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Anna Muzio

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Il pollo piemontese Valverde al +30% in Carrefour

Filiera corta, rintracciabilità, benessere animale sono esigenze sentite da fasce di  consumatori sempre più ampie: prova ne è il successo della Cooperativa Valverde entrata in GDO tramite Carrefour con il brand Pollo Dal Piemonte, che ha registrato costanti aumenti di volumi e fatturato (+30% nel 2014).

Inserito nel progetto “Localismo” dell’insegna francese, il pollo Valverde è stato scelto perché allevato nelle campagne del Piemonte nel rispetto del benessere animale, dei modi e dei tempi della tradizione. Inizialmente distribuito negli Iper Carrefour di Torino e Provincia, oggi Pollo Dal Piemonte è venduto nei Carrefour Market del Piemonte e della Lombardia e nelle start up dei Carrefour Gourmet, nell’ottica di offrire qualità ed eccellenza del territorio in questi nuovi spazi di valorizzazione delle produzioni tipiche di qualità all’interno del punto vendita. E dal 2015 Pollo dal Piemonte è anche in Liguria.

“Accorciare i passaggi e ridurre le intermediazioni – dichiara Andrea Costa, Presidente di Valverde Coop – consente alla nostra realtà di recuperare valore aggiunto e dare una mano anche all’economia locale e alla valorizzazione del territorio. La rintracciabilità di filiera certificata rappresenta per Valverde un impegno di massima serietà per il produttore e di maggiore sicurezza per il consumatore. Il controllo dell’origine dei prodotti è fondamentale in quanto permette di conoscere i singoli lotti, di risalire alla provenienza di ogni aspetto della produzione, della lavorazione e della distribuzione.

ValVerde è una Cooperativa di soci allevatori (Società Agricola La Madonnina) che alleva polli nel massimo rispetto della natura, tanto da ricevere il premio GOOD CHICKEN, riconoscimento internazionale conferito dal CIWF, Compassion in World Farming, organizzazione Onlus la cui mission é quella di promuovere pratiche di allevamento rispettose del benessere degli animali, dell’ambiente e delle persone. CWIF ha scelto l’italiana ValVerde perché ha soddisfatto i criteri che rispondono alla salvaguardia del benessere animale, della salute pubblica, della sicurezza alimentare proponendo un modello di allevamento rispettoso, dignitoso e di qualità.

Coca Cola progetta la sostenibilità ambientale con Cube stampante 3D che ricicla

Una stampante 3D bella (si chiama Cube ed è infatti un elegantissimo cubo), in grado di creare oggetti tridimensionali personali e prototipi, ma che utilizza almeno in parte (il 25%) un filamento costituito da bottiglie di plastica PET riciclate. È in vendita sul web a 989 Euro il modello base e fa parte del progetto Ekocycle, un programma di responsabilità sociale di Coca Cola. Perfetto per rifare il trucco al brand. “Siamo convinti che l’innovazione e la tecnologia siano fondamentali per garantire un’esperienza di marca davvero significativa ai nostri consumatori”.dice Kelli Sogar, Senior Global Licensing Manager di The Coca-Cola Company.

La stampante Cube è l’ultima arrivata nella famiglia di prodotti EKOCYCLE, il brand lanciato da will.i.am, fondatore e produttore dei Black Eyed Peas, e The Coca-Cola Company per promuovere la sostenibilità attraverso prodotti di tendenza, accessibili e creati con materiali riciclati.
Obiettivo, come spiega will.i.am, è “collaborare con i più famosi brand del mondo e sfruttare la tecnologia, l’arte, la moda e l’ispirazione per cambiare la nostra cultura. Creando splendidi oggetti per la vita quotidiana a partire da materiali post-consumo riutilizzati possiamo rendere “trendy” l’intero concetto di riciclo. E sarà “trendy” anche creare nuovi prodotti utilizzando materiali riciclati.”

Per dimostrare l’impegno nel promuovere lo smaltimento sostenibile dei milioni di bottiglie di plastica vendute in tutto il mondo ogni anno, Coca Cola ha pensato a una serie di iniziative, tra cui i “no waste day”.
“La stampante EKOCYCLE Cube permette a chiunque di esprimere un potenziale enorme, dagli studenti agli amanti dei fai-da-te, dagli artisti agli inventori, e di sentire un legame più diretto con il riciclo, vedendolo come parte integrante del processo di creazione di qualcosa di nuovo – dice Kelli Sogar – . Non si tratta solo di produrre un oggetto a casa propria, ma di cambiare il modo di concepire il riciclo.”

http://youtu.be/5pqvNb09MAI

A Hack Wine, contest di H-Farm e Vinitaly, idee digitali accompagnano il vino nel terzo millennio

“Come si comunica il vino nel 2015”? a questa domanda hanno cercato di rispondere più di 300 giovani tra sviluppatori software, designer ed esperti di comunicazione accorsi da tutta Italia a Roncade (TV) presso la sede di H-FARM Ventures il 14 e 15 febbraio per partecipare alla seconda edizione di H-ACK Wine. Promosso da Vinitaly International, la piattaforma creata da Veronafiere per promuovere le eccellenze vitivinicole italiane nel mondo, e H-Farm l’evento aveva lo scopo di progettare, nelle 24 ore a disposizione delle “squadre” di creativi e geek presenti, nuove soluzioni digitali e nuove idee per rispondere alle esigenze delle aziende vinicole che hanno partecipato all’evento e che quest’anno erano Gruppo Vinicolo Santa Margherita, Zonin1821, Tenuta Col Sandago-Case Bianche e Tommasi Family Estates.

Stevie Kim.
Stevie Kim.

“Il consumo del vino è calato a livello nazionale negli ultimi anni, ma anche in mercati emergenti come la Cina ci sono difficoltà a capire il settore vitivinicolo italiano, o anche a pronunciare nomi come “Valdobbiadene”, “Rondinella” e “bollicine”. Abbiamo bisogno di idee per coinvolgere le generazioni più giovani, specialmente i millennials, con un linguaggio non solo accessibile ma anche moderno e divertente” ha detto Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International.
“Il trucco è trasmettere la storia e i valori che stanno dietro una bottiglia di vino ridefinendo le regole della comunicazione in modo innovativo. È stata una delle esperienze più incredibili della mia vita: 300 ragazzi che probabilmente avevano troppe idee e la cosa bella è che nessuno di loro aveva a che fare col vino” ha detto Francesco Zonin di Zonin 1821.

Quattro vincitori

Le squadre vincitrici.
Le squadre vincitrici.

Tra i 26 progetti elaborati, che avevano solo 5 minuti per essere presentati, ogni azienda, che aveva fatto una richieste specifica, ha selezionato il migliore.
Tommasi aveva chiesto di creare una lista di vini digitale collegata con le tecnologie per lo scambio e l’interattività (quali Beacon, NFC, QRcode) da usare nei ristoranti e che desse visibilità al mondo dei vino Tommasi e incrementasse le vendite assicurando un valore aggiunto sia al ristoratore sia al consumatore. Ha vinto T-Mood con “List mood” una app che abbina alla carta del vino approfondimenti multimediali sulla sua storia e origini.
Santa Margherita ha scelto The42, con un soluzione per raggiungere i clienti reali o potenziali presenti a un evento che utilizza il gaming per gli eventi esterni, e offre il free wi-fi nel caso di degustazioni ed eventi interni. È piaciuta tanto che potrebbe essere presentata a Vinitaly o a Expo.
Abbina gaming e dinamiche e linguaggio social Moowine, la piattaforma web premiata da Zonin. Tramite sfide a quiz si testa la conoscenza del vino delle giovani generazioni e si accumulano punti a ogni risposta giusta che poi possono essere accumulati e dare accesso a premi quali visite guidate in cantina o sconti nei negozi digitali.
Tenuta Col Sandago infine voleva una piattaforma mobile e/o web per l’abbinamento di cibo e vino, in grado anche di incrementare le vendite sia nazionali sia all’estero, e ha premiato Gourmeet del team The Grapes: un viaggio enoculturalgastronomico lungo le infinite vie del vino.

Al di là dei quattro vincitori, è interessante sapere che molte dei progetti presentati prevedevano tecniche di gaming, concorsi e strategie di profilazione dei clienti attraverso soluzioni mobile o web, mentre l’altro comune denominatore era la combinazione di un vino con la musica, il cibo e anche l’umore dell’utilizzatore dell’App. Che sia qui il futuro del vino 3.0?

Il prosciutto di Parma Bedogni a Tuttofood 2015

Tuttofood, in programma alla Fiera di Milano dal 3 al 6 maggio 2015, promette di essere un evento clou della produzione d’eccellenza Made in Italy ancora più nell’edizione di quest’anno che si prospetta specialissima grazie alla concomitanza con la kermesse di Expo. In questa cifra va vista la partecipazione del salumificio Bedogni Egidio al salone del settore food and beverage. Invitato d’onore allo stand Bedogni sarà infatti il suo prosciutto di Parma, premiato dalla rivista “Gambero Rosso” come il miglior crudo nella categoria 24 mesi di stagionatura.

Oltre alla degustazione del prosciutto di Parma, sarà presente la vasta gamma di salumi della tradizione italiana, che vanno dal salame Felino alla culatta, dal lardo alla pancetta supercoppata fino allo speck.

L’azienda è stata fondata e opera a Langhirano, culla del Prosciutto di Parma, dal 1954.

Coralis e Coldiretti con Fai lanciano la filiera controllata e certificata

Conoscere la provenienza degli alimenti è una richiesta precisa dei consumatori, anche se non sempre la legge specie comunitaria sembra seguire tale “ratio”. È ancora viva ad esempio la polemica sulla legge Ue che consente di non indicare lo stabilimento di produzione degli alimenti. Coralis, Consorzio di imprenditori della Distribuzione, guarda avanti e propone, in partnership con Fai, Firmato agricoltori italiani, marchio promosso da Coldiretti, una filiera controllata, certificata e che indica con chiarezza i luoghi di produzione. Già da gennaio un numero selezionato di punti vendita consorziati Coralis ha introdotto in assortimento alcuni articoli della filiera dell’ortofrutta e del florovivismo mentre olio, pasta e riso arriveranno ad aprile.

Obiettivo comune: promuovere, sostenere e certificare i prodotti dei nostri territori. “Con Fai vogliamo garantire in Italia e all’estero tutti quei prodotti provenienti al 100 per 100 dai campi e dagli allevamenti italiani che rispettano l’etica nei processi produttivi e assicurano, per contratto, una equa ripartizione del valore tra i vari attori della filiera – spiega Gianluca Lelli, Responsabile Area Economica di Coldiretti – Con accordi come quello siglato con Coralis puntiamo a valorizzare la filiera agricola come vero e unico made in Italy alimentare e accorciare la filiera tra produttore e consumatore, assicurando a quest’ultimo un prodotto di origine sicura, italiana e tracciata, comunicando la distintività del made in Italy nel garantire alti standard di sicurezza alimentare, legame col territorio e naturalità”.

In questo processo Fai rappresenta per Coralis un partner in grado di dare una forte personalizzazione al prodotto grazie all’offerta di filiera certificata e controllata. È infatti la personalizzazione uno dei temi cari a Coralis che nasce come Consorzio di imprenditori della Distribuzione con la volontà di salvaguardare l’identità di ogni punto vendita. Tanto che ogni struttura associata con il progetto “Dai il tuo nome al futuro” porterà il nome di chi l’ha creata e l’ha resa luogo d’incontro e di riferimento all’interno del quartiere.

ELEONORA GRAFFIONE
Eleonora Graffione, presidente Coralis.

“Contrapponendosi alla scelta classica di riunire tutti i punti vendita sotto un’unica insegna, Coralis abbandona l’idea che industria e distribuzione debbano avere vita separata – dice il Presidente di Coralis Eleonora Graffione – “Tre sono i concetti ai quali il Consorzio riconosce un valore vero e profondo: la collaborazione nella fase di sviluppo e selezione dei prodotti, grazie a un nuovo rapporto tra fornitori e distributori per la scelta delle migliori soluzioni di processo; la condivisione delle informazioni necessarie al corretto sviluppo del prodotto, dei lotti e dei prezzi; l’allineamento con le ultime necessità di mercato”.

Il consorzio Coralis ha registrato nel 2014 un giro d’affari del +3% rispetto al 2013.

Carni trasformate, i deputati Ue per l’obbligo di indicare la provenienza

I recenti fatti di cronaca circa frodi alimentari e lo scandalo della carne equina lo dimostrano, i consumatori vogliono la massima trasparenza circa la provenienza delle materie prime, anche degli alimenti trasformati. Per questo i deputati Ue hanno chiesto alla Commissione europea di presentare proposte legislative col fine di rendere obbligatoria l’indicazione della provenienza delle carni anche degli alimenti trasformati, come avviene già per le carni bovine fresche.

La risoluzione, approvata con 460 voti favorevoli, 204 contrari e 33 astensioni, sollecita la Commissione a dare seguito alla relazione stilata nel 2013 con proposte legislative che rendano obbligatoria l’indicazione del Paese di origine delle carni utilizzate nei prodotti alimentari trasformati, in modo da assicurare una maggiore trasparenza in tutta la catena alimentare, informare meglio i consumatori europei aiutando così a riconquistare la loro fiducia.

“Oggi dobbiamo riconquistare la fiducia dei consumatori europei, che anche a seguito di frodi alimentari (…) auspicano regole più severe in materia di tracciabilità e informazione – ha affermato il presidente della commissione per l’ambiente Giovanni La Via -. L’intervento legislativo dovrà tener conto della trasparenza e della leggibilità delle informazioni per i consumatori pur consentendo allo stesso tempo alle imprese europee di operare in modo economicamente redditizio.

Lo chiedono 9 consumatori su 10

In effetti lo studio della Commissione europea (17.12.2013) mostra come più del 90% degli intervistati considera importante il fatto che l’origine delle carni sia etichettata sui prodotti alimentari trasformati. La questione del resto è lungi dall’essere “di nicchia” e riguarda un gran numero di alimenti. A seconda dello Stato membro, dal 30 al 50% delle carni macellate sono trasformate in ingredienti a base di carne per alimenti, principalmente carne macinata, preparati di carne e prodotti a base di carne.

Parmigiano Reggiano a gennaio su la domanda, prezzi bassi e produzione in calo

I consumi del Parmigiano Reggiano avanzano, ma i prezzi calano e di conseguenza anche la produzione, che a gennaio ha segnato un -2,5% e a dicembre -1,1%.

Nel 2014, dopo due anni di sostanziale stabilità con una lieve tendenza alla flessione, sono cresciuti dell’1,7% i consumi grazie anche alla ripresa del mercato interno, con un picco particolarmente rilevante degli acquisti familiari nelle settimane a ridosso delle festività (+7%). Molto bene anche l’export, che ha incassato un +3,6%.

“In controtendenza rispetto ad altri formaggi duri, a partire dai similgrana, che hanno registrato un calo delle importazioni del 2,7% nel 2013 e dello 0,8% nel 2014 – sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai – le rilevazioni sulle famiglie e i dati relativi a tutti i canali di vendita indicano un buon andamento dei consumi. Il dato del tutto insoddisfacente è invece quello riguardante le quotazioni all’origine, il cui calo è associato anche ad una flessione dei prezzi al consumo”.

Nel 2014 infatti i prezzi medi sono scesi di oltre il 4%, e ancora di più nelle zone di produzione e quelle che presentano i consumi tradizionalmente più elevati. “Offerte e promozioni particolarmente intense nella seconda metà dell’anno – prosegue Alai – hanno spinto gli acquisti, ma le quotazioni per i produttori, mediamente a 8,06 euro/kg nel 2014 rispetto agli 8,74 euro/kg del 2013 e ai 9,12 euro/kg del 2012, sono risultate fortemente penalizzanti per i redditi”.

Un andamento legato ad un aumento di offerta che, in quattro anni, si è concretizzata in crescita produttiva superiore al 10%. “Ora la tendenza sembra essersi invertita. Per superarla stabilmente è urgente un cambio di passo per una ordinata logica di governo della produzione, nel solco tracciato dal piano di regolazione dell’offerta in vigore dal 1° gennaio 2014 con l’assegnazione ai produttori di quote latte per la trasformazione proprio in una logica di autoregolamentazione che assicura stabilità ai redditi e non espone il comparto a espansioni indiscriminate o a cali indotti da situazioni di crisi. A fronte della crisi in atto – conclude Alai – stiamo intanto intervenendo sul mercato interno con nuovi accordi con la GDO e stiamo rafforzando ulteriormente le azioni sull’export; in tal senso contiamo anche sull’impegno che abbiamo chiesto al Governo per abbattere le barriere che ostacolano la nostra penetrazione in diversi mercati e dipendono esclusivamente da legislazioni locali che consentono anche le imitazioni e possono essere modificate solo con accordi che chiamano in causa governi nazionali e Unione Europea a sostegno delle nostre Dop”.

Arriva dalla Sicilia l’avocado bio solidale di Altromercato

È 100% italiano e biologico, coltivato a Marsala da Agricoop impiegando lavoratori svantaggiati, come immigrati ed ex detenuti, e operando su terreni sottratti alla criminalità organizzata, secondo i criteri del Commercio Equo e Solidale l’Avocado Biologico Solidale Italiano di Altromercato.

L’avocado entra a far parte della gamma del Solidale Italiano Altromercato, progetto che si pone l’obiettivo di valorizzare i prodotti agroalimentari italiani, realizzati da realtà produttive di qualità, ecologicamente e socialmente responsabili. Avviato nel 2011 con alcuni dei prodotti tipici simbolo dell’Italia – pomodori, pasta, olio – il progetto promuove i valori di sostenibilità, equità e legalità per produzioni biologiche di eccellenza, che tutelano la biodiversità e le tipicità del territorio, nel rispetto dell’ambiente e dei diritti delle persone. Sono prodotti coltivati in aree del Paese in via di spopolamento e da percorsi virtuosi di riaffermazione della legalità, di inclusione sociale e di contrasto allo sfruttamento e al caporalato.

L’Avocado Biologico Solidale Italiano, di varietà “Hass” è distribuito da Ctm Agrofair, società specializzata nella distribuzione di frutta fresca del Commercio Equo e Solidale, ed è disponibile in molte delle 300 Botteghe Altromercato su tutto il territorio nazionale

Leni’s sceglie un pack trasparente, pratico e richiudibile

Il vetro tra tutti i materiali è il più rilevatore, mostra il prodotto in tutta la sua naturalità. Una scelta attuata dalla mousse di mela Leni’s oggi completata da un pratico tappo a vite che va a sostituire la chiusura in stagnola sigillata, per una apertura più pratica e richiudibile.

Composta interamente da polpa di mela del Trentino Alto Adige, la mousse è realizzata senza additivi o conservanti. Solo una piccola percentuale di acido ascorbico naturale (vitamina C) aiuta a prevenire l’imbrunimento del prodotto grazie alla sua funzione antiossidante.

La nuova confezione della mousse 100% mela è stata presentata in anteprima in occasione di Fruit Logistica 2015 da VOG Products, proprietaria del brand Leni’s e leader in Europa nel settore dei prodotti trasformati a base di mela.

“Leni’s ha scelto da subito di confezionare la mousse in vetro, un materiale che esalta la naturale semplicità e autenticità del prodotto. Igienico e trasparente, il vasetto da 150 gr permette di percepire già ad occhio nudo la qualità della mousse che contiene – spiega Klaus Gasser, direttore di VOG Products – Ora anche il tappo si adegua alla vision del brand, vicino alle moderne esigenze del consumatore”.

La mousse 100%  mela completa la gamma Leni’s di prodotti destinati al reparto ortofrutta, ideati per fornire alternative attuali e pratiche al consumo di mela fresca. Si affianca infatti alle spremute 100% mela nei formati da 1 litro e 250 ml e alle fettine di mela già lavate e pronte al consumo in bustine da 80 grammi e family pack da 4 confezioni.

Auchan e Simply lanciano il nuovo programma fedeltà LATUA!CARD

Rinforzare la relazione con il cliente: con questo obiettivo Groupe Auchan dopo cinque anni di esperienza nella loyalty coalition (con Nectar), lancia per le insegne Auchan e Simply il nuovo programma di fedeltà multi-partner LATUA!CARD.

Varie le modalità per la raccolta punti, che valorizza i prodotti di Auchan e Simply, i prodotti freschi di Simply e i prodotti dedicati alla cura della persona e profumeria di LillaPois.

La raccolta punti parte il 1 marzo 2015 mentre dal 1° Aprile è possibile accumulare punti anche rifornendosi di carburante nelle oltre 4.000 eni station aderenti.

Sconti riservati ed esclusivi sono riservati ai tanti prodotti delle Grandi Marche. Ma i punti si possono collezionare anche online, grazie ai numerosi web partner tra cui Tui.it, la Feltrinelli, BottegaVerde, Groupalia ed eDreams.

Sul fronte dell’impegno sociale, ogni volta che i clienti presentano LATUA!CARD in cassa, Auchan, Simply e LillaPois donano 1 centesimo di euro a favore della ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare (senza alcun onere per i clienti) a Fondazione Telethon. Si tratta del primo programma di loyalty con donazione continuativa ad una charity.

Il catalogo LATUA!CARD, valido da marzo 2015 a febbraio 2016, contiene un centinaio di premi ma anche numerosi buoni ingresso in luoghi di intrattenimento, buoni sconto e carte regalo da utilizzare nelle principali catene di arredo casa, abbigliamento, calzature e sui siti di e-commerce, come Zalando e Showroomprive.it.

La carta è disponibile da sabato 14 febbraio nei 49 ipermercati Auchan diretti, in oltre 900 supermercati Simply, IperSimply e PuntoSimply diretti e in franchising, e dal 19 febbraio nei drugstore LillaPois, per un totale di 1.000 punti vendita coinvolti in 18 regioni d’Italia.

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