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Aldo Pettorino (Sisa) nel consiglio direttivo di Adm

Aldo Pettorino, Presidente Ce.Di. SISA Campania s.p.a. fotografato nel suo ufficio a Gricignano di Aversa ph Mario Laporta ag. Controluce

Il Presidente di Sisa SpA Aldo Pettorino è entrato a far parte del Consiglio Direttivo di Adm, l’Associazione della distribuzione moderna. Ada rappresenta la Dmo del largo consumo la cui mission è quella di farsi portavoce del settore nei confronti della produzione industriale e agricola, contribuire a migliorare la filiera ed essere luogo di dialogo e confronto tra le principali associazioni della Dmo (Federdistribuzione, Ancc, Ancd).

È un riconoscimento importante per Sisa che ritorna a far sentire la propria voce nell’Associazione tramite il suo presidente nazionale.

Aldo Pettorino ha particolarmente apprezzato l’incarico che affronterà con il solito spirito di servizio, fornendo il proprio contributo di idee a favore delle migliori soluzioni che investono retail e industria.

«Sono orgoglioso della nomina quale componente del consiglio direttivo di Adm – dichiara Aldo Pettorino –. Ringrazio i colleghi che hanno voluto accettare la mia partecipazione, assicurando loro un fattivo contributo. I temi da sviluppare sono molti e il momento congiunturale è particolarmente complesso. Abbiamo bisogno di confronto e condivisione per ottenere i migliori risultati da mettere a disposizione delle nostre aziende e, in un’ottica più ampia, del sistema Paese. E questo sarà il mio impegno».

Piccolo e high-tech: Sephora lancia Flash, il pdv connesso

Si sviluppa su 100 mq anziché gli usuali 400 mq e due piani il nuovo concept che Sephora ha sviluppato a Parigi in rue de Rivoli, chiamato Flash (come l’e-commerce del marchio beauty lanciato dieci anni fa). Innumerevoli trovate digitali e una buona integrazione tra virtuale e reale contraddistinguono il nuovo store, che ha dimezzato la scelta di prodotti acquistabili direttamente in negozio ma dà facile accesso a oltre 14mila referenze di 150 marche, grazie all’e-commerce.

Inoltre, terminal interattivi, tablet a muro, scaffali digitali, specchi per selfie e le immancabili ricariche per cellulari completano la rinnovata shopping experience. Non mancano i servizi di Nail, eyelash e eyebrow Bar, Beauty Bar, Make Up bar mentre nel Flash Bar si può caricare il cellulare e ritirare i campioni omaggio.

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Crescono le vendite del Prosciutto San Daniele nel 2015

Si confermano i risultati positivi del comparto per il Consorzio del Prosciutto di San Daniele anche per i primi nove mesi del 2015 quando ha registrato una crescita del 3,7% sulle vendite (circa 2.200.000 prosciutti) e dell’11% sul preaffettato in vaschetta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nonostante i generali andamenti recessivi del mercato dei salumi che fa segnare un calo della spesa delle famiglie italiane del -0,8% sullo stesso periodo del 2014, il Prosciutto di San Daniele, in netta controtendenza, ha fatto registrare un +8,6% sugli acquisti delle famiglie italiane (elaborazione ISMEA sui dati Nielsen-settembre 2015). Il San Daniele vale in quantità il 12,2% dei prosciutti crudi italiani e il 14,7% della spesa in valore.
Avanza il pre-affettato in vaschetta, un formato pratico che incontra il favore dei consumatori. A fine settembre, le confezioni di prosciutto di San Daniele affettato prodotte, sono state oltre
14.100.000 segnando +11% sullo stesso periodo dell’anno scorso.
I dati di export nei principali mercati esteri completano il poker di segni positivi. Da gennaio a settembre 2015, cresce del 10,36% la quota sul totale delle vendite in Europa (nei principali mercati di Belgio, Germania, Regno Unito e Francia). Stesso incremento con una crescita del
10.7% se si analizza il mercato extra Unione Europea: Australia, Giappone, USA e Svizzera rispetto allo stesso periodo del 2014.
«In linea con il trend positivo registrato su tutto il 2014, i risultati dei primi tre trimestri di quest’anno confermano e premiano la politica dei produttori del Prosciutto di San Daniele -spiega il direttore generale del Consorzio Mario Emilio Cichetti– Focalizzarsi nel mantenere i più elevati standard qualitativi del prodotto dà i suoi frutti in termini di vendite, sia in Italia che all’estero».

Nielsen: cesce la fiducia degli italiani, ma 1 su 4 risparmierà ancora sulla spesa

Mandano segnali incoraggianti i dati dell’ultima Global Consumer Confidence Survey di Nielsen: l’indice di fiducia degli italiani cresce infatti di 4 punti rispetto al trimestre precedente e di ben 10 punti se raffrontato al dato di un anno fa, attestandosi a quota 57. Diminuisce nettamente poi chi ritiene che il Paese sia ancora in crisi (89% vs.96% nel terzo trimestre 2014). Un italiano su quattro (26%) è propenso a spendere per viaggi e vacanze dopo aver coperto le spese essenziali.

«Il livello di fiducia degli italiani è tornato a quello registrato nel primo trimestre dell’anno, al valore più alto dal 2011 – ha dichiarato l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia –. Variazioni positive si sono osservate sia nella visione della propria situazione lavorativa che nello stato finanziario personale. Nel complesso le vendite dei beni di largo consumo hanno riscontrato un incremento dell’1.5% nei primi 8 mesi del 2015, incremento trainato dalla spesa delle famiglie a reddito elevato localizzate soprattutto al Nord. Segnali di debolezza nei consumi provengono, invece, dalle famiglie più povere nel Sud del Paese. Si può affermare che l’Italia, come i due terzi dei Paesi europei, ha imboccato la strada della ripresa, anche in presenza di segnali altalenanti. Nel terzo trimestre la nostra economia ha confermato le indicazioni di crescita emerse a inizio anno nonostante la decelerazione delle esportazioni, condizionate dal rallentamento delle economie dei mercati emergenti. L’inversione di tendenza del trend occupazionale può essere indicata come la chiave di volta del miglioramento della fiducia del consumatore italiano. In sintesi, le
famiglie stanno di nuovo diventando, seppure moderatamente, centri di produzione di reddito e non solo di spesa».

Il 13% degli italiani rivela una visione positiva della propria situazione lavorativa, valore in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 7% dello scorso anno. La percezione dello stato delle finanze personali è buona per il 21% degli intervistati (+6 punti percentuali vs. terzo trimestre 2014). Diminuiscono al 56% (vs. 60% tendenziale) coloro che dichiarano che il tunnel della crisi durerà per altri 12 mesi.
Continua però l’apprensione per lo stato occupazionale (22%), per l’economia generale (8%), per la salute (9%), per il fenomeno immigratorio (8%, +3 punti percentuali vs terzo trimestre 2014).
L’Italia poi è ancora un Paese di risparmiatori: il 40% è propenso a gestire in forma conservativa e prudenziale le somme di denaro che rimangono dopo aver coperto le spese essenziali.Tra coloro che, invece, evidenziano un maggiore orientamento agli acquisti, il 29% preferisce spendere per nuovi vestiti, il 20% per svaghi fuori casa. Mentre il 23% degli italiani dichiara di non riuscire a risparmiare nulla alla fine del mese.
Sul tema delle azioni di “spending review” messe in campo dagli italiani, è in sensibile contrazione la quota di quanti intendono controllare la spesa (64% vs 72% dell’anno precedente). Il 54% controlla gli acquisti per risparmiare sui vestiti (11 punti percentuali in meno rispetto al 65% di un anno fa). Diminuisce la percentuale degli intervistati decisi a non spendere per piatti pronti e take away (-9 punti rispetto al 65% del terzo trimestre 2014). Il 56% intende tagliare sui divertimenti fuori casa (valore stabile rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, al 57%). In calo la quota del campione che applica risparmi sulle vacanze (41% vs 44%).
In merito ai comportamenti d’acquisto che gli italiani dichiarano di voler mantenere anche in caso di miglioramento delle proprie condizioni economiche, un italiano su 4 continuerà
a risparmiare sulle bollette di luce e gas e sulla spesa al supermercato orientandosi verso brand economici. Il 23% si manterrà cauto nei pranzi fuori casa, mentre è il 21% la quota di quanti continueranno a risparmiare sulle spese per l’auto.

 

Fiducia globale mai così alta dal 2006

La Global Consumer Confidence Survey è realizzata da Nielsen su un campione di 30.000 individui in 60 Paesi, tra i quali l’Italia. Anche a livello globale si riscontra un generalizzato incremento dell’indice di fiducia che, con un incremento di 3 punti vs trimestre precedente, fa segnare il livello più alto dal 2006 (quota 99). Il risultato è da ricondurre soprattutto alle performance dei Paesi occidentali. In particolare, gli Stati Uniti fanno registrare un incremento mai verificatosi nella misurazione del proprio indice di fiducia (+ 18 punti, raggiungendo quota 119). Si posizionano in questo modo al secondo posto nel Mondo dopo l’India, che fa osservare il punteggio più alto (131, pur rimanendo stabile sul trimestre precedente). In declino, invece, Asia Pacifico (- 1, totale 106) e America Latina, che scende di 2 punti (81). Stabili, a 94 punti, Africa e Medio Oriente. Da segnalare anche che in Cina l’indice ha subito un declino di un punto (106) e di tre punti in Giappone (80).
I 10 Paesi che hanno riportato gli indici di fiducia migliori sono dunque: India 131, Usa 119, Filippine 117, Indonesia 116, Thailandia 111, Danimarca 109, Arabia Saudita 109, Emirati Arabi 107, Cina 106, Vietnam 105.
L’Europa cresce complessivamente di 2 punti sul trimestre (a 81 punti), raggiungendo il livello più elevato dal 2008, grazie ai valori positivi registrati in 21 nazioni su 32 (66%) e nonostante la decrescita di 9 paesi e la stabilità di due. Da sottolineare il dato della Germania (+3 punti, totale a 100) e della Gran Bretagna (+4 punti, totale 103, punta record), le due economie forti del Vecchio Continente. Polonia e Portogallo hanno rispettivamente incrementato di 10 e 9 punti (a 80 e 66), le variazioni positive più alte in Europa. Il mercato russo è ancora in crisi, tanto che fa rilevare un calo dell’indice pari a 4 punti (74).

La PL Consilia cresce anche ad agosto, trainata da freddo e ortofrutta

L’estate non ha fermato gli acquisti e anche ad agosto le vendite dei prodotti a marchio Consilia aumentano a valore del +4,3%. Una tendenza che risulta essere di gran lunga superiore alla media degli altri prodotti a Marchio del Distributore. La rilevazione periodicamente effettuata dalla Business Intelligence del Consorzio SUN – Supermercati Uniti Nazionali è frutto di un’analisi dei dati IRI relativi al totale Italia Iper e Super. L’incremento maggiore si è avuto per le Private Label dell’ortofrutta +13,6%, del freddo +9,9% e delle bevande +8,7%. Più contenuto l’incremento delle vendite dei prodotti a Marchio del Distributore del fresco +4,1%, della cura della persona +3,9% e della drogheria alimentare +1,9%. Non mancano ancora i prodotti delle Private Label che hanno fatto registrare ad agosto una flessione nelle vendite e sono: pet care -2,4% e cura casa -0,4%.

Per quanto riguarda i prodotti a marchio Consilia si registra quasi per tutti un incremento delle vendite a doppia cifra e l’aumento più consistente è stato per le referenze del freddo +52,9%, a seguire: ortofrutta +18,9%, fresco +13,7%, pet care +13,2%, bevande 12,2%, cura casa +10,3%, drogheria alimentare +10,2%, mentre hanno subito una flessione le vendite dei prodotti della cura della persona pari a -11,5%. “

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«L’andamento delle vendite del brand Consilia – ha detto il Direttore Generale del SUN – Supermercati Uniti Nazionali Dott. Stefano Rango – sta rispettando le nostre previsioni. Le strategie decise dal Consiglio di Amministrazione si stanno rivelando efficaci. Un altro dato di periodo che è particolarmente importante per il nostro Consorzio è quello relativo al fatturato del Gruppo. Secondo i dati diffusi dalla rilevazione Nielsen Like4Like10000, riferito a Iper, Super e Libero Servizio, il progressivo tra gennaio e luglio mostra per il gruppo SUN un aumento del +5,9% il più alto in assoluto tra tutti i player italiani. Un risultato che trova conferma anche nell’incremento del fatturato relativo al solo mese di luglio che segna un aumento del +4,7%. Dati che confermano come i prodotti con il brand Consilia siano sempre più presenti nei carrelli della spesa dei consumatori».

Amazon torna alle origini e apre una libreria (vera) a Seattle

Ha aperto i battenti ieri (“di legno”, ci tengono a sottolineare nel “comunicato ai lettori”) la prima libreria “reale” di Amazon, all’interno dell’Università di Seattle.

3_FINAL_WTEXT._V289768024_Sembra davvero ironico che il sito online diventato onnivoro e omnicompensivo, ma nato vendendo online proprio libri di carta, apra una “vecchia” libreria, con scaffali di legno e atmosfera ovattata. Ma non si tratta certo di ritorno al passato: Amazon Books, così si chiama,  “è una estensione fisica di Amazon.com. Abbiamo applicato venti anni di vendite di libri online per costruire un negozio che integri i vantaggi delle vendite di libri offline e online”.

1_FINAL_WTEXT._V289768024_Cosa significa ciò, è presto detto: i libri sugli scaffali sono scelti basandosi sui voti dei lettori, le vendite e le prevendite di Amazon.com ma anche il giudizio dei curatori. Per avere più informazioni mentre si scorrono i titoli i libri si affacciano all’esterno e sono accompagnati da un cartoncino che mostra i voti e le recensioni dei lettori.

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I prezzi sono gli stessi del sito, il che evita la scocciatura di comparare i prezzi con l’online. L’app però resta a disposizione per fornire ulteriori informazioni o – se proprio lo si desidera – acquistare online, magari uno dei milioni di titoli che giocoforza non possono essere contenuti tutti in una libreria reale, oppure la versione digitale.

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A disposizione dei clienti per la prova ci sono poi i dispositivi Amazon, Kindle, Echo, Fire TV e Fire Tablet.

 

La spinta gentile di #ogilvychange aiuta le persone a prendere decisioni (e le imprese a comunicare)

Come può una campagna di comunicazione stimolare e favorire cambiamenti positivi nelle abitudini delle persone? È per rispondere a questa domanda che nasce #ogilvychange, la unit italiana di Ogilvy & Mather presentata ieri, che si propone di integrare i più recenti studi di psicologia cognitiva e sociale e di economia comportamentale con le competenze in comunicazione del Gruppo.

Nata nel 2012 nel Regno Unito per iniziativa di Rory Sutherland, Vice Chairman di Ogilvy & Mather UK, #ogilvychange opera anche in Italia per realizzare progetti di comunicazione con forte impatto culturale e sociale partendo dalle conoscenze sui principi teorici che condizionano il comportamento individuale all’atto di qualsiasi scelta e che in genere non sono considerati dalle comuni analisi di mercato.

«Nei momenti decisivi, le persone compiono scelte economiche che riguardano cibo, salute, investimenti o viaggi sull’onda di percezioni, sentimenti e condizionamenti sociali che spesso scavalcano la logica e che, perciò, tendono a sfuggire agli studiosi di economia», dichiara Guerino Delfino, CEO & Chairman di Ogilvy & Mather Italia. «Per questo, ancora una volta, abbiamo voluto rompere gli schemi e inaugurare un innovativo approccio di comunicazione in Italia, integrando nei nostri progetti competenze provenienti dall’ambito delle Behavioural Sciences, per metterle al servizio di quanti vogliono promuovere cambiamenti positivi nei comportamenti sociali».

Le conoscenze messe in luce dalla Behavioural Economics vengono oggi applicate efficacemente anche in ambiti non strettamente economici, ma legati alla vita di tutti i giorni. Questo ambito di applicazione è stato definito Architettura delle scelte (Thaler & Sunstein, 2008) e spazia dalle politiche sociali alla comunicazione pubblicitaria.

Particolare rilievo ha assunto, negli ultimi anni, la pratica del Nudging, intesa come un’applicazione dell’Architettura delle scelte a temi di forte rilievo sociale e con un approccio etico, rispettoso delle libertà di scelta e dei valori dell’individuo (Thaler & Sunstein, 2008).

L’attività è finalizzata allo sviluppo e all’applicazione di strumenti utili a indirizzare le persone verso comportamenti orientati al benessere individuale e sociale. Il nostro lavoro si ispira ai principi del Nudging, in italiano “spinta gentile”.

Il Nudging nasce da un assunto di base: molti comportamenti dannosi sono messi in atto e/o mantenuti da scelte irrazionali. Spesso infatti siamo influenzati da elementi contestuali di cui non siamo consapevoli e che tuttavia ci conducono a commettere errori di valutazione (es. mangiare cibo spazzatura, guidare sotto l’effetto d’alcool, fare poca attività fisica, ecc…). Per questo motivo, l’utilizzo di una “buona” architettura delle scelte, ovvero un’impalcatura contestuale che faciliti comportamenti virtuosi, è spesso sufficiente per permettere alle persone di comportarsi in maniera più funzionale, in linea con i valori in cui credono.

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Le aree in cui #ogilvychange opera

Coordinata da Filippo Ferraro, Head of Planning, la nuova unit #ogilvychange si avvale della collaborazione e contributo scientifico di IESCUM – Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano. Grazie a questa partnership, il team italiano di #ogilvychange lavora già da tempo al fianco di esperti italiani e internazionali con una vera e propria unit deputata a sviluppare idee e progettualità che stimolino e favoriscano cambiamenti positivi nelle attitudini dei consumatori. Tra gli esperti, Francesco Pozzi, Psicologo e Analista del Comportamento e docente a contratto di Behavioral Economics all’Università IULM.

«Negli ultimi anni, gli studi scientifici sui fattori psicologici, cognitivi ed emozionali che impattano sulle scelte economiche dei singoli ci hanno lasciato in eredità conoscenze e tecniche che hanno amplificato in modo incredibile le capacità predittive e di comprensione del marketing», sottolinea Rory Sutherland, Vice Chairman Ogilvy & Mather Group UK. «La conoscenza delle piccole sfumature che modificano il modo in cui la gente reagisce in ambito locale, regionale o nazionale fa realmente la differenza nel portare il cambiamento desiderato nella società, vincendo inerzie che altrimenti richiederebbero un lentissimo lavoro di sensibilizzazione e persuasione».

Previsioni Iri: il largo consumo torna a sorridere. E nel 2016 si recupera il calo 2013-14

Iri ha diffuso le nuove previsioni sui consumi, che confermano un andamento positivo per il largo consumo confezionato.

Siamo di fronte a una ripresa economica fragile e tutt’altro che consolidate – si legge nella nota – però sia i dati macroeconomici che le misurazioni censuarie di IRI documentano che stiamo assistendo ad una rinnovata fiducia sui mercati che stanno reagendo positivamente. IRI osserva anche con una crescente predisposizione agli acquisti dei prodotti di primaria necessità, fra cui il Largo Consumo Confezionato.

Se come auspichiamo, l’inversione del ciclo negativo si confermerà i consumi di prodotti di base (di cui il Largo Consumo è icona) continueranno a crescere.

2015 a +1,7% in volume. Le previsioni di IRI indicano una chiusura del 2015 con un andamento dei volumi pari al +1,7% (Vendite a valore a prezzi costanti) per il 2015 ed un ulteriore +1,1% per il 2016. Per quanto concerne l’andamento della spesa monetaria IRI prevede una chiusura d’anno con un andamento delle vendite a valore pari al +2,5%. Nel 2016 resterà un andamento positivo ma leggermente più ridotto: +1,9% (non dimentichiamo che il 2015 ha beneficiato di una stagione estiva eccezionalmente favorevole per i prodotti stagionali, ad esempio gelati, bevande, ecc.).

I freni alla crescita. La crescita non sarà tumultuosa a causa di tre fattori principali.

  • Il primo è che la rinnovata fiducia sul potere di acquisto di medio periodo delle famiglie italiane si riverserà (e si sta già verificando) soprattutto verso l’acquisto di beni durevoli.
  • In secondo luogo la crescente multicanalità (strutture specializzate, e- commerce, ecc.) che il “nuovo consumatore” ha sperimentato durante gli anni difficoltosi della crisi si andrà ulteriormente a consolidare attraendo ancora parte degli acquist
  • Infine, i forti cambiamenti nei comportamenti di consumo sviluppati dalle famiglie italiane nel corso della crisi permangono determinando un approccio più consapevole e attento agli sprechi.

Le responsabilità delle inefficienze di filiera. La caduta del ciclo economico è stata un’importante causa del calo delle vendite del Largo Consumo durante gli scorsi anni, tuttavia sono soprattutto le concomitanti inefficienze degli operatori dell’Industria della distribuzione (produttori e distributori durante il biennio 2013-14) ad avere compresso il trend degli acquisti. È evidente che questi due fattori sono correlati fra loro: infatti, le inefficienze di filiera sono in buona parte la conseguenza dell’adozione estesa di tattiche di brevissimo periodo – principalmente attività promozionali – volte a sostenere i volumi in un contesto di oggettiva difficoltà della domanda sui mercati di consumo.

Il miglioramento del clima economico sta aiutando la filiera a rivedere le proprie strategie e ciò permette un recupero della capacità delle leve di marketing di incontrare il favore del nuovo consumatore, un’inversione di approccio che pensiamo continuerà anche nel 2016.

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I prezzi. L’aumento dei prezzi nel 2012 e 2013 (aumento dei costi delle materie prime e inasprimento della fiscalità indiretta) ha contribuito a frenare gli acquisti. Questo elemento ha ridotto la sua rilevanza nel 2014 in concomitanza con la “disinflazione” del comparto. Tuttavia i prezzi hanno ripreso ad evolversi moderatamente in positivo nel 2015 (tendenza prevista continuare anche nel 2016) rallentando in parte il rilancio dei volumi. Il fatto però è racchiuso all’interno di margini fisiologici, complessivamente coerenti con l’inflazione attesa per il sistema economico generale.

Il prezzo medio del carrello della spesa crescerà in linea con l’inflazione generale del Paese (+0,8% nel 2016).

Per quanto concerne l’andamento a volume dei differenti comparti, nel 2016 si prevede il consolidamento della fase positiva con l’eccezione dei comparti stagionali (che risentiranno di un rimbalzo sull’estate molto favorevole del 2015).

Con le isole Almaverde Bio, Canova testa con Conad un nuovo format di vendita per l’ortofrutta biologica

È partito da qualche settimana con un test in due reparti ortofrutta ad insegna Conad Ipermercato, nei Centri Commerciali Punta di Ferro di Forli’ e Le Befane di Rimini, un progetto innovativo di grande rilevanza per lo sviluppo dei consumi del biologico.

Si tratta di isole dedicate interamente all’ortofrutta biologica, a marchio Almaverde Bio, con vendita assistita e totalmente gestite dalla Società Canova del Gruppo Apofruit, licenziataria esclusiva del marchio Almaverde Bio per l’ortofrutta fresca.

Le isole Almaverde Bio sono aree espositive di circa 20 metri quadri a vendita assistita dei prodotti venduti sfusi in cui si può trovare: l’accoglienza del negozio specializzato, la velocità di acquisto del supermercato e soprattutto i consigli e le promozioni con assaggio dei prodotti di stagione.

isolabella«Siamo molto soddisfatti dei primi risultati – dichiara Ernesto Fornari, Direttore di Canova – le vendite sono in continuo incremento e quello che più sorprende è l’apprezzamento dei clienti per l’ampia scelta di prodotti. Le isole Almaverde Bio presentano, infatti, la più vasta gamma di offerta di ortofrutta biologica esistente sul mercato con oltre 100 referenze che vanno dai prodotti esotici, al Km 0, dalla zucca, allo zenzero, dalla prima alla quarta gamma, alla frutta secca ai legumi e cereali secchi . La scelta del prodotto sfuso inoltre – sottolinea Fornari – asseconda la crescente esigenza dei clienti di evitare gli sprechi ed eliminare, il più possibile, l’immissione di rifiuti nell’ambiente con un effetto positivo sul contenimento dei prezzi di vendita».

Una caratteristica molto apprezzata delle isole Almaverde Bio è la profondità di gamma: l’ampia scelta di prodotti e la declinazione dell’offerta in una gamma completa rendono l’atto di acquisto un piacevole viaggio di conoscenza alla scoperta di novità poco note, di curiosità, di prodotti di nicchia di non facile reperibilità.

«Oggi – conclude Fornari – il consumatore di biologico è sempre più consapevole nella scelta di prodotti che oltre al gusto gli garantiscono contenuti salutistici ed è per questo che abbiamo concentrato il nostro impegno nella offerta di una gamma che possa soddisfare appieno queste esigenze. Nelle isole Almaverde Bio è possibile trovare l’introvabile, con una attenzione speciale per il benessere e la salute dei nostri client».

Il progetto test partito, al momento in due punti vendita in Romagna si trova in sinergia con la scelta di guidare il cliente evoluto e con esigenze alimentari speciali nell’acquisto di prodotti dedicati. È il caso del Conad Ipermercato di Rimini in cui, oltre all’isola Almaverde Bio sono presenti aree ben evidenziate dedicate alla scelta bio, vegetariana, vegan, gluten free in un’ottica di attenzione ai nuovi stili di vita.

Il test, nel breve periodo, potrà ampliarsi sull’intero territorio nazionale offrendo ai consumatori la più vasta scelta di biologico a marchio presente oggi sul mercato, ad un prezzo contenuto.

Per le mele VIP Val Venosta La Spagna si conferma mercato strategico

In occasione di Fruit Attraction, la più importante Fiera del settore ortofrutticolo della Spagna, il Direttore Commerciale di VI.P, l’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta, Fabio Manesco (nella foto), ha commentato i dati relativi all’ultima stagione di vendita.

«Nella stagione 2014-2015 VI.P è riuscita a mantenere un sostanziale equilibrio tra le diverse destinazioni, come previsto dalla propria pianificazione. Nello specifico, il 50% del prodotto è venduto sul mercato nazionale ed il restante 50% orientato all’estero.

La Spagna continua a rappresentare il 7-8% della produzione, con volumi assoluti in aumento del 10% c.a. rispetto alla stagione precedente – afferma Zanesco – e le destinazioni europee principali, nonché mercati strategici di riferimento, si confermano Germania, Scandinavia, Penisola Iberica ed Est-Europa.

La maggior parte delle vendite è riconducibile alla varietà per eccellenza, la Golden Delicious, per seguire con gli oltre 2/3 legati al marchio proprio e il 15/20% imputabili alle rosse e bicolore come la Red Delicious, la Kanzi, la Gala e la Pinova che stiamo ulteriormente sviluppando per implementare l’intera gamma. Infine – conclude Zanesco – diventano sempre più interesanti aree come Nord-Africa e Medio Oriente, per le quali si stanno delineando strategie stabili e numerose opportunità future».

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