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Retail Plaza: la rivoluzione digitale sotto i riflettori dell’Elfo Puccini

Le idee non vanno imposte. Al contrario bisogna discuterle: è, infatti, dal confronto tra posizioni diverse che il più delle volte nasce qualcosa di buono. E di nuovo.

Un laboratorio di idee, dunque, è l’auspicio di chi nel futuro ci crede. E ci spera. Per uscire  dal tran tran degli schemi imposti e (magari) andare oltre.

Ed è proprio con questo spirito (quello di avviare il cambiamento, partendo da un confronto dialettico) che è stato organizzato il terzo appuntamento di Retail Plaza by TUTTOFOOD, del prossimo 15 maggio al Teatro Elfo Puccini.

Davide Pellegrini

“Anche nei due precedenti appuntamenti di Retail Plaza il coinvolgimento dei consumatori è stato prioritario. Ma questa volta – ci spiega Davide Pellegrini che insieme a Claudia Maccarini ha contribuito a creare il format – si è deciso di andare ben oltre, ricorrendo alla perfomance teatrale, in un vero e proprio spettacolo delle idee il cui focus sarà la rivoluzione digitale nel retail.”

L’obiettivo?

Far capire al consumatore che la Distribuzione e il Largo Consumo hanno tante cose da raccontare: si continuerà a sviluppare  concetti già discussi nei mesi scorsi, ma con il supporto di un format più spettacolare.

 Ce ne racconta la genesi?

L’idea di iniziale è stata quella di fare qualcosa di diverso dal solito convegno. Il carattere poliedrico di TUTTOFOOD, che contiene in sé una doppia anima (quella B2B della manifestazione nel quartiere fieristico e quella B2C del fuori fiera), ha costituito un assist importante in quanto ha permesso a Retail Plaza di uscire dai confini del consueto per cimentarsi in una formula originale, alle luci della ribalta…

Parliamo quindi una performance teatrale a tutti gli effetti?

Infatti. Questa volta Retail Plaza ha scelto di parlare direttamente alla società civile, scegliendo una location inedita: il palco di un teatro e dando vita a uno spettacolo peculiare.

La performance prevede una partecipazione articolata, che metterà a confronto giovani attori emergenti e  manager della filiera che interverranno sia dal Palco che dalla platea, promossa – per l’occasione – al ruolo di Contropalco.

Gli attori vestiranno i panni di ipotetici consumatori e monologheranno su alcuni temi di attualità, spaziando dai nuovi sistemi di pagamento alle loyalty, dall’innovazione di servizio alla privacy fino all’engagement.

Alle loro performance faranno seguito i manager: i loro non saranno interventi aziendalisti, diciamo che il motivo ispiratore sarà piuttosto quello dei ted talks, caratterizzati da quel mood, un filino visionario, capace di coinvolgere il pubblico e stimolare il dibattito. Compreso quello del Contropalco.

Una bella scommessa. Senza dubbio, non facile. L’impresa più ostica?

Ottenere attenzione da parte dei manager e convincerli ad adottare una prospettiva più dialettica, più orientata al futuro e meno all’hinc et nunc. Però, alla fine, l’abbiamo spuntata.

Che lo spettacolo abbia inizio.

Cybercrime: per le aziende i costi potrebbero essere stellari. Fino a 5.200 mld di dollari

Ben 5.200 miliardi di dollari: a tanto ammonta la stima di costi addizionali e di  mancati ricavi per le aziende vittime dei cyber-attacchi. Ecco quanto emerge da un nuovo studio condotto da Accenture.

Basato su un’indagine che ha coinvolto oltre 1.700 CEO e top manager di aziende in diversi paesi, il report intitolato Securing the Digital Economy: Reinventing the Internet for Trust esplora la complessità delle sfide legate a Internet che le aziende si trovano ad affrontare e delinea le azioni inderogabili per il ruolo in continua evoluzione dei CEO in ambito di tecnologia, business architecture e governance.

Secondo tale studio, il cybercrime con un’ampia gamma di attività fraudolente e dannose, pone sfide significative in quanto può compromettere le attività aziendali, la crescita e l’innovazione del business, nonché l’introduzione di nuovi prodotti e servizi, con un costo per le aziende di migliaia di miliardi di dollari. Il settore high-tech, con oltre 753 miliardi di dollari di costi emergenti, corre i rischi maggiori, seguito da life science e automotive, la cui esposizione ammonta rispettivamente a 642 e 505 miliardi di dollari.

“Il livello di sicurezza di Internet è inferiore rispetto al livello di sofisticazione raggiunto dalla criminalità informatica e questo sta portando ad un’erosione della fiducia nell’economia digitale” ha dichiarato Paolo Dal Cin, Security Lead di Accenture Italia. “Il rafforzamento della sicurezza su Internet richiede una leadership incisiva – e a volte non convenzionale – da parte dei CEO, non solo dei CISO (Chief Information Security Officer). Un primo passo da compiere per le aziende che vogliono diventare cyber-resilienti è quello di portare le competenze dei CISO nel consiglio di amministrazione, garantendo così che la sicurezza sia integrata sin dalla fase iniziale di qualunque iniziativa e tutti dirigenti aziendali si assumano la responsabilità della sicurezza e della riservatezza dei dati.”

Le principali evidenze dell’indagine

Quattro intervistati su cinque (79%) ritengono che il progresso dell’economia digitale sarà seriamente compromesso se non ci sarà un sostanziale miglioramento della sicurezza su Internet, mentre oltre la metà (59%) ritiene che Internet sia sempre più instabile sotto il profilo della cyber-sicurezza e non sa come reagire.

Al contempo, tre quarti degli intervistati (75%) ritengono che sia necessario uno sforzo congiunto per far fronte alle sfide in materia di cyber security, in quanto nessuna organizzazione è in grado di risolvere il problema da sola. Più della metà dei dirigenti (56%) si definisce sempre più preoccupata della sicurezza su Internet e vedrebbe con favore l’entrata in vigore di norme di business più rigorose introdotte da istituzioni o autorità governative.

“La rete Internet non è stata pensata e costruita considerando il livello di complessità e di connettività attuali. Ecco perché può bastare una singola vulnerabilità, all’interno o all’esterno delle mura aziendali, per subire un cyber-attacco dagli effetti devastanti”, ha dichiarato Dal Cin. “Nessuna organizzazione può affrontare da sola le sfide poste dalle minacce cyber; è un obiettivo globale che richiede una risposta globale e per il quale la collaborazione è la chiave. Per dare forma a un futuro che cresca su un’economia digitale forte e che funzioni in un clima di fiducia, il top management deve guardare oltre i confini della propria organizzazione, collaborare con un ecosistema di partner e proteggere la loro catena del valore nella sua interezza, considerando fornitori, clienti e ogni altra terza parte”.

La rapida ascesa delle nuove tecnologie sta creando nuove sfide, come testimoniato da quattro intervistati su cinque (79%), che ammettono di adottare tecnologie emergenti più rapidamente rispetto alla velocità con cui affrontano i relativi problemi di cyber security. Inoltre, i tre quarti di essi (76%) evidenziano che gli aspetti di sicurezza informatica sono sfuggiti al controllo a causa di nuove tecnologie come l’Internet of Things (IoT) e l’Industrial Internet of Things (IIoT). La maggioranza (80%) ha inoltre dichiarato che è sempre più difficile proteggere la propria organizzazione dalle vulnerabilità delle parti terze, il che non sorprende, data la complessità e la vastità attuale degli ecosistemi su Internet.

Un altro tema di interesse per molti dirigenti è la protezione dei dati dei clienti. Sulla scia dei timori legati alla sicurezza, il 76% degli intervistati ritiene che i consumatori non possano confidare nella sicurezza della propria identità digitale dal momento in cui molti dei loro dati personali sono già disponibili senza nessuna restrizione.

Come difendersi in tre mosse

 Lo studio suggerisce ai CEO e agli altri dirigenti di alto livello tre azioni da intraprendere per migliorare la sicurezza digitale del loro business:

  1. Governance: unire le forze con altre aziende partner e attivare una gestione a livello globale – Incrementare gli sforzi per collaborare con dirigenti di altre aziende, responsabili di governo e autorità di regolamentazione per definire come prevenire al meglio nuovi cyber-attacchi.

 

  1. Business Architecture: connettere e proteggere le aziende tramite un modello basato sulla fiducia digitale – Indirizzare al meglio le basi della cyber-security. Proteggere tutte le attività di business lungo l’intero ecosistema di partner e fornitori.
  2. Tecnologia: far progredire le attività di business e migliorare la sicurezza – Adottare nuove tecnologie, gestire al meglio la sicurezza dell’IoT e prepararsi per le sfide legate al quantum computing. Assicurarsi che la sicurezza dei software e le funzioni di aggiornamento siano integrate nei dispositivi mobili e IoT sin dalla loro progettazione.

 

Metodologia

Tra ottobre e novembre 2018, Accenture Research ha intervistato 1.711 dirigenti di alto livello appartenenti a società che vantano ricavi annuali non inferiori a 1 miliardo di dollari con sede in 13 paesi: Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Le interviste in profondità hanno coinvolto le seguenti figure aziendali: CEO (61%), COO (20%), CIO (9%) e CSO (9%).

Il costo medio del crimine informatico è stato calcolato come percentuale delle entrate per ogni settore, compreso il costo sostenuto per affrontare un attacco informatico di larga scala considerando l’analisi di 460 incidenti informatici. Il costo della criminalità informatica comprende sia i costi organizzativi sostenuti nel rispondere agli incidenti del crimine informatico sia le perdite di entrate. I dati di ogni settore sono stati poi rapportati alle entrate globali per generare un modello di rischio con una prospettiva di 5 anni. 

Arcaplanet inaugura altri 7 punti vendita in Nord Italia

Tre in Lombardia (a Dalmine in provincia di Bergamo, e aCastegnato e Lonato del Garda in provincia di Brescia) e gli altri quattro suddivisi tra Piemonte (a Cuneo), Friuli Venezia Giulia (a Villesse in provincia di Gorizia), Toscana (Montemurlo, in provincia di Prato) e Marche ad Ascoli Piceno. Questi  sono i nuovi sette punti vendita inaugurati contemporaneamente il 19 gennaio da Arcaplanet.
Si tratta di un’operazione curiosa e straordinaria che nel mondo della grande distribuzione specializzata rappresenta un unicum e porta la firma di Arcaplanet ormai da 3 anni. L’insegna infatti ha già proposto nei due anni precedenti multi inaugurazioni diffuse sul territorio italiano: nel 2017 erano state 17, 9 l’anno scorso.
L’operazione prevede oltre 4.400 i mq di superficie di vendita in più per l’insegna, 32 nuove risorse impiegate e ulteriori 14 casse.
Si tratta di grandi negozi di varie superfici (dai 350 agli 890 mq) che vantano spazi adatti per ospitare i servizi di ultima generazione dell’insegna: Pet Wash per la toelettatura dei pet, aree Agility e aree lavanderie per l’igiene e la pulizia degli accessori dell’amico peloso.
Tutti gli store sono riforniti con assortimenti completi per il food e il non food per gli animali da compagnia grazie a oltre 10.000 referenze in vendita in ciascuno, tra accessori e alimenti per cani, gatti, piccoli animali, roditori, pesci, anfibi e uccelli, un’ampia selezione trasversale di prodotti esclusivi e specializzati, dietetici e veterinari, di alimentazione biologica e vegetariana, cibo secco e umido, accessori dai tappetini igienici per cani alle lettiere per gatto, dai giochi ai guinzagli, ai “trasportini” ecc.

Il retail nel 2019: le 5 previsioni di Software AG

Quale sarà l’andamento del retail nell’anno appena iniziato? Oliver Guy, Global Industry Director for Retail di Software AG , è convinto che i livelli di successo saranno detreminati dalla capacità di rispondere alle aspettative dei consumatori. Prevedere in modo tempestivo le scelte dei clienti guiderà la crescita. Al contrario, senza un impegno assoluto per la trasformazione digitale, le aziende del Retail rischiano di perdere terreno.

Partendo da questi assunti, ecco i 5 trend individuati.

  1. Retail Therapy: “Come ti fa sentire?”

Un numero maggiore di aziende del settore sfrutterà la differenziazione emotiva, mirando ai sentimenti dei potenziali clienti, creando una connessione emotiva con il marchio. Parte di questo trend sarà legato alla personalizzazione; inoltre, gli operatori del settore aggiungeranno iper-personalizzazione (contesto, tempo reale) sia del prodotto che dell’esperienza. L’intelligenza artificiale può essere d’aiuto in tal senso, ma se basata su dati di qualità, quindi un grande limite sarà dato dalla disponibilità e dalla raccolta dei dati.

  1. Nota per le tartarughe: questa volta vince la lepre

La vendita al dettaglio corre sempre più veloce: i clienti richiedono le cose più velocemente e l’asticella continua ad alzarsi. Questo impatta le internal operation – l’essere in grado di rispondere in tempo utile. Oltre a investire nell’automazione dei processi con l’RPA (Robotic Process Automation), come passo verso l’automazione completa dei processi aziendali, i retailer considereranno la real-time analytics per rispondere a ciò che accade con i clienti nelle loro catene di approvvigionamento e nei loro negozi. Impareranno come rendere operative le tecnologie di AI e di machine learning al fine di fornire valore reale.

  1. L’IoT è un’autostrada verso il pericolo?

L’Internet of Things potrebbe essere la strada verso un futuro di successo per le aziende Retail, ma molti la considerano piena di rischi. Le preoccupazioni in merito a sicurezza, complessità e connessione all’ecosistema IT esistente ne limiteranno l’adozione per un certo periodo. I retailer intelligenti guarderanno a ciò che viene fatto in altri settori e cercheranno di utilizzare l’infrastruttura con alti livelli di sicurezza, scegliendo fornitori con comprovata esperienza.

  1. Nessun uomo è un’isola e basta a se stesso

Gli ecosistemi diventeranno più complessi. Un modo per aumentare il fatturato e differenziare è sfruttare le partnership. Esempi includono il rapporto di Amazon con Morrisons nel Regno Unito, dove i negozi sono centri di distribuzione locali. Kroger e Sobeys hanno esternalizzato le vendite di generi alimentari online a Ocado, mentre Ahold ha collaborato con il fornitore di kit per cucinare Blue Apron. Questi tipi di ecosistemi cresceranno e diventeranno più complessi, il che significa che la gestione delle API diventerà molto più critica.

  1. Separazione cosciente

I vincitori comprenderanno che per innovare hanno bisogno di separare i sistemi di back-office dai punti di contatto con il cliente. Noto anche come commercio headless, questo offre la flessibilità necessaria per ottimizzare e migliorare continuamente il percorso del cliente al front end, senza dover cambiare costantemente il back-office. Questo approccio è stato evidenziato nella Retail Software Adoption Survey di Software AG del 2018, in cui i leader digitali utilizzano “piattaforme di integrazione di terze parti per isolare le piattaforme digitali dai cambiamenti, aumentare l’estensibilità e ottenere velocità di implementazione”.

Le Farine Magiche presenta la linea di farine naturali “Farine dell’orto”

Le Farine Magiche presenta Farine dell’orto, la linea che comprende farine naturali per la preparazione di dolci e salati e che sprime il concept che caratterizza Le Farine Magiche, ovvero quello di proporre farine speciali, capaci di adattarsi a qualsiasi utilizzo, frutto di una giusta combinazione tra tradizione e innovazione per incontrare le esigenze di chi in cucina è attento alla preparazione di cibi sani ed equilibrati.

Adatte a qualsiasi utilizzo in cucina, dai piatti più classici a quelli più fantasiosi, la linea, bio e senza glutine, comprende una ricca varietà di referenze: la Farina di Carote, ricca di fibre e povera di grassi, ideale per ricette sia salate che dolci; la Farina di Ceci, gustosa e proteica con un elevato numero di vitamine e sali minerali; la Farina di Fagioli, adatta alla preparazione di dessert fantasiosi; la Farina di Fave, per creare ricette ed impasti delicati e gustosi; la Farina di Lenticchie, dal sapore e dal colore intensi; la Farina di Patate, perfetta per rendere più soffici i prodotti da forno; la Farina di Piselli, ideale per preparare zuppe e impasti di benessere; la Farina di Soia, da utilizzare da sola o mixata con altre farine per impasti sani e originali e la Farina di Zucca, un vero e proprio mix tra dolcezza e salute.

Alcuni prodotti de “LE FARINE DELL’ORTO”:

FARINA DI CECI

Prodotta in regime di agricoltura biologica, la Farina di Ceci ha numerose proprietà benefiche e un alto contenuto di fibre che facilitano la digestione. È una farina priva di glutine, adatta quindi a chi ha problemi di celiachia; è inoltre un ingrediente addensante che lega al meglio tra di loro gli ingredienti, senza alterarne il gusto. È indicata per preparare ricette tradizionali come le Panelle siciliane e la Panissa o Farinata ligure, ma anche per molte altre preparazioni sia dolci che salate.

Scheda Tecnica:

  • Ingredienti: Farina di Ceci BIO (100%)
  • Confezione: busta da 100 g

 

FARINA DI LENTICCHIE

 

Studiata per una dieta vegan e gluten free, la Farina di Lenticchie, oltre a dare beneficio all’organismo grazie all’alto contenuto di fibre e proteine, è in grado di dare un tocco in più di sapore e di colore alle ricette. In cucina può essere utilizzata come ingrediente principale per polpette e hamburger di verdure, oppure aggiunta nelle preparazioni e negli impasti tradizionali, come pasta fresca, pane, pizze, focacce, prodotti da forno salati; inoltre, la si può usare per addensare creme, minestroni e vellutate.

Scheda Tecnica:

  • Ingredienti: Farina di lenticchie rosse BIO (100%)
  • Confezione: busta da 100 g

 

FARINA DI PATATE

Ottenuta dall’essiccazione e dalla successiva macinazione delle patate, la Farina di Patate è un ingrediente molto versatile in cucina, soprattutto nella preparazione di prodotti da forno, perché contribuisce a rendere soffice l’impasto. Le sue caratteristiche la rendono adatta per sostuire le uova nelle ricette per dolci, oppure per addensare zuppe, vellutate, e salse.

 Scheda Tecnica:

  • Ingredienti: Patate disidratate (99%), emulsionante: mono e digliceridi degli acidi grassi vegetali
  • Confezione: busta da 100 g

 

 

 

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano lancia una campagna in Medio Oriente

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano lancia una campagna pubblicitaria su larga scala in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait. L’iniziativa si inquadra in un piano di investimento pluriennale che punta a sviluppare le potenzialità di mercato nell’area del Golfo.

La campagna, sviluppata da Hirux International (leader nei mercati del Medio Oriente nel settore distribuzione e comunicazione), è basata su uno spot televisivo da diffondere sulle principali emittenti satellitari dei Paesi target. La direzione dello spot, articolato nei format 3, 5, 6, 15 e 30 secondi, è stata affidata al libanese Salim El Turk con il supporto di Pomedia Agency.

La strategia del Consorzio punta a educare i consumatori arabi alle specificità del Parmigiano Reggiano, un formaggio che si distingue per la selezione degli ingredienti migliori e 100% naturali e il rispetto della stessa ricetta da mille anni.

Una ricerca Hirux/Nielsen commissionata ad hoc ha evidenziato come i consumatori confondano il Parmigiano Reggiano con il generico parmesan. Tanto che, se si considera il giro d’affari dei formaggi a pasta dura nei tre Paesi target, solo il 30% del mercato appartiene al Parmigiano Reggiano mentre il restante 70% al parmesan.

Lo story board dello spot mette pertanto in scena la contrapposizione tra i due prodotti: in una tipica famiglia araba, la madre – interpretata da Carol Hannoun – cerca di convincere il figlio a mangiare il generico parmesan. Il bimbo chiama la polizia che, dopo una spettacolare irruzione nella casa, smaschera la donna che si rivela essere una impostora. Lo spot si chiude con l’apparizione del Parmigiano Reggiano.

La campagna televisiva prevede 1886 spot sui canali Pan Arab e 1369 su quelli Pan Asia per un totale di 3.200 GRP sui primi e 3.030 sui secondi. In parallelo sarà avviata anche una campagna web su YouTube, Facebook e Instagram per intercettare quanti più consumatori possibili, inclusi i numerosissimi expat che a Dubai costituiscono oltre il 70% della popolazione.

“Il progetto – afferma Riccardo Deserti, direttore generale del Consorzio Parmigiano Reggiano – servirà ad aprire una porta sui mercati dell’area del Golfo. Emirati Arabi, Arabia Saudita e Kuwait sono tra i Paesi con i redditi pro capite più alti del mondo: l’obiettivo per i prossimi 3 anni è incrementare lo share del Re dei Formaggi”.

Premiate a MARCA le farine in brick di Molino Rossetto

Nell’ambito della prima giornata di Marca l’azienda di Pontelongo (PD), protagonista del mercato delle farine e preparati speciali, è stata tra le due premiate della categoria Food dell’ADI Packaging Design Award.

Il premio, pensato per valorizzare i prodotti italiani che coniugano al meglio il packaging con l’innovazione e la qualità progettuale, è stato assegnato a Molino Rossetto per l’inedita confezione della nuova linea CR TOP FARINE, la prima e unica nel mercato nazionale, proposta in Brik con chiusura a tappo.

A convincere la giuria, composta da qualificati esperti del settore, la soluzione innovativa di uso che permette una apertura e chiusura facilitata, oltre alla conservazione e al riutilizzo del prodotto, grazie al packaging moderno, pratico, resistente, richiudibile e sostenibile, che crea valore all’intera categoria delle farine. Il brik, realizzato con carta FSC completamente riciclabile, consente non solo di utilizzare la farina in modo efficiente e pulito, ma ne facilita il dosaggio, grazie ad un indicatore a quattro livelli di grammatura che mostra il quantitativo.

Tra le motivazioni del premio, anche la presenza on pack di informazioni sulla storia dell’azienda, che raccontano coerentemente il passaggio generazionale.

“Una scelta – dichiara Chiara Rossetto, Amministratore Delegato, insieme al fratello Paolo, dell’azienda – in linea con le tendenze attuali, sempre più orientate al rispetto dell’ambiente e della natura, ma che permette di non rinunciare ad un look innovativo e pratico”.

 

illycaffè inaugura a Les Halles il suo quinto punto vendita a Parigi

Dopo le aperture di Rue Auber, Opéra, Odeon e Beaugrenelle,  illycaffè inaugura il suo quinto punto vendita diretto a Parigi, in una zona storica della città in piena fase di trasformazione e ammodernamento: il quartiere di Les Halles.
Il nuovo illy Caffè è situato al 62 di Rue Saint-Denis all’angolo con Rue De La Cossonerie e si
sviluppa su 87mq interni con un dehors di oltre 29mq, che verrà inaugurato nella primavera
del 2019. Lo spazio è allestito secondo i canoni che hanno reso il brand riconoscibile in tutto il
mondo, in particolare il bancone, anima del locale come nella migliore tradizione dei caffè
italiani; l’iconico poster che riprende l’illustrazione di Xanti Schawinsky realizzata per illy nel
1934 e lo scenografico chandelier, composto da circa 100 tazzine della illy Art Collection,
firmate da alcuni dei più grandi artisti e designer contemporanei.
illy Caffè Les Halles promette di diventare il nuovo punto d’incontro di tutti gli amanti del
gusto e dell’arte, con un’offerta ricca e diversificata studiata per ogni momento della giornata:
dalle prime ore del mattino per iniziare con l’aroma unico del blend illy e la piccola pasticceria,
ai light lunch e alle pause veloci con proposte dolci e salate, e una ricca offerta di tè Dammann
Frères e cioccolata Domori. All’interno del locale poi, è presente un angolo retail con una
selezione di prodotti del mondo illy.
“L’apertura di illy Caffè Les Halles rappresenta un altro importante tassello del nostro progetto
di espansione internazionale, cui seguiranno sempre nel 2019 nuove aperture in Arabia
Saudita, Austria, Corea del Sud, Marocco e Romania. L’obiettivo per il marchio è quello di
rafforzare e consolidare mercati già avviati e strategici come quello francese” ha dichiarato
Massimiliano Pogliani, Amministratore Delegato di illycaffè.

Vileda strizza l’occhio al design e lancia Design Collection 3 pz

FHP di R. Freudenberg sas – filiale italiana di Freudenberg Home and Cleaning Solutions, società del gruppo multinazionale tedesco Freudenberg, attiva in Italia con i marchi Vileda, Wettex, Marigold, Gimi e Framar – presenta il nuovo panno spugna Vileda Design Collection 3pz: un prodotto esclusivo e straordinario che strizza l’occhio al design, senza rinunciare all’ elevata capacità assorbente garantita dai panni spugna Vileda.

Esclusività, tecnologia ed innovazione: questi i punti di forza di  Vileda Design Collection 3pz, il nuovo panno spugna ideale per chi è alla ricerca di prodotti per la pulizia di elevata qualità e caratterizzati, allo stesso tempo, anche da un’estetica accattivante.

L’unicità di Vileda Design Collection 3pz è rappresentata dall’esclusiva tecnologia: infatti, FHP è l’unica azienda presente sul mercato dei panni spugna a poter vantare prodotti con decori colorati stampati direttamente sul panno e realizzati con inchiostro naturale a base d’acqua. Il tema grafico di Design Collection è contraddistinto da una miriade di bolle multicolore su sfondo bianco, che ne valorizzano e ne esaltano l’aspetto estetico. A garanzia della qualità, inoltre, su ogni panno è stampato anche il logo Vileda.

Il panno spugna Vileda Design Collection 3pz, ideale per assorbire efficacemente acqua e liquidi su tutte le superfici della casa, è 100% biodegradabile, in quanto è composto da fibre naturali: cotone e cellulosa. Lavabile in lavatrice con ciclo normale fino a 60°.

Atlante presenta a MARCA il primo filetto vegano al mondo, completamente vegetale

Atlante, azienda che opera nel settore della GDO come partner strategico delle principali catene italiane per l’import di prodotti alimentari da tutto il mondo e che esporta le migliori specialità italiane all’estero, ha presentato a Marca 2019 (stand C96, nella Hall 25) il primo filetto vegano al mondo, di origine completamente vegetale.

Il filetto vegano, nato da un progetto dell’azienda olandese Vivera – specializzata nella produzione di alimenti a base vegetale e con un potenziale di offerta superiore a 1 milione di prodotti sostitutivi della carne, fra i quali polpette, cotolette, lasagne, hamburger e tagliate – è stato studiato e realizzato per soddisfare le esigenze di chi adotta un regime alimentare a base di prodotti di origine vegetale e si presenta come una vera e propria alternativa alla carne per quei consumatori, sempre più esigenti e attenti, che hanno necessità di ridurne il consumo, senza però dover rinunciare al gusto e al sapore.

Infatti, il filetto, grazie ad una tecnologia di produzione avanzata, si presenta come un prodotto altamente innovativo poiché somiglia ad un vero e proprio filetto di carne per aspetto, struttura, gusto e consistenza.

Confezionato in atmosfera protettiva, è un prodotto a base di soia e di proteine del frumento arricchito con ferro e vitamina B12, fonte di fibre e ad alto tenore proteico (con 17,3 gr di proteine ogni 100 gr).

Atlante vanta una conoscenza ventennale del mercato italiano ed estero, con la riconosciuta capacità di proporre ai propri clienti le migliori novità in termini di qualità e di prodotti che rispecchino allo stesso tempo i valori fondanti dell’azienda, come ad esempio la sostenibilità e l’attenzione per l’ambiente.

In Europa, sempre più consumatori ricercano prodotti derivanti da una produzione sostenibile e in uno scenario dove, secondo le proiezioni della FAO, Food and Agricultural Organization, entro il 2050 la produzione di carne raddoppierà, il consumo di alimenti alternativi alle proteine animali potrà ridurre sensibilmente l’impatto ambientale e limitare l’utilizzo di risorse sempre più preziose come l’acqua e i terreni disponibili.

Prodotti innovativi a base vegetale, come il filetto vegano di Vivera, si collocano in un contesto dove un’alimentazione salutare e le alternative di qualità alla carne riscuotono sempre più successo nella grande distribuzione. Nella prima settimana del lancio del filetto vegano in 400 punti vendita della catena britannica Tesco ne sono state vendute circa 40.000 unità, con un conseguente incremento della produzione di 100.000 unità a settimana.

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