Un approccio sostenibile, il miglioramento della vita delle comunità tramite l’educazione anche all’economia famigliare, un rapporto win-win tra pubblico e privato, comunità locali e grandi aziende: di questo si è parlato alla conferenza “Quale economia per nutrire il Pianeta?” organizzata a Milano nell’ambito delle attività di Expo in città. Sullo sfondo, la responsabilità sociale d’impresa come attività cruciale per sostenere nuovi modelli di business che favoriscano il commercio equo nei Paesi in via di sviluppo e nuove forme di impiego per i piccoli produttori locali, a partire dalle donne.
Ospite d’onore era l’economista francese Jacques Attali, co-organizzatore con Pernod-Ricard attraverso la sua organizzazione no profit Positive Planet. Le due realtà insieme a GIZ, agenzia federale che supporta il Governo tedesco nello sviluppo di progetti di cooperazione internazionale, hanno avviato un progetto di responsabilità sociale che ha portato all’acquisto tramite il brand Ramazzotti di spezie (cardamomo, zedoaria e chiodo di garofano) da 500 dei 2000 produttori locali del Kerala appartenenti alla cooperativa PDS (PDS Organic Spices), garantendo loro un reddito dignitoso e un programma di formazione agraria, commerciale e finanziaria.
Un approccio globale che ha preso anche Planet Finance, appena rinominata Positive Planet, tra i maggiori sostenitori del microcredito. Come ha spiegato Attali: “abbiamo visto che l’approccio finanziario non è sufficiente a risolvere tutti i problemi, dalla salute all’educazione all’ambiente. In futuro ci focalizzeremo su come facilitare l’accesso ai capitali privati, come favorire la collaborazione tra le comunità locali dei Paesi in via di sviluppo e le aziende migliorando le pratiche e la qualità del loro prodotto. È ciò che abbiamo fatto con Pernod Ricard in Kerala”.
“L’importante non è la quantità di spezie che abbiamo comprato dai contadini quanto le opportunità di business che abbiamo loro aperto, aiutandoli a certificarsi come equosolidali e biologici” ha spiegato Noël Adrian, Ad di Pernod Ricard Messico ed ex Ad di Pernod Ricard Italia che ha seguito il progetto.
“Noi, che lavoriamo con soldi pubblici e siamo un ente no profit, abbiamo bisogno dei privati. Dobbiamo assicurarci però di due cose: che i progetti porti a una situazione vincente per entrambe le parti, e che i risultati si moltiplichino nel futuro, grazie alle conoscenze acquisite e a pratiche agricole migliori” ha spiegato Romina Laumann, Development Partnerships with the Private Sector Management Team GIZ.
Un approccio giudicato ormai cruciale: “essere altruisti per la gente del Nord è un’eccellente attività, ma è anche un atteggiamento razionale. Aiutando le comunità nei loro Paesi avremo meno gente da dover accogliere da noi, senza potercelo permettere. La difficoltà è trasformare questi piccoli progetti in qualcosa di grande, che coinvolgano non 3000, ma 300 milioni, 3 miliardi di individui. Le persone vengono dove c’è ricchezza e non c’è niente che le possa fermare. È bello se questo sarà l’inizio di qualcosa di molto più grande, altrimenti diventa solo un alibi per non fare niente”. La CSR “ha dei costi, ma a un’azienda costa sempre meno della pubblicità”.
E sul tema di fondo do Expo, come nutriremo 10 miliardi di persone nel 2050, l’economista francese ha pochi dubbi: “Dovremo certamente cambiare i nostri stili di vita. Molto esperti mi dicono che dovremo diventare tutti vegetariani…”.
Anna Muzio
Attali: immigrazioni o fame nel mondo, l’unica soluzione è la sostenibilità sociale

Nel 2014 spesi 5,9 miliardi per i prodotti Fairtrade nel mondo (+10%)
Ammonta a 5,9 mld di euro il fatturato dei in prodotti del commercio equo certificato registrato nel 2014 in tutto il mondo, con una crescita del 10% sull’anno precedente, e sono stati spesi 105 mln di euro per emancipazione sociale e miglioramento della capacità produttiva delle organizzazioni. Dà i numeri “Global Change, Local leadership” , il nuovo Report Annuale delle attività di Fairtrade International, organizzazione capofila del circuito internazionale del commercio equo. In Italia le vendite retail hanno raggiunto i 90 milioni di euro (+18%), ma la crescita ha riguardati tutti i mercati principali, con l’eccezione del Regno Unito, -4% ma che a fronte di vendite che superano i due miliardi di sterline.
In aumento anche il Fairtrade Premium, ovvero il margine di guadagno aggiuntivo che i produttori ricevono e investono nel miglioramento produttivo e in progetti sociali, che ha raggiunto i 105 mln di euro, +14% rispetto all’anno precedente.
Bene cotone e cacao, decolla l’oro
Una crescita a due cifre, grazie ai programmi di approvvigionamento di materia prima Fairtrade, si è registrata per cotone (+28%) e cacao (+24%). Inoltre, con le nuove opportunità commerciali rivolte agli artigiani orafi, i volumi di oro certificato sono più che duplicati (+259%).
Buone notizie anche per i produttori agricoli. Secondo una ricerca condotta nelle organizzazioni, il 93% è soddisfatto dei servizi di supporto ricevuti da Fairtrade. L’indagine, condotta dall’ente di certificazione indipendente FLO-Cert, rileva inoltre che l’impatto che il sistema ha su lavoratori e produttori agricoli viene valutato dagli stessi con un punteggio di 9/10. La ricerca ha evidenziato anche l’esigenza dei produttori di incrementare le vendite, e in primis di sviluppare il mercato locale nei Paesi di origine delle materie prime. Come è successo nel 2015 al Brasile, che è diventato il quarto paese di produttori in cui si possono acquistare caffè e miele Fairtrade a km 0 dopo Kenya, India e Sudafrica.
Dal report si evince anche l’importanza dei servizi che il circuito offre alle organizzazioni per rafforzare l’attività commerciale. Nel 2014, grazie al Fairtrade Access Fund sono stati elargiti prestiti per 11,1 milioni di euro ai piccoli produttori, con relative attività di training e assistenza.
Nonostante ciò le condizioni di vita di molti contadini in tutto il mondo sono ancora una vera sfida. “I problemi che si trovano ad affrontare sono retaggio di centinaia di secoli di marginalità e sfruttamento – spiega Harriet Lamb, CEO di Fairtrade International – . Fairtrade aiuta a ridurre il divario ricchi-poveri, e a cambiare il sistema alimentare globale che sfrutta le persone e il pianeta. Ma oggi le soluzioni posticce non bastano più, e il vero cambiamento avverrà quando le voci dei piccoli produttori agricoli saranno ascoltate ai più alti livelli di governo e dell’industria, e a partire da queste si prenderanno delle decisioni”.
Intanto, si aprono anche nuovi orizzonti: a fine anno verrà lanciato il nuovo Standard per i cambiamenti climatici, che darà alle comunità agricole la possibilità di accedere al mercato dei crediti di CO2.
Pam punta ancora su Roma e apre l’ottavo Local
Sette colli, e ora anche otto Pam Local: apre oggi nel cuore di Roma, in via delle Quattro Fontane 38, un nuovo punto vendita di prossimità firmato Pam Panorama. Un format pensato per una spesa facile, veloce e pratica. Ed entro fino ottobre sono previste altre aperture in città.
“Roma è sicuramente una delle città sulle quali puntiamo maggiormente in quanto target ideale per le caratteristiche del format local che ben si adatta ad un contesto cittadino come quello della Capitale – afferma Andrea Zoratti, Direttore Canale Pam local –. Prevediamo, entro fine ottobre, di crescere ulteriormente il numero dei punti vendita local nell’area di Roma superando quota 10. Siamo molto soddisfatti del piano di sviluppo intrapreso e felici di poter offrire ai cittadini romani la qualità e la convenienza che da sempre caratterizza l’offerta di Pam in un modo nuovo che coniuga la praticità all’attenzione al servizio e alle mutate esigenze di consumo”.
Generalmente posizionati all’interno dei centri cittadini o nel cuore dei quartieri, i negozi Pam Local offrono, grazie all’orario di apertura continuato fino alle 21 (ed in alcune zone anche fino alle 22), un servizio comodo sia per i lavoratori che rientrano tardi la sera, sia per le persone anziane, che per fare la spesa non sono più costrette a ricorrere a mezzi di trasporto, potendo trovare tutto ciò che serve per la spesa quotidiana comodamente vicino a casa.
Il format offre inoltre un assortimento che comprende soluzioni facili e veloci pensate per chi ha poco tempo in cucina, per gli intolleranti e tutti coloro che cercano qualcosa di sfizioso, a prezzi convenienti. Tutti i prodotti a scaffale provengono infatti da fornitori accuratamente selezionati, scelti per garantire la migliore qualità a un prezzo competitivo. Consistente inoltre, soprattutto nei reparti freschi, l’offerta di confezioni monoporzione, che consentono di risparmiare, riducendo al minimo gli sprechi alimentari. Numerose infine le referenze Dop ed Igp, a testimonianza della grande attenzione alla qualità e al legame con il territorio.
U2 inaugura un nuovo supermercato a Monza in via Cederna
È stato inaugurato stamattina a Monza in via Cederna un nuovo supermercato Unes/Finiper con il format U2: il 60esimo punto vendita in Lombardia e il 116° della catena.
Sviluppato su una superficie di 1.162 mq, il nuovo punto vendita ha 7 casse, 27 addetti e un parcheggio per 200 posti auto. Aderirà alla politica dell’Every Day Low Price (EDLP), con risparmi fra il 15 ed il 50% su tutta la merce e un assortimento che punta in particolare sul reparto fresco, con la presenza della Panetteria Pane Sfuso, che offrirà dei prodotti genuini appena sfornati. Il cliente potrà scegliere tra 7700 referenze fra le quali 300 di gastronomia e panetteria, insieme a un ampio assortimento di frutta e verdura, carne, surgelati, latticini, scatolame e prodotti non food, per un totale di 650 referenze freschissime e di 7050 referenze a scaffale. All’interno, un nuovo system grafico più chiaro, intellegibile e innovativo migliora la fruizione del punto vendita. C’è poi la possibilità di ricaricare comodamente il cellulare mentre si fa la spesa.
Confermata l’anima green del format, che ha portato ad una serie di misure ecosostenibili: l’utilizzo di stampanti fronte e retro per gli scontrini con conseguente riduzione della carta emessa; la vendita esclusiva di lampadine a basso consumo per il progetto di riduzione di consumi e rifiuti; l’utilizzo di barre denominate “Cliente successivo”, nate dal recupero di 108 bottiglie PET; la vendita di bottiglie d’acqua senza imballo, per proseguire l’impegno nella riduzione dei rifiuti; l’impianto luci a risparmio energetico, che permettono un risparmio del 50% sul consumo dell’energia elettrica; i banchi surgelati con sportelli di chiusura, con un risparmio del 49% sul consumo di energia e i banchi SA-FO e macelleria self-service con ante di chiusura, per un saving del 49% sul consumo di energiae infine la macchina schiaccia bottiglie, con l’emissione dello scontrino/buono da scontare sulla spesa alla cassa (1 cent ogni bottiglia).
Dal 12 al 15 settembre le novità del bio vanno in scena al Sana
Si terrà dal 12 al 15 settembre nei padiglioni di BolognaFiere la 27a edizione di Sana, la fiera del biologico e del naturale. Nell’anno di Expo la manifestazione registra un aumento di presenze in tute le tre aree macrotematiche dell’alimentazione (+60% di espositori alimentazione bio certificati), della salute e benessere (+47%) e degli altri prodotti naturali (+55%). Del resto ormai da anni il settore del biologico, che in Italia vale 2,5 miliardi e può contare su 18,4 milioni di famiglie italiane acquirenti, registra incrementi a due cifre, anche nei momenti più bui della recessione. Una crescita che non si è fermata nei primi quattro mesi del 2015, con un incremento del fatturato del 16% (dati Nielsen / Assobio).
Gli occhi degli operatori saranno quindi puntati su “Sana Novità”, l’area dedicata alle novità di prodotto degli espositori. Dal Veneto ad esempio vedremo i prodotti bio e vegani dell’azienda artigianale Fraccaro Spumadoro che coprono oggi il 12% della produzione. A partire dalla linea “Pasticceria Fraccaro Bio”, Croissant Bio classici e alla crema di cacao e Croissant bio Vegani al farro e al farro con confettura di albicocca, una gamma di prodotti da forno con lievito madre e ingredienti certificati provenienti da agricoltura biologica. MangiarsanoGerminal deriva l’80% dal fatturato (15 mln di euro nel 2014, +30%) dal biologico e proporrà a Sana 2015 le linee BioBimbo e BioJunior, alimenti biologici salutistici dedicati all’infanzia, dallo svezzamento all’adolescenza. Master infine (che ha l’8% della produzione certificata bio) presenterà la linea Bio e Vegan di gnocchi e spatzle biologici.
Quest’anno, grazie alla cooperazione con MISE, ICE, Regione Emilia Romagna e Unioncamere, saranno inoltre presenti in fiera 100 buyer internazionali e operatori e delegazioni provenienti da mercati di maggiore interesse per le aziende produttrici italiane come Australia, Cina, Francia, Polonia, Croazia, Slovenia, Ungheria, nazioni del Baltico, Paesi del Nord Europa, Repubblica Ceca, Russia e Usa.
Il 12 settembre, giorno dell’inaugurazione, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Martina presenterà il nuovo piano strategico nazionale di settore per il biologico, quale esito del lavoro di concertazione che il Ministero stesso ha avviato con le associazioni che rappresentano il settore e che si colloca nel calendario del Forum Internazionale del Biologico, lanciato al Parco della Biodiversità di Expo da FederBio e dalle Associazioni più rappresentative del settore per rendere sempre più conosciuto il bio Made in Italy sia in Italia sia all’estero.
Nel pomeriggio dello stesso giorno saranno presentati i dati sul biologico dell’Osservatorio di Sana –realizzato in collaborazione ICE e con Nomisma -e dei dati Sinab ed Ismea.
Alimenti per l’infanzia, giù i volumi su la fascia premium/bio
35 miliardi di USD nel 2015; questo vale secondo Nielsen il mercato mondiale di alimentazione per l’infanzia. In crescita nei paesi in via di sviluppo e in recessione nei paesi occidentali, causa calo endemico delle nascite (-45% a livello globale dal 1960 al 2013) che ha portato in Italia a un decremento nelle vendite del 3,2% dal 2012 al 2014.
“Nonostante i problemi le opportunità per il mercato sono ancora consistenti – spiega Liz Buchanan, direttore Global Professional Services di Nielsen –; i consumatori investono molto in queste categorie perché sono molto attenti ai prodotti che selezionano per i loro bambini. Ma per ottenere risultati in un’area dominata da pochi marchi bisogna capire quali sono gli aspetti chiave che guidano la scelta”
La sicurezza del bio
Ci si aspetta una forte crescita dei prodotti biologici, che già nei due anni passati hanno registrato un +26% di vendite a livello globale, a fronte di una diminuzione del 6% del non biologico.
“I consumatori sono sempre più preoccupati dall’aspetto salutista e cercano cibi naturali ed elaborati al minimo, e questo è ancora più vero per gli alimenti per l’infanzia – dice Buchanan –; sempre più genitori cercano cibi in grado di instradare i figli verso una vita sana, anche se ciò significa passare alla fascia premium. Ci aspettiamo che questo segmento crescerà nel momento in cui un maggior numero di genitori sarà in grado di spendere di più”.
In Europa e Asia-Pacifico il 31% degli intervistati considera il biologico e naturale come elemento “importante” nella scelta dei prodotti da acquistare (26% in Africa/ Medio Oriente, 20% in America Latina e 18% in America del Nord, che però è il maggior consumatore che copre il 72% delle vendite del biologico mondiale).
Piace l’innovazione, anche nel packaging
Oggi l’87% delle confezioni di cibo per l’infanzia è in vasetti di vetro o vaschette. Ma ci si aspetta una forte crescita delle confezioni morbide (contenitori con beccucci di plastica dai quali si può succhiare il cibo) in gran voga al momento perché considerate pratiche, e che già dal dicembre 2013 al dicembre 2014 sono aumentate nel mondo del 28% con picchi in Ucraina (916%), Brasile (528%), Portogallo (316%), Russia (264%), Olanda (184%) e Spagna (125%).
“La popolarità delle confezioni morbide è dovuta alla facilità d’uso e alla flessibilità – spiega Buchanan -. Permettono di trasportare il cibo comodamente e ciò è compatibile con gli stili di vita moderni sempre più in movimento, inoltre favoriscono l’indipendenza del bambino e la sua capacità di mangiare da solo”.
Il prezzo resta una delle chiavi
Anche se restano fondamentali tre considerazioni principali -affidabilità della marca, nutrizione e sicurezza – il rapporto qualità/prezzo è una considerazione importante specie in Europa e Nord America, per oltre un terzo dei partecipanti alla ricerca. Promozioni e buoni sconti guidano la scelta, all’interno di una serie di marchi selezionati in precedenza perché giudicati affidabili.
“In Europa il consumatore ritiene che gli alimenti per l’infanzia siano comunque sicuri e nutrizionalmente bilanciati – dice Buchanan – ed esiste anche una scelta di prodotti più ampia rispetto ad altre aree del mondo. Dunque per alcuni consumatori il prezzo diventa una chiave importante nella scelta della marca. Emergono due gruppi di acquirenti: i premium, disposti a pagare di più per un prodotto che percepiscono come migliore, e i cacciatori di valore, che ricercano il miglior affare”.
Marca, pronti a cambiare se c’è la promozione
il 70% degli intervistati ha infatti dichiarato di avere cambiato marca. Il 40% consigliati da parenti o amici, il 34% sulla base di raccomandazioni del pediatra e il 23% per motivi medici.

Ma il 26% degli europei è passato a una marca meno cara e il 23% a una in promozione.
I dati della ricerca The Nielsen Global Baby Care Survey risultano da un sondaggio online eseguito in 60 Paesi e condotto tra febbraio e marzo 2015 su acquirenti di prodotti per l’infanzia nei cinque anni precedenti.
Le leve del successo per Nielsen
Le chiavi del successo negli alimenti dell’infanzia per Nielsen:
Trasparenza: i genitori vogliono sapere esattamente cosa c’è nel cibo dei loro figli. Oltre all’elenco, è utile mettere in etichetta le proporzioni dei vari alimenti contenuti.
Sicurezza innanzitutto: deve essere percepita come la prima preoccupazione della marca e deve esserci la possibilità per il consumatore di avere risposta alle proprie domande e preoccupazioni, anche tramite i canali social
Essere naturali: la semplicità delle cose fatte in casa senza lo sforzo di cucinare: questo cercano molti genitori. Evitare ingredienti come zuccheri e sale aggiunti e conservanti.
Sottolineare i benefici per la salute: l’innovazione prenderà questa strada in futuro proponendo ingredienti che portano benefici come sviluppo fisico e cognitivo, migliore qualità del sonno e difese immunitarie. Da non ignorare la fascia crescente di bambini intolleranti o allergici.
Comprendere e soddisfare le esigenze e i gusti del mercato dove si vende: un esempio è la gamma VitaMeal Baby introdotta da Agro-Food in Medio Oriente, alimenti per l’infanzia halal.
Considerare le opportunità date dalla partnership con un grosso nome, quando si propone un prodotto innovativo, o un produttore locale, se si entra in un mercato estero.
Pomì (Consorzio Casalasco) incorpora Arp e nasce il colosso italiano del pomodoro
Con una produzione di 550 mila tonnellate di pomodori, 7 mila ettari coltivati, 370 aziende agricole associate, 1.300 dipendenti, 50 linee di produzione e un fatturato di 270 milioni di euro è la prima realtà italiana e la terza a livello europeo nel settore dell’oro rosso. Stiamo parlando della cooperativa nata dalla fusione del Consorzio Casalasco di Rivarolo del Re (Cr) conclusa per incorporazione di A.R.P. (Agricoltori Riuniti Piacentini). Le assemblee dei soci delle due cooperative hanno approvato all’unanimità l’operazione, che sarà formalizzata con l’espletamento delle procedure e nei tempi previsti dalla legge.
Il Consorzio Casalasco è una realtà presente in Germania, Emirati Arabi, Russia e Stati Uniti con i suoi prodotti (Pomi, Pomito, Gusto d’Oro, la Marca Preferita), ma lavora anche nel settore delle private label agroalimentari. “Da un punto di vista commerciale, l’ampliamento del portafoglio prodotti e la definizione di nuovi canali di vendita garantirà una presenza più forte sui mercati internazionali, potenziando la distribuzione di prodotti sia a proprio marchio che private label – si legge in una nota del Consorzio -. In termini di distribuzione l’obiettivo è infatti quello di abbinare alla gamma retail del Consorzio Casalasco anche la potenzialità dei formati food service di ARP con una linea completa di prodotti destinata alla ristorazione collettiva”.
“Questa operazione, che vede come protagonista la filiera agricola, – commenta Costantino Vaia, Direttore Generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro – rientra in un progetto strategico di espansione e consolidamento sui mercati internazionali. Il completamento del portafoglio prodotti e l’opportunità di nuovi canali di vendita ci permetteranno una fase di ulteriore crescita e sviluppo soprattutto sulle produzioni a nostro marchio, rendendo in questo modo Pomì un brand ancora più forte. Inoltre le sinergie gestionali e l’ottimizzazione dei processi produttivi contribuiranno a migliorare i livelli di redditività.”
Stefano Spelta, Direttore Generale A.R.P, società cooperativa che opera da oltre mezzo secolo nella coltivazione, trasformazione e distribuzione dei derivati del pomodoro in provincia di Piacenza, commenta così l’operazione: “Si è finalmente concretizzato un processo di fusione impostato da oltre un anno. Da un punto di vista strategico, il mercato Europeo e Mondiale al quale ci riferiamo ogni giorno, chiede continue evoluzioni e sinergie tra interlocutori sempre più qualificati in grado di offrire un ampio numero di prodotti di qualità in una vasta gamma di imballaggi. Questa fusione segue proprio questa logica, preservando il know-how acquisito, sia dalle azienda agricole che nelle fasi di trasformazione in stabilimento, valorizzandone l’importanza in seno ad una grande organizzazione cooperativa tutta italiana”.
Il nuovo gruppo si porrà, per capacità produttiva, al quindicesimo posto a livello mondiale, appena dietro le principali realtà californiane, cinesi e spagnole (i principali concorrenti dell’Italia sul mercato della salsa).
Dirk si promuove con il supermercato galleggiante
Approfittare di un evento che attira ad Amsterdam centinaia di barche a vela e natanti e migliaia di persone per promuovere i propri supermercati: questo ha fatto l’insegna olandese Dirk van den Broek in occasione di Sail 2015 lo scorso 19-23 agosto. L’idea, mutuata dai mercati fluviali orientali, è stata quella di creare un “supermercato galleggiante” (e semovente), con ogni barca che conteneva un singolo prodotto (acqua, banane, snack) che veniva offerto agli spettatori sulle barche o lungo le rive dei canali, nel centro di Amsterdam. Successo (quanto meno mediatico) assicurato.
L’insegna olandese non è nuova a promozioni “smart”: lo scorso maggio ha allestito nelle corsie di un punto vendita della città olandese una discoteca (notturna) dove gli avventori potevano ballare e acquistare allo stesso tempo biscotti, bevande o altro.
A ottobre la settimana Fairtrade torna a promuovere i prodotti equosolidali
Coinvolgerà centinaia di supermercati, bar e punti vendita di tutta Italia la campagna annuale di promozione del commercio equo Fairtrade, “The power of you – Dipende da te”, prevista dal 10 al 25 ottobre. Promozioni, incontri col pubblico e iniziative speciali in centinaia di negozi saranno l’occasione per diffondere l’idea di una spesa più sostenibile per l’uomo e per l’ambiente, garantita dal Marchio etico più diffuso al mondo.
Due testimonial dal mondo sostenibile
Della narrazione sul “potere delle scelte” saranno testimoni due produttori agricoli, ospiti in alcuni incontri col pubblico. Francisco Ramon Rivera Gonzalez, presidente dalla cooperativa Pantasma del Nicaragua, racconterà come avviene la coltivazione del caffè all’ombra nelle comunità della regione montuosa di una riserva naturale a nord della città di Matagalpa. Jocibel Belchior Bezerra invece, presidente della cooperativa di noci di anacardio di Cocajupi, porterà la voce delle comunità del nord-est del Brasile. Qui i raccoglitori, arrivati grazie a programmi di riforma agraria, ricollocamento o occupazioni di terre improduttive poi legalizzate, coltivano senza pesticidi e promuovono la fertilità del terreno, combattendo la siccità che ha colpito la zona.
Durante la campagna, il 14 ottobre è previsto il Fairtrade Day, che sarà celebrato all’interno di Expo con la presenza della presidente di Fairtrade International, Marike De Pena, Ambassador del progetto W.E.-Women for Expo, e della CEO Harriet Lamb. Il circuito Fairtrade è uno dei partner della società civile di Expo.
Norma, discount dall’anima green, dice no agli OGM
Da tempo ormai discount non è più sinonimo di cibo di scarsa qualità e poco prezzo. Sempre più accortamente le insegne nate con stile e intenzioni low-cost stanno seguendo le logiche e le politiche del retail “alto”, se così si può ancora definire, con un’attenzione verso le esigenze dei consumatori spiccata e puntuale.
Un dialogo, quello con una clientela sempre più affezionata, che ha portato il discount tedesco NORMA a schierarsi nettamente contro i cibi geneticamente modificati. Tanto da unirsi all’Associazione per gli alimenti senza ingegneria genetica (VLOG), decidendo congiuntamente di ampliare le sue linee di prodotti Ogm-free. Già dalla fine del 2014, tutte le uova vendute sono prive di ogm. Stesso discorso per il pollo fresco, mentre da settembre l’etichetta verde “senza OGM” sarà visibile su molti prodotti di carne fresca di tacchino, ed entro la fine dell’anno l’intero reparto sarà libero da modifiche genetiche. Entro la fine del 2015, i discount di Norimberga estenderà la politica anche ai latticini, proponendo referenze ogm-free.
L’Associazione VLOG riunisce circa 270 tra negozi alimentari e produttori con un fatturato annuo complessivo di 150 miliardi di euro.
Va detto che la scelta ogm-free di NORMA non giunge a sorpresa: da tempo il discount tedesco si è posizionato su politche green e propone un’ampia scelta di prodotti biologici, regionali e di qualità. La sostenibilità insomma non è una moda passeggera, ma piuttosto un elemento fondante nella strategia della società.
L’insegna, con sede a Norimberga, ha 1.400 punti vendita in Germania, Austria, Francia e Repubblica Ceca.