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TUTTOFOOD e HostMilano insieme per una ‘filiera totale’

TUTTOFOOD E HOSTMILANO si svolgeranno in contemporanea per creare sinergie uniche in Italia tra filiere complementari. L’appuntamento è – in presenza e in sicurezza – a fieramilano dal 22 al 26 ottobre.

 

Dal 22 al 26 ottobre TUTTOFOOD e HostMilano riuniranno sotto lo stesso tetto in un concetto di “filiera totale” – dal semilavorato alla trasformazione e l’equipment, fino alle occasioni di acquisto nella GDO e Retail e gli stili di consumo nel fuoricasa – un panorama senza confronti di catene del valore sinergiche tra loro, alcune delle quali approfondite in verticale nella loro completezza, proprio nel periodo dell’anno in cui l’impulso verso una nuova crescita sarà più intenso.

E non finisce qui:  l Internazionalizzazione, che è da sempre è uno dei punti di forza delle manifestazioni di Fiera Milano, quest’anno troverà un’espressione ancora più efficace in TUTTOFOOD e HostMilano, che uniscono le forze e si presentano unite e compatte all’appuntamento con la ripartenza.

E questo anche grazie alla stretta collaborazione tra Fiera Milano e ICE/ITA Agenzia, folta in entrambe le manifestazioni sarà la presenza di top buyer internazionali: ad oggi circa 1.000 da 75 Paesi gli operatori che hanno confermato la loro presenza e che potranno esplorare le due mostre per scoprire nuovi prodotti, opportunità di business e affinità di filiera.

Luca Palermo (a destra nella foto), amministratore delegato e direttore generale di Fiera Milano, dice: “Grazie alla sinergia tra TUTTOFOOD e HostMilano mettiamo a sistema due comparti strategici, l’agroalimentare e l’ospitalità professionale, che rappresentano una eccellenza del Made in Italy. In fiera, grazie a più di 2.200 espositori provenienti da più di 40 Paesi, racconteremo il meglio della produzione a livello globale. Il nostro obiettivo è, come sempre, supportare le imprese che scelgono lo strumento fieristico come vetrina privilegiata per presentarsi al mondo. Per questo faremo incontrare il meglio della domanda con il meglio dell’offerta: tra i buyer confermati, abbiamo operatori provenienti non solo da tutta Europa, ma anche da Nord e Sud America e Medio Oriente. Oggi più che mai le manifestazioni fieristiche sono un driver di sviluppo al servizio delle imprese e dei settori industriali e siamo orgogliosi di poter dire che dal 22 al 26 ottobre faremo il punto sugli scenari del futuro. Ancora una volta Milano, insieme alle sue fiere, confermerà il suo ruolo guida come catalizzatore di eventi e appuntamenti internazionali”.

HostMilano, appuntamenti e novità

Con espositori, buyer e stakeholder in arrivo a Milano da tutto il mondo, l’universo dell’Horeca e le sue macroaree – Ristorazione Professionale; Bakery, Pizza, Pasta; Caffè, Thè, Bar, Macchine caffè, Vending con lo storico appuntamento del Sic, Salone Internazionale del Caffè; Gelato Pasticceria; Arredo Tecnologia Tavola – si danno appuntamento alla 42esima edizione di HostMilano  per celebrare una ripartenza, quella del fuoricasa, che tutte le analisi più recenti, confermano come già iniziata.

Tra le aziende presenti, solo per citarne alcune, top di ogni comparto ci sono: Ali Group, Sirman, Rational Italia, MKN Maschinenfabrik, True Refrigeration e Viessmann (Ristorazione); Tagliavini, Italforni, Sigma, Jac, Imperia & Monferrina, Dr. Zanolli , Ab Mauri (Pane Pizza Pasta); Isa Spa, Frigomeccanica, Babbi, Cesarin, Criocabin, José Julio Jordao (Gelato pasticceria); Gruppo Cimbali, Nuova Simonelli, Evoca Group, Astoria, Franke Kaffeemaschinen, Marco Beverage System (Bar Macchine caffè Vending); Hausbrandt, Caffè Borbone, Gruppo IMA, Brambati, Caffè Vergnano, Gruppo Gimoka, Cafes Novell (Caffè The); Abert Broggi Villeroy & Boch, Bormioli Rocco, Tognana, Sambonet Paderno, Rosenthal, Dibbern, Steelite (Tavola); Costa Group, Pedrali, Emu, Tecnorredamenti, Calligaris, Zucchetti Horeca (Arredo-Tecnologia).

Ricco il carnet degli eventi, con appuntamenti storici e tante novità.

Eventi top: SMART Label, Iginio Massari e i campionati mondiali caffè SCA

Iginio Massari

Fedele alla sua tradizione di trendsetter per tutte le filiere dell’Ho.Re.Ca, anche la prossima edizione di HostMilano metterà sul piatto, accanto alle occasioni di business, un’agenda di oltre 800 appuntamenti suddivisi tra le sue macro-aree, competizioni nazionali e internazionali, show-cooking, seminari di approfondimento.

Come da tradizione, il posto d’onore va alla grande vetrina di SMART Label – Host Innovation Award, il concorso aperto a tutte le aziende innovative. Organizzato da Fiera Milano e HostMilano in collaborazione con POLI.Design – Consorzio del Politecnico di Milano con il patrocinio di ADI – Associazione Italiana per il Disegno Industriale, quest’anno ha visto 79 candidature presentate, più della metà provenienti dal Food service equipment e dal segmento Bar-Coffee machines-Vending. A vincere, nelle tre categorie del premio (Innovation SMART Label, dedicato ai prodotti con un elevato contenuto di innovazione; Green SMART Label, pensato per i prodotti che si distinguono per innovazione rispetto ai trend del settore in riferimento al risparmio energetico; SMART Label, per chi determina significative evoluzioni nei settori di riferimento) sono state le 25  aziende, italiane e internazionali, che hanno meglio interpretato le tendenze che plasmeranno l’industry di domani: dal risparmio energetico all’utilizzo di materiali e soluzioni green; dal focus sull’igiene a quello sulle soluzioni tecnologiche user-friendly, dalla rinnovata attenzione alla customizzazione alla flessibilità di utilizzo dei prodotti.

Ultima new entry tra le associazioni è la Specialty Coffee Association (SCA), che rappresenta migliaia di professionisti del caffè, dai produttori ai baristi di tutto il mondo, per tenere durante la manifestazione l’appuntamento top del segmento Caffè: i Campionati mondiali SCA 2021 – World Barista Championship, World Brewers Cup e World Cup Tasters Championship.

Ritorna poi l’appuntamento con “Pasticceria di Lusso nel Mondo” by Iginio Massari, il concept ideato dal Maestro del pastry italiano e internazionale. Per restare all’universo della pasticceria, non mancheranno i campionati internazionali a cura di FIPGC Federazione Internazionale Pasticceria Gelateria Cioccolateria sarà il motore del Campionato del Mondo del Tiramisù e di The best Pastry chef in the World, durante il quale 18 campioni del Mondo sfileranno dando la loro testimonianza sul futuro della pasticceria. In agenda anche la seconda edizione di Contest School, l’iniziativa rivolta agli Istituti Professionali del settore Servizi (indirizzo Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera), promossa dalla FIPGC, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.

Altro appuntamento da non perdere, quello con il Panettone World Championship, a cura dell’Accademia dei Maestri del Lievito Madre e del Panettone Italiano.

In chiusura, infine, la manifestazione Art Gallery, con oltre 200 lavorazioni in esposizione, ad opera di Pasticcieri Italiani ed Internazionali.

All’insegna di competizioni ed eventi a 360 gradi è anche l’agenda stilata da ALTOGA, Associazione Nazionale Torrefattori e Importatori di Caffè e Grossisti Alimentari, che animerà l’area Caffè Bar con il VII Gran Premio della caffetteria italiana, il II° Campionato Mondiale di Latte Art Grading e le degustazioni di Coffee addition – the itinerary event e coffee tasting corner.

Le scoperte continuano sul fronte della Ristorazione, dove FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi presenterà Ristorazione 4.0, un Osservatorio privilegiato sull’innovazione digitale nel comparto che si dividerà la scena con i seminari dell’Horeca Digital Academy, a cura di APCI Associazione Professionale Cuochi Italiani.

Nel cuore della fiera, poi, un importante spazio dove conoscere, incontrare, aggiornarsi sarà la Food – Technology Lounge, il riferimento per le tecnologie Made in Italy di Food e Ho.Re.Ca. messo a disposizione da ANIMA Confindustria Meccanica Varia (con le sue associazioni Aqua Italia, Assofoodtec, Fiac), e da EFCEM Italia, insieme alla sinergia di ICIM Group e Eurovent.

Si rinnova, infine, la collaborazione con Federcuochi e la sua Accademy Fic, pronta ad ospitare esperti del settore, giornalisti, chef tra cooking show, masterclass e “conference” delle aziende partner.

Innovare, cambiare, crescere saranno invece le tre parole chiave della presenza ad Host di FCSI Italia, tra incontri, meeting e workshop che animeranno lo “stand sostenibile e sicuro” dell’associazione.

Per quanto riguarda il macrosettore dedicato a Pane Pizza Pasta, da non perdere le iniziative messe in campo dall’Associazione Panificatori di Milano e Province di Confcommercio Milano, protagoniste con Bakery Academy le sessioni di laboratorio, gli incontri con giornalisti del food e le degustazioni, che ne animeranno lo stand. Showcooking che la faranno da padroni anche all’interno dello spazio che ospiterà i soci pastai di A.P.Pa.Fre. – Associazione Produttori Pasta Fresca della Piccola e Media Impresa.

Chiude il menu Slices – Pizza Culture for professionals (a cura di Pizza e Pasta Italiana): seminari, showcooking e dibattiti e veri e propri “Tranci” di cultura organizzativa e tecniche di lavorazione dedicati ai professionisti della pizza.

Infine, torneranno per l’edizione 2021 di Host i Digital Talks, una serie di seminari di approfondimento pensati in collaborazione con POLI.design, e rivolti ad architetti ed esperti del settore.

 

TUTTOFOOD , l’appuntamento per professionisti italiani ed esteri

Con 946 espositori e circa 500 buyer da tutto il mondo, anche quest’ anno TUTTOFOOD si conferma un momento molto atteso dai professionisti del settore: oltre alla possibilità di esplorare nel percorso espositivo il meglio dell’innovazione F&B italiana ed estera, rappresenta da sempre un momento di networking con buyer nazionali e internazionali altamente profilati, anche grazie al costante supporto di ITA/ICE Agenzia. E un’opportunità unica per scoprire e approfondire in anteprima i trend di acquisto e di consumo, grazie a un palinsesto di eventi senza confronti.

Tra i settori la novità è TUTTOFRUIT, area dedicata al fresco ortofrutticolo e le innovazioni della IV e V gamma, che integra gli ultimi settori lanciati come TUTTOHEALTH, TUTTODIGITAL e TUTTOWINE. Continua anche il consolidamento di settori storici come TUTTODAIRY, TUTTODRINK, TUTTOFROZEN, TUTTOGROCERY, TUTTOHEALTH, TUTTOMEAT, TUTTOOIL, TUTTOPASTA, TUTTOSEAFOOD, TUTTOSWEET, TUTTOWORLD.

Sempre numerose e di grande prestigio le collaborazioni di TUTTOFOOD con associazioni e altre autorevoli realtà. Le più recenti new entry sono Restaurants Canada, la più grande e rappresentativa organizzazione del fuoricasa nel Paese, e CHIC – Charming Italian Chef, associazione che riunisce oltre cento professionisti italiani e stranieri capaci di reinterpretare l’universo cucina in modo innovativo. Gli altri partner di TUTTOFOOD 2021 annoverano: Assica, Apci, DNV, Dolce Italia, FederBio, ICE, IRi, Netcomm, Pasta Italia, Retail Institute Italy, Unione Italiana Food, UnionAlimentari, Unas, Unione Italiana Vini.

La carica dei surgelati: i dati dell’Osservatorio TUTOOFOOD

Positivo l’andamento del frozen. Stando, infatti, agli approfondimenti dell’Osservatorio TUTTOFOOD su dati IRI, il settore si distingue per un incremento delle vendite. Complice anche la chiusura di pasticcerie e gelaterie, persoddisfare il bisogno di gratificazione gli italiani hanno riscoperto gelati e surgelati al super. Il comparto del frozen, dal bakery alla terza gamma, fino al segmento carni, sta vivendo un momento di grande cambiamento.
I dati parlano chiaro. In Italia nella distribuzione organizzata, tra gennaio e luglio 2020, il segmento dei gelati “del supermercato” ha fatto registrate un incremento delle vendite del 4,3% in valore, superando abbondantemente il mezzo miliardo di euro (558 milioni). Secondo i dati registrati da Nielsen a partire dal 24 maggio, dall’inizio della Fase 2, gli acquisti di gelati nella GDO sono aumentati del +53%. I player del settore sono pressoché unanimi nel commentare le ragioni di questo successo: non solo bisogno di gratificazione nei consumatori, ma anche una qualità sempre crescente dei prodotti coniugata con alto contenuto di servizio e un occhio attento alle esigenze più innovative, come quelle salutistiche, magari curato anche esteticamente. “Durante il lockdown il ‘bisogno di dolcezza’, insieme alla chiusura di pasticcerie e gelaterie, ha portato a un non trascurabile incremento di vendite del dolce e gelato nella GDO – spiega Orlando Bottone, titolare di Dolce Idea –. Un’impennata caratterizzata anche da un approccio salutistico cui il settore ha risposto con un ulteriore aumento della qualità”.
Concorda Sarah Marengo, Marketing Office di Dolceria Alba: “Le famiglie hanno cercato gratifiche alternative, prendendo sempre più in considerazione i dessert congelati. La qualità dei nostri prodotti ci ha permesso di conquistare e fidelizzare consumatori, che ora continuano a premiare le nostre vendite. E, se in passato il cliente cercava il prodotto semplicemente ‘buono’, oggi lo vuole anche ‘bello’ e ‘sano’. Noi ci stiamo orientando sempre più a soddisfare nuove esigenze di packaging sostenibile, di etichetta corta, di prodotto tutto naturale e biologico”. A cui fanno eco le parole di Angela Neglia, Direttore Commerciale di Callipo Gelateria: “Durante il lockdown abbiamo assistito a una crescita importante nel consumo di gelato in casa e, con la riapertura e le vacanze, è ripreso il consumo fuori casa, che probabilmente ritornerà ai livelli originari. C’è attenzione alla ricerca di pack riciclabili e sugli aspetti funzionali, come i prodotti senza lattosio. Ora la nostra attenzione è rivolta alle monoporzioni in multipack e i prodotti a grammatura ridotta”.

Surgelati in tavola
Il lockdown ha modificato la spesa degli italiani, favorendo prodotti con una durabilità prolungata come gli alimenti surgelati. E non solo di verdure o cibi pronti. Lo dice il Rapporto annuale sui Consumi dei Prodotti Surgelati di IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, ora integrato in Unione Italiana Food, che ha presentato numeri interessanti sui primi quattro mesi del 2020, oltre all’andamento nel 2019. E se, nel primo quadrimestre 2020 le vendite complessive nel canale Retail hanno segnato un +13,5%, gli snack salati surgelati sono cresciuti del +21,5% e le pizze del +12,5%. Gli aumenti a due cifre confermano infatti la validità del percorso di crescita del settore: prodotti di sempre maggiore qualità e contenuto di servizio, che rispondono al nuovo bisogno di convivialità. “In effetti, pizze e snack surgelati con una durabilità prolungata e pronti all’uso hanno registrato un incremento considerevole nel Retail durante il confinamento – spiega Tiziano Zanuto, CEO di Prodal Srl –. La nostra azienda, più orientata al Food Service e Ho.Re.Ca.,sta ora notando una crescita di vendite di basi e pizze surgelate nel fuoricasa, che sta sempre più ampliando la gamma frozen che garantisce elevati standard di sicurezza alimentare e salubrità. Noi abbiamo da anni anche la linea Bio/Organic. Inoltre, siamo un’azienda certificata BRC, IFS ed ISO22000 ed imponiamo ai nostri fornitori elevati standard qualitativi”. La gestione della logistica del freddo sta infatti diventando una sfida importante ma anche una grande opportunità, come puntualizza Paolo Vaccaro, Responsabile Marketing di Abbondanza del Pane dal 1945: “Il consumatore ha scoperto il piacere di nuovi prodotti surgelati direttamente a domicilio e realizzati con materie primeeccellenti. Noi abbiamo raccolto la sfida dando vita a nuovi prodotti che puntano in questadirezione del salutismo, utilizzando farine poco raffinate ad alto contenuto di fibre, e cheriducono gli sprechi alimentari grazie a prodotti minisize”. L’attenzione al prodotto surgelato e alla qualità degli ingredienti utilizzati sono alla base della realtà Impasto Italiano che realizza prodotti di panificazione artigianale utilizzando la tecnologia della catena del freddo: ciò permette di ottenere un prodotto in grado di preservare tutte le
proprietà organolettiche e di gestire la cottura nel punto vendita solo quando è richiesta, evitando quindi inutili sprechi.

Bene anche la carne
Oltre il bakery, l’Osservatorio TUTTOFOOD riscontra che anche le carni hanno beneficiato dello spostamento dei consumi verso i surgelati confermando un trend già cominciato nel 2019. Come afferma Luca Scorcella, Direttore Commerciale di Baldi: “Come azienda leader degli hamburger gourmet congelati constatiamo che i nostri prodotti hanno fatto da traino nella fase iniziale del lockdown e, in seguito, hanno registrato un aumento in termini di volumi confrontando lo stesso periodo 2019. Alla richiesta di nutrizione salutistica e sostenibile il settore risponde con approvvigionamenti di qualità e con processi prodottivi che li garantiscono, il tutto supportato da una comunicazione adeguata ed efficace”. Il consumatore in questo periodo sembra aver abbandonato le reticenze nei confronti del surgelato, esplorando anche prodotti che forse non conosceva, come ha osserva Arianna Errante, Marketing Manager di Zini Prodotti Alimentari: l’azienda ha infatti lavorato a una gamma ‘healthy’ a base di vegetali, clean label e in confezioni 100% compostabili.

I mercati esteri
Francia e UK, Paesi e mercati a confronto Francia e Regno Unito sono entrambi Paesi di destinazione molto importanti perl’agroalimentare italiano, e in particolare per il settore in forte crescita del frozen. Per capire meglio questo scenario, fornendo un orientamento agli attori italiani della filiera delsurgelato, ITA – ICE Agenzia, UNAS e TUTTOFOOD hanno unito le forze e organizzatoun webinar dedicato al confronto tra i due mercati. Parlando di numeri nel Regno Unito il 60% dei prodotti agroalimentari è importato e di questi tre quarti (75%) provengono dalla UE, ma solo il 6% dall’Italia (siamo il nono partnercommerciale), quindi vi sono ampi margini di crescita. Secondo dati della British Frozen Food Federation (BFFF), nel 2019 il mercato britannico dei surgelati valeva 8,6 miliardi disterline con una crescita del 4,4% anno su anno ed è la merceologia in più rapida crescita.Quanto alla Francia, secondo l’associazione di categoria Syndigel il mercato valeva 9miliardi di euro nel 2019 per 2 milioni di tonnellate di merce venduta, con una penetrazioneche raggiunge il 98,6% delle famiglie e una spesa media pari a 223 euro l’anno a persona. In Francia, l’industria agroalimentare vale 178 miliardi di euro l’anno, che rappresentano il 20% dell’intero fatturato del settore manifatturiero. Forte esportatrice e meno importatrice rispetto al Regno Unito la Francia è comunque, storicamente, uno dei Paesi che apprezza di più il made in Italy agroalimentare. Per molti consumatori la fase di lockdown ha rappresentato, nell’ottica di un’economia domestica per l’approvvigionamento di scorte alimentari, l’occasione di acquistare più prodotti di lunga durata e per ‘riscoprire’ le qualità dei surgelati, che vanno incontro alle nuove esigenze di consumo come la naturalità e il salutismo: molti hanno ‘scoperto’ solo oggi, ad esempio, che il processo di surgelazione industriale, a differenza del congelamento domestico, non altera le caratteristiche organolettiche e nutritive del prodotto e non richiede l’uso di conservanti.

Il prossimo appuntamento con TUTTOFOOD è a fieramilano a Rho dal 17 al 20 maggio 2021.

 

Lockdown pasquale: l’osservatorio Tuttofood ai tempi di Covid 19

Pasqua? Quest’anno sarà in versione lockdown.

Analizzando e confrontando i dati di mercato, l’Osservatorio di TUTTOFOOD ha delineato gli scenari dal punto di vista sia socioeconomico, sia delle tendenze lifestyle e di consumo.  

Ma cosa sceglieranno i consumatori?

In molte Regioni ai ristoranti è consentito proseguire l’attività per la consegna a domicilio e gli italiani ne stanno approfittando. In un’indagine condotta dal Centro Studi FIPE, la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, il 40% dei ristoratori segnala una crescita della domanda di food delivery. E, anche se solo il 5,4% delle imprese della ristorazione tradizionale era già attrezzato, un ulteriore 10,4% si è subito attivato.

Tra i consumatori,  chi in precedenza non aveva mai utilizzato le consegne a domicilio ha cominciato a farlo (10%), mentre tra chi già le utilizzava, ma saltuariamente, il 53% ha fatto almeno 1-2 ordini dall’inizio delle misure di contenimento. I piatti più richiesti? Stravince la tradizione: il 68% ordina soprattutto pizze e il 26% preferisce piatti tipici della cucina italiana, ma il 22% va sul classico hamburger con patatine, magari per “cambiare un po’” rispetto alla cucina di casa.

Interessante il dato di chi dall’inizio dell’emergenza ha invece scelto di fare minor ricorso al food delivery: ben il 69% dichiara che è dovuto a un maggior desiderio di mettersi a cucinare in prima persona. Magari facendosi arrivare gli ingredienti a casa: per la settimana da lunedì 16 a domenica 22 marzo, il Barometro Nielsen ha registrato una crescita a tre cifre per le vendite online nei prodotti di largo consumo: +142,3%, in rialzo di ben 45 punti percentuali rispetto al trend della settimana precedente.

Che sia tramite e-commerce o facendo pazientemente la fila, in guanti e mascherina, per entrare al supermercato, i dati di vendita per merceologia sembrano confermare che molti italiani si siano scoperti chef autodidatti: sempre secondo rilevazioni Nelsen, nella settimana dal 9 al 15 marzo gli acquisti di farina sono aumentati del 185,3% rispetto alla stessa settimana dell’anno scorso. Numeri simili sono stati riscontrati anche dalle analisi di Altroconsumo che per le farine, dall’inizio dell’emergenza, ha visto un incremento medio del 106%, con un picco del 187% nella settimana del 22 marzo. Aumenti si sono registrati anche per preparati per torte e dessert, zucchero e per gli  ingredienti della pasticceria.

In quali tendenze si tradurranno a Pasqua questi comportamenti di consumo? Lo abbiamo chiesto a quattro tra i più noti chef associati APCI – Associazione Professionale Cuochi Italiani – in diverse Regioni italiane. Inventiva per recuperare gli ingredienti più comuni, ritorno alla tradizione del territorio e un tocco di salutismo sono le ricette più citate.

Per Luca Malcrida, originario della Valtellina ma attivo a Roma, dove lavora spesso come chef a domicilio oltre che tenendo corsi, la Pasqua in emergenza deve diventare un momento di riflessione anche in cucina. “Non serve correre a comprare ingredienti magari mai usati prima. Meglio imparare a usare le giacenze di casa. Pensiamo alle uova, un ingrediente facile da usare con cui si possono fare moltissime cose. Per esempio, un buon modo di celebrare la Pasqua in modo semplice ma diverso può essere recuperare la tradizione romana della colazione pasquale a base di uova sode, salumi e focaccia al pecorino. Un’altra proposta semplice e originale è reinterpretare la ‘corona pasquale’, una ciambella tipica del Centro-Sud, con frutta secca ed essiccata”.

E, pensando alle uova, non dobbiamo pensare solo al “monoprodotto” classico. Anche le uova negli ultimi anni hanno conosciuto un’evoluzione e un ampiamento di gamma, come spiega Federico Lionello, Direttore Commerciale e Marketing del Gruppo Eurovo, un leader internazionale in questo specifico mercato. “Per Pasqua abbiamo preparato le Naturelle De Luxe in Limited Edition – interviene – caratterizzate da uova con guscio naturalmente colorato: bianche, verdi-azzurre, rosa e chocolate. Provenienti da galline ornamentali di razza rustica pregiata, allevate in una filiera controllata e certificata con mangimi OGM free, sono uova biologiche e Antibiotic free 100% italiane. Si affiancano         alle Naturelle Edizione Pasquale, una confezione che vede un mix di uova naturali e uova dolci: a 8 uova di gallina da allevamento a terra si accostano infatti due uova di cioccolato al latte in una confezione in PET 100% riciclato”.

Anche per il giovane chef napoletano Luigi Barone il segreto è sfruttare le scorte che si hanno a disposizione. “Prima del blocco avevamo appena ricevuto una fornitura di piselli freschi: l’abbiamo utilizzata per diversi giorni, con ricette sempre diverse dai passati, alle zuppe, alle paste. In generale, è il momento di rivalutare la versatilità delle verdure fresche, che ci aiutano anche a mangiare più sano in un momento in cui siamo costretti a una vita sedentaria. Un altro piatto semplice da preparare ma che si presta a molte ricette gustose sono gli gnocchi, la nostra proposta sono degli gnocchetti al carciofo con salsina di formaggio. A Napoli il dolce di Pasqua è ovviamente la pastiera, che io ripropongo in una versione allo stesso tempo più tradizionale e più leggera, cuocendo il farro, anziché usare grano cotto pronto, e utilizzando ricotta di pecora”.

Stagionalità e biodiversità locale sono i punti chiave di Vincenzo Butticè, chef de Il Moro di Monza, che sintetizza il suo approccio nel motto “Non si cucina ciò che si ha, si cucina ciò che si è”. “In particolare, noi siamo in Brianza e facciamo riferimento ai prodotti tipici di questo territorio. Con uova e panna, anche vegetale, l’asparago rosa di Mezzago è perfetto per un flan leggero e salutistico: il colore rosa si deve al contenuto di ferro. Immancabile la patata di Oreno che si può sposare bene con i formaggi di Montevecchia per una pasta gratinata. Sincera, vera, ‘povera’ sono le parole d’ordine della cucina per la Pasqua di quest’anno”.

Secondo l’Executive Chef milanese Massimo Moroni, il segreto per creare “l’effetto ristorante” è mantenere la classica alternanza tra una portata di carne e una di pesce. “Il tocco diverso dal solito noi lo diamo con una tartare di ricciola con guacamole, un incontro insolito che valorizza entrambi i sapori. Essendo a Milano, poi, non possiamo rinunciare al risotto alla milanese, ma affiancandolo a uno sformato di asparagi, e reinterpretiamo il raviolo di magro con un ripieno a base di borragine, una pianta selvatica un tempo molto usata in cucina anche per le sue proprietà antinfiammatorie e protettive del sistema cardiovascolare. Il dolce, invece, non può che essere una colomba artigianale”. 

Colomba e uova di cioccolato

La colomba, e uova di cioccolato si confermano come gli irrinunciabili per concludere il pranzo di Pasqua.

Ma come dev’essere la colomba perfetta, artigianale e innovativa al contempo, secondo un esperto? “Zuccheri e grassi devono avere bilanciamenti differenti rispetto alle ricette storiche. Un attento pasticciere deve avere la sensibilità di mettere in gioco la storia dolciaria millenaria (della Sicilia, nel nostro caso), ma senza sconvolgere nulla, comprendendo le tendenze alimentari attuali e armonizzando le componenti in maniera più equilibrata, in vista del benessere fisico e alimentare”, dichiara Nicola Fiasconaro, maestro pasticciere dell’omonimo brand siciliano. E aggiunge: “Quest’anno abbiamo deciso di giocare con gli ingredienti della regina indiscussa della pasticceria siciliana, la cassata, riproposta come dolce da ricorrenza con una ricetta innovativa. Strati di colomba classica con canditi di arancia e mandorle di Sicilia il tutto farcito con crema di ricotta di pecora con una piccola percentuale di capra, per renderla più leggera”.

Quanto alle uova, le tendenze quest’anno sono due: grande attenzione alla presentazione, con uova di design o ispirate a tecniche artistiche – molto trendy lo stile dripping ispirato a Jackson Pollock, a base di gocce di cioccolato – e il prodotto “firmato” dai più noti maestri pasticceri o prodotti da grandi nomi storici della cioccolateria. Che gli italiani amino i prodotti da ricorrenza lo confermano anche i numeri: sono regolarmente uno dei best performer nelle vendite di alimentari confezionati nella distribuzione organizzata. Nei primi due mesi di quest’anno, per esempio, secondo le rilevazioni dell’analista di mercato IRI i prodotti da ricorrenza hanno totalizzato vendite per 108 milioni di euro con un incremento del 5,8% rispetto al primo bimestre del 2019. Per chi vive un lifestyle più urbano e dinamico e la colomba o l’uovo  preferisce quindi comprarli al supermercato, esistono molte opzioni di qualità che si possono individuare anche grazie ai comparatori pubblicati sui siti specializzati, come Gastronauta, Dolcesalato o Giallo Zafferano, o sui siti di molti quotidiani.

Una volta deciso il menu, per un pranzo di Pasqua a casa ma “come al ristorante” l’importante è anche creare l’atmosfera giusta: la permanenza al chiuso può comportare un impatto piscologico importante sulla nostra capacità di goderci il momento. L’edizione internazionale del prestigioso Architectural Digest suggerisce alcuni espedienti per dare ai nostri pranzi o cene in casa l’allure di una serata fuori: dai più ovvi, come tirar fuori dalla credenza il servizio buono, il tovagliato di Fiandra e l’argenteria della nonna, ai meno scontati come vestirsi per l’occasione come se si dovesse uscire o scegliere un diverso spazio della casa: ad esempio, il soggiorno se di solito si pranza al tavolo di cucina, o il terrazzo per chi ne ha uno e se il meteo lo permette. Per gli interior designer di AD, fondamentale anche curare le luci – quasi sempre le nostre sale da pranzo sono troppo illuminate da luce diretta per creare un’atmosfera – e togliere dall’ambiente gli oggetti inutili per concentrare l’attenzione dei commensali sulla mise en place e l’impiattamento che, naturalmente, dovranno essere impeccabili.      

Per ulteriori informazioni: www.tuttofood.it, @TuttoFoodMilano.

Retail Plaza: appuntamento al 15 ottobre con il convegno “Cibo: Territorio, Servizio ed Innovazione”

Retail Plaza by TUTTOFOOD è il progetto dedicato alla Distribuzione Moderna che si articolerà da maggio 2018 a maggio 2019 con una grande storia da raccontare sia per il mondo Consumer che per quello del Trade.
Dopo l’evento di maggio, il prossimo appuntamento è fissato per il prossimo 15 ottobre, alla Cariplo Factory  di Via Bergognone a Milano.

Anche questa volta gli speaker di Retail Plaza si confronteranno su come le loro imprese si stanno organizzando di fronte a 3 grandi sfide: Territorio, Servizi, Innovazione

  • Territorio
    Come è noto il fenomeno dei localismi rimane uno dei punti di forza dell’offerta agroalimentare italiana. Ad oggi come stanno affrontando la selezione degli assortimenti i retailers italiani? Lavorare con il territorio significa solo avere prodotti locali o fare iniziativa indirette a sostegno dell’offerta locale? In che misura oggi la distribuzione moderna può fare sviluppo ed educazione nel territorio?
  • Servizi
    I format commerciali negli ultimi anni hanno subito forti evoluzioni in risposta ai cambiamenti della domanda. La polarizzazione dei consumi ha avuto riflessi anche sul livello di servizio offerto nei negozi. Il trading up dell’offerta ha portato alcune insegne a spingere moltissimo sulla specializzazione e la qualità e contemporaneamente anche le formule discount hanno alzato la qualità dell’offerta. Quali sono le prossime sfide?
  • Innovazione
    I retailer sempre meno sono chiamati a vedere solo merci e sempre di più rappresentano luoghi privilegiati per la relazione e il servizio. Dall’altra parte, forti della loro fisicità, i negozi rappresentano spazi privilegiati per la sfida della omnicanalità. Progettare spazi fisici e digitali che rispondano alla continuità della user experience rappresenta la grande sfida del momento. Ed è proprio la capacità di mantenere il calore della relazione fisica che pone i retailers di fronte a una grande sfida.

CIBO: territorio, servizi ed innovazione –  Lunedì 15 Ottobre 2018: i relatori

 

Romolo de Camillis Dir. Area Retail Nielsen che presenterà 5 spunti di riflessione sulle traiettorie dell’innovazione

Davide Pellegrini Università di Parma Presidente Ubiq

Giorgio Santambrogio Presidente ADM Ceo Vege ADM/Gruppo Végé

Andrea Casalini Ceo Eataly Net

Giulia Polci Senior Business Dev. Manager Amazon Prime Now

Simone Gerola Direttore Digital Coop Italia/Easy Coop

Milvia Panico Dir. Relazioni Esterne Metro

Massimo Baggi Marketing manager Finiper

Il programma

15:30 Registrazione dei Partecipanti

16:00 Apertura dei lavori a cura di Giustina Li Gobbi, Exhibition Director – TUTTOFOOD

16:15 Introduzione alla giornata a cura di Romolo de Camillis, Responsabile GDO – Nielsen sul tema: “Quali le traiettorie dell’innovazione?”

16:30 Il crowdsourcing Retail Plaza powered by Ti Frutta
Davide Pellegrini, Docente, Università di Parma – Presidente Ubiq

16:45 Tavola Rotonda: Cibo: Territorio, Servizio ed Innovazione
La service revolution e il ruolo sociale ed economico delle DMO
La convergenza tra esperienziale e digitale: il caso Eataly
Ultra-fast delivery: Prime Now in Italia
Abitudini d’acquisto, valore del servizio e territorio: il caso Easy Coop
La ristorazione nei grandi format commerciali
Il caso del b2b e il market place nell’horeca

19:00 Q&A

19:30 Conclusioni a cura di
Claudia Maccarini, Project Manager – Light Up

20:00 Chiusura dei Lavori

 

Retail Plaza: la tappa conclusiva

L’evento finale che coronerà questo lungo viaggio nel retail, si svolgerà dal 6 al 9 maggio 2019 durante la Fiera d’eccellenza del Food, luogo ideale per conoscere le ultime tendenze riguardanti i consumi alimentari e testare idee innovative ed esperienze di respiro internazionale.

Retail Plaza: a tu per tu con i nuovi scenari

Non solo supermercati, né centri commerciali e neppure consumo del suolo.

Oggi la Distribuzione Moderna è molto altro.

Parliamo infatti di un vero e proprio moderno sistema paese, di un recinto dove 60 milioni di italiani fanno la spesa ogni settimana.

È vero Retail Pride quello che ha mosso Giorgio Santambrogio, presidente Adm nonché ad del Gruppo Vegè, quando – sul palco di Retail Plaza –  ha raccontato il mondo della distribuzione.

“Un comparto che ha al suo attivo 3 milioni di posti di lavoro e 101 miliardi di valore aggiunto, un comparto che non delocalizza, ma che – piuttosto – sostiene le PMI grazie alla forza crescente delle marche d’insegna”.

Un comparto – quello distributivo – che oggi è direttamente chiamato causa, per dare una risposta convincente alle nuove tendenza di consumo.

Lo scenario nel racconto di Nielsen

Perché i consumi,  ça va sans dire, sono in piena fase di mutamento. Ed è su questo tema che Romolo de Camillis di Nielsen, introducendo l’evento targato TUTTOFOOD, ha individuato ben precisi driver:

  • Trasformazione del carrello
  • Trasformazione dei canali (basti pensare che nei prossimi 5 anni ¼ del mercato del LCC sarà verosimilmente appannaggio del discount e che l’e-commerce svolgerà un ruolo sempre più di spicco)
  • Trasformazione dell’offerta che diviene sempre più frammentata
  • Trasformazione/differenziazione della platea di consumatori, grazie all’ingresso delle nuove generazioni
  • Trasformazione degli stili di consumo: Nielsen individua 5 cluster in base alla disponibilità di spesa: in questo scenario i golden e i low cost giocano la parte del leone, evidenziando – così – l’ampiezza crescente della forbice socio-economica.

Questo lo scenario. È ovvio, quindi, che siamo davanti a una complessità estrema che deve essere gestita senza se e senza ma.

Ma come, visto che i modelli tradizionali non sono più all’altezza della situazione?

Ricorrendo ai nuovi valori emergenti, quegli stessi valori – ha sottolineato de Camillis – che portano i consumatori a compiere delle scelte, imprimendo così una fisionomia ben netta al LCC di oggi.

Trasparenza salute e identità sono i tre termini chiave, dove salute intercetta spesso e volentieri gli altri due termini.

La parola alle insegne

Coop Lombardia, Unes, Carrefour e Esselunga: sono loro i big messi a confronto per dibattere sulle tre parole chiave. Consenso unanime nel ribadirne la priorità. Obiettivo univoco, dunque, diversi, gli approcci.

Chiamati a raccontare qualcosa di sé e della peculiare interpretazione che ciascun insegna fa di questi valori fondanti, dal palco di Retail Plaza i quattro relatori non hanno deluso la (folta) platea di operatori del settore, giornalisti e studenti.

Andrea Colombo ha messo l’accento sull’impegno identitario di Coop a tutela della salute dei consumatori; un impegno declinato negli anni (come ha già dimostrato l’eliminazione dell’olio di palma) e che oggi si conferma alla selezione di animali allevati senza antibiotici.

Luca Magnani, direttore qualità di Esselunga, ha affermato con convinzione che la priorità deve essere data alla cura dei  dettagli in nome di elevati standard qualitativi e di sicurezza. Un esempio emblematico è quello del sushi, prodotto direttamente dall’insegna e sottoposto a controlli sistematici nelle varie fasi di preparazione. Una chicca? Per offrire la selezione di riso con la migliore resistenza al freddo, Esselunga ha selezionato un produttore controllato da satellite giapponese!

Stéphane Coum

Sulla trasparenza, dal canto suo, Mario Gasbarrino di Unes ha dimostrato (ancora una volta) di avere le idee ben chiare, tanto da voler realizzare a scaffale una sorta di TripAdvisor dei prodotti. L’idea è semplice: ciascun prodotto sarà corredato dal rating attribuito sul web dai consumatori ed espresso, accanto al cartellino del prezzo, con il simbolo del dollaro: tutto sotto gli occhi di tutti, dunque…

In tema di biologico, categoria sempre più apprezzata e richiesta dai consumatori, Carrefour Italia sta portando avanti una campagna incisiva, con intenti formativi sul consumatore, stimolato ad andare oltre le apparenze. Sulla categoria, Stéphane Coum, Direttore Operations di Carrefour Italia, ha espresso l’auspicio che si possa quanto prima avviare un processo di democratizzazione, per ampliarne progressivamente il ventaglio degli acquirenti.

Strategie diverse, dicevamo, ma obiettivo omogeneo: educare, coinvolgere e informare il consumatore.

E ancora una volta il luogo ideale si conferma il punto vendita che – ha sintetizzato Santambrogio a chiusura dei lavori – oggi deve svolgere il ruolo  di point of meeting, point of education.

TUTTOFOOD: i risultati del convegno nell’ambito di Retail Plaza

Esigenti e complessi: i consumatori si sono evoluti e il retail è chiamato a dar risposte adeguate.
Ecco unda delle principali evidenze emerse dal convegno Cibo: trasparenza, salute, identità – Le sfide di un consumo consapevole, organizzato da Fiera Milano in occasione di Milano Food City nell’ambito di Retail Plaza by TUTTOFOOD, l’arena dedicata al retail innovativo che approfondisce le tendenze più promettenti.

Come hanno evidenziato i dati presentati da Nielsen, a fronte di vendite stabili sta cambiando la composizione del carrello. Crescono soprattutto bevande, ortofrutta e largo consumo confezionato e si moltiplicano i canali tra cui scegliere. E se supermercati e superstore rappresentano ancora oltre la metà delle vendite (52%) e l’e-commerce solo l’1,2%, quest’ultimo è il canale che cresce più rapidamente.
La causa del cambiamento nel paniere dei prodotti? L’irruzione sulla scena dei millennial: un consumatore che, rispetto ai baby boomer, è più interessato a conoscere i meccanismi del settore (80% contro 63%) o a capire come è prodotto ciò che mangia (81% contro 65%) e che è disposto a pagare di più per cibi più salutari (81% contro 67% a livello mondiale; 76% contro 70% in Italia).
Nel nostro Paese, in particolare, i consumatori sono disposti a spendere di più per prodotti artigianali o poco industriali (74%), di origine italiana (72%), senza conservanti (70%) o ancora, a km zero (63%) o poco elaborati (63%).
Cambiano quindi anche gli stili di consumo e a crescere di più sono le fasce opposte: da un lato i Golden Shopper (4,3 milioni di famiglie con una spesa media di 3.780 euro) e dall’altro i Low Price (altri 4,3 milioni di famiglie con una spesa media pari a 2.860 euro). Dal 2015 a oggi, nel complesso, queste due categorie sono aumentate di 2 milioni di famiglie, per una spesa aggiuntiva di 6,6 miliardi di euro, e oggi contano ciascuna per il 17,4% sul totale dei consumatori.

“Trasparenza, salute e identità sono le parole chiave per gestire questa complessità – ha commentato Romolo de Camillis, Retail Director di Nielsen Italia –. Il cibo risponde sempre più a bisogni esperienziali e sono in ascesa i consumi identitari come il vegetariano-vegano-flexitariano o i consumi halal e kosher. Le performance di vendita dei prodotti sono quindi legate sempre più alla loro capacità di comunicare un messaggio, che coinvolge tutta la filiera”.

Un ruolo “di sistema” sottolineato anche nei dati presentati da Giorgio Santambrogio, AD di Gruppo VéGé e Presidente di ADM – Associazione Distribuzione Moderna: “Ogni settimana 60 milioni di persone acquistano nei punti vendita della distribuzione organizzata, generando 101 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 7% del totale nazionale. Il 91,5% dei fornitori sono imprese italiane e di queste il 78% sono PMI che, grazie alle marche del distributore, hanno la possibilità di entrare in canali e generare volumi a cui difficilmente avrebbero accesso in altro modo”.

“In tema di trasparenza – ha aggiunto Andrea Colombo, Direttore Generale di Coop Lombardia – abbiamo varato ad esempio un progetto per la vendita di uova ottenute senza antibiotici e oggi, insieme con IBM, abbiamo lanciato una call per coinvolgere 70 giovani startup e ricercatori e rendere disponibili in modo affidabile le informazioni lungo tutta la filiera attraverso un’innovativa tecnologia blockchain”.

“Per Esselunga trasparenza, salute e identità significano essere l’unico distributore in Italia con propri impianti di produzione alimentare in gastronomia e pasticceria, con oltre 700 materie prime lavorate e 284 referenze prodotte – ha aggiunto Luca Magnani, Direttore Qualità di Esselunga –. Abbiamo un laboratorio con 47 esperti e sviluppiamo la conoscenza, la ricerca e la cultura di prodotto. Per produrre la paella, ad esempio, abbiamo mandato i nostri esperti per 10 giorni in Spagna a imparare la ricetta originale dagli chef spagnoli”.

Per Stéphane Coum, Direttore Operations di Carrefour Italia, oggi la distribuzione deve cambiare il proprio “centro di gravità”: “I punti vendita devono essere luoghi dove il cliente può non solo acquistare ma anche mangiare, scegliendo tra prodotti che rispondono alle esigenze di target diversi. Non è solo una questione di marketing: la distribuzione deve accompagnare la ‘food transition’, che vede cambiare il ruolo sociale del cibo e per questo noi ci impegniamo, ad esempio, a una ripartizione più equa dei profitti con i produttori, oltre che a valorizzare le eccellenze locali con progetti ad hoc, di cui alcuni anche in Italia”.

“Noi adottiamo da molti anni un approccio molto diretto alla trasparenza – ha concluso Mario Gasbarrino, AD di Unes – ad esempio, abbiamo eliminato le promozioni per sostituirle con prezzi più bassi sempre. Oggi scelte come queste stanno diventando necessità per tutti, perché il cliente, anche grazie a Internet, ha a disposizione sempre più informazioni e le sue richieste crescono. Con il progetto Viaggiatore Goloso il nostro gruppo ha anticipato questa tendenza e oggi la sta accompagnando verso le sue ulteriori evoluzioni esperienziali e identitarie”.

In linea con il format di Milano Food City, Retail Plaza by TUTTOFOOD si rivolge a un duplice target, tanto business quanto consumer, con iniziative che tratteggiano un ideale filo conduttore verso i temi e le tendenze che saranno approfonditi l’anno prossimo in manifestazione. Il dialogo con il consumatore e il cittadino si realizzerà durante la settimana di Milano Food City (8-13 maggio) attraverso diverse attività in-store come esperienze multimediali, viaggi esperienziali, degustazioni, happy hour e personal shopper in collaborazione con le Insegne partner. Il palinsesto completo delle iniziative è disponibile online all’indirizzo http://www.retailplaza.it/Page/14.

Non solo. In occasione di Milano Food City, Retail Plaza by TUTTOFOOD lancia un nuovo concetto di cashback “consapevole”: i consumatori che faranno la spesa utilizzando una delle due app Ti Frutta o ExtraSconti, scattando la foto dello scontrino, otterranno denaro spendibile per acquisti futuri di prodotti basati su trasparenza, salute e identità e potranno partecipare a Retail Plaza.

 

 

Parte da Milano durante la Milano Food City la Festa del Bio, kermesse Federbio

Promuovere la conoscenza e il consumo dei prodotti biologici nel rispetto dell’ambiente, dell’uomo e della biodiversità: è questo l’obiettivo della Festa del Bio, organizzata da FederBio, che ritorna anche quest’anno e comincia il suo tour, che coprirà da maggio a settembre 2018 cinque grandi città italiane, da Milano. 

Il taglio ufficiale del nastro è previsto nella centralissima Via dei Mercanti il prossimo 12 maggio, dalle 10 alle 19, nell’ambito di Milano Food City, in partnership con Fiera Milano/Tuttofood. FederBio si è inserita nel ricco calendario di eventi della Settimana meneghina del Cibo per raccontare e vivere il cibo e la cultura dell’alimentazione naturale incontrando un pubblico estremamente vario, al quale raccontare l’importanza del consumo di cibo biologico certificato.

L’evento è uno spazio aperto di confronto, ricerca, comunicazione e arricchimento reciproco, disponibile a tutti e coinvolge da mattina a sera produttori, aziende, consumatori, giornalisti, blogger, esperti, studenti, adulti e bambini con un nutrito programma di attività informative e ludiche.

Tra le iniziative, il talk show dal titolo “Il valore del benessere animale in agricoltura biologica” per evidenziare che il principio guida degli allevamenti biologici è il miglioramento delle condizioni di vita degli animali in linea con gli standard predisposti da FederBio. L’altro talk, intitolato “#ipesticididentrodinoi: la scelta per la salute nostra e del pianeta è in mano alle donne”, sarà una tavola rotonda al femminile per parlare di chi non fa uso di pesticidi e fertilizzanti di sintesi sui campi, di chi produce e vende alimenti puliti e vede un altro futuro per il Paese.

Non manca il concorso. “Dal Campo allo Scaffale, dal Produttore al Consumatore” coinvolgerà studenti e gruppi di lavoro delle facoltà di Agraria, Economia e Commercio e Scienze della Comunicazione delle città in cui si svolgerà la Festa del Bio. Le idee e i progetti prodotti dagli studenti saranno valutati da una giuria di esperti e sarà premiato il progetto migliore di ogni singola tappa. In occasione dell’appuntamento finale del tour a Bologna sarà selezionato il vincitore assoluto. I progetti e le idee ammessi al concorso devono rientrare in una delle tre categorie: Amici del Territorio, tra sostenibilità e creatività; Impresa e Reti d’impresa Bio; Comunica il Bio.

Insieme a focus group, incontri con i media, istituzioni e mondo della ricerca, il Villaggio del Bio ospita anche innumerevoli spazi espositivi per presentare un’ampia gamma di prodotti e servizi del mondo biologico e dialogare con il pubblico: un nutrito programma di intrattenimento ludico e informativo invita a trascorrere alcune ore all’interno del Villaggio per imparare a leggere un’etichetta Bio, capire il significato di agricoltura biologica e biodinamica, conoscere i benefici derivanti dal consumo di alimenti biologici. Il tutto condito da momenti di convivialità, come il concorso fotografico #scattailatoBIO, gli eventi dedicati ai più piccoli all’interno del Baby BIOpark, come il laboratorio Esperienza Tattile, curato da Fileni BIO, che prevede il coinvolgimento dei bambini in un’esperienza tattile/sensoriale alla scoperta della filiera biologica o la merenda Bio a cura di Rigoni di Asiago, Barilla e Granarolo con le loro linee di prodotti biologici.

Sempre nell’ottica della valorizzazione delle eccellenze del biologico Made in Italy, viene organizzato l’altro concorso “Buono è Bio” per promuovere la formazione dei cuochi del futuro e avvicinarli all’uso in cucina di prodotti biologici certificati. In questo caso ad essere coinvolti saranno gli studenti di cinque Istituti alberghieri che realizzeranno un Bio Menù, che sarà costruito con la selezione dei piatti più meritevoli realizzati in diretta nel corso di alcuni show cooking.

“L’obiettivo della Festa del BIO che ben si identifica con la mission di FederBio – sottolinea il presidente di FederBio, Paolo Carnemolla – è avvicinare il maggior numero di persone al mondo del biologico, trasmettere i valori dell’agricoltura biologica e biodinamica e diffondere la cultura del consumo di cibo sano e prodotto senza agenti chimici. Per rendere sempre più edotti e consapevoli i consumatori circa il valore della scelta biologica, ritengo che l’idea di organizzare un originale e dinamico road show, aperto al pubblico per offrire momenti di comunicazione, convivialità e degustazione, sia quella giusta”.

Dopo la tappa milanese, la Festa del Bio si sposterà a Torino (26 maggio), Roma (9 giugno), Verona (23 giugno) per chiudere a Bologna (8 settembre).

 

Con Ti Frutta e ExtraSconti ottieni il cashback e partecipi a Retail Plaza

L’idea è semplice: una spesa intelligente ti premia.

È con questo spirito, dunque, che verrà declinato il programma cashback, durante la Milano Food City e in qualsiasi supermercato della città, per permettere al consumatore di “far fruttare la propria spesa” e accumulare sconti extra sulla propria carta bancoposta, attraverso l’utilizzo di due particolari app: “Ti Frutta” e “ExtraSconti”.

Mediante un algoritmo presente nelle applicazioni, infatti, verranno individuati degli articoli salutistici e funzionali, che garantiranno all’utente un cashback, ovvero un rimborso in denaro spendibile per acquisti futuri.

Il programma cashback

Il funzionamento è semplice, basta:

  • Scaricare gratuitamente l’app di Ti Frutta o di ExtraSconti di Poste Italiane;
  • Effettuare la spesa presso i supermercati di Milano;
  • Scattare una foto allo scontrino.

I vantaggi sono immediati:

  • Ottieni il cashback;
  • Partecipi al convegno Retail Plaza (Posti limitati).

La selezione dei prodotti

La cernita verrà preventivamente effettuata dal Comitato di Retail Plaza tra un assortimento più ampio di national brand già inseriti all’interno delle piattaforme di Ti Frutta ed ExtraSconti. Come parametri di scelta verranno utilizzate le caratteristiche valoriali legate ai temi di trasparenza, salute e identità.

I prodotti così selezionati, saranno collocati sotto la voce “Valori di Retail Plaza” per essere facilmente riconoscibili.

Retail Plaza By TUTTOFOOD: l’appuntamento dell’8 maggio

Trasparenza, salute e identità:  è questo il titolo del primo appuntamento del progetto Retail Plaza By TUTTOFOOD che si svolgerà il prossimo 8 maggio a Milano negli spazi del MiCo (gate 3).

Il cibo nelle sue più attuali declinazioni, sarà il tema portante su cui la distribuzione si confronterà in un dibattito pensato per coinvolgere anche il pubblico, in nome di una vera e propria cultura del cibo che  – oggi più che mai – merita di essere spiegata, narrata e diffusa.

Nel corso dell’evento verrà presentata una ricerca Nielsen che farà il punto sui trend emergenti nell’ambito del Largo Consumo Confezionato e sul ruolo che oggi il Retail è chiamato a sostenere. 

Il programma

16:00 – Apertura dell’evento e presentazione progetto Retail Plaza

16:15 – Scenario introduttivo

16:30 – Tavola Rotonda sul tema Cibo: Trasparenza, Salute, Identità. Le sfide di un consumo consapevole

18:10 – Q&A dal pubblico

18:45 – Chiusura dei lavori

I relatori

Ad animare il dibattito della tavola rotonda (moderata dal professore Davide Pellegrini), si confronteranno sul palco noti rappresentatnti del mondo distributivo, dell’Università, del marketing e della ricerca.

Andrea Colombo

Direttore Generale Coop Lombardia 

 

Stéphane Coum

Direttore Operations Carrefour Italia 

 

Romolo de Camillis

Responsabile GDO Nielsen 

 

 

Mario Gasbarrino

AD Unes

 

Claudia Maccarini

Project Manager Light Up 

 

Davide Pellegrini

Docente Università di Parma 

 

Giorgio Santambrogio

Amministratore Delegato Gruppo VéGé 

 

 

Retail Plaza: in anteprima le evidenze della ricerca Nielsen

Retail Plaza: consumi sotto la lente nella nuova ricerca di Nielsen che verrà presentata l’8 maggio, nell’ambito del convegno Cibo: Trasparenza, Salute, Identità. Le sfide di un consumo consapevole, per  evidenziare trend e scenari futuribili nell’ambito del food.

“La storia che abbiamo raccontato nel 2017 –  ci spiega Romolo de Camillis responsabile GDO di Nielsen – parla di un alimentare in ripresa, capace di trainare il LCC e caratterizzato da acquisti sempre meno banali e sempre più legati ai bisogni reali e alla rinnovata sensibilità per temi salutistici e ambientali.”

Questi i temi caldi nel carrello degli italiani lo scorso anno.

“Le evidenze della ricerca che verrà presentata a Retail Plaza e relativa ai primi mesi del 2018 – prosegue de Camillis – raccontano una storia molto simile, nonostante un lieve rallentamento rispetto al passato. Attenzione però: questa stasi è solo apparente, sottotraccia c’è vero fermento.”

Continua Infatti a crescere l’attenzione per il food e per averne conferma basta, per esempio, correlare la tipologia di informazioni in etichetta e i dati sul venduto di quel prodotto per capire in che misura le nicchie stiano prendendo piede progressivamente.”

E in molti casi non si tratta di una moda passeggera…

“Occhio però: il peso dato a questo nuovo modo di concepire l’alimentazione varia moltissimo in base alla capacità di spesa degli italiani. Direi addirittura che siamo davanti a una polarizzazione: da una parte il premium, dall’altra il low cost. A soffrirne, ovviamente sono i prodotti main stream.”

È ovvio, dunque, che è necessario un ripensamento degli assortimenti.

“Nessun dubbio – conferma de Camillis- . Come ho anticipato, anche i primi mesi del 2018 sono forieri – seppure in forma latente – di novità importanti sia per il fronte distributivo sia per quello produttivo. E non lo si può ignorare. La distribuzione deve dare risposte convincenti sia in merito alla proposta assortimentale sia al contenuto di servizio (un esempio sono i cibi pronti): prerogativa sempre più richiesta dai consumatori che, se insoddisfatti potrebbero rivolgersi ad altri canali distributivi. L’industria, dal canto suo, deve valutare il fattore dimensionale: i piccoli, infatti, leggono meglio la frammentazione dei consumi, mentre i grandi cominciano ad essere in affanno sul fronte delle vendite.”

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