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Dazi Usa sul vino, Uiv ipotizza danni per un miliardo di euro

Un conto da quasi 1 miliardo di euro solo per l’export. È l’impatto stimato da Unione italiana vini (Uiv) per il vino italiano dei dazi al 25% annunciati dall’amministrazione Trump che potrebbero coinvolgere anche il settore. Un effetto a cerchi concentrici, che parte dagli USA – dove la perdita diretta stimata sarebbe attorno ai 472 milioni di euro, per un saldo rispetto allo scorso anno a -25% – e si allarga ai Paesi impattati direttamente dalle nuove tariffe, per i quali sono previsti rallentamenti economici se non recessione, come in Germania. In Canada l’export italiano potrebbe chiudere i conti del 2025 a -6%, mentre nell’Unione europea le stime si attestano a un -5%, per un saldo valore negativo di 216 milioni di euro. Tra Usa, Canada e Ue, che fanno l’80% del valore export vino italiano, il saldo per l’anno mobile (da aprile 2025 ad aprile 2026) chiuderebbe a -716 milioni di euro (-11%). Il totale delle esportazioni verso il resto del mondo, secondo Uiv, vedrebbe infine una speculare contrazione, che porterebbe il disavanzo tra 2024 e 2025 a -920 milioni di euro. Tutto al netto del mercato interno, che nell’anno mobile subirebbe una ulteriore contrazione di circa 350 milioni di euro, pari al 5% dei consumi.

Per rimanere nel mercato statunitense, che vale per noi circa 1,9 miliardi di euro e il 24% del totale export del settore – precisa Lamberto Frescobaldi, Presidente di Unione italiana vini – ci appelliamo ai nostri partner americani, importatori e distributori. L’obiettivo è fare squadra con le nostre imprese del vino per cercare di ammortizzare insieme il surplus dei costi derivanti dalla guerra commerciale. Ci rendiamo conto che questo sacrificio non sarebbe di facile attuazione e determinerebbe nel breve dinamiche antieconomiche, ma l’imperativo è comunque salvare il mercato e il rapporto speciale che ci lega con i consumatori statunitensi. L’ipotesi dazi al 25% determinerebbe infatti una quasi totale uscita dal mercato, che sarebbe peggiore rispetto alle cifre sopra elencate. In questo mese che ci separa dalle decisioni che saranno adottate dall’amministrazione americana, chiediamo il massimo sforzo della diplomazia italiana ed europea, affinché si avvii, già da adesso, un negoziato sul futuro delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti. Il vino deve essere “nella valigetta” delle proposte della Commissione, in merito al riequilibrio commerciale tra i due blocchi”.

Shopping Tourism, un mercato da oltre 20 miliardi di euro

Tra i 20 e i 22 miliardi di euro. È la spesa turistica in shopping in Italia nel 2024 stimata da Risposte Turismo, società di ricerca e consulenza nella macro-industria turistica (elaborazioni su fonti Banca d’Italia, Mastercard e Istat). La stima è stata presentata nell’ambito dell’ottava edizione di Shopping Tourism – il forum italiano, l’appuntamento di riferimento in Italia su questo segmento turistico ideato e organizzato da Risposte Turismo in partnership con ENIT e con il patrocinio del Ministero del Turismo e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Secondo le stime contenute nella nuova edizione di Shopping Tourism Italian Monitor presentato da Francesco di Cesare, Presidente di Risposte Turismo, sono 2,4 milioni i turisti che hanno scelto nel 2024 il nostro Paese con motivazione prevalente lo shopping (+14% sul 2023).

IL TREND DI CRESCITA DEGLI SHOPPING TOURIST
Per Risposte Turismo i fattori che hanno motivato la crescita del numero dei turisti che hanno visitato il nostro Paese con lo scopo principale di fare acquisti sono da ritrovare principalmente in un incremento della propensione a viaggiare per shopping registrata a livello globale. Tale tendenza è confermata anche dalla ripresa dei flussi turistici asiatici, in particolare dalla Cina, mercato di riferimento per lo shopping tourism italiano, dalla forte capacità di spesa del segmento statunitense (+9% sui valori tax free shopping del 2023) e dal consolidamento del bacino di shopping tourist UK, soprattutto, nelle principali città dello shopping in Italia (Milano, Roma, Firenze e Venezia).

Dalla nostra attività di ricerca sullo shopping tourism abbiamo rilevato una crescita nell’attenzione che viene dedicata a questo fenomeno rispetto al passato – dichiara Francesco di Cesare, Presidente Risposte Turismo (nella foto a sinistra) –. Un’attenzione che trova sintesi in alcune scelte del Governo e nell’interesse che ENIT pone verso questo fenomeno, ma anche negli investimenti di aziende nazionali e internazionali, nella presenza del tema tra gli argomenti di chi studia o pianifica le dinamiche turistiche di destinazione e nella volontà di brand, boutique, botteghe artigiane, musei, laboratori d’impresa e altre realtà di attrezzarsi al meglio per intercettare e servire questo segmento di domanda turistica. Il dato dei circa 2,4 milioni di shopping tourist che hanno scelto l’Italia nel 2024, in crescita rispetto ai 2,1 milioni precedentemente stimati, potrebbe essere il risultato di un cambio di passo nel decifrare questo fenomeno, saperlo interpretare e diventarne parte con un ruolo attivo”.

Lo shopping tourism è un fenomeno che continua a crescere nel nostro Paese – afferma Ivana Jelinic, Amministratore Delegato ENIT –. Siamo convinti che questo trend positivo sia frutto di un processo virtuoso portato avanti nel tempo. Promuovendo le eccellenze italiane all’estero siamo riusciti ad attrarre domanda, trainando così lo sviluppo del comparto. L’Italia è simbolo e modello della moda di alta gamma, per questo dall’estero scelgono mete quali Milano, Firenze o Roma. Le vie dello shopping attraggono clienti alto spendenti che generano benefici a tutto l’indotto del turismo, apportando un contributo chiave al nostro settore”.

LA MAPPATURA DEI LUOGHI DELLO SHOPPING ITALIANI
Per quanto riguarda la mappatura dei luoghi dello shopping nel nostro Paese, la nuova edizione di Shopping Tourism Italian Monitor evidenzia come, nel 2025, la superficie commerciale totale degli outlet raggiungerà la cifra record di circa 800mila mq (+6% sul 2024), grazie a un incremento di circa 50mila mq legato ad ampliamenti di strutture esistenti e alla nuova apertura del “Roma Outlet Village”. Nella classifica degli operatori che gestiscono la maggiore estensione commerciale di outlet in Italia, Promos sale al primo posto con circa 170.000 mq nei suoi sei outlet. Un risultato possibile grazie all’acquisizione di due nuove strutture (Barberino Outlet e Brugnato 5 Terre Outlet Village) che consentono al gruppo di detenere il 22% della quota complessiva italiana.

Con riferimento alle vie dello shopping, i ricercatori di Risposte Turismo hanno mappato 80 associazioni attive su tutto il territorio nazionale per lo sviluppo e l’implementazione di progetti volti alla promozione delle imprese associate. Rilevata, invece, una flessione nel numero dei department store, con la chiusura nel 2025 di alcuni centri nel centro nord del Paese. Originariamente meno legati allo shopping tourism ma ormai sempre più coinvolte da questo fenomeno, sono i centri commerciali che, secondo la mappatura effettuata da Risposte Turismo, si attestano a 1.346 su tutto il territorio nazionale.

Infine, la nuova ricognizione effettuata da Risposte Turismo ha individuato oltre 1.000 botteghe storiche solo in cinque città (Roma, Milano, Genova, Bologna e Palermo) che hanno già adottato criteri simili di classificazione delle stesse, un numero che testimonia quanto le realtà espressione della storia, arte, cultura, manifattura, imprenditorialità e autenticità del Made in Italy rimangano un punto fermo nell’offerta di shopping italiana.

SHOPPING TOURIST ITALIANI, FRANCESI E STATUNITENSI A CONFRONTO
Per quanto riguarda i singoli mercati di provenienza, Risposte Turismo ha presentato i risultati di una nuova indagine effettuata sui turisti italiani, francesi e statunitensi. Su un totale di 800 intervistati, emerge come i francesi siano i turisti che si identificano maggiormente come shopping tourist (68%), davanti agli americani (58%) e agli italiani (24%). Stessa classifica anche rispetto a chi ha visitato l’Italia con gli shopping tourist francesi al primo posto (80%) davanti agli italiani (78%) e agli statunitensi (36%). I francesi sono anche i turisti che destinano la quota più alta della loro spesa in viaggio allo shopping (27%), seguiti dagli statunitensi (26%) e italiani (21%).

Con uno sguardo alle abitudini di viaggio degli shopping tourist intervistati, gli italiani viaggiano per fare acquisti principalmente con gli amici (39%), mentre francesi e statunitensi preferiscono il proprio partner (rispettivamente 40% e 33%). Con riferimento all’influenza esercitata da recensioni online e social media, i turisti italiani risultano essere meno condizionati da ciò che leggono su internet (53%) rispetto a quelli statunitensi (62%) e francesi (78%). Chi viaggia per shopping in Italia si dichiara particolarmente interessato a visitare un laboratorio di prodotti enogastronomici tipici (62%), seguito a poca distanza dai laboratori artigiani (61%). Considerando, invece, il solo campione dei francesi, la prima attività desiderata è la visita a un atelier di moda (58%). Sul podio dei fattori che attraggono maggiormente il campione di shopping tourist in Italia, la qualità dei prodotti da acquistare (86%), i prezzi più competitivi (69%) e il contesto nel quale ci si muove (68%).

Surgelati, acquisti domestici saliti dell’1,3% nel 2024

Il 2024 è stato un anno di conferme per i prodotti surgelati nel canale retail. I consumi domestici hanno raggiunto quota 652.643 mila tonnellate (vs. le 645.000 registrate nel 2023). Il mercato è aumentato a un ritmo senza precedenti negli anni della pandemia, per poi stabilizzarsi su livelli elevati. In termini percentuali, i dati relativi al canale retail raccontano un incremento a volume del comparto frozen del +1,3% rispetto al 2023. Secondo l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati, questa nuova spinta positiva plausibilmente sarà confermata dalla contemporanea crescita nei consumi fuori dalle mura domestiche, per i quali i dati saranno disponibili in estate. “L’aumento segnato nel retail nel 2024, un canale che da solo rappresenta i due terzi dei consumi complessivi, evidenzia un apprezzamento costante per le qualità intrinseche in questi prodotti: praticità, disponibilità, ampiezza e varietà dell’offerta, valenze anti-spreco, gusto, elevati contenuti nutrizionali e, non ultimo, convenienza” afferma Giorgio Donegani, Presidente IIAS.

VEGETALI, PATATE E PRODOTTI ITTICI SUL PODIO
Ma quali sono state nel 2024 le categorie merceologiche surgelate più acquistate dai consumatori italiani? I vegetali si confermano al primo posto: con 220.497 tonnellate consumate nel 2024 (rispetto alle 215.695 del 2023), sono cresciuti del +2,2%, dimostrandosi un valido alleato di chi guarda al benessere e a elevati contenuti nutrizionali. Seguono, con 107.207 tonnellate, le patate che, pur mantenendo la posizione sul podio, registrano invece una lieve decrescita (-3,1%) rispetto all’anno precedente, in cui i consumi avevano registrato cifre record, raggiungendo quota 110.532 tonnellate. Un’oscillazione giudicata fisiologica dall’IIAS, tenendo conto che la stessa categoria ha segnato un incremento del 31,7% rispetto al 2019. Al terzo posto si classifica il pesce surgelato (naturale e panato), che con 95.955 tonnellate registra un incremento del +3,9% rispetto alle 92.372 tonnellate del 2023. I prodotti ittici frozen continuano nel loro percorso di accreditamento presso i consumatori italiani, che secondo l’IIAS li apprezzano in quanto sicuri, salutari, nutrienti, sempre disponibili, facili da preparare, convenienti e ‘trasparenti’, grazie alla completezza delle informazioni presenti sulle etichette delle confezioni.

LA CONVENIENZA SPINGE IL COMPARTO PIZZE
Da evidenziare, nel 2024, la crescita del comparto delle pizze surgelate, che registra l’aumento più significativo in termini percentuali: +3,7%, per un consumo pari a 65.688 tonnellate. Una crescita giustificata anche dalla convenienza economica: secondo una recente indagine condotta da AstraRicerche per IIAS, la pizza surgelata risulta nettamente più conveniente rispetto al delivery (per il quale, invece, si spendono mediamente 7,18 euro a pizza: più del doppio). Anche i piatti pronti surgelati e le specialità salate mostrano un trend in crescita nei consumi domestici, rispettivamente del +0,5% e +2,4% sul 2023, per un consumo pari a 66.306 e 31.367 tonnellate.

Secondo i dati di una recente indagine condotta per IIAS da AstraRicerche – avverte Donegani – quasi 4 italiani su 10 hanno aumentato, negli ultimi 5 anni, l’acquisto di surgelati, tanto che il 99% ha dichiarato di esserne consumatore e più di 1 italiano su 2 di mettere abitualmente in tavola questi prodotti. Un’ulteriore indagine ha calcolato anche il ‘value for money’ di 5 diversi alimenti surgelati, mettendolo a confronto con quello dei 5 alimenti freschi equivalenti. Il risultato ha evidenziato che 4 volte su 5 i surgelati fanno risparmiare. A tutto ciò si aggiunge la rinnovata percezione dei surgelati in termini di gusto, qualità, freschezza e consistenza: per quasi due terzi degli intervistati, è superiore a quella degli alimenti freschi. Una ulteriore conferma dell’apprezzamento quotidiano da parte degli italiani dell’impegno messo in campo dalle aziende produttrici per soddisfare le esigenze di benessere, gusto e convenienza dei consumatori”.

Acque minerali, nuovi soci finanziari per il Gruppo Bracca-Pineta

Il fondo di Private Capital Italian Fine Food, promosso da AVM Sgr Gestore EuVECA Società Benefit con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze regionali del food Made in Italy, ha acquisito – insieme a un pool di investitori privati, tra cui Alexa Invest, Gruppo Alfano Holding, Aretusa, Alberto Bombassei, Vitaliano Borromeo, Banca Ifis, Massimo Moratti Sapa e il Gruppo Som di Udine – una quota di maggioranza relativa del Gruppo Bracca-Pineta, realtà attiva nel settore delle acque minerali e oligominerali. Il gruppo comprende al suo interno due aziende: Bracca Acque Minerali, con sede in Val Brembana, e Fonti Pineta, in Alta Val Seriana, che insieme raggiungono un fatturato di circa 55 milioni di euro. Negli ultimi 10 anni la produzione è passata da 280 a 470 milioni di bottiglie attraverso una crescita costante, ponendo attenzione particolare ai mercati, ai clienti e alla qualità dei prodotti. L’ingresso dei nuovi azionisti in affiancamento alle famiglie fondatrici Bordogna e Ghisalberti nasce allo scopo di dotare Bracca e Pineta delle risorse necessarie per sostenerne lo sviluppo attraverso il consolidamento della performance industriale e l’espansione delle relazioni commerciali verso nuovi clienti. In base agli accordi con AVM Sgr, Luca Bordogna manterrà l’incarico di Amministratore Delegato di entrambe le aziende.

In base a quanto dichiarato, l’operazione è prodromica alla realizzazione di un più vasto polo del settore dell’imbottigliamento di acqua di elevata qualità. “Con questo investimento realizziamo un progetto importante nel settore del Food&Beverage, incentrato sull’impegno di favorire la competitività delle Pmi e sulla valorizzazione della loro attività, aprendo nuovi canali di interazione con investitori e mercati finanziari capaci di far convergere risorse e competenze su un piano di espansione che guarda oltre i confini nazionali” commenta Giovanna Dossena, Principal di AVM Sgr.

Nel corso degli anni, le nostre aziende hanno raggiunto traguardi significativi – sottolinea Luca Bordogna, Amministratore Delegato del Gruppo Bracca-Pineta – grazie all’impegno di collaboratori qualificati, a una rete di fornitori affidabili e alla fiducia dei nostri clienti. Abbiamo consolidato la nostra presenza e leadership nei territori di riferimento, offrendo livelli di servizio eccellenti. L’ingresso di nuovi azionisti, molti dei quali imprenditori di successo, ci offrirà nuove opportunità per raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi, garantendo al contempo continuità manageriale e gestionale”. L’operazione è stata sostenuta da un pool di banche che vede impegnate Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Bper, Cassa di Risparmio di Fermo, Iccrea Banca, Banca di Credito Cooperativo di Milano, Banca del Fucino, oltre alla partecipazione di due Fondi di Private Debt, Tenax Capital Limited e Finint Investment Sgr.

Coupon, il mercato italiano cresce del 12,9% e raggiunge i 465 milioni di euro

Sono 305 milioni i buoni sconto distribuiti in Italia nel 2024, in crescita dell’9,6% rispetto al 2023. Il valore complessivo del settore ha così raggiunto 465 milioni di euro, con un aumento del 12,9% rispetto all’anno precedente e un valore medio per singolo coupon di 1,52 euro (+2,7% rispetto al 2023). I dati sono stati resi noti dallo studio “Il mercato del couponing in Italia nel 2024” a cura di Savi, marketing technology company attiva nella gestione dei servizi legati all’utilizzo dei buoni sconto e all’analisi dei dati nel mercato della GDO e non solo. Il 2024 ha visto la conferma del progressivo aumento dei buoni sconto digitali, che hanno raggiunto il 17,5% del totale transato in cassa (+3% rispetto al 2023). Un dato che ha ancora ampi margini di crescita ed è destinato ad aumentare anche nei prossimi anni, grazie alla possibilità di utilizzare tale strumento presentando il buono scaricato sullo smartphone direttamente in cassa.

Approfondendo i dati relativi alle singole macro-categorie merceologiche, l’alimentare si conferma il settore leader, raggiungendo il 52,8% di tutti i coupon, rispetto ai 50,2% del 2023. Tra i prodotti più richiesti nel food, i confezionati sono stati il 26,5% del totale, superando il comparto beverage al 24,5%. Il ranking vede poi rispettivamente, il latte e i derivati (16,5%) e i dolciumi (12,5%). I coupon per acquistare prodotti da forno e i surgelati si sono attestati rispettivamente all’8,5% e al 6% del totale, mentre il 5,5% dei consumatori li hanno scelti per l’acquisto di condimenti pronti. In un’era dove la cura della persona e la daily beauty routine sono un’abitudine imprescindibile per una sempre più ampia fascia della popolazione, i buoni sconto per l’acquisto di articoli per la cura e l’igiene personale rappresentano ormai oltre un quarto del totale, precisamente il 26,5%, in crescita rispetto al 22,2% registrato lo scorso anno, mentre i prodotti per la detergenza si sono attestati al 12,2% (erano il 20,1% nel 2023). Buona performance anche del petfood, i cui prodotti per gli amici a quattro zampe hanno raggiunto una quota dell’8,5% (+1%), seguendo un trend lento ma costante, che beneficia di una sempre maggiore presenza di animali nelle case delle famiglie italiane.

Il buono sconto è entrato ormai stabilmente nelle abitudini di acquisto dei consumatori italiani, che lo impiegano come valido alleato per risparmiare sulla spesa quotidiana – dichiara Angelo Tosoni, Managing Director di Savi Italia –. Negli ultimi anni stiamo osservando un trend di consolidamento: i brand impiegano il buono sconto come strumento strategico per diverse situazioni. In un contesto in cui occorre essere rapidi e flessibili cresce il ricorso ai coupon digitali che garantiscono maggiore tracciabilità e permettono anche di generare preziosi dati di prima parte. Savi è in prima linea per favorire questa transizione che passa dall’estensione della nostra piattaforma a sempre più retailer: in questo modo potremo consentire a brand e shopper di beneficiare di una solida e sicura infrastruttura digitale”.

La ricerca condotta da Savi mostra anche dati interessanti relativi alla conversion, dove si registrano ottime performance dei media “legacy”, categoria che racchiude i metodi di distribuzione più tradizionali. In questo comparto, i coupon “instant on pack”, applicati direttamente sulla confezione, raggiungono una redemption media del 75%, mentre i buoni distribuiti dai promoter direttamente nei punti vendita si attestano al 18%. I coupon digitali emessi all’interno di siti web, distribuiti attraverso email, newsletter, social media e associati alle carte fedeltà mostrano una redemption media del 22%.

Retail Barometer Confimprese-Jakala: nel 2025 consumi fermi a volume

Crescita nulla a volume e intorno al +1,7% a valore a fronte, però, di un’inflazione al +1,5% stimata da Banca d’Italia. È questa la previsione sui consumi 2025 elaborata dal Retail Barometer semestrale Confimprese-Jakala. Un andamento ritenuto non sufficiente per sostenere la filiera dei consumi, che nel mese di dicembre avevano fatto segnare +1,3% a valore, riallineandosi al trend debole del 2024 (+0,7%). Dando uno sguardo più allargato, nell’insieme il ciclo dell’Italia non si discosta dall’evoluzione media delle economie europee, in cui le contrazioni di Germania e Francia hanno pesato sull’Eurozona. Inoltre, se i dazi annunciati dagli Stati Uniti dovessero concretizzarsi, avranno senza dubbio un impatto negativo sul settore industriale e sui prezzi a carico dei consumatori e destabilizzeranno il sistema internazionale. In sintesi, sottolineano gli autori del Retail Barometer, ci dobbiamo aspettare un altro anno complesso per le aziende di retail, con particolare attenzione alla ristorazione impattata dell’incremento delle materie prime alimentari e dall’aumento del costo del lavoro, fenomeno questo generalizzato a tutti i settori di attività. Per le aziende sarà fondamentale realizzare accorte politiche di convenienza per mantenere i propri clienti e attirarne di nuovi, il tutto abbinato ad attente politiche di contenimento dei costi e miglioramento della produttività.

L’ANDAMENTO DEI MACROSETTORI
In base alla stima del Retail Barometer semestrale Confimprese-Jakala, realizzata con l’elaborazione di Global Strategy, la media ponderata del +1,7% si scompone nei macrosettori come segue: solo altro retail (casa-arredo, ottica, entertainment, cura persona e servizi) lascia intravedere aspettative più rosee con un +3,1%, mentre per l’abbigliamento al +0,5% e per la ristorazione al +0,4% sono riviste al ribasso sul 2024.

Le catene del retail e ristorazione rappresentate nell’Osservatorio consumi Confimprese-JAKALA – spiega Mario Maiocchi, Direttore Centro Studi Confimprese – chiudono l’anno 2024 con un +2,8% a totale perimetro rispetto a un totale mercato indicato a un perfetto 0,0% con chiaro segnale di stagnazione a livello Paese. Quello che ancora più preoccupa è la brusca frenata dell’economia nell’ultimo trimestre 2024 che ha portato alla revisione al ribasso delle previsioni ufficiali 2025 per esportazioni, importazioni e occupati, tutte stime abbassate in dicembre di oltre mezzo punto percentuale rispetto a quanto valutato solo un paio di mesi prima. Risulta quindi difficile immaginare come uno scenario di ridotto import/export ed occupazione non impatti ulteriormente sui consumi ora previsti da Banca d’Italia a +1,0% e rimasti invariati rispetto alla stima fatta precedentemente”.

LE STRATEGIE DELLE AZIENDE
A fronte di uno scenario che non promette crescite rilevanti per il 2025, è necessario un cambio di strategia per attirare il consumatore finale in punto vendita. Tra le prime voci rientra il ritocco dei listini, che le aziende dichiarano di volere mantenere stabili con una media ponderata del +1,2% praticamente in linea con l’attuale tasso di inflazione. Non sorprende che il 79% delle aziende non preveda di aumentare la frequenza della spinta promozionale in un momento in cui poco meno della metà dei consumatori, pari al 40,9%, dichiara di rivolgersi alle insegne a basso prezzo. È vero che le iniziative di maggior successo sono promozioni, Black friday e saldi, ma non sono tuttavia sufficienti a risollevare l’andamento dei consumi e a incrementare i fatturati. Il settore su cui avverranno i rialzi maggiori pari al +1,8% è altro retail. Medie più contenute per la ristorazione +1,1%, mentre l’abbigliamento, che ha chiuso il 2024 con una modesta crescita del +1,0%, si prevede un listino ritoccato al ribasso a -0,1%. Sulla leva promozionale, invece, l’intento delle aziende è quello di ridurre le politiche aggressive del 2024, guarderanno, dunque, più alla marginalità e meno al fatturato.

IL TREND DELLE VISITE NEI CENTRI COMMERCIALI
Passando ai canali di vendita, i centri commerciali hanno chiuso il 2024 con gli stessi andamenti del totale mercato consumi. Il sentiment è che anche per il 2025 l’interesse dei consumatori verso il canale possa continuare a mantenersi inalterato. Rispetto al 2023, nell’ultimo trimestre 2024 si è registrato un aumento del +2,2% delle visite nei centri commerciali in tutto il territorio nazionale rispetto allo stesso periodo 2023, con un incremento significativo dei centri commerciali di categoria A.

La ripresa seppur lieve del traffico nei diversi ambienti d’acquisto, sia centri commerciali che centri storici – chiarisce Raffaele Cerchiaro, Managing Director Jakala – rappresenta un segnale di positività su cui far leva in un contesto ancora governato da grande incertezza e da crescita non legata ai volumi ma solo all’effetto prezzo. Per le aziende diventa cruciale da un lato convertire tale traffico in acquisti attraverso investimenti in branding e comunicazione verso il consumatore finale e dall’altro di aumentare la fidelizzazione della clientela con modelli di servizio che puntino all’eccellenza. In tale contesto il ruolo del personale di vendita, preparazione, hard skills e capacità soft nella cerimonia di vendita, diverrà sempre più importante nel sostenere vantaggio competitivo”. Particolarmente positivo il trend nelle regioni del Nord-ovest, che mostra valori al di sopra della media Italia, mentre le regioni del Centro mostrano risultati per lo più in linea con lo scorso anno. Anche per le vie commerciali, nell’ultimo trimestre 2024 sono aumentate del +2,29% le visite in tutto il territorio nazionale, trainate dalle regioni del Nord-ovest e del Sud, che mostrano valori non solo positivi, ma anche al di sopra della media Italia.

IL SENTIMENT DEI CONSUMATORI
Quanto alle previsioni per il 2025 sull’economia familiare dei prossimi mesi pesa innanzitutto l’impatto dei fenomeni di attualità come la ripresa dell’inflazione segnalato dal 43% degli italiani contro il 36,7% della rilevazione di ottobre 2024. L’81,2% dei consumatori, il livello più alto degli ultimi 24 mesi, dichiara un sentiment negativo per il 2025; continuano le preoccupazioni per il contesto geopolitico internazionale (36,9%), per i fenomeni climatici (35,2%) e, in minor misura, per la situazione politica nazionale (29,8%). In un’ottica di maggiore risparmio, la maggior parte dei consumatori pensa di agire sia sul numero di acquisti sia sulla variante prezzo. La metà pensa di ridurre le spese sulla ristorazione, mentre la voce alimentari è quella dove si pensa di ridurre meno la spesa: lo dichiara il 18,8%, mentre circa un terzo pensa addirittura di aumentarla. Tra i settori potenzialmente più colpiti oltre alla ristorazione vi sono casa 48,7%, entertainment 45,2%, e in minor misura elettronica 39,1%, beauty 28,9%. Quanto all’abbigliamento, il 43,4% dichiara di volere risparmiare, ma è comunque significativo che il 43,1% voglia mantenersi sugli stessi livelli del 2024 (Dati Innovation Team-Cerved).

Finiper scommette sul franchising anche per Rom’antica

Finiper punta sul franchising e adotta la formula anche per la catena Rom’antica. Il primo passo è stato creare una business unit dedicata, affidata ad Armando Strano, professionista con una ventennale esperienza nel campo. Il progetto interessa ovviamente Unes, la rete di supermercati di prossimità nata a Milano nel 1967 e che si è aperta al franchising già dagli anni ’90. L’insegna ha in atto diversi accordi tra master franchising, franchising tradizionali e somministrazione, che riguardano 75 punti vendita sul totale di 206 supermercati del gruppo. La novità è Rom’antica, catena di somministrazione di pizza alla romana che conta 57 locali e si apre ora per la prima volta al mondo dell’affiliazione.

La nostra visione – afferma Armando Stranoè quella di costruire un ecosistema dove il franchisee sia integrato con le funzioni aziendali per ottenere benefici reciproci. Non crediamo più nei modelli classici di affiliazione in quanto sorpassati e quindi migliorabili. Ci poniamo, infatti, al fianco degli imprenditori creando un progetto comune con la possibilità di condividere investimenti in sviluppi di negozi, centri di distribuzione e altre opportunità”.

Il Gruppo Finiper Canova, fondato nel 1974 con l’apertura del primo ipermercato italiano a Montebello della Battaglia (PV), opera prevalentemente nel settore della grande distribuzione organizzata e si suddivide in 4 grandi aree: ipermercati Iper La grande i, supermercati Unes, con il marchio il Viaggiator Goloso, le diverse insegne legate al settore della ristorazione (tra cui Ristò, Rom’antica, CremAmore e Portello Caffè) e le attività immobiliari che consistono nella gestione, o nella contitolarità della gestione, di gallerie commerciali, tra cui IL CENTRO di Arese e Piazza Portello di Milano. Presente in 4 regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna), ha chiuso il 2023 superando i 3 miliardi di fatturato ed è ancora oggi controllato dal suo fondatore, l’imprenditore Marco Brunelli. La rete di vendita è composta da 21 ipermercati, 1 super store, 206 supermercati (di cui 75 in franchising), 6 gallerie commerciali e 91 punti di ristorazione (ristoranti self-service, pizzerie, bar e gelaterie) che impiegano un totale di oltre 10.000 addetti.

Largo consumo, ecco i claim di maggior successo

Quali sono i claim presenti sulle etichette dei prodotti di largo consumo che generano maggiori vendite in supermercati e ipermercati italiani? A stilare la classifica dei primi 25 claim per valore del sell-out è l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che, basandosi sui dati NielsenIQ, ha rilevato l’andamento delle vendite di più di 138 mila prodotti, classificati in base alla presenza in etichetta di oltre 100 tra claim, certificazioni, pittogrammi e indicazioni geografiche. Al primo posto si colloca l’icona della bandiera italiana con quasi 7 miliardi di euro di vendite, generate dai 15.414 prodotti che riportano il tricolore sull’etichetta. In seconda posizione la certificazione FSC (Forest Stewardship Council), con oltre 4,9 miliardi di euro di vendite, seguita dall’indicazione “100% italiano”, anch’essa con più di 4,9 miliardi di euro.

L’analisi della graduatoria per valore delle vendite evidenzia un mix di claim e certificazioni che si concentrano in alcuni dei macro-fenomeni di consumo rilevati semestralmente dall’Osservatorio Immagino. In particolare, spiccano l’area delle intolleranze alimentari (con il claim “senza glutine” e “senza lattosio”), l’universo del free from (“senza conservanti”, “pochi grassi”, “pochi zuccheri”, “senza olio di palma”, “senza coloranti”, “senza zuccheri aggiunti”) e quello del rich-in (con la segnalazione del contenuto di proteine, fibre, vitamine e con l’indicazione “integrale”).

Dal monitoraggio continuativo condotto dall’Osservatorio Immagino emergono anche i claim relativi a tendenze emergenti del largo consumo in Italia, come la sostenibilità (“meno plastica”, certificazione “Sustainable cleaning”, biologico), i nuovi stili alimentari (con i claim “vegetariano”, “vegano” e la certificazione kosher), le modalità di produzione (claim “filiera” e “prodotto in Italia”) e l’edonismo alimentare nei gusti e nelle texture (claim “cacao” e “croccante”).
Di seguito, la tabella con la classifica dei 25 claim con il maggior incasso nel canale super e ipermercati nell’anno terminante a giugno 2024.

 

Agromonte torna in TV con lo spot “O venite in Sicilia”

Torna in televisione Agromonte, azienda ragusana specializzata nella trasformazione del pomodoro ciliegino. Dal 23 febbraio al 14 marzo il claim “O venite in Sicilia” accompagnerà lo spot di 15 secondi, in onda sulle principali emittenti, tra cui Rai, Mediaset e Mediaset Infinity. Le immagini dipingono uno scorcio della Sicilia: un momento di famiglia e di condivisione dove al centro regnano le ricette locali accompagnate dalla salsa pronta di pomodoro ciliegino Agromonte. La famiglia Agromonte, insieme ai fondatori Carmelo ed Ida, ai quattro figli e alle nuove generazioni, diventa protagonista di un pranzo. Nei frame, il pomodoro ciliegino padroneggia la tavola, rappresentando al meglio l’emblema dell’azienda.

Lo spot si conclude con un focus su due dei prodotti più rappresentativi di Agromonte: la Passata Siciliana con ciliegino e la Salsa Pronta di pomodoro ciliegino numero uno in Italia nel segmento delle salse pronte di ciliegino, e dal motto prescelto dal brand che richiama a vivere l’essenza dell’isola, tra colori, profumi e il ricco patrimonio gastronomico. “Con il ritorno dello Spot televisivo ‘O venite in Sicilia’, on air sulle principali emittenti televisive, Agromonte vuole raccontare ancora una volta il legame solido e profondo con il proprio territorio – afferma Miriam Arestia, Responsabile Marketing dell’azienda –. I prodotti Agromonte sono frutto di generazioni e dell’unione perfetta tra la qualità della materia prima e la tradizione. La campagna vuol essere un invito a scoprire l’autenticità tipica della Sicilia”.

Conto alla rovescia per l’ottava edizione di Shopping Tourism – il forum italiano

Si alza il sipario sul programma dell’ottava edizione di Shopping Tourism – il forum italiano, l’appuntamento di riferimento in Italia sullo shopping tourism, ideato e organizzato da Risposte Turismo in partnership con ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo. Il forum, in programma venerdì 28 febbraio 2025 presso il centro congressi della sede di Confcommercio Milano (Palazzo Castiglioni, Corso Venezia 47), riunirà nel capoluogo lombardo operatori del turismo e del retail provenienti da tutta Italia interessati a conoscere le ultime tendenze e le prospettive dello shopping tourism nel nostro Paese.

«Il bacino di domanda degli shopping tourist rappresenta una opportunità per le destinazioni italiane e gli operatori che sono pronti a soddisfare le richieste di questo segmento – dichiara Francesco di Cesare, Presidente Risposte Turismo –. Se è vero che, considerando il totale degli arrivi turistici, italiani ed esteri, stiamo parlando di una nicchia che pesa intorno al 2%, va però anche detto che si tratta di una componente di domanda dalle buone capacità di spesa e che è in grado di contribuire non poco non solo ai risultati commerciali delle imprese del turismo. ma anche a quelle del commercio e delle produzioni varie cui questi turisti sono interessati. È inoltre importante ricordare – conclude di Cesare – come questo fenomeno si animi non solo di coloro che scelgono di viaggiare con la precisa intenzione e motivazione di fare acquisti, ma anche di chiunque viaggi per qualsivoglia ragione e scelga di dedicare un po’ di tempo e un po’ di budget allo shopping. Il monitor che presenteremo il prossimo 28 febbraio a Milano contiene molti rilievi, qualitativi e quantitativi, utili per comprendere non solo l’importanza dello shopping tourism ma anche le ragioni e le modalità per esserne parte attiva».

Numerosi relatori animeranno i vari momenti di confronto e dibattito scelti quest’anno dai ricercatori di Risposte Turismo per approfondire un fenomeno che, nel nostro Paese, continua a crescere, rendendo l’Italia una delle mete preferite per una vacanza all’insegna dello shopping. I saluti introduttivi saranno portati da Marco Barbieri, Segretario Generale – Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza e Alessia Cappello – Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro Comune di Milano. Aprirà i lavori Ivana Jelinic, Amministratore Delegato – ENIT, con l’intervento “L’importanza dello Shopping Tourism per l’Italia”. A seguire, Francesco di Cesare, Presidente Risposte Turismo, presenterà la nuova edizione di Shopping Tourism Italian Monitor, il report di ricerca di Risposte Turismo che, dal 2016, offre informazioni aggiornate, esami di casi di studio e ricognizioni di esperienze italiane ed estere di particolare interesse sul fenomeno dello shopping tourism. Il Monitor conterrà anche i risultati di tre nuove indagini sui mercati turistici italiano, statunitense e francese.

SUPERFICIE COMMERCIALE DEGLI OUTLET IN CRESCITA
Dalle prime anticipazioni dello studio che verrà presentato da Francesco di Cesare, Presidente Risposte Turismo, nell’ambito del forum, emerge come la superficie commerciale degli outlet abbia raggiunto per la prima volta quota 750.000 mq (+4% sul 2023). Un risultato destinato a crescere del 7% nel 2025 grazie anche all’apertura di un nuovo outlet a Roma, la prima nuova struttura inaugurata in Italia negli ultimi 4 anni. Situazione meno positiva, invece, per i department store, con alcune chiusure previste nel corso del 2025 nel centro nord del Paese.

Tra i dati riportati nello studio spicca anche la leadership conquistata per la prima volta nel 2024 da Via Montenapoleone tra le vie dello shopping mondiali per valori di canone di locazione annuo (circa 20.000 euro – fonte: Main Streets Across The World 2024 – Cushman&Wakefield). Un traguardo significativo considerando che nel 2014 la via si posizionava al sesto posto in classifica.

LE ABITUDINI DI SHOPPING DEI TURISTI USA
La nuova edizione di Shopping Tourism Italian Monitor contiene anche i risultati di una nuova indagine realizzata da Risposte Turismo sulle abitudini di shopping in Italia dei turisti statunitensi, francesi e italiani. Per quanto riguarda il segmento di domanda USA, i ricercatori di Risposte Turismo hanno riscontrato una crescita della quota di chi viaggia per shopping e lo ha fatto più di una volta (oltre il 70%). Da segnalare come, tra i turisti statunitensi che viaggiano per shopping, il 31% lo abbia fatto quattro o più volte. Aumenta inoltre il peso della combinazione eventi & shopping: il 45% degli shopping tourist americani dichiara di aver viaggiato anche in occasione di eventi particolari legati al fenomeno, dalle fashion weeks ai periodi del black Friday. Spostando l’attenzione sui viaggi per shopping in Italia, l’indagine evidenzia un forte interesse da parte dei turisti USA a integrare attività quali visite guidate ai laboratori artigiani (65%) e ai laboratori di prodotti enogastronomici (61%).

L’AGENDA DEL FORUM
La prima tavola rotonda dell’edizione 2025 di Shopping Tourism – il forum italiano sarà “Italia destinazione di shopping” dedicata a una delle domande centrali per tutti gli operatori coinvolti nel fenomeno: cosa si potrebbe e dovrebbe fare per aumentare il potenziale di attrazione di questo segmento di domanda? Considerazioni e proposte sul piano dell’offerta, della promozione, delle regole e non solo, aiuteranno ad avanzare alcune valutazioni. I relatori che si confronteranno nel primo panel di Shopping Tourism – il forum italiano saranno Stefania Lazzaroni, Direttrice Generale Altagamma; Alessandra Priante, Presidente ENIT; Dina Ravera, Presidente Destination Italia Group; Stefano Rizzi, Managing Director Italy Global Blue; Jacopo Vicini, Assessore con deleghe a sviluppo economico, turismo, fiere e congressi Comune di Firenze; Edoardo Vittucci, Business Director Fidenza Village parte di The Bicester Collection.

Il forum proseguirà con il panel “Quanto e perché contano i turisti per i brand di prestigio”, un momento di confronto sul ruolo e il peso dei turisti per i brand di alta fascia. La mattinata di lavori si chiuderà con un intervento di approfondimento a cura di Saverio Mucci, Vice President, Government Industry Lead Mastercard, dal titolo “I comportamenti di spesa in shopping dei turisti: le performance dell’Italia a confronto con gli altri paesi Europei” dedicato alla presentazione di risultati di ricerca inediti realizzati appositamente per il forum.

Nel pomeriggio il forum riprenderà con la tavola rotonda “Vendere lo shopping tourism” dedicata all’analisi di come le destinazioni, le associazioni, le realtà aziendali e commerciali e i singoli professionisti possano contribuire a definire valide proposte per i turisti interessati allo shopping. A seguire, il panel “Occasioni diverse per stimolare lo shopping dei turisti” sulle strategie messe in campo da alcune realtà diverse dai tradizionali negozi, outlet e department store per trarre beneficio da questo fenomeno. Tante altre le prospettive che interverranno sul binomio turismo e shopping tra cui: Aeroporti di Roma, ATRI, Cinecittà World, Costa Crociere, Eleventy, Federmoda, Marchesi Antinori, Peck, Roma & Partners, Zani Viaggi, Zegna. L’ottava edizione di Shopping Tourism – il forum italiano si chiuderà con la tavola rotonda “Che 2025 sarà per lo shopping tourism”: attraverso il punto di vista di manager si cercherà di conoscere le prospettive per questo fenomeno.

L’evento è a numero chiuso e solo in presenza, per richieste di accredito e per consultare il programma completo e i nomi di tutti i relatori www.shoppingtourismforum.it. I Main Sponsor dell’edizione 2025 di Shopping Tourism – il forum italiano sono Fidenza Village parte di The Bicester Collection, Global Blue e Mastercard. L’ottava edizione del forum è realizzata con la collaborazione di Confcommercio Imprese per l’Italia Milano, Lodi, Monza e Brianza, e del Sistema Confcommercio e con il patrocinio del Ministero del Turismo e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Info e approfondimenti sul sito dell’evento e sulle sue pagine ufficiali X e LinkedIn.

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