalità.

L’appuntamento del 2017 propone una grande novità: i “Retail Awards” che prevedono la premiazione dei 10 progetti più innovativi nelle seguenti categorie: best retail concept, best in store technology, best customer experience initiative, best o2o strategy, best innovation in payments, best collaborative logistics project, best innovation in warehouse, best fashion e-commerce storyteller, best social & millenials commerce campaign, best Chief Digital Officer in Retail.

 

12oz Coffee Joint apre a Milano in Piazza Duomo, presto in Gae Aulenti

12oz torna in grande stile nel cuore di Milano (dopo l’apertura- circa un anno fa – dello store in via Torino) aprendo una nuova location in Piazza del Duomo.

12oz nasce da un’idea di David Nathaniel, imprenditore milanese e fondatore della NDD società leader nella distribuzione di caffè americano negli hotel di lusso di tutta Italia. Ed è proprio dal caffè che tutto prende vita, a partire dal nome, 12oz, che altro non è che la misura (in “once”) del bicchiere medio. 12oz si ispira agli Stati Uniti anche per gli Ozy, drink a base di caffè con panna montata e diversi topping (farciture) e bagel, muffin, donut e altre prelibatezze tutte da scoprire nel comparto food.

L’impronta cosmopolita di 12oz si ritrova anche nel design dei propri store, curato dagli architetti Bergamo e Davidovici. Ogni dettaglio è stato studiato per rappresentare far vivere al cliente la vera esperienza 12oz, a partire dal tema presente sui bicchieri e sui muri che sembra raffigurare un insieme di strade di una moderna metropoli, passando per i lampadari con la tipica forma a bicchiere rovesciato, fino ad arrivare al bancone, con il rivestimento in alluminio che ricorda le diner anni ’50 made in USA.

Per valorizzare e ampliare la sua offerta food con l’introduzione di gustosi chef sandwich e shake salad per il pranzo, 12oz ha avviato una collaborazione con lo chef Umberto Vezzoli (T. Bistrot – Milano).12oz-piazza-duomo-milano-vetrina

Il punto vendita di Piazza del Duomo segna una svolta per 12oz, che ha visto, oltre all’ampliamento del menù, anche un importante lavoro in termini di marketing e comunicazione grazie alla nuova collaborazione con Ideasfera. Sono nati così i freecoffeedays, appuntamenti durante i quali viene offerto gratuitamente il caffè americano. La collaborazione con Ideasfera sta portando a importanti cambiamenti nel format: oltre a quelli già citati, sono previsti anche un restyling completo dei menù, che verranno completamente digitalizzati e proiettati su schermi lcd ad alta risoluzione. In questo modo, si avrà la possibilità di proiettare e quindi di promuovere un prodotto diverso a seconda del momento della giornata. Anche la comunicazione istituzionale è stata rivisitata per evidenziarne il carattere trendy del format e allo stesso tempo la qualità dei prodotti.12oz-piazza-del-duomo-milano-caffe

Marco Barbagli, fondatore di Ideasfera, ha riconosciuto le potenzialità del progetto 12oz e supporta l’azienda nel suo percorso di crescita e sviluppo. Un percorso che vedrà un’imminente nuova apertura in una location esclusiva di Milano: Piazza Gae Aulenti. L’apertura è fissata per martedì 13 dicembre. Nel 2017 partirà un progetto di sviluppo in franchising, seguito da Linker, una divisione di Mediatel (società cui fa capo anche Ideasfera) e continuerà la collaborazione, con l’obiettivo di espandere 12oz su scala nazionale e di accrescere la penetrazione del mercato grazie alle nuove strategie di marketing e comunicazione a cura di Ideasfera.

Belussi: Prosecco in edizione limitata per Fior Fiore Coop

Bellussi presenta in edizione limitata il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG per Fior Fiore Coop, la linea che seleziona l’eccellenza dei prodotti alimentari, offrendo il meglio della cultura gastronomica del nostro Paese e non solo.

Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG è un vino spumante bianco realizzato vinificando le migliori partite di uva del territorio DOCG di Conegliano e Valdobbiadene, coltivate e raccolte a mano per non alterare le caratteristiche e le qualità dei singoli grappoli, e sapientemente lavorate da mani esperte secondo il Metodo Charmat.

Uno spumante extra dry dal perlage persistente, delicatamente profumato e armoniosamente equilibrato che racchiude tutto il savoir faire e l’eccellenza Bellussi.

Una partenrship importante per Bellussi Valdobbiadene che entra così a far parte del meglio della cultura enogastronomica selezionata da Coop, quattrocento prodotti realizzati a partire dalle migliori materie prime abbinando sapientemente lavorazioni artigianali con processi di produzione innovativi.
Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Fiorfiore COOP sarà in vendita a partire da metà Novembre.

Bath & Body Works apre il suo terzo negozio italiano a Milano, in via Torino

Bath & Body Works, marchio americano appartenente allo stesso gruppo di Victoria’s Secret, debutta (in collaborazione con Percassi) con il suo primo store in centro città in Italia. Per l’esattezza a Milano, in via Torino 21. Per il  brand leader nei prodotti per la cura del corpo e nelle fragranze per l’ambiente si tratta del terzo negozio in Italia, dopo quelli di Arese e di Oriocenter aperti nei mesi scorsi sempre in collaborazione con l’azienda Percassi.
Tra i prodotti che le clienti potranno trovare nel nuovo store i Bath & Body Works Hand Soap & Sanitizers, che comprendono anche l’esclusivo igienizzante per le mani nelle diverse profumazioni in formato tascabile, i prodotti per la cura del corpo della linea True Blue Spa, così come le irresistibili body lotion della Signature Collection, le acque profumate per il corpo dell’Aromatherapy e le candele aromatizzate della collezione White Barn Home Fragrance.
Come già avviene negli store di Arese e Oriocenter, anche in quello di Milano il personale di vendita qualificato inviterà le clienti a provare personalmente l’ampia gamma di prodotti BBW.

Confimprese, il commercio è accoglienza, ma evitiamo i paletti

Confimprese è un’associazione con 300 marchi che rappresentano altrettante catene, con un punto di vista privilegiato sullo sviluppo del commercio. Il presidente Mario Resca spiega il suo punto di vista sul settore. Se il retail negli ultimi anni è senza dubbio molto cambiato, la cosa non deve andare necessariamente a scapito del punto vendita fisico, che oggi evolve e diventa punto di ritiro per prodotti anche di altri operatori (vedi Amazon in USA), è aperto fino a tardi e pronto ad accogliere il cliente “perché siamo nel settore dell’accoglienza”.

Cambiando le abitudini del cliente e così deve cambiare la mentalità dell’imprenditore del commercio. In questo senso secondo Confimprese è necessario togliere quei paletti che ancora a livello locale limitano la liberalizzazione del commercio. Orari di apertura ma non solo, anche possibilità di fare promozioni, magari coordinando i periodi dei saldi in modo che siano gli stessi in tutta Italia, “perché 50 milioni di turisti vengono ogni anno da noi per comprare moda, design e ora anche enogastronomia”.

L’intervista è state realizzata al Convegno Ki Best 2016 organizzato da Kiki Lab – Ebeltoft Italy a Milano il 23 novembre 2016.

Selex chiude un altro anno di crescita significativa

Selex conferma anche nel 2016 una crescita significativa, testimoniata da un fatturato pari a 10.350 milioni di euro ( + 4%) e da una quota di mercato salita all’11,7% (IRI: iper+super+superette+C+C). Nel 2017 è prevista un’ulteriore crescita del + 4,2% che porterà il giro d’affari a 10.780 milioni. Un andamento in controtendenza rispetto al mercato, a conferma del dinamismo delle imprese socie del Gruppo Selex.

I dati sono emersi dall’assemblea dei soci di fine anno svoltasi nella sede della Centrale del Gruppo a Trezzano sul Naviglio (Milano), nel corso della quale sono stati presentati anche il programma di sviluppo e il budget per il 2017.

Le imprese socie hanno stanziato 215 milioni per realizzare nel prossimo anno 57 nuovi punti di vendita in tutta Italia e per la ristrutturazione e l’ampliamento di 53 unità esistenti, con la creazione di centinaia di nuovi posti di lavoro. Le aperture interesseranno le principali tipologie di vendita e in particolare i supermercati tra 1.500 e 2.500 mq di superficie, format di punta del Gruppo Selex.

“Guardiamo con fiducia al futuro partendo dai buoni risultati delle aziende del Gruppo e, pur non mancando le difficoltà, continuiamo ad investire per innovare e migliorarci – ha commentato Dario Brendolan, Presidente del Gruppo Selex – Anche nel 2017, le nostre imprese proseguiranno nel loro cammino di sviluppo. Negli ultimi dieci anni, tra aperture e ristrutturazioni, il nostro Gruppo ha investito oltre 2 miliardi di euro”.

Per il prossimo anno sono previsti investimenti rilevanti anche nella comunicazione delle marche del distributore Selex, che ricoprono una parte sempre più importante dell’offerta commerciale, segnando incrementi di anno in anno. Premiate dai consumatori soprattutto le linee specialistiche del bio, del salutistico e dell’alto di gamma, che registrano una crescita del + 15%. Una parte importante del budget 2017 è riservata poi allo studio di nuove formule commerciali e nuovi formati, per rispondere ai rapidi cambiamenti delle abitudini di acquisto e di consumo.

“I risultati del 2016 hanno grande valore perché ottenuti in un anno difficile, caratterizzato da forte deflazione  – ha sottolineato Maniele Tasca, Direttore Generale del Gruppo Selex – Anche gli indicatori economici e patrimoniali delle imprese socie sono in progressione e ci spingono a continuare nel lavoro avviato da qualche anno di forte rinnovamento dei punti di vendita e dell’offerta”.

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