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FAAC presenta GBF 3500, il nuovo ingresso automatico per Centri Commerciali e Banche

Si chiama GBF 3500,  ed è il nuovo ingresso automatico realizzato da FAAC. Dotato di sistema antipanico a sfondamento e della funzione di riarmo automatico delle ante mobili e semifisse, GBF 3500 provvede automaticamente a ripristinare le normali condizioni di funzionamento dell’ingresso a seguito di un’apertura a sfondamento dovuta a urto accidentale o all’impiego come via di fuga. Questa caratteristica assicura il ripristino immediato delle finzioni di sicurezza e isolamento termico della porta, anche nei casi in cui gli utilizzatori siano impossibilitati ad intervenire manualmente per chiudere le ante. L’ingresso GBF 3500 soddisfa perfettamente le esigenze dei centri commerciali, coniugando il controllo degli accessi e il risparmio energetico. La soluzione offerta da FAAC comprende anche le ante in vetro, i profili in alluminio e la relativa ferramenta. Vetri e profili sono disponibili in più colori diversi.

Le caratteristiche

L’ingresso automatico FAAC GBF 3500 è composto dall’automatismo scorrevole FAAC A140 e da una struttura portante che sostiene anche le ante. L’automatismo, che può funzionare per trenta minuti in assenza di corrente grazie alla batteria di emergenza, è gestito da un controllore elettronico che consente di regolare numerosi parametri tra cui la velocità e la corsa delle ante. Grazie alla gestione del calendario, inoltre, il sistema può essere programmato per fasce orarie. La forza di chiusura è limitata automaticamente a meno di150 N, come previsto dalla normativa.

Le ante sono realizzate con profili esclusivi FAAC in alluminio estruso (verniciato o anodizzato) con sezione di 50 mm e spigoli verticali arrotondati. Le ante mobili e semifisse sono mantenute in sede da dispositivi magnetici che garantiscono una forza di trattenuta (certificata secondo le normative vigenti) inferiore a 220 N, evitando l’uso di congegni meccanici soggetti a possibili inceppamenti. La soluzione GBF 3500 è applicabile a vani della larghezza massima di due metri.

 

Saldi invernali 2016, spese degli stranieri in crescita secondo Visa

Visa Europe fa il bilancio sui consumi dei visitatori stranieri in Italia durante il periodo dei saldi invernali appena concluso. Con 15 milioni di operazioni i dati delle transazioni transfrontaliere registrati da Visa Europe nel nostro Paese indicano una crescita dell’11,3% anno su anno, per un volume totale delle spese che raggiunge 1,7 miliardi di euro, in crescita del 4% rispetto allo stesso periodo 2015. Il valore medio delle transazioni su Visa è a 113 euro, in crescita di circa il 30% rispetto al periodo dei saldi invernali 2015. “Questi indicatori – sottolinea Davide Steffanini, Direttore Generale Visa Europe in Italia – evidenziano non solo una maggiore frequenza di utilizzo degli strumenti elettronici da parte dei consumatori, ma anche un’accettazione più ampia degli stessi da parte degli esercenti italiani”.

 

Britannici primi dei Big Spender

I dieci Paesi big spender hanno generato in Italia una spesa pari a 1,3 miliardi di euro, che contribuisce al 76,5% del totale dei volumi nel periodo dei saldi per un incremento di spesa cumulativa dell’8,4%. Le prima posizione nella top 10 dei big spender spetta ai titolari Visa del Regno Unito, che con 536 milioni di euro di spesa e una crescita del 13% si confermano come nel 2015 in testa alla classifica. Sul podio il secondo posto è occupato dai titolari francesi, con una spesa di 171,6 milioni di euro (+5,7%) e il terzo dai titolari USA, con 132,8 milioni di euro (+0,2%). Seguono la Germania (120,7 milioni, +6,1%), la Svizzera (81,7 milioni, +0,4%) e la Cina (80,0 milioni, +0,2%). I titolari russi e spagnoli, pur rimanendo nella top 10, riportano rispettivamente una flessione nei consumi di -7,5% e -3,6%, una tendenza negativa che Visa sta registrando da oltre un anno.
Da segnalare anche la crescita di spesa dei titolari Visa della Corea del Sud, che entrano nella top 10 con una percentuale positiva del 7% e una spesa di 23,1 milioni di euro, nonché la ripresa dei consumi in Italia da parte dei cittadini giapponesi, che con 40,0 milioni di euro incrementano la spesa di circa il 4%.

 

Abbigliamento ancora al top, ristorazione incrementa a due cifre

La regina dei saldi rimane la moda/abbigliamento. Che nel periodo considerato si attesta su 346,4 milioni di euro, in crescita del 5% anno su anno. Visa registra poi un incremento dei volumi di spesa anche per l’elettronica di consumo (113,7 milioni di euro) e negli store delle grandi catene o magazzini, sia mono sia multimarca (17 milioni di euro), che segnano rispettivamente una crescita del 6% e del 3,7%.
Anche alberghi e strutture ricettive registrano una crescita in termini di volumi, pari a 371 milioni di euro, ovvero +7,2% rispetto al periodo dei saldi invernali 2015. Ma la crescita maggiore in termini percentuali viene raggiunta nel settore ristorazione-bar/caffetterie (21,4 milioni di euro) e nel settore dell’intrattenimento (146,3 milioni di euro), rispettivamente +17% e +11,2%.
La spesa legata ad accessori, beauty e profumi, pur con volumi pari a quasi 110 milioni di euro, è la sola voce di spesa che registra un segno negativo, con una percentuale del -5,2% rispetto allo stesso periodo nel 2015.

Roche Bros: freschezza e qualità “homemade” La Gallery

Roche Bros è una catena di supermercati che opera nel circondario della Athens of America, compresa tra la 495 Interstate half-beltway e la 95 Interstate half-beltway.
È  qui che Pat e Bud Roche aprirono il loro primo negozio di macelleria e ortofrutta a Roslindale nel 1952, che trasformarono progressivamente nel loro primo supermercato. Ancora una volta Daniele Tirelli  ci accompagna alla scoperta della diversa origine del grocery americano che molto spesso è partito dalle categorie deperibili e freschissime per poi introdurre una gamma sempre più ampi di prodotti confezionati. Qui l’articolo integrale.

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Foto di Daniele Tirelli

Francesco Bevilacqua è il nuovo direttore generale di MD Spa

Francesco Bevilacqua, classe 1959 e con una laurea in Economia e commercio, è il nuovo Direttore Generale di MD SpA. Bevilacqua subentra ad Angelo Dell’Anna, che ha ricoperto l’incarico in azienda per oltre vent’anni e che lascia il Gruppo per sopraggiunti limiti d’età.
Il cambio di ragione sociale annunciato a inizio anno si concretizza così in una prima nuova figura di vertice che affiancherà il Cavalier Patrizio Podini nella fase di decisa espansione in cui il Gruppo si trova impegnato attualmente.
Il Gruppo MD SpA è oggi più che mai impegnato a sviluppare la rete vendita e a consolidare la sua posizione sul mercato italiano della grande distribuzione, puntando alla massima efficienza organizzativa nel segno della continuità con l’identità aziendale costruita negli anni.
Obiettivi presentati anche alla Convention annuale del Gruppo, lo scorso 6 marzo, durante la quale Bevilacqua è stato presentato per la prima volta agli oltre 1.000 partecipanti tra dipendenti, affiliati e partner.
Francesco Bevilacqua, dopo una lunga esperienza in Arthur Andersen, ha svolto un’intensa attività in diversi gruppi fra i quali EMIT, Romeo, Emas e, negli ultimi anni, G&C Holding, gruppo che opera nel retail tessile, in ruoli operativi che lo hanno portato ad assolvere con successo responsabilità di amministratore delegato e direttore generale in complesse situazioni industriali, commerciali e di trading, anche all’estero.
“L’ingresso in MD SpA di Francesco Bevilacqua” ha affermato il Cavalier Patrizio Podini “testimonia la nostra volontà di rispondere con le migliori risorse e con la massima determinazione alle sfide attuali del mercato che richiedono velocità nel cambiamento e cambiamento nella continuità”.

Shopping ieri, oggi e domani: tendenze e novità raccontate da FutureBuy

Shopping: come stanno cambiando le abitudini in seguito alla rivoluzione digitale, che rende tutti iperconnessi e multicanale?

Lo indaga FutureBuy®, l’indagine multiclient online di GfK (realizzata con metodologia CAWI) che rileva comportamenti e atteggiamenti dei consumatori nel processo di acquisto, comprensivo anche dei momenti propedeutici come ricerca, confronto e raccolta di informazioni sui prodotti, oltre che l’effettivo atto di acquisto.

Dall’edizione italiana di FutureBuy 2015 emerge un cliente sempre più consapevole, padrone degli strumenti tecnologici che ha a disposizione ed efficiente nel processo di acquisto: il 74% degli intervistati è d’accordo nell’affermare che sta imparando a fare acquisti in modo sempre più efficace.

L’omnichannel

Anche nel nostro Paese, lo shopping omnichannel è ormai una realtà, anche se con un’incidenza diversa a seconda della categoria di prodotto considerata. L’omnicanalità si fonda su driver di scelta diversi e complementari: nello shopping online conta soprattutto la convenienza, mentre nello shopping offline è importante la possibilità di vedere e provare i prodotti.

L’integrazione tra showrooming e webrooming conferma la consuetudine sempre più diffusa di passare da un canale di vendita all’altro, cercando informazioni sul web e acquistando successivamente in store, o viceversa guardando o provando prodotti in negozio per poi acquistarli on line. Questa dinamica dà vita a fenomeni nuovi: da una parte, i negozi brick&mortar diventano click&mortar per sopravvivere alla concorrenza dei giganti dell’e-commerce, dall’altra i pure player online iniziano ad operare anche attraverso negozi tradizionali, per fornire un servizio migliore ai consumatori.

E ovviamente, in questo contesto, i device mobili (lo smartphone in particolare) diventano strumenti chiave nell’esperienza di shopping.

Infedeltà

Conseguenza diretta della maggiore padronanza di strumenti tecnologici e dell’approccio omni-channel è la diminuzione della fedeltà dei consumatore nei confronti di marche e retailer. Il 66% degli intervistati italiani ammette di essere diventato meno fedele a un solo rivenditore: per trovare gli affari migliori oggi è necessario ampliare il proprio raggio di shopping.

Ed ecco che infine l’analisi propone un focus sui consumatori più smart, cioè, gli early adopter, gli innovatori, gli appassionati. Questi shopper si rivelano sempre meno propensi a essere influenzati passivamente da retailer, brand e pubblicità, e sempre più inclini ad intraprendere un dialogo paritario, basato sullo scambio reciproco di input, per la costruzione di prodotti e servizi tarati sulle proprie esigenze.

Demandware fotografa l’e-commerce del 2016, tra smartphone e generazione Z

Sempre più smartphone per gli acquisti e nelle decisioni di spesa, in una tendenza già in atto che non farà che affermarsi sempre di più. Ma anche una nuova generazione, la “z” ovvero quella dei 12-17enni, che affronta il retail con nuovi occhi e strumenti. E l’analisi dei dati che diventa elemento fondante di ogni strategia di marketing. Questi i contorni della fotografia dell’e-commerce nel 2016 scattata da Demandware,  fornitore leader globale del settore di soluzioni cloud commerce per le imprese, frutto di una analisi sui dati di oltre 400 milioni di clienti che transitano sui 1300 siti di eCommerce che si servono della sua piattaforma cloud, compreso il valore lordo delle merci, i giorni di picco per gli acquisti, il tasso di sconto e la quota di mercato da dispositivi mobili nei settori moda, lusso, abbigliamento, bellezza e salute.

L’analisi individua tre tendenze fondamentali che promettono di influenzare profondamente le vendite online (e non solo) nel corso di quest’anno. Eccole.

1- Addio omni-canalità: benvenuto commercio unificato

Dopo essere stato al centro delle discussioni sul retail negli ultimi anni, nel 2016 il termine omnicanalità diventerà potrebbe passare di moda. Perché il numero di acquirenti che comprano prodotti da più canali su più dispositivi supererà quello di chi acquista su un unico canale. L’omnicanalità sarà sostituita da un termine più adatto: commercio unificato, che si riferisce ad una singola piattaforma di commercio che offre ai rivenditori una visione unificata dei clienti e del magazzino attraverso tutti i canali.

Da gennaio a dicembre 2015 la quota degli ordini da smartphone ha registrato una crescita del 41%, passando dal 17% al 24%.
Da gennaio a dicembre 2015 la quota degli ordini da smartphone ha registrato una crescita del 41%, passando dal 17% al 24%.

“Il commercio unificato è già realtà, aiutando i retailer a raggiungere in maniera efficace i clienti connessi. Stando alla ricerca del National Retail Federation (NRF) ed Ecommerce Europe, l’86% dei retailer intervistati prevede di implementare nei prossimi 10 anni una piattaforma di commercio unificata per vendere in maniera più efficace ai consumatori connessi – spiega Maurizio Capobianco, Sales Director di Demandware Italia – . I consumatori vogliono una interazione veloce, personalizzata e fluida con i retailer, ancora oggi ostacolati da tecnologie complesse. La soluzione è una piattaforma di commercio unificata che migliori il margine, il valore del brand, e il suo fatturato”.

 

2- La generazione Z (e i social) guideranno l’e-commerce

Grazie soprattutto all’integrazione tra e- commerce e social media, in Nord America la generazione Z, i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni, rappresenterà la quota più importante degli acquisti online. La semplicità dei sistemi di pagamento come il Touch ID, il lettore di impronte digitali presente sui dispositivi mobili, consentirà agli adolescenti l’accesso al conto dei genitori, eliminando la necessità di avere una propria carta di credito fisica.
Secondo il recente sondaggio condotto da Demandware su un campione di 7000 persone di età compresa tra i 18 e i 34 anni (Millennials e Generazione Y) invece, il 77% dei Millennials completa il proprio acquisto dopo aver visto un prodotto che qualcun altro ha preferito o condiviso online. In totale, il 59% degli intervistati agisce sui suggerimenti di Facebook e il 41% su quelli di YouTube; seguono gli altri social network, con Instagram al 25%, Pinterest al 14%, Snapchat al 12%, WhatsApp al 20%, Twitter al 29% e Google+ al 15%.

 

3- Il data-driven decision marketing alimenterà la personalizzazione

Il 2016 sarà l’anno in cui la maggior parte dei retailer si sposterà da decisioni basate sulle intuizioni a quelle fondate su analisi dei dati, un trend che porterà a una forte carenza di talenti di “data expert”, già di per sé scarsi. I grandi nomi del retail sanno che i big data possono supportare fortemente il business, ad approcciare meglio il mercato e approfondire il rapporto con i clienti, pertanto si comporteranno in modo da favorire queste azioni.

Il 2016 sarà anche l’anno del ritorno del Push Marketing. I rivenditori cercheranno di rimuovere possibili elementi di attrito nel processo di acquisto e abilitare i clienti all’acquisto non solo nel negozio fisico e online, ma anche nel momento stesso dell’interazione. Allo stesso tempo, nel 2016 la tradizionale divisione tra marketing e commercio verrà meno per molti dei principali retailer. Il loro successo dipenderà nella capacità di portare i clienti ad acquistare il prodotto o l’offerta perfetta, applicando un insieme di abilità che uniscono la conoscenza approfondita del singolo cliente a una ricca offerta di contenuti.

Retail, in Europa traina il mercato immobiliare commerciale

In Europa è stato il settore del retail quello che lo scorso anno ha registrato la crescita più rapida nel mercato immobiliare commerciale, con un investimento totale di € 67, 3 miliardi di euro. Questi i dati che emergono da una ricerca di Cushman & Wakefield.
Il settore ha beneficiato di un esuberante 2015, caratterizzato da una crescita a volumi del 28% rispetto ai 12 mesi precedenti e dell’8% a valore, grazie alla forte crescita dei rendimenti e dei canoni nelle principali città.
La Germania ha goduto di un anno record nel 2015, tanto da superare il Regno Unito e diventare, nel settore, il mercato più attivo in Europa per una cifra pari a € 17.95 miliardi di euro.
Markus Schmitt-Habersack, presidente della squadra Cushman & Wakefield tedesca, ha dichiarato: “Se Londra può essere la città più importante per gli investitori transfrontalieri, la Germania può invece contare su una maggiore penetrazione, con sette città nella top 20. Per quanto riguarda lo scenario europeo nel suo complesso, i paesi nordici, con volumi in ascesa del 158% si sono rivelati i più dinamici. Al contrario, Spagna e Italia sono state un po’ in ombra. Meglio il Portogallo con un aumento del 194%. Infine si registrano volumi in crescita del 237% in Belgio, del 244% in Polonia e del 103% nella Repubblica Ceca.
Il rapporto evidenzia come le tendenze economiche siano state favorevoli per il settore retail a causa di una ripresa (modesta ma reale) del reddito e di un miglioramento del mercato del lavoro.

Maxi Zoo, grande successo per l’iniziativa a favore dei non vedenti

Grande successo per la seconda edizione dell’iniziativa benefica “Dai una zampa” organizzata dal 23 novembre al 31 dicembre 2015 in tutti i 60 punti vendita Maxi Zoo, per sostenere il Servizio Nazionale Cani Guida dei Lions e ausili per la mobilità dei non vedenti ONLUS di Limbiate (MB).

L’iniziativa è stata accolta dai clienti di Maxi Zoo con grande entusiasmo, fiducia e desiderio di partecipazione. Un desiderio che si è tradotto in una raccolta fondi che ha raggiunto la cifra di 74.440 Euro, interamente devoluti al Servizio Nazionale Cani Guida Lions. Quasi 75 mila clienti di Maxi Zoo in tutta Italia – circa 1250 in media per ogni punto vendita – hanno deciso di essere parte attiva del lavoro svolto dal Servizio Nazionale Cani Guida Lions, ciascuno con un piccolo personalissimo contributo. Per ogni adesivo acquistato al costo simbolico di 1€ è rimasta in store l’altra parte di adesivo riportante il nome del pet e del proprietario che lo hanno acquistato. Una lunga lista di nomi che ha fatto la differenza.

La consegna del ricavato, presso il Centro di addestramento Servizio Nazionale Cani Guida Lions a Limbiate
La consegna del ricavato, presso il Centro di addestramento Servizio Nazionale Cani Guida Lions a Limbiate

 

“La prima edizione di Dai una zampa, nel 2014, è stata un grande successo. Quest’anno l’operazione ha più  che triplicato il risultato ottenuto lo scorso anno andando aldilà di ogni nostra aspettativa”, ha commentato Marco Premoli, Amministratore Delegato di Maxi Zoo Italia durante l’evento di consegna del ricavato. “L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo da tutti i dipendenti nei punti vendita e soprattutto dai nostri clienti, che con grande generosità hanno offerto il loro personale contribuito in favore di questa onorevole causa”.

“Poter contare sull’aiuto di tante persone generose che apprezzano il nostro lavoro ci sprona a portare avanti, sempre al meglio, la nostra attività. Ringrazio Maxi Zoo e tutti i suoi clienti per aver raggiunto un obiettivo così importante” ha riferito  Giovanni Fossati, Presidente del Servizio Nazionale Cani Guida Lions.

Vino in Gdo: segnali positivi. Le anticipazioni del Vinitaly

Vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione: dopo anni di stasi, si registra una crescita più decisa delle vendite  sia in volume che a valore. In attesa della 50° edizione di Vinitaly (a Verona dal 10 al 13 aprile), l’istituto di ricerca IRI ha elaborato, in esclusiva per Veronafiere, i dati sull’andamento di mercato nel 2015.

Le vendite delle bottiglie da 75cl aumentano del 2,8% a volume rispetto al 2014, e le bottiglie da 75cl a denominazione d’origine (Doc, Docg, Igt) del 1,9%. Rispettivamente le vendite a valore crescono del 4,0% e del 3,8%.

“Una crescita doppiamente positiva – ha commentato Virgilio Romano, Client Solutions Director di IRI – perché non è stata stimolata né dalla crescita promozionale né da prezzi in calo. La pressione promozionale, infatti, rimane su livelli alti ma inalterati rispetto all’anno precedente, mentre i prezzi sono in aumento: i vini a denominazione di origine, ad esempio, hanno prezzi medi in crescita dell’1,9%. Dopo un lustro di assenza, la crescita contemporanea di volumi e valori ci lascia ben sperare per gli anni futuri”.

Risultati positivi anche per gli spumanti venduti in Gdo: + 7,8% a volume e +7,5% a valore, anche se il prezzo medio è leggermente ridimensionato rispetto al 2014. I vini biologici crescono a volume del 13,2% (a valore del 23%), ma i litri venduti sono ancora limitati: un milione e 630 mila.

“A poco più di un mese dal via del 50° Vinitaly, si tratta di anticipazioni che fanno ben sperare in una crescita più strutturale del mercato interno del vino” – spiega Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere.

Il vino più venduto in assoluto nei supermercati italiani rimane il Lambrusco con 12 milioni e 771 mila litri venduti, sempre tallonato dal Chianti, che vince però la classifica a valore.
Al terzo posto sale lo Chardonnay, un bianco di vitigno internazionale, che cresce del 9% a volume. Si fanno notare le performance del Nero d’Avola (+4,6%), del Vermentino che cresce dell’8,5% e del Trebbiano (+5,6%).

Tra i vini “emergenti”, cioè quelli che hanno fatto registrare nel 2015 un maggior tasso di crescita, il primo posto va alla Passerina marchigiana, con una progressione del 34,2% che va a bissare il successo registrato negli anni scorsi dal Pecorino (Marche e Abruzzo), classificatosi stavolta 3°. Due bianchi con prezzi medi a bottiglia di circa 4 euro.
Da notare la seconda posizione del veneto Valpolicella Ripasso e la quarta posizione del piemontese Nebbiolo.

Eurospin Italia, record di vendite tra il 2010 e il 2014

Il fatturato dei maggiori operatori della Gdo italiana è cresciuto tra 2010 e 2014 dell’1,5%, ma ha
ceduto l’1% nell’ultimo anno. Questo è uno dei punti clou che emerge dal report dell’Area Studi di Mediobanca.
Il record di crescita  delle vendite dal 2010 – prosegue lo studio – spetta ai discount di Eurospin Italia (+48,7%), seguita da Esselunga (+10,7%); non si arresta nel 2014 la caduta dei gruppi francesi: dal 2010 Carrefour haceduto il 19,1%, Auchan-SMA il 13,7%. Anche nel 2014 Eurospin (+6,3%) è cresciuta più di Esselunga(+1,2%) e il suo fatturato (4,1 miliardi) si avvicina a quello dei gruppi francesi (4,6 miliardi). Esselungaè ancora lontana a 6,9 miliardi. Le difficoltà dei gruppi francesi sono evidenti anche nella caduta dei ricavi per mq: -17,1% per Carrefour, -15,2% per Auchan-SMA.
Esselunga si conferma il gruppo più efficiente, con 16mila euro di vendite per metro quadro, ma la
società più redditizia è Eurospin Italia, con un roe nel 2014 pari al 24,2% contro il 13,6% di Esselunga e utili al 5,8% dei ricavi contro il 4,9% di Esselunga.

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