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Il futuro è nell’e-commerce. L’analisi di Supernova- Hub.it

L’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown hanno cambiato le nostre abitudini:una delle trasformazioni più significative e più resilienti riguarda proprio i nostri consumi e ancora di più il nostro modo di acquisto. I dati della ricerca lampo rilasciata da Netcomm a fine marzo parlavano chiaro: nuovi utenti, molti dei quali insospettabili, avevano incominciato ad affacciarsi al mondo dell’e-commerce. Con una nuova ricerca – presentata nei primi giorni di maggio – la tendenza è stata confermata: dall’inizio del 2020 a oggi sono 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia (in tutto 29 milioni), di cui ben 1,3 milioni sarebbero da attribuire all’impatto dell’emergenza sanitaria del Covid-19.

L’e-commerce è qui per restare

In proposito Supernova-Hub.it,  convinta che la situazione vissuta in questi mesi porterà ad un cambiamento di lungo periodo: stima infatti che nell’80% dei casi la tendenza ad acquistare online rimarrà anche una volta finita l’emergenza. Ovviamente in parte si tornerà a comprare nei negozi fisici, ma molti dei nuovi utenti rimarranno anche sul web, non più per necessità, ma per comodità, flessibilità e risparmio.

Cambiano gli acquisti

La quarantena che è stata imposta agli italiani li ha portati inoltre a scoprire nuovi prodotti. Si sono moltiplicati gli abbonamenti su TV on demand, per esempio. Con i cinema chiusi e l’impossibilità di incontrarsi con gli amici nei locali, il “cinema casalingo” è stato uno dei modi di passare il tempo più comune. E in un contesto in cui cinema e teatri potranno riaprire solo a condizioni rigidissime (che tra le altre cose permettono l’ingresso di un’utenza davvero limitata), è molto facile immaginare che anche questi nuovi servizi siano entrati nelle nostre case per restare.

Secondo un’indagine di Idealo, dopo aver visto che in fase di lockdown le ricerche online degli italiani riflettevano il momento storico che si stava vivendo, con un aumento del +122,7% di ricerche di prodotti per lo smart working e del +3.909,4% di articoli per il fitness, nel momento della cosiddetta ripartenza con la fase 2, sono aumentate le ricerche legate a prodotti per la bella stagione (come lettini e ombrelloni), per il giardino e gli sport outdoor. Un aumento significativo è stato segnato anche nelle ricerche di prodotti per la cura del corpo, come epilatori, tinte per capelli, articoli di make-up e per la manicure.

Il dato che colpisce di più, però, è che questa situazione finora mai sperimentata ha determinato una crescita importante di settori che fino a poche settimane fa erano considerati emergenti: a registrare l’incremento maggiore, da fine febbraio a metà aprile, è infatti il pet care (+154%); seguito da cibi freschi e confezionati (+130%); prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93%) (dati Netcomm). Anche se il settore che ha segnato la maggiore crescita è il cosiddetto eGrocery. Secondo l’Osservatorio eCommerce b2c del Politecnico di Milano, il volume degli acquisti online food & grocery è raddoppiato e il loro valore è persino triplicato. Le categorie di prodotti maggiormente acquistate sono legate ai tre “effetti” identificati da Nielsen: lo “stock” (farina, uova, zucchero, latte, burro, caffè, pasta, sughi e biscotti), la “prevenzione” (guanti, detergenti per le superfici, candeggina, sapone, termometri) e “resto a casa” (pizze surgelate, affettati, mozzarella, patatine, vino e gelato). In cima alla lista ci sono ovviamente i big della gdo, ma hanno registrato una crescita importante anche servizi verticali e dedicati alla consegna a domicilio di frutta e verdura.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione per il nostro Paese, che dimostra che se prima dell’emergenza gli italiani erano timidamente interessati all’e-commerce, oggi ne hanno sperimentato tutta la potenzialità e tutti i vantaggi. Ci sarà un’integrazione sempre più marcata tra online e offline, ma sarà impossibile prescindere dal canale digitale.

Quindi, chi vorrà sopravvivere dovrà puntare su una sempre maggiore vicinanza tra i canali online e offline e sul ruolo sempre più predominante del web.

Ecco allora che il marketplace può diventare un’efficace vetrina per i negozi di vicinato e le microimprese: una delle piattaforma che sta performando meglio in questo periodo e attua delle soluzione per esplorare queste modalità è sendabox.it, fondata da Federico Pozzi Chiesa.

Non solo abilita, tramite tecnologia e con servizi a tariffe competitive, i retailer che si approcciano per la prima volta al mondo dell’e-commerce tramite marketplace o avvalendosi di e-commerce proprietari, ma supporta anche i clienti finali nelle necessità quotidiane legate agli acquisti on line. Il crescente numero di utenti che non dispone di portinerie private può risolvere il problema delle consegne affidandosi a questa piattaforma che integra punti di ritiro e consegna come negozi, edicole, bar e altre piccole attività commerciali che fungono da centri per lo smistamento di pacchi e buste. Grazie al servizio offerto, il corriere effettua il ritiro o la consegna presso il punto scelto dal cliente, permettendogli di non sprecare tempo.

Alice Pizza debuta nel Centro Commerciale di Milanofiori

Debutta ad Assago Alice Pizza, il primo realizzato da Augusto Contract foodservice general contractor per il famoso brand romano di pizza al taglio. 

Aperto all’interno del Centro Commerciale Milanofiori, il cantiere era partito prima del lockdown e ha potuto riprendere i lavori subito dopo la riapertura, per la soddisfazione di tutti i cultori della ricetta italiana più amata al mondo, che trovano in Alice Pizza la qualità di una pizza leggera, croccante, a lunga lievitazione. 

“Siamo molto orgogliosi di aver collaborato con Alice Pizza alla realizzazione di una nuova pizzeria” afferma Giacomo Racugno AD di Augusto Contract. “Questa apertura ha un valore importante per noi perché significa ripresa e voglia di guardare avanti e siamo felici di averlo fatto insieme ad un brand che ha saputo portare la grande tradizione della pizza romana in tutta Italia e anche all’estero”.

Per il nuovo locale, Augusto Contract è stato general contractor occupandosi quindi della realizzazione di tutte le opere edili e impiantistiche, dell’arredamento e delle attrezzature. 

Insieme ad Alice Pizza, sono numerose le realizzazioni dell’azienda di Jesi nel mondo dell’ “Arte Bianca”, a testimonianza di un trend che continua a crescere e ad entusiasmare i consumatori. “Negli ultimi anni abbiamo realizzato molti locali in cui pizza, pane e lievitati sono protagonisti” spiega Racugno. “È un mondo che piace molto ai consumatori perché ricco di storia e tradizione, ma che ha saputo rinnovarsi con originalità e competenza sia nell’offerta di prodotto che di servizio”.

Nata nel 2013 da una costola dell’azienda di Augusto Bocchini, pioniere italiano nel design di attrezzature per l’Horeca, Augusto Contract è specializza nella realizzazione di locali ‘chiavi in mano’ nel fuoricasa ed è stata tra le prime a introdurre il concetto di foodservice general contractor in Italia, studiando ad hoc soluzioni personalizzate per gli imprenditori del Food&Beverage.

 

 

 

Conad Adriatico: 1,44 miliardi di fatturato, in crescita del 15,2% vs 2018

Un anno di buoni risultati quello chiuso al 31 dicembre 2019, un anno che rafforza la presenza di Conad Adriatico lungo la dorsale adriatica nelle regioni storiche in cui opera: Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia. Approvato dai soci riuniti in assemblea con le nuove modalità in diretta streaming, il bilancio registra un fatturato di 1,44 miliardi di euro, con un aumento del 15,2% rispetto al 2018, un patrimonio netto consolidato di 186,8 milioni di euro (9,9 milioni in più rispetto all’anno precedente), una quota di mercato del 17,2%, 2,8 punti percentuali sopra quella del 2018 (fonte: GNLC II semestre 2019). Tutti dati in crescita in un mercato Italia fermo al -0,1%.

Si rafforza la leadership in Abruzzo (33,9%) e in Molise (22,7%); da segnalare l’incremento di 7,6 punti percentuali nelle Marche (16,7%) dovuto all’affitto di ramo d’azienda del gruppo Finiper, all’acquisizione dei punti di vendita Auchan e allo sviluppo impresso in questo storico territorio della cooperativa.

Approvato anche il piano quadriennale di investimenti 2019-2022 per 97,6 milioni di euro, di cui 40,3 nel 2020 finalizzati in larga misura a nuove aperture per oltre 52 mila mq di superficie di vendita e alla realizzazione di un nuovo distributore di carburanti Conad nelle Marche. Un investimento capace di assicurare un trend di crescita costante al gruppo di Monsampolo del Tronto, che prevede di chiudere il 2020 con un fatturato di 1,7 miliardi di euro (+20,7% rispetto al 2019).

Conad Adriatico si conferma una realtà imprenditoriale dinamica – nell’annuale classifica nazionale stilata dalla Fondazione Aristide Merloni è la prima impresa della grande distribuzione per fatturato nelle Marche e alle spalle di Lidl Italia in quella di Repubblica Affari&Finanza sul grado di soddisfazione dei collaboratori –, forte di un modello imprenditoriale in grado di reggere le sfide del mercato e fare fronte alla perdurante crisi economica, aggravata dagli effetti della pandemia di Covid-19.

“Risultati che sono frutto di scelte strategiche all’insegna della crescita, in un mercato che se era complesso lo scorso anno ora, a seguito dell’emergenza sanitaria e del lungo periodo di lockdown, lo è ancora di più”, fa notare il direttore generale di Conad Adriatico Antonio Di Ferdinando. “Le operazioni Finiper e Auchan sono importanti e hanno accresciuto in noi la consapevolezza di potere creare sviluppo in una fase economicamente difficile del Paese. Ancora una volta, il merito dei risultati va condiviso con i nostri soci, gestori attenti e professionisti del commercio. Nelle vesti di proprietari dei loro punti di vendita hanno motivazioni, capacità di adattamento e passione imprenditoriale che mettono a disposizione del proprio business e del rapporto con i clienti, con la comunità. Siamo consapevoli del ruolo che il mercato ci attribuisce e delle nuove stimolanti sfide che ci attendono”.

Conad Adriatico può contare su una rete di vendita distribuita in modo capillare nelle cinque regioni: 421 punti di vendita – 16 Spazio Conad, 15 Conad Superstore, 167 Conad, 112 Conad City, 30 Margherita Conad, 60 Todis, 17 L’Alimentare, 3 distributori di carburante e 1 PetStore, a cui si aggiungono 9 Ottico, 16 parafarmacie e 6 Self 24 Conad – per una superficie di 319.010 mq gestiti da 265 soci imprenditori. I collaboratori sono 6.124 tra sede centrale e rete di vendita, 332 in più rispetto al 2018, confermando la validità del modello imprenditoriale cooperativo Conad anche nel fare fronte ai problemi dell’occupazione.

Nel 2019 tutte le regioni in cui opera Conad Adriatico hanno registrato trend in crescita, ancor più significativi se confrontati con l’andamento negativo del totale Italia. Le previsioni per l’anno in corso, a causa della pesante crisi economica conseguente alla pandemia da Covid-19, sono pesanti, in Italia come nel resto del mondo. La crisi economica e il problema dell’occupazione delineano un quadro in cui Conad Adriatico continua ad adoperarsi per tutelare il poter d’acquisto delle famiglie.

Non meno di quanto ha fatto lo scorso anno con tante buone pratiche che hanno coinvolto i prezzi dei prodotti – la convenienza continua, tutti i giorni dell’anno, di Bassi e Fissi, un paniere di prodotti indispensabili di uso quotidiano –, i carburanti, i farmaci da banco, i libri scolastici e i prodotti assicurativi. I clienti ne hanno tratto vantaggi per complessivi 38 milioni di euro (22,5 milioni nel 2018). Un ruolo sociale riconosciuto e apprezzato, come testimonia il numero crescente di clienti che frequentano i punti di vendita della cooperativa.

La marca Conad si conferma leva fondamentale per la costruzione della fedeltà all’insegna e principale fattore per contribuire alla crescita del fatturato di Conad Adriatico, con un’incidenza che si è attestata al 24,5%, 3,9 punti percentuali al di sopra della media Italia (fonte: Iri).

La cooperativa acquista da 885 produttori locali (42 in più rispetto al 2018) con i quali ha sviluppato un fatturato di 332,3 milioni di euro (60,9 milioni in più rispetto al 2018) a cui si aggiunge il valore delle ricadute sull’indotto locale. 
La valorizzazione delle eccellenze locali non è tuttavia disgiunta dalla meticolosa qualificazione dei fornitori locali, partendo dal settore merceologico più delicato, il fresco e in particolare carne, salumi formaggi e gastronomia.

Sul fronte della sostenibilità ambientale Conad Adriatico partecipa al progetto di rilevazione Impronta climatica Supply Chain – intrapreso a livello nazionale da Conad – al fine misurare e ridurre le emissioni di CO2.

Per quanto riguarda la consegna dei prodotti a marchio ai magazzini nel 2019 il sistema dei trasporti afferente a Conad ha emesso 126.713 tonnellate di CO2e, valore che include i trasporti gestiti da Conad (prodotto a marchio) e dalle cooperative (tutti i prodotti). Migliora l’indice di efficacia del trasporto, calcolato rispetto alle percorrenze a pieno carico, che passa da 1,05 kg CO2e/km del 2018 a 1,04 kg, nonostante l’aumento delle distanze (+7,5%) e dei volumi trasportati. Migliora anche il dato relativo alla distribuzione dei prodotti dai magazzini ai punti di vendita della cooperativa, responsabile dell’emissione di 8.857 tonnellate di CO2e derivanti da 6,2 milioni di km percorsi (che rappresentano per Conad Adriatico il totale delle percorrenze a pieno carico).

Il forte radicamento territoriale dei soci in tante comunità è uno dei punti qualificanti delle attività della cooperativa. Radicamento che ha fatto sì che nel corso del 2019 la cooperativa e i soci abbiano investito 2,3 milioni di euro in progetti e iniziative di responsabilità sociale, nel campo dello sport – soprattutto a sostegno dei settori giovanili delle società sportive – della cultura e della scuola, del tempo libero e per sostenere enti, associazioni onlus e parrocchie.

Fonte Margherita lancia una nuova bibita in 7 gusti

Riapre l’Italia e ripartono le novità per gli italiani: Fonte Margherita lancia sette gusti diversi per una bevanda realizzata con acqua minerale delle Piccole Dolomiti, aromi naturali e soltanto zuccheri della frutta. Niente coloranti artificiali per una bibita in vetro sana e gustosa che rispetta l’ambiente e la genuinità del Made in Italy. In linea con la scelta di Fonte Margherita di imbottigliare l’acqua minerale delle Piccole Dolomiti solo in vetro, per lo più a rendere oppure nell’innovativa confezione in cartone riciclabile.

“Negli ultimi mesi abbiamo sempre proseguito a lavorare, non ci siamo mai fermati spinti dalla passione per la natura, per le bontà italiane e dal desiderio di portare novità nel beverage. Dopo aver presentato sette mesi fa in anteprima a Londra l’innovativa confezione del cartone riciclabile lanciamo le nuove bibite Fonte Margherita che utilizzano solo acqua di sorgente minerale delle Piccole Dolomiti e altri ingredienti naturali” dichiara Denis Moro, l’amministratore di Fonte Margherita, tre stabilimenti nel Veneto e cinque marchi di acqua minerale distribuiti nei supermercati, nel fuoricasa, nel porta a porta e nel vending.

Sette i gusti da provare: mandarino, aranciata, ginger, limonata, gazzosa, cola e chinotto. Particolare il design della bottiglia in vetro e dell’etichetta, frutto di collaborazioni con affermati professionisti della moda e dell’arte. La bottiglia è quella personalizzata che caratterizza Fonte Margherita ed è disponibile in due formati, 80cl e 27,5cl, la grafica dell’etichetta è di Francesca Chiani, designer del mondo della moda e le illustrazioni sono di Ale Giorgini, un giovane artista vicentino con numerose esperienze internazionali.

Inventory Quarantine: come rendere sicuri i resi

Il settore retail dell’abbigliamento è alle prese con le riaperture, più o meno complete e in molti casi sta procedendo per fasi; per tutto il comparto la regola è allestire e garantire un ambiente sicuro per lo shopping, sia per i dipendenti che per i clienti.

In risposta alle numerose domande relative al trattamento e alla gestione dei capi provati nei camerini, e i resi negli store e nei centri logistici, Checkpoint Systems ha annunciato una nuova soluzione tecnologica con software agnostico – Inventory Quarantine (IQ).

La soluzione SaaS-based può essere utilizzata come piattaforma indipendente oppure integrata in altri sistemi già in uso, e consente ai retailer di collocare i capi resi in uno stato logico di “custodia in quarantena”, ponendo tali articoli non disponibili ai clienti sia sul canale online che all’interno del negozio, per un certo numero di ore.

Raccomandata per essere impostata secondo le linee guida governative in base alla durata di vita del COVID-19 su capi e imballaggi, questa soluzione semplice ma efficace aiuta i retailer ad elaborare i resi massimizzando le vendite e riducendo al minimo il rischio per la salute degli utenti. Questo perchè notifica immediatamente all’operatore la conclusione del periodo di quarantena e permette di rilasciare gli articoli solo nel momento in cui essi siano ritenuti nuovamente sicuri.

Periodo di quarantena

IQ utilizza un unico software per identificare sia gli articoli restituiti nei centri logistici e negli store, sia la merce lasciata nei camerini, attivando un “tempo di quarantena” virtuale. Una volta attivato, gli articoli rimangono in una “zona sicura” stabilita dal retailer fino al termine del periodo di quarantena assegnato. Viene quindi inviata una notifica push ai dipendenti per comunicare loro che gli articoli sono sicuri per essere cnuovamente a disposizione per la vendita.

Durante la pandemia da coronavirus, le vendite di abbigliamento online sono aumentate del 34%, secondo Adobe Analytics, mentre ACI Worldwide ha dichiarato che molte categorie di retail online hanno registrato un incremento delle vendite fino al 74% a marzo. Si prevede che un tale aumento delle vendite sul canale online porterà senza dubbio a un forte incremento del tasso di reso, attestandoci su un valore del 30-40% [1] di vestiti e scarpe, ponendo sfide in ambito logistico per i retailer che stanno applicando un processo di quarantena sugli articoli resi.

Un’ulteriore criticità è data dal fatto che, con la riapertura degli store fisici, i clienti avranno l’opzione di rendere gli articoli acquistati online direttamente in negozio piuttosto che per posta, sfruttando i vantaggi dell’omnicanalità. Anche questo aspetto, quindi, insieme alla presenza degli articoli lasciati nei camerini, crea incertezza sulla potenziale contaminazione della merce nei negozi.

I retailer hanno la responsabilità di garantire che la merce restituita o manipolata dal cliente non rappresenti un rischio per la salute degli altri. Di conseguenza, grandi marchi del calibro di Macy’s, Gap, Nordstrom e Mango hanno già annunciato l’intenzione di mettere in quarantena gli oggetti per un determinato periodo di tempo dopo che sono stati portati in un camerino.

Tenendo traccia e riducendo al minimo i tempi “off shelf”, la soluzione IQ di Checkpoint fa parte di una suite di soluzioni per lo “Shopping Sicuro” con tecnologia agnostica e aiutano i retailer a introdurre misure efficaci per la salute e la sicurezza – infondendo fiducia sia ai dipendenti che ai consumatori.

Alberto Corradini, Business Unit Director Italia di Checkpoint Systems, ha dichiarato: “In tutto il mondo, l’esperienza di acquisto cui eravamo abituati sta cambiando radicalmente. I retailer che implementano nuove procedure dimostrando di tenere le persone al sicuro saranno senza dubbio visti favorevolmente dai clienti.

I resi e i camerini hanno sempre rappresentato una grande sfida per i retailer, ma a questo si è aggiunto il COVID-19. È noto che i clienti che usano i camerini sono il 70%[2] più propensi ad acquistare. Inventory Quarantine permetterà ai retailer di rimettere a disposizione i capi in modo veloce e sicuro, permettendo ai negozi di ridurre al minimo l’impatto economico”.

[1] https://www.cnbc.com/2019/01/10/growing-online-sales-means-more-returns-and-trash-for-landfills.html

[2] https://www.retaildoc.com/blog/what-if-home-depot-had-a-dressing-room

Gruppo VéGé: nuova campagna basata scelte di location analytics

Gruppo VéGé, attraverso la propria piattaforma di geofencing, lancia una nuova campagna di comunicazione, coinvolgendo oltre 400 punti di vendita, abbracciando tutte le proprie insegne al dettaglio.

In un momento storico in cui, al fine di garantire la massima sicurezza, gli ingressi nei punti di vendita sono contingentati e conseguentemente possono crearsi delle code, è perfetta la scelta dei sistemi di localizzazione che permettono di raggiungere direttamente i clienti attraverso l’invio di notifiche push nei loro device, nei pressi del punto vendita.

Il Gruppo ha investito nel proximity marketing in maniera capillare sin dal 2015 con l’installazione nei supermercati dei primi beacon e, ideando questa nuova campagna di comunicazione completamente digitale, in occasione della FASE 3, vuole diffondere un messaggio di vicinanza, rassicurazione e ringraziamento.

La campagna di mobile proximity marketing, basata su scelte di location analytics, è stata voluta per dare valore non tanto ad attività promozionali o sconti, ma alle persone che giorno dopo giorno, in questa realtà diversa che abbiamo vissuto, hanno continuato a sceglierci, affidandosi con fiducia a tutti i nostri operatori di punto vendita. È arrivato il momento di dire a tutti GRAZIE! Noi ci siamo e continueremo ad offrire la sicurezza, la qualità, la convenienza e la cortesia di sempre”. – spiega Giorgio Santambrogio Amministratore Delegato di Gruppo VéGé.

 

Antirion affida a Cushman & Wakefield la gestione delle gallerie

Antirion, società di gestione del risparmio indipendente, ha affidato a Cushman & Wakefield i servizi di property management, leasing/agency, facility management e project management degli asset del Fondo Antirion Retail. Il Fondo è composto da tre gallerie commerciali per una superficie commerciale di circa 60.000 metri quadrati: Porte di Mestre (presso Venezia), Porte dell’Adige (presso Bussolengo, Verona- foto di apertura) e Appia Antica (presso Mesagne, Brindisi).

Cushman & Wakefield subentra a Ceetrus che ha gestito le gallerie commerciali per conto di Antirion per sei anni.

La durata del mandato, affidato a Cushman & Wakefield a seguito di una gara che ha coinvolto sette fra i principali player del mercato,  è di due anni e mezzo e riguarderà le oltre 250 attività commerciali presenti in tutto il portafoglio. I centri commerciali stanno vivendo un ulteriore processo positivo di cambiamento, per via della trasformazione degli ipermercati Auchan in SpazioConad. 

“Siamo soddisfatti di aver individuato un nuovo partner a seguito di un processo di selezione accurato, ampio e trasparente. Siamo certi che Cushman & Wakefield saprà mettere a servizio del Fondo il grande know how maturato in questo settore, partendo dal lavoro svolto da Ceetrus sin dall’istituzione del Fondo”, ha dichiarato Ofer Arbib, CEO di Antirion.

 “Siamo molto orgogliosi di poter affiancare Antirion nella valorizzazione di questo portafoglio di centri commerciali. Il nostro team integrato, con competenze trasversali, lavorerà per offrire un nuovo approccio olistico alla gestione, orientato alla sostenibilità. Oggi più che mai è fondamentale adattare gli spazi ai nuovi trend di mercato: lo spazio deve essere modellato in funzione dei gusti dei consumatori che cambiano sempre più velocemente, deve dialogare con la comunità esterna e accompagnare la strategia di commercializzazione e marketing”, ha dichiarato Joachim Sandberg, Head of Italy and Southern Europe Region per Cushman & Wakefield.

Fase 2: meno tempo per la TV. Sempre bene il digitale. I dati GfK

Dopo TV e divano (“ingredienti” principi durante il lockdown), nella Fase 2 gli italiani tornano progressivamente alla normalità. Senza però rinunciare al Digitale (già star durante la “clausura”), che continua la sua corsa, anche tra i Boomer. Ecco quanto emerge da GfK Sinottica, l’indagine single source che permette di analizzare i consumatori in tutti gli ambiti dell’agire e che ne monitora i comportamenti reali di consumo.  

L’evoluzione dei comportamenti

I dati GfK Sinottica mostrano come nelle prime settimane della crisi e durante il lockdown il tempo speso davanti alla TV sia aumentato in maniera significativa: +18% rispetto al periodo antecedente l’inizio dell’epidemia. Gli italiani si sono rivolti alla TV per cercare informazioni su COVID-19, ma anche per intrattenersi nel lungo periodo passato in casa. Ancora più significativo l’incremento di tempo dedicato alla TV tra i più giovani, con un +24% della Generazione Z tra il 21 febbraio e il 3 maggio.

Con la Fase 2 le cose sono però cambiate: dalle rilevazioni emerge infatti, che nella prima settimana di maggio il tempo speso davanti alla TV è cresciuto del +1% e nella seconda settimana del +3%, tornando quasi ai livelli precedenti l’emergenza Coronavirus. Una normalizzazione delle abitudini di fruizione che è dovuta probabilmente al ritorno al lavoro di molte persone e più in generale alla possibilità di uscire dalla propria abitazione. Il trend è ancora più marcato per la Generazione Z (14-24 anni) che nella seconda settimana di Fase 2 ha visto diminuire del -3% il tempo speso davanti alla TV.

Il Digitale continua a cresce

Tra smart working, didattica a distanza e video aperitivi, durante il lockdown il Digitale è entrato a far parte in maniera significativa della vita quotidiana degli italiani. I dati GfK Sinottica mostrano come il tempo dedicato agli strumenti digitali sia cresciuto del +25% nel periodo compreso tra il 21 febbraio e il 3 maggio 2020. Le persone hanno utilizzato il Digitale per informarsi, per fare la spesa, per lavorare, per socializzare e anche per intrattenersi, sviluppando nuove abitudini che sembrano destinate a continuare anche nella Fase 2.

Infatti, il tempo speso per tutti gli strumenti digitali è cresciuto ancora del +20 nella settimana tra il 4 e il 10 maggio e del +24 tra l’11 e il 17 maggio. Questo incremento si riscontra anche nelle fasce più mature della popolazione, quelle che prima dell’emergenza Coronavirus avevano meno familiarità con il Digitale. Ad esempio, tra i Baby Boomer (55-74 anni) la crescita è stata del +26% nelle prime settimane di emergenza e durante il lockdown. Anche in questo caso la crescita continua anche nella Fase 2, con un +24% nella settimana compresa tra l’11 e il 17 maggio.

Nota metodologica

GfK Sinottica è un’indagine single source basata su un campione rappresentativo di italiani con più di 14 anni. I dati contenuti in questo comunicato si riferiscono al periodo compreso tra il 21 febbraio e il 17 maggio 2020 e sono stati raccolti quotidianamente, in maniera continuativa con metodologie passive (Meter e Software Tracker). Tutti i trend si riferiscono al confronto con il periodo precedente l’inizio della crisi Coronavirus (27 gennaio – 20 febbraio 2020).

Coop Alleanza 3.0: il documentario sul Coronavirus. Il video

A quasi tre mesi dall’inizio dell’emergenza Covid-19, Coop Alleanza 3.0 ha voluto raccogliere nel documentario “Coronavirus, un’ordinaria giornata particolare” le testimonianze dei lavoratori della Cooperativa e dei volontari delle associazioni del terzo settore che sono al fianco delle comunità, dei territori in questo difficile momento.

Il documentario è un diario corale in cui si ripercorrono i momenti cruciali dell’emergenza Covid-19, che ha delineato nuove priorità e ridisegnato i confini delle esigenze quotidiane, attraverso storie che fanno sentire la comunità parte di una storia condivisa.

Coronavirus, un’ordinaria giornata particolare” è disponibile sul sito di Coop Alleanza 3.0 al link all.coop/vicinidistantiinsieme e sul canale Youtube della Cooperativa.

Il documentario è un modo di dire grazie a tutti per l’impegno straordinario, ascoltando le voci di una umanità pulsante e viva che parla un linguaggio comune: quello dell’inclusione, della solidarietà e della cooperazione perché è solo pensando da comunità che supereremo insieme questa emergenza. Coronavirus, un’ordinaria giornata particolare si focalizza anche sulle nuove relazioni “a distanza di un metro”, sulle nuove forme di solidarietà, sulle azioni derivanti dall’essere una cooperativa vicina alla comunità, alla vita delle persone, e del territorio.

Edenred stipula accordo con grocymarket

Edenred sigla una nuova partnership con il supermercato online grocymarket, attualmente attivo a Milano, ma con progetti di espansione in tutta la Lombardia. In questo modo estende alla grande distribuzione la spendibilità del Ticket Restaurant.

grocymarket, oltre ad essere un vero e proprio supermercato online con più di 3000 prodotti di tutte le categorie merceologiche, è attento all’ambiente grazie al packaging totalmente riciclabile ed ecosostenibile. Garantisce anche elevati standard di sicurezza alimentare: trasporto in catena del freddo e controllo delle temperature sui mezzi di trasporto.

Edenred è l’unica azienda tra le società emettitrici di buoni pasto al momento accettata da grocymarket.

“Per Edenred, legarsi a un progetto così innovativo come quello di grocymarket significa sposare la visione di un consumatore ormai pienamente maturo per un’esperienza d’acquisto cento per cento digitale  – dichiara Luca Palermo, Amministratore Delegato Edenred Italia – La nostra strategia full digital che permette l’utilizzo dei buoni pasto senza alcun supporto fisico, quindi non più carta né plastica grazie anche alla nuova app appena lanciata, mira a proporre la soluzione adatta a ogni esigenza, dal food delivery, alla spesa al supermercato. Incrementare sempre più la rete di partner e-commerce ci permette, dunque, di offrire ai nostri clienti diverse opzioni di spendibilità.”

“grocymarket rappresenta la naturale evoluzione dei punti vendita fisici to.market, andando sempre più incontro alle esigenze dei clienti. Aver integrato la possibilità di usufruire dei buoni pasto ci permette di rispondere alle necessità dei lavoratori i quali potranno utilizzare i loro Ticket Restaurant® per fare la spesa in modo digitale e smart” dichiara Raoul Meroni, co-founder di grocymarket.

 

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