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Fico Eataly World, la nuova creatura di Farinetti debutta il 4 ottobre a Bologna

Work in progress nell'area Caab di Bologna.

Un parco di divertimenti a tema food, una palestra educativa, la presenza di tutta la filiera dal campo alla tavola, e un food pride della tradizione alimentare italiana: sarà questo è molto di più Fico (fabbrica Italiana Contadina) Eataly World, il nuovo, pantagruelico progetto di Oscar Farinetti che aprirà – ormai è ufficiale – il prossimo 4 ottobre a Bologna, nell’area dell’attuale CAAB (Centro Agroalimentare di Bologna). 

I numeri sono da capogiro: 80mila metri quadri di cui 67mila coperti, un ettaro di “campi dimostrativi” e allevamenti didattici (7mila metri quadri do colture e 4000 metri quadri di stalle), 40 “fabbriche”-laboratori alimentari (su 11mila metri quadri, gestiti da aziende italiane in cui la materia prima sarà trasformata sotto gli occhi dei visitatori), 9mila metri quadri dedicati alla vendita, 25 ristoranti su 7.300 metri quadri dedicati (trattorie tipiche italiane o chioschi street food ) e poi spazi eventi, aule, tre università, un teatro e un cinema e il più grande impianto fotovoltaico su tetto d’Europa. Ci si muoverà con 1000 biciclette messe a disposizione dei clienti nel mercato, con carrello della spesa e spazio frigo. La mobilità da fuori è invece assicurata da 11 grandi pullman elettrici che fanno la spola dalla stazione e dall’aeroporto, mentre il parcheggio sarà di 18mil posti auto. L’uscita dell’autostrada, oggi CAAB, manco a dirlo sarà rinominata Fico Eataly World

Infine, il tocco da maestro: sei giostre tematiche che seguono la storia dell’umanità, dall’ominide Lucy al distopico futuro, accompagnati da personaggi simbolo dell’epoca. «Tutto questo per portarci a casa 6 milioni di visitatori l’anno. Tra cui 2 milioni di stranieri. Vogliamo diventare il monumento più visitato d’Italia, più del Colosseo, vogliamo essere inseriti nei tour degli stranieri in Italia, entrare nelle agenzie di viaggio: ne sono state già coinvolte 5mila» ha detto Farinetti al Retail Innovations 12 di Kiki Lab dove è intervenuto. 

Oscar Farinetti e Fabrizio Valente a Retail Innovations 12.

«A New York fatturiamo 80 milioni, in Italia era impossibile eguagliare un risultato simile. Allora abbiamo aggiunto il turismo e il divertimento, un divertimento assistito con il fine di spiegare il nostro Paese».

Poi c’è il coté educativo, che punta a richiamare 500mila studenti di tutte le età “per renderli orgogliosi dell’Italia e della loro tradizione”, che parteciperanno a un percorso, letteralmente dal campo alla tavola, passando dai campi alle stalle alla produzione di olio, vino e formaggi. Perché il cuore di Fico è “formazione e magia”.

 

Tecnologia “facile”

La tecnologia, assicura Frainetti “entrerà in tutte le maniere”, con “tutti gli strumenti digitali possibili”. 

A Fico però non sarà nemmeno necessario scaricare un’app (cosa che gli italiani non fanno con grande entusiasmo vedi Internet & Italy, due su tre connessi tra social, messaggi e video, latitano le app): basterà avvicinare lo smartphone a un grande quadro all’ingresso e si riceveranno tutte le info man mano che prosegue la visita (come una sorta di “audioguida”). All’uscita, si rimette lo smartphone nel quadro e chi ha percorso più chilometri a piedi avrà la spesa gratis. “Ma ci saranno anche moli “umani” con cui interagire e che daranno tutte le informazioni necessarie”.

Lo sguardo di Farinetti sulle nuove tecnologie (Iot e intelligenza artificiale) è sempre e comunque ottimista. «C’è chi dice che si perderanno posti di lavoro. Io penso che stiamo entrando in un futuro straordinario, e proprio la tecnologia ci aiuterà a gestire un mondo con 10 miliardi di abitanti. Stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione tecnologica comparabile alla scoperta del fuoco 1,5 milioni di anni fa. All’inizio è sempre difficile, ci si brucia, si dà fuoco al bosco. ma poi si impara a domarla, la tecnologia, e usarla al meglio. Certo, come ai tempi della scoperta del fuoco un problema c’è: la nuova tecnologia non è patrimonio di tutti ma è in mano a 4/5 aziende che fanno profitti giganteschi e hanno il potere di comprare ogni nuova idea che esce, ed entrano in qualsiasi mercato (dalle auto all’abbigliamento). Ci vorrà un modo per appropriarci di questi strumenti, come è stato per il fuoco, magari una rivoluzione».

 

Prossima aperture Mosca, occhi puntati su LA

Le prossime aperture dell'”Impero Eataly” sono programmate a Mosca, in franchising (10 aprile), a giugno a Stoccolma, a settembre a Los Angeles con uno store di 9mila metri quadri su cui Eataly punta molto. Nel 2018 è la volta di due grandi città europee, Parigi e Londra, all’interno di due luoghi iconici come Galeries Lafayette e Selfridges. Ma l’orizzonte è più che ampio: “ci sono 196 Paesi al mondo, dobbiamo andare in tutti perché la cucina italiana è universale: leggera, facile, sana e facilmente replicabile perché deriva dalla cucina domestica, è nata in casa non a corte come la francese”. Poi “vorrei fare altri due o tre negozi in Italia, belli”.

La visione, insomma, c’è. L’appuntamento è per il 4 ottobre, a Bologna.

Vedi la fotogallery Fico Eataly World Bologna, l’agroalimentare italiano spiegato al mondo

Big data e realtà aumentata: le nuove frontiere dello store

Big data, realtà aumentata  e tecnologia indossabile: l’esperienza d’acquisto si fa sempre più personalizzata sia online sia in negozio. Morale? Ci sono tutti i presupposti perché il futuro della vendita al dettaglio venga rivoluzionato.

Ecco quanto emerge da un nuovo studio europeo condotto da Epson (il principale produttore di POS in Europa) al quale hanno preso parte 17 esperti di settore provenienti da tutto il mondo e oltre 7.000 dipendenti full-time europei. Il 72% degli europei (il 77% degli italiani) attualmente impiegati nel settore retail & hospitality intervistati ritiene che le vendite diventeranno sempre più personalizzate e che il personale contribuirà a migliorare l’esperienza di acquisto, confermando il ruolo dei negozi fisici nel ciclo d’acquisto.
Vediamo più nel dettaglio quanto emerge della ricerca.

Big Data
Se da un lato circa la metà degli intervistati (49% europei; il 52% degli italiani) è dell’idea che i big data avranno un impatto positivo sull’intero settore, il 42% degli europei (il 36% degli italiani) teme che i clienti non rinunceranno alla protezione dei loro dati a favore di un’esperienza di acquisto più personalizzata (percentuale che raggiunge il 64% tra gli over 50 e si attesta invece sul 50% per i Millennial). Ciò solleva importanti questioni circa la relazione tra rivenditori e clienti.
 
Questo aspetto è molto importante e deve essere valutato attentamente affinché i punti vendita possano sfruttare appieno le opportunità offerte dalla tecnologia. Dallo studio è emerso che il 73% (e ben il 79% degli italiani) dei dipendenti nel settore in oggetto ritiene che mediante l’uso dei dispositivi personali sarà possibile intensificare la relazione tra clienti e rivenditori.

Brick and mortar store

I negozi fisici continueranno ad avere un ruolo prioritario: secondo le stime, in media il 56% (il 57% italiani) delle decisioni di acquisto continuerà, almeno per i prossimi anni, ad essere presa in negozio.
 
Tuttavia, subiranno probabilmente profondi cambiamenti. Verranno introdotte nuove iniziative, ad esempio il riconoscimento automatico dei clienti, per fornire un’esperienza di acquisto ultra-personalizzata, come previsto dal 72% degli intervistati (e ben il 77% degli italiani). Secondo il 46% (il 50% degli italiani), inoltre, i negozi non terranno più merci a magazzino e sfrutteranno la realtà aumentata per fornire ai clienti suggerimenti e servizi personalizzati (63% vs il 66% degli italiani), creando on-demand prodotti su misura all’interno del punto vendita.

Gli ostacoli non mancheranno e tra questi i i costi associati all’implementazione delle nuove tecnologie (considerati una problematica dal 63% degli intervistati, il 62% degli italiani) e la formazione dei dipendenti (necessaria secondo il 40%; il 32% degli italiani).
 
Le principali tendenze
Ecco le principali tendenze emerse dallo studio:
Nascita degli Augmented Shopper:  il 69% (77% degli italiani) sostiene che, attraverso la simulazione in qualsiasi ambiente (a casa, al lavoro o in negozio), i clienti potranno immaginare l’utilizzo di un determinato prodotto. Di conseguenza, la realtà aumentata fornirà loro un’esperienza sensoriale unica. Nello stesso tempo, il 57% (67% per gli italiani) ritiene che la realtà aumentata offrirà un’esperienza di acquisto sociale e divertente, creando un senso di comunità attorno al marchio. Inoltre, con l’evoluzione del POS, i tempi di attesa nei negozi verranno eliminati. Questo è ciò che afferma il 45% degli intervistati europei (il 42% degli italiani). Il riconoscimento automatico dei clienti nei punti vendita consentirà un’esperienza ultra-personalizzata con un servizio velocissimo: il 53% (60% degli italiani) ritiene, infatti, che le transazioni verranno effettuate automaticamente grazie ad appositi sensori.
 
Maggiore afflusso di clienti grazie alle driverless car: quasi la metà degli intervistati (46% e il 55% degli italiani) ritiene che l’utilizzo delle auto senza conducente potrebbe essere un fattore determinante, in quanto comporterebbe la riduzione del traffico nelle principali aree commerciali.
 
Consulenti di fiducia all’interno dei punti vendita: il 60% degli intervistati europei (58% degli italiani) ritiene che in futuro non ci saranno più responsabilità a livello di transazioni e di cassa, mentre il 74% (e ben l’81% dei rispondenti italiani) sostiene che i dipendenti diventeranno veri e propri esperti e “consulenti di fiducia” nel loro settore, capaci di fornire immediatamente informazioni aggiornate ai clienti per soddisfare le loro esigenze. Affinché il personale possa fornire valore aggiunto dove la tecnologia non arriva, è necessario acquisire nuove conoscenze seguendo più corsi di formazione.
 “Gli ambienti di lavoro e gli spazi in cui viviamo diventeranno sempre più interconnessi – ha commentato  Minoru Usui, Presidente di Epson -. La tecnologia, inoltre, sta trasformando negozi, fabbriche, uffici, case, ospedali e scuole, ovvero i luoghi che determinano il corso della nostra vita. Come azienda, Epson promuove il cambiamento tecnologico sviluppando soluzioni in grado di aumentare l’efficienza e la produttività di collaboratori e dipendenti. Le tecnologie Epson, tra cui i dispositivi indossabili, i robot, le stampanti e le soluzioni di visual imaging, sono progettate per offrire nuove opportunità nel settore retail secondo una prospettiva futura”.

Il carrello con Lipton diventa personal trainer e guida a una spesa salutista

L’ossessione per il fitness invade tutti gli ambiti della nostra vita ed entra anche al supermercato con il mezzo più banalmente efficace: il carrello per fare la spesa. Lipton ha testato a Dubai una versione che, stimolando l’inflessibile personal trainer che c’è in ognuno di noi, ha un tracciatore di attività inserito nel manico misura i passi, la distanza e il tempo percorsi e le calorie consumate. L’idea è che la visione in tempo reale della propria (scarsa) attività fisica spinga l’utente ha controllare meglio ciò che mette dentro al carrello, spingendolo a scelte più consapevoli e salutiste.

Nato come test per promuovere il tè verde dell’azienda, il carrello, ribattezzato prontamente Fit Cart, potrebbe essere inserito nel corso del 2017 in grandi numeri. Ideato con l’agenzia di pubblicità Wunderman, ha l’ambizione di far diventare il carrello una sorta di “palestra ambulante” ideata per chi vuole – o quantomeno ha l’ambizione – di mantenersi in forma ma non ha il tempo per frequentare una palestra. e dunque deve accontentarsi dei ritagli di tempo tra lavoro e casa, compreso il tempo trascorso a fare la spesa.

È prevista anche la creazione di un’app analoga, da utilizzare più prosaicamente con il proprio smartphone ma con le stesse funzioni.

 

Paneangeli lancia il primo chatbot italiano dedicato alle ricette

Curiosamente, è proprio un brand storico e potremmo dire “vintage” dell’alimentare italiano, Paneangeli, a puntare uno strumento di comunicazione tecnologico innovativo, realizzando il primo chatbot italiano interamente dedicato a ricette dolci e salate. Direttamente all’interno di Messenger oggi gli utenti di Facebook possono accedere a dei consigli utili per preparare cibi dolci e salati con i prodotti Paneangeli.

Il chatbot è un servizio animato da una serie di regole e da un’intelligenza artificiale con cui si interagisce attraverso una chat. Per conversare con il chatbot basta visitare la pagina Facebook Paneangeli e cliccare su “Invia messaggio”. All’interno di Facebook Messenger è possibile inserire il nome di un dolce, di un ingrediente e di un’occasione, o scegliere l’immagine di un ingrediente o di un prodotto: il chatbot risponde immediatamente con le ricette rilevanti, che possono anche essere condivise con gli amici di Facebook.
Il chatbot di Paneangeli è in grado di inviare, inoltre, delle notifiche relative alle ricerche effettuate e al periodo dell’anno. A Pasqua, per esempio, i consumatori riceveranno la ricetta della colomba e della tradizionale pastiera.
Il chatbot arricchisce il Customer Service di Paneangeli con uno strumento efficace e innovativo che fornisce risposte immediate alle richieste di ricette dell’utente senza sostituirsi al contatto diretto con le persone del Customer Care, da sempre importante punto di riferimento per i consumatori Paneangeli.

Nei primi giorni di attività del chatbot si sono contati quasi 8.000 utenti attivi e registrati circa 55mila interazioni complessive.

Il chatbot di Paneangeli rappresenta un progetto altamente sperimentale che è in corso di evoluzione: il piano di sviluppo prevede, infatti, l’aggiornamento dei contenuti e delle funzionalità.

Il progetto è stato realizzato dalla società milanese Ubiquity.

Pet Food che passione: e al supermercato Uk arriva il banco dei freschi per cani gourmet

Se ne potrebbe discutere ma molti amanti degli animali domestici converrebbero che un frigorifero di Pet Food fresco con prodotti gourmet è il minimo che si possa fare per rendere la vita del proprio amico a quattro zampe degna di essere vissuta. Detto fatto, Tesco, una delle Big 4, le grandi insegne della Gdo britannica, ha introdotto – primo retailer nel Regno Unito – il banco frigo che contiene una linea di alimenti per cani e gatti di alta qualità, e soprattutto freschi.

La domanda, si legge in una nota di Tesco, per prodotti di alta qualità e snack golosi è in crescita, e nel periodo di Natale ha addirittura segnato una crescita del 100% dei pasti “di lusso” come pasticci, sformati e arrosti di selvaggina. In aumento del 20% lo scorso anno anche gli acquisti di cibo per animali biologico, con due milioni di pezzi venduti.

«Stiamo assistendo a un vero cambio di comportamenti, con i clienti che cercano alimenti per i loro animali domestici che abbiano credenziali simili a quelli che acquistano per loro stessi. La nostra linea Freshpet offre una alternativa di alta gamma al cibo di tutti i giorni». ha commentato Paul Jones, buyer pet food di Tesco.

La nuova linea, che comprende 10 referenze, costa dalle 3 alle 13,50 sterline (da 3,50 a 15,50 euro) ed è stata introdotta spreimentalmente l’esttae scorsa in pochi punti vendita, ma sarà da ora venduta in 300 store Tesco in tutto il regno Unito.

Insomma, il Pet Food cresce ed è più vivo che mai. Il mercato vale 70 miliardi di dollari mondialmente, 20 miliardi in Europa secondo Gfk. Per saperne di più vedi l’approfondimento sul numero di febbraio-marzo di InStore (a pag 34).

Gruppo Miroglio lancia il progetto “300 in 300 giorni” per la sua società Miroglio Fashion

300 in 300 giorni: questo l’ambizioso progetto del Gruppo Miroglio -per la sua società Miroglio Fashion – che si ripropone, entro il 2017  un grande piano di rinnovamento di 300 punti vendita su tutto il territorio nazionale. Il progetto, che tra restyling e nuove aperture coinvolge i punti vendita di 8 brand del Gruppo piemontese del tessile e della moda – da Motivi e Oltre a Elena Mirò, Fiorella Rubino, Caractère, Diana Gallesi, Luisa Viola e Per Te by Krizia – prevede un investimento pari a 15 milioni di euro.

La maggior parte dei punti vendita si trova in Lombardia (70 negozi), seguita dal Piemonte (31), ma anche in Emilia Romagna (23 punti vendita), Puglia (18), Calabria (17), Sicilia (15). Entro fine marzo saranno già 100 i cantieri aperti nei negozi Miroglio in tutta Italia.

Non solo Italia
Il piano riguarda anche i punti vendita del Gruppo negli altri Paesi europei: il rinnovamento di tre store in Francia, tra cui l’ampliamento e restyling del negozio Elena Mirò a Parigi, il rinnovamento di 7 punti vendita Elena Mirò in Spagna, la nuova apertura di Motivi a Brasov, in Romania, il rinnovamento di 3 punti vendita, sempre Motivi, in Russia.

hans_hoegstedt_“Questo piano straordinario di investimenti per valorizzare la nostra rete di negozi si inserisce nella più ampia strategia di rilancio di Miroglio Fashion” ha commentato Hans Hoegstedt, nuovo Ad di Miroglio Fashion. “In un mercato molto dinamico che va sempre più verso la massificazione, come quello della moda, è fondamentale saper essere sempre più vicini, sia online che offline, ai desideri delle clienti, e riuscire ad offrire loro un’esperienza nei negozi sempre più distintiva e personalizzata, unica per ogni marchio. Pensiamo sia questa la ricetta vincente, per un’azienda storica della moda italiana come Miroglio, per continuare a operare con successo nel mercato italiano ed internazionale”.

Nonno Nanni: 70 anni all’insegna delle novità

Nonno Nanni, compie 70 anni e per celebrare l’evento i prodotti dell’azienda apporranno un logo celebrativo posto sulle confezioni: un bollino oro e rosso che contiene il numero 70, la dicitura “Settant’anni di bontà” e la data 1947-2017, per raccontare una storia fatta di qualità, tradizione e genuinità.

Per sancire la sua propensione all’innovazione, l’azienda ha recentemente proposto alcune novità di prodotto, tese a soddisfare le richieste più svariate.

Tra queste ricordiamo:

Crescenza Nonno Nanni: grazie a una maturazione più breve rispetto allo Stracchino, offre un gusto molto delicato dalla nota dolce, in cui si percepisce il sapore naturale del latte .

Una particolare attenzione è stata dedicata all’incarto fatto a mano, panetto per panetto, come una volta.

schermata-2017-02-27-a-13-24-42Fresco Spalmabile light: un prodotto a ridotto contenuto di grassi, frutto di oltre 3 anni di lavoro e di oltre 150 lavorazioni, caratterizzato dalla metà dei grassi rispetto alla versione classica, grazie al fermento lattico scelto che viene combinato con il latte fresco.

Fresco Spalmabile, accanto al formato “storico, eccolo ora anche nella pratica confezione 2×75 grammi.

Geofencing beacon e mobile: come portare visitatori nel punto vendita

Quali sono le tecnologie a disposizione per portare i visitatori nel punto vendita? E quali le funzioni più utili? E quelle che in futuro perderanno di importanza? Ce lo spiega Luca Locatelli, CEO e founder di NearIT.

Partendo dal geofencing: una tecnologia che sfrutta le informazioni geografiche fornite dai sistemi operativi degli smartphone per capire quando un utente di un’app mobile entra o esce da un luogo. Sviluppata oltre 10 anni fa negli ambiti di sicurezza e prevenzione, sta velocemente emergendo come ancora di salvezza per tutte quelle app che nel corso degli anni hanno perso terreno nelle preferenze degli utenti mobile a favore dei big del settore. Il Proximity Marketing si sta via via sostituendo alle ormai ridondanti campagne pubblicitarie via email, SMS o telefonate indesiderate che intasano i nostri smartphone quotidianamente. NearIt ad esempio ha creato un software che, integrato all’interno della app di proprietà del retailer, consente di inviare contenuti mobile personalizzati (messaggi multimediali, coupon sconto, video informativi o comparativi ,giochi, sondaggi) agli utenti quando si trovano in una zona d’interesse specifica.

È possibile anche inviare dei contenuti in base ai comportamenti passati degli utenti in quel determinato luogo nei giorni o nelle settimane precedenti. L’engagement con il singolo cliente diventa quindi mirato e personalizzato anche in base a queste informazioni

Costruire (o ricostruire) l’audience di un’app per un brand è, infatti, sempre più difficile, ma il suo valore reale risiede nella fedeltà, poiché

Per estendere le proprie soluzioni non solo all’indoor (dove sono i beacon e il bluetooth i protagonisti incontrastati dell’ingaggio con gli utenti in mobilità) ma anche alla localizzazione outdoor, NearIT ha sviluppato la nuova feature del Geofencing, con cui creare interazione con gli utenti quando questi ultimi entrano in un’area di interesse opportunamente individuata da un cerchio con un raggio di almeno 200 metri.

Alcuni dati:

  • il tempo quotidiano speso sulle app è 20 volte superiore a quello degli utenti che accedono agli stessi siti tramite web browser (dati comScore US).
  • in Italia il mobile rappresenta circa il 64% del tempo complessivo di utilizzo di dispositivi digitali, mentre le applicazioni contano per circa il 90% dei minuti dedicati ai dispositivi mobili (dati comScore)
  • solo un quarto degli utenti di dispositivi mobili scarica nuove applicazioni nell’arco di un mese

Casa connessa pronta a decollare, arrivano gli assistenti vocali, c’è spazio per retailer “smart”

Cresce impetuosamente il business della casa connessa in Italia, con un giro d’affari che nel 2016 è stato di 185 milioni, in crescita del 23% rispetto al 2015. Ma il vero boom deve ancora arrivare, perché la Smart Home si propone come fulcro dell’Iot, l’Internet delle cose, capace di interessare molti settori chiave del made in Italy. E anche il pubblico mostra molto interesse per la casa connessa, ma attende soluzioni più mature e con una maggiore garanzia di sicurezza e di privacy. Sono i risultati della ricerca Smart Home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.

Ma in che cosa consiste la casa connessa? Delle oltre 290 soluzioni censite in Italia e all’estero, il 31% è dedicato alla sicurezza – videocamere di sorveglianza, serrature, videocitofoni connessi e sensori di movimento – mentre altri àmbiti di applicazione sono il controllo remoto degli elettrodomestici (10%), la gestione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento (8%), il monitoraggio dei consumi dei dispositivi elettrici (10%) e la gestione energetica. Ma l’offerta di prodotti per la Smart Home è in continuo divenire. Il 52% delle soluzioni oggi è offerto da startup, che spesso sviluppano proposte complementari a quelle dei brand affermati. Ma in questi mesi si stanno affacciando sul mercato italiano anche i grandi operatori con hub dotati di assistente vocale per dialogare con gli oggetti connessi (Google Home, Amazon Echo): l’ingresso dei grandi marchi spingerà certamente lo sviluppo della casa connessa, renderà più facile l’interoperabilità tra i vari oggetti (che resta ancora una grande barriera) e sarà fondamentale per aumentare la fiducia dei consumatori.

 

Spazio per “nuovi” canali, anche nel retail

Se l’82% del mercato è ancora legato alla filiera tradizionale, composta da installatori e distributori di materiale elettrico, cresce la quota dei “nuovi” canali come retailer, e-Retailer e assicurazioni che insieme rappresentano il 18% con un giro di affari di circa 30 milioni di euro. In particolare però i retailer si scontrano con alcune difficoltà oggettive come una comunicazione poco incisiva e dettagliata dei prodotti smart, in particolare nei volantini, e un personale ancora poco preparato. Oggi in Italia anche sei compagnie di assicurazione propongono polizze casa legate alla presenza di oggetti connessi ma il mercato appare ancora embrionale e poco dinamico. Va detto che se il 68% delle soluzioni sul mercato è do-it-yourself, con un processo di installazione semplificato, sono ancora pochi gli utenti in grado di fare a meno del tecnico: il 70% di chi ha acquistato prodotti connessi si è rivolto a installatori (come idraulici o elettricisti) o piccoli rivenditori.

Il 31% invece ha comprato online e il 30% nelle catene di bricolage o elettronica. Proprio i negozi di elettronica spiccano come canali emergenti: metà dei consumatori intende acquistare oggetti smart in futuro direttamente in questi negozi.

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«L’Internet of Things sta iniziando a entrare nelle case degli italiani, ma quello a cui stiamo assistendo è solo l’inizio di un percorso di crescita dal grande potenziale – dice Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Verso la casa connessa infatti oggi si muovono grandi player globali, startup, retailer, produttori, assicurazioni, utility e operatori delle telecomunicazioni. Per aprire davvero la porta all’innovazione è fondamentale offrire nuovi servizi ai consumatori: quelli più elementari come l’installazione, ancora indispensabile per una fetta importante della popolazione, e quelli evoluti che possano convincere gli utenti ancora scettici sul valore di una casa connessa».

 

I Big Data fanno paura

Un tema senz’altro cruciale è quello della privacy  del trattamento dei dati personali. «Le applicazioni Smart Home consentono di raccogliere moltissimi dati sul funzionamento dei dispositivi connessi e sul comportamento delle persone nell’abitazione: questo sarà uno degli aspetti cruciali per lo sviluppo del mercato, anche se le strategie per la valorizzazione dei dati sono ancora poco definite dalle aziende – aggiunge Giulio Salvadori, Ricercatore dell’Osservatorio Internet of Things -. Ed è fondamentale prestare molta attenzione alla tutela della privacy e della sicurezza, perché i consumatori sono tendenzialmente restii a condividere i propri dati, a meno di ricevere in cambio vantaggi concreti».

Eppure i consumatori stessi manifestano un certo interesse per la domotica. Secondo un’indagine commissionata a Doxa dall’Osservatorio Internet of Things, il 26% dei consumatori italiani dispone di almeno un oggetto intelligente e connesso nella propria abitazione e il 58% ha intenzione di acquistarli in futuro. Ma gli italiani tra i 25 e i 70 anni non ritengono ancora sufficientemente pronta l’offerta Smart Home: chi non dispone già di oggetti connessi nella sua abitazione nel 50% dei casi è “in attesa di soluzioni tecnologicamente più mature” per acquistarli. E c’è scarsa fiducia sulla possibilità che i dati personali siano protetti da eventuali attacchi da parte di hacker: il 67% dei potenziali acquirenti è preoccupato per i rischi di accesso o controllo degli oggetti connessi da parte di malintenzionati. La sicurezza si conferma al primo posto anche tra le preferenze dei consumatori che hanno già acquistato prodotti (13%), seguita da climatizzazione (8%), riscaldamento (8%) e gestione degli elettrodomestici da remoto (6%).

Il problema maggiore di questo mercato in crescita appare al momento è la frammentazione delle soluzioni e delle tecnologie per la Smart Home. Ma il fenomeno è in contrazione: “Le aziende – spiega Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things – si alleano tra di loro, si consolidano alleanze e consorzi grazie ai quali oggi è possibile integrare i servizi a livello cloud con un’interfaccia unica verso gli utenti, ad esempio lo smartphone o un assistente vocale per la casa”.

Checkpoint presenta Wind RFID, l’etichetta ad hoc per prodotti di Health & Beauty

Checkpoint Systems, Inc. presenta l’etichetta Wind RFID (disponibile da subito) per le categorie di prodotti cosmetici e per molte altre applicazioni di merchandise visibility.

La nuova etichetta è caratterizzata dal chip Monza® R6-P di Impinj dotato della tecnologia RAIN RFID, ha un inlay di 50mm x 30mm, è conforme alla normativa ISO18000-6C e può essere codificata e stampata per contenere i dati EPC in diversi formati, con la stampa dei codici a barre e del testo leggibile associato. Wind è, inoltre, unica perché pienamente compatibile con i più comuni sistemi di lettura, come i lettori portatili, ma anche quelli fissi e altamente richiesti come le antenne basate sulla tecnologia Wirama di Checkpoint (E10 2.0), i sensori montati al soffitto (OverHead 2) e i tunnel RFID nei CeDi.

“La nostra partnership con Checkpoint – ha detto Craig Cotton, VP Marketing e Gestione Prodotti presso Impinj  – consente di creare soluzioni moderne e di etichettare nuove categorie di articoli. Il chip Monza R6-P è dotato della tecnologia Integra™, che permette alle etichette RAIN RFID di garantire un’affidabilità e un’accuratezza dei dati elevate, essenziali per le implementazioni nel Retail.”

Alberto Corradini, Country Manager di Checkpoint Systems Italia, ha affermato: “Molti grandi Retailer hanno mostrato particolare interesse nell’ampliamento delle categorie RAIN RFID per includere prodotti di Health & Beauty. I nuovi tag RFID Wind pensati per questi prodotti aiuteranno i Retailer a raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di riassortimento automatico e gestione dell’inventario.”

 

 

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