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Consumi post- Covid, le 7 priorità individuate da PwC Italia

I consumi vanno rilanciati: i mesi bui della pandemia deono essere in qualche modo riscattati. Questo il principale assunto al centro del quinto digital event “Italia 2021–Competenze per riavviare il futuro” organizzato da PwC Italia, trasmesso in diretta TV sul canale Active 501 di Sky e su tutte le piattaforme social di PwC, a cui hanno partecipato le principali Istituzioni, Associazioni di categoria e imprese del settore da cui sono emerse 7 priorità d’azione.

In Europa, secondo la Global Consumer Insight Survey Pulse Survey 2020 di PwC, che ha coinvolto 4.500 consumatori in 9 Paesi (Italia, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, UK, Svezia, Middle East e Cina) emerge un contesto a due velocità. Nei paesi del Nord i redditi delle famiglie sono stati meno colpiti (solo il 34% in Germania, 38% in Olanda) e i consumatori ridurranno le spese nei prossimi mesi (25% in Germania, 30% in Olanda).  Al contrario in Spagna e Italia circa il 60% ha subito una riduzione delle entrate. La spesa per grocery è aumentata per il 64% degli italiani (seguita dal 35% su spese Entertainment & Media e dal 27% su food delivery o pickup). Abbigliamento il più penalizzato in Italia (58% dei consumatori ha ridotto il budget).

Erika Andreetta, Partner PwC Italia, ha spiegato: “Negli scenari post COVID-19, ci attendiamo: lato consumi sempre più acquisti Made in Italy, in un’ottica di solidarietà collettiva, la preferenza per prodotti “sicuri” oltre che gratificanti e un balzo in avanti decisivo per l’e-commerce, specie nell’e-grocery. Lato business un incremento della collaborazione per far ripartire l’economia nel Paese. Made in Italy, reshoring e sostenibilità saranno gli elementi differenzianti”.

Nel “new normal” le aziende consumer e retail avranno 7 priorità:

  1. Azioni di sistema sulle filiere Moda e Food

Nel Food le aziende hanno perso 3 anni di fatturato. L’intervento “bonus filiera Italia” inserito nel DL agosto per 600 milioni di euro è un buon esempio, ma servono anche il taglio di oneri fiscali e sociali. Per la moda si attende una contrazione del fatturato del -18,6% rispetto al 2019 (Prometeia e Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo). L’Italia, primo produttore di moda di lusso al mondo e nel tessile, abbigliamento e accessori in Europa (con il 41% della produzione), deve difendere il suo primato anche con misure straordinarie.

  1. Supporto al Made in Italy

Il crollo dei consumi in Italia per il 2020 è stimato al -10,9% con 116 miliardi di euro persi, di cui 22,6 miliardi in Lombardia e serviranno cinque anni per tornare ai livelli di spesa del 2019 (Fonte: Confcommercio). L’OCSE stima per l’Italia una contrazione dell’export di beni e servizi tra il -14,4% e -17,8% nel 2020. A giugno è stato siglato un percorso strategico la ripresa del commercio internazionale che prevede: una campagna di comunicazione internazionale a favore del Made in Italy, lo sviluppo dell’ecommerce attraverso accordi con le piattaforme internazionali, una finanza potenziata e semplificata a vantaggio delle imprese.

  1. Digitalizzazione: ora o mai più

L’e-commerce vola: durante il lockdown è esploso nel retail food. La GCIS Pulse 2020 di PwC rivela che il 31% di italiani ha scelto il canale on-line per il grocery e l’85% di questi continuerà a usarlo. È auspicabile che vengano potenziate misure per favorire investimenti sul digitale ed e-commerce (es. deducibilità degli investimenti sul digitale ed e-commerce), oltre che misure per evitare situazioni di oligopoli.

  1. Puntare sulla sostenibilità

Il percorso verso il 2030 prevede catene del valore tracciabili, maggiori centralità e coinvolgimento del consumatore e un’ottima strategia comunicativa. È opportuno agevolare gli investimenti nell’economia circolare. Va in questa direzione il Decreto attuativo del MISE di luglio che mette a disposizione 140 milioni di euro di agevolazioni per progetti di R&S ad elevato contenuto di innovazione tecnologica e sostenibilità.

  1. Miglior accesso alla liquidità.

Secondo Istat oltre la metà delle imprese (51,5%, con un’occupazione pari al 37,8% del totale) prevede una mancanza di liquidità fino alla fine del 2020, con con rischi legati alla solvibilità nei confronti di dipendenti e fornitori. Il 42,6% di imprese italiane ha scelto di accendere un nuovo debito bancario. Più di 4 imprese su 10 hanno richiesto accesso alle misure di sostegno (rilevazione Istat tra l’8 e il 28 maggio). La frequenza di ricorso è più elevata per le imprese di dimensione minore (43% di microimprese) rispetto alle grandi (23,6%). L’attuale scenario economico suggerisce un rischio di insolvenze lungo le filiere, con un incremento della probabilità di default o ondate di acquisizioni. Sarebbe opportuno favorire l’accesso alla liquidità alle aziende, snellendo le procedure di emissioni di linee di credito e rafforzando fondi di garanzia che aiutino le banche a dilazionare le scadenze dei mutui e congelare gli interessi, oltre che accelerando i pagamenti dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni.

  1. Reshoring & Industry 4.0

In Italia, il tema del reshoring è molto sentito nella moda, con la necessità di avere una supply chain corta, ma soprattutto è percepita la leva strategica del Made in Italy. Un’azienda su due sta accelerando i processi d’automazione e rendendo lo smart working una modalità permanente. Un primo passo è stato compiuto grazie ai finanziamenti previsti dal piano Industria 4.0, che sarebbe opportuno rilanciare e potenziare, insieme ad ulteriori incentivi che favoriscano l’innovazione e gli investimenti in R&S.

  1. Attenzione alle nuove generazioni

Secondo una survey condotta da PwC nel 2019 su 2.069 giovani (Millennials e Gen Z), l’elevato tasso di disoccupazione giovanile in Italia, tra i più alti in Europa, sembra la ragione per cui volano all’estero per lavorare, anche se il 74% di loro preferirebbe trovare il prossimo lavoro in Italia (solo il 26% invece dichiara invece di volersi spostare all’estero). Per riequilibrare la domanda/offerta di competenze dei giovani sono necessari sforzi sia delle istituzioni che del privato per rendere il sistema d’istruzione e formazione più reattivo ai cambiamenti, per finanziare idee e progetti dei giovani e per i giovani, oltre che per riconoscere l’esigenza di includere una rappresentanza under 35 ai tavoli di decisione

La via scandinava al minimarket senza personale

Lifvs – Svezia – Location periferiche ‘a grappoli’ e coinvolgimento dei clienti: un caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 15 di Kiki Lab – Ebeltoft Group.

Il tema dei negozi alimentari senza personale è ormai di grande attualità e risponde a un duplice obiettivo: modalità semplici e veloci di shopping per i clienti e riduzione dei costi per i retailer. Il precursore è stato Auchan in Cina, con i suoi BingoBox, poi ribattezzati Auchan Minute, che però sono ormai in via di smantellamento, anche per un errore strategico nella scelta delle location, che prevedevano aperture anche nei parcheggi degli ipermercati, con una duplicazione poco attrattiva.

In Europa la prima a lanciare nel 2019 questo concept è stata l’azienda svedese Lifvs Scandinavia, in collaborazione con Expohouse, azienda di retail design specializzata in negozi pop-up, che ha progettato un punto vendita di qualità, funzionale, già pre-montato, facilmente trasportabile e installabile. Le prime aperture sono state realizzate in aree poco urbanizzate, ma di passaggio fra Uppsala e Stoccolma. Lifvs ha l’obiettivo di aprire in location periferiche, lontane da altri negozi, e intende creare una rete a ‘grappoli’ di cinque negozi abbastanza vicini fra di loro per ottimizzare la logistica.

Rational experience

Il processo di acquisto è semplice e veloce, oltre che essere disponibile 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno. È necessario prima scaricare l’app, che consente di entrare in negozio e usare il cellulare come un lettore di codici. Si scelgono i prodotti fra le 400 referenze disponibili che includono anche un’ampia selezione di prodotti freschi. Si esce e l’app addebita l’importo della spesa effettuata sul conto o sulla carta di credito comunicati. Il cliente può anche decidere di fare il self checkout alla fine della spesa nella postazione cassa presente vicino all’uscita.

Interattività

In alcune ore della giornata è prevista la presenza di un responsabile, per supportare i clienti e offrire spiegazioni sul funzionamento del processo (soprattutto nella fase di lancio) e stoccare il negozio due giorni alla settimana. Già in questa prima fase di lancio l’uso dei social media è diventato uno strumento importante per comunicare le aperture e coinvolgere i clienti, ad esempio con un concorso per la ricetta autunnale migliore che ha premiato la vincitrice con un buono di 50€.

Commento finale Kiki Lab Ebeltoft Group

I negozi senza personale sono una delle risposte alla veloce evoluzione delle aspettative e degli stili di vita dei clienti in tutto il mondo. Lifvs sembra rispondere bene al contesto scandinavo, caratterizzato da scarsa densità abitativa: il format è utile in particolare in aree periferiche dove questo tipo di esperienza di acquisto veloce era precedentemente impossibile. Gli obiettivi del progetto sono ambiziosi: dopo i 5 negozi aperti nel 2019 sono previste 200 aperture entro tre anni, con aperture anche in Danimarca, senza escludere lo sviluppo in franchising.

Sfida: sviluppare velocemente la rete per ottimizzare i costi di logistica e riuscire a offrire prezzi competitivi.

Area chiave: Rational experience

Tendenze complementari: Interattività

Info chiave

Minimarket senza personale

2019: prima apertura

5 negozi (aperti a fine 2019) – 200 negozi previsti entro 3 anni

25 – 33 mq

400 referenze

7/24 apertura

Fabrizio Valente,

fondatore e amministratore di Kiki Lab

– Ebeltoft Italy

 

Prossimo evento Kiki Lab + Gruppo Promotica

Ki-Best 2020. Ki-Retail is ready

Webinar, 13 ottobre 16.00 – 19.00

Ki-Retail is ready

Fabrizio Valente, Founder Kiki Lab 

Moderazione

Armando Garosci, Giornalista Largo Consumo

Testimonianze aziendali

Jonathan Wang, CEO 7Fresh – JD.com (Cina)

Giuseppe Zuliani, Dir. Customer Mark. e Com. Conad

Valerio Valenti, Country Retail A.M. Ikea Italy

Tea della Pergola, Dir. Marketing Cisalfa Sport

Diego Toscani, Amm. Unico Gruppo Promotica

Neil Stern, Senior Partner McMillan Doolittle (USA e Corea)

Angelo Brunati, Dir. Merchandising Leroy Merlin

Martin Urrutia, Dir. Retail Innovation Lego Group (Danimarca)

Alessandro Taffo, Dir. Commerciale Taffo Funeral Services e Riccardo Pirrone, CEO Kirweb

Testimonianza partner

Anand Remtolla, Head of new projects Ceetrus

Luciano Roznik, Fouder e CEO AllWays

Partner: AllWays, Ceetrus, Conrotto Progetti, Proximaogetti

Webinar a pagamento, inviti per Retail, Brand e Real Estate (disponibilità limitata).

Per informazioni e iscrizioni: kiki@kikilab.it – 030 22 16 81

 

2020: le vacanze mordi e fuggi sostengono i prodotti del LCC. L’analisi di Iri

2020: senza dubbio l’anno delle vacanze lampo.C ome precisa Coldiretti, infatti, anche se gli italiani che si sono concessi un periodo di riposo nelle settimane a cavallo di Ferragosto 2020 sono stati  più o meno lo stesso numero dell’anno scorso (oltre 27 milioni), la durata del viaggio è stata mediamente molto contenuta (pochi giorni), tanto che già il 16 Agosto si registrava una massiccia ondata di rientri.

Inoltre, sempre secondo Coldiretti, la maggioranza dei vacanzieri ha scelto di riaprire le seconde case o di alloggiare in quelle di parenti e amici oppure di prenderne una in affitto; il tutto a scabito degli alberghi.

Queste vacanze “mordi e fuggi” e la minor frequentazione di Bar, Ristoranti, Alberghi, Stazioni di Servizio ecc. sostengono gli acquisti domestici per Prodotti Confezionati di Largo Consumo nel periodo di Ferragosto. Infatti, nelle due settimane a cavallo del 15 Agosto la Distribuzione Moderna ha registrato un incremento del +4,4% dei ricavi di Largo Consumo, quasi interamente dovuto all’aumento degli acquisti in volume (+3,9%), visto l’inflazione mediamente molto contenuta (+0,5%). Il tasso di crescita è significativo perchè segue a un mese di Luglio decisamente sotto tono, con un tendenziale dei ricavi attorno al +1%.

Inoltre, si registra un progresso della pressione promozionale (+0,7%), che torna a risalire dopo i cali consistenti registrati durante i mesi più colpiti dall’epidemia,

C’è poi il sospetto che la ripresa dei contagi da Coronavirus stia in qualche misura influenzando il «livello di allarme psicologico» dei consumatori, riflettendosi anche nei loro comportamenti di acquisto.

Infatti, il grafico proposto nella tavola a seguire pone un altro interrogativo sui motivi dello spunto delle vendite di prodotti di Largo Consumo nel periodo di Ferragosto. Si può osservare come il rialzo delle vendite coincida con la ripresa dei nuovi contagi da Covid-19. All’apparenza si nota una relazione fra i due fatti, anche se per confermarla o meno dovremo aspettare l’evoluzione del fenomeno epidemiologico nel nostro Paese nelle prossime settimane.

Certo è che non possiamo escludere a priori che la ripresa dell’epidemia (anche se i numeri sono ben lontani dai mesi del lockdown e la manifestazione dei casi sia ad oggi soprattutto asintomatica) possa aver toccato «nervi scoperti» in una parte della popolazione, portandola a rinunciare in extremis ai propri piani di viaggio o a ridimensionarli. Questo significa: più persone rimaste a casa e/o indotte a restare più a lungo nel contesto domestico e quindi un limite alla frequentazione dei punti di ristorazione.

 

 

 

 

Ma quali sono stati i prodotti con i maggiori incrementi delle vendite? La classifica della crescita vede ai primi posti i reparti “chimici” grazie alla domanda per prodotti “be safe” e per la pulizia degli ambienti e delle stoviglie. Ma anche i prodotti legati alla convivialità (Aperitivi, Spumanti, Birre, Liquori) hanno sviluppato incrementi importanti delle vendite. Da sottolineare, l’impennata delle vendite di prodotti Usa e Getta, corredo necessario per le gite fuori porta, i pic-nic e l’utilizzo nelle case vacanza.

Anche formulazioni alimentari che facilitano le preparazioni (Surgelati, Carni Fresche Confezionate, Conserve Animali, Salumi e Formaggi) hanno registrato crescite significative della domanda. Anche il Ferragosto un po’ più caldo rispetto all’anno passato ha dato il suo contributo spingendo la domanda di categorie stagionali come birre e gelati.

 

I tassi di crescita eccezionali di Disinfettanti e Sanificatori sono la cartina tornasole che la popolazione italiana continua ad adottare un comportamento volto alla cautela. Per fare alcuni esempi: Disinfettanti e i Prodotti da Parafarmacia, nel periodo analizzato (2 settimane terminanti al 23 agosto 2020) vedono un incremento delle vendite pari a 8,3 milioni di euro (+318,6% rispetto allo stesso periodo del 2019); l’Alcool Denaturato registra un aumento delle vendite a valore di 2 milioni di euro, + 234,7% vs il corrispondente periodo dello scorso anno e le vendite di Prodotti per la Pulizia delle Piccole Superfici, con +1,6 milioni di euro ricavi, crescono del 18,5%.

Contemporaneamente si osservano dei tassi interessanti di crescita di prodotti legati a momenti di convivialità, quest’anno probabilmente più all’interno di gruppi ristretti di familiari e amici (magari qualche grigliata o pic nic, piuttosto che la tavolata al ristorante). Un esempio sono le Birre con un incremento delle vendite di 10,6 milioni di euro (+11,2% vs stesso periodo del 2019), le Bollicine e gli Spumanti, oppure, come già accennato, gli Accessori da Tavola Usa e Getta (+2,6 mio €, pari ad una variazione percentuale di +15,7%).

Post- Covid: crescono del 10% i supermercati. L’analisi di Repower

Nello scenario post lockdown Repower ha affidato al Sole24 ORE e Infodata la ricerca “PMI. La ripresa post-Covid in 8 focus”, ricerca in cui vengono indagati 8 settori chiave del nostro tessuto imprenditoriale attraverso altrettanti focus dettagliati.

Ogni focus è composto da un sommario iniziale, da un’analisi dei vari cluster di cui si compone il settore, con numeri e dati aggiornati, e si conclude con i 10 consigli per battere il Covid-19 nei diversi business.

Il focus relativo a retail e gdo comprende circa 141.000 imprese appartenenti sia alla grande distribuzione organizzata (centri commerciali, ipermercati, supermercati e punti vendita analoghi) sia alla parte terminale della filiera automotive: autosaloni e concessionari, servizi di manutenzione, riparazione e commercio di accessori e ricambi.

Le evidenze rivelano che il settore della GDO, tra il 2010 e il 2018, ha visto una crescita per il comparto supermercati (negozi destinati alla vendita di beni alimentari, di solito di oltre 400 mq) di quasi il 10%, arrivando a superare i 45,5 miliardi di euro, mentre nello stesso periodo gli ipermercati (esercizi con superficie maggiore di 2.500 mq e che vendono anche il non- food) hanno invece registrato una flessione dello 0,23%, portando la cifra complessiva degli scontrini a 21,7 miliardi. I discount e la grande distribuzione specializzata negli ultimi venti anni hanno invece vissuto una crescita inarrestabile dovuta alla crisi economica a discapito dei piccoli negozi, che dal 2007 al 2015 hanno perso il 15% e dal 2016 al 2019 un ulteriore 3%. Come prevedibile, il commercio elettronico è volato, con un +60% registrato tra il 2015 e il 2019 anche a causa della modesta base di partenza.

Per quanto riguarda il settore automotive, dopo un’impennata di immatricolazioni nel 2017 secondo l’ACI e una brusca discesa nei 6 anni successivi, si è assistito ad un cambiamento delle abitudini del consumo soprattutto per i millennials delle grandi città, per i quali hanno preso piede forme flessibili di possesso e l’utilizzo sempre più diffuso del car sharing. Nel comparto auto elettriche, le immatricolazioni crescono a ritmi vertiginosi (+115% nel 2019), come evidenziato anche nel White Paper Repower “La mobilità sostenibile e i veicoli elettrici”, ed è destinato a mantenere e superare questi dati per parecchi anni, con una previsione di successo del mercato delle vetture elettriche che si riflette anche nella domanda di servizi correlati, come riparazioni e ricarica.

La pandemia ha colpito in modo diverso i settori GDO e automotive: i dati di marzo e aprile 2020 vedono una crescita della distribuzione del settore food, con la grande distribuzione a +6,9% mentre il settore non alimentare ha visto più che dimezzare il valore rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con una crescita del 27% del commercio elettronico.

Di segno diametralmente opposto, invece, il mercato dell’auto, con il settore del noleggio in generale e di quello a breve termine in particolare fortemente colpiti, ma la vendita a privati scesa relativamente meno degli altri settori (-35,2%). Continua la forte crescita delle vetture elettriche (+54,9%) e delle ibride plug-in (+145%).

La seconda metà del 2020 sarà fortemente segnata dall’impatto della crisi sull’economia: la riduzione del potere d’acquisto degli italiani e la crisi delle imprese potrebbe comportare un ulteriore abbassamento dei consumi, che per il settore food e retail sarà aggravato anche dalla diversa gestione della socialità.

Per ripartire sarà necessario concentrarsi di più sulla sicurezza del cliente, offrire possibilità di pagamento dilazionate o condizioni vantaggiose per incentivare gli acquisti, ampliare la gamma di prodotti e favorire delivery e commercio elettronico, anche con soluzioni innovative quali il pagamento senza casse. La sostenibilità sarà un fattore di scelta cruciale da parte dei consumatori, e la mobilità elettrica probabilmente beneficerà di questa nuova tendenza.

GiTre: debutta a Lodi la nuova insegna every day low price

Riapre a Lodi in Viale Milano 52, con la nuova insegna GiTre, un supermercato che, dopo i difficili avvicendamenti legati alla precedente gestione, torna a vivere con un nuovo format Every Day Low Price.
Chiuso dal settembre 2018, in seguito all’uscita dell’azienda Superdì, il nuovo supermercato è uno spazio di 2.500 mq nel quale riprenderanno a lavorare con contratto a tempo indeterminato tutti i 25 dipendenti, dopo che la Rialto Spa, rilevando la struttura, ha ricollocando tutti i suoi lavoratori in questo progetto. 
GiTre è un concetto innovativo di supermercato, caratterizzato dalla garanzia dei prezzi bassi su oltre 10.000 prodotti delle grandi marche. Qui il risparmio sarà garantito ogni giorno dell’anno, non solo sui prodotti alimentari ma anche sugli articoli di tecnologia e abbigliamento.
La qualità sarà garantita non solo dalla presenza dei prodotti delle grandi marche ma anche dalla scelta di partnership con Il Gigante (del Gruppo Selex).

Food-retail: serve ridurre i costi fissi

Il comparto del food-retail, afferma che nella fase post Covid l’elemento fondamentale per la “ripartenza” è l’abbattimento dei costi fissi. Ecco quanto emerge da una recente Indagine Engel & Völkers Commercial Milano con Rödl & Partner, effettuata su un campione di 6600 esercenti su base nazionale nel periodo di giugno 2020.

“Il 66% degli intervistati e appartenenti alla macro categoria del food retail  – spiega Gianluca Sinisi, Licence Partner di Engel & Völkers Commercial Milano e Lombardia – ha infatti dichiarato di aver domandato una dilazione del canone. Di questi – continua Sinisi – il 39% l’ha ottenuta mentre il 27% ha avuto un diniego dal proprietario dei locali.”

E ancora: 14% dichiara di avere in animo una richiesta di riduzione del canone o uno slittamento dei termini di pagamento. Il 13% degli intervistati invece ‘non ha chiesto nulla e non ha intenzione di farlo’

Nello specifico il 53% che è in locazione con la propria attività ha dichiarato che porrà maggiore attenzione ad un canone più sostenibile, ma quello che è gradito agli esercenti è anche una “maggiore flessibilità contrattuale” (34%) e, in particolar modo, di questi il 14% auspica una “maggiore libertà di uscita dal contratto”, nonché anche nuove soluzioni contrattuali.

“A questo proposito – commenta l’Avv. Valeria Spagnoletti Zeuli, associate partner di Rödl & Partner,– a fronte di consistenti cali di fatturato e della mancanza di liquidità necessaria per far fronte alle spese, fra cui il canone di locazione, i conduttori mostrano di essere alla ricerca di un accordo con i locatari che preveda nuove soluzioni, anche con nuove formule quali ad esempio, ove possibile, la compartecipazione agli utili nella quantificazione del canone, soluzione che nelle risposte all’indagine è gradita a circa il 60% degli intervistati”

Nello specifico, il 27% dei rispondenti si mostra interessato a una forma di compartecipazione nella quantificazione del canone con la parte preponderante in percentuale sul fatturato, mentre il 33% preferirebbe la parte preponderante del canone fissa ed una quota residuale in percentuale sul fatturato. Il 26% dei rispondenti afferma di non essere interessata a soluzioni di questo tipo.

Spazi più piccoli

Abbattimento dei costi fissi per i food retailer significa anche la ricerca di una nuova location e nello specifico uno spazio più piccolo con meno somministrazione e più delivery (34%), la possibilità di esercitare nei dehors (31%) e una decentralizzazione per avvicinarsi ad una modalità di esercizio “tipo negozi di vicinato”. Ad ogni buon conto si annota anche un 10% di rispondenti che – al contrario – sta pensando a spazi più grandi’ (10%).

Tra le strategie in gran voga, fatta l’esperienza del lockdown, i food-retailer dichiarano che si focalizzeranno maggiormente sui social-media coltivando proprie community (53%), o con tools innovativi come video-tutorial e dirette social (27%) per mantenere ed implementare l’engagement e comunque il maggiore uso del food delivery (40%) importante veicolo di distribuzione che gli italiani hanno largamente imparato ad utilizzare durante l’isolamento.

In ultimo alla domanda “Avete intenzione di attuare politiche di sconto sul prezzo pre-Coronavirus e promozioni?” ha risposto ‘SI’ lo 0 (zero)%.

iMonocle, lo specchio che cambia con l’outfit

LaDigital Foundry di Parma SWITCHUP crea un nuovo rapporto tra Brand, Store e Shopper insieme al Marchio di Moda Italiano PINKO. Nella nuova boutique in Napoli, il dettaglio degli outfit è narrato attraverso un racconto di immagini e animazioni digitali, in un mix di interazione online-offline. iMonocle è il nuovo specchio digitale oggetto di brevetto esclusivo che regala un punto di vista realmente differente ad ogni outfit indossato. I display video con camere super HD di iMonocle inquadrano da ogni angolo la Shopper che può così vedersi finalmente come gli altri la osserverebbero realmente. Non più una visione mono, ma super stereo. Per un’esperienza di shopping nuova, più bella, più interattiva.

L’offerta SWITCHUP dispone di soluzioni a intelligenza artificiale, realtà virtuale, machine learning e biometria, per una trasformazione digitale che non migliora soltanto l’efficienza di un punto vendita ma ottiene anche una maggiore efficacia nell’esperienza in negozio.

Le competenze multidisciplinari di SWITCHUP cercano di fare soltanto una cosa: rendere “wow” l’esperienza di ognuno: nel business, nello shopping, nella cultura come nel tempo libero, in ogni superficie, piccola o grande” commenta Gian Luca Boarini, AD della Società.

“Abbiamo deciso di posizionarci in una nuova location, con metratura inferiore rispetto alla precedente. Fino a poco tempo fa il valore del retail poteva essere proporzionale ai metri quadrati ma oggi le cose sono davvero cambiate”, commenta Emanuele Bianchi, Global Chief Marketing Officer in PINKO. “Il valore di un negozio non si misura più in spazio fisico ma in spazio relazionale. Il potenziale è nel numero di persone “connesse” con Pinko; con i suoi valori e le sue emozioni”.

Il progetto PINKO HiTech-Boutique è accattivante nei suoni e nei colori: in esso, digitale e fisico si uniscono. Tre maxischermi LED amplificano i sensi con immagini e video, mentre una parete con piastrelle si anima inaspettatamente alla presenza dei clienti grazie alla tecnologia SWITCHUP iSense™, trasformandosi in schermi interattivi che proiettano scenari di collezione ed effetti visivi.

 

Segafredo Zanetti Robocup Café apre a Shenzhen

Massimo Zanetti Beverage Group lancia il Segafredo Zanetti Robocup Café, prima caffetteria self-service 24 ore completamente robotizzata, nella città cinese di Shenzhen, noto hub per i servizi informatici e di intelligenza artificiale del Paese.

Segafredo Zanetti Robocup Café offre un’esperienza di caffetteria completamente automatizzata, grazie alla quale i clienti possono ordinare attraverso un menu touchscreen o dal proprio cellulare tramite un’applicazione.

L’ innovativa caffetteria rappresenta un traguardo storico per Segafredo Zanetti, primo marchio italiano in grado di offrire un caffè attraverso un sistema completamente automatizzato, che prevede inoltre un sistema di chiusura della tazzina in ambiente protetto, a garanzia dei più alti standard di sicurezza. Infine, grazie all’utilizzo di sistemi di pagamento elettronici e di codici QR, i clienti possono gustare un autentico caffè italiano in tutta sicurezza. Robocup Café è frutto della collaborazione con Robocup China.

Il design minimalista e l’uso di materiali naturali rendono l’ambiente accogliente e piacevole, ideale per una perfetta pausa caffè con ROBOCUP-SEGAFREDO.

Gruppo Crai: +12% nel primo semestre del 2020

Un 2019 decisamente positivo per Il Gruppo CRAI con un giro d’affari consolidato intorno ai 6 miliardi, realizzato grazie agli oltre 3.100 punti vendita di cui i due terzi alimentari e i restanti specializzati nei prodotti per la cura della persona e della casa. Lo scorso anno, inoltre, sono stati inaugurate 148 nuove aperture di negozi food e 80 nuove aperture di negozi specializzati in home e personal care.

Ma ancor più rilevante è stata la performance dei primi 6 mesi del 2020. Nel primo semestre, infatti, i risultati di CRAI sono stati superiori al trend di mercato grazie alla consolidata e capillare presenza a livello locale e su tutto il territorio nazionale. In particolare, i dati alla fine di giugno sanciscono un + 12% rispetto alla media di mercato mentre considerando la sola offerta alimentare il divario sale a 19 punti. Da marzo, infine, il Gruppo è primo in Italia come aumento dei ricavi: a parità di rete Crai segna un +15,2% contro il +3,1% del mercato e nel food registra un +22% in un mercato che cresce del 3,2%. 2020 tra l’altro che è iniziato con l’ingresso nella centrale Crai di un nuovo importante Ce.Di – Gruppo Di Palo – azienda operante in Campania e specializzata nella distribuzione alimentare all’ingrosso ed al dettaglio.

Questi numeri sono in parte da ascrivere agli effetti dell’evoluzione delle abitudini di acquisto degli italiani, da un lato progressivamente focalizzati sulla qualità reale, dall’altro sempre più attenti al rapporto umano nei negozi. Questi due aspetti, sempre più integrati, fanno parte del DNA di CRAI ed oggi, in una situazione particolare dal punto di vista economico e sociale, sono ancora più centrali. Perciò, il Gruppo ha definito per i prossimi mesi un piano commerciale e di marketing per consolidare il rapporto di fiducia con il consumatore.

In questo periodo si è anche assistito ad una autentica rivoluzione nell’e-commerce, che in CRAI è essenzialmente ‘di prossimità’: a fine giugno 2020, il servizio Crai Spesa Online ha registrato un + 1.025% rispetto al periodo gennaio-giugno 2019 con oltre 60.000 spese. Attualmente, il servizio è attivo in 172 negozi, distribuiti in 14 regioni, con una media di 1.500 ordini al giorno. La previsione per l’anno è di circa 8 milioni di euro. Nel 2021, l’ambizione è di arrivare a 250 negozi, ampliando il raggio di consegna e permettere il ritiro direttamente sul punto vendita.

Per ciò che riguarda il private label, la quota sul è pari al 18,2%, con punte in alcune regioni del 28%. È in continua crescita e prevediamo anche per il 2021 e per gli anni successivi un aumento dell’incidenza. Per l’assortimento di questa, spazio ai prodotti ad alto valore aggiunto come linea bio, salutistica e piatti pronti. Mentre entro la fine dell’anno è prevista la rivisitazione del brand alto di gamma Piaceri Italiani, puntando sull’ampliamento della gamma e sull’assortimento, oltre che su un packaging maggiormente accattivante.

Lo sviluppo passa anche per l’ampliamento della rete: entro la fine del 2020 Crai prevede, tra canale food e canale drug, l’apertura di oltre 200 nuovi punti vendita.

Bruno Spa attiva una piattaforma di dynamic discounting per i fornitori

Bruno Spa, socio siciliano di riferimento del gruppo Euronics, ha attivato un
innovativo strumento finanziario per ottimizzare il capitale circolante e, allo stesso tempo i pagamenti dei fornitori. Ha infatti siglato un accordo con UniCredit per l’utilizzo di una innovativa soluzione di dynamic discounting messa a punto dalla società FinDynamic che permette al Gruppo di utilizzare la propria liquidità per offrire un pagamento anticipato delle fatture a fronte di un interesse calcolato sull’ammontare in fattura che
varia in base al numero dei giorni di anticipo rispetto alla data di pagamento concordata.
Nel dettaglio: il fornitore inserisce nella piattaforma le fatture per cui vorrebbe un incasso più breve indicando anche l’interesse che è pronto a riconoscere; il retailer indica l’ammontare della liquidità che è disponibile a destinare a questo strumento e l’interesse che vorrebbe ottenere. Gli argoritmi elaborati da FinDynamic confrontano questi dati e individuano le fatture il cui pagamento può essere anticipato.
“Il rapporto con i fornitori è un valore importante” ha dichiarato Claudia Andronico, Ad di Bruno Spa: “Per questa ragione, alla luce di un momento così complesso, abbiamo voluto adottare uno strumento che offrisse ai nostri partner commerciali la possibilità di incassare i crediti in anticipo”. Claudia Andronico ha poi concluso: “La liquidità e la gestione del circolante sono da tempo due variabili assolutamente strategiche per ogni impresa, soprattutto in settori competitivi come l’elettronica, è importante creare sinergie positive e vantaggi nel sistema che rendano più remunerativa la liquidità, senza vincolarla, andando, nello stesso tempo, incontro alle nuove esigenze post emergenza della filiera”.

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