CLOSE
Home Authors Posts by Anna Muzio

Anna Muzio

Anna Muzio
2122 POSTS 0 COMMENTS

Le cinque tendenze del 2015 per i consumi food

L'incremento dal 2010 di nuovi prodotti che riportano sulla confezione la scritta "senza ingredienti artificiali", fonte Innova.

Cosa troveremo sugli scaffali nel 2015 (e oltre), cosa ci porteremo a casa e mangeremo l’anno prossimo, spinti da pubblicità e lanci di nuovi prodotti? Ce lo dice Innova, compagnia olandese che segue i cambiamenti dell’industria alimentare e beverage tramite gli Innova Market Insights, che monitorano su scala mondiale i lanci e le innovazioni di prodotto. Trasparenza nell’etichettatura, attenzione ai “gourmet da casa”, fuoripasto veloci e sani e prodotti innovativi al di là del brand che raccontino una storia sono le tendenze principali. Eccole più nello specifico:

1. Non basta dire “naturale”, bisogna dimostrarlo. È facile scrivere “naturale” sul packaging (un quarto dei prodotti in un modo o nell’altro richiama la naturalità degli ingredienti): il nuovo consumatore esperto vuole di più. Richiede informazioni chiare e più specifiche, e anche la legislazione va nel senso di una maggiore trasparenza.

2. Prodotti (gourmet) per cene casalinghe. Una maggior scelta nel fresco, ingredienti base che consentano di cucinare da zero anche cibi tradizionalmente acquistati già pronti (tipo il pane), ricette e suggerimenti da parte di produttori e distributori: sono le richieste degli chef casalinghi, che considerano il cucinare come attività alla moda, divertente, socializzante, che consente anche di risparmiare e mangiare più sano. Programmi Tv e food blog alimentano le schiere dei nuovi foodies…

3. I Millennials dettano le regole. Usano i social e sono costantemente connessi: i Millennials (nella fascia 15 – 35 anni) sono un terzo della popolazione mondiale e stanno cambiando le carte in tavola nel mondo dei consumi: informati, desiderosi di provare cose nuove, poco fedeli alla marca sono coinvolti nel momento in cui dietro un prodotto o un marchio c’è una storia (o presunta tale).

4. Fuori pasto il nuovo pasto. Si mangia quando si ha fame, quando si può, si perde la triade inossidabile colazione-pranzo-cena. Il fuori pasto sta diventando un’istituzione ma parallelamente cresce la domanda di “snack” (in realtà alimenti e bevande anche tradizionali ma presentati per il consumo on-the-go) salutisti, veloci, rivolti a diverse occasioni di consumo nell’arco della giornata.

5. Grassi e zuccheri: “buoni” contro “cattivi”. Le campagne contro l’obesità hanno stigmatizzato l’uso di grassi insaturi a favore di grassi “buoni” (olio extravergine di oliva, omega 3), il burro è preferito alla margarina, i dolcificanti naturali a quelli artificiali.

Anna Muzio

Vecchio Varzi, il cotechino gourmet

È preparato elusivamente con carni di suini italiani, provenienti da allevamenti ad alimentazione controllata il cotechino Vecchio Varzi. Frutto di un’antica lavorazione, ha poco sale ed è privo di polvere di latte, ingrediente spesso utilizzato nelle produzioni industriali per contrastare il calo di peso, ed è quindi adatto anche a celiaci e persone intolleranti al lattosio.

Figlio dell’antica lavorazione artigianale tipica di Varzi, borgo che sorge tra le colline della Val Staffora nell’Oltrepò Pavese, il cotechino Vecchio Varzi si caratterizza per la qualità dell’impasto – lo stesso del salame Vecchio Varzi D.O.P. – a macinatura grossa, impreziosito con spezie selezionate secondo l’antica tradizione dei salumieri varzesi. La cotica tagliata finemente e aggiunta all’impasto conferisce poi al cotechino la caratteristica consistenza mostosa.

Il cotechino Vecchio Varzi sarà disponibile dal 1° dicembre in confezione sotto vuoto, con e senza astuccio, in selezionati punti vendita al dettaglio e presso le più note catene di supermercati del Nord e Centro Italia.

Lo stabilimento Vecchio Varzi è il maggiore produttore del salame di Varzi, e lavora ogni settimana circa 70 quintali di carne. Il Salame Vecchio Varzi D.O.P. e il Salame Vecchio Varzi Cucito D.O.P hanno ottenuto le Tre Fette nella Guida ai Grandi Salumi 2014 del Gambero Rosso.

PowaTag, nuovo canale e-commerce per i retailer?

Praticare l’e-commerce senza un sito dedicato è possibile, grazie a un’App: PowaTag. La start-up britannica mette infatti a disposizione una piattaforma a costo zero (si paga una piccola fee a transazione) che consente anche a imprese medie o piccole, con poche risorse o timide verso le nuove tecnologie, di praticare quell’e-commerce che, in tempi di crisi, continua a segnare crescite costanti (+17% nell’ultimo anno). Non solo: a essere innovative sono le modalità di fruizione degli acquisti online, che consentono al consumatore di comprare un articolo in vari luoghi e situazioni: da una vetrina, un annuncio pubblicitario su rivista o in tv, o direttamente da un sito, semplicemente inquadrando l’articolo che interessa e cliccando sullo schermo.

All’interno del punto vendita invece, l’App consente di inviare promozioni personalizzate al cliente direttamente davanti allo scaffale, grazie alla tecnologia Beacon Bluetooth, utilizzata come trigger dall’App insieme a Qr Code, AudioTag e NFC.

Un cartellone pubblicitario diventa un "negozio virtuale" in una strada di Parigi.
Un cartellone pubblicitario diventa un “negozio virtuale” in una strada di Parigi. Foto Powatag.

Si chiama instant shopping, e in fondo è un’evoluzione del vecchio acquisto d’impulso che approfitta della cronica mancanza di tempo del consumatore d’oggi per “acchiapparlo” ovunque si trovi, sulla metropolitana, in strada o sul divano di casa, e convincerlo a procedere all’acquisto. La differenza è che non parliamo di rasoi usa e getta e di chewing-gum, ma di articoli decisamente più importanti quali stivali, vestiti o libri. In Uk l’App consente anche di preordinare bevande e snack durante alcune partite di rugby e andare a ritirarle in un punto di raccolta all’interno dello stadio, saltando le code chilometriche durante l’intervallo.

L’azienda è di recente entrata nel mercato italiano (ha anche un ufficio a Milano) grazie a un accordo con il brand di abbigliamento Motivi, ma ha già stretto accordi con 800 marchi di tutto il mondo, tra cui Carrefour e Universal Music.

PowaTag integra i sistemi di vendita offline e online dell’azienda, chiedendo una tariffa di 30 centesimi o dello 0,1%  per ogni transazione, senza il bisogno di dover installare ulteriori tecnologie o dispositivi elettronici.

“Le Pmi devono affrontare le stesse sfide delle grandi imprese – spiega Dan Wagner Ceo di Powa Technologies -. I consumatori desiderano acquistare in maggior libertà e le aziende devono andare incontro a queste esigenze, offendo  loro servizi multicanale di alta qualità, come il mobile commerce e le consegne a domicilio rapide. Tuttavia la difficoltà ad accedere ai finanziamenti rende molto complicato per le Pmi dotarsi di quegli strumenti necessari per sopravvivere in uno scenario economico sempre più competitivo e globalizzato”. Da oggi, parrebbe, l’e-commerce può diventare davvero alla portata di tutti.

Anna Muzio

Il settore Motorola dedicato ai retailer passa in Zebra

L'ultimo arrivato in casa Motorola è il computer palmare TC70.

Enterprise Business, la divisione di Motorola Solutions che produce computer portatili, tablet e scanner per codici a barre per il retail, è stata acquisita dalla corregionale Zebra per 3,45 miliardi di dollari: quasi l’intero valore di Zebra, un produttore di stampanti per codici QR ed etichette per il tracking di pacchi e articoli. La scommessa è quella di cogliere le opportunità di un mercato in fortissima espansione per aziende e retailer, quello che fa capo alla cosiddetta Internet of Things o Internet delle cose, in cui oggetti di uso comune dotati di sensori sono in grado di collegarsi al Web e possono quindi godere di tutte le caratteristiche che hanno gli oggetti nati per utilizzare la rete, con finalità di monitoraggio e controllo. Motorola concentrerà tutto il suo business sulle soluzioni per la sicurezza di clienti quali esercito e forze di polizia.

«La fusione ci permetterà di offrire soluzioni molto più complete a quei retailer che vogliono acquisire dalle loro operazioni fisiche l’analisi dei dati – ha dichiarato al “Chicago Tribune” il Ceo di Zebra Anders Gustafssond -. La compagnia sarà in grado di fornire analitiche per migliorare i processi come la gestione dell’inventario in tempo reale».

Motorola ha recentemente presentato la sua ultima “creatura”: il Symbol TC70, un computer palmare touch con il sistema operativo Android KitKat che unisce in un dispositivo robusto e durevole la facilità di utilizzo di uno smartphone alle funzionalità necessarie per l’operatività professionale quotidiana. Supportato da 50 applicazioni, può essere utilizzato per la gestione della forza lavoro e delle informazioni su item specifici, per il controllo dei prezzi, la vendita assistita, la gestione del magazzino nel settore retail, negli hub di logistica, negli spazi aperti dei centri commerciali o nella banchina di ricevimento esterna.

Il Pandoro di Verona Bauli si fa mini

L’icona del Natale Bauli, il classico Pandoro di Verona nelle confezione rosa, da quest’anno è disponibile anche nel formato da 100 grammi, adatto in vari momenti della giornata: da tenere in ufficio, da portare ad amici, da gustare a merenda.

Il nuovo formato fa parte della linea “I Piccoli di Natale” che Bauli dedica ai bambini in occasione delle feste natalizie e che comprende anche il MiniPanettone con gocce di cioccolato (privo di canditi e uvette), con la confezione che si trasforma in un micro villaggio di Natale, e il MiniPandoro Babbo Natale. Entrambe le confezioni possono essere riutilizzate e personalizzare con gli stickers contenuti all’interno.

Comipro entra in VéGé con l’Home&Personal Care

Comipro, storico consorzio che riunisce grossisti distributori del settore Home e Personal Care, aderisce a Gruppo VéGé.

Le 15 imprese consorziate d’ora in avanti usufruiranno dei servizi di marketing e supporto alla vendita del Gruppo e saranno seguite dalla nuova divisione Cura&Persona appositamente costituita e guidata dal Coordinatore Nazionale Giuseppe Maiello.

Con questa new entry il Gruppo VéGé, prima organizzazione della Grande Distribuzione Associata nata 55 anni fa, rafforza il proprio presidio sul comparto Home e Personal Care.

Comipro, storica realtà consortile che da 32 anni raggruppa grossisti distributori del settore sparsi sull’intero territorio nazionale, nel 2013 ha superato i 230 milioni di fatturato alla vendita.

Buon packaging antidoto allo spreco per tre italiani su quattro

Immagine: Comieco.

Un “buon” packaging, che protegga e mostri le corrette informazioni sul prodotto e sia anche riciclabile è importate per il 75% dei consumatori italiani secondo un’indagine curata da Astra Ricerche per conto del Club Carta e Cartoni di Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica.

In particolare gli imballaggi in cartone/cartoncino sono associati al concetto di ordine (61%), protezione (43,6%), facilità di spostamento (40%), e quasi un terzo degli italiani ritiene fondamentale la funzione di comunicazione e informazione della confezione.

Pensando ai prodotti che contengono, carta e cartoncino sono considerati ideali per contenere gli alimentari secchi secondo il 74% degli intervistati, e per i dispositivi tecnologici secondo il 69%. Seguono piccoli elettrodomestici e prodotti per la cura della persona (come confezione esterna). Infine, i pack in materiale cellulosico sono imballaggi ritenuti facilmente riciclabili per l’89%, e il 92% è convinto della loro sostenibilità. Sarebbero addirittura un “antidoto allo spreco” per tre quarti degli intervistati. L’imballaggio in cartoncino piace perché consente di riportare informazioni dettagliate sul prodotto. Pensando alla riduzione dello spreco, due sono le misure che potrebbero facilitarlo secondo l’86% degli intervistati: l’indicazione chiara della data entro cui il prodotto può essere consumato senza rischi e la disponibilità di formati diversi di un prodotto, da utilizzare a seconda delle esigenze e dell’ampiezza del nucleo famigliare.

“Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati di questa ricerca – dice Piero Attoma, coordinatore del Club Carta e Cartoni e vicepresidente di Comieco -. Gli italiani hanno espresso chiaramente il loro punto di vista: l’imballaggio, se concepito con criteri di sostenibilità, diventa una risorsa e un’opportunità da cogliere sempre più nella lotta contro lo spreco. Parlando di materiali cellulosici, le innovazioni studiate per ridurre ad esempio le grammature a parità di prestazioni, o la crescita nell’ultimo anno del 5,4% nell’uso di macero per la produzione di imballaggi si orientano in questa direzione”.

Walmart estromette Apple dai pagamenti contactless

Walmart non accetta più pagamenti tramite Apple Pay. Foto Walmart.

Walmart sfida Apple: il gigante del retail americano ha smesso di accettare pagamenti tramite Apple Pay, il sistema installato sugli iPhone 6 che permette di effettuare pagamenti contactless. Lo scopo è favorire CurrentC, un metodo per pagare via smartphone che dovrebbe partire nel 2015 messo a punto da Walmart insieme ad altri retailer con un duplice scopo: sovvertire il mercato da 4,5 miliardi di dollari delle carte di credito (estromettendole o forzandole ad abbassare le commissioni), e controllare i preziosi dati generati durante le transazioni (che Apple non trasmette al retailer).

Un’operazione all’apparenza semplice come quella di pagare in negozio con il proprio smartphone infatti cela in realtà foschi retroscena di banche e operatori di carte di credito che si fanno la guerra per conquistare un mercato già ricco, ma che in futuro promette di esserlo molto di più. E pare che a questo punto anche i retailer vogliano entrare nell’arena.

“CurrentC è concepito per i retailer, per aiutarli a tagliare i costi di intermediazione” ha detto alla Reuters Nick Aceto, senior director dell’azienda specializzata in tecnologie dei pagamenti CardConnect, riferendosi alle commissioni pagate alle compagnie di carte di credito ogni volta che un cliente effettua un acquisto. “Non è una soluzione che piacerà ai clienti perché di certo non gli rende la vita più facile”. E infatti molti clienti di Walmart, impossibilitati ad usare il loro iPhone 6, si sarebbero già lamentati

CurrentC comunque funzionerà con qualunque smartphone, e integrerà i programmi fedeltà e i pagamenti in un’unica transazione.

Le aziende di carte di credito normalmente caricano delle commissioni che vanno dal 2 al 3% del valore della transazione. I retailer americani nel 2013 avrebbero pagato in totale 66 miliardi di dollari di commissioni.

Dal temporary alla strada: il Provolone Valpadana DOP “invade” Roma

Apre a Roma PROVAMI, il temporary store dedicato al Provolone Valpadana DOP che farà tappa fino al 20 novembre in Largo della Fontanella di Borghese 88.

Non solo punto vendita, l’ambizione del consorzio è quella di proporre il tipico formaggio della tradizione lombardo-veneta come alternativa ai più comuni street food: sarà infatti presentato in tre differenti menu, pensati per i diversi momenti della giornata e in abbinamento a ingredienti e sapori tipicamente italiani.

rosetta con ProvoloneEvocativi i nomi degli accostamenti: il menu “Provo”, per un pranzo o una cena, consiste in un piatto di Provolone Valpadana DOP a cubetti, insalata, acqua o vino e il tipico pane milanese, la “rosetta”. “Gusto”, ideale per un rapido spuntino, comprende fette di Provolone Valpadana DOP, glassa all’Aceto Balsamico di Modena IGP, acqua o vino e ancora una rosetta, mentre “Brindo”, pensato per l’orario dell’aperitivo, abbina al Provolone Valpadana DOP a cubetti carotine e vino.

I tre menu saranno proposti in un innovativo contenitore che consentirà di gustarli “on the road”, in pieno stile street food. Presso PROVAMI sarà comunque possibile acquistare tutti i prodotti anche singolarmente.

I “partner” dell’operazione sono Dimmidisì (insalata o carotine), Monari Federzoni (per la glassa all’Aceto Balsamico di Modena IGP) , e Oneglass, che ha selezionato e confezionato  i vini, Sangiovese e Vermentino, nel formato monodose da 100 ml.

BRF: from Brazil to conquer the world with hi-tech food

The booth of BRF at Sial Paris.

A demanding and globalised consumer with very specific tastes who increasingly demands from the food industry “easy”, fast but also tasty products, customised and localised to his tastes but with an international touch, with health needs that can no longer be ignored, needs not so much new (since new products often do not have much new to say, as can be seen from the flop of most launches on the market) but innovative products. This is the demand: the supply, on the other hand, can now come from the global market, from the big manufacturers of countries once developing but now in the global arena. This is the consumer which BRF, a name we will probably hear much of in the future, is looking towards. The seventh producer of food worldwide, based in Brazil, specialising in frozen foods, mainly fish and chicken, mostly in the form of raw materials, has in fact decided to embark on conquering the global market. With a new strategy that focuses on innovation and commercialisation of high added-value products. In Europe, one of the areas where the company intends to develop, BRF aims to become among the top five producers of frozen meat and fish, transforming itself from a supplier of standard solutions to one of custom and branded solutions, with a strong focus on quality and innovation, as explained by Marcos Delorenzo, the new Marketing Manager for Europe and Eurasia. “Europe is in fact a mature market – adds General Manager West and South Europe, Cristophe Vasseur – with consumers who want convenience and eat take away or in fast-food chains. And it is a diversified market with, in the West, chains with very strong private labels and an Eastern part where the retail offer is fragmented and private labels are still weak. In short a diversified market, to which BRF intends to propose customised solutions for both BtoB and catering chains. The new internationalisation process will be based on three pillars: brand, distribution and local production. A strategy involving acquisitions of manufacturers and distributors on the international market, but also the construction of its own facilities and development of products and marketing campaigns tailored to the various local cultures and needs. The first structure of the “new deal” will be built in Abu Dhabi at the beginning of 2015, in an emerging market with great potential.

The new products come about in a 12,500 sqm centre
The company, included by “Forbes” among the 100 most innovative in the world, focuses on research and development thanks to the BRF Innovation Center (BIC) in Jundiaí, Brazil, a 12,500 square metre complex where meat, pasta and vegetable products, but also new types of packaging, are created and tested and where 180 researchers and technicians work. It has 40 brands in its portfolio (the most important being Sadia, Perdigao, Qualy, Batavo and Elegê), which sell meat (chicken and pork), pasta, margarines, frozen pizzas and vegetables. Production, on the other hand, takes place in 58 factories, of which 47 in Brazil, 9 in Argentina and two in Europe, in the Netherlands and the United Kingdom. The 22 sales offices manage customers in 110 countries. It is the seventh food company in the world and accounts for 20% of the global poultry market. In 2013 its turnover was 9.9 billion euros. Anna Muzio

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare