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Anna Muzio

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Parmigiano Reggiano mai così in alto: 3.650mila forme ed export a +38% nel 2017

Non si arresta il successo di uno dei prodotti simbolo del made in Italy agroalimentare, il Parmigiano Reggiano: nel 2017 la produzione della DOP che è cresciuta del 5,2% rispetto all’anno precedente con il record di oltre 3,65 milioni di forme (circa 147 mila tonnellate), cifra mai raggiunta prima nella storia (millenaria) del formaggio che ha portato un giro d’affari al consumo pari a 2,2 miliardi di euro. I dati economici del comparto Parmigiano Reggiano sono stati presentati oggi a Milano dal Presidente del Consorzio Nicola Bertinelli, il vice Presidente Guglielmo Garagnani e il vice Ministro alle politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero.

 

Produzione a +10%, export a +38%

Negli ultimi tre anni la produzione è aumentata da 3,3 milioni di forme a 3,65 milioni di forme, con una crescita del 10%. Il Parmigiano Reggiano sta vivendo un momento felice anche per quanto riguarda le quotazioni: nel 2016 il costo al kg era pari a 8,60 euro, nel 2017 la quotazione media si è attestata a 9,81 euro con un incremento del 14% (fonte: bollettini Borsa Comprensoriale Parma).

E, se l’Italia rappresenta il 62% del mercato, la parte da leone in questo successo la fa l’export che detiene una quota del 38% (+3,9% rispetto all’anno precedente). La Francia è il primo mercato (9.800 tonnellate), seguita da Germania (9.460 tonnellate), Stati Uniti (9.075 tonnellate), Regno Unito (6.163 tonnellate) e Canada (2.380 tonnellate). Se Francia, Germania, Canada e Regno Unito corrono (rispettivamente +11,3% , + 3,2% , +8,1%, +6,6%), gli Stati Uniti frenano (-9,3%) a causa del rapporto euro/dollaro e della concorrenza dei prodotti similari. Al contrario, cresce il Canada che, grazie agli accordi CETA, conferma le previste opportunità di sviluppo.

Distribuzione dell’export del Parmigiano Reggiano per mercato di destinazione.

 

 

2018: ulteriore crescita e 20 milioni di euro di comunicazione

La sfida del Consorzio ora è quella di collocare il prodotto sul mercato a un prezzo remunerativo: nel 2018 si prevede infatti un ulteriore incremento della produzione che porterà il numero delle forme a superare quota 3,7 milioni. Per sviluppare la domanda in Italia e all’estero, il Bilancio preventivo del Consorzio ha previsto un investimento in comunicazione pari a 20 milioni di euro (12 in Italia e 8 all’estero): 7 milioni in più rispetto all’anno precedente.

La strategia del Consorzio si basa su quattro pilastri: distintività di prodotto, incremento dell’export, lotta alla contraffazione e sviluppo delle vendite dirette dei caseifici.

Quanto alla distintività di prodotto: “Ci sono 3,5 milioni di famiglie fedelissime al Parmigiano Reggiano, 3,9 milioni al Grana Padano e 14 milioni di famiglie che comprano indistintamente uno o l’altro. Per aumentare le vendite, abbiamo messo in campo azioni di riposizionamento della marca, rafforzando la comunicazione con l’obiettivo di far percepire al consumatore i plus che rendono il Parmigiano Reggiano DOP un formaggio unico al mondo. Un prodotto che si distingue dai competitor per la selezione degli ingredienti migliori e naturali, la completa assenza di conservanti e additivi, il rispetto della stessa ricetta da mille anni” afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.  

Sul fronte dell’export il Consorzio ha incrementato gli investimenti all’estero sia in ambito marketing che relazioni pubbliche, creando un network di uffici stampa presenti nei principali mercati di riferimento. L’export rappresenta una delle leve principali per sostenere l’incremento di produzione: il Consorzio si pone l’ambizioso obiettivo di crescere di 2/3 punti percentuali l’anno e di arrivare nel 2021 a quota 1,6 milioni di forme esportate. Fondamentale in questo la lotta alla contraffazione. Dal 2017, il Consorzio ha potenziato i programmi di sorveglianza delle ditte di grattugia e dei laboratori di porzionatura (ora al 100%) così da garantire al consumatore l’autenticità del prodotto.

Ultimo tassello della strategia del Consorzio è il sostegno e promozione delle vendite dirette dai Caseifici che avranno accesso al mercato senza mediazioni, non solo attraverso gli spacci aziendali, ma anche con le vendite online, i rapporti diretti con le piccole catene di supermercati e il canale HoReCa. L’obiettivo è quello di aumentare la quota di vendita diretta fino a raggiungere un terzo della produzione complessiva.

 

Quando la Dop non basta: le certificazioni aggiuntive

Sono 137 caseifici su 335 quelli che hanno aggiunto altre certificazioni alla DOP per rispondere alle diverse esigenze di mercato. Ci sono il Parmigiano Reggiano Biologico, quello di Vacca Bianca Modenese, di Vacca Rossa Reggiana, di Vacca Bruna, e ancora il Prodotto di Montagna, il Kosher, l’Halal e le lunghissime stagionature “da meditazione”. Oltre 360 mila forme che si collocano a prezzi al consumo stabilmente superiori alla media. L’obiettivo del Consorzio è quello di promuovere questi nuovi segmenti di un mercato, condizionati dalla congiuntura che consente ai produttori una remunerazione più alta.

Aperture della settimana: Penny, MD, Coop, Mondadori, Nau! e Kik

La prima Coop a Ferrara centro arriva in via Mazzini
Ha aperto le porte sabato 21 aprile il nuovo supermercato Coop in via Mazzini 34-43 a Ferrara. Il negozio di Coop Alleanza 3.0 è il primo nel centro storico cittadino e si aggiunge a quelli già presenti in città: gli ipercoop Le Mura e Il Castello, il supermercato di Nuovo Doro e il punto vendita “Amici di casa Coop” al centro commerciale Le Mura.
Il punto vendita ha richiesto circa un milione di euro di investimenti; è ampio 350 metri quadri e potrà contare su 21 lavoratori. Inoltre il punto vendita presenta due entrate: quella su via Mazzini e quella che affaccia su via Contrari 24/b.

foto Paolo Righi/Meridiana Immagini

La struttura, completamente nuova, presenta una piazza con la frutta e la verdura di stagione al banco servito della gastronomia, con una vasta gamma di piatti pronti, di panineria e food to go – tra cui anche insalate già pronte da gustare – con offerte pensate per chi fa uno spuntino veloce, il servizio del pane self e i banchi dei salumi, dei latticini e delle carni e della pescheria, con prodotti in comode confezioni take away. Presente anche una fornita cantinetta, con vini e birre in una ricca proposta di etichette locali. A disposizione per il pagamento della spesa ci saranno 4 casse tradizionali.
Dal giorno dell’inaugurazione fino al 5 maggio, chi deciderà di diventare socio di Coop Alleanza 3.0 riceverà un buono spesa di 25 euro, utilizzabile entro il 19 maggio nella nuova Coop.

 

Un Mondadori Bookstore porta 15mila libri (e non solo) al Centro Commerciale AURA

Ha debuttato il 20 aprile il nuovo Mondadori Bookstore all’’interno del Centro Commerciale AURA di Roma, polo dello shopping inaugurato nel cuore del quartiere di Valle Aurelia, a poca distanza dalle mura di Città del Vaticano. Con più di 15.000 titoli disponibili, oltre alla possibilità di attingere da un catalogo di 7 milioni di libri disponibili online su Mondadoristore.it, con i servizi Pick up point (ritiro in negozio di un titolo acquistato online); Prenota e ritira (prenotazione online e acquisto e ritiro in negozio) e Invia a casa, (spedizione a domicilio di un prodotto ordinato in negozio). 

Adiacente all’’ingresso principale del Centro Commerciale, il Bookstore si sviluppa su una superficie di 300 metri quadri. All’’interno della libreria il Mondadori Cafè, dotato di 35 posti a sedere, accoglie i clienti in ogni momento della giornata, dalla prima colazione all’aperitivo, con prodotti gourmet e salutari, e un’attenzione particolare dedicata anche ai bisogni dei più piccoli. Il progetto di Mondadori Bookstore è stato curato dallo Studio Kallipigia Architetti. Mondadori Cafè è realizzato in collaborazione con Cibiamogroup.

Con questa apertura salgono a 23 i punti vendita del network Mondadori Store sul territorio romano, una presenza capillare che conferma la catena del Gruppo Mondadori la più estesa rete di librerie in Italia, in grado di servire ogni anno attraverso i suoi 600 store oltre 20 milioni di clienti.

 

Penny Market, il 366° debutta a Pisa
Inaugurato il 12 aprile a Pisa, in Via Bargagna, angolo Via Frascani, il 366° punto vendita Penny Market della rete italiana (77° nella Regione). L’edificio che ospita il primo Penny della città di Pisa, nonché il 9° Penny della provincia, sorge all’interno di un quartiere nel cuore della città, a ridosso delle più importanti arterie cittadine.
All’interno del punto vendita ampio spazio ai prodotti tipici regionali forniti da aziende strettamente integrate nel territorio, una Cantina dei Vini con circa 100 tipologie in assortimento, la Macelleria, un banco Gastronomia e un reparto Panetteria dove trovare Pane Fresco preparato durante tutto l’arco della giornata e specialità.
Il layout e le caratterizzazioni interne sono il frutto dello sviluppo del nuovo concetto “Ambiente 3.0” di Penny Market, progettato per offrire ai clienti un’esperienza di acquisto di grande qualità ed efficienza. La struttura è stata realizzata seguendo tecniche “green”: utilizzando la tecnologia al Led per l’illuminazione del negozio ed introducendo nuove soluzioni per gli impianti di refrigerazione; in questo modo sarà possibile risparmiare fino a 32.000 Kwh l’anno, che si possono tradurre in circa 8,98 tonnellate equivalenti di petrolio non bruciate, con una mancata emissione di CO2 in atmosfera pari a 19,20 tonnellate.
L’apertura fa parte del progetto di espansione di Penny Market, all’interno di un piano d’investimenti che tocca i 167 milioni di euro per il biennio 2018-2019.

 

Un MD tutto nuovo a Fiano Romano
Lunedì 16 marzo in via Tiberina a Fiano Romano, ha aperto il secondo punto vendita MD in città, il 9° per la Provincia di Roma e il 26esimo in Regione.
Il nuovo store MD, di proprietà della Free Market Srl, è un negozio di oltre 1000 metri quadri con 35 dipendenti, tutti sui 30 anni.
“Abbiamo voluto contribuire in modo attivo all’economia di questo grande territorio – afferma il presidente di MD S.p.A Patrizio Podini. L’ubicazione dello store sulla Strada Provinciale 15a, tra le Autostrade E45 ed E35, è stata scelta per soddisfare il vasto bacino di utenza e per offrire ai residenti prodotti di qualità a prezzi concorrenziali”.
L’MD di via Tiberina dispone di 6 casse e 6 corsie di vendita. All’ingresso il reparto ortofrutta offre frutta e verdura di stagione anche da agricoltura biologica insieme alle oltre 2000 referenze a marchio privato tra cui linee di prodotti salutistici, per intolleranti, vegani o vegetariani e prodotti DOP e IGP. Troviamo poi i reparti di gastronomia e macelleria assistiti e un laboratorio a vista per il pane in doratura, senza dimenticare l’area dedicata al “no food” con tanti articoli del “bazar”: elettrodomestici, casalinghi e articoli high tech a costi concorrenziali rispetto agli specialisti del settore.

 

NAU!: raddoppia a Novara
NAU! inaugura il secondo punto vendita a Novara, all’interno del Centro Commerciale San Martino 2 che, con oltre 70 negozi, rappresenta il luogo ideale per lo shopping e il tempo libero.
Lo store testimonia la crescita continua in Piemonte dove la società ha raggiunto il traguardo di 19 punti vendita.
L’ offerta di occhiali da vista e da sole, per uomo, donna e bambini si distingue per le nuove collezioni in edizione limitata ogni trenta giorni, ideali per chi ama distinguersi con dettagli esclusivi,

 

Kik, discount tessile tedesco, apre a Chiari (BS)
Kik Textilien è una delle più importanti aziende tedesche di commercio al dettaglio. Sono oltre 3.400 i punti vendita aperti in Europa, di cui 2.600 si trovano in Germania. L’espansione in Italia è iniziata di recente, ma già conta sette aperture nel Nord del Paese. L’azienda, fondata nel 1994 da Stefan Heinig, basa il proprio successo sul discount tessile di prodotti di qualità a prezzi convenienti.
Il nuovo negozio di Chiari (BS), con superficie di oltre 700 metri quadri si trova all’interno di un Parco Commerciale completato dal food (Penny Market) ed altri importanti tenant (Tigotà, MaxiZoo e Pittarosso).
L’advisor per il nuovo punto vendita KIK è Luca Parrino Retail.

Esselunga fa meglio di tutte sul web ad aprile, poi arriva Coop

Esselunga ancora al top: è l’insegna fondata da Bernardo Caprotti il brand del la Gdo che ha mostrato la migliore performance sul web ad aprile 2018 secondo la classifica stilata da BEM Research. La catena di distribuzione italiana mantiene la testa della classifica conquistata (a Iper, che aveva spadroneggiato l’anno scorso, vedi Un anno di Gdo sul web, la top 10 di Bem Research per il 2017) già lo scorso mese. In seconda posizione si conferma Decathlon, e avanza Coop, che scavalca Ipermercati Iper e si attesta al terzo posto. Ipermercati Iper, ex prima della classe, si deve dunque accontentare della quarta posizione, seguita da Bricocenter. Sono poi presenti nella classifica Top10 Gamestop, Mediaworld, Primark, Migros e Unieuro.

La media del BEM Rank ad aprile 2018 per i 33 brand della GDO considerati è pari a 28,4 punti, in crescita dello 0,6% rispetto al mese precedente.

Considerando i due macro-aggregati che compongono il BEM Rank, si osserva che Ipermercati Iper sembra eccellere per la capacità di essere rintracciata sul web (visibilità online) o perché gli utenti cercano direttamente il suo brand oppure perché appare nelle prime posizioni di Google Italia per ricerche relative a parole chiave generiche ad alto traffico. Tra i brand con un’ottima visibilità rientrano, oltre ad alcuni già citati in precedenza, anche Carrefour, Auchan e Bennet. Ciò però evidentemente non basta: considerando anche gli altri parametri valutati nel BEM Rank, e in particolar modo le prestazioni dell’homepage in termini di velocità di caricamento e usabilità, è superata nella classifica dalle altre insegne.

Relativamente alle prestazioni dell’homepage, ovvero alla velocità di caricamento e all’usabilità, conquista la posizione più alta Bricocenter. Buone anche le prestazioni di Despar, Leon Supermercati e Cisalfa.

«Il buon andamento dei consumi ha portato un netto beneficio alla grande distribuzione operante in Italia – commenta Carlo Milani, direttore di BEM Research –. Rispetto al periodo pre-crisi le famiglie italiane sono però molto più attente alle scelte di consumo e nell’effettuare i loro acquisti tendono sempre di più ad informarsi prima su Internet. Quindi anche se l’acquisto finale è poi per lo più finalizzato all’interno di un punto vendita, come ha evidenziato il Report sull’e-commerce 2017, le aziende impegnate nel settore della GDO devono prestare in ogni caso una forte attenzione all’interazione con i consumatori attraverso il web».

Esselunga inaugura la sua prima parafarmacia: a Pioltello ora c’è anche il farmaco da banco

Una svolta epocale, per un’insegna di primissimo piano come Esselunga che però di farmaci da banco apparentemente non ne voleva sapere: debutta invece nel superstore di Pioltello (Mi, tra l’altro luogo simbolo in quanto casa madre dell’insegna, basata a Limito di Pioltello) la sua prima parafarmacia.

Come si legge in una nota, “quella di Pioltello è la prima di una serie di Parafarmacie Esselunga che vedranno un graduale sviluppo nel corso del 2018 e negli anni successivi”.

Nel reparto, presidiato da farmacisti qualificati che offrono assistenza e consulenza, il cliente può trovare un assortimento di oltre 300 referenze tra farmaci di automedicazione, farmaci senza obbligo di prescrizione, i cosidetti OTC e SOP, e prodotti omeopatici. L’area si completa con lo scaffale degli integratori, organizzati per funzione/bisogno, con quello della dermocosmesi suddiviso per marca e con lo scaffale dedicato alla cura dei capelli.

La Parafarmacia Esselunga osserva gli stessi orari del negozio, dal lunedì al sabato dalle 8 alle 21 e la domenica dalle 9 alle 20.

L’insegna opera oggi con una rete di oltre 150 superstore e supermarket in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Liguria e Lazio. Esselunga si avvale di tre centri distributivi che servono tutti i negozi della catena: uno alle porte di Milano, vicino a Linate, uno a Biandrate, in provincia di Novara, e uno alle porte di Firenze, sempre vicino all’autostrada. Fondata nel 1957 con l’apertura a Milano del primo supermercato in Italia, Esselunga conta oggi oltre 23.000 persone e un fatturato di 7,75 miliardi di euro

Di prossimità, in provincia e sostenibile: arriva la spesa online di CRAI

Il primo è partito a gennaio a Signoressa di Trevignano, 2mila abitanti in provincia di Treviso, ed entro fine anno saranno 250: sono i negozi del gruppo CRAI che hanno attivato l’e-commerce, in modalità consegna a domicilio o click&collect, o entrambe. Il servizio è disponibile sul sito Crai spesa online.

I 250 store che attiveranno il servizio.

“Iniziamo dal “cuore dell’Italia” dice l’Ad Marco Bordoli – che è poi il cuore della nostra rete, non dalle grandi città. Sono mercati non maturi, stiamo parlando della provincia italiana, piccoli centri spesso non coperti dai servizi delle maggiori insegne che hanno bisogno di essere coinvolti. Ma ci aspettiamo molto dalla fiducia che ripongono nei nostri associati, per questo abbiamo chiesto di mettere le foto dei dipendenti del negozio sul sito, perché sono loro che preparano la spesa e a loro si può fare riferimento”.

Un micro test sui primi store attivati vede i consumatori effettuare una spesa simile a quella del punto vendita fisico con una buona presenza di freschi,  e uno scontrino medio superiore. Il 37% degli ordini avviene da mobile, anche se non c’è ancora un’app dedicata. La fascia di età è giovane, con il 55% degli utenti che hanno 25-44 anni e il 60% donne.

L’obiettivo di fine anno è di arrivare a quattro ordini al giorno per punto vendita con una media di 35 euro a spesa, necessarie per raggiungere la sostenibilità economica del servizio. Un servizio al quale il 25% dei clienti si è detto molto o abbastanza interessato.

Il progetto è stato realizzato con la collaborazione del Politecnico di Milano, scelto da CRAI per l’analisi e la progettazione del sistema di spesa online.

 

Fatturato 2017 a +5%

Nel 2017 il gruppo CRAI ha fatturato quasi 6 miliardi di euro, con una crescita del 5% a rete corrente e a conferma di una crescita costante negli ultimi 10 anni, “anni in cui il giro d’affari è triplicato, in un mercato non certo facile” ha detto Bordoli. Sono oltre 3400 negozi distribuiti in tutta Italia, guidati da oltre un migliaio di imprenditori.

Grande impegno è stato posto al rinnovo dei format: in corso l’adeguamento dei punti vendita di ultra-prossimità in Cuor di CRAI (oggi sono 30) e l’apertura delle grandi superfici CRAI Extra, anche queste a 30 punti vendita. Anche l’insegna Pellicano, acquisita nel 2016, è ormai attiva con 54 negozi presenti soprattutto al Sud.

Oltre al canale alimentare (65%), il 35% dei punti vendita sono specializzati nella distribuzione di prodotti drug/toiletries (igiene per la casa e la persona), facendo del Gruppo CRAI il secondo operatore del settore in Italia. Queste le seguenti insegne del canale drug/toiletries: Beautytù, BeautyStar, Cad, Caddy’s, Determarket, IperSoap, Pilato, Proshop, Risparmio Casa, Saponi&Profumi, Smoll e Target.

A volte la fama fa bene: Fameroll, prima app charity che mette in contatto con le star

È proprio il caso di dire che a volte la fama fa (del) bene: è il caso di Fameroll, la prima app charity che con un semplice click, permette alle celebrità di interagire con i propri fan e raccogliere fondi per nobili cause.

Fameroll mette in contatto i talent iscritti e i loro follower, per rispondere alle loro richieste con un video messaggio completamente personalizzato, dedicato all’utente che l’ha acquistato attraverso Fameroll, e devolvendo in beneficenza – ad associazioni scelte dalle stesse star – il ricavato.

Le possibilità soo infinite. dalla cantante preferita che augura “in bocca al lupo” alla figlia prima del compito di matematica al campione della squadra del cuore del fidanzato che si complimenta per la promozione sul lavoro, all’attrice della serie tv di la mamma non si perde un episodio che le augura buon compleanno. Piccole sorprese che regalano grandissime emozioni, firmate dai primi generosi protagonisti di Fameroll, come la campionessa paraolimpica Bebe Vio, l’attrice e presentatrice tv Diana del Bufalo, lo chef stellato Massimo Bottura, il cantautore Filippo Neviani in arte Nek, e il calciatore di serie A e della nazionale Italiana Andrea Petagna.

Sono solo i primi volti che hanno deciso di supportare la più moderna raccolta benefica nell’era dei social media. Questi personaggi realizzeranno con un semplice invio due grandi desideri: quello di chi li ama da sempre, li sostiene e da oggi può realizzare il sogno di entrare in contatto con loro; e quello di chi, grazie alle donazioni e i fondi raccolti, vedrà migliorata la propria vita.

L’idea è nata dai giovani co-fondatori Diletta Bussinello, Francesco Pivetti, Leonardo Cristoni e Guglielmo Gibertini, grandi appassionati di digital e comunicazione. “È facile immaginare quante richieste di videomessaggi ricevano ogni giorno influencer e personaggi via Instagram – spiega Diletta Bussinello -. Per questo abbiamo pensato di realizzare un’app che permettesse loro di rispondere in modo semplice e divertente, sostenendo importanti progetti benefici”.

L’app è disponibile gratuitamente da mercoledì 18 aprile sia per dispositivi Android che iOS ma anche da sito web ufficiale, supportata da Paypal per le modalità di pagamento.

Despar Italia: 2017 a +3% e 80 milioni di investimenti, 280 lanci private label nel 2018

Una crescita di vendite del 3% nel 2017 rispetto al 2016, a 3,384 miliardi di Euro, supportata dallo sviluppo della rete di vendita per un totale di 1.215 punti vendita, con +4,8% rispetto al 2016. Sono i risultati di Despar Italia, consorzio che riunisce sei aziende associate che operano con le insegne Despar, Eurospar e Interspar, annunciati in occasione della convention nazionale. Gli investimenti per finanziare nuove aperture e relative infrastrutture, ma anche per ristrutturare punti vendita esistenti, nel 2017 sono stati di oltre 80 milioni di Euro.

“Il nostro Gruppo conferma una crescita ininterrotta grazie a un lavoro di squadra consolidato capace di trasmettere sicurezza e affidabilità. Il legame al territorio così come l’attenzione verso l’innovazione sono driver di un percorso virtuoso continuo – ha affermato Paul Klotz, Presidente di Despar Italia -. Anche nel 2017 abbiamo continuato a puntare sul capitale umano aprendo nuovi punti vendita e ristrutturandone altri, e gli obiettivi per il 2018 continuano a essere ambiziosi”.

 

MDD: obiettivo 19% nel 2018

Un aspetto importante per Despar continua a essere rappresentato dalla Marca del Distributore, che nel 2017 ha costituito il 18,6% delle vendite al pubblico. Per il 2018 Despar ha come obiettivo di superare il 19%. Nel 2017 sono stati inoltre lanciati ben 324 nuovi prodotti, appartenenti a diverse categorie merceologiche, oltre a 202 restyling. Le novità hanno riguardato i prodotti biologici, quelli vegani e i free from oltre che le specialità regionali.

“Continua il successo della nostra MDD: una conferma di come i nostri prodotti riescano a soddisfare le esigenze e la sensibilità degli italiani, sempre più attenti ad abitudini alimentari orientate a principi di salute e benessere. Oggi, infatti, fanno la differenza tutti quei prodotti che fanno parte del biologico, della IV gamma e delle tipicità dei territori, e noi offriamo un assortimento veramente vasto e segmentato con prodotti di qualità, sicuri e in linea con le esigenze dei nostri clienti – ha spiegato Lucio Fochesato, Direttore Generale di Despar Italia -. Solo nel 2017, oltre all’introduzione di importanti novità, abbiamo aggiornato più di 200 prodotti per allinearli con le richieste dei clienti ed eliminato da 175 prodotti l’olio di palma, perché l’attenzione verso le ricette e la qualità è un requisito assolutamente essenziale”.

Nel 2018 l’azienda prevede il lancio di ulteriori 280 referenze principalmente nei segmenti premium, salutistico, biologico e dei prodotti di filiera, con una crescita prevista del fatturato del prodotto a marchio del 3,5%.

Nuova 9 Luppoli Bohemian Pils del Birrificio Angelo Poretti, lager aromatica

Sull’onda del successo delle birre particolari, artigianali, fuori dal mucchio e con stili diversi, Birrificio Angelo Poretti arricchisce la gamma 9 Luppoli – Le Oltreconfine di una nuova referenza: la 9 Luppoli Bohemian Pils, basata su quello stile inventato in Boemia, nella città di Pils, appunto, che è all’origine delle lager come le intendiamo oggi.

Dopo la 9 Luppoli American IPA e la 9 Luppoli Belgian Blanche, il percorso nella cultura e nei diversi stili birrari avviato con la gamma 9 Luppoli – Le Oltreconfine si arricchisce di un’ulteriore tappa.

 

Ritorno alle origini

La nuova birra rappresenta un po’ un ritorno all’origine per i Mastri Birrai dell’azienda se si pensa che il fondatore Angelo Poretti nell’Ottocento partì giovane da Varese proprio verso luoghi come la Boemia, l’Austria e la Baviera, dove carpì le ricette e i segreti del “saper fare” una buona birra, per poi rientrare in Italia e costruire il proprio Birrificio.

La nuova 9 Luppoli Bohemian Pils del Birrificio Angelo Poretti incarna al meglio l’originale stile Bohemian Pilsner. Le sue caratteristiche distintive, infatti, risiedono nella dominanza del luppolo Saaz, la cui migliore qualità proviene dalla Boemia, che le conferisce un carattere deciso e speziato. Il risultato è una birra a bassa fermentazione e dall’amaro deciso.

 

Ideale con formaggi erborinati e carni bianche

Per le sue caratteristiche aromatiche e di gusto, la 9 Luppoli Bohemian Pils si apprezza in abbinamento con formaggi erborinati o in accompagnamento a carni bianche con condimenti di sapore dolce. Si suggeriscono, in proposito, gli abbinamenti con lardo speziato, gorgonzola D.O.P. e pollo al curry.

L’arte si compra online: il “mostro” e tante storie di design (e retail) in Triennale

Ora anche l’arte si compra online e si ritira al museo, grazie al “mostro” –  così l’ha definito Chiara Alessi, curatrice della sezione dedicata al Contemporaneo della mostra “Storie. Il design italiano” alla presentazione – BuyBox che è chiosco online, vending machine e locker click and collect insieme, ed è esposto (o installato?) a Milano al Triennale Design Museum. È realizzata da Icam, azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di sistemi automatici per lo stoccaggio e la movimentazione di materiali

La soluzione per il retail di Icam è inserita stranamente (ma forse no: non è forse tutto, oggi, design, retail, food, lifestyle in un unicum in tante situazioni?) nella mostra che racconta la storia del design italiano, non solo attraverso il suo dispiegarsi diacronico, ma anche attraverso la lente di cinque discipline: Politica, Geografia, Economia, Tecnologia e Comunicazione.

La riflessione dedicata al Contemporaneo presenta un vero e proprio negozio dentro la mostra, BuyBox, con il quale i visitatori potranno sperimentare il servizio Click&Collect comprando online sul portale e-commerce del Triennale Design Museum, sviluppato in partnership con WiB, agenzia di Digital Marketing di Fermo – o nei due totem presenti in mostra – una selezione di manufatti di design creati appositamente per la mostra, per ritirarli presso BuyBox in modo semplice, rapido, sicuro, in totale autonomia e flessibilità d’orario (in teoria 24 ore, in pratica in questo caso gli orari di apertura della mostra). Dopo avere effettuato il pagamento online, l’utente riceverà, via email, un codice univoco per il ritiro, rappresentato da un QR Code e da un codice alfanumerico, che dovrà stampare o visualizzare sul proprio smartphone e scansionarlo con il lettore ottico di BuyBox. Il sistema riconoscerà l’ordine e renderà disponibile l’oggetto acquistato presso il punto di ritiro, dove l’utente potrà prelevarlo.

Il BuyBox in esposizione rappresenta solo una prima applicazione di un sistema che Icam intende inserire in vari contesti retail sia BtoB sia BtoC.

 

Le sette facce del “nuovo” retail

L’evoluzione del retail e le tante facce del commercio moderno sono protagonisti del “mercato” che apre la mostra Storie, in Triennale dal 14 aprile al 20 gennaio 2019, che vuole dare uno sguardo storico ma non solo sul design italiano.

La BuyBox è solo una dei sette “negozi” che alludono ad altrettanti, diversi sistemi economici cui fanno capo a diverse modalità e condizioni di vendita, che non necessariamente passano per uno scambio di denaro.

Eccoli nella fotogallery.

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“Siamo entrati nell’era dell’everywhere commerce e la multicanalità ha cessato di rappresentare un fattore opzionale. Oggi, il processo di acquisto si perfeziona attraverso un mix di punti di contatto fisici e digitali, seguendo percorsi non lineari. In questo scenario, la logistica distributiva è chiamata a garantire la necessaria integrazione dei processi, incidendo significativamente sul livello di soddisfazione complessiva della clientela. Il ripensamento del ruolo e della funzione dei diversi canali di vendita e la loro integrazione impone ai retailer il miglioramento della logistica operativa, con l’ottimizzazione del flusso delle merci, l’integrazione di nuove forme di consegna alternative alla consegna a domicilio, il miglioramento della mobilità delle risorse sul territorio” commenta Roberto Bianco, Presidente e Amministratore Delegato di Icam.

 

Tendenze da Vinitaly: meno vino, ma per tutti

Meno vino ma per tutti. E se è green ancora meglio. È il focus di un’indagine realizzata da Nomisma per il Consorzio vini piceni in occasione del Vinitaly 2018 in corso alla fiera di Verona. Ma anche quello che si ricava girando per gli stand di un’edizione, la cinquantaduesima del primo salone italiano dedicato all’enologia, matura e consapevole. Priva forse degli eccessi comunicativi di qualche anno fa, ma assai centrata sui contenuti del bicchiere.

Biologico fuori dal ghetto: La prima tendenza che emerge dai padiglioni quest’anno affollatissimi (e sempre più forte emerge l’esigenza di ripensare la collocazione di una fiera diventata troppo grande per una città come Verona) è quella dell’evasione del vino biologico dal ghetto di un consumo di nicchia, riservato a una élite di consumatori informati, curiosi, aperti a nuove esperienze. Ormai sempre più aziende convertono la produzione al regime biologico, perseguono e vantano la certificazione malgrado i suoi costi, ne fanno una scelta di campo prima ancora che di mercato. E il mercato, per l’appunto, risponde: secondo l’indagine Nomisma succitata, realizzata su un campione di 1200 consumatori su tutto il territorio nazionale, il futuro dei vini italiani è per il 20% nel bio e nel 9% di etichette sostenibili.

Il più amato Il vino resta la bevanda prediletta dagli italiani. L’85% della popolazione tra i 18 e i 65 anni ne consuma più o meno regolarmente, con i testa i baby boomers, ovvero gli over 55 (88%) e gli uomini (88%). I giovani non mollano il colpo imponendo nuovo modelli di consumo: meno a pasto ma più da aperitivo (49%, tre anni fa era il 45), e anche mixati (scelti da sette millennials su dieci).

I più conosciuti E le tipologie? Il Prosecco è la più conosciuta (98% del campione) e amata (71%); ciò può naturalmente infastidire i winelovers più competenti ma riafferma la bollicina della Valdobbiadene e del trevigiano come un ottimo entry level dell’enologia. Poi i vini più conosciuti sono il Chianti (97%), il Pinot Grigio (94) e il marchigiano Verdicchio (88).

La fotografia del consumatore di Tannico: a chi piace cosa? Ma a dirci qualcosa di più su come i consumatori scelgono il vino arriva un’altra indagine presentata al Vinitaly, quella realizzata da Tannico, il primo sito per la vendita di vino online, che ha il pregio di essere la più completa mai realizzata nel nostro Paese sull’argomento, con ben 85mila consumatori interpellati.

La ricerca è articolata per tipologie, e svela che la Barbera (o il Barbera?) piace soprattutto agli uomini del Nord ma ha un trend di vendite in calo. Che il Barolo respinge le donne ma attira i top spender (ma non è una sorpresa, trattandosi di un vino che raramente costa meno di 25 euro a bottiglia). Che l’Alto Adige bianco seduce le donne, gli abitanti delle città e – a sorpresa – i pensionati. Che il Franciacorta per la sua eleganza seduce particolarmente gli abitanti dell’Emilia-Romagna (pur essendo bresciano). Che l’Amarone è un vino invernale, maschile e prettamente nordista. Che il Primitivo invece è il Barolo dei meno abbienti. Che il Prosecco (non chiamatelo prosecchino, per favore!) è molto amato dai più facoltosi malgrado la sua fama di bollicina easy. Che la Lugana (un bianco in grande risalita nei gusti dei consumatori) è un vino “provinciale” per definizione (nelle metropoli stenta). Che l’Aglianico è molto amato dalle persone più avanti con l’età. Che l’Etna (altro vino da qualche anno di grande moda) è invece prevalentemente metropolitano. Ah, gli imprenditori bevono molto Brunello di Montalcino. Beati loro.

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