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A Massafra (Taranto) inaugura il nuovo Eurospar

Despar Centro-Sud amplia la propria presenza in Puglia raggiungendo l’area jonica della Regione con l’apertura di un nuovissimo Eurospar nella Città di Massafra. Per Maiora, concessionaria del marchio Despar nel Centro-Sud, si tratta di una prima importante presenza nel territorio tarantino, area strategica per la Puglia.

L’Eurospar (ubicato in Via Napoli), si estende su una superficie di 865 mq destinati alla vendita, all’interno sono presenti numerosi e moderni reparti a disposizione della clientela, come l’Ortofrutta, Salumeria, Panetteria, Macelleria e Pescheria.

Despar Centro-Sud, inoltre, ha puntato la propria attenzione sulla sostenibilità, dotando la struttura di impianti di illuminazione a Led e di impianti del freddo a CO2 che sfruttano una tecnologia di refrigerazione di ultima generazione, permettendo l’efficientamento energetico ed elevati standard di affidabilità e sicurezza. Il punto vendita, con un team di circa 30 addetti, è dotato di un ampio parcheggio esterno.

«Il nostro progetto di espansione della rete – spiega Pippo Cannillo Presidente e Amministratore Delegato di Despar Centro-Sud – si arricchisce con una nuova presenza nell’area jonica, che riteniamo strategica. La clientela di Massafra da oggi potrà usufruire di tutta la vasta gamma presente nei nostri supermercati, oltre che della massima qualità e attenzione ai dettagli, per rendere la spesa quotidiana un’esperienza pienamente soddisfacente».

Con l’apertura dell’Eurospar di Massafra, Maiora supera quota 160 punti vendita in Puglia (tra diretti e franchising) ampliando il proprio presidio nella Regione e nel Mezzogiorno.

Gruppo Caffo, Paolo Cosmi è il nuovo responsabile vendite Gdo

Ad ottobre, in casa Caffo, ha fatto il suo esordio Paolo Cosmi nel ruolo di Responsabile Vendite del canale Gdo. “Sono molto lieto di questo incarico che ho accolto con entusiasmo – commenta soddisfatto Paolo Cosmisono orgoglioso di entrare nel team di un’azienda così importante e prestigiosa. Gruppo Caffo 1915 è oggettivamente la più strutturata e performante azienda del settore per cui affronterò questa nuova esperienza accompagnato da un grande senso di responsabilità e profondendo le migliori energie”.

“Gruppo Caffo 1915 prosegue i suoi programmi di sviluppo con l’inserimento di nuove risorse – dichiara Paolo Raisa, Direttore Commerciale di Gruppo Caffo 1915. Paolo Cosmi è un professionista di “lungo corso”, con un’importante esperienza professionale all’interno di una multinazionale del settore. In veste di Responsabile vendite del canale moderno, avrà in capo la gestione dei programmi di crescita nel canale e dell’allargamento assortimentale. Gruppo Caffo 1915 si distingue per la capacità di rinnovarsi anche nel settore delle risorse umane ed è proprio nella natura stessa del gruppo avere lo sguardo sempre rivolto in avanti”.

Conclude Nuccio Caffo, Amministratore Delegato di Gruppo Caffo 1915: “La forza del nostro gruppo oltre che sulla qualità dei nostri prodotti e sulla continua innovazione, si basa sulla scelta di collaboratori eccellenti, in grado di perseguire con professionalità, passione e abnegazione gli obiettivi aziendali che sono in continua evoluzione. Abbiamo voluto quindi rafforzare ulteriormente il commerciale in Italia, nonostante gli ambiziosi obiettivi già raggiunti in questi anni, in modo da poter puntare ad ulteriori importanti traguardi e al consolidamento dell’egregio lavoro impostato dal nostro direttore commerciale Paolo Raisa in 18 anni di impegno continuo che ci hanno portato a diventare leader nel campo degli amari. Sono lieto quindi di dare il benvenuto a Paolo Cosmi nella nostra azienda, dove sono sicuro si sentirà sin da subito parte di una squadra vincente sempre pronta a raccogliere nuove sfide”.

Esselunga apre a Milano la sua bottega di quartiere

Una “vetrina” permanente, per far conoscere il meglio delle sue produzioni e un nuovo passo nella prossimità. Dopo aver sperimentato il temporary store della pasticceria Elisenda a Natale 2021, Esselunga – che ormai si definisce produttore oltre che retailer – torna da oggi, mercoledì 26 ottobre, in via Spadari 4 a Milano con un negozio ancora più ampio e un format inedito, descritto dalla stessa azienda come una bottega di quartiere. Una formula che si aggiunge a quella sviluppata con LaEsse e con i punti vendita di ridotta metratura, come quello di via Verdi a Parma.

Il negozio – che adotta l’insegna Le Eccellenze di Esselunga – si apre su una gastronomia che propone una selezione di prodotti definiti esclusivi dal gruppo, arricchita dall’esposizione a libero servizio della linea Cucina Esselunga, marchio ideato per identificare una proposta di piatti pronti già disponibile negli altri punti vendita. La linea nasce da una tradizione lunga oltre 30 anni, quando l’azienda ha iniziato a creare propri piatti nella cucina delle sue produzioni a Limito di Pioltello (MI). Si tratta di una scelta di oltre 200 ricette, presenti a rotazione a seconda della stagionalità. L’assortimento spazia dai grandi classici delle tradizioni regionali italiane come le lasagne, i cannelloni, gli gnocchi alla romana, i pizzoccheri, le melanzane alla parmigiana, alle popolari ricette dal mondo, tra cui il cous cous, la paella, l’indian samosa, l’hummus o i burritos, passando alle proposte che sposano equilibrio e gusto con novità vegetariane, piatti integrali e ricchi di fibre, fino alla rosticceria calda.

Al banco della gastronomia i clienti trovano 60 tipologie di formaggi provenienti dal territorio con referenze selezionate dalla Francia, dalla Svizzera, dall’Olanda e dalla Grecia; oltre 50 specialità gastronomiche conservate tra prodotti ittici, giardiniere, mostarde, salse per formaggi, confetture e nettari di frutta; più di 25 tipologie di salumi scelti tra i più rappresentativi del patrimonio della salumeria italiana. Arricchiscono l’offerta il sushi, le tartare, i pokè, il pane fresco e le focaccine, con una selezione di vini da abbinare agli acquisti.

Dall’area dedicata alla gastronomia si accede allo spazio riservato a Elisenda, la pasticceria di Esselunga nata in collaborazione con il ristorante stellato Da Vittorio dei fratelli Cerea e presente in oltre 100 punti vendita del gruppo su un totale di 181. Elisenda offre torte, pasticcini mignon e dessert quali il tiramisù, il profiterole e la zuppa inglese, e, in occasione delle feste, i dolci della tradizione come il panettone e la veneziana, confezionati in latte. Completa il negozio la caffetteria per colazioni o pause caffè e un dehor. A disposizione dei clienti c’è un servizio di prenotazioni con la consegna a domicilio. “Le eccellenze di Esselunga” è aperto tutti i giorni dal lunedì alla domenica dalle 8.00 alle 20.00.

Olive Novelle – Nuovo Raccolto, la selezione speciale di Madama Oliva

Madama Oliva presenta la nuova selezione speciale “Olive Novelle – Nuovo raccolto”: frutti appena raccolti nella campagna settembre – ottobre 2022, dalla fragranza inconfondibile e dall’estrema freschezza. Il prodotto sarà disponibile sugli scaffali fino a tutto il mese di dicembre 2022.

“Siamo alla decima edizione e la risposta dei consumatori è sempre cresciuta nel tempo – commenta Sabrina Mancini, direttrice marketing di Madama Oliva. L’obiettivo è quello di esaltare il prodotto appena raccolto, per ampliare la cultura di questo delizioso frutto e dare la possibilità al consumatore di fare scelte sempre più consapevoli. Grazie al materiale di comunicazione dedicato all’iniziativa, il consumatore è messo immediatamente a conoscenza del fatto che le olive che acquista sono il frutto del nuovo raccolto, distinguendosi per il loro sapore inconfondibile, esaltato dalla freschezza del prodotto”.

Il lancio sarà accompagnato da due espositori ad hoc mentre la confezione avrà un coperchio con grafica dedicata. Spazio anche alle esposizioni fuori banco: dai minibox ai pallbox con grafica personalizzata, bancalini con crowner personalizzati “Olive Novelle” ed evidenziatori a scaffale. Per ampliare la cultura del prodotto saranno organizzate anche delle “in store promotion” con la presenza di hostess in alcuni punti di vendita.

Le olive del nuovo raccolto vengono proposte in due confezioni: Dolci verdi Giganti “Frutto del Mediterraneo“ da 250 gr. e nel formato convenienza, in buste da 1 Kg. Il target dell’edizione limitata è il consumatore attento alla freschezza e alla genuinità dei prodotti e i formati sono ideali per il consumo in famiglia. Per il loro sapore delicato e inconfondibile sono perfette per accompagnare aperitivi e antipasti, servendo in tavola una vera e propria primizia selezionata.

Pam Panorama, l’obiettivo è creare una filiera di origine integrata

La qualità e la sicurezza della carne Pam Panorama è frutto di una selezione dei tagli più pregiati, provenienti dagli allevamenti migliori, lavorati all’interno del Centro Carni di Firenze. Lo stabilimento, nato nel capoluogo toscano e le cui origini risalgono al 1994, rappresenta una vera eccellenza nel settore della lavorazione delle carni in Toscana che punta su qualità e sicurezza alimentare. Oltre 80 professionisti della macelleria lavorano per garantire una carne, tenera, sicura e controllata che ogni giorno viene lavorata e confezionata per rifornire tutti i punti vendita del territorio nazionale, della rete ad insegna Pam, Panorama, Pam local, Pam City e un nutrito gruppo di imprenditori indipendenti e in franchising che scelgono la qualità e la sicurezza della filiera Pam.

All’interno del Centro Carni Pam Panorama, ogni giorno vengono eseguiti numerosi e scrupolosi controlli igienico-sanitari, dalla fase di ricevimento, lungo tutto il processo produttivo e distributivo, fino all’arrivo nel singolo punto vendita. La garanzia di sicurezza, le caratteristiche organolettiche e di salubrità della carne vengono conservate al meglio grazie al mantenimento della catena del freddo. Il freddo è infatti il metodo da sempre più utilizzato nella conservazione degli alimenti. Inoltre, il mantenimento costante della temperatura è assicurato per tutte le fasi di lavorazione, distribuzione e vendita. Diverse sono le tipologie e i quantitativi di carne lavorate all’interno del Centro Carni nel 2021: gli incroci di razze francesi da carne di bovino adulto (3.139 Ton), la tenera scottona italiana (737 Ton), la pregiata razza piemontese (137 Ton), il bovino biologico (60 Ton), il vitello principalmente italiano (730 Ton), il suino di provenienza italiana convenzionale e biologico (104 Ton), l‘ ovino (196 Ton) e il caprino.

Pam Panorama si pone l’ambizioso obiettivo di creare una Filiera di Origine Integrata, con lo scopo di valorizzare tutti i componenti del comparto suinicolo italiano con l’intento di seguire i valori fondanti del progetto: trasparenza, innovazione, garanzia e competenza. La scelta innovativa di Pam parte direttamente da un patto con gli allevatori, patto nel quale è presente una condivisone dei costi per arrivare al prodotto finito, sostenibile per l’allevatore anche a seguito della fluttuazione dei costi delle materie prime e delle utenze. Pam insieme agli allevatori definisce le razze scelte, come allevarle nel rispetto del benessere dell’animale e come alimentarle consapevoli che l’alimentazione umana è fortemente correlata all’alimentazione dell’animale. Un patto nel quale Pam e gli allevatori definiscono come curare e far crescere i capi, nel rispetto dei cicli della natura, senza la necessità di sovraperformare.

La storica insegna della grande distribuzione porta nelle macellerie dei suoi punti vendita anche la filiera della carne toscana con una delle razze più pregiate: La Limousine, razza bovina conosciuta in tutto il mondo per l’eccezionale qualità delle sue carni, celebrata e apprezzata dagli chef dei migliori ristoranti stellati. Di origine transalpina, ma neutralizzata in Toscana grazie agli allevatori del Mugello, la razza Limousine presenta delle caratteristiche di rusticità ideali per la crescita negli ambienti delle colline toscane. La particolare finezza della tessitura rende questa razza unica nel panorama delle carni bovine, particolarmente tenera e saporita è ideale per tutti i tipi di preparazione.

Inoltre l’azienda, in coerenza con i valori che la contraddistinguono, ha scelto l’Allevamento Custode che valorizza le produzioni agricole e zootecniche delle zone collinari montane, all’interno delle aree naturali protette. Insieme all’associazione Italiana Allevatori, Pam Panorama si impegna a salvaguardare la qualità dei prodotti e l’ambiente in cui crescono. Tutti gli animali sono allevati senza alcun uso di antibiotici negli ultimi 180 giorni, utilizzando un regime alimentare controllato. Questo tipo di gestione garantisce non solo il benessere dell’animale, ma anche un utilizzo ottimale del territorio favorendone la salvaguardia e tutelandone la biodiversità permettendo la sopravvivenza di specie meno diffuse.

“Per Pam Panorama è fondamentale soddisfare tutte le tipologie di clienti, da quelli più esigenti a quelli che non amano trascorrere tempo ai fornelli; dagli amanti della cucina tradizionale a quelli più attenti alla linea. All’interno di questo percorso la carne buona, tenera, sicura è un valore che ci piace portare sulla tavola di ogni cliente combinando qualità e convenienza. Tutto questo è reso possibile attraverso percorsi di collaborazione in loco a fianco dell’allevatore, con l’obiettivo di valorizzare e remunerare l’intera filiera prestando attenzione all’ambiente, al benessere dell’animale, agli allevamenti, al distributore e infine al consumatore” – afferma Luca Migliolaro, Direttore Commerciale e Marketing Pam Panorama. “Per noi di Pam offrire sicurezza oltre alla bontà del prodotto è una condizione irrinunciabile dell’impegno di ogni giorno. Ci sentiamo responsabili di ogni passo della filiera, dal rispetto dell’animale all’ambiente in cui vive e nel quale noi tutti viviamo”.

L’azienda, per soddisfare le esigenze dei consumatori sempre più attenti alla qualità, ha ideato insieme ai tecnici esperti circa 50 ricette a base di carne, prestando attenzione al gusto ma anche al corretto equilibrio nutrizionale. Inoltre, per accontentare i gusti dei consumatori più esigenti Pam Panorama e BBQ4All hanno dato vita alla nuova linea VeroGrill, una selezione di tagli una selezione di tagli di carne specifici per il barbecue già marinate e speziate, perfettamente aderenti ai gusti del palato italiano e pronti da grigliare. Una scelta che avvicina sempre di più il consumatore a un moderno concetto di grilling da portare in tavola.

Dietro la qualità di carni così tenere, si nasconde un duro lavoro. Il percorso fatto dal prodotto prima di arrivare sui banchi vendita è evidenziato in modo chiaro e sintetico sulle etichette delle confezioni. Questo permette al consumatore di conoscere con certezza l’origine del prodotto e ai tecnici Pam Panorama di programmare ed eseguire i necessari controlli. L’attenzione e la cura per i prodotti freschi è la priorità per l’azienda, tutto questo è garantito attraverso una squadra di professionisti selezionati e formati periodicamente. Negli ultimi due anni sono state inserite oltre 70 risorse tra specialisti e capi reparto all’interno dei reparti macelleria dei punti vendita e oltre 1000 ore di formazione sulla negoziazione e comunicazione efficace.

Per promuovere un coretto stile di vita e una sana alimentazione, Pam ha inoltre ideato il progetto “Nutri Il Sapere” realizzato in collaborazione con il Dipartimento Salute Donna e Bambino dell’Università degli Studi di Padova, la Fondazione Salus Pueri e la Pediatria di Padova. L’obiettivo del progetto è creare consapevolezza sull’importanza dell’imprinting precoce, cioè la diretta connessione tra un corretto stile di vita adottato da bambini e la salute da adulti. L’intento di Pam è approfondire il tema della carne all’interno del percorso Nutri il sapere.

Damiano tra le top 100 al Sustainability Award

Damiano, leader nella produzione e trasformazione di frutta secca proveniente da agricoltura biologica con sede a Torrenova (Messina) è l’unica azienda del comparto food con sede in Sicilia a figurare tra le Top 100 aziende che si sono distinte per sostenibilità. Il premio per la sostenibilità, il Sustainability Award, arrivato quest’anno alla sua seconda edizione, ha replicato e amplificato il successo della precedente, premiando gli imprenditori italiani che hanno meglio espresso la capacità di innovare, rinnovare e attivare le energie migliori del Paese nell’ottica in direzione di uno sviluppo sostenibile. Il riconoscimento, promosso da Kon Group e Credit Suisse, vuole essere un omaggio a quelle realtà imprenditoriali che si sono distinte. Ciascuna di esse è stata dotata di ESG Rating, emesso da ALTIS Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e da Reprisk.

“Questo riconoscimento ci stimola a intensificare il nostro impegno decennale nello sviluppo e nell’affermazione del biologico in Italia – ha detto Riccardo Damiano, CEO dell’azienda – e dimostra come anche in Sicilia ci siano imprese di eccellenza che hanno a cuore la tutela dell’ambiente e la valorizzazione del territorio per offrire ai consumatori, i primi giudici del nostro operato, prodotti sani, buoni e di qualità”.

Damiano trasforma frutta secca nel proprio stabilimento di circa 14 mila metri quadrati, in Sicilia a Torrenova (Me). La gestione di una filiera, dalla pianta fino al prodotto finito, è all’insegna della tracciabilità e della sostenibilità, con un’offerta di oltre 40 tipologie di prodotti bio, venduti in più di 20 Paesi. La frutta secca Damiano viene destinata a una rete globale di partner commerciali che conta oggi alcuni tra i maggiori operatori del mercato, aziende di trasformazione agroalimentare e il canale di distribuzione, specializzato e GDO.

Il Sustainability Award è solo l’ultimo dei riconoscimenti in ordine di tempo ottenuti da Damiano in questi anni. Già dal 2016 l’azienda è diventata Certified B Corporation, entrando a fare parte del ristretto numero delle B Corp italiane (B sta per Benefit): 4000 aziende nel mondo (poco più di 100 in Italia) che assumono spontaneamente l’obbligo di agire secondo i più alti standard di responsabilità. Nel 2022, per il quinto anno consecutivo, Damiano è stata premiata per il suo impegno nella riduzione dell’impatto ambientale.

Il premio Sustainability Award è un importante riconoscimento riservato a quegli imprenditori italiani che hanno meglio espresso la capacità dell’impresa italiana di avanti una crescita sostenibile, inclusiva e stabile, creando valore aggiunto anche per la comunità. La seconda edizione ha inteso rendere merito a tutti coloro che hanno fatto dello sviluppo sostenibile parte integrante del proprio DNA aziendale, predisponendo i processi, i sistemi e le risorse in modo da poter ridurre il proprio impatto ambientale e sociale.

Packaging biodegradabile, la scelta green di Sacar nel fai da te

Blister e mini-sacchetti compostabili, in grado di degradarsi e dunque ridurre l’impatto ambientale. È la scelta di Sacar, azienda attiva nell’allestimento di spazi espositivi per minuterie metalliche, componentistica di ferramenta e coordinati d’arredamento, dedicati a centri self-service per bricolage e fai da te. L’iniziativa, presentata come una novità nel comparto “do it yourself” (DIY), prevede che tutti i contenitori della minuteria metallica e di altre categorie merceologiche saranno d’ora in poi realizzati in PLA (acido polilattico), una bioplastica ottenuta dalla trasformazione degli zuccheri presenti nel mais e in altri materiali naturali, non derivati dal petrolio.

Per noi, l’attenzione all’ambiente non è una scelta dettata dalle esigenze di questi ultimi tempi – afferma Marco D’Adda, Responsabile Commerciale e Ricerca&Sviluppo Sacar –. Fin dalla sua fondazione, oltre 50 anni fa, Sacar ha sempre considerato prioritaria la sostenibilità in tutti gli aspetti della sua attività: dall’impatto ambientale al risparmio di energia, dal packaging alla commercializzazione. Un percorso che oggi ci vede introdurre le confezioni dei nostri prodotti in materiale totalmente biodegradabile”.

I blister presentano sia la vaschetta sia il top realizzati in PLA e accoppiati senza utilizzo di colle, ma solo grazie al calore. Per la colorazione delle confezioni, inoltre, sono utilizzati pigmenti naturali. A pieno regime, Sacar produrrà oltre mille pack all’ora, volume che potrà essere regolato in base al fabbisogno settimanale e all’andamento degli ordini. L’azienda sta ottenendo il riconoscimento della Certificazione OK Compost Industrial grazie al TŰV, uno tra i più autorevoli enti europei in tema di sicurezza, qualità e ambiente.

Già 15 anni fa i nostri pack erano realizzati in PET – spiega Umberto D’Adda, titolare Sacar – e oggi, abbiamo fatto un ulteriore importante passo avanti, utilizzando il PLA. Siamo pionieri su questo fronte: sappiamo che alcune scelte aziendali finalizzate alla sostenibilità comportano investimenti più elevati, ma siamo altrettanto convinti che sia la strada più giusta da intraprendere”.

Una strategia adottata anche nella sede di Meda (MB), inaugurata nel 2010 ed estesa su oltre 5.000 metri quadrati, che è stata interamente concepita in funzione del minore impatto ambientale possibile, grazie a massima valorizzazione della luce e del calore, sistema di raffrescamento e riscaldamento a pavimento, impiego di lampadine LED, pannelli solari e altri accorgimenti green.

Andrea Battagliola è il nuovo presidente de La Linea Verde

La Linea Verde è un’azienda in continuo fermento, esempio di imprenditoria famigliare che in trent’anni è arrivata ad essere uno dei principali player del mercato agroalimentare europeo.

È tempo di un’altra tappa del suo percorso, la nomina di Andrea Battagliola – già Direttore Commerciale e Marketing – a Presidente del Gruppo La Linea Verde. Questo nuovo incarico dà il via ad una serie di modifiche all’interno dell’asset gestionale e organizzativo dell’azienda manerbiese. L’obiettivo è snellire procedure, accorpare team direttivi, rinnovare dipartimenti operativi e rendere così più dinamico e omogeneo il coordinamento delle società del Gruppo, che comprende 8 siti produttivi in Italia, Francia, Serbia e Spagna.

“Siamo davanti ad un cambiamento mondiale, a livello sociale economico ed imprenditoriale, il triennio che ci lasciamo alle spalle ci porta ad uno scenario nuovo, inaspettato. I modelli imprenditoriali attraverso i quali abbiamo costruito la nostra storia devono essere riscritti, per questo è quanto mai attuale il concetto di evoluzione, umana e sociale. Penso che un’impresa responsabile, verso tutti i suoi stakeholder, si possa definire tale solo se accetta di cambiare e di evolversi. Ecco, oggi siamo questo, un’azienda che punta ad anticipare la domanda di un mercato sempre più complesso e che fa del rinnovamento il suo pilastro più importante, ma che è capace allo stesso tempo di guardarsi dentro e di comprendere appieno il significato di evoluzione. Forse l’evoluzione è proprio questo, andare con forza e serenità verso il futuro. Una serenità che un’azienda come La Linea Verde ha conquistato attraverso l’esperienza, attraverso il rischio d’impresa, la curiosità, la ricerca e attraverso la forza di tutte le persone che lavorano con noi. Guardo con orgoglio le nuove generazioni del nostro team, e allora non posso che fare mia la più conosciuta tra le affermazioni di Charles Darwin: ‘Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva al cambiamento” commenta Domenico Battagliola, CEO de La Linea Verde.

“Sono felice di questo nuovo e importante incarico – dichiara Andrea Battagliola, neo Presidente. La storia della nostra azienda è fatta di sfide, di trasformazioni che abbiamo sempre superato, sia che si trattasse dell’apertura di un nuovo sito, sia l’introduzione di una nuova tecnologia produttiva o di una nuova referenza. Affrontiamo il futuro con determinazione, continuerò anche con questo mio nuovo ruolo a dare fiducia a tutta la nostra squadra, senza la quale non saremmo oggi riconosciuti come leader”.

Andrea Battagliola subentra a Mirco Gilioli, che resta in consiglio riprendendo la delega attiva alla ricerca e sviluppo.

Pressione economica alle stelle, si torna ai comportamenti degli anni ’70/’80

IRI divulga l’aggiornamento dell’analisi semestrale “FMCG Demand Signals”. Il nuovo studio mette in luce alcuni cambiamenti significativi del modo in cui i consumatori stanno affrontando le difficoltà che oggi caratterizzano l’economia globale. Nel corso del 2022, con l’intensificarsi delle pressioni inflazionistiche determinate dalla volatilità dei costi energetici, dalla scarsità di materie prime e dai costi di produzione, il reddito delle famiglie e la fiducia dei consumatori ha oggi raggiunto livelli critici in molti tra i principali mercati europei.

“FMCG Demand Signals” di IRI include informazioni relative a ben oltre 230 categorie del Largo Consumo, per oltre 2000 segmenti di prodotti e più di 10 milioni di referenze vendute negli Stati Uniti e in molti dei più grandi mercati europei (Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e Paesi Bassi) e dell’Asia del Pacifico. Lo studio – basato sugli acquisti effettuati nei punti di vendita durante l’anno terminante a luglio 2022 e su una ricerca condotta sui consumatori – evidenzia che il deterioramento del reddito disponibile sta affliggendo principalmente le famiglie di fascia medio-bassa in tutti i paesi coinvolti dall’analisi. Nel Regno Unito e negli Stati Uniti oggi la situazione finanziaria è peggiore di quella rilevata in Slovenia.

Il Largo Consumo Confezionato nel 2022 è cresciuto dell’1,5%, con un aumento di 9 miliardi di euro in termini di spesa; incremento che nel 2021 aveva raggiunto un +3%. Nonostante questo rallentamento della crescita, i dati di inizio anno mostrano uno slancio positivo: le vendite a valore infatti avevano raggiunto il +2,6% nei primi mesi del 2022, trainate principalmente dall’inflazione ma anche dalla ripresa della domanda in seguito all’allentamento delle restrizioni e alla ritrovata mobilità dei consumatori che sono tornati in ufficio (anche se meno rispetto al pre-Covid, come ad esempio in Italia), in vacanza e viaggiano regolarmente.

Andando ad analizzare più nel dettaglio, le categorie che spingono la crescita nel 2022 sono i surgelati, i freschi, gli “ambient”, le bevande e il cura persona; questo incremento però è stato parzialmente compensato dalla flessione delle vendite di alcolici (- 5%) e dei prodotti per la cura della casa (- 0,2%).

“Il continuo calo delle vendite in termini di volumi come risposta all’inflazione è un primo indicatore di debolezza nella domanda di beni di Largo Consumo”, ha commentato Ananda Roy, International Senior Vice President, Strategic Growth Insights di IRI. “I costi produttivi e di filiera sono in aumento, per questo Industria e Distribuzione sono costrette ad esplorare nuove vie per cercare di andare incontro alle famiglie in questo periodo di difficoltà e continuare a stimolare la domanda. Stiamo assistendo al più grande cambiamento del comportamento dei consumatori in oltre cinque decenni: oggi gli shopper acquistano chiedendosi “Ne ho davvero bisogno?”, “Possiamo permetterci di fare una scelta sostenibile?” e con la convinzione che “Ne uso meno, così spreco meno”.

Principali evidenze a livello europeo

• Oltre la metà dei consumatori sta vivendo una situazione di crisi: il 61% dei consumatori intervistati da IRI è preoccupato per l’impatto che questa crisi avrà sul loro stile di vita e il 71% ha già apportato modifiche al modo in cui acquista e utilizza i prodotti di uso quotidiano. Il 58% ha ridotto alcuni elementi essenziali (diminuendo gli spostamenti in macchina, saltando dei pasti e spegnendo il riscaldamento) ed il 35% sta utilizzando i propri risparmi personali e chiedendo prestiti per pagare le bollette.

• Le persone capiscono quello che sta accadendo nel mercato e sanno quali comportamenti adottare in risposta: il 74% dei consumatori è cosciente di quali siano i fattori determinanti il rialzo dei prezzi e il 69% afferma di essere in grado di prevedere l’impatto che l’inflazione avrà sulle proprie finanze.

• I consumatori si stanno adattando – Gli shopper scelgono dove acquistare per moderare gli effetti della crisi, sia cambiando i canali in cui acquistano, sia scegliendo una diversa insegna se il loro marchio di fiducia non è disponibile (26%), non è in promozione (34%) o se il negozio non ha una gamma di offerta sufficientemente ampia (41%).

• Gli shopper devono pensare al futuro per ottenere il miglior rapporto qualità-prezzo e rimanere nei limiti del loro budget – Pianificare la frequenza (è probabile che il 22% riduca le “shopping expeditions”) e la quantità di denaro da spendere (21%) sono cambiamenti che alcuni consumatori adotteranno nel modo di fare la spesa. Il 58% confronta più spesso i prezzi tra brand o prodotti simili e il 49% valuta la quantità di prodotto che deve effettivamente utilizzare (ad es. Detersivo in polvere per ogni lavaggio) per assicurarsi di utilizzarne il meno possibile. Questa ultima tendenza non si riscontra però in Italia dove il consumatore guarda al prezzo per confezione, indipendentemente da “sgrammature” e formulazioni.

• Le etichette svolgono un ruolo fondamentale: il 40% degli shopper cerca prodotti in sconto anche se in scadenza e il 41% legge le etichette sul pack per avere ulteriori informazioni relative ai prodotti. Il 27% cerca anche delle recensioni sui beni che acquista.

• I consumatori creano nuove occasioni, momenti e contesti di consumo: il 29% sta cambiando il luogo in cui consuma determinate referenze (a casa, fuori casa, all’aperto) ad esempio pranzando al sacco, invitando a casa gli amici per l’aperitivo, facendo la doccia in palestra, gustando caffè speciali tra le mura domestiche ed imparando a fare lo styling dei capelli a casa.

• Il luogo in cui mangiamo sta cambiando: poco più della metà degli shopper pensa di ridurre la home delivery di alimentari rispetto al passato (51%) e il 47% prevede di mangiare meno al ristorante o al bar. In aumento però (con il 49%) il numero di consumatori che intende cucinare più spesso cibo fresco a casa. Il 34% prevede anche di cucinare più frequentemente per prepararsi un pasto da consumare fuori casa e il 12% prevede di comprare più piatti pronti freschi da cucinare tra le mura domestiche.

• Più spazio per nuovi prodotti: in generale in molti paesi la scelta di un nuovo marchio per gli shopper diventa spesso una questione di prezzo (62%), di disponibilità immediata (49%) e di offerta promozionale a scaffale (37%). Cala l’importanza di qualità (15%), innovazione (8%) e comodità (8%). In Italia la qualità, per il consumatore, resta un fattore di scelta determinante. Nel nostro paese c’è una grande resistenza a mantenere uno standard qualitativo sufficiente concentrando al limite gli acquisti nel segmento core mainstream, e diminuendo i prodotti premium. Per gli operatori del settore l’obiettivo deve essere quello di offrire prodotti che rispondano alle nuove esigenze dei consumatori: ad esempio, proporre condimenti e ripieni “ambient” per pranzi al sacco, oppure distillati premiscelati e consegne più rapide per chi consuma i pasti in casa, nonchè formati diversi per le confezioni dei prodotti utilizzati in palestra.

• Le opzioni più sane e quelle a base vegetale convincono ancora alcuni consumatori (rispettivamente 24 e 22 percento) – Tuttavia i prodotti di un’azienda socialmente responsabile o un prodotto migliore per l’ambiente non sembrano essere in questo momento fattori principali di scelta (entrambi al 10%).

Ananda Roy ha inoltre commentato: “È evidente che la disponibilità dei consumatori a spendere diminuisce sempre più e la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente – con la prospettiva di ulteriori aumenti probabilmente dati dai costi energetici e produttivi – ma il dato positivo è legato al fatto che i consumatori hanno il controllo delle loro finanze e stanno adottando nuovi comportamenti che gli permettono di far fronte a questa situazione di difficoltà. Per anni sono stati abituati a volere e comprare sempre “di più” , con un’offerta di nuovi prodotti ed innovazioni in continua espansione, ma oggi il contesto è chiaramente cambiato”.

“Sono finiti i giorni in cui si faceva una grande spesa una volta alla settimana. Ci aspettiamo un aumento della frequenza di acquisti di prodotti must-have ma una ricerca di prodotti stagionali a prezzi più bassi. Per i consumatori si prospettano diverse decisioni difficili da prendere, di conseguenza produttori e distributori dovranno individuare delle strategie chiare e ben definite per rispondere alle mutate esigenze dei loro acquirenti”.

Retail Datafication, 8 tendenze del retail del futuro

Il mondo del retail s’interroga su quale futuro lo aspetta nei prossimi anni cercando nuovi spazi di mercato in uno scenario complesso dove i costi fissi del punto vendita fisico sono in aumento, le abitudini dei consumatori sono state stravolte e l’e-commerce non intende arrestare la sua ascesa: basti pensare che, secondo Statista, nel 2022 il mercato del retail digitale in Italia vale 45 miliardi di euro e crescerà del 15% annuo fino al 2025. La sfida per il commercio al dettaglio è tanto semplice quanto complessa: capire in che modo riuscire a fidelizzare il consumatore creando una relazione emozionale e personale partendo dalle innovazioni tecnologiche come big data, intelligenza artificiale e automazione dei processi per riprendersi il ruolo da protagonista sul mercato.

Non sorprende, quindi, che il 95% dei merchant italiani continuerà gli investimenti per la trasformazione digitale e il 53% è ottimista in una crescita del business per il 2022 (fonte “Report Retail 2022” elaborato da Adyen in collaborazione con Kpmg): se queste stime fossero confermate si tratterebbe di un aumento del giro d’affari di 184 miliardi di euro per l’intero settore del retail.

“Il ruolo del customer engagement assumerà una valenza sempre maggiore, trasformandosi in customer intimacy e passerà attraverso punti di contatto digitali che s’integrano con continuità tra punto vendita fisico e digitale. In questo nuovo scenario l’utilizzo di piattaforme per l’integrazione, aggregazione e l’analisi di ogni dato sarà essenziale per i retailer che vogliono evolvere il rapporto e il dialogo con il consumatore creando un’esperienza di acquisto unica e personale”, spiega Francesco Soncini Sessa, Head of Strategic Alliances e co-Founder di Mia-Platform, tech company italiana specializzata nella costruzione di piattaforme e applicazioni che semplificano e accelerano l’erogazione di nuovi prodotti e servizi digitali.

L’industria è in fermento e lo testimonia anche il mercato dei big data analytics nel retail crescerà fino a 13,1 miliardi di dollari entro il 2027 con un +23,6% di incremento annuo rispetto ai 4,6 miliardi previsti per il 2022 come riportato da Research and Markets. Inoltre, secondo l’articolo di McKinsey “The future of shopping: technology everywhere”, l’impatto delle nuove soluzioni tecnologiche sarebbe in grado di far raddoppiare il margine operativo netto (l’EBIT) dei retailer oltre che rendere sempre più personale l’approccio con il nuovo consumatore. Un esempio? Le aziende di moda che hanno sfruttato la potenza dei dati per personalizzare le esperienze di e-commerce dei clienti hanno aumentato le loro vendite digitali tra il 30 e il 50%. Se consideriamo l’intera catena end-to-end (produzione, magazzino, vendita, consegna e reso) la vendita al dettaglio è probabilmente l’industria che raccoglie più dati sulle abitudini dei consumatori. Una prima sfida per i retailer sarà quella d’ideare un modello di business adeguato alla trasformazione digitale in atto cercando nuovi modi di mettersi in contatto con gli utenti che hanno cambiato le loro abitudini.

Come dimostra sempre McKinsey all’interno dell’articolo “The five zeros reshaping stores”, durante il periodo pandemico l’80% dei clienti ha sperimentato nuove modalità d’acquisto, come ad esempio il “clicca e ritira”, il 70% ha dichiarato di fare acquisti più spesso e il 34% spende di più rispetto alle persone che fanno acquisti esclusivamente nei negozi. In questo senso è chiaro che la strategia retail per intercettare un consumatore deve evolvere sempre di più in un’ottica “cross channel” perché questa tendenza omnicanale è la nuova normalità e sarà sempre più spiccata in futuro: negli Stati Uniti è già stata ribattezzata con il termine “shopping promiscuity”. Non sorprende che secondo gli analisti di Gartner solo il 14% delle organizzazioni ritiene di avere una completa visione delle necessità e dei comportamenti d’acquisto dei propri clienti: “L’esperienza di acquisto ottimale per il cliente inizia da casa navigando sul sito internet e termina all’interno del negozio fisico – spiega Francesco Soncini Sessa – Le nuove tecnologie supportano l’integrazione di canali off e online grazie a servizi digitali che facilitano il customer journey del cliente. Non stiamo parlando solo di offerte profilate ma di nuove soluzioni per la filiera che possono garantire la gestione in tempo reale degli ordini tra i diversi canali, logistica automatizzata e pagamenti integrati nei software gestionali”.

In questo senso una customer experience attenta alle necessità del consumatore può rivelarsi la chiave per fidelizzare il cliente. Pensiamo alla gestione dei resi che resta un’opzione molto apprezzata da parte dei clienti ma che comporta notevoli spese di gestione per il rivenditore: all’interno della supply chain si sta facendo strada il concetto di logistica circolare, un modello che si propone di ottimizzare le fasi di restituzione dell’oggetto valorizzando il recupero del prodotto e rimettendolo in circolo dandogli nuova vita. L’obiettivo è promuovere una maggiore produttività delle risorse riducendo gli sprechi ed evitando l’inquinamento della creazione di nuovi materiali. Secondo Statista in Italia il 43% dei consumatori ha restituito almeno un prodotto nel corso dell’anno e uno studio Barclaycard ha messo in evidenza come per il 57% degli e-commerce la gestione dei resi abbia avuto un impatto negativo sulle attività quotidiane.

Tutto questo senza contare il possibile danno economico della merce persa o sottratta illecitamente durante la logistica del trasporto e dello stoccaggio: secondo la “Retail Security Survey 2022” della National Retail Federation, negli Stati Uniti all’interno dei magazzini è stata sottratta merce per un valore complessivo vicino ai 62 miliardi di dollari, di cui la maggior parte per furti esterni compiuti anche da parte di organizzazioni criminali. “Per le aziende retail è fondamentale semplificare e velocizzare la gestione dei dati (di prodotto, logistici, transazionali e cliente), massimizzando l’integrazione e l’esposizione veloce e sicura verso sistemi interni ed esterni all’azienda. L’obiettivo è aumentare la qualità, velocità e la disponibilità del dato in modo tale da ottimizzare in ottica incrementale la supply chain visibility e ottenere una visione complessiva su tutti i flussi e processi di Supply Chain, anche grazie all’integrazione con tool e soluzioni aziendali e di partner terzi già in uso”, illustra ancora Soncini Sessa.

8 trend che rivoluzioneranno il punto vendita del futuro

1. DATA FUNDAMENTAL – Nell’architettura tradizionale delle retail company i dati sono frammentati in vari sistemi e in diverse infrastrutture locali. L’innovazione della “retail datafication” permette di sfruttare al massimo questo enorme potenziale aggregando tutti i dati: i rivenditori si stanno dotando di piattaforme basate su cloud che consentono l’automazione completa e il loro riutilizzo per analisi, trend e studi.

2. CAMERINI VIRTUALI – Tramite la propria app i retailer possono offrire la possibilità ai clienti d’indossare vestiti e accessori direttamente da casa. Sarà possibile utilizzare le proprie foto per visualizzare meglio l’aspetto dei capi d’abbigliamento, scarpe, occhiali e orologi: recentemente Walmart ha lanciato un’applicazione con 270mila capi da provare in modo virtuale riscuotendo il successo del pubblico.

3. LOGISTICA CIRCOLARE – La costruzione di catene d’approvvigionamento più sostenibili è diventata prioritaria e occorre costruire un circuito logistico circolare che vada a coprire tutto il ciclo vita del prodotto. Dalla raccolta rifiuti alla gestione degli imballaggi, fino alla riduzione del trasporto di un bene: sarà fondamentale tracciare i flussi di merci per una migliore gestione e trasparenza dell’intera filiera.

4. MICRO-INFLUENCER STUDIOS – Lo shopping accentuerà la sua forma d’intrattenimento verso i consumatori: sarà quindi possibile unire la vendita online e offline trasformando per una giornata i negozi in veri e propri studi per i micro-influencer che offrono visibilità ai prodotti. Una tendenza che potrebbe anticipare quella dello shopping live sui social media portando alla ribalta il ruolo dei “creator commerce”.

5. INNOVATIVE PAYMENTS – Le nuove soluzioni in cloud permettono l’integrazione dei flussi di pagamento direttamente con il gestionale ERP dell’azienda e il negozio e-commerce. Questo permette un maggior controllo sulle transazioni, una migliore raccolta dati sulle abitudini del consumatore e la possibilità d’accettare forme di pagamento e circuiti differenti come bonifici istantanei e carte virtuali.

6. VERTICALIZZAZIONE – Temporary boutique, pop up store e negozi monomarca. I brand porteranno sempre più in alto la personalizzazione e verticalizzazione dei propri negozi anche con aperture che possono durare pochi giorni, come in occasione della scorsa Milano Fashion Week, oppure per aperture estive nei luoghi di villeggiatura.

7. CUSTOMER ENGAGEMENT TOUCHPOINT – Gartner prevede che entro il 2023 il 40% dei comportamenti individuali saranno tracciati attraverso sistemi di “Internet of Behavior”. Per questo in futuro il Customer Engagement Hub, il framework che collega tutti i reparti della filiera del retail per coinvolgere il cliente, verrà implementato con tecnologie cloud e data driven per fornire analisi predittive e trend di vendita.

8. NEAR FIELD COMMUNICATION – Questa tecnologia può essere utilizzata nel retail per fornire ai clienti informazioni sugli oggetti prima dell’acquisto mentre in fase di post vendite sarà il rivenditore a capire in che modo l’utente interagisce con l’oggetto. Si stanno facendo strada tecnologie centralizzate in grado di gestire gli SmartTag direttamente dal negozio o dalla sede per garantire l’integrità delle informazioni.

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