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Anna Muzio

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Sushi Daily nuova partenrship con i supermercati Elite a Roma

Nuova collaborazione per Sushi Daily, il chiosco di sushi presente in tanti punti vendita della Gdo, che inugura l’accordo con Elite Supermercati aprendo il primo chiosco in uno dei punti vendita romani.

Il nuovo corner ha aperto martedi 2 ottobre presso il supermercato Elite di Via di Sant’Alessandro, 380.
Elite èla catena di supermercati con 48 punti vendita in centro Italia, dove èpossibile trovare una vasta scelta di specialitàtipiche regionali e locali che si affiancano ai tesori del vasto patrimonio culinario italiano e internazionale. Un’ampia scelta di tagli di carne, la frutta e la verdura piùfresche garantite da arrivi giornalieri e una larga gamma di pesce freschissimo cui, si aggiungono le creazioni quotidiane degli Artigiani del sushi di Sushi Daily.

Con questa apertura la catena francese amplia la presenza nella capitale, dopo l’apertura del suo primo punto vendita con sedute nella nuova Terrazza Termini della stazione di Roma.

Con quasi 160 chioschi/corner sushi in tutta Italia, Sushi Daily propone un concept innovativo di Sushi Kiosk a servizio completo, a metàtra l’esposizione e lo show cooking, con prodotti di prima qualitàpreparati durante la giornata in una cucina a vista che mettono al centro dell’attenzione l’intrattenimento e, allo stesso tempo, la preparazione di un sushi impeccabile che unisce ai classici Sushi, Maki, Nigiri, Sashimi e Temaki, le ricette originali firmate Sushi Daily, dal Crunch Cali Roll al Verde Maki.

Nuovo aumento di capitale per Milkman, consegne su misura

Lavora con Easy Coop, Eataly, Nespresso, Zara e ha una sua filosofia nelle consegne Milkman, quella di adattare il servizio alle esigenze del singolo committente: e gli investitori ci credono, visto che è stato appena annunciato un nuovo aumento di capitale da 6,4 milioni di Euro sottoscritto da Vertis (lead investor attraverso il fondo “Vertis Venture 2 Scaleup”), P101 e 360 Capital Partners. L’operazione segue al deal del 2016 completato da P101, 360 Capital Partners e dal business angel statunitense Mike Brennan. 

Grazie a questi nuovi fondi, la società del “lattaio” intende accelerare il piano industriale di sviluppo, finanziando un’espansione geografica che ha l’obiettivo di arrivare, a fine 2019, a coprire tutte le più importanti province italiane per fatturato dell’e-commerce.

“Siamo entusiasti di questo nuovo ingresso di capitali che conferma ancora una volta la forza della nostra offerta. Il nostro obiettivo è aiutare i negozi online a competere grazie ad una qualità del servizio unica e distintiva e siamo felici di vedere che la nostra visione venga condivisa anche dal mercato dei capitali per l’innovazione. Il servizio è oggi il vero collo di bottiglia dello shift paradigmatico che i consumi stanno attraversando e siamo fieri di avere al nostro fianco ci siano partner consapevoli che la risposta a questa sfida è la tecnologia” ha detto Il CEO di Milkman, Antonio Perini.

La startup fondata nel 2016 è la prima azienda logistica a investire esclusivamente sulla qualità della consegna al consumatore grazie ad una tecnologia innovativa e proprietaria, coperta da brevetti internazionali, che consente di proporre alle aziende che hanno deciso di adottare l’e-commerce come canale di vendita una vasta gamma di opzioni, adattando il proprio servizio di consegna alle esigenze dello specifico committente.

Partita con un fatturato di 450 mila Euro nel 2016, l’azienda conta di chiudere il 2018 con più di 7 milioni di Euro di vendite dopo aver effettuato 400.000 consegne con un tasso di gradimento del cliente finale di 4,7 su 5

Boom di russi in Italia, moda e lusso in cima alla spesa (ma c’è anche il supermercato)

Altro che Londra, Parigi e New York, quest’estate è stata l’Italia la meta turistica dove i turisti russi hanno spesso maggiormente nel mondo: ben 8,55 miliardi di rubli (111,6 milioni di euro). Lo ha rivelato la banca Sberbank. Riservati per la maggior parte ad acquisti di vestiti e calzature.

“Il turismo russo è sicuramente un target molto interessante per la sua capacità di acquisto e per il grande amore che hanno nei confronti dell’Italia. Il nostro Paese è visto dai russi come una meta ideale per acquistare fashion, luxury e molti altri prodotti del Made in Italy, che connotano il Belpaese nel mondo. Ovviamente i russi scelgono l’Italia per la sua bellezza, per la relativa vicinanza e l’accoglienza italiana. Secondo il rapporto ENIT 2017 i russi preferiscono alloggiare in hotel a 4 o 5 stelle e amano un’esperienza a tutto tondo all’estero inquadrabile pienamente nello Shopping Tourism. Inoltre i russi tendono a tornare più volte in Italia nel corso degli anni, e dunque avendo una certa familiarità con il Paese e la cultura” dice Giulio Gargiullo, esperto del mercato russo:

I dati di eMarketer sottolienano come nel 2018 il turismo digitale del gigante slavo raggiungerà gli 11 miliardi di dollari, con una crescita costante di anno in anno e una tendenza dei russi a prenotare sempre più spesso  hotel, tour e biglietti aerei direttamente online.

I russi nei mesi da giugno ad agosto 2018 hanno registrato una minore presenza nel Belpaese secondo Global Blue (-9%) rispetto al 2017 e hanno registrato uno scontrino medio di 799 euro. Sempre secondo Sberbank quest’estate all’estero hanno speso 1.830 milioni di euro: il 14% in vestiti, il 6,2% in spese al supermercato e il 5,8% al ristorante.

Spreco: un terzo dei pacchi spediti viaggia in scatole grandi il doppo del necessario

Una nuova frontiera nella lotta allo spreco guarda sempre più al packaging e alla logistica: oltre un terzo (per la precisione, il 34%) delle grandi aziende di commercio al dettaglio in tutto il mondo ammette che i loro prodotti vengono spediti in pacchi grandi il doppio del necessario. Lo ha rivelato una ricerca di DS Smith, che sottolinea la stupefacente quantità di “vuoto” spedito nel mondo a causa delle confezioni non ottimizzate.

Il rapporto, intitolato The Empty Space Economy (L’economia dello spazio vuoto), mostra che l’impatto ambientale stimato della spedizione di spazi vuoti è significativo, con almeno 122 milioni di tonnellate di CO2 emesse (inutilmente) ogni anno, pari alle emissioni annue di anidride carbonica di Belgio, Pakistan o Argentina.

Nonostante ci sia la possibilità di ridurre significativamente i costi di spedizione e le emissioni di CO2, sembra che i manager non considerino la riduzione gli spazi vuoti nel packaging come una priorità assoluta. Solo il 36% degli interpellati aveva condotto una verifica dello spazio vuoto nella confezione dei propri prodotti, e solo un terzo (34%) aveva preso in considerazione il passaggio a una soluzione di imballaggio più ottimizzata.

“La rimozione di ciò che è effettivamente “spazio vuoto” si tradurrebbe in miliardi di euro di potenziale risparmio nei costi di spedizione, che sono attualmente trasferiti al consumatore – ha dichiarato Alessandro Fulvi, DS Smith Packaging Marketing Director -. Con l’evolversi della maturità dell’acquirente di e-commerce, non è più accettabile limitarsi a consegnare le merci in tempo e senza danni. L’imballaggio in eccesso e lo spazio vuoto all’interno di un cartone consegnato frustrano il consumatore e creano un’esperienza negativa del marchio”.

“La chiave, come tutto ciò che è legato alla catena logistica, è quella di guardare la sfida in modo olistico. È necessario concentrarsi maggiormente sull’ottimizzazione della confezione del prodotto presso la fonte di produzione e, successivamente, a livello di centro di evasione ordini”.

DS Smith ha sviluppato “Made2Fit”, un sistema di confezionamento automatizzato che elimina lo spazio vuoto e riduce significativamente i movimenti del prodotto che possono causare danni.

È possibile scaricare l’intero rapporto a questo indirizzo: https://www.strategic-packaging.com/download-whitepaper-the-empty-space-economy

Cresce Aspiag Service, per tre nuovi Eurospar investiti oltre 15 milioni di euro

Con oltre 15 milioni di euro di investimenti e 118 nuove assunzioni Aspiag Service, concessionaria Despar per l’Emilia Romagna e il Triveneto, consolida la sua presenza con l’inaugurazione di tre supermercati nel mese di settembre: si tratta di tre Eurospar, insegna che identifica i punti vendita urbani di medie dimensioni.

Il primo ha aperto i battenti giovedì 6 settembre a Modena in Via Nonantolana; esattamente una settimana dopo è stata la volta di Caerano di San Marco, in provincia di Treviso; per finire il 27 settembre con l’inaugurazione della seconda filiale di Aspiag Service nella città di Ravenna in Via Romea Sud.

I tre supermercati, tutti costruiti ex novo, rispettano in pieno il format Eurospar messo a punto da Aspiag Service nel corso degli anni, a cominciare dalla pianta regolare con ampie vetrate, che alleggeriscono la facciata danno visibilità dall’esterno e consentono di mixare la luce naturale con l’illuminazione (full-led ad alta efficienza) all’interno del punto vendita.

 

Impronta green

Gli edifici sono in classe energetica A3, che certifica il più alto livello di efficienza. Un piccolo impianto fotovoltaico fornisce parte dell’energia elettrica necessaria al punto vendita: il resto, come per tutti i negozi di Despar in Triveneto ed Emilia Romagna, è energia certificata verde.

Il calore prodotto dai banchi frigo è interamente recuperato, in parte per la produzione di acqua calda a uso sanitario, e in parte per la climatizzazione: un impianto ad alta efficienza energetica in pompa di calore reversibile (caldo / freddo) fa sì che i negozi non abbiano nessuna centrale termica e linea di adduzione del gas. L’impianto di refrigerazione alimentare è “transcritico”: in poche parole, grazie all’uso di CO2, è più efficiente ed ecologico.

Gli impianti sono controllati 24 ore al giorno grazie a un sistema di telegestione e controllo da remoto, che tiene monitorato il consumo energetico e rileva in tempo reale anche eventuali malfunzionamenti (che potrebbero per esempio portare a un’interruzione della catena del freddo).

Tutto l’arredo interno dei punti vendita, infine, è in legno certificato FSC, proveniente da foreste gestite in modo sostenibile.

I tre Eurospar, che seguono lo stesso format, differiscono per superficie: quello inaugurato a Modena è il più piccolo, con un’area di vendita di 935 metri quadri servita da 8 casse (di cui 4 automatiche). A Caerano di San Marco (TV), la superficie di vendita raggiunge invece i 1.570 metri quadri, sempre con 8 casse. Poco più piccolo l’Eurospar a Ravenna: 1.499 metri quadri, con 9 casse.

L’investimento complessivo per la realizzazione dei punti vendita e delle infrastrutture connesse supera i 15 milioni di euro, e ha portato all’assunzione di 118 persone, su un totale di 145 collaboratori

“Puntiamo molto sulle strutture di medie o piccole dimensioni, ben integrate nel contesto e gestite in modo sostenibile – ha detto Francesco Montalvo, Amministratore Delegatodi Aspiag Service -. Siamo consapevoli che le attività della grande distribuzione hanno un impatto significativo sul territorio e sulle città in cui viviamo e lavoriamo. Per questo ci siamo dati come priorità quella di inserirci nel territorio rispettandone le esigenze, tutelando l’ambiente e crescendo in sintonia con le comunità locali”.

Nelle prossime settimane, i tre nuovi Eurospar saranno inseriti nel progetto di cessione della merce non più commercializzabile ma ancora commestibile o utilizzabile che già coinvolge tutte le filiali gestite direttamente da Aspiag Service nella sua area di attività.

Nel 2017, questo progetto ha consentito di prevenire lo spreco e rimettere virtuosamente in circolo prodotti alimentari per un valore di quasi 6 milioni di euro, permettendo a oltre 200 Onlus locali di produrre oltre due milioni di pasti per persone in difficoltà.

Lidl sempre più etica: entro fine 2018, il 100% di prodotti alimentari conterrà cacao certificato

Punta sulla sostenibilità ambientale e l’eticità dell’offerta Lidl Italia che, dopo il recente annuncio di ridurre del 20% l’utilizzo di plastica entro il 2025 e la messa al bando dei prodotti monouso come bicchieri, piatti e posate dello stesso materiale, annuncia che entro la fine del 2018 tutti i prodotti in assortimento fisso a marchio proprio contenenti cacao utilizzeranno solo materia prima certificata.

Il 100% del cacao contenuto dunque nei prodotti alimentari avrà almeno una delle seguenti certificazioni: UTZ e Rainforest Alliance, Fairtrade o agricoltura biologica. L’obiettivo vale per i prodotti a marchio proprio in assortimento continuativo. L’obiettivo è quello di stimolare modelli di consumo più consapevole e diffondere una cultura di rispetto di elevati standard sociali e ambientali

Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda tedesca collabora strettamente con due organizzazioni ampiamente riconosciute e attive. UTZ e Rainforest Alliance sono due organizzazioni che, da gennaio 2018, hanno unito le forze per affrontare insieme alcune delle sfide come deforestazione, cambiamento climatico e povertà. La nuova organizzazione, Rainforest Alliance, vuole creare un sistema di agricoltura sostenibile che aiuti gli agricoltori, le comunità forestali, i lavoratori e le loro famiglie ad avere un reddito equo e a salvaguardare le risorse naturali, l’ambiente e la fauna selvatica. Tra i prodotti dell’assortimento Lidl contenenti cacao che già vantano il sigillo UTZ o Rainforest Alliance Certified ci sono biscotti, cioccolato, croissant e dessert.

Fairtrade è un’organizzazione globale che, attraverso il ben noto marchio di certificazione (il cerchio tondo nero verde e blu), si propone di garantire migliori condizioni di vita ai produttori dei Paesi in via di sviluppo. Il suo obiettivo è quello di supportare i produttori più svantaggiati, rendendoli capaci di entrare nel sistema commerciale in condizioni di trasparenza e correttezza e migliorando così i loro standard di vita. Alcuni prodotti dell’assortimento Lidl che possono già vantare il sigillo Fairtrade Cocoa Program sono tavolette di cioccolato e prodotti da ricorrenza.

Il documento di posizione completo sulla politica di acquisto di Lidl Italia in merito al cacao è liberamente consultabile cliccando qui

 

Esselunga apre a Vimercate il 158° store, con drive

Un superstore Esselunga tutto nuovo debutta a Vimercate: il negozio, con 4.600 metri quadri di superficie di vendita, èdotato di un ampio parcheggio in grado di ospitare circa 900 autoveicoli e impegna al suo interno 156 addetti. con l’assunzione di 30 persone della zona.

L’Esselunga di Vimercate, 158° negozio della catena, èla seconda apertura del 2018, dopo quella di Pistoia Porta Nuova dello scorso 19 settembre; l’architettura del nuovo negozio, realizzato dallo Studio Nonis, ricorda quella originale dell’architetto Ignazio Gardella.
Lo storico negozio di via Toti fu inaugurato il 31 agosto 1972; oggi in Brianza Esselunga èpresente con altri 10 negozi: Monza (viale Libertà, via Buonarroti e San Fruttuoso), Arcore, Desio, Lissone, Macherio, Paina di Giussano, Seregno, Varedo.

 

Nuovi servizi, dal drive alla parafarmacia

Nel nuovo negozio di Vimercate i clienti troveranno importanti novità il servizio Clicca e vai per il ritiro gratuito, direttamente in macchina, della spesa ordinata via web senza costi aggiuntivi né limiti di spesa; la parafarmacia con la presenza di farmacisti qualificati; il Bar Atlantic di nuova generazione, già presente in 90 negozi Esselunga. Saràa disposizione anche lo spazio bimbi gratuito e gestito da personale specializzato.
I clienti disporranno di tutti i reparti che hanno contribuito al successo del marchio Esselunga: frutta e verdura sfusa e confezionata con un’offerta di oltre 500 prodotti; pescheria, con personale dedicato che offre pesce fresco giàpulito; macelleria con banco assistito; gastronomia e un vasto assortimento di vini con oltre 700 etichette. Nel negozio di Vimercate troveremo anche la panetteria con oltre 20 varietàdi pane fresco sfornato per l’intera giornata, pizze e focacce. Alle casse, la tecnologia di Esselunga per snellire e gestire in autonomia la spesa prevede moderne casse self-scanning e self-payment con utilizzo di lettore.

Lo store presenta avanzate soluzioni tecniche per l’ambiente, come la certificazione in classe energetica A che permette di evitare sprechi di energia e di compiere scelte sostenibili.

Nell’ambito dei lavori per l’apertura, Esselunga ha riqualificato l’area circostante apportando notevoli miglioramenti sulla viabilitàe lungo la sp2 Monza-Trezzo: le vie Falcone e Borsellino e della Costituzione, unitamente ai nuovi innesti sulla strada provinciale, porteranno benefici al traffico liberando l’attuale rotatoria.

Kiabi cerca addetti per il nuovo store di Napoli, l’11 ottobre è Job Dating

KIABI sbarca a Sud e arriva a Napoli: per il nuovo store l’azienda di abbigliamento francese della famiglia Mulliez, che possiede anche il gruppo Auchan, è alla ricerca di addetti. Che saranno selezionati giovedì 11 ottobre con il KIABI Job Dating

L’azienda è alla ricerca di circa 20 risorse per il prossimo store che inaugura nel cuore di Napoli, in stazione centrale: in Italia, per la prima volta, arriva in centro città.

Il KIABI Job Dating è in programma presso Cisterna Café&Bistrot in via Cisterna Dell’Olio, 6/A 80134 Napoli. Dalle 16 alle 22 i ragazzi interessati dovranno presentarsi nel locale e, curriculum alla mano, convincere KIABI di essere il candidato perfetto, il tutto in soli 7 minuti.

Il KIABI Job Dating è nato dall’idea dai famosi speed date americani, i colloqui al buio nei quali, in meno di 7 minuti, è possibile incontrare l’anima gemella. Ragazzi giovani, studenti o neolaureati, con una forte passione per la moda si potranno conquistare il proprio ruolo all’interno del nuovo team superando una prova di recruiting davvero unica. Si cerca una squadra capace di esprime i valori stessi del brand: emozione, divertimento, unicità e professionalità.

L’azienda di abbigliamento continua a investire nella formazione e nella crescita dei propri collaboratori e, grazie ad appuntamenti come questo, offre concrete opportunità di lavoro.

A ogni partecipante al Job Dating sarà offerto un drink, per concludere la serata nel migliore dei modi.

Sono solo merendine… ma le nostre sono più sane: lo studio comparato di Aidepi

Foto: Credits Brambilla & Serrani.

Ci ricordano tanto la nostra infanzia ma sono anche lo spauracchio dei nutrizionisti, ma la verità è che si fa presto a dire “merendina”: a volte la distanza tra un prodotto e l’altro è davvero grande. Dentro, ma soprattutto fiori dai confini nazionali, che per quanto riguarda i consumi alimentari sono spesso ancora come una sorta di Muraglia Cinese. È ciò che vuole dimostrare il primo studio comparativo commissionato dall’AIDEPI, Associazione Industriali del Dolce e della Pasta Italiani, alla Fondazione Italiana per l’Educazione Alimentare (FOODEDU), che ha analizzato lo scenario della merenda confezionata di Usa, Inghilterra e Italia, confrontando le caratteristiche nutrizionali di 10 merendine tra le più significative vendute sugi scaffali della Gdo nei tre Paesi.

Rilevando grandi differenze, a partire dalla porzione, che dovrebbe dare, invece, il nome al prodotto. Se la merendina italiana, come dice la parola stessa, è ha un peso medio di 34 grammi, non si può dire altrettanto delle sue lontane parenti d’oltremanica (66 grammi) e a stelle e strisce, (81 grammi), dunque anche più del doppio.

Ma i prodotti italiani sono diversi dal punto di vista dell’apporto nutrizionale e del contesto sociale e dietetico in cui vengono consumati rispetto a ceò che succede nei Paesi anglosassoni, e spesso provoca accorati allarmi dietetici.

Erede su grande scala della tradizione dei dolci fatti in casa dalla nonna, la merendina italiana oltre alla porzione più piccola contiene 5,7 grammi di grassi, dei quali solo 2,1 grassi saturi, 9 grammi di zuccheri, per un contenuto calorico a porzione pari a 136 kcal. Ovvero tra il 5% e il 10% del fabbisogno calorico giornaliero della merenda dei bambini dai 7 ai 12 anni, dato che è in linea con le raccomandazioni fornite dalla società italiana per la Nutrizione Umana (SINU) nel suo documento di indirizzo Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana – L.A.R .N.  

Al confronto una merendina inglese,  anche in virtù di un peso maggiorato della porzione del +94%, comporta l’assunzione di quasi 12 grammi di grassi (il doppio rispetto all’Italia), dei quali 5,2 grassi saturi, ma soprattutto 19 grammi di zuccheri (anche qui il doppio rispetto a noi) e ben 251 kcal.

Ancora peggiore la situazione per le superprozioni USA, che contengono 16 grammi di grassi, dei quali quasi 6,6 grassi saturi (3 volte le merendine italiane), circa 26 grammi di zuccheri e 344 kcal (2 volte e mezzo più delle nostre merendine).  

 

In 10 anni meno grassi saturi, zuccheri e calorie ridimensionati

C’è da dire che negli ultimi 10 anni l’industria dolciaria italiana, grazie a un impegno “volontario” condiviso con il Ministero della Salute, ha ridotto nelle merendine il contenuto di zuccheri (-30%), grassi saturi (-20%) e contenuto calorico (-21%), eliminando completamente gli acidi grassi trans e superando addirittura gli obiettivi prefissati con il Ministero. Un risultato reso possibile anche grazie all’innovazione di prodotto in cui l’industria delle merendine investe circa il 2% del suo fatturato (20 milioni di euro) e che nell’ultimo anno ha visto crescere i prodotti delle linee benessere (senza grassi e zuccheri) di circa il 9%.

“Dallo studio – afferma Evelina Flachi, nutrizionista a Presidente della FOODEDU – è emerso con soddisfazione che le merendine italiane, oltre ad essere proposte in porzioni più piccole, contengono ingredienti qualitativamente più rispondenti alle esigenze dei consumatori, oggi più attenti e consapevoli. Le merendine italiane oggi sono migliorate da un punto di vista nutrizionale rispetto al passato e costituiscono una delle alternative per la merenda degli italiani, che ha il suo caposaldo nel consumo di frutta di stagione, ricca di fibre, di vitamine e di sali minerali.”

In realtà anche i Governi di Stati Uniti e Inghilterra stanno avviando concreti programmi tesi a migliorare il profilo nutrizionale delle merendine confezionate.

 

Meno zuccheri e merendine due volte a settimana

Oggi in Italia il consumo di merendine resta contenuto: si stimano (dati IRI e AIDEPI) circa due merendine a settimana, per di più consumate, a sopresa e nel 61% dei casi, da persone adulte (21 milioni d’italiani). E solo nel 22% dei casi da bambini e ragazzi di età 1-10 anni. Ad oggi le merendine sono solo la terza categoria di prodotti (23,2%) per la merenda di bambini e ragazzi, dopo frutta e yogurt (36,4%), gelato (25,3%) e prima dei dolci preparati in casa (17%).

Le marcate differenze evidenziate tra merendine italiane e straniere dalla ricerca riflettono anche una diversa cultura dell’alimentazione dei tre Paesi presi in esame. Del resto l’Italia è la patria della dieta mediterranea, con uno dei tassi di longevità più alti al mondo e il nostro stile di vita si distingue soprattutto per le scelte alimentari ispirate al gusto ma anche al benessere. Ad esempio, ci dice la ricerca, nella nostra Nazione il consumo di zuccheri aggiunti è tenuto sotto controllo e l’intake giornaliero viene stimato in circa 53 grammi dai 4 ai 10 anni e 56 grammi da 11 a 18 anni. Di poco superiore, quindi, alle strong reccomendation dell’OMS che suggeriscono di contenere questo apporto al di sotto del 10% delle calorie giornaliere (rispettivamente entro i 45 grammi e i 65 grammi, dunque, facendo riferimento ai Larn di queste 2 fasce di età). Situazione ben diversa in UK (con valori di 60,8 grammi per i bambini e 74,2 grammi per gli adolescenti) e, ancora di più, negli USA (con valori di 78,7 grammi per i bambini e 94 grammi per i teenager). Un bambino italiano di 12 anni consuma il 40% in meno di zuccheri di un bambino americano della stessa età e quasi il 30% in meno di uno inglese. Infine se il livello di sovrappeso è simile tra i tre Paesi (circa un terzo della popolazione), gli obesi in Italia sono infatti quasi 3 volte meno che in UK e circa 4 volte meno che negli Stati Uniti.

 

Amazon apre alle startup con Launchpad, canale di vendita per prodotti innovativi

Una maglietta che rivela ciò che c’è dietro, ovvero dentro il corpo umano, per scopi educativi; una moka che produce un perfetto espresso ma senza la ingombrante, e difficilmente gestibile macchina da bar; un caricabatterie per smartphone che consente di ricevere una carica “di emergenza” in mobilità da un altro smartphone o dispositivo elettrico; un giardino intelligente da interno per coltivare erbe aromatiche; un kit per preparare una cena stellata con tutto l’occorrente già dosato, a prova di imbranato: sono solo alcune delle migliaia di invenzioni, più o meno bislacche (ma alcune diventano successi planetari) lanciate sul mercato ogni anno dalle startup. Il mercato, appunto, è il tasto dolente per queste aziende piccolissime, fatte spesso da una sola persona, con tante idee brillanti ma scarse capacità commerciali. A metterci una pezza arriva, tanto per cambiare ci verrebbe da dire, Amazon.it che si prende anche questa fetta di mercato: ora infatti i clienti possono disporre di una selezione di prodotti unica e innovativa dalle startup presenti in Europa e in tutto il mondo in una nuova sezione della dotcom, Amazon Launchpad.

Si tratta di un nuovo programma che rende più semplice per le startup italiane lanciare, commercializzare e distribuire i propri prodotti a milioni di clienti su Amazon.it e nel mondo.

La nuova vetrina Launchpad di Amazon.it include centinaia di prodotti suddivisi in cinque categorie, dall’elettronica di consumo al food, dai giocattoli alla casa o alla cura della persona, destinate a crescere nei prossimi mesi.

Le startup italiane hanno a disposizione un’esperienza di accesso semplificata ai servizi Amazon, pagine prodotto personalizzate, un pacchetto completo di soluzioni di marketing e l’accesso alla rete di distribuzione globale di Amazon, oltre ai servizi del Customer Service. Inoltre, i prodotti possono essere idonei per Amazon Prime e resi disponibili per gli oltre 100 milioni clienti Prime in tutto il mondo.

“In Amazon, l’innovazione è parte della nostra cultura e le nostre energie vengono impiegate per inventare per conto dei nostri clienti, piccole imprese ed imprenditori. Mentre il ritmo dell’innovazione continua ad aumentare all’interno della comunità di startup, Amazon Launchpad consente loro di essere riconosciute in Italia il più velocemente possibile e aiuta i loro prodotti unici a essere scoperti da milioni di clienti Amazon in tutto il mondo” spiega Mariangela Marseglia, Country Manager di Amazon.it e Amazon.es.

“Amazon Launchpad è progettato per far crescere gli inventori. Offriamo supporto nella gestione dell’inventario, ci occupiamo dell’evasione degli ordini, del servizio clienti e altro ancora, consentendo loro di concentrare gli sforzi sull’innovazione e realizzare prodotti sempre più originali. Inoltre, Amazon Launchpad offre ai clienti l’accesso a un negozio dedicato con una varietà di articoli all’avanguardia dagli attuali inventori emergenti in Italia” dice Luca Cassina, EU Director Seller Services – Marketplace, Amazon.

In Italia, Amazon collabora con più di 10 piattaforme di crowdfunding, incubatori, acceleratori e società di venture capital per portare i prodotti delle startup ai clienti di Amazon. Amazon Launchpad, tra cui Associazione Progetto Marzotto, Digital Magics, Italia Startup, Lventure Group e Talent Garden per l’Italia.

Per il lancio di Amazon Launchpad, alcune delle startup metteranno a disposizione prodotti in offerta in esclusiva con sconti dal 10% al 20% per i clienti di Amazon.it. Tra questi figurano Dodow, il dispositivo che a consente di addormentarsi più rapidamente, Naptime, un prodotto che aiuta a rilassarsi e Crazybaby, cuffie wireless per lo sport.

Amazon Launchpad è stato introdotto a partire dal 2015 ed è disponibile negli Stati Uniti, in Canada, India, Messico e, in Europa, in Francia, Germania, Regno Unito e ora anche in Italia e Spagna. Amazon Launchpad ha lanciato più di 2.100 startup a livello globale (oltre 650 in Europa), con più di 19.000 articoli nel programma, e più di 85 startup hanno superato $1 milione di dollari in vendite dal lancio del programma. Amazon Launchpad ha collaborato con oltre 100 società di venture capital, acceleratori di startup e piattaforme di crowdfunding per aiutare le startup a lanciare i prodotti ed i

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