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fabrizio.gomarasca

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The ideal ten commandments of the supermarket for consumers

IperConad di Corciano (PG)
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Massimiliano Dona

During the conference presenting the Sustainability Report of modern distribution organised by Federdistribuzione, the general secretary of the Italian National Consumer Union, Massimiliano Dona, highlighted the possible risk of the report being self-referential, albeit acknowledging the merits of the effort to measure an entire industry.

Dona, who cited the results of a study of the Consumer Union on users’ desires, went on to encourage modern distribution to do more in the eyes of the consumer. He cited the ten things that supermarket customers would like to see improved.

1) INTERACTION. Envisage more effective interaction tools with customers: not only with the traditional feedback point at the supermarket (or the call center), but also Apps and other digital channels, such as social networks;

2) INFORMATION. More information on the origin of products, also beyond the legal requirements, starting with the introduction of information on the production plant on the label;

3) CHECK-OUT COUNTER DISPLAYS. Prohibition of placing products for children at checkouts, so as not to encourage impulse purchases by the younger one’s;

4) ITINERARIES. Arrangement of products inside the store according to consumer needs (and not according to the supermarket’s visual merchandising techniques): therefore, first mineral water, to avoid crushing other products, then canned products, followed by fresh produce such as cheese, fruit and vegetables, and finally frozen foods near the checkouts, so as not to break the cold chain;

5) PLACEMENT. Commitment not to change the placement of products only to confuse consumers and force them to wander around the aisles;

6) PRICES. Indication of the cheapest product to facilitate the shopping of those looking for the lowest prices;

7) ENVIRONMENT. Commitment to environmental sustainability: from the use of recyclable materials to containers for the collection of used batteries, from the prohibition of using PVC film for cold cuts and cheese to the installation of thermometers visible to the public in freezers, as well as proper collection of WEEE;

8) TRAINING. Serious investment in store staff training, also introducing new types of customer assistants that can direct consumers to find products on the shelves and provide the information necessary for value-for-money purchases;

9) RECEPTION. Better customer reception: from the availability of signage on warranty and after-sales rights to the presence of “green” labels and products for special consumer needs, from the reduction of checkout queues (offering reserved or automated tracks), to the availability of WiFi areas or those for charging smartphones or tablets, as well as places equipped for minors or the elderly;

10) CERTIFICATION. Certification by consumer associations of the quality of information, feedback services and product safety (for example, through inspections or mystery shopping in order to achieve the issue of a trustmark).

 

With Sapori&Dintorni in Milan Central Station, Conad has launched the leadership race in Northern Italy

The new Sapori&Dintorni store opened in Milan Central Station is something more than a new outlet for the Conad strategy. “With this store we begin our quest for leadership in the North” said the CEO of Conad, Francesco Pugliese, sending a strong message to its cousins, Coop Italy.

True to the Sapori & Dintorni concept, this store will welcome visitors to Expo with the best of Italian food excellences, so much so that the leitmotif reiterated on many occasions by Pugliese is that promotion will be of the products and not on the products. As if to say that what is needed today is attention and care with regard to the products that represent the best of Italian agrifood and not trivialization on prices. A vision that is slowly making ground in distribution, where the wounds of the price war have also started to infect the healthy tissue of private label products.

It should be noted that Sapori & Dintorni is the Conad brand that offers typical local products (but there is also a laboratory for the preparation of sushi) from a selection of qualified producers: the store in Milan Central Station – over 3500 products, open from 7 am to 10 pm – will offer Viaggio in Italia (Italian Journey), a different “traveller’s basket” every day to promote all the local specialities. Sapori&Dintorni, recalled Pugliese, adopts a competitive price policy but with a high quality, so much so that the profitability of the eight stores, with a total turnover of 500 million euros, is the highest in the market: 24,000 euros per sqm.

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Il popolo del web su Expo: occorre fare di più per farlo conoscere all’estero

Expo Milano si è aperta nel segno di uno spirito positivo, macchiato da qualche centinaio di antagonisti che mai come in questa occasione hanno dimostrato tutta la pochezza culturale, laridità di sentimenti, la mancanza di ideali e di progetti che vengono trasformate in un cupio dissolvi che accomuna l’odio contro le multinazionali, contro le auto parcheggiate, contro le banche e contro un progetto, criticabile per taluni versi fin che si vuole, ma che alla prova dei fatti potrà contribuire in maniera decisiva a dare una visione di futuro a questo paese, che ne ha molto bisogno. 

Tornando a Expo, l’apertura – con gli aerei sfreccianti delle Frecce tricolori e le massime autorità strette intorno a un progetto sul quale , questo sì bisogna dirlo, l’Italia si gioca gran parte della faccia –  è solo il primo passo di un cammino lungo sei mesi su cui occorre fare ancora molto. Se i venti milioni di visitatori sono l’obiettivo dichiarato, occorre fare ancora molto per difendere la conoscenza di Expo anche all’estero, come testimonia l’indagine svolta da Gian Marco Sefatni di Web Research ascoltando le conversazioni in rete nei blog e nei social network sull’Expo. Ecco che cosa ha scoperto.

Dopo avere analizzato, come riassunto nell’articolo precedente, i pareri lasciati in rete in lingua italiana riguardanti EXPO 2015, abbiamo indagato il sentiment del popolo del web intercettando i commenti in inglese, francese, tedesco e spagnolo, sempre inerenti ad EXPO 2015, in Social Media, Blog e Forum, (ovviamente stranieri). Anche in questo secondo rilevamento abbiamo escluso, per scelta metodologica, news e siti di addetti ai lavori, con l’obiettivo di esaminare solamente i mood espressi liberamente dagli internauti.

Considerando di ripartire in base alla lingua i pareri rinvenuti in rete su EXPO 2015, si ottiene una distribuzione di questo tipo: Inglese 32%, Spagnolo 30%, Tedesco 26%, Francese 12%.

Analizzando i contenuti dei commenti si scopre che è l’esperienza personale più che l’informazione o la comunicazione a determinare un minimo di conoscenza/attenzione/curiosità su EXPO 2015: in Spagna si è tenuta l’EXPO a Saragozza nel 2008, in Germania ad Hannover nel 2000, nella Svizzera Francese nel 2002 (non dimentichiamo inoltre che il Bureau International des Expositions ha sede a Parigi).

Per trovare un’edizione di EXPO in un Paese anglofono dobbiamo risalire al 1988 ma soprattutto andare dall’altra parte del Mondo: Brisbane. Sembrerebbe che l’Esposizione Universale abbia un’eco soprattutto nazionale.

Che l’esperienza di un’Expo recente a casa propria sia alla base della talkability spiega anche una distribuzione tra i pareri nelle differenti lingue che non rispecchia la diffusione delle lingue stesse.

Quando si parla di EXPO 2015 nel web straniero, dopo Milano ed eventualmente l’edizione tenutasi “a casa propria”, la più citata è Shangai 2010.

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A proposito di Shanghai
Gli argomenti maggiormente citati riguardo Shangai 2010  e riguardano nel 36% dei casi i risvolti economici, con il 32% delle citazioni le opportunità di penetrazione in un mercato dalle elevatissime potenzialità, nel 18% dei pareri il significato politico e nel 14% delle menzioni l’impatto sociale dell’ulteriore apertura da parte della Cina verso il resto del Mondo.

 

Ma quali argomenti trattano i naviganti stranieri quando scrivono in rete di EXPO 2015?

Gli argomenti più trattati sono (pareri multipli) l’occasione di un viaggio in Italia, soprattutto per chi parla tedesco e inglese), il richiamo del Made in Italy (un po’ meno per i francofoni). Milano come città della moda, poi è motivo di conversazione per tutti abbinata a Expo, mentre la città meneghina è meno presa in considerazione quando si parla di Expo e delle città d’arte italiane. Il mare esercita sempre il suo fascino tra gli anglofoni e chi parla tedesco.

Molto poco frequentata è invece la conversazione sul tema dell’Expo e della storia dell’Expo.

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EXPO 2015 quindi è sentita come vetrina per l’Italia, il Made in Italy, la moda, le città d’arte, il “mare nostrum”  (quest’ultimo anche per la stagione in cui si svolge EXPO 2015)?

Sicuramente i netsurfer stranieri associano questi driver del turismo incoming nazionale ad EXPO 2015, ma purtroppo queste sono le intenzioni di visita:

• nel 58 % dei casi si parla genericamente di Italia, parlando di EXPO 2015,
• nel 34 % dei pareri intercettati ci si dice intenzionati a visitare EXPO 2015 all’interno di un viaggio o vacanza già previsto nel Bel Paese
• nell’8% delle rimanenti opinioni si valuta di/se venire in Italia appositamente per visitare l’EXPO 2015.

Passiamo a considerare quanto sono stati trattati nelle altre lingue i temi dibattuti in rete in lingua italiana (parei multipli).

Paragoniamo ora la conoscenza del tema di EXPO 2015 di chi si è espresso in rete nella lingua di Dante con quella di chi lo ha fatto nelle altre quattro lingue considerate (tra coloro che hanno lasciato opinioni su EXPO 2015).

Dalle ultime due tabelle dell’infografica si evince che se tra i naviganti italiani che ne scrivono in rete la disinformazione su EXPO 2015 è elevata, tra coloro che ne digitano in inglese, francese, tedesco è spagnolo, la disinformazione è decisamente superiore.

Globalmente i meno disinformati risultano essere i netsurfer di lingua tedesca, seguiti da coloro che scrivono i propri pareri in spagnolo, quindi dai francesi ed infine, ultimi, gli anglofoni (che sono però i più numerosi).

Abbiamo visto, nel precedente articolo, che gli italiani sono particolarmente negativi nei confronti di Expo 2015; e gli stranieri ? Abbiamo riclassificato i pareri intercettati in rete in giudizi positivi, negativi, neutrali.

Se ne deduce che l’eco di ritardi, possibili disservizi, appalti truccati, tangenti, infiltrazioni mafiose non sia giunto all’estero o che, comunque, non cambi l’immagine dell’Italia e le aspettative degli stranieri su EXPO 2015.

Conclusioni

La comunicazione su EXPO 2015 è giunta solo in parte all’estero.
La notizia ha colpito soprattutto chi ha avuto nella propria nazione recenti esperienze di Esposizione Universale. La conoscenza del tema di EXPO 2015 all’estero è ancora più bassa che in Italia. Ma mentre Shangai 2010 ebbe risonanza mondiale per i contenuti economici e socio-politici, per ora l’interesse riservato dagli stranieri ad EXPO 2015 è quasi esclusivamente turistico.

Ciononostante solo un terzo di chi ha già in previsione un viaggio in Italia per altri motivi, e meno di un decimo di chi scrive di EXPO 2015 in rete senza avere già in programma una visita al Bel Paese, sembra intenzionato a valutare l’opportunità di visitarla.

Detto ciò le buone notizie sono le seguenti:

• i driver storici del Made in Italy e del turismo in Italia sono ben presenti in  coloro che scrivono nel web riguardo l’EXPO 2015;
• è l’immagine positiva di cui gode l’Italia nel Mondo a veicolare EXPO 2015 all’estero e non viceversa;

• i giudizi positivi su EXPO 2015 sono in ogni lingua superiori al 50% e quelli negativi tutti inferiori al 7%(al contrario di quanto avviene per i pareri espressi in italiano).

WWW.WEB-RESEARCH.IT Srl
È un istituto di ricerche di mercato e consulenze di marketing che offre servizi rivolti ad aziende e multinazionali presenti nel mercato domestico. Ha portato tra i primi in Italia una nuova metodologia di ricerche ed analisi di mercato: Web listening – Web research – Web monitoring. Utilizzando software di intelligenza artificiale che emulano il funzionamento delle reti neurali effettua un’analisi semantica e psicometrica dei testi presenti nel Web attribuendo loro personalità e punteggi. www.web-research.it ascolta il Web per scoprire, analizzare, razionalizzare cosa i clienti reali e potenziali pensano e dicono oggi e indietro nel tempo fino agli ultimi tre anni. È il partner ideale di aziende, marchi, prodotti, servizi e personaggi pubblici con esposizione mediatica significativa.

info@web-research.it – gianmarco.stefanini@web-research.it

Due soluzioni Checkpoint System per proteggere i prodotti dai furti nel retail

Proteggere i prodotti dai furti è uno degli imperativi per il retail. Secondo il Barometro Mondiale dei Furti nel Retail di Checkpoint System  le differenze inventariali incidono infatti per un costo di 96 miliardi di euro a livello globale, con una percentuale media pari al 1,29% delle vendite. E l’Italia non sfugge a questi dati.

Nel nostro Paese le differenze inventariali sono state in diminuzione nel 2014 rispetto all’anno precedente, attestandosi all’1,09% delle vendite, per un valore pari a 3,1 miliardi di euro di perdite annue per gli esercenti ed una maggiore spesa, di circa 94 euro a persona. Nello specifico, oltre il 75% delle differenze inventariali sono da attribuirsi ai furti, compiuti dai clienti per un 53,4% e dai dipendenti per il 22%. Seguono gli errori amministrativi (16,3%) e le frodi da parte dei fornitori (8,3%).

Tra le più recenti soluzioni per ridurre le differenze inventariali da applicare nel punto vendita o alla fonte, proposte da Checkpoint System, vi sono i tag iS AutoPeg  e  l’etichetta EP 4210 FOOD per alimenti.

La soluzione iS AutoPeg Tag offre ai Retailer della GDO una protezione elevata per articoli ad alto rischio esposti a broche come pile, lamette e cartucce d’inchiostro, con un’etichetta senza chiodo e applicabile in un solo gesto. La soluzione si fissa rapidamente e in tutta sicurezza su confezioni con singolo o doppio foro ed è facilmente rimovibile in cassa per essere riutilizzata. L’etichetta è leggera e solida, preserva il brand del prodotto, è aggiornabile con soluzioni RFId per la visibilità d’inventario e può essere applicata alla fonte.

L’etichetta EP 4210 FOOD per alimenti è invece, per i retailer che desiderano proteggere gli alimenti freschi e surgelati, sempre più oggetto di furti, una delle poche soluzioni sul mercato certificate TUV per l’utilizzo nel microonde, e offre un livello di sicurezza superiore, data dalla certificazione ISEGA che permette il contatto diretto con il cibo. È una delle etichette RF per alimenti più piccole al mondo, che è possibile integrare facilmente all’interno delle etichette peso/prezzo per una massima protezione, permettendo così ai retailer di alimentari di migliorare la disponibilità dei prodotti a scaffale. Come l’etichetta iS AutoPeg Tag, anche la EP 4210 FOOD può essere applicata nel punto vendita o alla fonte, consentendo un risparmio di ore lavorative, e assicura l’arrivo dei prodotti ad alto rischio nello store, già protetti e pronti per la vendita. Checkpoint offre inoltre opzioni di stampa personalizzate con la nuova etichetta per alimenti, che consentono ai retailer di stampare messaggi sulle etichette riguardanti il punto vendita, compreso il marchio, se richiesto

L’applicazione alla fonte

Quella dell’applicazione alla fonte è uno dei temi cui i retailer sono sensibili. Infatti sposta il processo di applicazione delle etichette di sicurezza da un intenso lavoro manuale nel punto vendita ad un processo automatizzato presso il produttore, permettendo ai negozi associati di concentrarsi sull’esperienza d’acquisto dei clienti, piuttosto che sull’applicare etichette.

Una delle ragioni dell’aumento dell’utilizzo della protezione alla fonte da parte dei retailer e dei CPG, è la possibilità di proteggere categorie di prodotto che in precedenza erano considerati troppo difficili da etichettare, quali i liquidi, alcuni capi d’abbigliamento, carni e piccoli cosmetici.

Anche i produttori sono sensibili all’appliczione di etichette contro i furti alla fonte. Ne è un esempio la collaborazione con Berlucchi per due referenze “storiche”, i Franciacorta Cuvée Imperiale Brut e Max Rosè, senza compromettere l’estetica o l’immagine del brand sulla bottiglia.

«Sono prodotti-icona del bere italiano, e meritano un’adeguata protezione – afferma Arturo Ziliani – e grazie alla collaborazione con Checkpoint, i risultati sono soddisfacenti: a quasi un anno dall’applicazione dei primi tag, abbiamo riscontrato un sensibile aumento delle vendite in termini di sell-in, cui corrisponde un egual beneficio per i retailer a livello di sell out”.

Con Sapori&Dintorni alla stazione Centrale di Milano Conad lancia la corsa per la leadership nel Nord

Il nuovo store Sapori&Dintorni inaugurato oggi alla stazione Centrale di Milano è qualcosa di più di un nuovo punto vendita per la strategida di Conad. «Con questo punto vendita comincia il percorso per raggiungere la leadership al Nord» ha affermato l’ad di Conad Francesco Pugliese, lanciando un messaggio forte ai cugini di Coop Italia.

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Fedele al concept di Sapori & Dintorni, questo punto vendita  accoglierà i visitatori di Expo con il meglio delle eccellenze alimentari italiani, tanto che il leit motiv ribadito in tante occasioni da Pugliese è che si farà promozione dei prodotti e non suii prodotti. Come a dire che quello di cui c’è bisogno oggi è l’attenzione e la cura sui prodotti che rappresentano il meglio della proposta agroalimentare italiana e non la banalizzazione sui prezzi. Una visione che faticosamente si sta facendo strada nella distribuzione, dove le ferite della battaglia sui prezzi hanno cominciato a infettare anche il tessuto sano dei prodotti a marchio del distributore.

Ricordiamo che Sapori & Dintorni è l’insegna di Conad che propone le tipicità del territorio (ma c’è anche un laboratorio per la preparazione del sushi) prodotte da una selezione di produttori qualificati: lo store di Milano Centrale – oltre 3500 referenze, apertura dalle 7 alle 22 – proporrà Viaggio in Italia, un “cestino del viaggiatore” diverso ogni giorno per promuovere tutte le tipicità locali. Sapori&Dintorni, ha ricordato Pugliese, adotta una politica di prezzo competitiva ma con una qualità elevata, tanto che la redditività degli otto punti vendita, che fatturano complessivamente 500 milioni di euro, è la più alta del mercato: 24mila euro al mq.

(foto via twitter)

Expo:la Carta di Milano per continuare a camminare insieme

Ieri è stata resa pubblica la versione definitiva della Carta di Milano, “un manifesto concreto e attuabile che coinvolge tutti, donne e uomini, cittadini di questo pianeta, nel combattere la denutrizione, la malnutrizione e lo spreco, promuovere un equo accesso alle risorse naturali e garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi”.

È un documento denso di contenuti che costituisce – a due giorni dall’inaugurazione – l’eredità di Expo Milano 2015 rivolto a cittadini, istituzioni, imprese, associazioni e ai Paesi che vorranno sottoscriverla.

Qui puoi leggere e sottoscrivere la Carta di Milano

È una sintesi nata delle proposte e delle idee discusse durante l’evento “Expo delle Idee” svoltosi a Milano nella giornata del 7 febbraio scorso, dove 500 esperti organizzati in più di quaranta tavoli tematici si sono confrontati sullo sviluppo sostenibile e sul diritto al cibo, attraverso quattro prospettive interconnesse: cibo, energia, identità e dinamiche della convivenza.

La Carta di Milano costituisce un impegno in relazione al diritto al cibo considerato un diritto umano fondamentale al quale sono chiamati gli individui, la società civile le imprese e i governi. Uno strumento di cittadinanza globale, l’ha definito il ministro Martina nel corso della presentazione della Carta: «Per la prima volta nella sua storia una Esposizione universale promuove un atto d’impegno verso i governi, che tutti i cittadini potranno sottoscrivere contribuendo alla definizione di precise responsabilità dei singoli, delle imprese e delle associazioni».

Gli impegni sono fondamentali per il futuro di tutti: lotta allo spreco e alle perdite alimentari, difesa del suolo agricolo e della biodiversità, tutela del reddito di contadini, allevatori e pescatori, investimento in educazione alimentare e ambientale a partire dall’infanzia, riconoscimento e valorizzazione del contributo essenziale delle donne nella produzione agricola e nella nutrizione. E ancora: investimenti nella ricerca tecnologica, favorire l’accesso all’energia pulita,  corretta gestione dell’acqua, azioni per salvaguardare l’ambiente marino, proteggere con leggi adeguate il cibo da contraffazioni e frodi, contrasto del lavoro minorile e irregolare.

La Carta di Milano è sicuramente una summa di tutto quello che costituisce un mondo buono e giusto e va dato atto alle centinaia di persone che hanno contribuito a realizzarla della straordinaria capacità di sintesi. qualcuno dirà che è utopia. Ma rispondendo con le parole di Salvatore Veca, coordinatore della redazione della Carta di Milano, «l’utopia, come l’orizzonte, serve a continuare a camminare, insieme».

L’impegno per le imprese

“In quanto imprse noi ci impegniamo a:
• applicare le normative e le convenzioni internazionali in materia ambientale e sociale e favorire forme di occupazione che contribuiscano alla realizzazione personale delle lavoratrici e dei lavoratori

• investire nella ricerca promuovendo una maggiore condivisione dei risultati e sviluppandola nell’interesse della collettività, senza contrapposizione tra pubblico e privato;

• promuovere la diversificazione delle produzioni agricole e di allevamento al fine di preservare la biodiversità e il benessere degli animali;

• migliorare la produzione, la conservazione e la logistica, in modo da evitare (o eliminare) la contaminazione e da minimizzare lo spreco, anche dell’acqua, in tutte le fasi della filiera produttiva;

• produrre e commercializzare alimenti sani e sicuri, informando i consumatori su contenuti nutrizionali, impatti ambientali e implicazioni sociali del prodotto;

• promuovere adeguate tecniche di imballaggio che permettano di ridurre i rifiuti e facilitino lo smaltimento e il recupero dei materiali usati.

• promuovere innovazioni che informino i consumatori su tempi di consumo compatibili con la natura, qualità e modalità di conservazione degli alimenti;

• riconoscere il contributo positivo della cooperazione e degli accordi strutturali sulla filiera, specialmente quella alimentare, tra agricoltori, produttori e distributori, per una più efficace previsione della domanda;

• contribuire agli obiettivi dello sviluppo sostenibile sia attraverso l’innovazione dei processi, dei prodotti e dei servizi sia attraverso l’adozione e l’adempimento di codici di responsabilità sociale;

• applicare le normative e le convenzioni internazionali in materia ambientale e sociale e favorire forme di occupazione che contribuiscano alla realizzazione personale delle lavoratrici e dei lavoratori

• investire nella ricerca promuovendo una maggiore condivisione dei risultati e sviluppandola nell’interesse della collettività, senza contrapposizione tra pubblico e privato;

• promuovere la diversificazione delle produzioni agricole e di allevamento al fine di preservare la biodiversità e il benessere degli animali;

• migliorare la produzione, la conservazione e la logistica, in modo da evitare (o eliminare) la contaminazione e da minimizzare lo spreco, anche dell’acqua, in tutte le fasi della filiera produttiva;

• produrre e commercializzare alimenti sani e sicuri, informando i consumatori su contenuti nutrizionali, impatti ambientali e implicazioni sociali del prodotto;

• promuovere adeguate tecniche di imballaggio che permettano di ridurre i rifiuti e facilitino lo smaltimento e il recupero dei materiali usati.

• promuovere innovazioni che informino i consumatori su tempi di consumo compatibili con la natura, qualità e modalità di conservazione degli alimenti;

• riconoscere il contributo positivo della cooperazione e degli accordi strutturali sulla filiera, specialmente quella alimentare, tra agricoltori, produttori e distributori, per una più efficace previsione della domanda;

• contribuire agli obiettivi dello sviluppo sostenibile sia attraverso l’innovazione dei processi, dei prodotti e dei servizi sia attraverso l’adozione e l’adempimento di codici di responsabilità sociale”.

 

Survey Nielsen: fisico e digitale, gdo e retail tradizionale gli italiani li frequentano tutti

Via Flickr, M. Montanari

Andare al supermercato può essere anche un’occasione di svago per il 47% degli italiani, ma l’80% frequenta anche i mercati rionali e i negozi tradizionali e il il 22% va più spesso al discount per gli acquisti food&grocery rispetto a un anno fa.

I dati emergono dall’indagine Nielsen Retail Store Format Preferences, svolta online su più di 30.000 consumatori in 60 Paesi.

Le casse self service dei supermercati vengono utilizzate dal 33% dei consumatori (23% la media UE) e solo il 17% dichiara di non volerne ancora fare uso.

Il 50% dei consumatori, emerge ancora dalla ricerca, acquista online. Ma l’esperienza del virtuale sta prendendo piede anche all’interno del canale fisico.

Inoltre, il 42% degli intervistati si dichiara favorevole a fare uso dei buoni sconto promozionali online o mobile, con un gradimento significativamente superiore rispetto agli europei (30%).

“I consumatori italiani sono più propensi rispetto agli europei a rivolgersi a diverse tipologie di punti di vendita coniungando la frequentazione delle grandi superfici a quella di superette e negozi tradizionali – commenta l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – ma contemporaneamente  il canale fisico e il digitale stanno avendo sempre più punti di intersezione e si configurano come uno complementare all’altro”.

Un percorso della spesa da intercettare sia con il canale digitale sia con quello fisico, quindi. E sono gli stessi intervistati a indicare la strada: il 45% desidera collegarsi alla rete WIFI del distributore per rendere l’esperienza d’acquisto più personalizzata, il 41% vorrebbe poter esporre le proprie esigenze personali al retailer per avere offerte più personalizzate.

 

Old Wild West personalizza l’offerta con i Big data e la geolocalizzazione

Con 116 ristoranti steakhouse in Italia e all’estero, Old Wild West è il marchio di punta del Gruppo Cigierre, attivo nella ristorazione in franchising e nel casual dining, dove opera con le altre insegne Wiener Haus, Arbian Kebab e Kukkuma, che complessivamente attraggono ogni anno 14 milioni di clienti, per un fatturato di rete di 220 milioni di euro.

In occasione del ventennale alla sua fondazione aprirà domani 29 aprile a Tavagnacco, in provincia di Udine un nuovo ristorante Old Wild West.

La formula vincente di questi ristoranti tematici è basata su qualità del cibo, atmosfera e divertimento, dove l’interazione con i clienti che possono utilizzare all’interno dei locali il wifi gratuito e l’app che contiene giochi personalizzati e contenuti relativi ai ristoranti e alle varie offerte. Un ruolo importante è svolto dalla carta fedeltà (qui sotto lo spot), grazie alla quale effettuare promozioni mirate.

È infatti questo l’obiettivo del progetto di marketing integrato multicanale realizzato in collaborazione con Next BI (Sanmarco Informatica) e incentrato sugli Advanced Analytics di Sas che consente di ricavare dalla mole enorme dei dati prodotti dalle interazioni con i clienti le informazioni necessarie per costruire un preciso profilo dei gusti, dei comportamenti di acquisto e degli stili di vita dei clienti. «Questo significa – spiega Marco Apollonio, Chief Information Officer e Business Intelligence Manager di Cigierre – cogliere i segnali che i clienti ci inviano dialogando con noi tramite una molteplicità di canali (sito, punto vendita, social). Dall’altro, far leva su questa conoscenza per adeguare le nostre strategie commerciali ai bisogni diversificati e mutevoli del cliente».

Non solo. Una naturale evoluzione e integrazione di questo progetto riguarda il marketing di prossimità: «Si tratta – continua Apollonio – di far leva sulle funzionalità già integrate nella soluzione per attuare una strategia di contatto sempre più ravvicinata con il cliente, utilizzando, ad esempio, le tecniche di geolocalizzazione per inviargli in tempo reale l’offerta meglio commisurata al suo specifico profilo. Ulteriore elemento di arricchimento di tutto il progetto sarà l’impostazione di un’infrastruttura tecnologica, che permette una user experience per i nostri clienti a 360°; ristoranti tutti collegati con una rete dedicata al brand, per una comunicazione interattiva globale sul punto vendita (tv dedicata, radio in streaming, wifi gratuito, offerte in tempo reale, app e game Old Wild West), il tutto integrato con i sistemi informativi e quindi con il progetto di omnicanalità».

Questi temi saranno discussi nel corso del convegno Fare ristorazione oggi.La “via” giusta per lo sviluppo a Tuttofood (4 maggio, sala Lem 2, h. 14,30). Qui il modulo d’iscrizione.

 

Amica Chips con Emergency

A partire da aprile e per la durata di un anno, chi acquista uno dei prodotti Amica Chips sostiene l’associazione umanitaria Emergency.

Amica Chips infatti sosterrà il Centro Pediatrico aperto da Emergency nel 2002 a Goderich, in Sierra Leone, Africa dove, ogni mese, lo staff di questo centro pediatrico, che ha vinto nel 2013 il premio AWOL come migliore struttura ospedaliera del paese, cura gratuitamente circa 2.280 bambini, di cui il 79% di età inferiore ai 5 anni. Dalla sua nascita a oggi, l’associazione ha curato oltre 6 milioni di persone in 16 Paesi.

Sulle confezioni trasparenti da 500 e 400 gr. delle patatine classiche Amica Chips – le più vendute in Italia  -, e nella pagina dedicata sul sito di Amica Chips, i dettagli dell’iniziativa.

Conad Adriatico ha l’Abruzzo nel cuore. +2,1% il fatturato, previsti 10 nuovi punti vendita

foto: via imoon.it

In occasione della seconda tappa del Grande Viaggio Conad (svoltosi nel week end appena terminato), Conad Adriatico ha reso noti i dati dello sviluppo in Abruzzo, dove, con un fatturato 2014 di 465,1 milioni di euro (+2,1% rispetto al 2013) registra la metà delle vendite totali.

A fine anno, con la ristrutturazione della rete, i punti di vendita in Abruzzo saranno 132, con una superficie complessiva di 97.165 mq, frutto del riposizionamento delle grandi superfici, di cambi insegna e di nuove aperture: i supermercati Conad saliranno a 45 e i Todis a 19. Il fatturato atteso, compreso quello dei distributori di carburante, si attesterà a 477,4 milioni di euro.

«Numeri che presi a sé non esprimono appieno il potenziale della nostra cooperativa», sottolinea l’amministratore delegato di Conad Adriatico Antonio Di Ferdinando. «Un potenziale fatto anche di sostegno all’economia regionale e alle sue eccellenze alimentari, di nuova occupazione, di investimenti finalizzati a limitare la progressiva desertificazione delle risorse produttive locali. Ancor più in una fase di pesante congiuntura economica. Abbiamo un programma di sviluppo che privilegia l’Abruzzo, con dieci nuove aperture e due nuovi impianti di distribuzione dei carburanti».

Per contribuire al sostegno dell’economia abruzzese, Conad Adriatico ha stretto accordi con 252 fornitori locali con i quali ha sviluppato nel 2014 un fatturato di 59,7 milioni di euro.

Significativa la ricaduta economica sul territorio grazie anche al consorzio Conad, che si è fatto portavoce delle migliori produzioni regionali – ortaggi, frutta, carni, pasta e vini Doc… – in Italia e in Europa con i marchi Conad, Conad Percorso Qualità, Conad Il Biologico, Sapori&Dintorni Conad e Creazioni d’Italia.

Nel Polo logistico integrato di San Salvo (Chieti) – 160 mila mq di superficie, di cui 53 mila coperti –, ampliato con il nuovo polo del freddo, l’accorpamento delle consegne di carni, salumi, latticini, ortofrutta e surgelati (e generi vari) su un unico mezzo di trasporto ridotto di oltre il 30 per cento i km annui percorsi. Lo scorso anno, il Polo di viale Marisa Bellisario ha movimento 320 milioni di pezzi in uscita con 47 mila viaggi di automezzi per 157 mila consegne ai punti di vendita.

Di particolare rilievo i dati del centro di distribuzione del pesce fresco di Pescara: oltre un milione di kg distribuito con 6.453 consegne alle 41 pescherie dei punti vendita per un totale di oltre 100 prodotti ordinabili (50 quelli trattati in media ogni giorno). La cooperativa si serve di 15 pescherecci (in appalto) – 11 per la pesca a strascico e 4 per quella a volante –, di altri 8 per la pesca a lampara del pesce azzurro (di cui 2 di proprietà del partner La Selva Pesca) e di 2 per la pesca con il palangaro di merluzzi, mazzoline e gronchi, che, dal 15 maggio, effettueranno la campagna di pesca del tonno e del pesce spada.

Sul fronte della convenienza e del risparmio per i clienti, lo scorso anno state attivate complessivamente 108 iniziative promozionali nei supermercati della cooperativa (con un’incidenza del 29 per cento sul totale del venduto) e 59 negli iper (48 per cento) che hanno prodotto benefici economici per 164,2 milioni di euro (90,9 milioni nei supermercati e 73,4 negli iper) a vantaggio dei consumatori abruzzesi.

I clienti hanno tuttavia usufruito di altre occasioni di risparmio, dalle parafarmacie (453 mila euro) ai buoni spesa in sostituzione del catalogo premi (1,4 milioni di euro), dai libri scolastici ai vantaggi legati alla Conad Card (234 mila euro il risparmio ottenuto dai soci abruzzesi).

Un prodotto su tre venduti è a marchio Conad. La marca del distributore si conferma componente fondamentale del bilancio di Conad Adriatico per lo sviluppo della rete e il rafforzamento della fedeltà dei clienti, che apprezzano la qualità da leader coniugata ad una convenienza del 25-30 per cento. Le linee di prodotti Conad primeggiano nel 45 per cento delle categorie in cui competono, percentuale che sale al 73 per cento se si considerano anche le seconde posizioni.

Conad Adriatico, che opera nelle Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia ed è presente con propri punti di vendita in Albania e in Kosovo, associa 273 imprenditori e nel corso del 2014 ha sviluppato un fatturato di 925,4 milioni di euro (+1,7 per cento rispetto all’anno precedente). Sono 372 i punti di vendita per una superficie di 216.811 mq (+3,2 per cento): 6 Conad ipermercato, 4 Conad Superstore, 110 Conad, 145 Conad City, 39 Margherita, 32 discount Todis e 36 di altre insegne. I collaboratori occupati nella rete sono 4.153, ai quali si aggiungono i 254 che operano nella sede di Monsampolo del Tronto (Ascoli Piceno).

La quota di mercato vede Conad Adriatico leader in Abruzzo (24,5 per cento) e nel Molise (22,7 per cento); nelle Marche è attestata all’8,5 per cento, in Basilicata al 6,5 per cento e in Puglia al 6,9 per cento (fonte: GNLC – 2° semestre 2014).

Tra i servizi per i clienti, il distributore di carburanti dell’Aquila (con un milione di euro di risparmio per i clienti), le 10 parafarmacie (oltre 955 mila euro di risparmio) e i 2 corner Ottico.

Conad Adriatico è presente dal 2006 in Albania con 34 supermercati Conad, per 19.769 mq di superficie di vendita, serviti da una piattaforma multisettoriale completamente autonoma ubicata a Tirana.

Con 699 fornitori locali la cooperativa ha sottoscritto accordi di fornitura per un valore complessivo di 212,7 milioni di euro di venduto, contribuendo al sostegno e alla valorizzazione di tante economie locali.

Sul versante sociale, la cooperativa e i soci imprenditori hanno investito sul territorio oltre 1,4 milioni di euro in attività che hanno interessato e coinvolto direttamente le comunità in cui operano (oltre il 50 per cento in Abruzzo). Attività che spaziano dal sostegno alle società sportive alla cultura e alla promozione di iniziative di carattere sociale.

Il piano di sviluppo per il biennio 2015-2016 prevede 10,5 milioni di euro di investimenti, con 33 nuove aperture e 3 nuovi distributori di carburanti oltre quello in funzione dal 2013 all’Aquila.

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