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Asiago, un 2015 all’insegna della crescita. Anche nell’export

Asiago DOP chiude il 2015 in buona salute grazie all’efficace applicazione del piano di crescita programmata, garantendo un trend di sviluppo costante e regolare di produzione, vendite ed export.

Nel 2015, Asiago DOP vede una crescita delle produzioni totali che passano da 1.626.562 a 1.642.368 forme, con un aumento dell’1% complessivo rispetto all’anno precedente. Grazie alla strategia di sostegno ai produttori e all’azione di valorizzazione che il Consorzio di Tutela ha attuato nell’anno appena trascorso, l’aumento produttivo si conferma e consolida anche per l’Asiago DOP Prodotto della Montagna, prodotto e trasformato interamente al di sopra dei 600 metri in 52.802 forme nelle due tipologie, Fresco e Stagionato.

Sul mercato interno, il formaggio Asiago prosegue il suo cammino di sviluppo sostenibile e può contare oggi su un positivo aumento delle famiglie acquirenti e un indice di penetrazione sull’universo dei consumatori del 53%, con un aumento, rispetto al 2014, del 2,5% (dati GFK-Eurisko) a fronte del perdurare di un trend di mercato che ha visto la riduzione della spesa media d’acquisto.

“Il 2015 ha dimostrato che favorire condizioni di maggiore equilibrio tra offerta complessiva e domanda del mercato è la strada da percorrere, a vantaggio di tutta la filiera produttiva così come dei consumatori” – afferma il Presidente del Consorzio, Fiorenzo Rigoni.-“In quest’ottica, il piano di regolazione dell’offerta varato dal Consorzio rappresenta un imprescindibile strumento per ottenere una crescita a ritmi sostenibili e tutelare il reddito degli allevatori. Questa è la direzione che perseguiremo con energia anche nei prossimi anni.”

Per quanto riguarda i mercati esteri, le esportazioni di formaggio Asiago nel 2015 si consolidano dimostrando una volta di più che i fattori di tipicità propri delle produzioni DOP sono l’elemento chiave di successo dell’offerta italiana di qualità nel mondo. I primi dieci mesi del 2015 si chiudono con un + 6% della vendita a volume mentre sono da segnalare, tra i paesi più dinamici del 2015, l’Australia e le conferme dei mercati “storici”: USA, Svizzera, Francia e Germania.

Snack Leni’s in avancassa, pratici, sani e naturali

Snack sani e gustosi in avancassa: da tempo si ventila il proposito di proporli in quest’area strategica dello store. E oggi un esempio è la conquista della ”pole-position” nella GDO da parte degli spicchi di mela Leni’s.

Interpreti dei moderni stili di consumo, le mele di IV gamma Leni’s sono lo snack ideale per il consumatore che non vuole rinunciare alla praticità, pur ricercando la freschezza e le proprietà nutrizionali della frutta. Il primo test per posizionare gli spicchi di mela Leni’s in avancassa è partito nella catena di supermercati U2 (Gruppo Finiper), che hanno scelto il punto vendita di Meda, in Brianza, per introdurre la novità. L’obiettivo è quello di replicare la scelta in altri punti vendita del gruppo UNES.

Nei supermercati e negli ipermercati U2 è già possibile trovare in avancassa frutta secca e altri prodotti salubri al posti di dolciumi e caramelle, con lo slogan “Snack controcorrente”. Da oggi, accanto alla cassa nel supermercato brianzolo il consumatore potrà trovare anche il banco frigo con i prodotti freschi Leni’s: le gustose fettine, già tagliate e pronte al consumo, insieme alle mousse in vasetto di vetro. Una alternativa golosa all’acquisto d’impulso dei clienti, uno snack moderno e sfizioso con tutta la leggerezza della mela fresca.

“La scelta di Unes coincide esattamente con la nostra filosofia di prodotto: riconquistare i clienti che hanno smesso di consumare frutta fresca per questione di comodità – afferma Klaus Gasser, direttore di VOG Products – l’obiettivo di Leni’s è quello di proporre un modo alternativo di mangiare la mela, più pratico e vicino agli attuali trend di consumo. L’avancassa è il posizionamento principe per uno snack sano e gustoso”.

 

Olio, a peso d’oro: nel 2015 rincari del 19,8%

Olio di Oliva nei supermercati europei: il prezzo sale vertiginosamente. Ad evidenziarlo un recente studio di IRI che ha registrato mediamente un rincaro pari al 19,8% durante lo scorso anno.

Due le cause principali di questi aumenti: da una parte l’epidemia degli Ulivi che ha colpito la Puglia da ormai due anni e che sta causando il disseccamento di oltre un milione di piante; dall’altra la scarsità del raccolto in Spagna, principale produttore in Europa, che è cominciata già dal 2014 con impatti significativi sulla produzione.

Schermata 2016-02-09 a 12.52.02I produttori e i distributori che commercializzano offerta a marchio, durante lo scorso anno, hanno applicato rincari sui prodotti per coprire gli incrementi della materia prima cui dovevano sopperire. Il risultato è stato che gli acquirenti hanno speso 231 milioni di Euro in più per l’acquisto di Olio di Oliva, facendo così registrare un trend delle vendite a valore pari al +9,5% (per un totale di 2,7 milioni di Euro).

L’aumento dei prezzi è stato più consistente in Spagna, Italia e Grecia, paesi in cui l’Olio è uno degli ingredienti fondamentali della cucina locale. In particolare, rispetto all’anno precedente, durante il 2015 si è registrato un incremento di prezzo del +27,2% in Spagna, del 21% in Italia e del 12,2% in Grecia.

Schermata 2016-02-09 a 12.49.29Le conseguenze sui consumi

Come c’era da aspettarsi con i rincari, che hanno registrato tassi maggiori verso la fine dello scorso anno, i consumatori hanno ridotto gli acquisti.

Le analisi di IRI indicano un calo delle vendite di Olio di Oliva in tutti i paesi ad eccezione dell’Italia, dove gli andamenti sono rimasti quasi piatti. Al contrario in Grecia si registra un ”tonfo” pari al -18% ed in Spagna pari al -16,2% rispetto all’anno precedente.

E’ interessante inoltre evidenziare che anche le altre tipologie di prodotto sono in calo nei paesi considerati nell’analisi IRI, cosa che sta ad indicare che gli shopper non fanno switch verso altre varianti di Olio anche a fronte di prezzi cedenti (-0,9%).

Marche del distributore: rincari maggiori.

In tutti i paesi, ad eccezione della Gran Bretagna, il rialzo di prezzo delle marche del distributore è stato maggiore rispetto al totale categoria, fattore comune quando aumentano i costi delle materie prime. Tuttavia, il rincaro dei prezzi della Marca Commerciale ha avuto solo un lieve impatto sui consumi di Olio di Oliva (-0,5 punti rispetto all’anno precedente). Ci sono comunque grosse differenze da paese a paese.

In Spagna, per esempio, dove la marca del distributore ha una tradizione molto forte, il rialzo dei prezzi dell’Olio di Oliva è stato molto simile tra marca industriale e private label (rispettivamente 26,6% e 28,6%). Al contempo la marca del distributore è cresciuta in termini di quote a volume di 3,1 punti, segnando un aumento delle vendite del 13.3% e raggiungendo i 529 milioni di euro.

La Gran Bretagna evidenzia trend analoghi alla Spagna in termini di evoluzione delle quote a valore della marca commerciale, con un aumento di 5,3 punti rispetto al 2014 (da notare che si tratta della crescita più alta registrata nei sette paesi coinvolti nell’analisi). Questo fenomeno è stato causato con ogni probabilità dal forte rialzo dei prezzi dell’Olio di marca (+6,1%) mentre le marche commerciali hanno segnato una diminuzione del 1,8%.

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In Francia, invece, si è assistito al fenomeno opposto. Dal momento che l’industria di marca è impegnata in una “feroce guerra” giocata sui prezzi, il rincaro dell’ dell’Olio di Oliva ha impattato solo le marche dei distributori con il conseguente calo della quota a volume (-7,2 punti rispetto all’anno precedente).

A causa del rialzo considerevole dei prezzi dell’Olio di Oliva di Marca i consumatori in Gran Bretagna preferiscono acquistare i prodotti dei distributori che risultano più convenienti.

“La produzione di Olio di Oliva è legata all’andamento metereologico della stagione, ma l’epidemia che ha colpito gli ulivi in Italia è un fattore completamente nuovo che ha avuto un qualche impatto sull’intero mercato Europeo. Addirittura si sono verificati episodi di furti nelle coltivazioni spagnole in quanto dall’Italia è emersa l’esigenza di aumentare l’approvvigionamento di materia prima da Spagna e Grecia”. – ha commentato Marco Raimondi, Business Insights Director di IRI. -“L’olio d’oliva, che è un prodotto di prima necessità nei paesi dell’Europa meridionale, sembra essere diventato un prodotto ‘premium’ per gli heavy user europei.”. Continua Raimondi.

Boyner Group sceglie My Collection di Dassault Systèmes

Boyner Group, la principale realtà di vendita al dettaglio in Turchia, ha adottato la soluzione “My Collection” di Dassault Systèmes.  Infatti, in seguito a un progetto per il miglioramento dell’efficienza operativa nel 2014, il gruppo ha deciso di investire in tecnologia avanzata per rispondere meglio alle esigenze dei propri clienti, acquisendo in particolare strumenti per gestire lo sviluppo di abbigliamento, accessori, borse, calzature e altre categorie di prodotti per tre delle sue aziende: Aymarka, Beymen e Boyner Retail.

Basata sulla piattaforma 3DEXPERIENCE, “My Collection” mette a disposizione di Boyner Group una soluzione digitale collaborativa che accelera il time-to-market, consentendo ai propri team di dedicare più tempo alle attività di pianificazione creativa.

Con “My Collection”  Boyner Group ha a disposizione un ambiente digitale unificato che collega tutte le figure coinvolte nel processo all’interno e all’esterno dell’organizzazione, integra la supply chain, aumenta la visibilità e la flessibilità, e supporta le decisioni relative a diverse categorie di prodotti. I team possono collaborare su un’unica piattaforma, senza sprecare tempo nella ricerca e nella duplicazione di dati, a favore delle attività di sviluppo e approvvigionamento. La soluzione consentirà all’insegna di ridurre l’incidenza di campioni errati, costi aggiuntivi, errori e ritardi in produzione, portando più velocemente sul mercato prodotti conformi alle richieste dei consumatori.

 

TuttoFood e Fruit Innovation, binomio vincente, insieme a Berlino

Tuttofood e Fruit Innovation: ecco i marchi con cui Fiera Milano, con la partecipata Ipack Ima, si è presentata alla ribalta di Fruit Logistica (3-5 febbraio) a Berlino.  In occasione del principale Salone dell’ortofrutta a livello mondiale, Fiera Milano ha organizzato per l’occasione un evento all’Ambasciata d’Italia.

L’evento ha visto la presenza e la fattiva collaborazione di Confagricoltura e dell’Associazione “Italian Sounding”, rappresentata dalle Camere di Commercio Italiane in Germania.

Dopo il saluto dell’ambasciatore d’Italia a Berlino Pietro Benassi, Domenico Lunghi, Exhibition Director Food & Tech di Fiera Milano e amministratore delegato di Ipack-Ima, in un welcome speech alla filiera agroalimentare italiana, ha illustrato in particolare il nuovo progetto di Fruit Innovation, orientato a cogliere in pieno le sinergie con il settore alimentare, rimarcando il passaggio dell’ortofrutta da prodotto agricolo – e quindi commodity – a specialty, prodotto valorizzato da una qualità complessiva, anche in termini di servizio.

“Conosciamo le esigenze del settore ortofrutticolo italiano – ha affermato Lunghi -, le abbiamo verificate durante le recenti convocazioni della cabina di regia di Fruit Innovation presieduta da Francesco Pugliese. Ne stiamo facendo tesoro. In particolare, Milano si candida ad ospitare la fiera unica dell’ortofrutta in Italia in contemporanea con Tuttofood, che è il terzo evento internazionale in Europa per il comparto agroalimentare e in questa direzione abbiamo lavorato anche negli ultimi mesi”.

All’evento di Berlino erano presenti presenti, tra i numerosi e qualificati invitati italiani e stranieri, il presidente di Confagricoltura Mario Guidi e, per il Parlamento Europeo, l’on. Paolo De Castro, incaricato da Bruxelles a coordinare la trattativa USA-UE sul commercio Ttip. Tra gli interventi, anche quelli dell’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Giovanni Fava e del presidente dell’Associazione Italian Sounding, Giandomenico Consalvo (l’associazione è impegnata a tutelare l’autenticità dei prodotti made in Italy).

Il settore food italiano vale, al consumo, 150 miliardi di euro ed è la seconda voce dell’economia nazionale dopo il settore meccanicoL’ortofrutta è una componente fondamentale del sistema agroalimentare nazionale: vale 11 miliardi di euro in quanto a produzione lorda vendibile, pari al 25% della PLV agricola, per una produzione pari a 25 milioni di tonnellate; comprende 462.500 aziende produttrici su quasi un milione di ettari coltivati. La tendenza che accomuna food e ortofrutta è caratterizzata sempre più dalla valorizzazione dei prodotti biologici, salutistici, etnici, pronti da consumare. E su questo Milano porrà particolare attenzione nell’abbinata Tuttofood – Fruit Innovation, grazie anche alla presenza contemporanea in quartiere del progetto Spazio Nutrizione, la nuova iniziativa in JV tra Fiera Milano e Akesios, che presenta un programma di convegni e corsi ECM realizzati con autorevoli Società medico-scientifiche e frequentati da medici, nutrizionisti, dietisti, operatori del benessere e farmacisti che incontreranno anche le imprese agroalimentare presenti in fiera.

Verallia: il gruppo diventa totalmente autonomo e inizia una nuova stagione

Intenso. Decisamente.
Per Marco Ravasi, dal 1° gennaio ad di Verallia, il 2015 non è certo stato di tutto riposo.
Proprio quest’anno, infatti, è stata perfezionata la vendita di Verallia ad Apollo Global Management e Bpifrance (detentori, rispettivamente, del 90% e del 10% del capitale).  E le cose da fare, i passi da compiere e le decisioni da prendere sono stati veramente tanti. E il tutto bruciando le tappe…
“Le basti sapere- ci racconta infatti Ravasi- che già il 4 aprile (a soli 3 mesi dal mio insediamento) mi sono trovato a dover presentare la società ai 5 potenziali compratori selezionati.
Dal quel fatidico 4 aprile, poi, nel giro di un mese soltanto si è arrivati all’offerta vincolante che ha condotto all’acquisizione. E a proposito di questo vorrei sottolineare come tutte le società abbiano messo sul tavolo un’offerta vincolante: evidentemente giudicando Verallia meritevole di un investimento importante…”

marco ravasiCi può raccontare la genesi di questa operazione?
Nasce da un cambio di strategia del Gruppo SG, sempre più focalizzato al business dell’edilizia, che nel 2007 aveva messo in vendita Verallia. E già allora si era profilata con chiarezza l’intenzione di Apollo di aggiudicarsi l’acquisizione.  Oggi, grazie al suo grande know how nell’ambito del packaging e del settore produttivo, e alla peculiare caratterizzazione di BPI (50% Stato Francese e per l’altro 50% cassa depositi) non solo viene garantita una continuità culturale all’interno di Verallia, ma si rafforza ulteriormente il focus nell’area industriale. E questo in virtù di un’ampia disponibilità economica, che ci consentire di impegnarci tanto nell’ambito della ricerca, quanto in quello dello sviluppo di nuove linee e di nuove tecnologie.
Criticità e soddisfazioni di questo primo anno?
Il vantaggio di essere diventato uno dei protagonisti di questa successione vorticosa di eventi, è che sono stato rapidamente messo nelle condizioni di conoscere a fondo la mia nuova azienda.  L’aspetto più problematico, sempreché tale lo si voglia e possa definire, è il ritmo serrato con cui si è dovuto lavorare. Oggi sono soddisfatto dei risultati e il mio è un bilancio positivo. Uno dei plus aziendali risiede proprio nel livello delle risorse umane, dei collaboratori con cui mi sono trovato ad operare quotidianamente. Ritengo che a fare la differenza sia l’estrema attenzione che abbiamo sempre dimostrato nei confronti dei nostri dipendenti.
Un requisito che nel 2014-2015 è valso all’azienda il riconoscimento di top employers. Ovviamente la flessibilità deve far parte di una strategia complessa e articolata che coinvolga tutte le funzioni aziendali. E questo senza ovviamente prescindere dagli aspetti prettamente industriali e da elevati standard di sicurezza e qualità, un ambito, quest’ultimo, su cui abbiamo investito 2,5 milioni di euro.

La crisi ha impattato sul vostro comparto?
L’economia globale ha segnato una battuta d’arresto, quantificabile nel biennio 2012-2013 in un –2,5% annuo. Nel 2014 finalmente il recupero. Si parla ancora di un +0,9%, ma il trend si è invertito. In questo contesto, segnato da un- 5/6%, quello del vetro si è comunque rivelato uno dei mercati più stabili, fermo al -0,5%.

Quali le principali iniziative  intraprese per il rilancio del settore?
Verallia ha deciso di muoversi su due asset: da una parte, per garantire i volumi, si è focalizzata sul mass market (va in questa direzione l’investimento di 65 milioni nello stabilimento di Gazzo Veronese). Dall’altra, per dare una valorizzazione maggiore a quei prodotti di alto livello che ne hanno bisogno, lavora costantemente sulla differenziazione, sulla personalizzazione e sul design. Un’operazione più di nicchia, insomma che si esprime al meglio nella nostra Selective Line, la linea di altissima gamma.

Quali scenari si apriranno adesso per l’azienda?  
Ritengo che questa rinnovata autonomia e la ritrovata agilità (siamo più piccoli, ma anche più smart) potranno proiettarci verso ulteriori sviluppi esterni, magari in aree ancora “vergini”. Niente di definito ancora, ma qualcosa è nell’aria.

Caviale romantico: per San Valentino Cavalier Caviar Club lancia una limited edition

Caviale romantico? in vista di San Valentino 2016, è  questa la proposta di Cavalier Caviar Club, il nuovo marchio premium presente nei migliori stores e supermercati nazionale e internazionali e nella grande distribuzione. Cavalier, sinonimo di maestria e artigianalità, porta con sé la sua italica passione, gentilezza e audacia all’interno di un club di eccellenze nel quale il caviale fa da stella polare, come punto di un’eccellenza frutto di lavoro e attenzione costante. Sotto la linea Cavalier Caviar Club sono presenti anche pregiati affumicati come storione, salmone, tonno, pesce spada, trota.

Per la festa degli innamorati viene dunque lanciata una limited edition (Prezzo consigliato al pubblico 19.50 €): del peso di 20 grammi per un piccolo momento gastronomico di puro piacere.

Le origini del prodotto

Il caviale Pacific Classic si ottiene dallo Storione Bianco (A. Transmontanus), uno dei più grandi al mondo, e le sue uova, di buona consistenza, sono di color grigio scuro e di grande diametro (2.8-3 mm). Caratteristica principale è il delicato sapore fruttato e l’irresistibile fragranza. Occorrono mediamente 11 anni di attesa per ottenere questo caviale prodotto in allevamenti sostenibili a Calvisano, in provincia di Brescia.

Consigli e abbinamenti

Per gustarlo al meglio, serve conoscere pochi ma essenziali elementi.

  • Il caviale va conservato sempre fresco, in frigorifero (tra -2°C e +2°C) sino al momento di servirlo mediante l’utilizzo di una vaschetta o di una coppa in cristallo immersa nel ghiaccio tritato.
  • Il caviale non va mai toccato con un oggetto metallico in quanto potrebbe alternarne i sapori: meglio preferire un cucchiaio in madreperla o in osso.
  • Il più classico dei rituali prevede che il caviale venga poggiato sul dorso della mano, fra pollice e indice, e degustato naturalmente, senza alcun accompagnamento particolare. La mano è fondamentale per trasferire la quantità giusta di calore consentendo al caviale di sprigionare meglio l’aroma e il sapore. In questo modo è possibile cogliere tutta l’essenza di questo cibo antico ma ancora tutto da scoprire.

Per quanto riguarda gli abbinamenti gastronomici, il più prezioso degli alimenti viene spesso associato a cibi meno lussuosi come uova sode, panna acida, erba cipollina, o burro non salato. In alternativa, è possibile accostarlo a cibi contenenti amidi leggeri quali patate e pasta.

Spaghetti al Caviale

Una semplice purea di patate ad esempio, può essere un piatto raffinato e delicato che permette di gustare al meglio le qualità del caviale. La purea va servita leggermente intiepidita, mentre il caviale deve essere servito a parte, in modo da non entrare in contatto con il calore della pietanza e da conservare intatta la sua fragranza.

Gli spaghetti al caviale sono uno dei piatti-culto di Gualtiero Marchesi che brilla per semplicità e nettezza dei sapori. Gli spaghetti, cotti al dente e raffreddati in acqua corrente, vanno conditi con extravergine e sale. Infine si aggiunge una piccola quantità di erba cipollina e scalogno tritato.

Si consiglia, infine, di accompagnare il tutto con bollicine pregiate o della vodka ghiacciata.

 

 

 

 

Tetra Pak conferma il successo di Tetra Rex: più di 100 mila consegne nel 2016

Tetra Pak prevede di consegnare più di 100 milioni di confezioni Tetra Rex® Bio-based​ ai propri clienti durante il 2016, rispondendo alla forte domanda per questo contenitore da quando è stato lanciato nel Gennaio 2015. La prima confezione al mondo interamente realizzata con materiali di origine vegetale ha guadagnato popolarità tra i consumatori di Finlandia, Svezia, Norvegia e Paesi Bassi, con marchi come Valio​, Arla Foods, Vermlands Mejeri​ ​e TINE.

Bjørn Malm, Head of Corporate Responsibility di TINE, uno dei clienti Tetra Pak che ha adottato il pacchetto, ha commentato: “Crediamo che il nostro modello di business sostenibile non sia solo un bene per l’ambiente, ma migliori anche la nostra competitività e contribuisca a differenziare il prodotto. Grazie a Tetra Rex Bio-based siamo stati in grado di fare un passo importante verso i nostri obiettivi ambientali e ci impegniamo a far si che a partire dal prossimo anno tutti i nostri cartoni per il latte siano rinnovabili”.

L’eccezionale profilo ambientale del pacchetto è stato riconosciuto lo scorso anno con sette premi, tra cui il primo posto nella categoria innovazione sostenibile alla cerimonia degli Ethical Corporation Responsible Business Awards.

“Il successo di Tetra Rex Bio-based nel suo primo anno è molto incoraggiante”, ha dichiarato Charles Brand, Executive Vice President Product Management & Commercial Operations di Tetra Pak. “Siamo orgogliosi di essere la prima azienda a fornire un pacchetto interamente realizzato con materiali di origine vegetale. Ogni confezione è rintracciabile alla sua origine, contribuisce a migliorare il posizionamento del marchio dei nostri Clienti e a comunicare con i consumatori. Si tratta di una pietra miliare per l’ambizione a lungo termine di Tetra Pak di fornire confezioni 100% rinnovabili.”

YourHR: nasce il primo network di professionisti che si propone come interlocutore delle aziende

YourHR® è il primo network italiano che aggrega professionisti di altissimo livello, con minimo 20 anni di esperienza in ruoli di vertice nelle strutture di Risorse Umane di primarie società, nazionali ed internazionali. L’obiettivo è affiancare le aziende, con servizi temporary, per ottimizzare assetti organizzativi e gestione del capitale umano, leve indispensabili per assicurare sostenibilità e successo al business.
In qualità di interlocutore delle piccole e medie imprese, YourHR® offre:

yourhrCAMBIAMENTO di visione sulle maggiori sfide che le aziende affrontano nella gestione del capitale umano, soprattutto in momenti di discontinuità legata alla crescita del business, alla necessità di estendere il proprio mercato al di fuori dei confini nazionali, o alla delicata gestione del ricambio generazionale.
SVILUPPO di soluzioni “tailor made”, per la definizione di strategie di sviluppo del Capitale Umano, interventi di riorganizzazione, analisi e ridefinizione dei processi aziendali in stretta collaborazione con le strutture IT, analisi valutativa della popolazione aziendale e creazione di strumenti di gestione. Sviluppo di programmi di formazione specifici per famiglie professionali o per strutture; definizione di politiche di remunerazione e premio, programmi di motivazione del personale e comunicazione interna, strategie di responsabilità sociale d’impresa e di gestione delle diversità.
EFFICIENZA, grazie a una rete di professionisti, capaci di coordinare l’intera area Risorse Umane in momenti critici, che prevedono la necessità di creare una struttura di Risorse Umane avanzata e adatta a supportare lo sviluppo del business, l’integrazione di aziende e culture diverse in casi di acquisizione, il varo di specifiche strategie di sviluppo o, al contrario, di forte contenimento dei costi.
“La nascita di yourHR® rappresenta un’importante novità nel panorama consulenziale italiano” afferma Dario De Gregorio, coordinatore di yourHR®. “ È il primo network italiano di professionisti dotati di un formidabile bagaglio manageriale, capaci di fare squadra ponendo a capitale le proprie competenze per creare un determinante valore aggiunto alle soluzioni proposte. Un team che, provenendo da importanti esperienze aziendali, è capace di intercettare con immediatezza le reali esigenze degli imprenditori e di fornire in tempi brevissimi risposte concrete ed efficaci. Per noi il valore del capitale umano è l’asset più importante di ogni organizzazione”.
Il modello di riferimento è quello di yourCFO®, che nell’ambito dei CFO service, ha creato un nuovo standard in Italia conclude Andrea Pietrini, managing partner di yourCFO® e membro dell’Advisory Board di yourHR®. L’obiettivo è di replicarne in fretta la crescita e i successi.

Inalca del Gruppo Cremonini acquisisce il marchio Manzotin

Generale Conserve S.p.A., azienda italiana specializzata in conserve alimentari, e Inalca S.p.A., società del Gruppo Cremonini leader in Europa nella produzione di carni bovine, hanno siglato un accordo che regola la cessione a Inalca dello storico marchio di carni in scatola Manzotin.

Manzotin è un marchio con oltre 50 anni di storia nelle carni in scatola italiane, lanciato negli anni ‘60. Grazie alla decisione delle due aziende, l’acquisizione garantisce che il marchio Manzotin continui ad essere un brand Made In Italy a tutti gli effetti. Infatti, da un punto di vista produttivo, le due aziende confermano che il passaggio rappresenta la valorizzazione e l’ottimizzazione della concentrazione delle rispettive filiere verticali.

L’esecuzione finale dell’accordo, che non ha richiesto approfondimenti da parte dell’Antitrust, è prevista entro il mese di marzo.

 

Inalca S.p.A.
La società del Gruppo Cremonini leader europeo nella produzione di carni bovine, è una delle poche aziende italiane a presidiare l’intera filiera produttiva. L’azienda nel 2014 ha realizzato ricavi per 1,49 miliardi di Euro, di cui il 50% realizzato all’estero. Vanta una presenza internazionale con 11 impianti produttivi (di cui 6 in Italia, 2 in Russia, 2 in Angola, 1 in Algeria) e 21 piattaforme logistiche di distribuzione (6 in Russia, 4 in Angola, 3 in Algeria, 3 in Congo, 3 nella Repubblica Democratica del Congo, 1 in Mozambico, 1 in Costa d’Avorio). Inalca commercializza ogni anno oltre 500.000 ton di carne, produce 100.000 ton di hamburger, 200 milioni di scatolette, con 7.200 referenze di prodotto e 3.000 dipendenti.

Generale Conserve S.p.A.
Seconda azienda del mercato tonno olio con quasi il 17% di quota in valore, chiude il 2015 con un fatturato netto di 187 milioni di euro in continuo incremento verso gli anni precedenti. Il fatturato dell’azienda è sviluppato per il 60% circa da marchi propri (ASDOMAR, indiscusso leader nel mercato premium, detiene una quota in valore nel mercato tonno olio totale di circa il 7%), per il restante 40% il da Private Label. A dicembre 2013 il marchio storico della tradizione agro-alimentare italiana, DE RICA è entrato a far parte del portafoglio di Generale Conserve, con l’obiettivo di gestirne l’intera filiera produttiva, così come realizzato per il marchio ASDOMAR.

 

L’articolo è stato pubblicato sul sito www.mixerplanet.com

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