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Anna Muzio

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Pam amplia l’assortimento bio, arrivano piantine aromatiche e monoporzioni

Pam Panorama punta al bio ampliando la gamma delle sue referenze MDD: tra le ultime novità dell’assortimento i triangolini di mais in monoporzioni, le birre biologiche blanche e bionde, una vasta gamma di prodotti studiati per la colazione, dal riso soffiato integrale alla granola con frutta secca, le esclusive referenze pet food biologiche a marchio Zóa e i prodotti per la cura della casa della linea Eco, grande novità dell’ultimo anno.

Da novembre, in tutti i punti vendita sarà anche disponibile una selezione di piantine aromatiche a marchio Bio Pam Panorama, perfette per dare un tocco di sapore ai propri piatti: il basilico per un pesto home-made, il coriandolo per vellutate dal gusto esotico, il timo per insaporire risotti e secondi piatti a base di carne o pesce e, infine, il rosmarino, per impreziosire arrosti e verdure al forno. Le piantine sono in vendita in pack completamente biodegradabili, dal vaso al film di confezionamento.

Inoltre, per far fronte alla stagione fredda, soddisfare il bisogno di praticità e al tempo stesso la ricerca di benessere e gusto, Pam Panorama è il primo ad aver introdotto in tutti gli store le zuppe fresche Bio in comodi bicchieri monoporzione. Sono cinque le referenze disponibili, studiate per incontrare i gusti e le necessità di ognuno: dal classico passato di verdura, alla crema di patate e porri per un pasto più sfizioso, fino alle zuppe ricche di verdure e cereali quali la quinoa, l’orzo, il farro e il riso rosso. Con l’autunno, inoltre, cresce anche l’offerta di legumi secchi Bio di origine 100% italiana, ideali per creare la propria zuppa o vellutata, oppure per preparare contorni all’insegna del benessere.

Novità anche sul ftonte non food grazie alla linea Arkalia Bio, che presenta otto nuove referenze pensate per una beauty routine tutta naturale: le salviette struccanti disponibili in due formati, due bagnodoccia, al cocco e all’Argan per garantire la massima idratazione, due shampoo con una formulazione specifica per i capelli grassi e per quelli fragili e due prodotti per l’igiene intima.

Tra i progetti ancora in sviluppo c’è poi una linea a marchio interamente dedicata all’alimentazione dei più piccoli, per portare sulle tavole la qualità dei prodotti Pam Panorama fin dallo svezzamento.

“Siamo orgogliosi che il nostro assortimento biologico continui a crescere, sempre nell’ottica di soddisfare le esigenze mutevoli dei consumatori. Infatti, ogni giorno siamo impegnati a instaurare collaborazioni con fornitori certificati e di qualità, fedeli al nostro obiettivo di offrire sempre il meglio a prezzi convenienti – ha spiegato Fulvio Faletra, Direttore Customer Engagement Pam Panorama -. Oggi abbiamo più di 200 referenze Bio, ma nel futuro ci piacerebbe riuscire a coprire sempre più, con il nostro assortimento, tutti i momenti della giornata.”

Tre nomine italiane per lo sviluppo di Sanpellegrino

Sono tutte italiane le nuove nomine ai vertici di Sanpellegrino, che vanno a rafforzare la struttura organizzativa in vista dello sviluppo del business in Italia e Sud Europa. A Federico Sarzi Braga, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Sanpellegrino, è stato dato l’incarico, appunto,  di sviluppare la regione Sud Europa. Il manager, milanese, 46 anni, manterrà le sue funzioni in Italia e assumerà anche la carica di Head Nestlé Waters South Europe con la responsabilità del mercato spagnolo, svizzero e greco. Profondo conoscitore del settore beverage, Sarzi Braga applicherà le sue comprovate competenze a livello internazionale per far crescere l’azienda e creare valore in tutta l’area di riferimento.

Entrato in Sanpellegrino nel 2000 in qualità di Senior Brand Manager, ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità prima di trasferirsi a Parigi nel 2005, con l’incarico di Head of Marketing per Nestlé Waters Europe. Nel 2008 è tornato in Italia in qualità di Head of the Italian Business Unit per poi spostarsi in Gran Bretagna nel 2014 ed essere nominato Managing Director di Nestlé Waters UK, incarico che ha ricoperto per tre anni facendo crescere l’azienda a doppia cifra. Nel 2017 è rientrato nuovamente nel nostro Paese per assumere la guida del Gruppo Sanpellegrino alla quale ora affianca il nuovo incarico europeo.

“È un grande onore per me in qualità di Amministratore Delegato di Sanpellegrino e di italiano – ha dichiarato Sarzi Braga – essere stato scelto per guidare nel Sud Europa la crescita di un settore come quello delle bevande e delle acque minerali, così importanti per la salute delle persone e per lo sviluppo dei territori dove sono presenti le fonti. Sono, inoltre, orgoglioso dell’importante ruolo ricoperto dall’Italia all’interno della Regione, consolidato dalla scelta di due manager di comprovata esperienza come Stefano Marini e Giorgio Mondovì, per lo sviluppo del mercato internazionale e di quello italiano”.

Stefano Marini, milanese, 45 anni, con una carriera ventennale in azienda, è il nuovo Business Executive Officer della Business Unit Internazionale. Al manager, che ha una grande esperienza nel settore beverage in Italia e all’estero, è stato affidato il compito di rafforzare la leadership del Gruppo Sanpellegrino contribuendo ulteriormente alla crescita di S.Pellegrino e Acqua Panna, brand ambasciatori del Made in Italy, negli oltre 150 Paesi in cui l’azienda è presente.

Marini è entrato nel Gruppo nel 1999 come Product e Brand Manager, occupandosi, tra gli altri, di Levissima, Nestlè Vera, e delle Bibite Sanpellegrino. Successivamente ha ricoperto differenti ruoli in area marketing e commerciale fino a diventare nel 2012 Direttore del Generating Demand di Nestlé Waters. In questa posizione, dalla sede tedesca, ha coordinato i team marketing e vendite di diversi paesi europei gestendo lo sviluppo di un portafoglio prodotti internazionale che comprendeva S.Pellegrino, Perrier, Vittel, Buxton, Henniez e Nestlè Pure Life. Nel 2014 è tornato in Italia per gestire il business del Gruppo nel mercato domestico, ruolo che ha ricoperto fino alla nomina a Direttore della Business Unit internazionale.

Giorgio Mondovì, classe ’66, milanese d’origine ma cresciuto a San Paolo in Brasile, da più di 25 anni nel Gruppo Nestlé, è stato nominato Business Executive Officer della divisione italiana di Sanpellegrino. Il manager, con una grande esperienza nel settore food&beverage, è stato scelto per sviluppare ulteriormente i brand di acqua minerale Levissima e Nestlé Vera, le bibite e gli aperitivi sul mercato nazionale che rappresenta quasi il 50% del giro d’affari del Gruppo.

Mondovì ha iniziato la carriera in Nestlé nel 1991 ricoprendo ruoli di crescente responsabilità fino a divenire National Key Account per l’Italia. Nel 1997 è stato chiamato a Vevey, in Svizzera, per seguire lo sviluppo del marchio Buitoni per poi rientrare in Italia come Operation Manager, e assumere successivamente, nel 2002, l’incarico di Direttore Vendite dell’intera Divisione Food di Nestlé Italia. Nel 2005 è diventato Country Manager di Nestlé Malta, e dal 2010, oltre a coordinare la sede maltese, ha rivestito la carica di Business Executive Manager della Divisione Beverage, seguendo lo sviluppo dei brand Nescafé, Nescafé Cappuccino, Nescafé Dolce Gusto, Nesquik e Orzoro. Nel 2013 è passato in Sanpellegrino con la carica di Direttore della Business Unit Internazionale, incarico che ha ricoperto fino al 2018, quando il Gruppo ha deciso di affidargli sviluppo dei brand presenti sul mercato italiano. 

È alle porte di Parigi lo store Maxi Zoo numero 1500 d’Europa

Il 150° in Francia e il 1500° in Europa: il Gruppo Fressnapf, catena europea di alimenti e accessori per animali presente in Italia con il marchio Maxi Zoo, ha segnato l’importate traguardo con l’apertura del punto vendita di Pontault-Combault, alle porte di Parigi.


Era il 10 gennaio 1990 quando il fondatore Torsten Toeller aprì il primo negozio Fressnapf/Maxi Zoo a Erkelenz, una cittadina nella Renania Settentrionale – Vestfalia in Germania. Non passòmolto tempo prima che l’idea sembrasse essere destinata a fallire, ma l’allora giovane imprenditore prese una decisione tanto pionieristica quanto di successo: vendette la sua automobile e investì il ricavato nella sua impresa raddoppiando l’offerta di prodotti e dimezzando i prezzi.
Piùdi 28 anni dopo, l’apertura del 1.500° store Fressnapf/Maxi Zoo in Europa segna un importante traguardo per quell’idea di business. Il punto vendita èstato inaugurato una settimana fa a Pontault-Combault, proprio dallo stesso fondatore.
“Sono davvero grato e orgoglioso di questo risultato. Ogni giorno piùdi 12.000 persone in 11 Paesi europei lavorano duramente per il successo dell’azienda. Con l’apertura del 1.500° store, abbiamo raggiunto un traguardo di fondamentale importanza che sottolinea il nostro sforzo per essere i numeri uno nella vendita di prodotti per animali in Europa” afferma Toeller, fondatore e proprietario.
I mercati piùimportanti per il Gruppo sono Germania, Austria, Francia e Italia. La Svizzera ha recentemente festeggiato il suo 20° anniversario, mentre l’ultimo Paese entrato nel carnet è la Polonia, nel 2012. Fressnapf/Maxi Zoo èanche presente in Ungheria, Irlanda, Belgio, Lussemburgo e Danimarca.

 

Prossime aperture: otto in Italia, cento in Europa

L’Italia èun mercato importante per il Gruppo Fressnapf. “Con piùdi 95 negozi e con un fatturato annuo di circa 100 milioni di euro, siamo una nazione importante per il Gruppo considerata la nostra forte espansione: abbiamo aperto otto punti vendita in Italia fino ad ora e ne apriremo almeno altri 10 entro la fine di quest’anno. Inoltre, abbiamo piùche raddoppiato il numero dei nostri dipendenti negli ultimi cinque anni. Circa 700 persone lavorano a tempo pieno o part-time per Maxi Zoo” dice Gianluca Di Venanzo, Amministratore Delegato di Maxi Zoo in Italia.
In totale, ben piùdi 100 nuovi store Fressnapf e Maxi Zoo verranno aperti in Europa quest’anno e si prevede di chiudere con un fatturato superiore ai due miliardi di euro, per la prima volta.

In Germania, sia la vendita in negozio sia l’online stanno crescendo molto velocemente. L’e-commerce, che attivo in Germania, Svizzera, Lussemburgo e Danimarca, saràpresto lanciato nel resto d’Europa.

Consumare preferibilmente entro… Tesco toglie l’indicazione da 100 altre referenze di ortofrutta

Tesco rimuoverà oltre un centinaio di nuove etichette di scadenza del genere “consumare preferibilmente entro” dall’ortofrutta, dopo che molti clienti hanno dichiarato che la mossa aiuterebbe a ridurre lo spreco di cibo.
Una ricerca da poco realizzata rivela che il 69% dei clienti ritiene che la rimozione delle etichette di scadenza sia una buona idea. Il 53% degli acquirenti nello stesso sondaggio afferma che la eliminazione prima delle indicazioni di scadenza faccia la differenza, aiutandoli a mantenere il cibo buono più a lungo. Le etichette con le date “best before” saranno eliminate da 116 prodotti tra cui mele, arance, cavoli e asparagi.
Le nuove referenze andranno ad aggiungersi a quelle che hanno già visto la rimozione delle date di riferimento: circa 70 linee di frutta e verdura all’inizio dell’anno.
Mark Little, responsabile della riduzione dei rifiuti alimentari di Tesco, ha dichiarato: “La rimozione delle date entro cui consumare preferibilmente un alimento è il nostro modo per rendere più facile per i clienti ridurre gli sprechi alimentari a casa, e nel frattempo risparmiare. Non è giusto che il cibo vada sprecato e faremo tutto il possibile per aiutare in questo”.

All’inizio del mese 27 dei maggiori fornitori di Tesco hanno pubblicato per la prima volta i loro dati sugli sprechi alimentari. Nel 2013 Tesco è stata la prima insegna del Regno Unito a pubblicare la quantità di cibo sprecato nelle sue attività nel Regno Unito. Oggi ha raggiunto oltre il 70% del suo obiettivo per cui nessun alimento sicuro per il consumo umano vada sprecato dai suoi negozi e centri di distribuzione britannici. Per contribuire a raggiungere questo obiettivo, i punti vendita lavorano quotidianamente con gruppi di comunità locali per ridistribuire il cibo avanzato,< arrivando a donare 30 milioni di pasti a circa 7.000 associazioni di beneficenza e comunità. Tesco collabora anche con i nostri fornitori per trovare il modo di utilizzare il maggior numero possibile di prodotti coltivati. Ad esempio, estendendo le specifiche per includere frutta e verdura di diverse forme e dimensioni o creando nuovi prodotti con materie prime che altrimenti sarebbero andate perdute (in questo modo gli avocado maturi invenduti sono utilizzati da un fornitore per produrre guacamole).

Aldi dichiara 11mila controlli l’anno sulla qualità di freschi e freschissimi

Carne italiana, uova da allevamento a terra, 115 referenze per l’ortofrutta esclusivamente da fornitori certificati GLOBALG.A.P. e un assortimento di vini provenienti da tutta Italia: sono i cardini della qualità dell’assortimento Aldi in Italia. La multinazionale tedesca ha illustrato i principi alla base del proprio impegno per offrire ogni giorno una gamma di prodotti selezionati che uniscono qualità e convenienza, dichiarando che effettua in media oltre 11.000 controlli l’anno sulla qualità dell’assortimento, tra cui assaggi e comparazioni di campioni, analisi di laboratorio e controlli giornalieri su freschi e freschissimi.

Grazie all’offerta selezionata di carni quattro volte italiane (nate, allevate, macellate e confezionate in Italia), a 115 referenze di frutta e verdura e a più di 100 vini in assortimento, ALDI si presenta come brand attento alle esigenze dei propri clienti e delle loro necessità. È per questo che sia il pollame sia i suini in assortimento sono nati, allevati, macellati e confezionati in Italia, incluse alcune referenze di pollo biologico. Per tutti questi articoli ALDI si impegna ad attuare ogni fase dei propri processi di produzione sul territorio nazionale e a garantirne la sicurezza. I controlli sulla qualità e il processo di verifiche a cui ALDI sottopone tutti i prodotti si basano su principi solidi e responsabili, supportati da regolari attività di pianificazione, attuazione e verifica.

All’interno dell’assortimento alimentare – pensato appositamente per la clientela italiana – proposto nei 41 negozi ALDI presenti attualmente nel Nord Italia, grande attenzione è stata riservata alla varietà e alla cultura enogastronomica del nostro Paese. Composta al 75% da prodotti alimentari che nascono dalla collaborazione con fornitori italiani selezionati, l’offerta complessiva di ALDI è costituita per l’85% da linee a marchio proprio e dedica ampio spazio all’ortofrutta, che consta di 115 referenze di cui il 10% di origine biologica. Tutta la frutta e la verdura di ALDI proviene da fornitori certificati GLOBALG.A.P., un protocollo che garantisce produzioni sicure per il consumatore e tracciabilità dei prodotti, inoltre verifica aspetti ambientali e sociali in tutti i processi di filiera. La qualità dell’ortofrutta ALDI viene garantita dalle analisi di laboratorio – 1.000 in un anno – e dai controlli giornalieri svolti dai collaboratori direttamente presso il magazzino, per assicurarne la qualità che li contraddistingue. Lo stesso genere di attenzione è riservata ai fornitori: i prodotti ortofrutticoli disponibili nei punti vendita ALDI vengono sottoposti a rigorosi capitolati d’acquisto per i residui di pesticidi.

L’impegno per offrire prodotti di qualità si riflette nella scelta del brand di proporre esclusivamente uova da allevamento a terra, utilizzate anche come ingrediente per la produzione di maionese, dessert da frigo, pasta fresca e secca a marchio proprio. Completano l’offerta anche uova biologiche, per i clienti che prediligono prodotti bio e da dicembre 2018 anche uova da allevamento all’aperto.

Infine la Vinoteca ALDI, caratterizzata da un’ampia selezione di vini regionali, conta 100 referenze tra vini rossi, bianchi, rosé, spumanti e frizzanti. All’interno dell’assortimento sono presenti anche prodotti di origine biologica. Nella scelta dei vini ALDI ha puntato su un’offerta italiana declinata nelle varie aree di produzione regionale e nelle principali varietà di uva. Una attenzione premiata: lo scorso 5 luglio il vino Amarone della Valpolicella San Zenone DOCG da 750 ml ha ricevuto il “Premio New Entry 2018” nella categoria Alcolici e birra, in occasione della nuova edizione dei Brands Award.

Allarme Greenpeace, oltre a pesce e acqua le microplastiche inquinano il sale da cucina

L’inquinamento dei mari arriva sulle nostre tavole: lo rivela Greenpeace che ha analizzato 39 campioni di sale da cucina riscontrando che 36 di questi, provenienti da diverse nazioni inclusa l’Italia, contenevano frammenti di plastica inferiori ai 5 millimetri, meglio noti come microplastiche. La ricerca scientifica, pubblicata sulla rivista internazionale Environmental Science & Technology, è nata dalla collaborazione tra Greenpeace e l’Università di Incheon in Corea del Sud. Dall’indagine, che ha preso in esame campioni di sale marino, di miniera e di lago, risulta che 36 campioni erano contaminati da microplastica costituita da Polietilene, Polipropilene e Polietilene Tereftalato (PET), ovvero le tipologie di plastica più comunemente utilizzate per produrre imballaggi usa e getta.

“Numerosi studi hanno già dimostrato la presenza di plastica in pesci e frutti di mare, acqua di rubinetto e adesso anche nel sale da cucina. Questa ricerca conferma la gravità dell’inquinamento da plastica e come per noi sia ormai impossibile sfuggire a tale contaminazione – ha detto Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia -. È necessario fermare l’inquinamento alla radice ed è fondamentale che le grandi aziende facciano la loro parte riducendo drasticamente l’impiego della plastica usa e getta per confezionare i loro prodotti”.

Questa ricerca, la prima condotta su vasta scala e tale da permettere un’analisi comparata della presenza di microplastiche in campioni di sale da cucina provenienti da numerose aree geografiche, ha consentito anche di correlare i livelli di inquinamento riscontrati nel sale con l’immissione e il rilascio di plastica nell’ambiente. Infatti, di tutti i campioni analizzati quelli provenienti dall’Asia hanno registrato i livelli medi di contaminazione più elevati con picchi fino a 13 mila microplastiche in un campione proveniente dall’Indonesia che, secondo studi recenti, è seconda per l’apporto globale di plastica nei mari.

I tre campioni di sale provenienti dall’Italia, due di tipo marino e uno di miniera, sono risultati contaminati dalle microplastiche con un numero di particelle compreso tra 4 e 30 unità per chilogrammo. In generale nei campioni di sale marino è stata osservata una maggiore presenza di microplastiche (compresi tra 0 e 1674 microplastiche per chilo, escludendo il campione indonesiano), seguiti dai campioni provenienti da laghi salati (compresi tra 28 e 462 microplastiche per chilo) e dalle miniere (compresi tra 0 e 148 microplastiche per chilo).

In base ai risultati della ricerca e, considerando l’assunzione media giornaliera di 10 grammi, un adulto potrebbe ingerire, solo attraverso il consumo di sale da cucina, circa 2 mila pezzi di microplastiche all’anno considerando la concentrazione media di microplastiche in tutti i sali analizzati e fino a 110 sulla base del dato italiano peggiore.

“I risultati suggeriscono che l’ingestione di microplastiche da parte dell’uomo può avvenire anche attraverso prodotti di origine marina e l’esposizione umana può dipendere dai livelli di contaminazione nelle differenti aree geografiche – spiega Kim Seung-Kyu, professore dell’Università di Incheon e autore dell’articolo -. Per limitare la nostra esposizione alle microplastiche sono necessarie misure preventive riguardo l’immissione di plastica in mare, una migliore gestione dei rifiuti in ambiente terrestre e, soprattutto, la riduzione della produzione di rifiuti in plastica”.

Nei mesi scorsi Greenpeace ha lanciato una petizione (no-plastica.greenpeace.it), sottoscritta da quasi due milioni di persone in tutto il mondo, con cui chiede ai grandi marchi come Coca-Cola, Pepsi, Nestlé, Ferrero, Unilever, San Benedetto, Procter & Gamble e McDonald’s di assumersi le proprie responsabilità, partendo dalla riduzione di contenitori e imballaggi in plastica monouso immessi sul mercato.

La Gdo si + impgnata a vari livelli per limitare l’uso delle plastiche e la vendita di prodotti contententi microplastiche (dentifrici, scrub e consmetici).

vedi Al via il bando alle microplastiche nel Regno Unito, in Italia stop dal 2020

Buon cibo e salute in scena a Milano alla 13a edizione di Golosaria

Andrà in scena tra sabato 27 a lunedì 29 ottobre negli spazi del Mi.Co – fieramilanocity la tredicesima edizione di Golosaria Milano che quest’anno ha per tema “Il buono che fa bene”.

Un tema nato per raccontare l’evoluzione del gusto nei primi 25 anni de ilGolosario: il cibo come piacere ma anche bene del corpo, anche grazie ai superfood. Ci sono poi le nuove comunità di produttori e di botteghe che cambiano volto contribuendo a tenere vive le città. Sarà il tema portante del talk show d’apertura, condotto da Paolo Massobrio e Tessa Gelisio, che vedrà la partecipazione del ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Gian Marco Centinaio.

Buono e Bene, dunque, come specchio dello “stile italiano” e del modello mediterraneo che saranno declinati a Golosaria secondo alcune suggestioni. A partire dai supercibi quotidiani, ovvero ingredienti del nostro artigianato e dell’agricoltura che, inseriti regolarmente nell’alimentazione, possono cambiare la vita. Dai cereali trasformati in farina ai formaggi a latte crudo fino a verdura e frutta, dalla Mela Rossa Cuneo, diventata anche simbolo dell’ortofrutta italiana al Macfrut, al baby frutto Nergi, alleati del benessere. Saranno il tema dell’area showcooking, dove si racconterà come il cibo sta cambiando e come noi cambiamo il nostro modo di avvicinarci alla tavola, con particolari declinazioni anche nell’Atelier dell’Arte Bianca e nello spazio dedicato alle eccellenze dei Maestri del Gusto di Torino. Nell’Agorà, il grande palco di Golosaria lunedì 29 si aprirà uno spaccato sulla ristorazione contemporanea con la premiazione dei Faccini e delle Corone Radiose del GattiMassobrio, il taccuino dei ristoranti d’Italia.‬

Quindi lo spazio dedicato ai 25 anni del Golosario; un sistema di comunicazione partito nel 1994 con poco più di 100 produttori che oggi racconta in mille pagine il gusto in modo trasversale, dalla carta al web. A Golosaria saranno riuniti più di 300 espositori di tutta Italia, fra cui alcuni storici protagonisti che, in questi 25 anni, hanno cambiato il modo di fare impresa. Golosaria però guarda anche alla nascita dei nuovi modelli, in grado di incontrare al meglio le sigenze della vita moderna. Quest’anno un focus speciale sarà dedicato anche alla bottega italiana e alla sua capacità di adattarsi allo spirito del tempo, per sopravvivere e continuare a essere una risorsa. Per questo domenica (ore 14) saliranno sul palco di Golosaria storici bottegai e giovani fondatori delle boutique del gusto per firmare, tutti insieme, il Manifesto della Bottega Italiana.‬

Uno spazio speciale sarà dedicato al formaggio, esempio di un’evoluzione che non ha mai lasciato le sue radici, ma anche di un alimento che, a sua volta, cambia in base alla materia prima. A Golosaria per la prima volta approderà FormaggItalia, il Salone Italiano dei Formaggi Artigianali che porterà, oltre a una rappresentanza unica di circa 60 produttori, con il concorso “Formaggi di Classe”.‬ Il Consorzio per la Tutela dei Formaggi Valtellina Casera e Bitto e del Consorzio Tutela Formaggio Montasio saranno presenti con show cooking e aperitivi a tema. Quanto al vino, 100 cantine italiane presidieranno l’area Wine e domenica 28 ottobre saranno premiati i Top Hundred. Un programma di wine tasting farà scoprire il potenziale enoico tricolore: un viaggio da Nord a Sud tra le etichette più rappresentative che non risparmierà anche alcune clamorose novità.‬‬

Ci sarà anche la mixology, con una speciale “isola” dove i professionisti del settore declineranno le ultime tendenze della miscelazione con una significativa rappresentanza del patrimonio liquoristico e delle firme degli spirits nostrani.

Dm drogerie mkt 10,7 miliardi di fatturato (+4,3%), altri 30 pdv previsti in Italia

Bilancio positivo e “campagna italiana” confermata per dm drogerie markt, la piùgrande catena europea di drugstore sbarcata nel Belpaese nel novembre 2017. I risultati relativi all’esercizio 2017/2018 parlano di 10,7 miliardi di fatturato (+4,3% rispetto all’esercizio precedente), con 61.721 dipendenti impiegati (2.675 in piùrispetto al 2016/17) in 3.566 punti vendita distribuiti in Germania, Austria, Italia ed Europa dell’Est (102 in piùrispetto all’anno precdente).
Proprio nei Paesi europei di espansione (tra cui l’Italia), esclusa la Germania, la crescita è particolarmente positiva all’interno dell’ultimo esercizio: a fronte di un investimento pari a 101 milioni di euro si sono registrati una crescita del fatturato del +8% e un incremento dei punti vendita del 2,4%, raggiungendo quota 1.610 drugstore. Complessivamente in Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Romania, Bulgaria, Macedonia e Italia sono impiegate 20.401 persone, con un incremento di 1.261 dipendenti rispetto all’anno precedente.

 

Italia quota 13, altri 5 entro fine anno

L’ingresso in Italia, avvenuto nel novembre 2017 con il primo punto vendita a CityLife Milano, ha visto l’apertura di 13 drugstore, distribuiti nel nord Italia, cui se ne aggiungeranno cinque entro fine anno. Il piano per il 2019 prevede una crescita nel Paese a ritmi ancora piùsostenuti con l’apertura di 20-30 nuovi punti vendita nelle regioni settentrionali e centrali e l’assunzione di oltre 200 addetti che si aggiungeranno ai 168 attuali. L’esercizio 2018/2019 prevede un investimento di circa 20 milioni di euro per consolidare la presenza sul territorio.
dm drogerie markt si èpresentata in Italia con una proposta capace di coniugare l’offerta europea che da 45 anni caratterizza il Gruppo con le richieste del mercato italiano. In assortimento prodotti per la bellezza, il benessere e la salute della persona, con un’attenzione particolare ai prodotti naturali e salutistici come alimenti bio, senza glutine o vegan, integratori alimentari e cosmetici naturali certificati, oltre ad articoli per l’infanzia, la casa e il pet care. Nei punti vendita italiani si possono trovare oltre 12.000 articoli, di cui oltre 3.000 di marche di proprieta, attualmente 24.

Un servizio di consulenza competente, prodotti di qualitàgarantita, prezzi bassi e fissi per almeno quattro mesi e punti vendita accoglienti che invitano all’incontro sono i capisald della esperienza d’acquisto dell’insegna tedesca, che ha l’ambizione di mettere al centro i bisogni della persona.
Un’attenzione che si esprime anche nel rapporto con i partner e con i propri collaboratori. Recentemente è stato siglato un accordo con i sindacati che introduce agevolazioni e flessibilitàper i lavoratori.

Vedi la nostra visita al primo store dm di CityLife

La lingerie di Victoria’s Secret arriva in Italia: il debutto a Porta di Roma

L’annuncio viene da Percassi, deus ex machina dell’ingresso dei più incominci marchi esteri nel nostro Paese: Victoria’s Secret, il marchio di lingerie più sexy del mondo, arriva in Italia con una offerta completa, che vede in primo piano la famosa linegerie indossata dalle anche più famose modelle, gli “angeli” VS.

Il primo store italiano, che disporrà dell’intera gamma di prodotti del brand VS, aprirà questo inverno a Roma presso il Centro Commerciale Porta di Roma. In partnership con Percassi.

Lo store avrà un assortimento completo delle iconiche collezioni di lingerie di Victoria’s Secret, incluse Body by Victoria, Very Sexy, Dream Angels, Bombshell, T-Shirt Bra e la linea sportiva del brand, Victoria Sport.
Accanto alla lingerie più venduta del marchio ci saranno le fragranze, le collezioni per la cura del corpo e Victoria’s Secret PINK, una linea di reggiseni, slip, articoli sportivi e prodotti di bellezza ispirati e dedicati alle ragazze in età universitaria.

Fairtrade nel mondo a 8 miliardi di euro (+8%) e 178 milioni di “premio” ai contadini (+19%)

Aumentano le vendite globali di prodotti Fairtrade: nel 2017 hanno raggiunto gli 8,5 miliardi di euro nel mondo, con un incremento del 9% ma, soprattutto, hanno assicurato un Premio di 178 milioni di euro (+19% rispetto all’anno precedente) alle organizzazioni di agricoltori e lavoratori, in aggiunta al reddito ricavato dalla vendita dei prodotti, da investire in progetti di sviluppo scelti da loro. I dati sono pubblicati nel Working together for fair and sustainable trade, il rapporto annuale di Fairtrade International.

Il quale testimonia gli sforzi dell’organizzazione del commmercio equosolidale per supportare agricoltori e lavoratori nel raggiungimento di condizioni di vita sostenibili, in un momento nel quale, ad esempio, i prezzi del caffè mondiale hanno raggiunto i livelli più bassi degli ultimi 12 anni.

Il rapporto 2017-2018 illustra il programma di sostenibilità per condividere i benefici del commercio in modo più equo: intensificare le strategie per ottenere redditi che permettano condizioni di vita dignitose e salari adeguati per agricoltori e lavoratori, rafforzare la posizione delle donne e dei giovani per guidare il cambiamento nelle loro comunità, sostenere le organizzazioni di agricoltori nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico e collaborare con partner internazionali per contribuire alla realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

 

Uk primi della classe, cacao +57%

Nel corso del 2017, Fairtrade ha lavorato con oltre 1,6 milioni di agricoltori e lavoratori in 75 Paesi, e sono circa 30.000 i prodotti a marchio FAIRTRADE disponibili in 150 Paesi. Il Regno Unito continua ad essere il più grande mercato per valore delle vendite al dettaglio, seguito da Germania e Stati Uniti, ma la maggior parte degli altri mercati Fairtrade è cresciuta a doppia cifra.

Anche i volumi di vendita dei principali prodotti sono aumentati significativamente nel 2017. In particolare, quelli del cacao del 57%. Le vendite di zucchero hanno registrato una forte crescita, del 30%, recuperando il calo significativo dovuto alla decisione dell’Unione Europea, nel 2015, di abolire i limiti sulla produzione di prodotti in concorrenza con lo zucchero di barbabietola europeo. I coltivatori di caffè hanno beneficiato di un aumento delle vendite del 15% e i produttori di banane hanno venduto l’11% in più rispetto all’anno precedente.

Le vendite dei primi sette prodotti Fairtrade.

“Crediamo che tutti gli agricoltori e i lavoratori meritino di guadagnarsi da vivere per ciò che coltivano – ha detto Darío Soto Abril, Global CEO di Fairtrade International -. Negli ultimi due anni, i cali significativi dei prezzi del caffè e del cacao sul mercato globale, che hanno gravato sugli agricoltori stessi, hanno messo in evidenza che un prezzo equo deve essere uno degli elementi chiave di un problema complessivo dei redditi dei piccoli agricoltori”.

Per le cooperative di agricoltori, Fairtrade proverà a mettere in campo una roadmap per arrivare a redditi che permettano di vivere dignitosamente, con un focus iniziale sul settore del cacao nell’Africa occidentale. Per i lavoratori delle piantagioni, invece, sono ancora in fase di sviluppo modelli applicabili per progredire verso livelli di salario sostenibili, partendo da banane e fiori.

Secondo Soto Abril, è necessario uno sforzo collettivo. “Fairtrade offre approcci per restituire più valore agli agricoltori e ai lavoratori e insieme ai governi, alla società civile, alle imprese, agli agricoltori, ai lavoratori e ai consumatori renderemo il reddito sostenibile una realtà”.

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