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Anna Muzio

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Cosa si cerca oggi nella marca? Lo dice un’indagine di Oggi-Centromarca

Qualità e sicurezza, provenienza delle materie prime e un occhio alle tematiche “green”: questo chiedono i consumatori alle marche, con le quali cercano una relazione autentica basata su fiducia e attenzione alle proprie esigenze. È questa la fotografia del consumatore delle grandi marche che emerge dalla ricerca “Il valore della qualità – Prodotti di Marca: le aspettative dei consumatori” presentata dal settimanale Oggi in collaborazione con Centromarca e condotta da AddedValue. La ricerca ha analizzato i dati provenienti dagli oltre 5.800 questionari raccolti attraverso oggi.it e incentrati sui settori Food, cura della Persona, cura della Casa ed Elettrodomestici, e focalizzati sulle aspettative del consumatore nei confronti della marca per il futuro, in particolare in relazione ad ambiti e attività da presidiare, per poi concentrarsi su sei aree di indagine: caratteristiche di prodotto, iconografia, valori, vibe, reputazione e tratti di personalità. I rispondenti sono in prevalenza donne (69%), hanno una famiglia con almeno un figlio (40%) e hanno un atteggiamento verso gli acquisti dei prodotti di marca più razionale che emotivo: il 60% degli intervistati dichiara infatti di essere attento al rapporto qualità-prezzo, di confrontare varie alternative, di effettuare l’acquisto solo dopo essersi ben informato, ma anche di essere disposto a pagare di più per un prodotto soddisfacente. E qualità e sicurezza dei prodotti sono due richieste cardine che in consumatori fanno alla marca, con le dovute sfumature a seconda del settore considerato.

Le caratteristiche di prodotto
Le caratteristiche di prodotto

Il prodotto non è certo solo il contenuto: packaging e comunicazione giocano un ruolo determinante, perché sono i messaggeri dei valori della marca, riguardo ai quali il consumatore sembra essere sempre più esigente.

L'iconografia
L’iconografia

Le azioni di responsabilità aziendale si riflettono pesantemente all’esterno anche grazie alla grancassa dei social network e incidono sulla reputazione della marca. Alla quale si richiedono politiche green, attenzione all’occupazione giovanile (tra le grandi preoccupazioni dei genitori d’oggi) ma soprattutto che la produzione avvenga in Italia.

La reputazione
La reputazione

Più intangibili le richieste che circondano il “vibe”, la qualità emozionale e l’atmosfera che circonda la marca. Qui però l’aspetto etico, comunque primario, sembra fare spazio più a richieste di innovazione e creatività nella realizzazione di nuovi prodotti.

Il Vibe
Il Vibe

Dunque, se per il settore Food è fondamentale che la marca assicuri qualità e sicurezza globale, che la produzione sia localizzata in Italia e che i prodotti sappiano valorizzare l’esperienza accumulata nel settore e la tradizione della marca stessa, in merito alla cura della Persona e della Casa, emerge grande attenzione alle tematiche ecologiche, come le materie riciclabili, la sostenibilità e il ridotto impatto ambientale, senza dimenticare il mantenimento di elevati standard di qualità. Per il settore Elettrodomestici, è fondamentale lo sviluppo di nuove tecnologie innovative ma anche l’assistenza al cliente, la trasparenza della comunicazione e una pubblicità informativa.

Dall’analisi dei dati emerge in generale una sempre maggiore aspettativa degli utenti verso le marche, alle quali viene chiesto, più che concentrarsi sul racconto di sé, di lavorare per costruire una relazione autentica con il consumatore basata sulla fiducia e sull’attenzione alle sue esigenze.

Manpower: aziende food assumono ma non nelle “aree calde”, export e digital

Secondo Manpower nel 2015 ci saranno parecchie assunzioni da parte delle aziende che operano nel food, settore solido ed in espansione. Si pensa però per l’80% riguarderà la produzione, mentre sono sostanzialmente ignorate le aree più innovative quali il digital e cruciali come l’export. Questo emerge dalla web survey dal titolo “Work in Food” che ha coinvolto 442 aziende in diversi Paesi, nazionali ed internazionali suddivise nei segmenti Industria (39%), Commercio (27%) e HO.RE.CA. (34%) e rappresentative di micro (21%), piccola (26%), media (24%) e grande impresa (29%).

In Italia nel 2015 il 29% delle aziende assumerà e il 63% non ridurrà l’organico, mentre solo l’8% prevede una riduzione.
Cresce però poco l’ambito digital: solo il 43% degli intervistati pensa di potenziarne le figure e, tra coloro che hanno risposto affermativamente, solo il 35% punterà sull’e-commerce, che non è ancora ritenuto strategico.
E nonostante l’export sia la vera risorsa per il settore, solo il 12% delle aziende intervistate investirà in figure collegate a questa competenza: si avverte dunque la necessità, per una maggiore visione strategica, di una crescita culturale a livello di management.

“Nonostante le lacune nell’export e nel digital, si continuano a cercare figure professionali in ambiti tradizionali, come quelli della produzione – afferma Stefano Scabbio, Presidente Area Mediterraneo ManpowerGroup – Le aziende italiane non percepiscono il gap che le allontana sempre più dalle imprese del resto d’Europa e d’Oltreoceano, rimanendo ancorate a retaggi ormai superati. I produttori alimentari sono spesso convinti dell’intrinseca qualità dei loro prodotti e non investono a sufficienza nel go to market e nel retail. Soprattutto le PMI hanno necessità di una crescita culturale a livello manageriale che dia loro una maggiore visione strategica”. Significativo il confronto con l’estero, Europa e Stati Uniti, dove prevalgono le figure con forti connotazioni nel marketing e nel digital: negli Stati Uniti il 65% pensa di potenziare le figure collegate all’e-commerce, mentre in Europa pensa di farlo il 60% delle aziende.

Alimenti speciali sì, e-commerce no

La ricerca ha anche indagato i settori strategici di innovazione sui quali le aziende intendono puntare. Al di là del 50% degli intervistati che risponde un laconico “non so”, la parte da leone sembrano farla gli alimenti speciali (su cui punterà il 54% della metà che “sa”) ovvero i prodotti per persone con esigenze speciali e intolleranze, mentre il 17% si concentrerà sul Biologico. Seguono Sostenibilità e Packaging a pari merito (10%), mentre l’E-Commerce si attesta solo al 7%. A riprova della bassa digitalizzazione delle nostre imprese e in netta controtendenza con l’Europa, dove l’E-Commerce è in cima alla classifica a pari merito con il Biologico (26%) e seguito subito dopo dagli Alimenti Speciali (22%) e dalla Sostenibilità (15%).

A dettare il trend negli USA, invece, dove le differenze culturali sono più inte- grate, sono gli Alimenti Etnici a pari merito con il Biologico (24%), seguito dagli Alimenti Speciali che si attestano sugli stessi valori dell’E-Commerce (19%): dati perfettamente coerenti con le previsioni di assunzione.

Risposte alla domanda “Quale ritiene siano i tre settori dell’innovazione strategici per il settore food?”

Lotta allo spreco: Carrefour Francia allunga la data di scadenza di 350 prodotti

La lotta allo spreco passa anche per le tonnellate di prodotti scaduti avviati in discarica ogni anno. Varie le soluzioni trovate dalle catene per contrastare il fenomeno: recentemente molte propongono sconti sotto data, una sorta di last minute dello yogurt o della crescenza, o avviano le derrate danneggiate o in scadenza ad enti caritatevoli (come i “Brutti ma Buoni” di Coop).

Carrefour in Francia è andato oltre. Dopo il voto al Senato francese che ha di fatto soppresso l’uso della dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro” (quella presente sui prodotti non deperibili), e una serie di controlli di qualità e di test alimentari, ha preso posizione modificando la data di scadenza su 350 prodotti a marchio commerciale. Tra questi, è stata allungata la data della dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro” su 135 prodotti tipo cereali, riso, frutta secca, marmellate; è stata soppressa ogni data di scadenza su 50 referenze tra cui sale, zucchero e aceto. Sui freschi è stata allungata la data “Da consumarsi preferibilmente entro” da 7 a 10 giorni sugli yogurt e da 2 a 8 giorni sulle creme da dessert.

Una posizione opposta viene dalla Danimarca, dove due delle principali catene, Dansk Supermarked e Coop, si sono dichiarate contrarie alla nuova regola emanata dalla DVFA, l’Amministrazione veterinaria e alimentare danese, che ha cancellato l’obbligo per i retailer di togliere dagli scaffali i prodotti con la data “Da consumarsi preferibilmente entro” scaduta. La giustificazione è che se il prodotto è correttamente conservato e non è stato aperto, può essere tranquillamente consumato oltre la data indicata. L’obiettivo è, anche in questo caso, la lotta agli sprechi.

Intanto nell’arena entra la tecnologia, con una pletora di App che avvisano l’utente che nel negozio o nel bar sotto casa ci sono prodotti o tramezzini a prezzi scontati, perché vicini alla data di scadenza. Così a Torino la start-up LastMinutesottocasa.

Già l’Ue in ogni caso a maggio aveva proposto di abolire la scadenza di alcuni prodotti non deperibili quali pasta, riso e caffè. Vedremo se anche in Italia si sceglierà di seguire questa linea.

Apre a Carate Brianza il 131° punto vendita Natura Sì

La principale catena di supermercati biologici italiani, Natura Sì, apre il weekend prossimo il 131° punto vendita a Carate Brianza. L’inaugurazione si terrà venerdì 27 e sabato 28 febbraio in Via Enrico Toti 41. Una nuova apertura, la quarta tra provincia brianzola e Monza città, che ha l’obiettivo di divulgare in zona la cultura del bio e rispondere alle esigenze crescenti dei consumatori in fatto di sicurezza alimentare, qualità e tutela ambientale.

Il reparto ortofrutta.

Un luogo tranquillo, dove effettuare la propria spesa in serenità, nel quale scoprire il significato di agricoltura biologica, avvicinarsi al mondo del bio – fatto di rispetto e tutela per l’ambiente, per la biodiversità e per il lavoro dei piccoli produttori – entrando in contatto con persone che lavorano tutti i giorni la terra con l’obiettivo di offrire prodotti di qualità attenti al benessere dell’uomo.

Sviluppato su 250 metri quadrati, il nuovo punto vendita offre oltre 4.000 prodotti biologici certificati e naturali tra i quali anche referenze adatte a chi segue un regime alimentare vegano, prodotti privi di glutine e alimenti per chi soffre delle più frequenti intolleranze alimentari, ma anche tutto ciò che serve alla cura e alla crescita dei più piccoli. Il supermercato è suddiviso in aree: dall’ortofrutta, con prodotti che esprimono al meglio la relazione diretta tra l’uomo e la terra al settore dei freschi, dove beneficiare della relazione diretta con gli addetti alle vendite, dalla zona dedicata al food confezionato all’erboristeria, luogo nel quale scoprire i migliori prodotti per nutrire la propria pelle e per prendersi cura in modo naturale del proprio corpo, sino all’enoteca dedicata a vini bio, lo spazio libri e il punto promozioni, dove trovare centinaia di prodotti in offerta. Lungo il percorso all’interno del punto vendita, sono numerose le occasione per sentirsi parte di un sistema che pone al centro l’agricoltura e gli agricoltori bio.

Minnie debutta nelle uova di Pasqua Bauli

Archiviato il Carnevale si avvicina la Pasqua e con questa la tradizionale sfida tra licenze per accaparrarsi il personaggio più gettonato dell’anno dai più piccoli. Perché l’uovo di cioccolato, il dolce pasquale che coniuga bontà del “guscio” e meraviglia della sorpresa racchiusa all’interno, resta un evergreen. Tante le varianti proposte quest’anno da Bauli, tutte accomunate dal cioccolato al latte che da quest’anno ha una novità: il 20% in più di latte.

La novità nei personaggi riguarda il debutto di Minnie, l’eterna fidanzata di Topolino e icona intramontabile della banda Disney è proposta nell’uovo dall’incarto coloratissimo che cela all’interno accessori glam. Le uova ispirate alla KUCCIOLOTTI FAMILY  contengono come  sorprese morbidissimi peluche della fattoria. Torna BATMAN, con all’interno il set da tavolo per sfidare gli amici a ping pong o il lancia dischi da polso con bersagli che per la Pasqua 2015 sarà affiancato da SPIDERMAN. Le sorprese? Giochi divertenti come la coppia di trottole luminose.

Altra novità sono le nuove Mini uova Bauli di SPIDERMAN e MINNIE da 50 g di ottimo cioccolato al latte con un piccolo dono personalizzato, da regalare anche in attesa della Pasqua Tornano inoltre gli Ovetti Arcobaleno: cioccolato racchiuso da un croccante guscio di confetto colorato.

Stuffer lancia la linea di yogurt mix con tre referenze

Piacciono probabilmente perché sono una via di mezzo tra salutismo e golosità, e consentono uno spuntino gradito o un mini dessert senza troppi sensi di colpa. Sta di fatto che il mercato degli yogurt bicompartimentali ha registrato nell’ultimo anno un aumento dei volumi pari al 4%
Per rispondere alla sempre più crescente richiesta dei consumatori di uno snack leggero, veloce, ma al tempo stesso buono e di qualità, l’azienda altoatesina Stuffer ha creato una nuova linea di yogurt cremosi da miscelare a miele, praline croccanti e fiocchi di mais al cioccolato.

Sono tre le nuove referenze che da oggi si potranno trovare nel banco frigo: yogurt Herakles con miele da 120 g, yogurt alla vaniglia con Choco Flakes da 110 g e yogurt alla vaniglia con Choco Balls da 110 g.

Lo yogurt Herakles, denso e cremoso, realizzato solo con latte intero, è una specialità di Stuffer, ispirata alla ricetta del classico yogurt greco e disponibile in diverse confezioni e grammature: il sapore del miele che lo accompagna ne esalta le caratteristiche di gusto.

Il sapore del buon cioccolato si combina con la cremosità dello yogurt alla vaniglia Stuffer, da mixare con croccanti praline o fiocchi di mais al cacao. Questo dessert, comodo e pratico, è realizzato con il latte intero ed è completamente privo di coloranti e conservanti artificiali.

Logistica ed e-commerce: tracciabilità e ritiro in prossimità i trend del futuro

Netcomm dà in numeri dell’e-commerce in Italia pubblicando un Libro Bianco “Una Nuova Logistica per l’E-commerce. Dal Locker al Drone” e focalizzandosi su un aspetto davvero cruciale, ovvero la logistica. Che sarà in grado nei prossimi tempi di far decollare una modalità di acquisto ormai strettamente legata al commercio tradizionale del punto vendita.
Nel corso del 2014 il commercio elettronico ha movimentato 9,5 milioni di pacchi al mese (+16% rispetto al 2013). A differenza di molti Paesi europei dove ormai la consegna nel punto fisico è assai diffusa, in Italia ancora l’84% dei beni fisici è consegnato a casa, mentre il 7,4% è ritirato nel luogo di lavoro.

Ciò crea ritardi per mancate consegne e inconvenienti vari. Perché in fondo chi fa e-commerce è gente che lavora e non è mai a casa. E spesso trova molto più semplice ritirare il pacco atteso per strada, magari davanti a un supermercato o a una stazione di servizio (“posti d’elezione” per i locker TNT). “Diversi fattori suggeriscono che in futuro le modalità di ritiro avranno un peso decisamente maggiore rispetto all’attuale – dice Roberto Liscia, Presidente di Netcomm -. Innanzitutto, il maggior utilizzo dei servizi di consegna è legato all’attuale offerta dei merchant, ad oggi principalmente costruita attorno al recapito a domicilio. I merchant dal canto loro offrono un insieme di modalità di delivery e di servizi a valore aggiunto contenuto a causa della limitatezza dei servizi a loro proposti dagli operatori logistici, ancora troppo legati al sistema B2B e ai canali tradizionali. Inoltre, un elemento a favore dello sviluppo dei punti di ritiro è la propensione degli acquirenti italiani verso la modalità di pagamento in contanti o comunque alla consegna, in particolare in quella fascia di acquirenti online meno a loro agio con i sistemi di pagamento elettronico. I servizi aggiuntivi alla consegna che i consumatori considerano più interessanti sono poi proprio quelli che permettono di ridurre i disagi insiti nella consegna a domicilio”.

Insomma è la logistica l’elemento cruciale per l’ulteriore diffusione dell’e-commerce nel Paese. “La consegna è l’elemento che maggiormente incide sulla soddisfazione complessiva dell’e-shopper, seguita dalla facilità di individuazione e di acquisto del prodotto e dalla chiarezza delle condizioni di vendita e di consegna offerte dal merchant in fase di acquisto – spiega Liscia -. Inoltre, nonostante gli acquirenti italiani siano mediamente soddisfatti degli attuali servizi logistici offerti dai merchant, diversi elementi mostrano come ci siano interessanti aree di evoluzione”.

 

Cosa vuole l’e-consumatore

Al di là della battuta di Giacomo Fusina di Human Highway che ha effettuato una ricerca proprio sui desiderata degli acquirenti digitali ovvero che il cliente vuole “tutto, subito e gratis”, sicuramente in futuro a fare la differenza saranno i servizi a valore aggiunto come la consegna al sabato o serale, l’avviso della consegna 30 o anche 15 minuti prima e, soprattutto, la possibilità di rispondere all’avviso ed eventualmente riprogrammare l’orario o il punto di consegna o la consegna entro 90 minuti dall’ordine. Tra le innovazioni più futuribili c’è la consegna direttamente nel bagagliaio dell’auto tramite comando da remoto: per ora l’ha testata Volvo.

Ma forse la soluzione è evitare la consegna a casa (che comporta anche notevoli costi per l’operatore logistico) e optare per il ritiro in prossimità, ovvero in negozio, in un pick up point o in un locker.

Possiamo dire che l’e-commerce è evoluto da una prima fase “pura” (acquisto e pagamento su web e consegna a casa) a una fase avanzata ibrida e multicanale. “Oggi, nell’era degli acquisti online di massa, le esigenze degli acquirenti sono più diversificate di una volta e i servizi di consegna a domicilio non sono ancora adeguatamente attrezzati a rispondervi – dice Liscia -. Il miglioramento della logistica potrà avere un significativo impatto positivo anche sulla crescita e sulla nuova occupazione. I progressi che avverranno nella logistica porteranno benefici a tutti gli attori coinvolti nelle attività del commercio elettronico, dai consumatori ai merchant e agli stessi operatori logistici”

Oltre ai driver di sviluppo di natura business, l’evoluzione del sistema logistico richiederà un adeguamento dell’attuale quadro normativo e fiscale che disciplina le attività logistiche. Lo scenario di riferimento risulta infatti complesso ed articolato, non in grado in alcuni casi di disciplinare in maniera efficace ed efficiente la filiera logistica dell’e-commerce. Il Libro Bianco di Netcomm ha individuato diversi ambiti normativi e fiscali sui quali si auspica che il legislatore e le istituzioni di riferimento possano prontamente intervenire, quali la normativa in tema di RAEE e le procedure fiscali per la gestione delle transazioni cross-border.

 

Il grocery sta per arrivare?

Con un solo operatore attivo e una quota di e-commerce che non supera l’ì1% l’e-commerce del grocery è ancora marginale, a differenza di altri Paesi europei. La sensazione, unita a una maggiore dimestichezza degli italiani al commercio online e al successo dei siti food, è che tutto ciò potrebbe a breve cambiare. “Alcuni player si stanno attivando, assistiamo ad iniziative sperimentali che stanno crescendo, ma deve essere un investimento serio, se no l’esperienza ci dice che non funzionerà – dice Riccardo Mangiaracina del Politecnico di Milano -. Sta andando bene il food and wine enogastronomico. Ma è facile pensare che nel campo dei freschi arriveranno presto in Italia le grandi Dot-Com (come Amazon Fresh) mentre cresce il numero di start-up del mondo alimentare”. Nuovi player che cercano di farsi strada approfittando del “vuoto”.

Anna Muzio

 

Mobile Payment: aumenti del 55% ma la smaterializzazione del contante è ancora lontana

Pagamenti in mobilità: siamo a una svolta? I Pos contactless attivi oggi in Italia sono 250mila, anche nelle insegne della GDO, e nel 2014 in Italia il Mobile Payment & Commerce da remoto, attraverso app, ha incassato circa 2 miliardi di euro. I dati sono stati comunicati ieri dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano, che prevede che nel 2017 si giungerà a 4 / 5 miliardi di euro. 
Nel 2014 sono stati 3 milioni i biglietti dei mezzi pubblici, 2 milioni i servizi di car-sharing e 1 milione le ore di sosta
 acquistati via smartphone. In attesa della maggior diffusione delle soluzioni SIM-based e HCE e dell’arrivo di Apple Pay (previsto per la primavera in UK e per la fine del 2015 in “altri Paesi europei, non specificati”), gli italiani iniziano a pagare “in prossimità” grazie alle carte Contactless e ai Mobile POS, per un transato totale di 300 milioni di euro. Due i prerequisiti secondo gli attori intervenuti al convegno per la reale diffusione di questo tipo di pagamenti: la loro facilità a usability da parte dei consumatori, e la capacità degli attori coinvolti di unire al mero pagamento “l’ultima parte di un solo processo” servizi vissuti come utili e appetibili dall’utente finale, quali couponing od operazioni promozionali ad hoc.

Gli italiani certo non hanno ancora rinunciato al contante, che utilizzano ancora in proporzione preponderante rispetto agli altri Paesi europei, ma i pagamenti digitali innovativi li stanno abituando a utilizzare la carta di credito con maggiore frequenza e per beni di piccolo importo, soprattutto tramite acquisti e pagamenti via cellulare. Infatti, mentre i pagamenti elettronici con carta di credito crescono nel 2014 solo dell’1,6% passando da 126 a 128 miliardi di Euro, i New Digital Payment ottengono un incremento del 20% passano da 15 a 18 miliardi di Euro e conquistano il 12% dell’intero mercato dei pagamenti digitali, che può così registrare un incremento complessivo del 3,6% e arrivare a quota 146 miliardi di Euro. “Per agevolare ulteriormente questa crescita occorrono sia un intervento normativo che proponga incentivi e diffonda conoscenza, sia l’impegno, da parte del mondo dell’offerta, a puntare sui New Digital Payment”.

Dalla ricerca emerge che gli italiani non vedono più il Mobile solo come un canale per gli acquisti in mobilità, ma sempre più come uno strumento comodo anche per gli acquisti e i pagamenti più tradizionali.

 Se gli acquisti e pagamenti “in prossimità” e agevolati dalla tecnologia NFC non sono ancora decollati, gli italiani sono pronti a utilizzarli. Sono infatti circa 12 milioni i possessori di telefono cellulare NFC e oltre 250mila i POS contactless attivi. Ancora poche le SIM NFC (circa 800mila), ma con la promessa da parte degli operatori telefonici di raggiungere quota 5 milioni entro la fine del 2015. “Grandi aspettative ricadono su questo segmento di mercato – afferma Valeria Portale, co-curatrice della ricerca -. Prevediamo che nel 2017 si possano raggiungere 4,8 milioni di utenti attivi per un transato di oltre 6 miliardi di euro, nel caso in cui alcuni fattori abilitanti venissero messi in atto: l’avvio delle iniziative di tutte le Banche e degli operatori telefonici, la distribuzione massiva delle SIM NFC, il raggiungimento di accordi da parte di Apple con almeno le tre principali banche italiane, l’arrivo delle soluzioni HCE sul mercato italiano e una forte azione promozionale”.

Anche la possibilità di pagare in negozio con carte contactless e Mobile POS si sta allargando: le transazioni hanno raggiunto i 300 milioni di euro nel 2014.
 L’infrastruttura contactless è cresciuta nel 2014: una carta su 8 è contactless (si stimano 12 milioni di carte a fine 2014, raddoppiate rispetto al 2013) ma solo il 10%, 1,2 milioni, sono attive. Un POS su 6 è attivo in modalità contactless (250mila, +67% rispetto al 2013). Tuttavia solo una transazione su 300 di quelle con carta è contactless, per un transato complessivo pari a circa 200 milioni di euro. È un risultato ancora limitato, ma in forte crescita rispetto al 2013 (cinque volte in più), grazie anche agli sforzi messi in atto dagli esercenti che, con l’aiuto dei circuiti e degli acquirer, hanno fatto alcune azioni per abituare il cliente a questo tipo di pagamenti. Ad esempio, girando il POS verso il cliente ed invitandolo a svolgere il pagamento in autonomia.
Cosa fondamentale specialmente nel momento in cui si vorrà utilizzare lo smartphone per il pagamento (chi vorrà infatti dare il proprio telefonino, sempre più emanazione della nostra personalità, in mano ad un estraneo?)

“Il futuro dei pagamenti digitali è legato alla sfida della diffusione del Mobile Payment & Commerce ‘di prossimità’ e il 2015 è un anno cruciale per il comparto: si aprirà la competizione delle diverse filiere dell’offerta”, afferma Alessandro Perego. “Da una parte la filiera cosiddetta ‘SIM-based’ che vede coinvolti operatori telefonici e banche in una configurazione collaborativa (nelle infrastrutture abilitanti). Dall’altra filiere basate sulle più recenti tecnologie HCE (Host Card Emulation) che potranno consentire ad alcune banche di offrire soluzioni di pagamento su cellulare direttamente senza utilizzare la SIM. Ed infine Apple Pay. Si accettano scommesse su chi vincerà la partita conquistando quote maggiori di mercato. Certo, dipenderà molto dalla strategia commerciale degli attori che hanno già investito molto. Quello che più importa, lato consumatori, è che le regole del gioco sono ormai per buona parte definite e qualsiasi soluzione non potrà che arrivare rapidamente ed essere estremamente sicura e facile da usare”.

A Pasqua le uova solidali Fairtraide si fanno in sette

A ognuno il suo gusto, al bianco cioccolato o fondente, l’importante è che sia cioccolato sotto forma di uova di Pasqua, ma soprattutto che sia una festa per tutti: e allora Fairtrade quest’anno propone sette uova realizzate con cacao e zucchero che arrivano da organizzazioni dove è rispettato il lavoro delle persone e l’ambiente. Un requisito sempre più importante per i consumatori, tanto che nel 2013 i prodotti certificati Fairtrade hanno raggiunto un valore complessivo del venduto a livello globale di 5,5 miliardi di euro (+15% sull’anno precedente). E cacao e zucchero sono proprio tra i prodotti più richiesti insieme a caffè, banane e fiori.
Il commercio equo assicura ai produttori il pagamento di un prezzo stabile in grado di coprire tutti i costi di produzione, il Fairtrade Minimum Price, e un margine di guadagno aggiuntivo per avviare programmi di sviluppo delle comunità, il Fairtrade Premium.

Sole ad esempio è una onlus piemontese che grazie alla distribuzione di uova di cioccolato al latte Fairtrade raccoglie fondi per i propri progetti in Africa. Grazie ai proventi delle vendite dello scorso anno, ad esempio, l’organizzazione ha realizzato un sistema di raccolta per l’acqua piovana e due cisterne da cinquemila litri in Mozambico.

Le uova di cioccolato della linea Solidal di Coop certificate Fairtrade sono in cioccolato fondente o al latte, realizzate con cacao e zucchero Fairtrade provenienti da organizzazioni di Repubblica Dominicana, Perù, Costa Rica, Swaziland, Paraguay e India. Le uova saranno in vendita nei supermercati e ipermercati Coop di tutta la penisola.
Passando ai piccoli fomati, l’ovetto Fairtrade di cioccolato al latte bio distribuito da Baum si chiama Ponchito. Ed è disponibile in due versioni per accontentare tutti: tradizionale da 20 gr e formato xl da 50 gr, entrambe realizzate con cacao e zucchero di canna del commercio equo certificato di Rep. Dominicana e Paraguay. Le sorprese all’interno sono create da artigiani di Paesi in via di sviluppo e di cooperative sociali italiane. I Ponchito si possono acquistare nei punti vendita Coop Estense di Sicilia, Puglia, Modena e Ferrara, negozi Bio c’ Bon Italia, nelle botteghe del mondo e nei supermercati Ecor-NaturaSì.
Per chi è alla ricerca del prodotto biologico, Antica Norba propone invece uova di cioccolato al latte o extrafondente Fairtrade. Saranno distribuite da Baule Volante, e nel Lazio si potranno acquistare anche nei punti vendita “Pane e cioccolato” e presso il “Museo del cioccolato” di Norma (Lt).

Annex La Rinascente si espande e porta in Italia Urban Outfitters

La campagna offline e online, firmata da Publicis et Nous Paris porta la firma del fotografo Txema Yeste.

È prevista per mercoledì 25 febbraio l’apertura del secondo piano di annex la Rinascente, lo spazio di via Santa Redegonda dedicato alle più giovani che ha debuttato lo scorso dicembre (vedi Apre annex la Rinascente versione teen-ager). Tra i nuovi marchi esposti la novità più ghiotta è senz’altro Urban Outfitters, marchio americano cult che disporrà di un’area di 200 mq arredata nel tipico stile industrial e reso unico dai murales dell’artista inglese Alex Fowkes. Fondato a Filadelfia nel 1970, il retailer Urban Outfitters si è affermato per la sua proposta che fa capo a un lifestyle alternativo che riguarda le collezioni di abbigliamento e di articoli per la casa ma anche gli accessori, make-up, idee regalo, libri e musica. Da annex la Rinascente Urban Outfitters porterà una selezione di brand moda donna che include nuovi marchi di punta come Little White Lies, Somedays Lovin’ e Unif; Pippa Lynn, Textile Federation e Native Rose saranno presenti in esclusiva per l’Italia, insieme alle collezioni private.

Il secondo piano ospiterà anche American Vintage, Maison Scotch e Nike con metrature importanti. E poi ancora Alternative, Cheap Monday, Carhartt, Closed, Dedicated, Denham, Nudie Jeans, Roy Rogers, Rude, brand che si aggiungono a quelli già presenti per un totale di oltre 300 marchi internazionali tra abbigliamento, accessori, scarpe, costume jewellery, borse, orologi, techno gadget e make up.

Per lanciare l’inaugurazione il 24 febbraio, giorno prima dell’apertura del nuovo piano, lo street artist milanese TVBOY realizzerà live tre tele nelle vetrine di annex la Rinascente.

Un App Fun&Social per portare nello store

Creata per creare coinvolgimento nella community ed esaltare la shoppping experience, la APP annex la Rinascente, pensata per le giovanissime appassionate di moda utilizza dinamiche Fun&Social crean ogni giorno una ragione per accedere e interagire con i contenuti dell’APP ma soprattutto recarsi nello store.

Gli utenti sono coinvolti sin da subito perché hanno la possibilità di vincere lo shopping anche solo scaricando la APP sul loro smartphone. Sono poi invitati a partecipare a diversi concorsi fotografici a tema, dove possono vivere la moda da protagonisti e mostrare il loro talento scattando e uplodando le loro foto.che possono essere facilmente condividere con la propria rete su tutti social in cui sono presenti. La APP è anche un modo per essere sempre aggiornati su cosa succede in store, dagli eventi alle iniziative speciali all’ingresso di nuovi brand.

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