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Breakthrough Innovation Report di Nielsen, innovazione nel segno del packaging

Il packaging è l’X Factor del successo delle offerte innovative nel largo consumo. Del resto il 60% delle scelte di acquisto avviene davanti agli scaffali. Quindi le aziende dovrebbero porre più attenzione a questo aspetto del marketing. Lo dimostra il Breakthrough Innovation Report di Nielsen, azienda leader nel performance management, che fa tre esempi di prodotti supportati da un packaging ottimale: il dentifricio AZ Complete, i cat food Whiskas e la birra Gold Mine

Il design del packaging ha avuto un’importanza decisiva per AZ Complete di Procter&Gamble Italia. Il prodotto, innovativo nell’essere “due in uno”, combinando cioè la funzione di collutorio con quella di dentifricio, è valorizzato da un design vincente che riporta graficamente un dentifricio bianco scintillante e un collutorio che confluiscono vorticosamente nello stesso tubo di AZ. Il business generato dalle vendite nel solo 2014 è stato pari a 9,5 milioni di Euro.

Per quanto riguarda la prima birra russa premium non pastorizzata Gold Mine Zhivoe, della Efes Rus, che può rimanere per breve tempo sugli scaffali ma ha un gusto più fresco e nuovo, l’azienda produttrice ha ideato una bottiglia a forma di bicchiere riempito di birra fresca. Questo “ha contribuito a creare nella mente del consumatore l’idea di associare il prodotto al gusto refrigerante della birra alla spina e a un’atmosfera da bar”, sottolinea Ben Schubert dell’area Innovation di Nielsen e co-autore del Report.

Anche Whiskas ha scelto di rinnovare il packaging del cibo per gatti. Il nuovo packaging è stato disegnato per aiutare i possessori degli animali a scegliere il giusto nutrimento in funzione dell’età del proprio gatto.

Ma gli esempi di prodotti innovativi dal packaging vincente identificati dal “Breakthrough Innovation Report” di Nielsen, che ha preso in esame il lancio di 9.900 prodotti in otto Paesi europei, sono diversi: dalla bevanda di Purè di frutta russa FrutoNyanya Na Progulpuk, che ha usato come packaging un contenitore con beccuccio disegnato in modo tale che i bambini potessero bere senza l’aiuto della mamma, alla torta turca Pladis’ O’lala Sufle, confezionata in fetta assieme a un cucchiaio, allo spray rinfrescante dell’ambiente Air Wick’s Pure, presentato in una bottiglia molto semplice per sottolineare la capacità di non inumidire pelle e vestiti.

Il design del packaging è un fattore spesso trascurato dal marketing delle aziende. Questo malgrado il 60% delle decisioni di acquisto avvenga davanti agli scaffali della grande distribuzione. I consumatori europei vengono a conoscenza dei nuovi prodotti per il 58% da amici/famigliari, per il 56% negli store. La promozione nel punto vendita (display, adv in store e promozioni) è lo strumento più efficace (20%) per raggiungere volumi di vendita considerevoli. Il secondo driver è la promozione sui media (5%), così segmentati: web 34%, TV 31%, stampa 24%, out of home (cartellonistica – manifesti outdoor) 7%, radio 5%. Nel 2015 in Europa sono stati lanciati 35.585 nuovi prodotti, il 9% in più rispetto al 2014. Mediamente ogni nuovo prodotto ha generato un fatturato approssimativo di 160.000 euro nel primo anno. Si rileva un sensibile gap fra i lanci di successo e i rimanenti: il 20% dei prodotti lanciati genera l’80% del fatturato proveniente dalle vendite di nuovi prodotti, Ognuna delle 11 iniziative selezionate dal Report ha prodotto vendite per almeno 7,5 milioni di euro nel primo anno di lancio (5 milioni per i lanci nell’Europa Orientale) e ha mantenuto il 90% di questa performance anche nel secondo anno.

«Dal ‘Breakthrough Innovation Report’ – dice l’amministratore delegato di Nielsen Giovanni Fantasia – emerge che uno dei driver principali per il lancio di nuovi prodotti è quello di soddisfare i bisogni espressi dai consumatori. Questa è una condizione fondamentale per sostenere e incrementare la domanda del prodotto. Tuttavia, lo sviluppo dell’idea di un prodotto ricercato e gradito al pubblico è solo la prima metà del lavoro. La seconda parte consiste nell’implementazione del processo di vendita, che comprende packaging, pricing, azioni negli store, comunicazione. Dallo studio Nielsen risulta che l’ottimizzazione del profilo del packaging genera in media un incremento del 5,5% delle vendite rispetto a prodotti con packaging utilizzato da tempo. Il packaging costituisce uno strumento decisivo del marketing mix per accrescere il livello di conoscenza del prodotto e indurre alla prova. Per poter raggiungere questi risultati, la confezione deve essere innovativa, appealing e deve comunicare la value proposition dell’offerta, così che il consumatore possa immediatamente afferrare il concept del prodotto».

Il Breakthrough Innovation Report di Nielsen fornisce dati e cifre sulle innovazioni indirizzati agli operatori di marketing, basati sulla reale osservazione di casi di lancio di successo di prodotti di largo consumo (Fast Moving Consumer Goods).

Sostenibile, pratico, da consumare fuoricasa: è il nuovo packaging dello yogurt

Sostenibile perché consente di risparmiare plastica, pratico perché richiudibile e adatto a un consumo fuori casa: è la nuova soluzione di packaging dello yogurt, proposta da Tetra Pak e testata dall’azienda svedese Skånemejerier.

Le bottiglie di plastica hanno un impatto ambientale molto superiore rispetto agli imballaggi in cartone, costituiti prevalentemente di carta proveniente da foreste certificate FSC e da altre fonti controllate. Spostando 2,1 milioni di contenitori per lo yogurt da bere dalla plastica al cartone, l’azienda ha calcolato che ridurrà l’uso di plastica di oltre 45 tonnellate all’anno.
«Questa scelta è parte del nostro più ampio impegno verso il rispetto degli animali e della natura, e siamo felici di constatare che i consumatori rispondono in maniera molto positiva. Test di mercato hanno dimostrato che i consumatori preferiscono il packaging in cartone alla bottiglia di plastica, soprattutto per motivi di carattere ambientale» dice Armina Nilsson, Sustainability Manager di Skånemejerier.
«Il nuovo Tetra Top 330 Mini Nallo è una delle nostre più recenti innovazioni rivolte alle giovani generazioni, che tiene conto delle loro esigenze: il loro crescente interesse verso l’ambiente, l’esigenza di confezioni con un look innovativo e il loro desiderio di un contenitore pratico, richiudibile e adatto al consumo fuori casa» spiega Charles Brand, Executive Vice President, Product Management and Commercial Operations di Tetra Pak.
Con un pannello a forma di “V” sull’angolo, Tetra Top Nallo consente alle aziende di mettere in evidenza i loro messaggi sul pacchetto e rendere i propri prodotti visibili sullo scaffale. Allo stesso tempo, la sua linea alta e slanciata offre al consumatore una facile presa, mentre l’ampia apertura rende l’esperienza di consumo piacevole. Inoltre il tappo è ad apertura “one-step” e può essere richiuso in modo sicuro.

Il prodotto sarà disponibile per un rilascio limitato ai clienti all’inizio del prossimo anno.

Dalla lattina al cartone, premiata la portoghese Guloso

Passare dalla lattina al cartone consente di risparmiare energia nelle fasi di trasporto ad esempio. L’azienda portoghese Guloso ha dunque deciso di cambiare radicalmente i packaging delle proprie conserve di pomodoro, passando dalla tradizionale latta a confezioni i  Tetra Recart. ed è stata premiata con il prestigioso Distribution Master Product Award 2016, uno dei più prestigiosi premi commerciali del paese.

Presentato annualmente dalla rivista di settore “Distribuição hoje”, il premio viene conferito alle aziende che hanno ottenuto risultati significativi in termini di efficienza di distribuzione o di impatto a scaffale. I prodotti a base pomodoro di Guloso hanno vinto in entrambe le categorie, grazie al passaggio dalla lattina al cartone per alimenti Tetra Recart.

«Ringraziamo i nostri distributori per la fiducia dimostrata verso questa nostra innovazione, e siamo lieti che anche i consumatori apprezzino i vantaggi di questo nuovo contenitore. Lo trovano più leggero, più facile da maneggiare e più rispettoso dell’ambiente. Allo stesso tempo preserva il gusto e la freschezza dei nostri pomodori portoghesi» ha spiegato Tânia Caria, Brand Manager di Guloso.

Guloso, appartenente al Gruppo Sugal e tra le maggiori aziende al mondo per la lavorazione del pomodoro, ha trasferito tutta la propria gamma a base di polpa di pomodoro da lattine a contenitori Tetra Recart, compresa la polpa di pomodoro fresco, la polpa di pomodoro con aglio, con cipolla e basilico e con origano.

L’imballaggio del futuro? Sarà leggero, sostenibile e performante

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Stefano Tominetti.

Forse non ha la stessa visibilità di altri settori, ma è anche sul packaging che si stanno giocando i temi caldi della filiera alimentare, che guardano al futuro. Tecnologie nuove promettono infatti di modificare le prestazioni degli imballaggi, sempre più perfomanti perché saranno in grado, ad esempio, di allungare la shelf-life degli alimenti freschi, evitando l’uso di conservanti sempre più invisi al consumatore, nonché a tutto vantaggio dei conti economici della filiera, ma anche della lotta allo spreco di cui tanto si parla in questi tempi.
Abbiamo dunque chiesto a un “addetto ai lavori”, Stefano Tominetti, Business Development Manager Saes, azienda attiva nel campo dei materiali innovativi per l’industria, di raccontarci come vede l’evoluzioni del pack nel campo dei prodotti alimentari, e delle ricerche attualmente in campo.

Anche negli imballaggi è giunta l’era del pack “intelligente” o smart?
In realtà noi lavoriamo non sul pack “smart”, che è quello che interagisce con l’utente con vari sistemi come la tecnologia Rfid che localizza precisamente un prodotto o sistemi che indichino il mantenimento della catena del freddo, ma sul pack attivo, che è un pack evoluto utilizzato laddove il contenuto della confezione è sensibile all’ambiente, con il quale interagisce, bloccando l’ingresso di alcuni elementi. La confezione dunque incorpora, oltre alle tradizionali funzioni protettive, la capacità di aumentare la vita del prodotto o migliorarne le caratteristiche, con l’indubbio vantaggio anche di evitare l’utilizzo di conservanti. Ad esempio, può migliorare la permeabilità a determinati gas non solo con l’uso di materiali che respingono il gas ma anche che lo trasformino o l’assorbano, interagendo con l’atmosfera interna ed esterna in modo da mantenere inalterate le proprietà del prodotto.

Di quali prodotti stiamo parlando?
L’ortofrutta, la quarta gamma e i freschi in genere. Ma anche prodotti non freschi che richiedono uno stoccaggio controllato, in settori limitrofi all’alimentare come la nutraceutica e l’industria farmaceutica.

Che altre caratteristiche deve avere un packaging innovativo?
Deve essere sostenibile per l’ambiente, riciclabile o compostabile. Deve essere più leggero, perché la diminuzione del peso degli imballaggi incide sulla logistica e il trasporto. Il nostro obiettivo è sviluppare pack che intercettino contemporaneamente questi trend, l’aumento della shelf life per una maggiore fruibilità del prodotto, anche in un’ottica di riduzione dello spreco, l’alleggerimento dei costi di trasporto e uno smaltimento sostenibile.

aqvadryCome si ottiene ciò?
Esistono già materiali attivi che interagiscono con i gas, utilizzati principalmente in altri settori come l’elettronica. Noi stiamo lavorando su micro e nano strutture che possano essere applicate al food, rispettando le normative vigenti, sotto forma di coating ovvero lacche applicate a film plastici. Altro prerequisito è che questi materiali abbiamo dei costi compatibili con l’industria alimentare. Inoltre, non devono essere materiali estranei, da smaltire separatamente perché renderebbero l’imballaggio non più riciclabile. Infine, il materiale deve garantire un’esperienza visiva e sensoriale piacevole.

A che punto siete nella ricerca?
La nostra ricerca più avanzata riguarda una lacca a base acqua, il progetto pilota è già partito e speriamo che i primi prodotti siano realizzati dall’industria già nella prima metà del 2017.

Quali sono i vantaggi?
È una lacca priva di solventi (presenti nel 90% delle lacche in commercio) da utilizzare su substrati plastici e che mantiene la riciclabilità della confezione. Il Pet accoppiato a questa lacca ad esempio avrà una barriera all’acqua o all’ossigeno ma sarà sempre riciclabile nella filiera del Pet, cosa che i materiali accoppiati non sono. La preservazione dall’umidità di un’alimento è una funzione oggi presente sul mercato con varie tecnologie ma con sistemi che comportano l’accoppiamento o l’inserimento nel pack di materiali diversi, con i relativi problemi di smaltimento. Esistono anche materiali unici con ottime prestazioni ma molto costosi, usati per mercati di nicchia.

Come si immagina la confezione del futuro?
Alla vista sarà molto simile a quelle di oggi. La immagino però più leggera, con prestazioni simili o migliorate. Tra i vantaggi che si possono ottenere c’è l’aumento della shelf-life, sui banchi del supermercato e nel frigorifero di casa. Più leggero dunque e riciclabile, il pack potrà integrare più funzioni all’interno di strati sottilissimi di materiale.

Dove saranno scaricati i maggiori costi dei pack innovativi?
I nostri studi dimostrano che il maggior costo viene diluito lungo la filiera, perché consente un risparmio sia all’industria alimentare sia alla grande distribuzione. Oggi più che mai è necessario ragionare in termini di filiera, che va educata a considerare i costi a valle della produzione, dallo spreco alla maggiore frequenza della sostituzioni sugli scaffali, dal trasporto allo stoccaggio. Un vita più lunga del prodotto potrà anche consentire di esportarlo, ove oggi non è possibile perché deperisce troppo in fretta, o comunque di aumentare il raggio geografico di penetrazione di un prodotto fresco.

SAES Group, società italiana che produce componenti e sistemi realizzati con materiali avanzati, ha recentemente annunciato la sottoscrizione di un contratto per l’acquisizione di una partecipazione di maggioranza nel capitale sociale di Metalvuoto S.p.A. con la quale aveva già collaborato nella sperimentazione applicativa dei propri polimeri funzionali ai film plastici per packaging di Metalvuoto.

Cpr System, leader degli imballaggi, chiude un 2015 da record

CPR SYSTEM , la cooperativa di Gallo ( Ferrara) leader italiana degli imballaggi in plastica a sponde abbattibili (che associa nel suo circuito tutti gli attori della filiera, tra cui COOP, CONAD, PAM, BENNET, GIGANTE, SELEX, SIGMA, SISA, 3A) chiude il 2015 con risultati che rilevano incrementi a doppia cifra per tutti gli indicatori  presentati  all’Assemblea Generale.

Una crescita importante che vede l’incremento del +10,5% per le cassette, del + 11,1% per i pallet, del +15,2% per i mini bins.
Cresce il fatturato del Gruppo da 47,9 milioni di euro nel 2014 a 51 milioni di euro nel bilancio 2015, cresce l’utile e il ristorno ai soci che raggiunge 3,5 milioni di euro.

Il 2015 ha visto anche un nuovo riassetto nel gruppo CPR con la nuova vision della società FCLog Spa (controllata al 70%) ex CPR Servizi, non più soltanto società specializzata nella   gestione dei magazzini, ma anche società per lo sviluppo commerciale.
Valori e scelte premianti oggi che si riassumono nei risultati di un anno eccezionale.
Crescono le movimentazioni complessive arrivando a 123,5 milioni totali.

Le opinioni
“Questi risultati – dichiara Maura Latini Presidente di CPR SYSTEM – sono frutto di un grande impegno comune e della determinazione ad operare, sempre, con l’obiettivo dell’efficienza, un impegno che ha preso spunto da un indirizzo strategico forte e chiaro indicatoci dai Soci.
L’efficienza – prosegue Maura Latini –  è un modello di gestione che produce risultati   brillanti, non solo dal punto di vista economico ma anche da quello ambientale; i nostri progetti di miglioramento dei consumi energetici, la cogenerazione, l’autoproduzione di energia elettrica, la stessa rigranulazione, sono tasselli di un sistema produttivo virtuoso  che riesce a trarre vantaggio dal rispetto dell’ambiente. A dimostrazione di come, ben utilizzando l’innovazione, sia possibile coniugare al meglio rispetto per l’ambiente e risultati economici brillanti.

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Da sinistra: Monica Artosi, Francesco Avanzini, Maura Latini, Gianni Amidei

La crescita di CPR SYSTEM infatti, documentata dai risultati del bilancio 2015, è dettata da precise scelte di gestione e da numerose innovazioni messe in campo dalla Cooperativa di Gallo.
“ Abbiamo attivato sinergie più forti con i nostri soci  distributori  – dichiara  Monica Artosi, Direttore Generale di CPR SYSTEM – e messo a punto nuove strategie di sviluppo attraverso FCLog, abbiamo aperto un canale di scambio con la Spagna ed avviato il circuito carni, abbiamo dato input di crescita al circuito dei pallet, migliorandone il potenziale ed infine abbiamo beneficiato di un anno con condizioni climatiche favorevoli che hanno fatto crescere  i consumi  di ortofrutta; tutti questi fattori  insieme – conclude Monica Artosi  – hanno determinato i risultati 2015 e messo in evidenza le grandi potenzialità di ulteriore crescita del nostro circuito.”
E   di predisposizione a crescere parla anche  Francesco Avanzini Direttore Commerciale Consorzio Nazionale Conad:
“Il percorso intrapreso fino ad oggi – dichiara Avanzini  – mette in evidenza le grandi potenzialità di crescita che ancora abbiamo davanti e che vanno perseguite con impegno crescente per ottenere risultati che avranno ricadute positive su tutto il comparto, dalla produzione, alla distribuzione, fino ad arrivare al consumatore.”
Il Vice Presidente di CPR SYSTEM Gianni Amidei, ripercorrendo la storia della cooperativa di Gallo dichiara: “CPR SYSTEM è un esempio virtuoso unico in Europa che dimostra, con la sua storia, quanto sia importante e decisiva la coesione tra i diversi attori della filiera per realizzare innovazione nel settore ortofrutta. La produzione e la distribuzione con CPR hanno saputo dialogare e costruire un modello di gestione degli imballi in plastica che oggi può essere considerato il più efficiente e vantaggioso sul mercato.”

Il gruppo

CPR SYSTEM associa nel suo circuito tutti gli attori della filiera, dai produttori ortofrutticoli (1000 aziende di ortofrutta di ogni dimensione),  ai 54 distributori  tra cui COOP, CONAD, PAM, BENNET, GIGANTE, SELEX, SIGMA, SISA, 3A ed altri, agli stampatori degli imballaggi ed alcune aziende di servizio per gestire i trasporti, il facchinaggio, la movimentazione .
Un circuito virtuoso, unico in Italia che, da sempre, ha messo in primo piano valori importanti come la sostenibilità e l’efficienza, la qualità del servizio, l’etica di gruppo, l’attenzione alla base sociale.

Tetra Pak lancia il tappo 100% vegetale

Bio-based TwistCap

Un altro passo verso la realizzazione di confezioni completamente rinnovabili: lo ha annunciato Tetra Pak presentando il primo tappo di origine vegetale per confezioni gable top. È realizzato in polietilene ad alta densità (HDPE) derivato daIla canna da zucchero, ed è la versione di origine vegetale di TwistCap OSO 34. Nel 2013, l’azienda ha consegnato 1,1 miliardi di tappi di origine vegetale in tutto il mondo, un amento di oltre l’80% rispetto aIl’anno precedente.

 

+4% di materiale rinnovabile nella confezione

L’80% del materiale in un cartone Tetra Rex è rappresentato da cartone, ricavato dal legno, una fonte rinnovabile. Con l’introduzione del nuovo tappo di origine vegetale, il contenuto di materiale rinnovabile neIla confezione aumenta di un ulteriore 4%, contribuendo a migliorare ancora di più le prestazioni ambientali deIla confezione, senza compromettere la funzionalità o la riciclabilità.

«Il lancio di tappi di origine vegetale è stato apprezzato da clienti come Valio, un produttore lattiero-caseario finlandese, che è stato il primo a utilizzare la nuova versione di TwistCap OSO 34 per i suoi prodotti – ha dichiarato Christina Chester, Product Director per Tetra Pak -. Siamo davvero lieti che i clienti apprezzino il valore degli sforzi che compiamo per aiutarli a migliorare il loro profilo ambientale.”

I clienti Tetra Pak che usano il TwistCap OSO 34 standard possono facilmente passare ai tappi di origine vegetale senza ulteriori investimenti o modifiche aIle proprie macchine riempitrici esistenti.

Avvertenze sul pacchetto, dopo le sigarette con Mars arrivano sugli snack ipercalorici

Farà discutere la decisione, per una volta presa dall’alto, è il caso di dirlo, di Mars Food che metterà un avvertimento sulla confezione dei suoi snack ipercalorici per stabilire un consumo massimo, oltre il quale l’assunzione può diventare dannosa. La decisione è parte del programma Global Health and Wellbeing Ambition, che intende informare su stili di vita ed alimentari sani per tutta la famiglia.

La multinazionale basata a Bruxelles ha individuato una serie di prodotti “da consumare occasionalmente”, non più di una volta a settimana, in quanto ad alto contenuto di grassi, zucchero e/o sale.

Come si legge in un comunicato dell’azienda: “Alcuni prodotti Mars contengono livelli di zuccheri, sale e grassi che garantiscono il loro sapore autentico. Per questo stesso motivo però non sono prodotti che possono essere consumati tutti i giorni. Siamo orgogliosi di essere una delle prime aziende alimentari multinazionali che si sono impegnate a fornire linee guida ai consumatori sulla confezione e sui nostri siti internet che stabiliscono quanto spesso questi alimenti “occasionali” possono essere consumati all’interni di una dieta bilanciata. Nel corso dei prossimi cinque anni vedrete delle nuove etichette sui nostri prodotti “occasionali”, che indicheranno quanto spesso possono essere consumati basandosi su quanto impiega l’organismo a riguadagnare l’equilibrio dopo avere mangiato questi alimenti. Si consiglia di non consumare molti di questi più di una volta a settimana”.

Il programma di Mars, Global Health and Wellbeing Ambition, si impagnerà anche a migliorare il contenuto nutrizionale dei prodotti e ad esplorare nuovi formati e opportunità di offrire prodotti in vari canali e a prezzi più convenienti. Cercherà anche di inspirare i consumatori a cucinare pasti più sani e condividerli con gli amici e la famiglia, coinvolgendo anche i dipendenti dell’azienda con cordi di nutrizione possibilità di cucinare e opzioni di cibi più sani.

La strada è lunga, certamente, ma siamo di fronte a una svolta, forse, epocale. Dopo le sigarette, ora potrebbe essere il turno degli alimenti ipercalorici e malsani a finire sotto la lente delle autorità perché è ormai un dato confermato da una miriade di studi scientifici come l’obesità sua la causa di una lunga serie di malattie del benessere, dal tumore alle  malattie cardiovascolari. E Mars potrebbe avere semplicemente anticipato una decisione che potrebbe diventare, nei prossimi anni, obbligatoria. A quando l’etichetta “nuove gravemente alla salute” su succhi di frutta e merendine?

Yogurt Yomo Melinda partnership nel segno della naturalità italiana

Del tutto naturale, solo da latte italiano, con mele Golden Melinda: lo Yogurt Yomo Melinda è ora disponibile con due referenze in GDO dopo un test che ha confermato ottime rotazioni a scaffale.

Le referenze nascono da un accordo di partnership siglato tra Consorzio Melinda e Granarolo, proprietaria del marchio Yomo, che legherà le due aziende per il prossimo biennio.

Golden Melinda, la varietà scelta per questo nuovo yogurt, è la mela più amata e consumata dalle famiglie italiane. Yomo è lo yogurt italiano nato nel 1947, che impiega latte rigorosamente italiano, senza aromi, addensanti e conservanti.

Nato con grandi aspettative lo Yogurt Yomo Melinda, sottoposto a una fase di test negli ultimi mesi del 2015 all’interno di alcune importanti insegne della GDO italiana, ha ottenuto ottime rotazioni a scaffale dopo l’introduzione visibile del marchio Melinda. Risulta infatti fondamentale nella scelta d’acquisto la fiducia che i consumatori ripongono nel marchio che gode di un’altissima brand awareness e di una grande fedeltà da parte degli acquirenti.

Lo Yogurt Yomo Melinda si presenta al mercato in due varianti: Yogurt & Mele Golden Melinda e una versione dal gusto più corposo, Yogurt & Biscotto ai 4 cereali e Mele Golden Melinda.
Garantisce grande visibilità nel banco frigo a questo prodotto una grafica che sposa i due marchi, con tutto il loro patrimonio di valori: l’incarto è esattamente diviso a metà, trasferendo l’idea che la naturalità dello Yogurt Yomo è completata con la genuinità della Golden Melinda. Un incontro che genera uno yogurt dal gusto trasversale pronto a conquistare un’ampia fascia di mercato

Realtà virtuale prossima frontiera? McDonald’s in Svezia trasforma l’Happy Meal in un visore

Per festeggiare i 30 anni dall’arrivo dell’Happy Meal McDonald’s Svezia ha realizzato Happy Goggles: la scatola del noto pranzo per i più piccoli può essere ripiegata in modo da realizzare un paio di occhiali che rendono possibile sperimentare un’esperienza di realtà virtuale, se viene inserito uno smartphone su cui è stata scaricata l’apposita app. Obiettivo: modernizzare con contenuti digitali (una discesa sugli sci a 360°) la sorpresa che da sempre accompagna l’Happy Meal.

“Le nuove generazioni stanno crescendo in un mondo in cui smartphone e tablet sono parte della vita quotidiana. Gli occhiali per la realtà virtuale aprono le porte eccitanti mondi virtuali. È un passo più naturale per i bambini che per gli adulti. E da agli adulti la possibilità di imparare dalla conoscenza e dall’esperienza dei bambini, tramite il gioco è anche possibile avere un’esperienza comune e stare bene insieme, alla pari” hanno commentato gli psicologi Karl Eder e Fadi Lahdo.
La realtà virtuale insomma è sempre più protagonista in campagne di marketing e promozionali, ed ora arriva anche in Europa grazie al gigante della ristorazione fast-food americano. Del resto, basta una struttura di cartone e uno smartphone provvisto di apposita app, e il gioco è fatto come mostra il video di McDonald’s Svezia.

Leggi anche Pizza Hut trasforma il cartone di pizza in un proiettore.

Verallia: il gruppo diventa totalmente autonomo e inizia una nuova stagione

Intenso. Decisamente.
Per Marco Ravasi, dal 1° gennaio ad di Verallia, il 2015 non è certo stato di tutto riposo.
Proprio quest’anno, infatti, è stata perfezionata la vendita di Verallia ad Apollo Global Management e Bpifrance (detentori, rispettivamente, del 90% e del 10% del capitale).  E le cose da fare, i passi da compiere e le decisioni da prendere sono stati veramente tanti. E il tutto bruciando le tappe…
“Le basti sapere- ci racconta infatti Ravasi- che già il 4 aprile (a soli 3 mesi dal mio insediamento) mi sono trovato a dover presentare la società ai 5 potenziali compratori selezionati.
Dal quel fatidico 4 aprile, poi, nel giro di un mese soltanto si è arrivati all’offerta vincolante che ha condotto all’acquisizione. E a proposito di questo vorrei sottolineare come tutte le società abbiano messo sul tavolo un’offerta vincolante: evidentemente giudicando Verallia meritevole di un investimento importante…”

marco ravasiCi può raccontare la genesi di questa operazione?
Nasce da un cambio di strategia del Gruppo SG, sempre più focalizzato al business dell’edilizia, che nel 2007 aveva messo in vendita Verallia. E già allora si era profilata con chiarezza l’intenzione di Apollo di aggiudicarsi l’acquisizione.  Oggi, grazie al suo grande know how nell’ambito del packaging e del settore produttivo, e alla peculiare caratterizzazione di BPI (50% Stato Francese e per l’altro 50% cassa depositi) non solo viene garantita una continuità culturale all’interno di Verallia, ma si rafforza ulteriormente il focus nell’area industriale. E questo in virtù di un’ampia disponibilità economica, che ci consentire di impegnarci tanto nell’ambito della ricerca, quanto in quello dello sviluppo di nuove linee e di nuove tecnologie.
Criticità e soddisfazioni di questo primo anno?
Il vantaggio di essere diventato uno dei protagonisti di questa successione vorticosa di eventi, è che sono stato rapidamente messo nelle condizioni di conoscere a fondo la mia nuova azienda.  L’aspetto più problematico, sempreché tale lo si voglia e possa definire, è il ritmo serrato con cui si è dovuto lavorare. Oggi sono soddisfatto dei risultati e il mio è un bilancio positivo. Uno dei plus aziendali risiede proprio nel livello delle risorse umane, dei collaboratori con cui mi sono trovato ad operare quotidianamente. Ritengo che a fare la differenza sia l’estrema attenzione che abbiamo sempre dimostrato nei confronti dei nostri dipendenti.
Un requisito che nel 2014-2015 è valso all’azienda il riconoscimento di top employers. Ovviamente la flessibilità deve far parte di una strategia complessa e articolata che coinvolga tutte le funzioni aziendali. E questo senza ovviamente prescindere dagli aspetti prettamente industriali e da elevati standard di sicurezza e qualità, un ambito, quest’ultimo, su cui abbiamo investito 2,5 milioni di euro.

La crisi ha impattato sul vostro comparto?
L’economia globale ha segnato una battuta d’arresto, quantificabile nel biennio 2012-2013 in un –2,5% annuo. Nel 2014 finalmente il recupero. Si parla ancora di un +0,9%, ma il trend si è invertito. In questo contesto, segnato da un- 5/6%, quello del vetro si è comunque rivelato uno dei mercati più stabili, fermo al -0,5%.

Quali le principali iniziative  intraprese per il rilancio del settore?
Verallia ha deciso di muoversi su due asset: da una parte, per garantire i volumi, si è focalizzata sul mass market (va in questa direzione l’investimento di 65 milioni nello stabilimento di Gazzo Veronese). Dall’altra, per dare una valorizzazione maggiore a quei prodotti di alto livello che ne hanno bisogno, lavora costantemente sulla differenziazione, sulla personalizzazione e sul design. Un’operazione più di nicchia, insomma che si esprime al meglio nella nostra Selective Line, la linea di altissima gamma.

Quali scenari si apriranno adesso per l’azienda?  
Ritengo che questa rinnovata autonomia e la ritrovata agilità (siamo più piccoli, ma anche più smart) potranno proiettarci verso ulteriori sviluppi esterni, magari in aree ancora “vergini”. Niente di definito ancora, ma qualcosa è nell’aria.

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