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Anna Muzio

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Moda, lusso e innovazione digitale, i brand italiani in cima al mondo

È Gucci il marchio del lusso più digitale del mondo. Lo dice il report della sesta edizione della Digital Competitive Map 2018 realizzata da Contactlab, azienda di soluzioni di digital marketing multicanale, e da Exane BNP Paribas, il ramo del gruppo bancario francese dedicato agli investimenti finanziari. Oltre a Gucci, nella top ten dei brand che meglio utilizzano la strategia di innovazione digitale ci sono altri sei italiani: Valentino (al terzo posto), Zegna (al settimo), Bottega Veneta (al nono posto) e Bulgari (al decimo). In testa più o meno allo stesso livello di Gucci c’è Burberry.
L’analisi, che prende in considerazione 34 marchi di moda e lusso internazionali, tiene conto di 19 criteri (uno in più dell’anno scorso) e 178 parametri rispetto ai 146 del 2017 ed evidenzia come i settori nei quali ci sono ancora margini di miglioramento sono opzioni di consegna, servizi di cross-canalità, metodi di pagamento online, estensione delle categorie di prodotto sul web, consulenza di stile e condivisione social sui nuovi canali di messaggistica evoluta come WeChat e WhatsApp.

In particolare tre dei brand esaminati non offrono il servizio clienti via telefono, tre brand hanno la web live chat sistematicamente inattiva, tre brand non forniscono informazioni sui giorni e gli orari di apertura dei negozi e otto brand sono tuttora privi di “mobile responsive email layout”. Buoni invece i risultati raggiunti nell’efficacia dei siti web, nell’apertura di canali di e-commerce (diretti e indiretti), nel marketing via mail e nella localizzazione social nei vari Paesi.
L’analisi è riassunta in una mappa che colloca i vari marchi su un piano cartesiano nel quale l’asse delle ascisse riassume la “digital customer experience” e quella delle ordinate la “digital strategic reach”.

Nella prima eccellono Gucci e Louis Vuitton mentre nella seconda primeggia Burberry. Tra i marchi italiani bisogna segnalare la crescita di Prada, finalmente convertitosi al digitale e leader dei servizi cross-channel nei quali si distinguono anche Zegna e Valentino, che offrono ai clienti il servizio “Reserve&Try in Store”, grazie al quale si prenota on line un capo e lo si prova in negozio.
Per quanto riguarda l’e-commerce negli ultimi anni si sognelano due tendenze: l’aumento della presenza (e delle vendite) in mercati lontani come l’Estremo Oriente, il Golfo e la Russia; e la presenza anche sulle piattaforme dei principali etailer occidentali come Farftech, Net-a-Porter e 24 Sèvres.

A Dolce&Gabbana va invece il primato come brand più social, grazie all’utilizzo in particolare di Instagram e del russo VK. Già 13 marchi hanno introdotto la funzionalità Instagram Shopping, mentre Gucci, Moncler e Ferragamo hanno adottato Facebook Shopping. Fendi si distingue per il numero maggiore di opzioni di condivisione di prodotti sui social, tra cui WhatsApp e WeChat. Le e-mail sono sempre più utilizzate per connettere agli account social dei brand, tra cui gli asiatici Line, WeChat e Weibo.
“Il passaggio all’omnicanalità, vale a dire la capacità di un brand di tenere il contatto col cliente nei suoi diversi percorsi e mezzi con cui si interfaccia con esso – dichiara Marco Pozzi, Senior Advisor di Contactlab – è sicuramente uno degli aspetti su cui hanno maggiormente lavorato i brand che hanno fatto più passi in avanti nella classifica globale, mostrando uno sforzo logistico non indifferente. Tuttavia l’approccio omnicanale deve coinvolgere tutti i livelli del business, ponendosi come modalità operativa anche nella relazione con il cliente attraverso le strategie di marketing sino a un livello individuale. Risultano infatti sempre più indissolubili dai piani di business le logiche di acquisizione e di fidelizzazione del consumatore attraverso i mezzi digitali, insieme alla capacità di un brand di intercettare e interpretare i mutevoli e non-lineari comportamenti del consumatore. Il segreto per far funzionare questa dinamica è la capacità di un’azienda di estrarre valore dai dati per creare un rapporto di fiducia con il consumatore e rendere fluido e sempre pertinente il suo rapporto con il brand”.

Un MaxiSimply apre a Capurso (Ba) e punta sui prodotti locali

Un nuovo MaxiSimply è stato inaugurato giovedì 24 maggio a Capurso (BA), dal gruppo Apulia Distribuzione, Master Franchising del gruppo Auchan Retail Italia. Il punto vendita che sorge in via Manzoni, si sviluppa su una superficie di 2.800 metri quadrati, di cui 1000 dedicati al parcheggio.

L’offerta, una novità in zona, punta sui prodotti a chilometro zero: frutta e verdura, ma anche spremute ed estratti da poter consumare al momento, pescato di qualità, carne del territorio e un laboratorio di produzione dei latticini della tradizione pugliese.

La volontà di realizzare e offrire un’esperienza di acquisto nuova si esprime nell’assortimento alimentare presente nel MaxiSimply di Capurso: il reparto pescheria, ad esempio, garantirà la possibilità di effettuare una vera e propria spesa completa di tutto, dall’acquisto di pesce fresco, alla degustazione e ordinazione di molti prodotti ittici cotti al forno.

All’interno de “La Bottega Rossotono”, marchio creato e sviluppato da Apulia che identifica e assicura carni e salumi di alta qualità, sarà possibile trovare referenze per accontentare anche i palati più esigenti, come la carne frollata da un minimo di 15 giorni e fatta maturare in celle frigorifere adatte, e molti altri preparati realizzati con ingredienti di prima scelta; la presenza di questo format garantisce l’offerta di un servizio utile, oltre che di qualità, anche attraverso l’ordinazione al momento di carne cotta pronta in 15 minuti.

Il nuovo reparto dell’ortofrutta “Madre Terra” è contraddistinto da prodotti freschi, di stagione e a km zero, che saranno rinfrescati continuamente dall’acqua nebulizzata, evitando così l’uso di sostanze chimiche, pur mantenendo alti gli standard di presentazione ed esposizione dei prodotti al banco. Inoltre si potranno acquistare minestroni con verdura e legumi preparati in loco, e altri prodotti che rispecchiano le moderne abitudini di consumo; come spremute d’arancia e bevande naturali dissetanti con estratti di frutta e verdura.

L’attenzione ai localismi si esprime anche nella valorizzazione dei prodotti caseari, che vengono realizzati in un vero e proprio laboratorio di prelibatezze per tutti gli amanti dei latticini della tradizione pugliese, come mozzarelle, scamorze, stracciatella, che vengono prodotti in loco dai maestri casari.

I clienti potranno sperimentare il percorso dedicato alla convenienza che ha previsto la totale digitalizzazione delle promozioni, visibili grazie al posizionamento di monitor da 40” gestiti con un apposito software di Apulia, dove saranno proiettate ogni giorno offerte speciali, compresa la formula “Riempi Carrello”, per risparmiare sul portafoglio. L’obiettivo è di accompagnare il visitatore mettendolo al centro dell’esperienza di acquisto.

Apulia Distribuzione è uno dei principali operatori della distribuzione organizzata del Sud Italia. Dal 2004 è Master Franchising del gruppo Auchan Retail Italia, accordo che ha permesso ad Apulia di sviluppare in modo autonomo la rete commerciale di vendita al dettaglio sul territorio utilizzando i marchi Simply, IperSimply, PuntoSimply e MaxiSimply.

Plastica monouso, il no della Ue a piatti e cannucce, le bottiglie tornano “a rendere”

Un sistema automatico di cauzione-deposito in un supermercato ungherese.

La lotta ai rifiuti di plastica passa a una nuova fase: entro il 2025 gli Stati membri dovranno vietare la vendita di prodotti di plastica monouso quali stoviglie, cannucce, agitatori per bevande, bastoncini di cotone per le orecchie e bastoncini per palloncini in plastica, e raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande, attivando sistemi sistemi di cauzione-deposito.

Sono le misure previste nella direttiva sulla riduzione dell’inquinamento da plastica, che la Commissione europea presenterà a fine maggio. Secondo il progetto di direttiva, i contenitori per bevande in plastica saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore. Per i contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica, gli Stati membri dovranno fissare obiettivi nazionali di riduzione. I produttori saranno chiamati a coprire i costi di gestione dei rifiuti per prodotti altamente inquinanti quali mozziconi di sigaretta, palloncini e attrezzi da pesca in plastica. Altri prodotti come gli assorbenti igienici e le salviette umidificate dovranno avere un’etichetta chiara e standardizzata che indica il loro impatto negativo sull’ambiente. 

 

Retailer in prima linea, “ma che non si trasformino in raccoglitori di rifiuti”

In seguito alla pubblicazione odierna della proposta della Commissione sulle materie plastiche monouso, il settore del commercio all’dettaglio e all’ingrosso “ha ribadito il suo impegno a promuovere l’economia circolare e gestire il problema dei rifiuti di plastica. Il settore ha già dimostrato la sua leadership nella riduzione degli imballaggi e delle materie plastiche monouso, seguendo una serie di strategie 3R (riduzione, riutilizzo, riciclaggio) e preso impegni collettivi e individuali per farlo, inclusa una riduzione dell’80% dei rifiuti complessivi”.

Lo dice una nota di Eurocommerce, che ricorda come ben prima della proposta della Commissione sulla riduzione dell’uso della plastica, i dettaglianti hanno adottato misure proattive per ridurre la dipendenza dalle materie plastiche. Come incoraggiare i clienti a raccogliere e restituire i loro rifiuti di plastica, aumentando la quota di prodotti riciclati, proporre sacchetti di plastica rinnovabile o ricariche di prodotti per la cura del corpo a ridotto contenuto di imballaggi. Ma anche promuovendo campagne di sensibilizzazione per promuovere il riciclo di oltre 14mila prodotti alimentari e non alimentari. L’efficacia e il successo di tali iniziative sono stati attentamente monitorati da un operatore indipendente sotto l’egida della Commissione europea e raccolti nella banca dati REAP.

Ma, come ha sottolineato il direttore generale dell’EuroCommerce, Christian Verschueren: “La responsabilità estesa del produttore non deve significare che i supermercati si riducano a raccoglitori di rifiuti. Possiamo agire come promotori di comportamenti sostenibili per i nostri vari milioni di clienti, ma anche altri attori, tra cui l’industria e i governi, devono intervenire sul piatto”.

Il settore della distribuzione si trova a metà strada tra produttori e consumatori e la raccolta, il riciclaggio e lo smaltimento dei rifiuti non possono essere di sua competenza esclusiva. EuroCommerce solleva alcuni dubbi circa la praticità e l’impatto che potranno avere alcune delle misure presentate. “Bisogna guardare attentamente alle questioni di responsabilità estesa del produttore, igiene, sicurezza e convenienza”.

Gallerie commerciali Italia, dal food all’urban farm i progetti guardano al centro del futuro

Un rendering del centro commerciale di Rescaldina.

Come saranno i centri commerciali nel 2030? Luoghi di aggregazione e connessione tra le persone, con un forte legame con le peculiarità del territorio: questa è la visione di Gallerie Commerciali Italia, filiale italiana di Immochan. Che ha concretizzatato il concetto già nei progetti di restyling e di ampliamento del 2017, nel segno di una importante caratterizzazione dal punto di vista del concept design, in sintonia con il territorio, e che hanno visto la nascita di una nuova offerta di ristorazione targata GCI, con Emotional Food.

 

Architetture del territorio e focus su una nuova ristorazione nel 2017

Il 2017 è stato per Gci l’anno n cui è stato inaugurato un nuovo concetto di ristorazione per il retail, realizzato attraverso la società start up di GCI Emotional Food. Il progetto ha dato vita alla food court Officine Italia presso la galleria Porte di Mestre, e poi alla food court DeguStazione nel nuovo Fanocenter, nel pesarese, che con l’occasione è stato rinnovato ed ampliato, con 30 nuovi negozi e 3 medie superfici, per un investimento di 18 milioni di euro (ne abbiamo parlato qui).

Il restyling completo del Centro commerciale di Cepagatti, oggi Borgo D’Abruzzo nella provincia di Pescara, con un investimento di 5 milioni di euro, ha creato, in sintonia con il territorio, un borgo non solo dedicato allo shopping ma luogo di incontro, con una piazza ricca di eventi e attività. Il progetto ha visto l’apertura di 14 nuovi negozi, con un incremento dei visitatori del 20% in una zona particolarmente densa di attività commerciali.

Nel 2017 è stato presentato anche il progetto di ampliamento del nuovo Centro Commerciale Porte dello Jonio, a Taranto, per arrivare a 30 negozi e 4 medie superfici con un investimento di 19 milioni di euro: sarà inaugurato a settembre del 2018. Anche in questo caso il restyling architettonico segue il principio dell’aderenza ai connotati particolari del territorio. L’architettura si ispira al Mediterraneo, con l’uso di calce e pergolati di ispirazione salentina, e con la citazione dei mestieri tipici del luogo che battezzano le aree e le icone del centro, come i “vasai”, gli “orafi”, i “pescatori”; anche la food court è stata del tutto rinnovata.

 

Ristrutturazioni e nuove aperture nel 2018, e a Rescaldina nasce l’urban farm

Il 2018 vede l’ampliamento dei Centri Commerciali di San Rocco al Porto, Cagliari Marconi e di Rescaldina, con l’avvio di una importante partnership per la costruzione dell’imponente progetto commerciale a Cinisello Balsamo.

Il Centro Commerciale di Rescaldina dopo un primo restyling interno vedrà l’avvio del secondo step dei lavori con il rinnovo della facciata esterna, che verrà concluso entro fine anno, con l’inaugurazione dell’intero mall prevista nel 2020. L’intero Centro verrà ingrandito con 25.000 metri quadrati di GLA, per un totale di 155 negozi, di cui 10 nuove medie superfici, con un investimento di 90 milioni di euro. Il progetto architettonico, di grande impatto scenografico, è ispirato agli elementi naturali del territorio, con una tematizzazione delle diverse aree (aria, acqua, bosco, montagna). Nascerà una food court di nuova generazione, ma anche molti servizi innovativi, un’area leisure e per l’intrattenimento.

[Not a valid template]È allo studio, inoltre, la progettazione di una Urban Farm sul tetto dell’edificio e di una serra di 4000 metri quadri dove verranno coltivati frutti e vegetali con la cultura acquaponica, oltre all’allevamento di pesci di acqua dolce. In un sistema virtuoso, ogni elemento avvantaggerà l’altro, contribuendo così alla diminuzione delle emissioni nocive, e rappresentando un esempio concreto di economica circolare virtuosa.

Alle porte di Piacenza, a San Rocco al Porto, raddoppia la galleria per un investimento totale previsto di 24 milioni di euro. Il centro si apre all’innovazione e diventa luogo di aggregazione per eventi e momenti di condivisione, con un double mall costituito da uno spazio dedicato a servizi innovativi (in valutazione c’è un co-working e uno spazio asilo bimbi) al primo piano, e con la creazione di un parco commerciale esterno. L’architettura, ancora una volta ispirata al territorio, si rifà alla tradizione della campagna padana e alle cascine lombarde. Nascerà una food court ex novo, con uno spazio integrato per gli eventi. I lavori, che partiranno nel mese di giugno, proseguiranno lungo il corso del prossimo anno, con la previsione di inaugurare il nuovo Centro la prossima estate.

A Cagliari Marconi si trova uno dei centri più longevi di Gallerie Commerciali Italia. Con l’aggiunta di 9.000 metri quadrati di superficie GLA, 55 nuovi negozi e 4 medie superfici, per un investimento totale previsto di 38 milioni di euro, l’intero layout verrà rivoluzionato. Nascerà un percorso cliente ad anello, che creerà un’isola centrale sulla quale si affacceranno i diversi negozi. Anche qui nascerà una nuova food court, e nello stile architettonico generale ci saranno rimandi alla città di Cagliari. L’apertura è prevista per la metà del 2020.

 

Un nuovo centro da 120mila metri quadrati a Cinisello

Inoltre, è da poco stata ufficializzata una partnership importante tra Gallerie Commerciali Italia e LSGII che, tramite una società paritetica, realizzeranno un’imponente opera di riqualificazione urbanistica a Cinisello Balsamo in zona Bettola. Nascerà, entro i prossimi tre anni, il centro commerciale più grande d’Europa. Il progetto, che ha già completato l’iter autorizzativo presso il Comune di Cinisello ed è pronto alla posa della prima pietra, vedrà GCI impegnata nella costruzione e SCCI incaricata della commercializzazione.

L’area commerciale si svilupperà su 120.000 metri quadrati disposti su 3 piani con 20 medie superfici, circa 300 negozi, 30 ristoranti, un cinema multisala e un’ampia area dedicata al leisure. Sono previsti 3 piani interrati di parcheggi, di cui uno a servizio della stazione della metropolitana, per un totale di 7.200 posti auto, una stazione degli autobus coperta, una bici-stazione e vasti spazi destinati al verde pubblico.

Gallerie Commerciali Italia S.P.A. (GCI) opera attualmente in 48 centri commerciali con oltre 2.300 negozi, 600.000 metri quadrati di superficie affittabile (GLA) e oltre 185 milioni di visitatori all’anno.

Findus, dopo il pesce sostenibilità anche sui vegetali: il 90% certificato entro il 2019

Dopo la pesca sostenibile arrivano le verdure: punta dritto sulla sostenibilità Findus, parte del gruppo Nomad Foods Europe e leader in Italia nel mercato dei surgelati (ne copre una quota a valore del 23,4%, ed è presente almeno una volta l’anno in metà delle famiglie italiane), che ha annunciato l’adesione a SAI Platform, iniziativa internazionale in materia di agricoltura sostenibile creata nel 2002 da Unilever, Danone e Nestlé per affrontare in modo collaborativo le sfide comuni dell’industria agroalimentare e che comprende oggi oltre 90 membri.

Un impegno ambizioso, che punta ad avere entro il 2019 il 90% dei volumi totali di vegetali Findus conformi allo standard di sostenibilità FSA (Farm Sustainability Assessment) e verificato da un audit di un ente terzo. Tra i prodotti coinvolti grandi classici del brand come il Minestrone Tradizione, i Piselli e gli Spinaci. I vegetali rappresentano circa il 55% dei volumi, e copreno quasi un terzo del fatturato aziendale. 

“Un anno abbiamo annunciato la partnership con Msc, ma il nostro DNA aziendale è fatto principalmente di pesce e vegetali, e ora affrontiamo anche questo settore, consapevoli della sua importanza: il 60% della popolazione mondiale vive di prodotti dell’agricoltura e il 30% lavora direttamente in agricoltura. Per noi sostenibilità significa consentire alle generazioni future di disporre delle stesse risorse che abbiamo avuto a disposizione noi. Come azienda riteniamo sia nostro dovere fornire prodotti nutrienti e di alta qualità, usando in maniera responsabile le risorse a nostra disposizione e minimizzando gli sprechi. Quattro di punti chiave dell’accordo:  l’adesione alla piattaforma, lo schema di verifica FSA, la certificazione da parte di terzi e il raggiungimento entro il 2019 dei 90% dei volumi certificati” ha detto Francesco Fattori, Ad Findus Italia.

Produrre cibo impattando meno sull’ambiente è una delle grandi sfide del nostro tempo. Ma agricoltura sostenibile non è solo attenzione all’ambiente. È anche sostenibilità sociale ed economica: è la risposta per affrontare in modo efficace le sfide globali, dal cambiamento climatico alla fame nel mondo.

 

Gestione dell’acqua e rotazione tra i punti cardine

Findus lavora con 672 aziende agricole italiane, spesso con contrati di lunga durata: la durata media delle collaborazioni nell’Agro Pontino ad esempio è di 24 anni. Le verdure vengono coltivate “in pieno campo”, ovvero all’aria aperta, mai in serra, e durante la loro stagione ottimale, seguendo il calendario di madre natura. Tutte le verdure sono raccolte e surgelate in tempi brevissimi: i piselli, ad esempio, vengono congelati entro tre ore dalla raccolta. 

“Ma la qualità non può prescindere dalla sostenibilità – dichiara Fabrizio Fontana, responsabile degli agronomi Findus – che è infatti da tempo al centro del modo di fare agricoltura in Findus. L’adesione a SAI Platform è il naturale approdo di questa filosofia. Una filosofia che si ispira al principio del miglioramento continuo e che prevede l’uso responsabile delle risorse e la riduzione al minimo degli sprechi, ottimizzando la resa e la qualità nutrizionale degli alimenti. Per questo ci impegniamo da tempo in una serie di attività che hanno l’obiettivo di migliorare costantemente la qualità dei nostri prodotti e dell’ambiente che ci circonda”.

Attraverso la rotazione delle colture, ad esempio, Findus migliora naturalmente la fertilità del suolo. Grazie a un monitoraggio continuo che permette agli agronomi di sapere la reale necessità delle piante, si è potuto ridurre significativamente l’utilizzo di concimi: negli ultimi 20 anni, l’uso è stato ridotto del 20%, a fronte di una resa cresciuta del 18%. Findus si è inoltre impegnata da tempo nella riduzione del consumo di acqua ed energia nelle proprie attività agricole prediligendo, laddove possibile, l’irrigazione a bassa pressione e localizzata, un sistema che consente un risparmio d’acqua e di energia (ad esempio rispettivamente -28,5% e -36%, nel caso dei pomodori).

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Lidl e Banco Alimentare vanno “Oltre il carrello”: in tre mesi recuperate 100 tonnellate di cibo

Spreco alimentare, diminuire l’impatto gigantesco che ha sulle nostre vite e sul nostro Pianeta si può: lo dimostra il caso del progetto realizzato da Lidl Italia e Banco Alimentare “Oltre il Carrello – Lidl contro lo spreco”, i cui primi risultati sono stati presentati al Salone della CSR di Verona. Nei primi tre mesi dall’avvio del programma di recupero di prodotti alimentari non più vendibili secondo gli standard commerciali, ma ancora buoni e sicuri, sono state recuperate circa 100 tonnellate di cibo dai 60 punti vendita dell’insegna attualmente coinvolti.

Altri 160 supermercati Lidl saranno attivati a breve, coprendo così oltre un terzo della rete. L’obiettivo, ambizioso, è di estendere il programma entro fine anno a tutti gli oltre 600 supermercati sul territorio nazionale, arrivando a recuperare, su scala nazionale, oltre 10 milioni di pasti all’anno. 

 Lidl è presente in Italia da 25 anni. Contare su una rete di più di 600 punti vendita in 19 regioni che occupano oltre 14.000 collaboratori. Il rifornimento quotidiano dei negozi è garantito da 10 piattaforme logistiche dislocate sul territorio nazionale. 

Banco Alimentare dal 1989 recupera in Italia alimenti ancora integri e non scaduti che sarebbero però destinati alla distruzione, perché non più commercializzabili. Salvati dallo spreco, riacquistano valore e diventano risorsa per chi ha troppo poco. La Rete Banco Alimentare opera ogni giorno in tutt’Italia attraverso 21 Organizzazioni Banco Alimentare dislocate su tutto il territorio nazionale, coordinate dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus. Nel 2017 Banco Alimentare ha gestito oltre 90.000 tonnellate di alimenti, tra questi anche le 8.200 tonnellate raccolte durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, che si svolge l’ultimo sabato di novembre da più di 20 anni in quasi 13.000 supermercati, dove 5,5 milioni di italiani donano una spesa per i più bisognosi. Ogni giorno gli alimenti vengono ridistribuiti gratuitamente a 8.000 strutture caritative che aiutano circa 1.580.000 persone bisognose in Italia, di cui 135.000 bambini da 2 a 7 anni. L’attività di Banco Alimentare è possibile grazie al lavoro quotidiano di oltre 1.800 volontari.

Il primo store italiano di Leader Price al via a Como: l’accordo è tra Crai e Casino

Un altro (ex?) discount arriva in Italia, con un concept e un’alleanza nuova: si tratta di Leader Price, insegna storica del “Big” della Gdo francese Casino con oltre 1.100 punti vendita in Francia, che debutta giovedì 24 maggio con un primo punto vendita in quel di Como, in Via Regina Teodolinda 53.

Semplicità e convenienza della spesa in un ambiente piacevole, nel rispetto della qualità: questi i punti saldi del progetto presentato ieri alla stampa alla presenza della dirigenza.

[Not a valid template]La nuova realtà è frutto di un accordo tra Geimex/Gruppo Casino (che detiene il 20% della compagine societaria) e alcuni soci CRAI tra cui la centrale Crai Secom S.p.A., Ama, Codè, F.lli Ibba e NewGrieco. I primi punti vendita saranno di proprietà, “ma immaginiamo che ne apriranno anche in franchising, è questa la nostra idea – ha detto Giangiacomo Ibba, Presidente di Leader Price Italia, fino ad arrivare a un 50-50.  Il focus sarà sulla location, sia in aree urbane sia in aree rurali, e seguirà tre formati: 250- 300 metri quadrati, di 500-500 metri quadrati e oltre 800 metri quadrati. L’azienda intende in questo modo favorire l’insediamento progressivo nel mercato italiano adattando il formato di vendita al bacino relativo
Altri due store apriranno settimana prossima a Voghera (PV) e Borgo Satollo (BS), e entro il 2018 sono previste una ventina di aperture in Lombardia e Piemonte per un totale di 2500 assunzioni e 200 punti vendita in tutta Italia entro cinque anni, con l’obiettivo di inserirsi tra i primi tre player del segmento discount domestico. Oggi Leader Price Italia ha assunto oltre cento dipendenti tra sede centrale e punti vendita diretti.

A pochi mesi dall’arrivo di Aldi ecco partire un altro progetto discount: “Il mercato italiano, sebbene maturo e già presidiato da alcuni importanti player, in particolare nel segmento discount, è stato studiato in modo approfondito e, a nostro avviso, presenta un alto potenziale per il nostro modello di business che ha già riscosso ampio successo in Francia – ha detto Giangiacomo Ibba -. L’Italia è un Paese caratterizzato da una plurisecolare tradizione enogastronomica e da una forte attenzione alla qualità dei cibi, soprattutto del fresco. I consumatori si aspettano un’offerta che sia adeguata a questo imprinting culturale e che sia caratterizzata dal prezzo più conveniente possibile: proprio ciò che troveranno nei punti vendita Leader Price Italia, con molte referenze di prodotti italiani, anche provenienti dall’area geografica in cui sono dislocati i punti vendita. Il tutto completato dal piacere di una nuova esperienza di spesa, rispettosa della nostra cultura a tavola e dei nostri costumi combinata a un eccellente rapporto qualità-prezzo”.

L’Amministratore Delegato di LPI, Mario Maiocchi, che guiderà l’espansione dei punti di vendita a insegna Leader Price Italia, ha dichiarato: “I denominatori comuni di un processo di acquisto sono la qualità e la convenienza, elementi che risultano fortemente preponderanti in Italia. Noi di Leader Price Italia rispondiamo con la nostra insegna a queste esigenze e ad altri fattori che muovono il consumatore ad acquistare. Puntiamo a una penetrazione del mercato italiano in termini qualitativi e non quantitativi. Preferiamo dare vita a punti vendita che possano generare alte performance nel breve termine con un’attenta analisi delle aree e delle location che risultano in target.”

Fondata nel 2016, Leader Price Italia nasce da un progetto di partenariato tra Crai e Geimex per lo sviluppo nel mercato discount in Italia del marchio Leader Price. La società Leader Price Italia S.p.A. vede come azionisti Geimex, società proprietaria del marchio Leader Price a livello internazionale e appartenente al Gruppo Casino, la centrale Crai Secom S.p.A., Ama, Codè, F.lli Ibba e NewGrieco (già soci importanti della centrale stessa). Il Consiglio di Amministrazione ha eletto al suo interno il Presidente Giangiacomo Ibba. Fondata nel 1990, Leader Price ha oltre 1.100 punti vendita discount in Francia, tra cui 250 Leader Price Express. Leader Price è un marchio del Gruppo Casino.

Fratelli Ibba (Crai) premiata tra le Best Managed Companies da Deloitte

Giangiacomo Ibba.

C’è anche la Fratelli Ibba Srl, storica azienda del gruppo Crai, tra i premiati della prima edizione italiana del prestigioso premio internazionale Deloitte dedicato alle Best Managed Companies.  La società, guidata dal presidente di CRAI Cooperativa Giangiacomo Ibba, ha dimostrato di aver raggiunto livelli di eccellenza per capacità organizzativa, strategia e performance: queste le motivazioni che hanno spinto Deloitte ad includere l’insegna tra le migliori 31 realtà in territorio nazionale che hanno condiviso il riconocimento.

L’iniziativa, sostenuta anche da ALTIS Università Cattolica, da ELITE, il progetto di London Stock Exchange Group e da Confindustria, ha lo scopo di indicare quali siano le attività che si sono distinte per competenze, impegno verso le persone e performance, capaci di generare innovazione, di implementare strategie di lungo termine e di proporsi come enti attivi nell’ecosistema in cui operano.

F.lli Ibba è un’azienda storica del gruppo Crai in Sardegna e rappresenta in modo esemplare la realizzazione di una strategia perseguita a livello nazionale. Opera in Sardegna e nel Lazio con una rete di oltre 300 punti vendita, con negozi ad insegna Crai e suddivisi in tre formati: l’ultra prossimità con i negozi “Cuor di Crai” fino a 250 metri quadrati, i supermercati Crai da 300 a 800 metri quadrati e il format più grande, oltre 800 metri quadrati denominato “Crai Extra” e, oltre ai negozi e supermercati alimentari, è protagonista anche nel canale Cash & Carry con quattro strutture a insegna Centrocash. La società ha attuato una politica commerciale volta a valorizzare in modo efficace il proprio territorio, in sinergia con i produttori locali, tenendo in considerazione sia la tradizione sia lo sviluppo economico e sociale della comunità.

“Siamo orgogliosi di aver ricevuto questo prestigioso riconoscimento, che riteniamo un punto di partenza per una crescita aziendale basata sui valori di eccellenza e qualità che Crai esprime e fortemente incentrata sulle comunità locali. Il conferimento di questo premio conferma che il gruppo sta percorrendo la strada giusta e che dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione. Il mio ringraziamento va a tutte le persone che lavorano ogni giorno in F.lli Ibba ” ha dichiarato il Presidente Giangiacomo Ibba.

Amazon si accorda con i sindacati per i turni nel centro logistico di Castel San Giovanni

Il centro di distribuzione Amazon di Castel San Giovanni (PC).

Un accordo “storico”, il primo tra Amazon e i lavoratori rappresentati dalle organizzazioni sindacali di categoria, Filcams-Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ugl Terziario, è stato firmato a Piacenza (nel sito di Castel San Giovanni). “Storico” secondo i sindacati anche per le novità introdotte in tema di organizzazione del lavoro e riconoscimenti economici integrativi del contratto collettivo di lavoro.
L’accordo è stato siglato il 22 maggio su mandato dei lavoratori che hanno votato al referendum indetto dai sindacati a margine di cinque assemblee. Al voto ha partecipato circa un terzo degli aventi diritto; favorevoli all’accordo poco meno del 70% dei votanti.
“Siamo soddisfatti di un risultato al momento unico in Europa – sottolinea Massimo Mensi, che per Filcams Cgil Nazionale segue le vertenze Amazon –, che speriamo possa spianare la strada nell’apertura di tanti altri tavoli di confronto in tutti i Paesi dove Amazon ha una propria sede”.

Principio ispiratore dell’accordo è l’equità, con una redistribuzione dei carichi di lavoro che elimina l’obbligo per alcuni lavoratori del lavoro notturno o pomeridiano, con una riorganizzazione più equa tra tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori dei turni di copertura lavorativa nei weekend.

 

Turno notturno volontario

L’accordo avrà durata annuale, a decorrere dal prossimo 17 giugno, e fissa un primo paletto a quattro mesi dall’introduzione, per una attenta verifica dei risultati ottenuti.
“L’accordo prevede che il lavoro notturno sia inizialmente effettuato solo da dipendenti volontari, contemplando tra l’altro, una maggiorazione del 25% del compenso previsto dal contratto di lavoro – spiega ancora Mensi – ricorrendo ad una turnazione complessiva tra tutti i lavoratori solo nel caso non ci fossero le coperture richieste”.
Nella ripartizione del servizio nei weekend, inoltre, la turnazione sarà scandita sulla base delle otto settimane, con quattro fine settimana liberi consecutivi e turni alternati tra sabati e domeniche lavorative.

“Siamo di fronte ad un accordo importantissimo – ha detto Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale Filcams Cgil Nazionale – anche alla luce degli scioperi e delle proteste dello scorso novembre, quando in occasione del Black Friday molti dipendenti hanno incrociato le braccia proprio per chiedere condizioni di lavoro meno pesanti e impattanti con la vita privata e famigliare. Un accordo che può ora aprire la strada verso nuove relazioni aziendali e affrontare temi rilevanti come quello della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro”.

Vamos a comer: Carrefour in Spagna lancia una linea a base di insetti

Carrefour in Spagna lancia una nuova gamma di alimenti a base di insetti. Obiettivo: “offrire ai consumatori i prodotti più innovativi e incorporare alternative di acquisto sostenibili ed ecocompatibili” nell’assortimento.

E non si tratta di uno o due prodotti per far parlare di sé: la linea in totale conta dieci articoli, tra cui barrette energetiche, snack, pasta e granulati. Sono prodotti realizzati interamente in Europa seguendo gli standard di qualità, la lavorazione è manuale e impiegano ingredienti da agricoltura biologica.

E per non scontentare il potenziale consumatore, che immaginiamo attento all’ambiente, colto, e curioso (un po’ d’azzardo, diciamolo pure, ci vuole), la confezione che accompagna questi prodotti è in carta riciclata e include informazioni dettagliate sugli ingredienti e sui valori nutrizionali degli stessi. Inoltre, ai clienti verranno offerte informazioni sui benefici del loro consumo sia a livello nutrizionale che per l’ambiente.

 

Nutrienti e sostenibili: sono gli insetti il cibo del futuro?

Il consumo di insetti è una tendenza alimentare in crescita. Dal 1 ° gennaio 2018, la legislazione europea classifica gli insetti come “nuovo cibo” (novel food). In realtà, stando alla FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, sono già consumati da oltre due miliardi di persone nel mondo: una base che ci si aspetta si allargherà, e di molto, in un futuro in cui gli abitanti della terra raggiungeranno i dieci miliardi (previsti per il 2050). e cibo per tutti, al momento, non ce n’è.

Ricchi di proteine, vitamine B1, B2 e B3, contengono omega 3 e 6, tutti gli amminoacidi essenziali e sono un’importante fonte di minerali come il ferro. Inoltre, la loro produzione comporta emissioni del 99% in meno di gas serra e riduce al minimo l’inquinamento e il consumo di acqua.

Carrefour gestisce in Spagna 203 ipermercati, 116 supermercati Carrefour Market e oltre 650 supermercati Carrefour Express.

 

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