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Dagli scettici ai follower agli indolenti: 6 i consumatori tipo secondo Tetra Pak

Attenzione all’ambiente e alla salute: pare siano queste le due esigenze più sentite dai consumatori. A dirlo lo studio globale realizzato da Tetra Pak in collaborazione con Ipsos. Non più sensibilità separate, ma semrpe più spesso convergenti, capaci quindi di creare importanti opportunità per i marchi del settore food & beverage.

Non è un caso, dunque, che quasi il 60% dei consumatori ritiene che la propria salute e il proprio benessere siano fortemente condizionati dai problemi ambientali.

La salute mentale è attualmente considerata altrettanto importante quanto quella fisica: il 67% dei consumatori concorda sul fatto che si tratta di uno dei principali problemi della società, e lo stress è considerato l’aspetto più preoccupante dal punto di vista personale.

Naturalmente son si tratta i un sentire univoco, esistino percezioni e sensibilità diverse tra i consumatori. A questo proposito, Tetra pak ha individuato all’interno del Tetra Pak Index 2019 sei gruppi, ciascuno dei quali ha un approccio diverso nei confronti della salute e dell’ambiente.

Ambasciatori attivi: mostrano elevato impegno nei confronti di tutti gli aspetti relativi alla salute e all’ambiente, disposti all’azione, a sfidare i limiti e a influenzare gli altri. 

  • Si rivolgono a fonti autorevoli come scienziati e accademici, nonché le ONG, per crearsi un’opinione in merito alla questione ambientale.

Amici del pianeta: disposti ad agire per l’ambiente con un importante impegno per la maggior parte degli aspetti relativi alla salute, ma meno inclini a superare i limiti.

  • Impegnati e disposti all’azione a favore dell’ambiente. Molto impegnati rispetto alla maggior parte degli aspetti riguardanti la salute, in particolare per quanto riguarda il benessere mentale.

Attenti alla salute: consapevoli e impegnati nei confronti dell’ambiente, ma dando la priorità alla salute piuttosto che al pianeta. Disposti a pagare di più e a sacrificare la convenienza per avere prodotti sani. 

  • Si informano molto sui social media e da altre fonti online.

Follower: abbastanza impegnati nei confronti della salute e delle questioni ambientali da sentirsi in colpa per entrambi gli aspetti, ma non inclini a cambiare il proprio comportamento o a sperimentare cose nuove.

  • Una nutrita schiera di persone desidera saperne di più, essere convinta e stimolata ad agire. Guarda la TV e ascolta la radio più della media.

Indolenti: nessun interesse nei confronti della totalità degli aspetti riguardanti la salute e l’ambiente. Scettici nei confronti della tecnologia e dei cambiamenti.

  • Il loro interesse si limita alle proprie cerchie personali e reali, in particolare alla famiglia e agli amici.

Scettici: Informati rispetto alle questioni ambientali, ma inclini a respingerle come “false notizie”; hanno un approccio “tradizionale” rispetto a cibo e salute.

  • Uno Scettico su cinque sostiene di non procurarsi informazioni riguardanti l’ambiente mediante alcun canale mediatico.

 

Più responsabilità

L’ambiente rappresenta la preoccupazione principale a livello globale e l’urgenza sta aumentando. I consumatori fanno quindi scelte più consapevoli in materia di imballaggi, cercano informazioni ambientali nelle etichette e acquistano prodotti ecologici anche se costano di più. Il settore alimentare e delle bevande è un catalizzatore fondamentale a questo riguardo. La principale aspirazione di cambiamento, sia per motivi di salute che per ragioni legate all’ambiente, è un maggiore consumo di prodotti alimentari e bevande a basso impatto ambientale. I consumatori si considerano ormai in larga misura i principali responsabili sia verso l’ambiente che verso la propria salute, con poche differenze tra i due aspetti (rispettivamente 71% e 74%), seguiti da governi e politici, mentre marchi e venditori al dettaglio vengono molto dopo.

Gisele Gurgel, Direttore Business Insights and Analytics Tetra Pak, afferma: “Il settore alimentare e delle bevande è forse il primo a riscontrare questa tendenza di convergenza tra l’attenzione alla salute e all’ambiente. Ciò offre ai marchi una nuova opportunità per creare un legame potente, mirato e personale con i consumatori, prestando attenzione e rivolgendo il messaggio a entrambi gli aspetti nello stesso tempo.

Molti consumatori sono interessati a leggere e a informarsi sull’ambiente, inclusi i temi relativi agli imballaggi (39%), soprattutto mediante i social media. In particolare, il punto chiave è rappresentato dai prodotti naturali/bio senza additivi e anche la stagionalità gioca un ruolo importante in questo senso. In termini di categorie, i succhi 100% frutta, il latte, l’acqua confezionata, il latte di cocco e le bevande a base di piante sono i prodotti più interessanti”.

Lena Gilchrist, Client Director, Ipsos, dice:Questo progetto di ricerca è stato unico per il modo in cui ha combinato salute e ambiente, e per il modo in cui abbiamo suddiviso i consumatori in base ai vari livelli di convergenza tra le due aree. I sei gruppi hanno motivazioni e limiti differenti e si affidano a fonti di informazione diverse. Ne consegue che è necessario un approccio mirato per comunicare con ciascun gruppo. Mentre alcuni cercano informazioni autorevoli provenienti da fonti scientifiche, altri si affidano ai pareri degli amici e ai social media”.

Nutri-score, la controversa etichetta a semaforo arriva anche in Belgio

Il logo Nutriscore.

L’etichetta a semaforo Nutri-score che dà i voti agli alimenti classificandoli in più o meno salutari, già adottata l’anno scorso in Francia (leggi Parte in Francia Nutri-score, l’etichetta a semaforo: un danno per il Made in Italy?), arriva anche in Belgio. Il ministro della salute federale Maggie De Bock come anticipato da The Brussles Times ha dato – è il caso dk dirlo – semforo verde , anche se l’adozione per ora rimane volontaria. Ma il ministro cladeggia. Da parte loro le sue maggiori insegne Delhaize e Colruyt, hanno già adottato il sistema, approvato anche dall’organizzazione dei consumatori Test-Achats. L’etichetta fornisce un’indicazione che va dalla A (verde scuro) alla E (rosso) che dovrebbe riflettere in che misura un prodotto alimentare contribuisce a una dieta sana.
Meno entusiasta l’industria alimentare, che avrebbe dichiarato che la maggior parte dei produttori non utilizzerà l’etichetta.

Il Nutri-Score si basa su un calcolo del contenuto di zucchero, sale, grassi saturi e calorie che per molti (compresa la nostra Coldiretti) è a dir poco semplicistico. Molto cavalli di battaglia della sanissima dieta mediterranea ad esempio si guadagnano punteggi scrasi tendenti al rosso, tra questi l’olio EVO, il parmigiano e il prosciutto. Da consumare cum grano salis, ma che sarebbe un delitto (per il gusto, quanto meno) eliminare dalla dieta.

I dubbi sull’industria alimentare processata sono comprensibili: sono già obbligati ad elencare gli ingredienti e le loro proporzioni, ma le informazioni sono in caratteri minuscoli e potrebbero essere inintelligibili per la maggior parte dei laici, specialmente quando ingredienti come gli zuccheri sono elencati sotto diversi nomi in modo che le quantità appaiano più piccole di quelle che sono.

“Il codice colore è troppo semplicistico”, ha detto il portavoce di Fevia, la federazione dell’industria alimentare, Nicholas Courant. “Non tiene conto delle esigenze individuali. Potete immaginare che un atleta di 25 anni abbia requisiti diversi rispetto a un pensionato. Ma questo sistema non tiene conto di ciò. E ha anche aggiunto. “Pensate al nostro cioccolato belga, un prodotto di cui siamo giustamente fieri. Vogliamo davvero attaccare un segnale di avvertimento rosso sulla confezione?”

Metti una dietista al supermercato… nasce info.food, servizio gratuito di Coop 

La dietista Paola Villata alla presentazione del servizio.

Il punto vendita diventa sempre più luogo dove usufruire di servizi oltre che fare semplicemente la spesa: un ulteriore passo in questo senso arriva da Nova Coop che dal 16 aprile, all’interno degli Ipercoop di Torino, Chieri e Collegno, lancia info.food, il primo servizio gratuito e continuativo in Italia di consulenza nutrizionale rivolto ai soci e ai consumatori.

Una esperta dietista affiancherà la clientela fornendo consigli, informazioni e suggerimenti sul tema della corretta alimentazione e del benessere. Il servizio è promosso da Nova Coop, da sempre attenta ai temi della salute e del benessere, in coerenza con i propri valori aziendali e con il suo impegno nel sociale.

I dietisti, presenti presso i punti vendita, saranno a completa disposizione dei consumatori per affiancarli nella scelta di prodotti e alimenti che rispondano alle esigenze di alimentazione corretta e consapevole e per fornire consigli e informazioni. L’obiettivo del servizio è quello di migliorare l’abilità delle persone nel compiere scelte ponderate di consumo e aiutare le famiglie a promuovere stili di vita salutari.

“È la prima volta che in Italia parte un progetto di questo tipo – dichiara Silvio Ambrogio, Direttore Politiche Sociali e Relazioni Esterne Nova Coop –. Nova Coop è una cooperativa che fin dal proprio statuto si propone non solo di vendere merce di qualità a un giusto prezzo, ma anche di tutelare e informare i consumatori. Non dobbiamo infatti dimenticare che è soltanto con una buona alimentazione e con corretti stili di vita che possiamo stare bene oggi e prevenire patologie”.

 

Allarme obesità: alimentazione sul banco degli imputati

L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) considera la cattiva alimentazione un problema drammatico e una delle cause principali dei problemi di salute pubblica per le aree più ricche e sviluppate del pianeta.  E non è una questione che riguarda solo gli altri: in Italia, secondo una ricerca condotta recentemente da “Okkio alla Salute”, progetto di monitoraggio sostenuto dall’Istituto Superiore della Sanità su di un campione composto da 48.400 genitori e 48.900 bambini di oltre 2.600 classi su tutto il territorio nazionale, il 21,3% è in sovrappeso e il 9,3% è obeso. In Italia un bambino su 3 ha un peso che supera i limiti raccomandati per la propria età.

“L’obesità sta assumendo sempre più i contorni di una vera e propria epidemia a livello mondiale e l’Italia non fa certo eccezione, soprattutto in età pediatrica dove la situazione è preoccupante – afferma Andrea Pezzana, Direttore della Struttura di Dietetica e Nutrizione Clinica presso l’Ospedale San Giovanni Bosco  Asl Torino -. Sebbene la tendenza sia in miglioramento rispetto a dieci anni fa questo non basta ancora, occorre sensibilizzare la popolazione circa i rischi che corrono le persone in sovrappeso e quelle obese e non bisogna sottovalutare le situazioni nella loro comparsa iniziale. Ritengo che prevenire, informare e promuovere scelte alimentari consapevoli e stili di vita corretti siano oggi le strade migliori da percorrere per diffondere una cultura della salute sempre più indispensabile. Questo servizio va proprio nella direzione di creare un’alleanza tra soggetti diversi per affiancare le persone nel preciso momento in cui scelgono che cosa mettere nel proprio carrello e portarlo in tavola”.

Info.food si avvarrà per la copertura del servizio in via sperimentale anche della collaborazione del Corso di laurea in Dietistica della Scuola di Medicina dell’Università degli Studi di Torino attraverso un progetto formativo che coinvolgerà gli studenti del terzo anno del corso di studi. L’obiettivo delle attività dei nostri studenti – spiega Graziella Xompero, coordinatore del Corso di laurea in Dietistica – sarà collaborare alla promozione della sicurezza alimentare e di scelte di consumo consapevoli per migliorare lo stato nutrizionale e minimizzare il rischio d’insorgenza di patologie dell’alimentazione, oggi sempre più diffuse. L’inserimento della figura dell’esperto-dietista all’interno di un punto vendita della grande distribuzione organizzata rappresenta una novità per l’Italia che speriamo possa essere apprezzata dai consumatori e diventare presto una professionalità comune all’interno dei supermercati”.

 

Sorpresa: gli studenti italiani amano il cibo sano e naturale (ma i cinesi di più)

Junk food? No grazie: alimentarsi in maniera sana è diventata una priorità anche per gli studenti universitari, soprattutto quelli italiani. Che nei loro pasti tra una lezione e l’altra puntano sulla salubrità dei cibi, sulla varietà e sul gusto anche grazie a una maggiore offerta rispetto a un tempo. Anche se soprattutto in Europa molti giovani prediligono ancora il classico pranzo in famiglia, cucinato dalla mamma.

È il risultato del sondaggio di Sodexo, società internazionale di servizi, che ha intervistato oltre 4mila studenti in sei Paesi del mondo (Cina, India, Italia, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti) sulle abitudini alimentari. E sono molte le scelte nelle quali gli italiani si distinguono rispetto ai colleghi degli altri Paesi.

La prima cosa che si nota è che i giovani italiani sono particolarmente attenti alla qualità di quello che mangiano: l’87% dei nostri connazionali è consapevole dell’importanza di alimentarsi in maniera sana. Per il 26% è addirittura un aspetto fondamentale, mentre per il 61% è semplicemente importante senza ossessioni. Solo i cinesi sono più sensibili di noi a questo aspetto (90%), mentre dietro di noi ci sono spagnoli (84%), indiani (84%), americani (80%) e inglesi (78%). Specularmente solo l’1% degli italiani non si cura affatto di ciò che ingerisce (percentuale che sale al 3% per gli statunitensi e addirittura al 4% per i britannici).

Non sorprende invece che gli italiani siano i più legati alla famiglia: il 57% consuma cibi preparati a casa (americani e inglesi sono al 46%). Il 35% degli italiani mangia all’interno dell’università, molto più del 19% di spagnoli e indiani e del 6% dei cinesi. Il cibo è sempre importante per noi: per risparmiare in pochi sono disposti a saltare un pasto (10%), mentre molti di più preferirebbero rinunciare a un’uscita con gli amici (43%), a un hobby (33%) o a riscaldare casa (13%). Eppure ben pochi tra gli studenti del Belpaese sembrano interessati a imparare a cucinare: solo tre su dieci, molto meno di americani (42%) e indiani (39%).

«Non sorprende – spiega Franco Bruschi, head of Schools&Universities segment med region di Sodexo – che dove e cosa mangiano gli studenti vari in funzione della cultura e delle strutture; sappiamo infatti quanto diverse siano le abitudini alimentari nelle varie parti del mondo Il nostro sondaggio ha rivelato che meno della metà degli studenti consuma il pranzo all’interno del campus, presso un ristorante, caffè o negozio dell’università».

Un altro aspetto che emerge dal sondaggio e che non riguarda solo l’Italia è che gli studenti di tutto il mondo sono molto sensibili agli aspetti etici del cibo. Se il 44% di loro si aspetta di trovare cibi a basso contenuto calorico, privi di allergeni e vegani/vegetariani nei locali e nei negozi dell’università, quasi un terzo degli studenti sarebbe disposto a pagare di più per prodotti equosolidali mentre per un terzo conta di più spendere poco.

«Negli ultimi anni – dice Paola Palestini, professoressa di Biochimica, coordinatore del master Ada, Alimentazione e dietetica applicata e membro del Presidio della qualità didattica presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca – è cresciuta la consapevolezza, soprattutto nei più giovani, che alimentarsi in modo sano è un importante investimento a lungo termine per il mantenimento di un buono stato di salute. Questa nuova consapevolezza non è solo italiana, come ci si potrebbe aspettare in quanto culla della dieta mediterranea e di una biodiversità agricola di alta qualità, ma è presente, anche se in percentuali minori, in Paesi dove questi presupposti sono poco presenti come USA e Inghilterra. Quello che mi ha sorpreso in questo sondaggio è che gli studenti cinesi sono quelli a cui maggiormente interessa mangiar sano e cercano cibi a basso contenuto calorico, prodotti equosolidali, di origine locale e sostenibili».

Foto di Jacek Dylag / Unsplash

Gallerie Commerciali Bennet, debutta a Cantù 2000 il centro medico Smart Clinic

Gallerie Commerciali Bennet apre a Cantù, nel centro commerciale Cantù 2000, Smart Clinic, una clinica medica.

Già nel 1993, data di apertura dello storico centro commerciale canturino, Gallerie Commerciali Bennet aveva stupito inaugurando uno dei primi multisala all’interno di un centro commerciale. Segno dei tempi, al posto del cinema apre un centro medico più consono alle necessità dell’oggi: proprio nello spazio occupato da Cinelandia, su una superficie di oltre 500 metri quadri, prende il via una clinica medica polifunzionale per visite specialistiche, prestazioni ambulatoriali, servizi diagnostici e terapeutici. Grazie alla partnership siglata con il Gruppo Ospedaliero San Donato.

Un primo assaggio in chiave ludica lo hanno avuto i piccoli clienti del centro che hanno potuto curare degli orsetti in un’ area appositamente allestita in galleria. Oltre 300 bambini si sono quindi trasformati in piccoli dottori e dottoresse.

L’ottica di Gallerie Commerciali Bennet con questa nuova apertura va nel senso dell’innovazione e dell’attenzione al territorio, offrendo servizi sempre più coerenti con le esigenze dei suoi clienti e della comunità locale.

ViviSmart arriva alla frutta, Coop, Barilla e Danone promuovono la dieta mediterranea

La frutta e le sue infinite virtù sono i protagonisti della seconda tappa del progetto “ViviSmart”, che si propone di avvicinare gli italiani a uno stile di vita più corretto attraverso la conoscenza dei vari elementi della dieta mediterranea. Un’iniziativa nata dall’alleanza tra tre colossi del settore alimentare (Barilla, Danone, Coop Italia), il mondo delle cooperative di consumatori (Coop Italia, Associazione nazionale cooperative di consumatori-Coop) e quello delle fondazioni no profit (Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition,  Fondazione Istituto Danone).  Il progetto interessa quattro città (Milano, Genova, Parma e Bari) con un bacino potenziale di utenti di 2,5 milioni, e coinvolge 1.500 bambini della scuola primaria e i loro nuclei familiari, più di 100 famiglie, 25 medici di medicina generale e 16 punti vendita.

Il viaggio iniziato con l’acqua prosegue quindi con la frutta, un vero toccasana per il nostro corpo. Ricca di antiossidanti e vitamine che difendono dall’ossidazione dei radicali liberi e di fibre che regolano l’assorbimento di zuccheri e grassi e il loro livello nel sangue, è un importante strumento di idratazione grazie all’elevatissima percentuale di acqua, vicina al 90%. Mangiare almeno tre porzioni di frutta di stagione al giorno è considerato fondamentale dai nutrizionisti.

 

Informazione, concorso fotografico e interventi in famiglia

Ma come si articola il progetto “ViviSmart”? Prima di tutto c’è uno step informativo. All’interno dei punti vendita scelti nella prima fase del programma verranno posizionate vere e proprie “stazioni” che proporranno un flusso regolare di informazione dedicate. C’è poi un concorso che mette in palio vari premi e al quale si potrà partecipare scattando una foto smart con la frutta, registrandosi sul sito www.progettovivismart.it, scaricando la app dedicata al programma. In questo modo si avranno anche sul proprio smartphone tutte le informazioni, gli approfondimenti, le notizie, i consigli dei nutrizionisti e i punti vendita che aderiscono all’iniziativa.

Il progetto “Vivi Smart” è ad alto tasso di tecnologia. Grazie alla piattaforma www.progettovivismart.it e all’’hashtag #abcdpervivismart, si conta di sensibilizzare le famiglie al tema delle abitudini alimentari, accrescendo il grado di consapevolezza in tema di alimentazione equilibrata. Il progetto pilota, che interessa cento famiglie nel periodo che va da settembre 2017 a maggio 2018, ha l’obiettivo di sviluppare un pionieristico modello di intervento che, attraverso strumenti mirati e counseling, punta a stimolare e favorire il cambiamento dello stile di vita di un gruppo di famiglie con almeno un bambino di età compresa tra i 6 e i 10 anni e con problemi di sovrappeso in almeno uno dei componenti del nucleo. I progressi saranno monitorati e valutati attraverso parametri predefiniti, da cui deriveranno preziose informazioni scientifiche.

Nel corso della prima fase del progetto “ViviSmart” verranno portate avanti le diverse iniziative di sensibilizzazione sui vari target e i medici avranno un ruolo importante nel rendere maggiormente consapevoli le famiglie delle proprie scelte alimentari. Al termine di questa fase, aBCD (l’alleanza Barilla Coop Danone) condividerà in modo aperto e trasparente i risultati ottenuti e, se questi saranno soddisfacenti, proporrà l’iniziativa a livello nazionale, tramite l’allargamento dell’alleanza ad altri partner e istituzioni, l’apertura e l’adattamento della piattaforma e dei suoi contenuti ad un pubblico più ampio.

Corsi di cucina (e di salute) da ottobre a gennaio da Tigros

Una necessità, oltre che un piacere: la buona cucina e la buona alimentazione si coniugano, com’è ormai consapevolezza comune e condivisa, e si uniscono nell’iniziativa di Tigros, che rinnova per il quinto anno consecutivo l’appuntamento con i suoi corsi di cucina gratuiti.

I corsi che si svolgeranno presso i ristoranti Buongusto di Busto Arsizio, Buguggiate e Solbiate Arno (Varese) che fanno capo a Tigros. Sono previsti 12 incontri suddivisi in quattro appuntamenti per sede, dalle 17 alle 19.

 

Cibo buono  e salutare

La nuova stagione si annuncia ricca di sapori, ma soprattutto di contenuti attuali e socialmente rilevanti come il tema delle relazioni tra abitudini alimentari e salute. Gli appuntamenti saranno dei veri e propri momenti di divulgazione di una sana cultura alimentare che aiutano a valorizzare il cibo di qualità, ad applicare regole dietetiche virtuose e a sperimentare modalità di preparazione che favoriscono il benessere e la salute.

La struttura dei corsi, al via lunedì 23 ottobre, vedrà gli chef affrontare dal punto di vista della scelta delle materie prime, delle ricette e delle tecniche di preparazione tematiche quali alimentazione e celiachia, ipertensione, disturbi cardiovascolari o alle vie urinarie in lezioni teorico-pratiche svolte in collaborazione con l’ATS Insubria – Agenzia di Tutela della Salute dell’Insubria, l’AIC Associazione Celiachia, laFondazione Iseni y Nervi e qualificati medici e nutrizionisti, cui spetterà il compito di rendere accessibili le informazioni medico-scientifiche di base.

L’iscrizione ad ogni singolo appuntamento, per cui è richiesta esclusivamente la Tigros Card (gratuita), può essere effettuata online visitando il sito www.tigros.it, oppure telefonicamente al numero verde 800 905033.

Con questa iniziativa, Tigros conferma la sua storica expertise di alimentarista sulla qualità dei prodotti, ma soprattutto dimostra concretamente la propria vicinanza alla quotidianità e all’evolversi delle esigenze della clientela, trasformando un appuntamento consolidato come i suoi corsi gratuiti di cucina in un progetto di educazione alimentare messo a disposizione del territorio.

Il programma completo è consultabile all’indirizzo Tigros è presente con 61 punti vendita nelle province di Varese, Novara, Verbano, Cusio, Ossola, Como e Milano,

Carrefour pensa alla salute dei milanesi, screening gratuiti e visite davanti al market

Un vaccino, uno screening gratuito, un consulto, perfino una visita specialistica: quelle tipiche cose anche non si ha mai temp di fare, e allora perché non cogliere l’occasione della spesa? Un “incrocio magico” reso possibile dalla collaborazione tra Carrefour market e il Centro Medico Santagostino di Milano che, fino all’11 novembre, staziona il suo Camper presso il punto vendita di via Carlo Farini a Milano, mettendo a disposizione i propri medici a tutti i milanesi che desidereranno fare uno screening gratuito. Sarà possibile inoltre fare una visita specialistica o un vaccino, su prenotazione, alle tariffe calmierate tipiche del Centro Medico Santagostino.

Svariati gli ambiti toccati, attinenti a tutte le fase della vita: ogni giorno sarà dedicato ad un diverso ambito clinico così come diversi saranno gli specialisti disponibili. Si va dalla nutrizione, ortottica per bambini fino agli 8 anni, screening per la maculopatia con test di Amsler, screening per il glaucoma e per le malattie della retina, consulenza sull’allattamento, dermatologia, odontoiatria, podologia; in aggiunta, ogni giorno sarà possibile farsi rilevare la misurazione dei parametri vitali: pressione e saturazione.

Carlo Farini è solo la prima tappa di un tour che vedrà il Santagostino Camper toccare altri Carrefour market nella città.

L’iniziativa, prima del suo genere in Italia e fortemente sostenuta da Carrefour Italia nell’ambito dei progetti #cipensamarket, testimonia l’impegno dell’insegna in ambito sociale, per rendere sempre di più il punto vendita un luogo di socialità e aggregazione per l’intera comunità urbana di riferimento. Offrendo servizi innovativi a target di clienti differenti e con esigenze diversificate (come anziani, giovani o bambini): Scopo di Carrefour Market è riqualificare, ogni giorno di più, il territorio circostante fornendo ai propri clienti servizi che vanno al di là del mero concetto di fare la spesa.

«Siamo orgogliosi – afferma Stephane Coum, direttore supermercati Carrefour Italia – di aver realizzato, per primi nel nostro settore, anche questa iniziativa per la città di Milano con un partner importante e riconosciuto come il Centro Medico Santagostino. Come Carrefour market lavoriamo quotidianamente per cercare di offrire il miglior servizio possibile ai nostri clienti e crediamo che dare loro la possibilità di tenere sotto controllo la propria salute in modo semplice possa essere anche un messaggio importante ed educativo verso l’intera cittadinanza. Un’iniziativa che rientra in una strategia ben precisa di Carrefour market, una realtà sempre più al servizio della città che a Milano si è distinta recentemente per “Estate a Casa market” dando la possibilità agli anziani rimasti in città nel mese di agosto di usufruire dei punti vendita come luoghi di divertimento, ristoro e socializzazione».

Il calendario completo è su www.cmsantagostino.it/camper

Da Walmart a Nestlé alleanza con la tecnologia blockchain Ibm per un cibo più sicuro

Ci sono i grandi nomi della filiera alimentare (da Nestlé a Walmart, da Dole a Golden State Foods, da Kroger a Tyson Foods e McCormick and Company) nel consorzio di aziende che ha annunciato la collaborazione con IBM per un progetto basato su tecnologia blockchain. Obiettivo: migliorare la trasparenza della filiera alimentare a livello globale. E quindi la sicurezza.

Ogni anno infatti una persona su dieci contrae malattie in seguito all’assunzione di cibo contaminato, e 400.000 persone muoiono per le conseguenze. Molti dei problemi critici che riguardano la sicurezza alimentare, come contagio incrociato e diffusione di patologie, sono acutizzati dal mancato accesso a informazioni e tracciabilità. L’identificazione del punto esatto dal quale si è originato il problema può richiedere settimane, con tutti i rischi legati alla sua diffusione, ai mancati introiti e allo spreco dei prodotti. Ad esempio, per identificare la fonte di contaminazione agricola in occasione di un recente caso di salmonella nella papaya sono stati necessari più di due mesi.

 

Cooperazione e tecnologia per bloccare la catena in pochi minuti

La blockchain è lo strumento ideale per affrontare tali sfide poiché definisce un ambiente fidato per tutte le transazioni. Nel caso della supply chain alimentare, tutti i partecipanti – agricoltori, fornitori, trasformatori, distributori, rivenditori, regolatori e consumatori – possono accedere alle informazioni relative all’origine e allo stato degli alimenti a ogni passo della catena. Ciò permette a tutti i componenti dell’ecosistema di tracciare velocemente, e all’origine, i prodotti che sono stati esposti a un contagio, assicurando così la rimozione dagli scaffali e fermando la diffusione di problemi sanitari.

In test svolti sia in Cina che negli Stati Uniti, IBM e Walmart hanno di recente dimostrato che la blockchain può essere utilizzata per tracciare un prodotto, dall’azienda agricola per tutti gli stadi successivi fino agli scaffali del negozio, nel giro di pochi secondi, anziché in giorni o settimane. Questi test hanno inoltre dimostrato che le parti coinvolte nell’intera supply chain alimentare globale considerano la sicurezza degli alimenti un problema di collaborazione piuttosto che un problema di concorrenza, e sono disponibili a cooperare per migliorare il sistema alimentare globale. 

Come ha spiegato Frank Yiannas, vice presidente, Food Safety, Walmart, «La tecnologia blockchain consente lo sviluppo di una nuova era di trasparenza end-to-end nel sistema alimentare globale, e ciò implica la possibilità di fare luce sui protagonisti dell’ecosistema alimentare che promuoveranno ulteriormente azioni e comportamenti responsabili. Essa permetterà inoltre alle aziende di condividere le informazioni rapidamente e con sicurezza tramite una rete potente e affidabile. Ciò è fondamentale per assicurare che il sistema alimentare globale sia sicuro per tutti».

 

Integrazione e sicurezza

Per velocizzare l’adozione di questa tecnologia – le blockchain sono già utilizzate nei più svariati settori, dalla floricultura agli immobili, dalla finanza all’istruzione, dalle assicurazioni e ai servizi medici -IBM sta per introdurre la prima piattaforma di produzione blockchain enterprise-grade totalmente integrata e sviluppata con un lavoro realizzato con oltre 400 aziende.

Ampiamente testata e pilotata, la piattaforma si occupa di numerosi punti critici delle imprese, compresi i requisiti aziendali e tecnici in materia di sicurezza, performance, collaborazione e privacy. Si basa su un’architettura che utilizza oltre il 55% dei sistemi di transazione globali attualmente esistenti. Operando nel cloud IBM, offre una protezione eccezionale dagli abusi di credenziali degli utenti interni e da malware hardware, e assicura la protezione della crittografia hardware. IBM Blockchain Platform assicura il livello di protezione 4 FIPS140-2 antimanomissione più elevato disponibile in commercio per le chiavi di crittografia. IBM non può accedere in nessun caso ai dati crittografati dell’ecosistema blockchain, neppure per decisione giudiziaria. 

Ddl concorrenza fascia C solo in farmacia, Pugliese (Conad) “Sui farmaci si torna indietro”

Passa al Senato per soli due voti (146 contro 113, con il via libera alla Manovra stabilito a quota 144) e con uno scarto di soli 33 voti il ddl concorrenza, approvato a due anni dalla nascita e dopo varie vicissitudini. Per quanto riguarda i farmaci, questione che riguarda da vicino la Gdo, i farmaci di Fascia C continueranno a essere venduti solo in farmacia, mentre è stato stabilito che le società di capitale potranno controllare le farmacie, ma dovranno rispettare un tetto del 20% su base regionale. 

«Una legge che di concorrenza ne ha ben poca, e che mostra tutta la debolezza di una classe dirigente ancora incapace di mettere in discussione le prerogative di lobby e corporazioni» è la reazione a caldo di Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad.

Con l’ingresso delle società di capitali nelle proprietà delle farmacie “Si è preferito consegnare il mercato della vendita dei medicinali alle multinazionali, piuttosto che estendere la vendita dei farmaci a carico di cittadini alle parafarmacie, dove operano farmacisti abilitati e dove oggi i cittadini riescono a risparmiare fino al 40% sui farmaci da banco” commenta Pugliese. “Una netta marcia indietro rispetto alla strada indicata dal decreto Bersani del 2006, e che comporta per giunta il rischio di affossare i vantaggi già ottenuti con la precedente liberalizzazione”.

A dieci anni dalla riforma sono state aperte circa 3.800 parafarmacie private e più di 300 corner parafarmacia nei punti vendita della Gdo.

«Anziché proseguire in questa direzione, e rompere definitivamente il monopolio delle farmacie, l’arrivo dei grandi grossisti del farmaco favorirà la creazione di un oligopolio di grandi grossisti, con dubbi effetti sulle politiche di pricing – prosegue l’ad di Conad -: Spiace dirlo, ma questa riforma segna la sconfitta della concorrenza, ed evidenzia tutta la mancanza di coraggio e la miopia della classe dirigente, incapace di fare riforme e di dare seguito a quelle intraprese. Federfarma, che fino a oggi ha sbandierato l’importanza di mantenere intatto il ‘ruolo sociale’ delle farmacie, accettando questo compromesso al ribasso svela il suo vero volto, e dimostra che il suo era solo storytelling».

Assieme ad Altroconsumo e alla Federazione nazionale parafarmacie, Conad ha lanciato la petizione Liberalizziamoci, per chiedere di estendere alle parafarmacie la possibilità di vendere tutti i farmaci il cui costo è a carico del cittadino. Fino a oggi sono state raccolte più di 170.000 firme. Una petizione che prosegue, “fino a che la nostra classe dirigente non avrà mostrato di prendere in seria considerazione le questioni che stanno a cuore al Paese reale”.

 

Le altre norme

Le altre norme riguardano la fine del mercato tutelato dell’energia elettrica e del gas, fissata per il 1° luglio 2019. Un altro stop va al monopolio di Poste sull’invio di multe e notifiche, previsto per settembre 2017.

Per l’Rc Auto sono previsti sconti per chi installa la scatola nera e per i ‘virtuosi’ che non causano incidenti da 4 anni e vivono nelle province a più alto tasso di sinistri.

Le società ingegneri e avvocati restano fuori dal controllo dell’Ordine, le seconde continuano a dover avere fra i soci, per almeno due terzi del capitale sociale, avvocati iscritti all’albo.

Per costituire srl semplificate servirà l’intervento del notaio. Non è passata la possibilità di farlo solo mediante scrittura privata.

Incontra le richieste degli albergatori la norma ‘Booking’ che vieta il ‘parity rate’. Gli albergatori potranno praticare prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli offerti anche online.

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