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Lotta allo spreco, da Spar Austria arriva la birra fatta con il pane invenduto

Come gli antichi egizi, guardando al futuro: è in sintesi l’operazione di Spar Austria, che, per ridurre gli sprechi alimentari, lancia una birra biologica prodotta con il pane invenduto. L’iniziativa viene dalla panetteria INTERSPAR che, in collaborazione con il birrificio Gusswerk di Salisburgo, ha permesso di realizzare e introdurre sugli scaffali dell’insegna Young & Urban, una ambrata con gradazione alcolica di 5,5%.

Il pane biologico che rimane invenduto costituisce la base della birra biologica, naturalmente torbida. Parte del contenuto di orzo e malto viene infatti sostituito da vari prodotti da forno biologici, e la birra realizzata in tal modo è ora disponibile esclusivamente nei negozi SPAR, EUROSPAR e INTERSPAR di tutto il Paese.

“La panetteria INTERSPAR è la più grande panetteria artigianale nel commercio alimentare austriaco – ha detto il mastro birraio Reinhold Barta di Gusswerk -. In quanto tale, produce spesso un eccesso di prodotti da forno. Per ridurre gli sprechi, è nata l’idea innovativa di utilizzare il pane in eccesso per produrre una birra biologica ambrata a base di pane”.

La realizzazione non è stata senza problemi, anche se chi conosce un po’ di storia della bevanda, una delle più antiche, sa che, nata in Mesopotamia e abbbracciata con entusiasmo dagli antichi Egizi, fu probabilmente realizzata per la prima volta proprio con gli scarti del pane, rimasti a bagno in acqua e che inziarono a fermentare. “Preparare una birra di pane corposa è una sfida, perché il contenuto salino del pane la influenza. Ma la crosta del pane crea una nota leggermente caramellata, che conferisce un gusto caratteristico” ha detto Barta.

Birra e pane condividono gli stessi ingredienti di base come lievito, cereali e acqua. Con Young & Urban di SPAR, una antica tradizione viene ripresa.

La special edition di birra Menabrea è un inno al tartufo

Per celebrare la partnership ufficiale dell’ottantottesima edizione della Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, in programma dal 6 ottobre al 25 novembre, Birra Menabrea, il più antico birrificio italiano attivo, ha creato una special edition della storica Premium Lager vestendola per l’occasione con il tema “Tra terra e Luna”, che guida questa edizione della Fiera. La special edition sarà distribuita negli abituali punti vendita della zona.
Birra Menabrea inoltre è protagonista di alcuni momenti istituzionali ad Alba con le sue diverse linee, dalla Pils “Arte in lattina”, alla Top Restaurant. Quest’ultima sarà tra i protagonista della Ultimate Truffle Dinners a sostegno del progetto Breathe the Truffle, per la salvaguardia dell’ambiente naturale del tartufo bianco d’Alba.
L’11 novembre è prevista inoltre una degustazione “Quando la birra incontra il formaggio: degustazione di birre Menabrea in abbinamento ai formaggi e presentazione dello Sbirro, il formaggio alla birra Menabrea”.

Birra Menabrea da 172 anni raccoglie premi internazionali. Grazie alla qualità delle acque biellesi, alla scelta del luppolo, del ceppo di lieviti, del malto e all’abilità del mastro birraio e di tutti quelli che si occupano del processo, dalla “cotta” all’imbottigliamento.

Quanto spendono gli italiani in birra? Il 5% del loro reddito. Ma c’è chi sa fare di meglio

Birra, una passione crescente anche per gli italiani, ma quanto se ne beve in realtà nel nostro Paese? Secondo l’Istat, in Italia nel 2017 sono stati consumati 2.450 milioni di litri. Dunque, considerando i consumatori maggiorenni e coloro che bevono abitualmente, ciascuno ne consuma in media 31 litri all’anno, ovvero circa 3 al mese.

CupoNation, piattaforma di risparmio, ha analizzato quanto la spesa per la “bionda” incide sull’economia familiare. Come riferimento per il costo di una birra si èconsiderato il report pubblicato recentemente da Deutsche Bank, che riporta 5,61 Euro come prezzo medio per una birra a Milano. Prezzo contenuto se raffrontato con quello di Oslo pari a 8,90 Euro e di Londra, a 6,21 Euro. Esosissimo invece, se si confronta con Lisbona (2,41 Euro), Istanbul (3,30 Euro) o addirittura Manila, dove una bionda si “porta via” con 1,29 Euro.

Un raffronto reale si ha con il salario minimo del Paese in questione. In fondo piuttosto limitato in Italia, dove la spesa per la birra rappresenta circa il 5% del salario minimo mensile. Situazione ben diversa a Rio de Janeiro, dove rappresenta il 13%, in Messico dove sale al 27% e a Mosca dove arriva a sfiorare un terzo dello stesso, 32%.

Anche guardando ai litri consumati, con i nostri 3 litri scarsi facciamo la figura dei pivelli in confronto con gli abitanti della Repubblica Ceca, che consumano in media 12 litri di birra al mese, e austriaci, tedeschi, polacchi, irlandesi e lituani che ne consumano tra gli 8 e 9 litri al mese. Ma alla fin fine, si può sempre migliorare e le statistiche fanno ben sperare.. (leggi Birra in Gdo: l’Osservatorio Birra Moretti evidenzia il boom delle specialty).

Apre a Castel Guelfo The Style Outlets il secondo beer shop di 32 Via dei birrai

Sceglie l’Emilia Romagna 32 Via dei birrai per aprire oggi lunedì 13 agosto al Castel Guelfo The Style Outlets il suo secondo beer shop, dopo quello di Noventa di Piave inaugurato nel maggio dello scorso.

Nel beer shop – bistrot  del birrificio di Pederobba si potranno consumare colazioni sane e sfiziose, panini gourmet e le immancabili birre 32. Il tutto all’interno del Castel Guelfo The Style Outlets, lo shopping center a pochi km da Bologna con oltre 110 negozi di marchi prestigiosi.

32 Via dei birrai BEER SHOP – BISTROT è un progetto internazionale che rispecchia il linguaggio concettuale del brand. Ironia e competenza, idee e passione, luce e colore, forme in intervalli sospesi per esprimere al meglio la visione dell’invisibile.

Artigianalità ed ecosostenibilità sono esaltate dagli intrecci eleganti del ferro, dal calore vivo del legno, dal sapiente riutilizzo di materiali e oggetti del tutto ordinari, apparentemente insignificanti ma capaci di creare una nuova forma di bellezza dalla disarmante semplicità.

La formula e la filosofia sono le medesime del beer shop – bistrot presente al Noventa di Piave Designer Outlet: attenta selezione delle materie prime e continua volontà d’innovazione per offrire ai clienti tutte le birre 32, da assaporare nella loro essenzialità o in abbinamenti inediti con pietanze gourmet.

Mondiali? Anche senza l’Italia, li guardiamo lo stesso (a suon di pizza e birra)

L’esclusione ancora brucia un po’ alleviata dalla recente eliminazione della Germania, perché, diciamocelo, mal comune è mezzo gaudio: e dunque gli italiani, di gufata in gufata, hanno ceduto alle lusinghe del mondiale. Come dimostra un’indagine realizzata da Doxa per Birra Moretti su un campione di mille individui, rappresentativo della popolazione italiana 18-64 anni. Parlando di Nazionale, infatti, è la Coppa del Mondo a generare il massimo interesse, oltre la metà degli italiani dichiara di vederla quando può (76% di chi segue il calcio). 

 

Cibo pronto, birra e amici

Davanti alla tv poi, con amici o famigliari, si mangia e si beve: perché il calcio è social, e anche convivialità. Solo un italiano su 5 guarda le partite di calcio della propria squadra del cuore da solo, dato che si dimezza quando si parla di Nazionale: 9 italiani su 10 guardano la Nazionale in compagnia. Amici (34%), partner (30%) e parenti (25%) sono i compagni ideali per condividere divano e birra. È così, infatti, che l’84% degli italiani guarda le partite. Oltre un tifoso su 3 (36%) compra qualcosa di dedicato in occasione della partita. La birra si conferma la bevanda più consumata (62%), seguita dalle bevande gassate ben distanziate (circa il 40%). Si mangiano per lo più snack o si ordina una pizza. Insomma, l’attenzione è da un’altra parte, non si vuole passare troppo tempo in cucina rischiando di perdersi un’azione decisiva.

 

I più “antipatici”? Tedeschi e francesi, Belgio favorito

Nonostante la recente delusione, è ancora amore per la nostra Nazionale. L’89% degli italiani tifa per la nazionale italiana di calcio: il 41% cerca di seguire quasi tutte le partite (comprese le amichevoli), il 48% segue almeno le partite più importanti e solo l’11% snobba gli Azzurri. Fuori gli Azzurri dai giochi, chi sarà la prossima sorpresa mondiale? Mentre in Italia si dibatte sull’Europa, è il Belgio, nazione capitale del parlamento europeo, a essere votata come la principale sorpresa del Mondiale (11%), seguita da Croazia e Portogallo (9% pari merito). La ben più blasonata Inghilterra è solo al quinto posto (6%), dietro alla semi sconosciuta Islanda (8%).

Quello che è certo è che gli italiani non vogliono vedere sul podio i cugini francesi e tedeschi. Gli Italiani gufano soprattutto le corazzate Europee: Germania (39%), Francia (36%) e, a seguire, Spagna (21%). Anche il Brasile, soprattutto tra gli uomini, è tra le squadre che si spera perdano (19%, con punte del 25% tra gli uomini). Lo sfottò contro le altre squadre è sempre più social, soprattutto fra i Millennials: il 55% dei tifosi di calcio manda messaggi agli amici se la loro squadra perde o di commento alla partita, abitudine che non si perde neppure durante i Mondiali.

 

Buffon icona bipartisan

Non c’è calcio senza le sue icone. Prendendo sei giocatori bandiera della maglia Azzurra, gli italiani ritengono che il più rappresentativo dello spirito della Nazionale sia Gigi Buffon che, con il 62% di preferenze, distanzia decisamente gli ex colleghi: Daniele De Rossi (19%), Lorenzo Insigne (7%), Ciro Immobile (7%), Gigio Donnarumma (4%) e Antonio Candreva (2%). È chiaro, quindi, che sia sempre Gigi Buffon a essere considerato il giocatore più triste per l’esclusione dell’Italia dai Mondiali (70%), seguito da Daniele De Rossi (9%), Gigio Donnarumma (7%), Lorenzo Insigne (6%), Ciro Immobile (6%) e Antonio Candreva (2%).

Per questo, Birra Moretti Ricetta Originale, la prima nata della famiglia, scende in campo con una edizione limitata “Fai ridere Gigi Buffon”, disponibile fino al 31 luglio, per celebrare il giocatore considerato a buon titolo uno dei campioni di calcio più forti di sempre. Ed è ancora Buffon sul podio delle preferenze degli italiani: immaginando di poter scegliere uno di questi sei calciatori per vedere la finale del Mondiale, la scelta ricade sempre su Buffon (56%, con una punta del 60% fra le donne), seguito da Daniele De Rossi (31%). Gli attaccanti, Ciro Immobile (23%) e Antonio Candreva (21%), crescono nelle preferenze nel target maschile.

 

Delusioni nazionali

Per concludere, la metà degli italiani (49%) si dichiara molto dispiaciuta per l’assenza dell’Italia dai Mondiali, con un picco di affranti al Sud Italia che tocca il 58%. Il calcio però rimane pur sempre un gioco: l’esclusione dell’Italia dai Mondiali rappresenta la situazione più fastidiosa solo per il 10% degli italiani, mentre “pesano” di più (per fortuna, verrebbe da dire) la delusione di non aver avuto un Governo per mesi (al primo posto per il 55% degli italiani) e l’emergenza del cambiamento climatico (al primo posto per il 27%).

Birra in Gdo: l’Osservatorio Birra Moretti evidenzia il boom delle specialty

Birre e canale moderno: qual è oggi lo stato dell’arte?

Una risposta arriva dalla nuova ricerca di “Osservatorio Birra”, punto di osservazione sul mondo della birra promosso della Fondazione Birra Moretti, dal titolo “Dalla birra alle birre. L’era del drink different”. Ne è emerso che il mercato della birra è in crescita dal 2016 e quest’anno sta accelerando. In questo scenario HEINEKEN Italia cresce più velocemente del mercato. Un mercato complesso e molto competitivo in cui HEINEKEN Italia si conferma primo produttore e distributore. Ci sono, però, ancora molti margini di miglioramento perché in Italia la penetrazione del prodotto è molto alta mentre la frequenza è tra le più basse d’Europa, così come il consumo pro capite. 

La proposta Heineken

“Continuiamo a puntare sui marchi che hanno fatto la storia della birra in Italia: Heineken®, Birra Moretti, Ichnusa e Dreher nel sud Italia, con un’attenzione particolare sia al mondo delle lager che all’innovazione. – Ha commentato Søren Hagh, Amministratore Delegato HEINEKEN Italia – Il marchio Heineken® rappresenta l’icona dell’innovazione nelle modalità di servizio con il Blade che garantisce un’esperienza degustativa anche nei punti di consumo che non possono dotarsi di impianti alla spina. Birra Moretti è stata l’apripista per la crescita della categoria della birre speciali e vanta il record di 18 ricette diverse. Le birre lager costituiscono la pancia del mercato e ancora oggi il formato da 66cl di Birra Moretti “Ricetta Originale” è il prodotto FMCG più venduto a valore in tutta la GDO in Italia. Con Ichnusa proponiamo una ricetta del territorio che di fatto è diventata un “super premium”, un gioiello locale che dalla Sardegna sbarca in continente del quale siamo molto orgogliosi”. 

Il ruolo delle speciali

“Il ruolo di HEINEKEN Italia è di promuovere lo sviluppo della categoria. – prosegue Søren Hagh – Per crescere è necessario investire in formazione, in attività promozionali nella Grande Distribuzione e nell’Ho.Re.Ca, e in innovazione di prodotto. Figli di questa strategia sono i lanci degli ultimi anni che si inseriscono in quella che abbiamo definito la categoria del “drink different”, il segmento delle birre speciali che continua ad avere performance superiori alla media di categoria.

Negli scorsi anni abbiamo presentato al mercato Ichnusa Non Filtrata, Birra Moretti La Bianca e Le Regionali di Birra Moretti che si inseriscono nel trend che vede in primo piano la naturalità, il legame con il territorio, la varietà e il gusto. All’interno del filone legato alla naturalità e al benessere si inseriscono anche la nuova analcolica Heineken® 0.0 e le low alcohol delle Radler (dal 2015). Quest’anno presentiamo Birra Moretti IPA per soddisfare chi sceglie un gusto deciso e strutturato.

Gli italiani e le birre speciali

Aumentano gli estimatori di birra:  negli ultimi 10 anni la base dei consumatori di birra è infatti cresciuta del 34%. Questo uno dei principali dati emersi da una ricerca realizzata da DOXA per l’Osservatorio Birra Moretti.

Oggi bevono birra 8 italiani su 10, erano 6 su 10 nel 2008, ma restano invariati i volumi pro capite (segno che si beve responsabilmente): 30 litri allora e 31 oggi, molto al di sotto della media europea.

E non basta: oggi si beve diversamente. Ormai il 70% degli italiani beve infatti anche birre speciali, e cioè tutto l’universo di sapori, profumi, colori e ingredienti (dalle Ale alle Blanche, dalle Bock alle IPA e così via) che va oltre la classica birra chiara.

E la classica Lager? Non è un’antagonista delle specialty: infatti, solo il 9% beve esclusivamente birre speciali, mentre il 61% del campione beve entrambe le tipologie, alternandole anche in base all’occasione di consumo.

“Le birre speciali  – commenta a questo proposito Alfredo Pratolongo, Presidente di Fondazione Birra Moretti –  non sono più una nicchia di consumo ma uno stimolo alla crescita. Sono le birre adatte alle degustazioni con gli amici, agli abbinamenti con determinate ricette, che rispondono al meglio alle esigenze dei foodies.
E i produttori hanno risposto a questa domanda proponendo sempre più variazioni sul tema birra,
migliorando gli stili classici, inventando birre nuove, utilizzando gli ingredienti del territorio.
Complice l’aumento delle tipologie a disposizione, ormai l’82% degli italiani pensa che le birre siano perfettamente adatte al cibo e alle ricette tipiche della dieta mediterranea.

Ma  quali sono le occasioni di consumo pre le birre speciali? Essenzialmente ruotano attorno alla tavola: sinonimo di pranzo o cena speciale con qualcuno a cui si tiene (44%, con punte del 52% tra i 25 o i 34 anni), adatte ad abbinamenti specifici con alcuni cibi (35%) o da mettere al centro di una degustazione dopo cena (soprattutto per gli under 34).

 

ResponsiBEERity 2017, Carlsberg Italia protagonista della sostenibilità

Carlsberg Italia ha presentato a Milano il Bilancio di Sostenibilità 2017 che, per il settimo anno consecutivo, delinea il profilo della filiale di Carlsberg Breweries A/S, terzo produttore mondiale di birra, fornendo indicatori utili a valutare risultati e orientamenti dell’Azienda sotto il profilo della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

La sostenibilità come concretezza e solidità aziendale – Redatto secondo gli standard internazionali GRI G4 e disponibile da oggi per la consultazione sul sito internet di Carlsberg Italia, il documento traccia gli avanzamenti ottenuti in un percorso di Responsabilità Sociale d’Impresa nel quale la sostenibilità è, a tutti gli effetti, lo specchio dell’operatività, dei comportamenti quotidiani e delle relazioni con tutti gli interlocutori dell’azienda.

“Qualità e sostenibilità hanno contribuito al rilancio di Carlsberg Italia divenendo parte integrante della nostra cultura aziendale, rendendoci più consapevoli del nostro ruolo verso il territorio e i nostri interlocutori”, ha sottolineato Alberto Frausin, Amministratore Delegato di Carlsberg Italia, nel corso dell’evento di presentazione. “Essere sostenibili non è più solo una necessità, ma una vera e propria missione anche laddove i nostri sforzi in apparenza hanno un impatto minore”.

Esempio concreto del concetto di sostenibilità per Carlsberg Italia è il sistema di spillatura DraughtMaster. È stata l’osmosi tra la sostenibilità e i valori aziendali di qualità del prodotto e innovazione a consentire a Carlsberg Italia di cogliere, nel 2011, le potenzialità del rivoluzionario sistema di spillatura e a sostenerne la diffusione, sino a farne lo standard di riferimento per la birra alla spina. Nel 2017, infatti, i fusti DraughtMaster in PET 100% riciclabili hanno rappresentato il 94% dei volumi di birra in fusto distribuita dall’Azienda. In termini d’impatto ambientale misurato nell’intero ciclo di vita del prodotto, questo risultato equivale al mancato rilascio nell’atmosfera di oltre 11.000 tonnellate di anidride carbonica, portando a circa 50.000 tonnellate l’abbattimento delle emissioni di CO2 ottenuto dal 2011 a oggi.

Together Towards ZERO – Insieme verso un futuro sostenibile – Il Bilancio di Sostenibilità 2017 adotta come riferimento della rendicontazione i progressi registrati nel perseguimento degli obiettivi fissati da Together Towards ZERO, la strategia di sostenibilità con cui, dal 2017, Carlsberg Group sta contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite e dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. In linea con le indicazioni del Gruppo, Carlsberg Italia si è focalizzata sulle quattro aree di priorità che hanno maggiore impatto sulle attività aziendali: 1 acqua, ingrediente principale della birra; 2 energia ed emissioni nel processo produttivo; 3 salute e sicurezza di chi produce e distribuisce le birre; 4 consumo responsabile. Sviluppata su solide basi scientifiche, in collaborazione con eminenti esperti, Together Towards ZERO stabilisce una roadmap per gli interventi da realizzare nel Birrificio di Induno Olona, con obiettivi intermedi da conseguire entro il 2022 e il raggiungimento dei nuovi standard di sostenibilità previsti entro il 2030.

I principali numeri della sostenibilità 2017

ACQUA – obiettivo 2030: zero sprechi d’acqua Malgrado un incremento nella produzione, che nel 2017 ha toccato quota 1.411.801 ettolitri di birra (+6% vs 2016), Carlsberg Italia ha ridotto del 6% i propri consumi di acqua, fermi a 433.000 metri cubi. Con l’acqua risparmiata nel 2017 sarebbe possibile riempire 11 piscine olimpioniche. È diminuito anche il consumo specifico di acqua per ettolitro di birra prodotto, passato da 3,5 hl/hl del 2016 a 3,1 hl/hl (-11%), dato perfettamente in linea con il risultato raggiunto a livello di Gruppo. Il merito della maggiore efficienza idrica va ascritto al monitoraggio costante dei consumi, rafforzato con l’installazione di 22 nuovi contatori, su specifiche aree del Birrificio di Induno Olona, letti a cadenza settimanale, che si aggiungono ai 16 i cui dati arrivano direttamente al server di monitoraggio. Nel corso del 2017, inoltre, sono state gettate le basi per ulteriori progressi nell’uso sostenibile delle risorse idriche in vista del dimezzamento dei consumi d’acqua e dell’azzeramento degli sprechi, pianificati per il 2030. Sono stati conclusi i lavori per la rimessa in esercizio del vecchio impianto di depurazione delle acque reflue, fermo dal 2006. Da novembre 2017, le acque depurate vengono conferite direttamente nel fiume Olona, restituendo all’ambiente acqua di una qualità il più possibile vicina a quella prelevata. L’acqua depurata viene impiegata anche per il lavaggio dell’impianto di trattamento dei fanghi, al posto dell’acqua di rete. Infine, è stato installato un nuovo Pastorizzatore Flash che, una volta a regime, porterà a una riduzione del consumo idrico del 4-5%.

Energia ed emissioni – obiettivo 2030: zero emissioni di CO2 dai siti produttivi La roadmap stabilita nel piano Together Towards ZERO prevede l’azzeramento delle emissioni dagli impianti produttivi nel 2030, l’utilizzo esclusivo di energia da fonti rinnovabili entro il 2022 e la riduzione del 30% delle emissioni birra-alla-mano nel 2030. La strada da percorrere è ancora lunga, ma i risultati registrati nel 2017 sono incoraggianti. Le emissioni complessive del Birrificio di Induno Olona, infatti, sono diminuite dell’1,8% rispetto al 2016. Anche le emissioni specifiche di CO2 sono state ridotte dell’8,6%, passando da 3,5 kg/hl a 3,2 kg/hl. Di contro, il consumo totale di energia è lievemente aumentato rispetto al 2016 (+0,4%) in virtù dell’incremento di produzione. Gli indicatori per quanto riguarda i consumi specifici, tuttavia, sono positivi: metano -7,6%; energia elettrica -1,2%. Cosa ancor più significativa, grazie all’adesione di Carlsberg Group alla coalizione di imprese RE100 e all’accordo per l’approvvigionamento di energia stipulato nel 2016, Carlsberg Italia ha raggiunto in anticipo l’obiettivo del 100% di energia da fonti rinnovabili.

Salute e sicurezza – obiettivo 2030: zero infortuni Il tasso di incidenti in Azienda ha proseguito la curva discendente evidenziata nelle precedenti edizioni del Bilancio di Sostenibilità; segno del radicarsi di una diffusa cultura a tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Nel 2017, infatti, il tasso di infortuni è stato di 1,7 (nel 2016 era 2,9) con un indice di gravità pari a 33,4 (589,5 nel 2016). Nello specifico, il numero totale di infortuni è calato di oltre il 42%.

Consumo Responsabile – obiettivo 2030: zero consumo irresponsabile Carlsberg Group e Carlsberg Italia considerano la sensibilizzazione a un consumo moderato e corretto della birra un obiettivo prioritario. In questo senso vanno l’obiettivo di ampliare la scelta dei consumatori, offrendo loro un’alternativa analcolica ovunque sia presente una birra del Gruppo e l’ambizioso traguardo di zero consumo irresponsabile nel 2030.

Per aiutare ulteriormente i consumatori a fare scelte consapevoli, sulle etichette di tutte le birre saranno apposti messaggi per favorire il consumo responsabile, nonché le indicazioni nutrizionali. Messaggi a favore del consumo responsabile compariranno anche in tutte le comunicazioni di marketing. Inoltre, nel programma delle giornate di porte aperte nello storico Birrificio di Induno Olona, è stata inserita la visita a un’area dedicata ad attività esperienziali, nella quale i visitatori possono sperimentare gli effetti dell’abuso di alcol grazie a un particolare visore (Beer Goggle) che simula le alterazioni nelle percezioni e nel coordinamento dovute allo stato di ebbrezza. Nel 2017 i visitatori sensibilizzati durante gli Open Day sono stati oltre 5.500 (più del doppio rispetto al 2016). Analoghe iniziative di sensibilizzazione sono rivolte ai dipendenti della sede di Lainate in occasione del Global Beer Responsibility Day (GBRD), Giornata Mondiale della Birra Responsabile.

Iniziative sociali. Gli scavi nel Foro di Giulio Cesare a Roma – Nel 2017 la Fondazione Carlsberg per lo studio delle scienze, che porta avanti lo spirito mecenatesco e la dedizione alla condivisione con le comunità di J.C. Jacobsen, fondatore di Carlsberg Breweries, ha stanziato 1,5 milioni di euro per un progetto pluriennale di ricerca e scavi archeologici nell’area del Foro di Giulio Cesare a Roma. Avviato nell’autunno 2017, il progetto di ricerca nasce dalla collaborazione tra l’Istituto Danese a Roma e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e vede coinvolta un’équipe di ricercatori danesi. Le attività di indagine e scavo nell’area più antica dei Fori Imperiali, consentiranno di gettare nuova luce sulla disposizione spaziale e architettonica di un sito la cui lettura è resa complessa dallo stratificarsi degli interventi urbanistici e monumentali di più imperatori romani.

Carlsberg entra nella storia della birra italiana quando, nel 1975, sigla un accordo con uno dei maggiori produttori nazionali, Industrie Poretti, per la produzione e commercializzazione dei due marchi Tuborg e Carlsberg (storiche aziende danesi che si uniscono nel 1970). Negli anni il gruppo Carlsberg acquisisce quote dell’azienda Poretti sino ad arrivare al 1998 quando il nome dell’azienda italiana viene cambiato in Carlsberg Italia e nel 2002 diviene di proprietà totalmente danese. Carlsberg Italia oggi produce e commercializza oltre 1,3 milioni di ettolitri di birra a marchi Carlsberg, Tuborg, Birrificio Angelo Poretti, Kronenbourg 1664, Grimbergen, Feldschlösschen e Brooklyn. Nel 2011 Carlsberg Italia ha avviato una rivoluzione nel mercato della birra, sviluppando e lanciando DraughtMasterTM Modular 20, il nuovo sistema di spillatura che utilizza fusti in PET al posto dei tradizionali in acciaio e che non utilizza CO2 aggiunta. Sulla spinta di questo progetto Carlsberg Italia ha ottenuto la certificazione ambientale EPD (Environmental Product Declaration) per le sue birre, PRIMA unica azienda birraria al mondo.

Arrivano le bevande certificate Fairtrade, per un’estate sostenibile

Arrivano le bibite solidali: limonate, tè, cola e birre che sostengono gli agricoltori nelle comunità di Asia, Africa e America Latina: certificate Fairtrade sono anche l’occasione per sostenere gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo. FAIRTRADE infatti è il Marchio di Certificazione del commercio equo e assicura ai produttori agricoli di Asia, Africa e America Latina il pagamento di un Prezzo Minimo Fairtrade e un margine di guadagno aggiuntivo, il Premio Fairtrade, per avviare progetti di emancipazione sociale nelle comunità di origine delle materie prime.

Ecco le referenze disponibili:

LEMONAID+ è una linea di limonate naturali realizzate con ingredienti biologici e Fairtrade. Prodotte con vero succo di frutta, e arricchite con zucchero di canna e acqua frizzante; sono senza additivi, conservanti e coloranti. Gli ingredienti Fairtrade provengono da piccole cooperative agricole in Sri Lanka, Paraguay e Brasile. Le limonate sono disponibili nelle varianti Frutto della passione (succo di frutto della passione con una nota di lime e mango), Lime (limonata con succo di lime fresco), e Arancia rossa (arancia rossa raffinata con succo fresco di pompelmo, arancia, limone e ciliegia).

ChariTea è una linea di infusi di tè biologico con ingredienti Fairtrade. Senza zucchero aggiunto, sono arricchiti con succo d’agave e succo di frutta naturale. Sono disponibili nelle varianti Mate (tè mate e tè nero con succo di arancia e limone), Rosso (tè di rooibos con succo di frutto della passione), Nero (tè nero con succo di limone fresco), Verde (tè verde con zenzero, miele e succo di limone). Tutti gli ingredienti provengono da agricoltura biologica, il tè viene coltivato in piantagioni Fairtrade in Sudafrica, Sri Lanka e Argentina. Il miele proviene dal Nicaragua, l’agave dal Messico.

In aggiunta rispetto a Fairtrade, ogni bottiglia di LEMONAID+ e CHARITEA sostiene con 5 centesimi la fondazione senza scopo di lucro “Lemonaid & Charitea”, e finanzia progetti sociali nei Paesi da cui provengono gli ingredienti.

Ubuntu Cola. In lingua Swahili ubuntu significa “Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti”: e questo è anche lo spirito della cola realizzata con zucchero proveniente da organizzazioni certificate Fairtrade del Malawi. Il Premio Fairtrade ottenuto attraverso le vendite di Ubuntu Cola ha permesso alla cooperativa di raccoglitori di canna da zucchero la costruzione di pompe d’acqua, una scuola elementare per 240 bambini, un trasformatore per fornire corrente elettrica al villaggio, un centro sanitario e l’acquisto di un camioncino. La cola è distribuita in Italia dalla Cooperativa Vagamondi, che presso le organizzazioni ha inoltre costruito sei pozzi di acqua potabile.

La birra Mongozo è una birra brassata in Belgio dalla birreria Huyghe secondo una tradizionale ricetta africana. Tra le varianti certificate Fairtrade, disponibili la Premium Pilsner, birra bionda senza glutine non pastorizzata, fabbricata con malto di riso, luppolo e lievito, e la Buckwheat white, fatta con grano saraceno, malto, riso, luppolo, coriandolo e buccia d’arancia. Ma ci sono anche quelle aromatizzate alla Banana, Noce di cocco, Mango e Cuore di palma dell’Angola. Ingredienti e ricette sono originarie di paesi come Ghana, Sri Lanka, Indonesia, Costa Rica e Brasile. Tutte le birre Mongozo sono anche certificate biologiche e senza glutine, oltre che Fairtrade.

 

 

 

Dall’11 al 13 tutti invitati alla Giornata internazionale del commercio equo

Una sfida con l’obiettivo di sensibilizzare verso le condizioni dei produttori del Sud del mondo: si terrà nel weekend dall’11 al 13 maggio per festeggiare la giornata mondiale del commercio equo la Grande sfida Fairtrade, iniziativa che nel 2017 ha movimentato oltre 2 milioni di persone dagli Stati Uniti all’Australia, dal Sudafrica alla Finlandia, all’Italia. Tutte a favore dei diritti degli agricoltori e dei lavoratori di Asia, Africa e America Latina.

Per aderire basta organizzare un evento, piccolo o grande, ispirandosi a Fairtrade. Può essere una colazione in famiglia o con gli amici, la pausa caffè con i colleghi di lavoro, un pic-nic nel parco in cui siano utilizzati i prodotti del commercio equo certificati Fairtrade, disponibili in migliaia di punti vendita della piccola e grande distribuzione. Gli aderenti registreranno sul sito della Grande sfida Fairtrade l’attività programmata. Qui, durante il weekend dell’11-13 maggio, un contatore segnerà in tempo reale il numero dei partecipanti e una mappa mostrerà tutti gli eventi in corso, con dettaglio nazione per nazione, da cui sarà possibile scoprire l’evoluzione della competizione. Hanno già confermato la propria adesione oltre 100 locali e un centinaio di privati cittadini.

Tra le torrefazioni aderenti all’edizione 2018: Equo Caffè (coop. Caracol), Caffè Haiti Roma, Caffè Moak, Caffè Pazzini, Caffè Ravasio, Madreterra Caffè, Miscela d’Oro, Omkafè, Punto Equo. Aderiscono inoltre Bistrot, il concept di Autogrill, con i locali di Venezia Santa Lucia, Verona Porta Nuova, Bergamo OrioCenter, Massa Maremonti, Milano City Life, Milano Mercato del Duomo e Bistrot Glorius Caffè (San Babila), e la catena White Bakery con i locali di Rimini, San Benedetto del Tronto (AP), Spoltore (PE), Pescara e Chieti. Partecipa anche il negozio di abbigliamento etico e moda sostenibile a Brescia Fairmade.

Nuova 9 Luppoli Bohemian Pils del Birrificio Angelo Poretti, lager aromatica

Sull’onda del successo delle birre particolari, artigianali, fuori dal mucchio e con stili diversi, Birrificio Angelo Poretti arricchisce la gamma 9 Luppoli – Le Oltreconfine di una nuova referenza: la 9 Luppoli Bohemian Pils, basata su quello stile inventato in Boemia, nella città di Pils, appunto, che è all’origine delle lager come le intendiamo oggi.

Dopo la 9 Luppoli American IPA e la 9 Luppoli Belgian Blanche, il percorso nella cultura e nei diversi stili birrari avviato con la gamma 9 Luppoli – Le Oltreconfine si arricchisce di un’ulteriore tappa.

 

Ritorno alle origini

La nuova birra rappresenta un po’ un ritorno all’origine per i Mastri Birrai dell’azienda se si pensa che il fondatore Angelo Poretti nell’Ottocento partì giovane da Varese proprio verso luoghi come la Boemia, l’Austria e la Baviera, dove carpì le ricette e i segreti del “saper fare” una buona birra, per poi rientrare in Italia e costruire il proprio Birrificio.

La nuova 9 Luppoli Bohemian Pils del Birrificio Angelo Poretti incarna al meglio l’originale stile Bohemian Pilsner. Le sue caratteristiche distintive, infatti, risiedono nella dominanza del luppolo Saaz, la cui migliore qualità proviene dalla Boemia, che le conferisce un carattere deciso e speziato. Il risultato è una birra a bassa fermentazione e dall’amaro deciso.

 

Ideale con formaggi erborinati e carni bianche

Per le sue caratteristiche aromatiche e di gusto, la 9 Luppoli Bohemian Pils si apprezza in abbinamento con formaggi erborinati o in accompagnamento a carni bianche con condimenti di sapore dolce. Si suggeriscono, in proposito, gli abbinamenti con lardo speziato, gorgonzola D.O.P. e pollo al curry.

Ubi Collesi, l’artigianale italiana dal cuore belga, vince al World Beer Awards 2017

C’era un’italiana sul podio dei World Beer Awards 2017” londinesi: la Ubi Collesi, miglior birra nella categoria “Belgian Style Dubbel” e ultimo successo di Tenute Collesi, microbirrificio di Apecchio, nel cuore delle Marche.

La medaglia che ha consacrato definitivamente Tenute Collesi nella “hall of fame” dei produttori di birra artigianale è stata conferita dalla giuria internazionale del concorso di Londra grazie alla rossa non pastorizzata a rifermentazione naturale in bottiglia, dal gusto dolce, caratterizzato da intensi profumi e aromi di caramello, malto e nocciole con note speziate, che ha superato 1900 concorrenti provenienti da 36 Paesi

Ma non è tutto qui: il birrificio guidato da Giuseppe Collesi nelle scorse settimane, si è portato a casa anche tre prestigiose medaglie “americane”. Il “World Beer Championships 2017” di Chicago promosso da Tasting.com ha decretato la Ubi prima nella categoria Rossa Belgian-Style Amber Ale. Una medaglia d’oro a cui si sono aggiunte l’argento della Alter – categoria Bionda Belgian-Style Blonde Ale – e quella di bronzo per la Triplo Malto categoria “Belgian-Style Specialty Ale”.

Sono 81 i riconoscimenti che campeggiano oggi nello stabilimento marchigiano.

«Quando ho iniziato questa avventura nel 2007, anno in cui ad Apecchio arrivò per la prima volta il mastro birraio belga Marc Knops, mai avrei pensato di raggiungere, in così breve tempo, un risultato di tale livello – ha commentato Collesi -. Credo che il nostro valore aggiunto risieda nei valori su cui, da sempre, basiamo il nostro lavoro: l’impegno, le scelte etiche, i progetti, il rispetto del territorio. Così come nelle materie prime che ci distinguono, uniche e non replicabili: l’acqua straordinaria del Monte Nerone, fra le migliori in Europa per la produzione di birra, e i terreni dell’azienda agricola di famiglia Collesi in cui coltiviamo, direttamente, l’orzo. Veder riconosciuti i nostri prodotti, ufficialmente, come i migliori al mondo in una competizione internazionale di prestigio come il ‘World Beer Awards’ è il completamento perfetto di una stagione di successi».

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