CLOSE
Home Tags Distribuzione

Tag: Distribuzione

Infografica: Manpower prevede una lieve ripresa dell’occupazione. In calo il commercio

Manpower ha rilasciato le previsioni per il primo trimestre 2015 sull’occupazione, sintetizzate nell’infografica. Come si vede, si prevede un calo dell’occupazione di 2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, che porta l’occupazione netta a -5%, ma una crescita di 5 punti sullo stesso periodo del 2014.

I datori di lavoro delle aziende di grandi dimensioni (250 o più dipendenti) prevedono una crescita del personale nei prossimi tre mesi segnalando una previsione netta sull’occupazione pari a +9%.  Tuttavia, si prevede che il numero delle assunzioni subirà un calo sia nelle micro aziende (meno di 10 dipendenti) che nelle piccole aziende (10-49 dipendenti), per le quali la previsione si attesta rispettivamente al -8% e al -3%.

Quanto ai settori, le prospettive d’assunzione migliorano in quattro dei 10 settori industriali rispetto al 4 trimestre del 2014  e in due delle quattro regioni rispetto allo scorso anno.

Infografica Previsioni Occupazione  1° trimestre 15 Italia

 

La previsione per il settore trasporti e comunicazioni si attesta a +7%, mentre i datori di lavoro prevedono un aumento dell’occupazione, con una previsione pari a +3% sia nel settore finanziario, assicurativo, immobiliare e servizi alle imprese che nel settore ristoranti e alberghi.

Si prevede invece che i mercati del lavoro più deboli saranno quelli dei settori edile e minerario ed estrattivo, dove la previsione netta sull’occupazione si attesta rispettivamente al -29% e al -23%. Deboli prospettive occupazionali sono riportate anche nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, con previsioni pari a -11%.

Secondo i datori di lavoro intervistati nel prossimo trimestre il mercato del lavoro nel settore commercio all’ingrosso e al dettaglio continuerà a dare segnali negativi. Le intenzioni di assunzione mostrano il segno negativo in ogni trimestre da quasi sette anni. Tuttavia, la previsione resta relativamente stabile rispetto al trimestre precedente e migliora di ben 19 punti percentuali rispetto allo scorso anno.

«Le prospettive d’assunzione per il nuovo anno ci mostrano segnali positive e incoraggianti. – sotolinea Stefano Scabbio, Presidente e Amministratore Delegato di ManpowerGroup Italia e Iberia – Non siamo ancora fuori dalla crisi , ma la nuova riforma del lavoro è un passo importante e fondamentale per rilanciare l’economia in Italia. I datori di lavoro devono essere preparati per la ripresa. La chiave sta nell’attrarre e trattenere i talenti migliori e adottare un approccio al lavoro più flessibile in modo tale che si possono valorizzare tutte le competenze nel posto giusto e al momento giusto».

 

Marlia, riapre il superstore Esselunga rinnovato

Più grande, più ecologico, con tre nuovi reparti: dopo un restyling durato 11 mesi ha riaperto oggi il centro commerciale Esselunga di Marlia nel comune di Capannori (LU), nato nel 1991 e quindi uno dei primi format di centro commerciale integrato dell’insegna milanese, e uno dei più grandi in Toscana. Il nuovo Superstore presenta 3620 mq di area di vendita con parcheggio di oltre 570 posti auto, di cui 300 al coperto.

All’insegna del fresco e dei prodotti di qualità i nuovi reparti: la pescheria con personale dedicato che offre pesce fresco (mai decongelato) già pulito, l’enoteca con sommelier che dispone di 600 etichette italiane ed estere, champagne, spumanti, vini da meditazione e biologici, e il forno di Esselunga con panettieri specializzati, formati dalla “scuola dei mestieri” interna, che sfornano a ciclo continuo 18 varietà di pane fresco nell’arco della giornata. Nel nuovo superstore Esselunga sono impegnati 120 dipendenti, dei quali 30 assunti ex-novo e avviati al lavoro attraverso il programma di selezione e formazione interna.

Oltre ai tre nuovi, lo store dispone di tutti i reparti tradizionali del marchio Esselunga: la frutta e verdura sfusa e confezionata con un’offerta di oltre 450 prodotti, la macelleria, la gastronomia; il reparto latticini. Ovunque sono valorizzate le produzioni regionali, con tutti i prodotti sugli scaffali e sui banchi segnalati da apposite etichette raffiguranti la regione Toscana.

Il centro accoglie un Bar Atlantic, presente in 71 negozi della catena, due novità quali la lavanderia e il parrucchiere, un negozio di oreficeria e uno di calzature.

Svolta verde continua

Come nelle ultime realizzazioni di Esselunga, grande attenzione è posta al tema del risparmio energetico. Tante le soluzioni che hanno permesso di risparmiare circa 30 tonnellate di petrolio equivalente (TEP) all’anno e di ridurre la quantità di anidride carbonica immessa in atmosfera di circa 100 tonnellate/anno.

Tra queste, impianti a pompa di calore ad alta efficienza, ventilatori delle unità di trattamento dell’aria equipaggiati con motori a velocità variabile per la climatizzazione ambientale, un campo fotovoltaico capace di produrre energia elettrica dal sole in ragione di quasi 100.000 KWh/anno e pannelli termici solari per la produzione dell’acqua calda sanitaria, il sistema computerizzato di supervisione che provvede alla gestione ottimale delle risorse energetiche al fine di aumentare l’efficienza complessiva degli impianti, tra cui la gestione oraria di tutti gli impianti di illuminazione che tiene conto sia del contributo della luce naturale sia del grado di affollamento del negozio, l’uso di tubi fluorescenti di ultima generazione e tecnologia LED. Green anche il sistema del freddo alimentare con elevata efficienza termica degli impianti frigoriferi che utilizzano come fluido frigorigeno la CO2, gas rispettoso della fascia di ozono presente negli strati alti dell’atmosfera terrestre notoriamente insidiata dalle possibili fughe dei più comuni gas frigorigeni di tipo florurato.

Tante le promozioni proposte all’apertura. Forse per questo, forse per la curiosità sulla nuova apertura, la stampa locale ha già segnalato nel giorno dell’inaugurazione “lunghe code e sosta caos”.

Il superstore di Marlia è uno dei 29 pdv in Toscana, e segue le aperture Esselunga 2014 di Calco (Lc), Aprilia (Lt), Milano Porta Vittoria, Novara, Prato, Parma, Saronno (Va) e Firenze Galluzzo.

Auchan, energia dal sole

Auchan ha installato due nuovi impianti fotovoltaici sulla copertura degli ipermercati di Cuneo e Palermo, per una potenza, rispettivamente, pari a 199,66 kWp e 199,92 kWp. Per il progetto e la realizzazione la catena francese si è affidata ha Enerray, controllata di Seci Energia (Gruppo Industriale Maccaferri). L’intervento è stato commissionato e curato da Helexia, società di produzione di energia ed efficientamento energetico e partner di Auchan riguardo ai temi energetici.

La producibilità complessiva dei due impianti fotovoltaici, in autoconsumo, è di 532.468 kWh all’anno, per un intervento di installazione che consta di 1.567 moduli fotovoltaici su una superficie di circa 14.000 mq. L’investimento consentirà ai due ipermercati una riduzione sia delle emissioni di anidride carbonica (per oltre 270 tonnellate l’anno), sia dei costi elettrici.

Consegne a domicilio problematiche per uno su 5, piace il clik and collect

Si fa presto a dire e-commerce: per quanto comoda ed economica sia, questa modalità d’acquisto ha un tallone d’Achille: la consegna a domicilio. Che ha causato problemi a un europeo su cinque l’anno scorso secondo una ricerca di JDA. Ritardi o mancata consegna sono i reclami più frequenti, con variazioni a seconde del Paese considerato. Quasi la metà degli acquirenti svedesi (47%) ad esempio ha registrato ritardi delle consegne. Il Regno Unito ha invece il non invidiabile primato delle consegne non effettuate, come dichiara oltre un quarto (28%) degli intervistati.

Forse per questo cresce la voglia di clik and collect e di drive, ovvero l’ordinazione online ritirata in negozio o direttamente caricata in auto. Quasi un britannico su due l’ha già sperimentata (48%) negli ultimi 12 mesi. Ma questo tipo di modalità cresce anche in Francia (31%), Svezia (28%) e Germania (19%). Costo e praticità sono i motivi alla base della scelta alternativa all’e-commerce “puro”. Certo è che lo shopping online (inclusi consegna a domicilio e/o “Click and Collect”) continuerà ad acquisire popolarità; oltre due terzi (67%) dei consumatori europei hanno affermato che tra cinque anni gran parte dei loro acquisti saranno online.

Pago purché arrivi subito

Che le consegne siano un punto cruciale di ogni vendita online lo dimostra anche il fatto che oltre un terzo (37%) degli intervistati è disposto a pagare un sovrapprezzo per ottenere la consegna il giorno stesso. E sono proprio i generi alimentari la merce per cui la consegna veloce risulta più interessante e per cui vale la pena spendere qualcosa di più: la richiedono il 63% dei tedeschi, il 48% degli svedesi e il 40% dei britannici, mentre i francesi sono maggiormente disposti a pagare un sovrapprezzo per la consegna veloce di apparecchiature elettriche ed entertainment (33%).

I resi restano la principale fonte di insoddisfazione per oltre la metà dei consumatori (53%) scontenti dal dover pagare le spese di spedizione e imballaggio per restituire gli articoli. Altre frustrazioni riguardano il disagio di restituire gli articoli tramite posta o di dover attendere un corriere (35%) e l’impossibilità di restituire gli articoli presso il punto vendita (21%), che anche in questo caso di pone come cardine fondamentale di ogni strategia multicanale.

L’Italia? Per ora guarda e sperimenta…

I risultati si basano sui dati combinati dei Customer Pulse Reports 2014 di JDA, che hanno coinvolto 8.177 consumatori tra i 16 e i 54 anni in Regno Unito, Francia, Germania e Svezia. Non è compresa dunque l’Italia, che in effetti resta ancora parecchio indietro specie in alcuni settori come la Gdo per quanto riguarda l’e-commerce.

“Sulla base della nostra esperienza, i retailer italiani guardano con interesse all’approccio omnichannel che, rispetto a UK, è senza dubbio ancora in fase di maturazione. Operare in modalità omnichannel rende ancora più rilevante  porre attenzione al delicato equilibrio tra servizio e marginalità. Come evidenziato dalla nostra ricerca in alcuni Paesi europei, anche  in Italia ci aspettiamo che i modelli ibridi  di acquisto on line e  ritiro  dell’ordine in un luogo fisico – negozio, dark store, drive –  prenderanno sempre più piede. Questo scenario impone ai retailer il ripensamento dei processi di supply chain in chiave strategica per guidare l’innovazione dei servizi alla clientela, bilanciando con successo l’eccellenza operativa  e la redditività” commenta Stefano Scandelli, Vice President Sales South Europe di JDA.

Anna Muzio

Simply: apre il suo 50° pdv a Milano in via Murillo

Simply Italia continua a investire nel territorio milanese, aprendo in viale Murillo 5 il 50° punto vendita diretto. Il nuovo Simply ha una superficie di vendita di 770 metri quadrati e una squadra di 24 collaboratori. Per quanto riguarda l’assortimento, delle 7.000 referenze presenti, circa il 43% è rappresentato dai prodotti freschi: frutta e verdura della migliore qualità, salumi e formaggi di prima scelta, gustosi piatti pronti, pane e focacce sfornate in giornata, pesce freschissimo, carne controllata e garantita. Molto ampia anche la cantina dei vini con circa 1000 etichette.

Per agevolare il cliente nella spesa, anche nel nuovo Simply di viale Murillo sono stati inseriti percorsi d’acquisto specifici: Verdenatura Bio, Verdenatura Eco e Equo e solidale, che raggruppano prodotti biologici e a ridotto impatto ambientale per scelte di consumo consapevole; Senza glutine e Senza lattosio, che segnalano articoli per particolari necessità salutistiche; Benessere più e Leggerezza più, che evidenziano particolari ricettazioni per sentirsi in forma rinunciando al superfluo e rafforzando le proprie difese; Prodotto locale, che suggerisce i sapori e tradizioni del territorio: frutta, verdura, gastronomia e formaggi di prima scelta, punto di forza dell’insegna.

Ampia e profonda anche l’offerta di prodotti a marchio Simply contraddistinti dallo stopper Confronta e scegli il risparmio Sì, dalle ricche promozioni quindicinali sui prodotti delle Grandi Marche e dall’OPERAZIONE SALVASP€SA: il blocco dei prezzi di 300 prodotti di uso quotidiano.

In linea con i nuovi negozi, anche il nuovo Simply di viale Murillo è dotato di interventi tecnici per ridurre il consumo energetico: banchi carne, surgelati e salumi e formaggi a libero servizio coperti da vetri a scorrimento, sensori per regolare il flusso luminoso, corpi illuminanti a led, inverter sulla centrale frigorifera e banchi frigoriferi con illuminazione a cappello.

 

Codim, e Lekkerland insieme per far crescere il business

Codim – Consorzio Distribuzione Moderna, forte di un giro d’affari di 120 mln – ha siglato un accordo con Lekkerland, società di commercio e di distribuzione di prodotti dolciari, bevande ed articoli d’impulso in Italia.

Il profilo di Codim

CODIM, realtà distributiva costituita di recente, nasce dall’alleanza tra tre realtà campane: ITALCASH srl (specialista nella vendita all’ingrosso, attivo dal 1989 con un cash&carry di 8.000 mq e 30 punti vendita); BI.TAR srl (opera con un cash&carry di 4.000 mq e 4 quattro punti di vendita di proprietà oltre a 18 affiliati) e C&D-CEDI srl (realtà di distribuzione innovativa con una piattaforma di distribuzione e un cash&carry supportato da una rete vendita di 8 agenti e 3.500 clienti serviti di cui 240 aderenti alla rete di franchising Asso Dettaglianti).

Il Consorzio CODIM, coordinato da Sabatino Pepe, come primo atto ha deliberato anche la costituente CODIM Servizi srl per la gestione di una piattaforma dei freschi e freschissimi, per fornire un servizio integrale a tutta la rete vendita oltre a un portale comune per la gestione di attività promozionali telematiche di sell-out (Sales Promotion) con l’adozione di un assortimento comune.

E a questo proposito è lo stesso Pepe a puntalizzare: «CODIM vuole affermarsi quale leva competitiva e di sviluppo puntando anche al prodotto fresco attraverso Codim Servizi srl. Pur avendo una connotazione territoriale – la sede è in Campania – l’intento del Consorzio è quello di uscire ulteriormente dalla regione diventando punto di riferimento per il commercio al dettaglio di tutta Italia».

lekkerland Alla luce di ciò qual è il significato dell’accordo con Lekkerland?

Questo accordo, spiega ancora Pepe «segna il nostro primo importante passo per consolidare gli obiettivi del neonato Consorzio che vuole, da un lato, valorizzare anche le pmi nazionali e i loro prodotti e, dall’altro, favorire lo sviluppo delle imprese consorziate anche con un sistema di distribuzione che ottimizzi i costi logistici».

I vantaggi per Lekkerland

Lekkerland, grazie a questa collaborazione, consolida ulteriormente la posizione di leadership superando la soglia di giro d’affari di 400 mln e il presidio quotidiano del territorio con oltre 500 venditori.

«Lekkerland – ha affermato Stefano Bozzi, Presidente ed Amministratore Delegato del gruppo- da sempre vuole portare il mondo del dettaglio tradizionale sotto i riflettori, un segmento di mercato spesso trascurato pur rappresentando il tessuto economico italiano in misura preponderante. Noi viviamo sempre la nostra missione da pionieri, così come tre anni or sono abbiamo instaurato una collaborazione strategica con Sma e nel 2013 abbiamo allargato gli orizzonti ad altri gruppi prevalentemente dolciari, ora apriamo a partnership ancora più ampie. Abbiamo analizzato il progetto strategico di Codim con il quale confidiamo di instaurare un rapporto duraturo e dalle reciproche soddisfazioni. Siamo convinti che Codim possa costituire uno dei volani per dare ulteriore stimolo e visibilità al segmento di mercato».

 

 

Jobs Act, le proposte di Federdistribuzione per rispondere alla crisi

Diventato legge il Jobs Act, ora saranno i decreti attuativi a dare consistenza all’ossatura della nuova legge sul lavoro. Con formidabile tempismo, Federdistribuzione ha organizzato oggi a Roma il convegno Lavoro & Jobs Act. Proposte per rispondere alla crisi cui hanno partecipato deputati e senatori delle rispettive Commissioni Lavoro, il segretario generale del Ministero del Lavoro.

Il tema della flessibilità del lavoro è stato al centro del dibattito per un settore, quello della Distribuzione moderna organizzata, in cui la remunerazione del personale assorbe il 72% del Valore Aggiunto complessivamente generato.

«Il Jobs Act può rappresentare – afferma Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione – una grande opportunità e, secondo la nostra visione, deve orientarsi nella stesura dei decreti attuativi in tre direzioni: quella delle semplificazioni, definendo regole chiare e norme certe; quella dell’impatto sui costi, non determinando alcun onere addizionale per le imprese e intervenendo con incentivazioni mirate; quella della flessibilità, che deve essere la massima possibile in ingresso, in uscita ma soprattutto durante lo svolgimento del rapporto di lavoro, essendo proprio la flessibilità il vero fattore di contrasto della precarietà».

La DMO rappresenta il 59% di tutti i consumi alimentari e non alimentari (nel 2013 127 Miliardi su un totale di 214 Miliardi) e occupa in Italia 450.000 persone. Un’indagine effettuata da Price Waterhouse Coopers nel 2014 presso le imprese associate a Federdistribuzione fornisce il quadro di questa occupazione: nel 2013 il 91% dei contratti è a tempo indeterminato (era l’87% nel 2006), il 5% a tempo determinato e il 3% è costituito da contratti di apprendistato (il restante 1% sono forme residuali, quali lo stage, il contratto di collaborazione a progetto, ecc). La popolazione femminile è il 58% dell’occupazione totale e i contratti part time sono il 46% della totalità. Tra il 2006 e il 2013 gli investimenti in formazione per addetto (Full Time Equivalent) sono più che raddoppiati. Secondo i dati emersi dall’ultima rilevazione effettuata dall’istituto Trade Lab sui bilanci delle imprese distributive del 2013, risulta che il costo del lavoro rappresenta l’11,2% del fatturato (il medesimo indicatore nel 2007 era pari al 10,3%).

«Per le nostre imprese il capitale umano è un fattore essenziale nel garantire il miglior funzionamento nei processi gestionali e nella relazione con i clienti, e noi vogliamo valorizzarlo al massimo – dichiara Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione – Abbiamo però bisogno di un mercato del lavoro più moderno e adeguato ai nuovi bisogni delle imprese che stanno adattandosi al contesto di crisi e organizzandosi per riuscire a cogliere i primi segnali di ripresa».

Più nel dettaglio le proposte di Federdistribuzione sono relative a

–       recuperare la centralità delle politiche attive del lavoro quali strumenti – omogenei sul territorio nazionale – in grado di creare le condizioni per l’occupazione e quindi di indirizzare la formazione verso competenze che consentano mobilità e flessibilità, accrescendo le possibilità di incrocio tra domanda ed offerta di lavoro;

–       semplificare e razionalizzare le norme e procedure che gravano sul lavoro strutturandole in testi unici per materia chiari ed esaustivi e riducendo gli adempimenti a carico di cittadini ed imprese attraverso investimenti in strumenti informatici dal certo ritorno;

–       avere forme contrattuali ed una disciplina dei rapporti di lavoro che sappiano orientare le aziende alla scelta di contratti a tempo indeterminato sia per convenienza di costo che per una maggiore e ragionevole flessibilità in uscita. In tale ambito il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti può essere un complemento normativo del contratto a tempo indeterminato;

–       adeguare l’attuale rigido concetto di mansione e demansionamento all’allungamento della vita lavorativa e alla necessaria flessibilità delle prestazioni durante lo svolgimento del rapporto di lavoro;

–       introdurre il compenso orario minimo, in assenza di contratti collettivi, come strumento che possa contrastare situazioni di concorrenza sleale;

–       favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per sostenere la genitorialità mettendo a disposizione servizi che facilitino il lavoro e non la diminuzione delle prestazioni: evitando quindi di creare soggetti più deboli sul mercato del lavoro.

Nel corso del convegno è stato presentato anche uno studio comparato (scarica l’executive summary) delle riforme del mercato del lavoro Germania, Francia, Spagna e Italia. Commentando lo studio, il Prof. Michele Tiraboschi, Coordinatore Scientifico di Adapt che l’ha condotto, ha affermato che «I positivi esiti degli interventi di riforma di fine anni Novanta e inizio Duemila (Pacchetto Treu e Legge Biagi) sono stati annullati dalla crisi economica, alla quale l’Italia non ha contrapposto interventi strutturali della stessa portata. Molto più efficaci sono state le misure approvate in Francia, Germania e Spagna. In Francia e Germania le riforme del mercato del lavoro negli anni 2008-2014 sono state concertate, guidate da disegni di lungo periodo e non ristrette alle sole regole del lavoro. In Spagna e in Italia, diversamente, le recenti riforme del mercato del lavoro hanno avuto soprattutto una logica emergenziale, copiosa decretazione d’urgenza e un diverso ruolo delle forze sociali nel processo di azione legislativa. Se però in Spagna la continuità di Governo ha portato all’approvazione di modifiche di assoluto rilievo al tradizionale diritto del lavoro, in Italia l’instabilità politica ha determinato l’approvazione di quattro riforme in quattro anni, spesso in contraddizione tecnica e “filosofica” fra loro e l’esito del Jobs Act rischia di essere davvero una Fornero bis che ci lascia ancora a metà del guado».

Ancc e Coop Italia sostengono il Protocollo di Milano promosso da Barilla Center F&N

Nel corso del sesto Forum internazionale su Cibo e Nutrizione in svolgimento a Milano, il Protocollo di Milano, promosso dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition,  viene consegnato alle istituzioni e ANCC-Coop e Coop Italia diventano ufficialmente sostenitori dell’accordo mondiale su alimentazione e nutrizione in vista di Expo 2015. Una proposta di patto globale sul cibo già sostenuta da numerose organizzazioni internazionali tra cui la Jamie Oliver Foundation, Eataly, Slow Food, Coldiretti, WWF e Save The Children.

In pieno accordo con le linee guida del documento, Coop è da sempre impegnata in iniziative concrete per la sostenibilità alimentare e ambientale attraverso azioni a favore dei consumatori, attività di informazione e formazione sul consumo consapevole che in oltre trent’anni hanno coinvolto migliaia di scuole, studenti, insegnanti e famiglie. E Coop è peraltro parte attiva di Expo 2015 coinvolta nella progettazione del “supermercato del futuro”.

«La sostenibilità dello sviluppo economico, cioè di una crescita equilibrata tra produzione alimentare e sfruttamento delle risorse del pianeta, è uno dei criteri fondamentali che guidano le strategie di Coop. Riteniamo importante il ruolo di modelli produttivi e di imprese a larga partecipazione e gestione democratica, nell’assicurare un cibo buono e sicuro per tutti e creare così consapevolezza sul futuro del Pianeta» ha spiegato Marco Pedroni presidente Coop Italia.

«Aderiamo volentieri al protocollo di Milano perché è coerente con i valori che la cooperazione promuove. Dibattere con istituzioni, imprese, cittadini e attori della società civile sull’insostenibilità dell’attuale ritmo di consumo delle risorse come fa il Protocollo di Milano è infatti un modo di attivare un processo di costruzione partecipata e cooperativa che aiuta a fare comunità» ha a sua volta commentato Enrico Migliavacca vicepresidente vicario Ancc-Coop.

Il Protocollo si pone come obiettivi la lotta allo spreco alimentare, con l’abbattimento del 50% entro il 2020 dell’impressionante cifra di 1.3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato nel mondo, attraverso campagne mirate ad accrescere la consapevolezza del fenomeno e accordi di lungo termine che coinvolgano l’intera catena alimentare a partire dalla filiera agricola; l’attuazione di riforme agrarie e lotta alla speculazione finanziaria, promuovendo un’agricoltura più sostenibile, e la lotta alla fame e all’obesità, con il richiamo all’importanza dell’educazione alimentare e di uno stile di vita sano.

 

Consumatori italiani fedeli e informati: lo dice la ricerca Aimia Lens 2014

Quanto sono fedeli gli Italiani al proprio supermercato? La risposta arriva da Aimia, leader mondiale nel settore del loyalty management (al quale appartiene Nectar) che ci svela le abitudini e i comportamenti di acquisto degli italiani e il loro rapporto con i programmi fedeltà. Dall’indagine Aimia Loyalty Lens 2014 emerge infatti che i consumatori italiani sono sempre più attenti all’ottimizzazione degli acquisti, tanto che il 59% degli intervistati possiede una carta fedeltà multipartner.

La ricerca ha inoltre permesso di stilare una classifica che vede i supermercati al primo posto per diffusione dei programmi fedeltà, con il 69% degli intervistati iscritti ad un programma della GDO. Indagando le motivazioni per le quali i consumatori italiani iscritti a un programma loyalty restano fedeli a un supermercato, le principali risultano: la possibilità di raggiungerlo comodamente (21%), la convenienza dei prezzi (18%), e vedere premiata la propria fedeltà (17%).

Al secondo posto della classifica dei quindici settori analizzati si trova quello dell’elettronica di consumo, con il 63% del campione iscritto a un programma fedeltà, seguito dai carburanti con il 33%.

Le motivazioni

Cosa spinge a essere fedeli? In generale, i riconoscimenti ottenuti per la propria fedeltà: così è per il 19% degli iscritti ai programmi delle carte di credito e delle compagnie aeree, e per ben il 21% degli iscritti a programmi del settore carburanti.

Per gli iscritti ad un programma loyalty, la fedeltà premiata è un vantaggio più importante di un prezzo conveniente. Questo aspetto emerge con decisione nei settori dei carburanti (21% contro 16%), delle carte di credito (19% contro 6%), delle compagnie aeree (19% contro 11%) e degli hotel (18% contro 12%).

Metodologia della ricerca

©Aimia Loyalty Lens è stata condotta su un campione di 2.000 consumatori per nazione. Il campione italiano è distribuito su tutto il territorio nazionale ed è composto per il 51% da donne e per il 49% da uomini, tra le fasce di età 18-24 (12%), 25-34 (15%), 35- 44 (19%), 45-54 (16%), 55-64 (27%) e oltre 65 (11%).

 Identikit di Nectar

Nectar, che fa parte del Gruppo Aimia, è il primo programma multipartner in Italia, presente dal 2010, che integra in un’unica carta fedeltà la raccolta punti di tante insegne di settori merceologici differenti, permettendo ai consumatori di raccogliere più punti e più in fretta. I partner del programma Nectar sono oggi: i supermercati Simply, IperSimply, Punto Simply, le stazioni di servizio IP, gli ipermercati Auchan, i negozi di elettronica ed elettrodomestici Unieuro, i distributori di carburante Tamoil, le agenzie di autonoleggio Hertz, il  portale online di libri e home entertainment IBS.it, Libraccio.it, il network di agenzie di viaggio Welcome Travel, i negozi di abbigliamento Original Marines, SaldiPrivati, il club di vendite private ‘solo su invito’, il comparatore di assicurazioni online Chiarezza.it, i rivenditori di pneumatici Driver e oltre 60 siti di e-commerce.

 

Infografica: online e off line il consumatore vuole risparmiare… tempo

Qual è il bene più prezioso? Probabilmente il tempo. Si parla tanto di shopping experience ma in realtà, con l’avvicinarsi delle feste e strade, centri commerciali e punti vendita sempre più affollati, fare la spesa o lo shopping è stressante, e nessuno ha voglia di perdere tempo. Ecco allora che le strategie attuate da retailer e Gdo sono sempre più richieste e apprezzate, dal self-check out (le casse fai da te) al self-scanning. E poi c’è il grande tema dei pagamenti via smartphone che, anche quelli, qualche secondo lo fanno risparmiare. Tutti accorgimenti che in periodi particolarmente frenetici possono fare la differenza nella scelta del negozio dove entrare.

Meno scontato è pensare come anche l’e-commerce sia soggetto alle stesse regole, come dimostra l’infografica qui sotto frutto di una ricerca Dynatrace su 2000 consumatori americani circa la perfomance dei siti Internet. Nove navigatori su dieci si aspettano che la “tenuta” dei siti non sia influenzata nei periodi di grande traffico, il 61% si è lamentato di avere avuto una esperienza negativa navigando sul sito di un retailer e il 75% di questi sono andati direttamente a un sito concorrente. Insomma, la conclusione è questa: il cliente è sempre meno paziente (addirittura il 46% se ne va se un sito o un’app non si carica entro 3 secondi), e il retailer farà bene e tenerne conto, on e offline.

dynatrace

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare