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Imballaggi IV Gamma, la Commissione Europea rischia di penalizzare il comparto

Relativamente alla proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti d’imballaggio pubblicata il 30 novembre scorso dalla Commissione Europea, il Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food, pur condividendo lo spirito e l’intento della proposta, segnala come la procedura di approvazione di tale regolamento potrebbe incorrere in alcune criticità. L’Associazione monitora attentamente l’iter della proposta di Regolamento UE e sta svolgendo interlocuzioni istituzionali al fine di sensibilizzare le parti interessate sulle gravi ripercussioni che alcune prescrizioni potrebbero avere sul settore.

“Siamo convinti che sia fondamentale assicurarci che il regolamento sia scritto in modo chiaro e inequivocabile per evitare che possa essere interpretato in modo differente da Paese a Paese e applicato in maniera inutilmente restrittiva in alcuni di questi, andando a penalizzare un determinato settore” commenta Andrea Battagliola, Presidente del Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food. “Sarebbe grave infatti se il regolamento permettesse l’eliminazione indiscriminata degli imballaggi monouso al di sotto di 1,5 kg senza una giustificazione derivante da una solida base scientifica”.

La IV gamma in Italia ha chiuso il 2022 con un valore complessivo di 982 milioni di euro, impiega circa 30.000 persone ed entra regolarmente nel carrello di ben 20 milioni di famiglie. Tali numeri denotano il successo di una categoria di prodotti che risponde alle moderne esigenze nutrizionali, favorendo enormemente le occasioni e lo stimolo al consumo di frutta e verdura fresche, mettendole facilmente e rapidamente a disposizione dei consumatori.

Va ricordato, inoltre, che per la IV Gamma il packaging è fondamentale perché contribuisce a garantire la sicurezza igienico-sanitaria e la qualità organolettica degli alimenti, a preservarne i valori nutrizionali e a prolungarne la conservazione e la shelf-life. Inoltre l’imballaggio facilita le operazioni di trasporto, garantendo l’integrità dei prodotti e favorendo, al tempo stesso, una corretta comunicazione nei confronti del consumatore. Infine gli imballaggi riducono gli sprechi alimentari e assicurano un importante risparmio di risorse a monte, contribuendo anche a mitigare il livello di emissioni di Co2 correlate.

Salov, eguagliati i volumi di vendita 2020 e 2021, fatturato a +30%

L’assemblea ordinaria dei soci di Salov, società che opera nel settore oleario, ha approvato il bilancio consolidato 2022, chiuso in positivo sia in termini di crescita che di consolidamento. Il Gruppo Salov, a cui fanno capo i marchi storici Filippo Berio e Sagra, ha archiviato l’esercizio 2022 confermando i volumi di vendita record raggiunti nel 2021 e 2020, pari a circa 120 milioni di litri. Il fatturato consolidato, soprattutto a causa dell’inflazione dei costi di produzione, ha fatto segnare un incremento annuo del 30%, passando da 376.769.000 a 491.456.000 € e l’EBITDA, dai 19.417.000 € del 2021, è salito a quota 20.081.000 € (+4,1%).

I risultati raggiunti da Salov nel 2022 sono ragguardevoli soprattutto considerando il contesto in cui sono maturati. Se, infatti, il 2021 era stato sino all’ultimo trimestre un anno di sostanziale assestamento dei mercati dopo lo sconvolgimento della pandemia, il 2022 è stato pesantemente condizionato dalla volatilità della situazione geopolitica e da fattori climatici avversi. Il deflagrare della crisi ucraina ha innescato una spirale al rialzo dei costi energetici e delle commodities (vetro, plastica, carta). Inoltre, l’incertezza sulla disponibilità di materia prima negli oli di semi, specie quello di girasole, ha spinto molte aziende utilizzatrici di grassi vegetali a spostare i loro consumi da semi a oliva, concorrendo, con i loro acquisti, a un forte aumento dei prezzi. A ciò si sono sommati i problemi del comparto logistico, con le difficoltà nel rispettare i tempi di consegna dovuti alla limitata disponibilità di mercantili e portacontainer, frequentemente bloccati nei porti cinesi a causa dei lockdown.

A destabilizzare definitivamente il mercato degli oli d’oliva è stato l’andamento della campagna agricola nell’area del Mediterraneo occidentale. Le premesse primaverili per un raccolto 2022/23 buono o comunque superiore al 2021, infatti, sono state compromesse da un’estate eccezionalmente torrida e siccitosa. Di conseguenza in Paesi come Spagna, Italia, Portogallo e Tunisia si è assistito a un drastico ridimensionamento nelle previsioni di produzione di olive, solo in minima parte compensato dai risultati di Grecia e Turchia. L’effetto finale è stato un costante incremento nei prezzi degli oli di oliva come mai in passato.

“In un anno tanto caotico e travagliato riuscire a confermare tutti i parametri finanziari e reddituali cogliendo il corretto compromesso tra gli aspetti puramente economici, finanziari e di equity non è stato affatto scontato” commenta l’Ing. Fabio Maccari, Amministratore Delegato di Salov. “Abbiamo dato prova di essere reattivi nel gestire i vari mercati mantenendo elevato il nostro livello di competitività. Indubbiamente, gli investimenti industriali e le attività commerciali e di marketing messe a terra negli ultimi anni ci hanno ripagato, consentendoci di crescere sia in Italia che all’estero e di non subire passivamente la forte volatilità dei mercati”.

La crescita in Italia e nei mercati esteri
In Italia, Salov si conferma in crescita, con i marchi Filippo Berio, premiato recentemente agli Olive Oil Awards, e Sagra che, complessivamente, portano le quote di mercato a volume detenute dal Gruppo al 3,4% nella categoria olio di oliva e al 6,2% negli oli di semi. Per quanto riguarda la presenza di Salov sui mercati esteri, spicca il cambio di paradigma nelle attività commerciali in Belgio, dove il presidio del Gruppo è diventato diretto tramite una propria risorsa resident che si interfaccia direttamente con i retailer locali. Di assoluto rilievo sono anche le performance fatte registrare da Salov in Brasile, con la filiale di São Paulo che, a soli tre anni dalla costituzione, ha migliorato sensibilmente la distribuzione del prodotto e ha più che raddoppiato il suo giro d’affari. Peraltro, la crescita di Salov nel corso del 2022 è testimoniata anche dalle nuove assunzioni di personale: 8 in Italia e 3 nelle filiali estere che sottolineano ancora una volta l’attenzione alle persone e all’organizzazione aziendale del prossimo futuro nonostante la complessa congiuntura economica e di mercato. Ne è una dimostrazione il progetto Talent Garden, iniziativa che ha visto coinvolti per circa sei mesi 25 giovani in attività di formazione finalizzate a individuare punti di forza e aree di miglioramento, creando supporto a percorsi di crescita individuale e di sviluppo professionale.

Investimenti
Nel 2022 Salov ha proseguito la politica di costanti investimenti sia industriali, indirizzati a incrementare l’efficienza delle linee di produzione e degli stoccaggi, sia di digitalizzazione, ambito nel quale il percorso aziendale è giunto ad un livello di avanzamento molto elevato. Nella seconda metà dello scorso anno, inoltre, il Gruppo ha partecipato a diversi bandi nell’ambito del PNRR con l’obiettivo di potenziare e anticipare i progetti già previsti tra cui l’incremento delle capacità di stoccaggio dell’olio extra vergine e l’adeguamento dell’area ecologica per facilitare le attività di gestione, separazione e stoccaggio dei rifiuti aziendali. In totale, tra interventi implementati e investimenti programmati, l’impegno finanziario dell’Azienda si colloca nell’ordine dei 20 milioni di euro.

Sostenibilità
Nel corso dell’esercizio 2022, Salov ha concretizzato il proprio percorso sostenibile, iniziato alcuni anni fa, in un Piano di Sostenibilità finalizzato a individuare i pillar e le macro-azioni da sviluppare nel breve e medio periodo per potenziare il proprio sviluppo in questo ambito. Dopo una valutazione e un benchmark di settore e dei competitor, è stata realizzata un’analisi dello status aziendale e sono state identificate le aree in cui Salov si distingue e quelle da implementare ulteriormente. Il Piano di Sostenibilità prevede 41 progetti in molti ambiti e reparti aziendali. Il 2022 inoltre, sarà rendicontato da Salov con il suo secondo Bilancio di Sostenibilità, che uscirà a settembre 2023.

buononaturale, quando il marchio racconta la mission

Il marchio come manifesto della mission aziendale. È una scelta di campo chiara quella operata da Nouvelle Terre, azienda di Montemiletto (AV), che propone il suo intero assortimento, esteso a più categorie, con un unico brand: buononaturale. “Gran parte dei nostri prodotti sono biologici – spiega a Instoremag Viviana De Santis, Communications and Marketing Director di Nouvelle Terre – e tutti sono comunque naturali. Con questo termine intendiamo che la produzione avviene senza utilizzo di additivi, agenti chimici, conservanti artificiali, ingredienti contenenti Ogm. Inoltre, minimizziamo la pastorizzazione per mantenere integre tutte le caratteristiche, anche gustative. Ovviamente ciò comporta una riduzione della shelf life, ma per esempio nella pasta fresca abbiamo ovviato al problema optando per la surgelazione. In questo modo abbiamo portato la durata del prodotto da 25 giorni a 18 mesi, il che ci consente di commercializzarlo anche sui mercati esteri”. L’export ha un’incidenza preponderante sul fatturato di Nouvelle Terre, che ha in Francia, Stati Uniti e Uk i suoi principali mercati. La gamma è molto ampia e comprende un centinaio di referenze tra salse, sughi e condimenti; conserve vegetali; polenta, risotti e cereali ready to cook; pasta fresca, secca e surgelata; focacce e basi pizza; formaggi; sorbetti. “Tra qualche mese lanceremo dei piatti pronti ready to eat che si richiamano alla tradizione gastronomica italiana – annuncia De Santis – come una lasagna vegetariana e delle zuppe di legumi, prodotte con conservanti naturali che danno modo di conservare il prodotto a temperatura ambiente”.

L’ampiezza dell’offerta è figlia della strategia di sviluppo adottata dall’azienda irpina: “Tutto è iniziato una decina di anni fa – racconta De Santis – con l’acquisizione, per intero o con quote di maggioranza, di piccole realtà produttive, rigorosamente a conduzione famigliare. Parliamo di laboratori artigianali o semi-artigianali che non avevano le dimensioni e le risorse per poter affacciarsi sui mercati esteri. Nouvelle Terre garantisce la qualità e crea sinergie, proponendo ai buyer una scelta più ampia. In Italia presidiamo il food service, con una distribuzione diretta nella ristorazione di alto livello, e il retail attraverso il dettaglio tradizionale e alcune catene della Gdo, come Pam e Decò, dove talora siamo presenti con espositori in legno che raccolgono nostre referenze di più categorie, ma sempre a marchio buononaturale. Il nostro obiettivo è crescere in entrambi i canali, food service e retail, che solitamente hanno un’incidenza abbastanza equa sul fatturato che realizziamo nei diversi mercati. La Francia fa eccezione, perché grazie a relazioni consolidate con distributori locali, i nostri prodotti sono entrati nelle cucine degli chef più rinomati e dunque la ristorazione ha acquisito un peso maggiore rispetto al retail”.

La produzione di private label per operatori esteri rientra nel raggio d’azione dell’azienda, ma non è prioritaria: “In generale preferiamo far conoscere la nostra storia – chiarisce De Santis – e dunque spingere il nostro marchio. In qualche caso abbiamo optato per un co-branding affiancando il marchio di un partner a buononaturale, soprattutto in contesti in cui gli investimenti marketing richiesti avrebbero potuto rivelarsi eccessivi”.

Cielo e Terra torna al Festival di Cannes per presentare la linea Appassionante

La cantina vicentina Cielo e Terra torna al Festival del Cinema di Cannes dove presenta in anteprima un vino moderno racchiuso in un’elegante confezione serigrafata.

“La linea Appassionante rappresenta la passione di quarta generazione per il mondo del vino e il piacere della vita. A Cannes lanciamo in anteprima Cielo 1908 Appassionante Rosé, con una confezione serigrafata: un buon vino si deve abbinare a una confezione speciale” spiega Pierpaolo Cielo, Vice-Presidente di Cielo e Terra. 

La novità presentata in anteprima al Festival del Cinema di Cannes si inserisce nella prestigiosa Cielo 1908 Signature Collection che sancisce il traguardo di una lunga tradizione fatta di passione, esperienza e amore per il vino. Da oltre un secolo infatti, l’azienda produce vini di valore che hanno conquistato il palato degli intenditori di tutto il mondo.

Solo meno dell’8% del peso dell’inflazione è attribuibile al largo consumo

L’aumento dei prezzi ha portato a una maggiore focalizzazione sui volumi di vendita nel largo consumo confezionato concentrando l’attenzione sulla recente contrazione degli stessi negli ultimi sei mesi. Tuttavia, nel settennio compreso tra 2015 al 2022, l’LCC segnato una crescita dei volumi di oltre 9 punti.

Un’analisi di OECD (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) mostra come l’impatto generato dall’inflazione del settore sia decisamente minore del percepito. Nello specifico lo studio rileva l’indice dei prezzi al consumo di dicembre 2022 all’11,6% e indica come il traino dell’inflazione siano i costi di mutui e utenze che da sole generano oltre il 50% dell’inflazione. Mentre il largo consumo confezionato pesa solo il 21%, che nell’esame OECD coinvolge anche altre categorie tra cui il tabacco.

Riportando i valori a livello nazionale, partendo dalle rilevazioni ISTAT e incrociandole coi dati NielsenIQ, risulta che il differenziale medio mensile per famiglia, dovuto all’inflazione, è di 446 euro, quindi in media le famiglie italiane spendono quasi 500 euro in più rispetto all’anno precedente. Tuttavia approfondendo questo dato, emerge che il differenziale generato dal largo consumo è di soli 35 euro ovvero meno dell’8%.

“Il percepito del peso degli aumenti nel largo consumo penalizza eccessivamente la nostra filiera che negli anni, al contrario, ha dimostrato di essere virtuosa, lasciando per sua natura al consumatore la possibilità di effettuare delle scelte. Ciò non accade per altre spese che, oltre ad aver un maggior impatto sulle tasche degli italiani, non permettono rapide sterzate come per il carrello della spesa. L’analisi svolta non intende sminuire il fenomeno inflazionistico nel largo consumo ma ne fotografa in modo più oggettivo l’impatto” commenta Luca De Nard, Amministratore Delegato NielsenIQ Italia.

Il nuovo spot di Sigma approda sui canali Rai

Da domenica 21 maggio è on-air sui canali Rai il nuovo spot Sigma. “Nella tua storia da sempre. Nella tua spesa da sempre”: è questo il claim della campagna, un racconto che parla di vita, di comportamenti, di abitudini quotidiane in grado di proiettare il prodotto a marchio oltre i confini del punto vendita, espressione di un profondo radicamento nel territorio e autentico luogo di relazione.

La creatività, caratterizzata da un tono di voce diretto e familiare, prende spunto catturando momenti di quotidianità e si sviluppa attraverso un linguaggio contemporaneo con immagini calde e scene ricche di emozione nelle quali le persone sono protagoniste. Il concept dello spot esprime l’impegno quotidiano di Sigma nel mettere i propri clienti al centro, identificati in un target variegato che va dagli studenti agli older, passando per le famiglie in senso ampio. All’interno di questa narrazione c’è così spazio anche per costruire valore sociale, alimentando il posizionamento dell’insegna come brand di fiducia.

Sigma
Fondata a Bologna nel 1962 e tra le prime in Italia a dotarsi di un assortimento di marca commerciale propria, Sigma consolida il suo posizionamento a livello nazionale sia nella compagine strategica con SISA in D.IT, la centrale multinsegna e multibrand che vuole essere riferimento nazionale della Distribuzione Organizzata (DO) di qualità, sia con un’ampia offerta differenziata e distintiva di 1200 prodotti a marchio suddivisi in cinque linee (Sigma, Gusto&Passione, Equilibrio&Piacere, VerdeMIO e Primo). Sigma oggi conta circa 500 punti vendita con format diversificati che privilegiano la prossimità dislocati su tutta la Penisola e un fatturato alle casse di 2 miliardi di euro.

Coop avvia raccolta fondi per territori colpiti dall’alluvione, già stanziato 1 mln di euro

A nome di tutte le cooperative di consumatori, Coop si muove a sostegno delle persone in difficoltà e dei territori delle Regioni Emilia Romagna e Marche duramente colpiti dall’alluvione degli scorsi giorni. Un milione di euro stanziato da tutte le cooperative e destinato alle Regioni interessate a cui si aggiunge l’avvio di una campagna di solidarietà promossa in tutti i punti vendita con l’obiettivo di coinvolgere i propri soci e consumatori.

Da sabato 20 maggio si può direttamente alle casse o sul conto corrente dedicato aperto da Coop Italia presso Unicredit (IBAN: IT 94 T 02008 05364 000106764648 causale “Raccolta Fondi Alluvione Romagna e Marche”). I fondi raccolti saranno destinati a uno specifico intervento di ricostruzione in accordo con le autorità locali interessate.

La campagna si affianca a un’attività di sostegno fra tutti i dipendenti delle cooperative a favore dei colleghi di Coop Alleanza 3.0 e Coop Reno che hanno subito danni dall’emergenza attraverso la donazione di ore di lavoro.

Contrastare l’inflazione con la tecnologia, un’opportunità da cogliere per i retailer

La piattaforma finanziaria Adyen ha annunciato i dati del Retail Report 2023, uno studio dal quale emerge come la tecnologia possa fare la differenza in uno scenario macroeconomico segnato dall’inflazione. Secondo la ricerca, le aziende omnicanale a gestione unificata del business hanno visto una crescita del fatturato superiore di 8 punti percentuali nel corso del 2022. Se questo modello fosse adottato più diffusamente dai retailer, porterebbe al settore un volume di affari pari a 54,2 miliardi di dollari. A livello globale, lo sviluppo di un approccio multicanale potrebbe generare ricavi pari a 1,5 trilioni di dollari. 

In Italia, la stragrande maggioranza dei consumatori (83%) ha dichiarato di dedicare più tempo alla ricerca di offerte e prezzi convenienti a causa dell’attuale scenario economico. Una percentuale superiore ai dati internazionali aggregati, dove questa tendenza è emersa per il 78% degli intervistati. Inoltre più di un terzo degli italiani (37%) afferma di aspettare momenti chiave nel corso dell’anno come il Black Friday o i saldi stagionali prima di effettuare un acquisto. Adeguandosi alle nuove esigenze, il 48% dei commercianti italiani ritiene che l’impatto dell’inflazione sia tale da dover offrire sconti ai consumatori tutto l’anno.

In linea coi dati globali, dal sondaggio è emerso inoltre che, di fronte all’aumento del costo della vita, la personalizzazione dell’esperienza di acquisto e la fidelizzazione al marchio sono diventati elementi sempre più importanti per gli acquirenti in Italia. Più di due terzi (68%) vorrebbe poter usufruire maggiormente di sconti sui prodotti e quasi la metà (48%) dichiara di preferire aziende e marchi che registrano le preferenze di navigazione effettuate durante precedenti acquisti on line, in modo da usufruire di un percorso d’acquisto personalizzato. Nonostante la crescente richieste di esperienze su misura, il 42% dei retailer afferma che è sempre più difficile classificare i clienti in base ai comportamenti, non riuscendo sempre a soddisfare le singole esigenze, percentuale che arriva al 52% a livello internazionale.

Analizzando le preferenze di acquisto dei consumatori, emerge come l’Integrazione tra on line e off line favorisca in maniera significativa il legame dei clienti con i brand e li spinga a tornare in negozio per nuovi acquisti. Un’elevata percentuale degli intervistati in Italia afferma infatti di rimanere più fedele a chi offre servizi ibridi come la possibilità di acquistare online e restituire in negozio (60%) o la comodità di valutare un acquisto in negozio per poi concludere l’acquisto online, o viceversa (42%). Inoltre l’esperienza di acquisto in negozio integrata con strumenti e servizi tecnologici quali le casse self-service, il QR code o l’utilizzo delle applicazioni durante il check-out è valutata positivamente dai consumatori italiani: più di un terzo (35%) ha dichiarato di essere soddisfatto perché la tecnologia rende gli acquisti più veloci e un quarto (25%) ha affermato che visiterebbe più spesso un negozio che offre servizi di acquisto integrati con soluzioni tecnologiche. Nonostante i risultati, la ricerca ha evidenziato che solo il 20% dei marchi italiani ha già cominciato ad investire in soluzioni a supporto del commercio unificato. Il 33% afferma di stare iniziando ad investire in questo senso e il 39% è in fase di valutazione. Risultati simili a quelli emersi a livello internazionale, dove emerge che il 17% delle aziende sta già investendo nello Unified Commerce.

L’investimento in tecnologia può inoltre sostenere l’espansione delle aziende in nuovi mercati. Con un mercato locale che offre opportunità limitate, l’internazionalizzazione rappresenta la prima opzione per crescere, qualsiasi sia il settore di appartenenza. La propensione delle aziende a uscire dai confini italiani è in linea con la media globale, sono il 66% (contro il 68%) le aziende italiane che prevedono di espandersi in nuovi mercati nel 2023, la maggior parte (40%) attraverso l’e-commerce e il 26% tramite l’apertura di negozi fisici. In particolare, dall’Italia si va in Germania (42%), Francia (42%), Spagna (22%) e UK (19%). Se l’ambizione travalica i confini europei, i mercati di riferimento sono gli Stati Uniti (18)%, storico mercato per i prodotti made in Italy, Cina (12%) e Canada (12%). Per cercare di adeguarsi alle esigenze dei clienti stranieri, alcune aziende stanno ampliando i propri servizi legati alle metodologie di pagamento: Il 25% per esempio accetta metodi di pagamento internazionali come AliPay o WeChat Pay e il 34% è anche attrezzato per i nuovi portafogli digitali.

“Il comportamento dei consumatori si è evoluto rapidamente negli ultimi anni e le strategie che i le aziende retail prendono ora in merito agli investimenti tecnologici sono più importanti che mai”, ha dichiarato Roelant Prins, Chief Commercial Officer di Adyen. “La nostra ricerca ha evidenziato come l’uso della tecnologia, e in particolare del commercio unificato, possa supportare la crescita delle aziende con un approccio più agile e sofisticato che le aiuti a comprendere le tendenze dei clienti e le mutevoli richieste”.

Inaugurato un nuovo Famila Superstore ad Acquaviva delle Fonti (Bari)

Ad Acquaviva delle Fonti ha aperto un nuovo Famila Superstore, appartenente alla rete di pdv affiliati del Gruppo Megamark di Trani. Il punto vendita, ubicato in via Monsignor Laera n. 205, conta la presenza di 35 addetti ed è stato realizzato con una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale grazie all’uso di attrezzature di ultima generazione, banchi frigo chiusi ad alta efficienza energetica e luci a led che consentono di dimezzare consumi ed emissioni.

La nuova struttura, di circa 1.100 metri quadri di superficie, presenta ambienti interni spaziosi e un parcheggio per 100 posti auto. A disposizione dei clienti tutte le aree del fresco: ortofrutta, gastronomia, panetteria, macelleria; nel reparto ortofrutta un vasto assortimenti di frutta e verdura, anche biologica, oltre a confezioni salva igiene pronte da gustare e cucinare. In gastronomia prodotti gourmet ed eccellenze nazionali e locali garantite DOP e IGP, in panetteria produzione in loco di pane e focacce assortite, sfornate in diversi momenti della giornata e in macelleria un vasto assortimento di carne selezionata e controllata oltre che piatti pronti da cuocere. Ad arricchire l’offerta anche specialità ittiche da asporto. Ampio spazio è dedicato ai prodotti per vegetariani, vegani, proteici e senza glutine.

Il supermercato è dotato di casse veloci e digital infopoint per consultare gli ingredienti dei preparati, verificare i prezzi e prenotare il proprio turno ai banchi assistiti. Sul sito www.prenotaeritira.it sarà inoltre possibile acquistare piccoli elettrodomestici, casalinghi e oggetti per il tempo libero da ritirare e pagare nel punto vendita senza spese di spedizione.

«Siamo davvero felici di portare anche ad Acquaviva delle Fonti un Famila Superstore di ultima generazione, con un’ampia gamma di prodotti e servizi. Oggi più che mai, continua il nostro impegno di rendere accessibile la spesa di qualità al maggior numero di persone» commenta Giovanni Sicolo, il Direttore Vendite Franchising del Gruppo.

Spesa virtuosa al supermercato, italiani sempre più attenti a prezzi, qualità e sprechi

In occasione del convegno Linkontro 2023, NielsenIQ ha presentato un nuovo rapporto sui consumi e le abitudini delle famiglie italiane. Con un giro d’affari stimato di oltre 90 miliardi di euro, ben 20.000 aziende attive nel panorama produttivo e 330.000 lavoratori presenti nei punti vendita in tutta Italia, il settore registra ogni anno 4 miliardi di visite ai negozi con circa 400.000 prodotti acquistati dai clienti.

Nella grande distribuzione organizzata si contano quasi 400 insegne, per oltre 200 centri decisionali, per larga parte con capitale italiano e migliaia di piccoli imprenditori proprietari dei negozi presenti in tutti i principali comuni d’Italia. Degna di nota è la continua ricerca di innovazione del comparto con circa 30.000 nuovi prodotti proposti ogni anno sugli scaffali. Considerando un contesto di lungo periodo dal 2017 al 2022, i volumi hanno registrato una crescita di 8 punti, tuttavia a causa dell’inflazione, nel primo quadrimestre 2023, l’analisi evidenza una contrazione dei volumi pari al -3,9% con un incremento a valore del 10,5%. Con un indice di inflazione pari al 14,4% le vendite di prodotti del largo consumo confezionato registrano dall’inizio dell’anno a fine aprile 2023 un trend positivo del 9,9%, con una variazione reale dei prezzi del -0,4% del mix del carrello della spesa.

Nell’attuale scenario delineato da NielsenIQ, le famiglie italiane prediligono più visite ai negozi con carrelli più leggeri sia per acquistare solo l’indispensabile sia per ridurre gli sprechi: infatti il consumatore italiano ha aumentato del +3,7% la frequenza di acquisto e ridotto del 7,4% il numero di prodotti nel carrello. Dinamica ancora più marcata in Spagna, UK, Francia e Germania. Tuttavia, le famiglie italiane non rinunciano ai consumi fuori casa e lo dimostra il fatto che il comparto Horeca da gennaio 2023 ad oggi ha registrato un +15,8%.

“Ad oggi la prospettiva economica è migliore rispetto ad un anno fa quando l’impennata inarrestabile dell’inflazione ha scosso molte famiglie italiane. Tuttavia dalle nostre previsioni, i prezzi nel corso dell’anno corrente si raffredderanno ma non torneranno agli standard precedenti. Una particolarità emersa dai dati raccolti da NIQ è che gli italiani compiono scelte virtuose per ciò che concerne i prodotti di largo consumo prediligendo la qualità seppur con qualche rinuncia in termini di quantità” commenta Romolo De Camillis, Direttore Retail NIQ Italia.

“Per quanto riguarda il futuro, grazie alle analisi a livello internazionale e locale di NIQ, si prevede che nel largo consumo emergeranno alcune nuove tematiche fondamentali come la necessità di ridefinire i prezzi dei prodotti oltre che gli assortimenti, in base alle esigenze dei consumatori. Inoltre, dal punto di vista tecnologico, sarà necessario implementare nuovi modelli di supply chain a supporto della filiera, così come prestare attenzione ai mercati emergenti oltre a rimodulare l’offerta di prodotti per la fascia over 60″ aggiunge Luca De Nard, Amministratore Delegato NIQ Italia.

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