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A gennaio con Kiki Lab a New York alla scoperta delle innovazioni nel retail

Prosegue il percorso di Kiki Lab alla scoperta delle innovazioni nel mondo della distribuzione. Come tradizione, il prossimo appuntamento è un tour in una delle capitali della distribuzione innovativa e dove nascono i concept più interessanti, un mix di format, posizionamenti, settori food e non food: New York.

Dal 18 al 20 gennaio infatti, in occasione del Big Show della National Retail Federation, Fabrizio Valente accompagnerà in un tour negli store più interessanti della Grande Mela, dove vedere all’opera e approfondire i concetti chiave del nuovo retail, come la cross-canalità e l’integrazione del digitale nelle attività di vendita. Una prima lista di insegne da visitare c’è già: Whole Foods Market, Uniqlo, Google store, Trader Joe’s, Converse, REI, Warby Parker, BirchBox, Bloomingdale’s, T2 Tea, Macy’s, Duane Reade, Sunglasses Hut, H&M, Le District, Kroger, Cos, ma il programma finale verrà deciso con i partecipanti in base a indicazioni e preferenze. «Il retail tour nei punti vendita di New York consente ai partecipanti di entrare in contatto con catene leader, best performer, concept innovativi, interloquire con i retail manager e confrontarsi tra di loro durante le cene di debriefing», afferma Fabrizio Valente.

Iscrizioni entro il 15 dicembre.

Per maggiori informazioni Elisa Pavignani – 030.22.16.81 – elisa.pavignani@kikilab.it

Giornata contro l’illegalità: contraffazione in crescita nell’abbigliamento, in calo nell’alimentare

In occasione della Giornata di mobilitazione nazionale “Legalità, mi piace”, in programma il 25 novembre, Confcommercio ha difuso i dati di una ricerca condotta da Format, secondo cui sono in aumento gli acquisti illegali di abbigliamento, calzature e pelletteria, mentre diminuiscono quelli di prodotti ritenuti più a rischio per la salute, come alimentari, cosmetici e profumi.

L’acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato a motivi di natura economica: per il 72,1% dei consumatori “non si hanno i soldi per comprare i prodotti legali” e per il 70% dei consumatori “si pensa di fare in questo modo un buon affare, risparmiando”.

Il 72,4% dei consumatori è d’accordo con l’affermazione secondo la quale l’acquisto dei prodotti illegali o l’utilizzo di servizi irregolari è piuttosto normale e per di più si rivela utile per chi è in difficoltà economica.

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Un consumatore su tre afferma che l’acquisto illegale è effettuato in modo consapevole. Cresce la consapevolezza dei consumatori sui rischi per la salute (l’80% contro il 71% del 2014) e per la sicurezza (il 66,2% rispetto al 63,3% dell’anno scorso) derivante dall’acquisto di prodotti/servizi illegali.

Sette consumatori su dieci inoltre sono informati sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative per l’acquisto di prodotti o servizi illegali e un consumatore su due ha letto, visto o ascoltato campagne di sensibilizzazione contro la contraffazione.

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Sul lato delle imprese, la ricerca evidenzia che il 62,1% di quelle del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti si ritiene danneggiato dall’illegalità (+1% rispetto allo scorso anno). A sostenerlo sono in prevalenza imprese del Nord Ovest (67%) e del Sud (64,6%), ma questo sentiment è in crescita tra le imprese del Nord Est (+10,4%) e del Centro (+3,1%).

Tra gli effetti più dannosi prodotti dalle diverse forme di illegalità (contraffazione dei prodotti, acquisizione illegale di prodotti via internet, musica e videogiochi, abusivismo commerciale e/o esercizio illegale di una professione), le imprese indicano principalmente la concorrenza sleale (62,5%), la riduzione dei ricavi e del fatturato a causa delle mancate vendite (34,8%), la spesa per i servizi di videosorveglianza (17,7%), il dover rinunciare ad assumere nuovi addetti o, in qualche caso, a mantenere i livelli occupazionali attuali (16,2%).

Schermata 2015-11-23 alle 11.01.52E per oltre l’80% delle imprese del terziario il mercato dei prodotti illegali e dell’esercizio abusivo delle professioni è in continua crescita.

Eblex, l’ente di promozione della carne inglese, diventa AHDB beef & lamb

PrintLa nuova denominazione di Eblex, che diventa AHDB beef & lamb rientra in una più ampia strategia di AHDB – Agriculture and Horticulture Development Board, l’Ente britannico non governativo per il sostengo e lo sviluppo dell’industria agroalimentare, con l’obiettivo di semplificare l’organizzazione interna della società.

Oltre al comprato delle carni bovine e ovine, AHDB opera in altri 5 settori, la suinicoltura, il lattiero-caseario, l’orticoltura, la cerealicoltura e la produzione di patate, che sono stati così rinominati: BPEX = AHDB Pigs; DairyCo = AHDB Dairy; HDC = AHDB Horticulture; HGCA = AHDB Cereals&Oilseeds; Potato Council = AHDB Potatoes.

«La semplificazione della denominazione dei vari comparti che costituiscono AHDB porterà sicuramente maggior chiarezza sia agli operatori del settore sia al consumatore finale stesso, che potranno avere così una panoramica più chiara su tutto il comparto agroalimentare inglese” spiega Jeff Martin responsabile di AHDB Beef&Lamb in Italia. “Il nuovo brand e la nuova riorganizzazione favoriranno inoltre una più forte unione e una condivisione di conoscenze e informazioni, aumentando così la competitività dell’industria alimentare inglese sui mercati nazionali e internazionali. Anche per il mercato italiano, quindi, sarà più semplice avere informazioni o mettersi in contatto con aziende e produttori di tutti i comparti ‘consociati’, oltre alla carne bovina e ovina con cui siamo già presenti in Italia, ad esempio, si potranno avviare rapporti con aziende di formaggi, ortaggi o cereali».

In pratica, il ruolo di AHDB Beef&Lamb in Italia non cambierà: la società continuerà a promuovere l’industria delle carni bovine e ovine e a stimolare la domanda attraverso attività di comunicazione e marketing. Conclude Martin: «Il ruolo di AHDB Beef&Lamb, così come quello delle altre ‘consociate’, è molto importante poiché mette a disposizione risorse per investire nella ricerca, nel marketing e nella promozione con conseguenti miglioramenti di business. L’Italia, seppur sia un piccolo mercato, rappresenta per noi una piazza sempre importante e crediamo potranno esserci buone opportunità anche per gli altri settori che AHDB rappresenta».

Lillo Group raddoppia. Apre a Bricherasio, Torino e il rinnovato store di Melito, Napoli

Due aperture nello stesso giorno per Lillo Group, nel segno del rinnovamento della rete che procede a ritmo spedito.

A Melito (NA) riapre, completamente rinnovato, lo storico punto vendita attivo dal 1997 e nel 2014 il punto vendita con maggiore fatturato del gruppo.

Il negozio si presenta al pubblico con un layout completamente rinnovato dopo sei mesi di lavori che ne hanno totalmente modificato la struttura: 1400 mq di spazio vendita gestiti da 40 dipendenti locali, parcheggio riservato alla clientela. Il punto vendita rispecchia pienamente il nuovo format aziendale sia strutturalmente che commercialmente, con ampie vetrate che ottimizzano la luminosità della struttura, ortofrutta all’ingresso, reparti serviti di gastronomia, macelleria e panetteria ed ampio spazio dedicato al non food. Oltre 2000 le referenze a marchio privato.

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Stesso format di punto vendita anche per la nuova apertura di Bricherasio, (nelle foto) in provincia di Torino, che porta a 35 i punti vendita in Piemonte a insegna MD.

L’azienda ha assunto dodici addetti chiamati a occuparsi dei 1074 metri quadrati del negozio destinati alla vendita di prodotti food e non food. Presente il parcheggio per i clienti.

Il click&collect secondo Amazon: accordo con la rete di librerie Giunti al Punto

Amazon annuncia che i propri clienti in Italia possono ora scegliere di far consegnare i prodotti ordinati su Amazon.it presso i Punti di ritiro posizionati all’interno di una delle 180 librerie Giunti al Punto. Sono librerie distribuite in tutto il territorio nazionale, ubicate nei centri commerciali, nei punti nevralgici di numerose città italiane, in 7 aeroporti e 3 stazioni ferroviarie; offrono orari di apertura particolarmente estesi, con apertura alle 9 e chiusura anche fino alle 22, adatti per rispondere alle esigenze di qualsiasi cliente Amazon.

I clienti potranno selezionare direttamente su Amazon.it la libreria con posizione e orari di apertura più adeguati alle proprie esigenze. Il nuovo servizio è disponibile senza costi aggiuntivi.

François Nuyts, Country Manager di Amazon Italia e Spagna

«I clienti di Amazon.it che non hanno la possibilità di ricevere la spedizione al proprio domicilio, possono usufruire delle consegne più veloci di Amazon e programmare di ritirare il prodotto nell’orario e nel posto più comodi per loro», afferma François Nuyts, Country Manager di Amazon Italia e Spagna (nella foto).

Ad del Gruppo Giunti Martino Montanarini«Le librerie Giunti al Punto ora potranno non soltanto vendere i Kindle, ma offrire un servizio aggiuntivo per tutti i clienti. Si tratta di uno sviluppo importante per gli accordi di collaborazione fra Giunti e Amazon, volti a rendere sempre più stretto il legame fra negozi fisici e negozi online», spiega l’Ad del Gruppo Giunti Martino Montanarini.

Il servizio Punti di ritiro è disponibile, senza costi aggiuntivi, con  la modalità di consegna 1 giorno o 2 giorni per i clienti Prime e con la modalità di consegna standard  per tutti gli altri clienti non abbonati al servizio Prime.

Le dieci cose che non devono mancare in un supermercato secondo Unione nazionale consumatori

«I consumatori vorrebbero maggiori informazioni sull’origine dei prodotti che acquistano, sulla sostenibilità, ma anche sui diritti di garanzia post-vendita, oltre alla possibilità di interagire efficacemente con chi vende, non solo con il classico punto di ascolto presso il supermercato (o il call center), ma anche con app e altri canali digitali come i social network». È quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori(http://www.consumatori.it), lanciando uno dei temi della nona edizione del “Premio Vincenzo Dona- voce dei consumatori” (Roma, 27 Novembre- Teatro Argentina).

«Da quanto emerge dalle segnalazioni che arrivano ai nostri sportelli – prosegue Dona – una delle cose che fa più arrabbiare i consumatori sono i cambiamenti della disposizione dei prodotti che disorientano il cliente abituale di un supermercato e lo costringono a peregrinare per le corsie».

Secondo un decalogo stilato dall’Unione Consumatori, ecco le dieci cose che non dovrebbero mancare in un supermercato ideale.

1) Più efficaci strumenti di interazione con la clientela: non solo con il classico punto di ascolto presso il supermercato (o il call center), ma anche App e altri canali digitali come i social network;

2) Maggiori informazioni sulla provenienza dei prodotti, anche oltre le previsioni normative, a cominciare dall’introduzione in etichetta dell’informazione sullo stabilimento di produzione;

3) Non collocare i prodotti per bambini alle casse, così da non sollecitare gli acquisti di impulso dei più piccoli;

4) Ridisegno del layout secondo le esigenze consumatore: quindi prima l’acqua minerale, per evitare che schiacci altri prodotti, poi prodotti in scatola, quindi i freschi come formaggi, frutta e verdura e per ultimo i surgelati vicini alla casse, per non interrompere la catena del freddo;

5) Non cambiare la disposizione dei prodotti per non disorientare il consumatore e costringerlo a peregrinare per le corsie;

6) Indicazione del prodotto più conveniente per facilitare gli acquisti di chi si indirizza ai prezzi più vantaggiosi;

7) Impegno per la sostenibilità ambientale: dall’uso di materiali riciclabili ai contenitori per la raccolta delle batterie esaurite, dal divieto di uso della pellicola pvc per salumi e formaggi alla istallazione di termometri visibili al pubblico nei congelatori, fino alla corretta raccolta del RAEE;

8) Investire sulla formazione degli addetti ai punti vendita anche per introdurre nuove figure di assistenti alla clientela che possano indirizzare il consumatore per trovare i prodotti tra gli scaffali e le notizie necessarie per acquisti con buon rapporto qualità prezzo;

9) Migliorare l’accoglienza per la clientela: dalla disponibilità di cartellonistica sui diritti di garanzia e post-vendita alla presenza di etichette “green” e di prodotti per particolari esigenze dei consumatori, dal contenimento delle file alle casse (offrendo percorsi privilegiati o automatizzati), alla disponibilità di aree wifi o per la ricarica di smartphone o tablet, fino a luoghi attrezzati per i minori o gli anziani;

10) Sistemi di certificazione da parte delle Associazioni dei consumatori sulla qualità dell’informazione, i servizi di ascolto, la sicurezza prodotti (ad esempio tramite ispezioni o attività di mistery shopping che consentano di pervenire al rilascio di un trustmark di fiducia).

I progetti di Autogrill: prossimamente Bistrot arriva in autostrada

È una sfida importante, quella di Autogrill: portare il formato Bistrot in Autostrada, ad Arda precisamente. A margine del Ki Best 2015 Retail tour virtuale organizzato da Kiki Lab (vedi l’intervista con Fabrizio Valente), ne parliamo in questa vieointervista con Alessandra Di Gaetano, Group Concept Industrialisation Director del Gruppo Autogrill, leader mondiale nella ristorazione nei luoghi di viaggio e di transito. Il Gruppo ha registrato nei primi nove mesi dell’annuo ricavi per 3.173 milioni di euro, +10,6% vs 2.868,6 milioni di euro dei primi nove mesi 2014 (+1,1% a cambi costanti) con un utile netto a 56,2 milioni di euro (+50,1%) e conferma le previsioni di chiusura con ricavi per 4300-4300 milioni di euro.

«Il settore della ristorazione vive oggi  – dice De Gaetano – una stagione di grandi cambiamenti. Autogrill, da leader del settore, affronta le sfide emergenti dell’alimentazione con l’innovazione, trasformando il modo di fare ristorazione nei canali del viaggio attraverso la valorizzazione delle tradizioni gastronomiche del territorio e il recupero delle pratiche di lavorazione artigianale. Bistrot è una best practice emblematica di questo nuovo approccio del Gruppo». Un approccio che prevede di declinare secondo le formule più idonee le evidenze emerse dai flagship store come Mercato del Duomo e l’innovativo Autogrill di Villoresi Est, nei pressi di Milano.

 

Sapori&Dintorni approda a Parma con un punto vendita in centro di 1000 metri quadrati

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Apre oggi a Parma il nuovo store Sapori&Dintorni, che occupa una superficie di vendita di 973 mq, su due piani, puntando sulla diversificazione dei prodotti e sul concetto di ristorazione veloce. Altri 60 mq sono riservati ad area relax. 38 gli addetti impiegati nel punto di vendita, aperto tutti i giorni dalle ore 8.30 alle 20.30.

Schermata 2015-11-15 alle 09.12.49sveva.scazzina@hominapdc.itIl nuovo puto vendita si trova nel centro storico, in piazza Ghiaia, per secoli è stata destinata a mercato coperto e sottoposta nel 2012 a un rifacimento radicale progettato all’architetto Paolo Portoghesi.

L’intervento di Conad Centro Nord, al cquale hanno collaborato l’amministrazione comunale, i fornitori, i soci e i dipendenti Conad, è una scommessa sul rilancio imprenditoriale e commerciale della zona che fino a oggi ha visto la fuga di molt operatori.

«Con questo store contribuiamo alla riqualificazione di un’area collocata nel cuore della città reinterpretando il concetto di negozio di vicinato, enfatizzando l’offerta di prodotti che i cittadini di Parma sono abituati a portare in tavola, integrando la spesa con servizi innovativi, anche di ristorazione, che si avvantaggiano dell’orario di apertura continuato fino alle 20.30», sottolinea il direttore generale di Conad Centro Nord Ivano Ferrarini. «Puntare sulla qualità è un’esigenza sempre più sentita dai consumatori, a cui diamo risposta proponendo il gusto della buone cose, per valorizzare i localismi, così come fare crescere anche la cultura delle genuinità e il rispetto delle tradizioni che sono il migliore fattore di promozione dei prodotti autenticamente italiani. Il socio imprenditore nel punto di vendita e la nostra offerta sono le leve che utilizziamo per creare valore e generare una crescita costante con ricadute significative nei territori e nelle comunità in seno alle quali operiamo».

L’offerta complessiva è di 6 mila prodotti – tra cui biologico, senza glutine, commercio equosolidale, specialità del territorio e vini di alta gamma – un migliaio dei quali con etichette Conad, Conad Percorso Qualità e Conad il biologico. Genuinità e qualità si coniugano con la tradizione di prodotti caratterizzati da un solido legame con il territorio – parmense, nello specifico – che esprimono appieno la cultura enogastronomica tipica del luogo di provenienza.

150 i prodotti della linea Sapori&Dintorni Conad, con prevalenza di certificazioni Dop, Doc e Igp, che rappresentano l’eccellenza tipica regionale opera di piccoli e medi produttori locali.

Nello store sono presenti i banchi gastronomia calda e fredda, salumi e latticini, la panetteria, la pasticceria, la macelleria e la pescheria. Tra i murali, bevande, carni, ortofrutta, panetteria, pescheria, salumi e latticini, surgelati.

Ampi spazi sono riservati a un’enoteca assistita con 200 etichette di alta gamma provenienti da tutte le regioni italiane e dalle zone vitivinicole più prestigiose del mondo; al Sushi Daily, per degustare questo e altre specialità giapponesi preparate al momento da maestri del sushi; al benessere, con centrifugati naturali e freschi preparati anch’essi al momento.

 

Da ultimo, tutta la struttura di vendita è all’insegna del risparmio energetico e massima attenzione è stata posta all’impatto ambientale con l’adozione dell’illuminazione a led per tutti i locali. I banchi refrigerati sono all’avanguardia e utilizzano un sistema innovativo ed eco-sostenibile: i consumi energetici si riducono del 25 per cento, nonostante risulti potenziata l’efficienza di refrigerazione, l’effetto serra prodotto dalle macchine frigorifere diminuisce del 40 per cento e la carica di gas refrigerante del 75 per cento. Anche i consumi idrici sono inferiori.

Sempre in materia di attenzione all’ambiente, le consegne della spesa a domicilio avverranno utilizzando un’auto elettrica.

Ki Best 2015: Fabrizio Valente sulle innovazioni nel retail

In questa intervista Fabrizio Valente, fondatore e partner di KiKi Lab ed Ebeltoft Italy, enuclea dalla ricerca Retail Innovations alcune delle tendenze che possono maggiormente influenzare il retail italiano, tenendo presente che, come recita il sottotitolo della ricerca “l’innovazione batte la crisi”.

Dall’analisi dei più interessanti casi internazionali, visitati personalmente, ci tiene a sottolineare Valente, nel corso di viaggi studio che l’hanno portato dagli Stati Uniti alla Svezia, dalla Francia all’India, emergono alcuni concetti chiave, come il fatto che è necessario per il retail andare a intercettare nuove fasce di consumatori-clienti, come ha fatto Wholefoods che attraverso l’adesione a Instacart, un’app per fare la spesa online e ritirarla in store in appositi lockers, ha registrato vendite incrementali di oltre 50 milioni di dollari.

Soprattutto, afferma Valente verso la fine dell’intervista, il cliente non sta cambiando, è già cambiato e il retailer chei non l’ha capito deve adeguarsi rapidamente. Perché corre seri rischi di non farcela.

BC Partners entra in Cigierre (Old Wild West)

I fondi assistiti da BC Partners, società leader del private equity a livello internazionale con fondi assistiti per oltre 12 miliardi di euro, hanno raggiunto un accordo per acquisire una quota di maggioranza in Cigierre, leader Italiano nella ristorazione casual dining, dal fondatore e Amministratore Delegato Marco Di Giusto, L Capital e Paladin Capital Partners. L’operazione è soggetta all’approvazione delle autorità competenti e il closing è atteso per l’inizio 2016.

Fondata nel 1995 a Udine, Cigierre è leader in Italia nello sviluppo di ristoranti tematici a gestione diretta e in franchising, presente sul territorio nazionale con oltre 180 ristoranti e offre cibi di diverse cucine internazionali a prezzi accessibili attraverso vari formati, inclusi le insegne Old Wild West e Wiener Haus.

Cigierre, caratterizzata da una forte politica di espansione sul territorio che prevede l’apertura di circa 25 punti vendita all’anno, ha registrato negli ultimi quattro anni un’importante crescita, aprendo circa 70 nuovi ristoranti e registrando una crescita dei ricavi ed EBITDA pari al 40% annuo.

Nikos Stathopoulos, Managing Partner di BC Partners, ha dichiarato: «Cigierre rappresenta una delle società Italiane a più alto tasso di crescita ed è una delle catene della ristorazione più innovative nel panorama europeo. Siamo lieti di diventare partner del fondatore e Amministratore Delegato, Marco di Giusto, e di supportare il suo management nell’ulteriore espansione dei formati esistenti, così come nello sviluppo e acquisizione di altri formati in Italia e all’estero».

Marco Di Giusto, fondatore e Amministratore Delegato di Cigierre ha così commentato: «Ringrazio i soci uscenti, ed Andrea Ottaviano, che hanno sostenuto lo sviluppo di Cigierre fino ad oggi e do il benvenuto a BC Partners che, forte di una lunga storia di investimenti in Italia e di un eccellente know-how nei settori retail e della ristorazione, sarà il partner ideale per la prossima fase di crescita di Cigierre».

BC Partners opera in Italia da oltre 30 anni. Di recente ha investito nel value fashion retailer leader in Italia OVS – quotato con successo alla Borsa di Milano all’inizio di quest’anno – e ha una forte esperienza nel settore della ristorazione casual dining avendo acquisito Côte Restaurants, una delle catene a più alto tasso di crescita nel Regno Unito.

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