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Riapre l’Interspar di Castelnuovo Cilento (Salerno), rinnovati reparti e servizi

Despar torna nel Comune di Castelnuovo Cilento (Sa) con la riapertura dell’Interspar di Via Fiera, all’interno del Centro Commerciale Cilento Shopping Park. Un importante progetto di restyling ha riguardato il punto vendita, inserito nel progetto di riammodernamento della rete Despar al Centro-Sud che ha previsto l’ampliamento anche della forza lavoro: 30, infatti, gli addetti dello store, con circa 10 nuove assunzioni.

Il piano di remodelling ha puntato l’attenzione sulla sostenibilità, mediante l’installazione di impianti di illuminazione a led e di impianti del freddo a Co2 che sfruttano una tecnologia di refrigerazione di ultima generazione, permettendo l’efficientamento energetico ed elevati standard di affidabilità e sicurezza. All’interno sono stati rinnovati tutti i reparti dei freschi a cominciare dalla gastronomia che propone menù adatti a tutti i momenti della giornata: dalla colazione al pranzo, fino alla cena con soluzioni sfiziose, preparate dagli chef Despar, utilizzando i migliori ingredienti tipici e le ricette della tradizione.

Rinnovato anche il reparto ortofrutta, così come la macelleria al cui interno è sempre disponibile una selezione di tagli pregiati e ricercati. Nell’Interspar è presente anche il reparto pescheria in cui è possibile acquistare piatti pronti e specialità ittiche. Le novità assolute nel punto vendita sono l’area ristoro, dove poter consumare prelibate pietanze, la fornitissima enoteca con cantinetta refrigerata che ospita le migliori etichette, e la birroteca.

“Anche in Campania prosegue il nostro piano di riammodernamento della rete finalizzato a portare in tutte le Regioni del Centro Sud i nuovissimi servizi e la profondità dell’assortimento grazie al nostro nuovo format” spiega Pippo Cannillo, Presidente e AD di Maiora. “Questo territorio per noi rappresenta un presidio importante, risultando la terza Regione per quota di fatturato sulle sette in cui siamo presenti con le nostre insegne”.

Massimo storico nel consumo di surgelati nel 2022, il fatturato arriva a 5,3 miliardi di euro

La strategia legata alla razionalizzazione della spesa alimentare messa in atto dagli italiani nell’ultimo anno per far fronte all’inflazione ha premiato il comparto dei prodotti surgelati, che ha registrato così un nuovo massimo storico: nel 2022, i consumi hanno sfiorato il milione di tonnellate, raggiungendo quota 990.713, crescendo a volume del +1,2%, in controtendenza rispetto all’alimentare in generale (-4,4%). Il consumo pro capite ha registrato un nuovo record, con 16,8 kg di media di surgelati consumati a persona, contro i 16,6 del 2021. Determinante nella crescita il fuori casa che ha segnato un +17,1%, tornando protagonista dei consumi nel comparto frozen. A crescere è anche il fatturato del comparto surgelati (+9%), arrivato a 5,3 miliardi di euro.

“In uno scenario alimentare caratterizzato da non poche criticità, gli alimenti surgelati si confermano parte integrante delle scelte alimentari degli italiani”, afferma Giorgio Donegani, Presidente dell’Istituto Italiano Alimenti Surgelati. “Dopo il biennio pandemico e dei lockdown (2020-2021), che aveva portato a un boom dei consumi domestici di surgelati (+14% nel 2021 rispetto al 2019) e a un calo del fuori casa (-24% nello stesso periodo), il post-pandemia mostra un sostanziale riequilibrio dei pesi tra consumi domestici e fuori-casa di surgelati”.

Surgelati, valore di mercato a quota 5,3 miliardi di euro
Il 2022 sarà ricordato come l’anno della ripresa dei consumi del fuori casa di alimenti surgelati (+17,1% a volume), arrivati a quota 281.000 tonnellate. Un dato che compensa ampiamente la leggera diminuzione del retail (-2,5%, con 626.947 tonnellate) e quelle percentualmente più significative del door to door (-14,4%, con 72.766 tonnellate) e dell’e-commerce ( -9,1%, con 10.000 tonnellate). Il risultato finale è un saldo complessivo delle vendite a volume degli alimenti surgelati pari al +1,2%, in controtendenza rispetto all’andamento dei consumi alimentari in generale (-4,4%). “Nel 2022, in Italia, i consumi alimentari in generale sono diminuiti e ad essere più penalizzate sono state le famiglie più giovani e con figli piccoli, che hanno ridotto la spesa alimentare domestica del -3,6%”, ricorda Donegani.

Trend consumi: in cima alle preferenze degli italiani si confermano vegetali, ittici e patate
A confermare la propria leadership per volumi consumati nel retail, pur con una lieve diminuzione rispetto al 2021 (-1,2%), sono i vegetali, con oltre 208.000 tonnellate. Vegetali naturali (58.350 tonnellate / + 1,6%), piselli (49.400), zuppe e minestroni (48.700) e spinaci (32.700) risultano le merceologie più consumate. Apprezzati per la capacità di soddisfare la richiesta di benessere e di elevati contenuti nutrizionali, che da sempre accompagna il segmento. Da sottolineare le performance positive delle verdure miste (+3,7%), che hanno superato la soglia delle 10.000 tonnellate.

I prodotti ittici hanno sfiorato le 94.000 tonnellate consumate, tra preparato panato (quasi 34.000 tonnellate) e pesce naturale (60.000), con una diminuzione del -7,8% rispetto alle oltre 102.000 tonnellate del 2021. In termini percentuali, il calo – in linea con l’andamento delle vendite a volume del pesce fresco – ha riguardato soprattutto i preparati panati (-8,5%), i filetti e i crostacei (-8,2%); in controtendenza, invece, l’andamento del pesce misto (+1%) e di quello intero (+3,7%).

Amate per il gusto e per la praticità di preparazione, le patate surgelate si confermano sul podio delle preferenze degli italiani, totalizzando nel 2022 consumi per oltre 99.000 tonnellate, in linea con il 2021. Da segnalare, all’interno del segmento, la performance positiva (+3,6%) dei formati diversi dallo stick, che rimane comunque il prodotto più venduto (89.000 tonnellate). I consumi di pizze surgelate hanno superato le 66.000 tonnellate, con una diminuzione del -7% rispetto al 2021 e un trend analogo per i vari formati: pizze rotonde ( 47.400 tonnellate), XL ( 9.000 tonnellate), small (4.600 tonnellate.).

Con quasi 65.000 tonnellate, i piatti pronti hanno registrato nel 2022 una sostanziale stabilità, registrando un risultato coerente con l’anno precedente. I risultati più lusinghieri sono stati ottenuti dai primi piatti (+2,5%) e dai contorni ricettati (+3,3%). In un anno di crescente attenzione ai prezzi e al carovita, i piatti pronti hanno continuato ad essere premiati dal consumatore per la loro straordinaria componente di servizio, unita alla capacità di coniugarsi al meglio con la migliore tradizione gastronomica italiana e mediterranea. Analogo il discorso – e il successo – relativo ai vegetali preparati surgelati, che hanno aumentato i consumi del +3,4% rispetto al 2021, superando le 21.000 tonnellate. Performance positive anche per le specialità salate, che hanno totalizzato una crescita del +2%, superando le 29.000 tonnellate. A testimonianza del consolidarsi fra gli italiani, anche con la fine della pandemia, della pratica dell’aperitivo “fatto in casa”, che aveva connotato i periodi del lockdown.

Auchan apre in Polonia il primo supermarket senza personale

Dopo aver raccolto consensi in Francia attraverso delle aperture test, Auchan lancia ufficialmente il primo negozio self service senza personale in Polonia. Situato a Varsavia, Auchan GO non vede la presenza di commessi e cassiere ed è aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, consentendo ai clienti di fare acquisti in modo rapido, comodo e senza interruzioni.

“Con Auchan GO vogliamo offrire ai nostri clienti un comfort ineguagliabile e un’esperienza di acquisto altamente personalizzata”, afferma Katarzyna Tokarewicz, Direttore dei Progetti di Auchan Polska. “Il concetto di Auchan GO si evolverà costantemente per soddisfare le mutevoli aspettative dei nostri clienti. Prevediamo di aprire circa 40 punti vendita di questo tipo nei prossimi anni”.

Inaugurato nella capitale polacca, Auchan GO è il più piccolo dei formati di vendita al dettaglio di Auchan. Si estende su una superficie di appena 75 mq e accoglie fino a 30 clienti che possono fare la loro spesa in modo rapido senza bisogno di usare il registratore di cassa ma usufruendo di un apposito terminale in cui inserire la propria carta di credito. Nonostante le dimensioni contenute, Auchan GO conta su un ricco assortimento di oltre 1000 prodotti tra cui bevande, snack, pane, latticini, surgelati e gastronomia.

A Torino arriva InCoop, nuovo format per Nova Coop: due le aperture

A Torino giovedì 29 giugno aprono i battenti due punti vendita InCoop in corso Inghilterra 49 e via Madama Cristina 143. Il format dei negozi di vicinato InCoop rappresenta una novità assoluta per Nova Coop, che ha scelto di misurarsi nella gestione di questa tipologia di punti vendita anche acquisendo direttamente i due spazi commerciali: 163 metri quadrati quello di via Madama Cristina, 207 metri quadrati quello di corso Inghilterra. L’investimento complessivo dell’operazione ammonta a 2,8 milioni di euro, che comprendono l’acquisto dei locali, il cantiere e l’allestimento. La progettazione del nuovo format urbano è stata eseguita per offrire un negozio di prossimità che disponga di un assortimento adeguato, nel quale sia facile realizzare una spesa di completamento e compiere sinergie con la spesa online ordinata sul portale Coopshop, la cui comunicazione sarà presente in negozio.

La collocazione ideale dell’insegna InCoop, come nel caso delle due aperture torinesi, si rivolge a zone densamente frequentate, sia residenziali, sia lavorative o ad alta attrazione commerciale. Con forte passaggio pedonale e vicinanza a fermate del trasporto pubblico. In termini di assortimento, ogni punto vendita conta 2.500 referenze, senza reparti servito ma con un’ampia disponibilità di prodotti già porzionati e confezionati a libero servizio. Al centro della proposta c’è il consumo alimentare con prodotti freschi, secchi e surgelati di ogni tipologia e prodotti freschissimi, ma anche carne e pesce, confezionati in atmosfera controllata. A completare la dotazione prodotti per la pulizia della casa, l’igiene personale, la carta casa e qualche accessorio no food. Uno dei punti forti sarà la disponibilità del pane fresco, prodotto con lievito madre e sfornato tutti i giorni dai panettieri degli ipermercati Coop.

“Vogliamo che i negozi a insegna InCoop si affermino come punti vendita di prossimità, nei quali poter ritrovare tutta la garanzia di qualità del nostro prodotto a marchio e i principali elementi di posizionamento che già connotano i nostri più recenti sviluppi della rete commerciale, all’insegna di una spesa che si può fare “presto e bene” spiega Fabio Lischetti, Responsabile rete vendita Nova Coop.

“L’arrivo di InCoop a Torino si configura nell’ambito di un percorso di restyling e ampliamento della nostra proposta di formati, che abbiamo intrapreso per rispondere alle esigenze di un mercato evoluto e competitivo come quello del nord Italia. I nuovi negozi di prossimità, la cui proposta è studiata per integrarsi con quella del nostro canale per la spesa in digitale o a una spesa settimanale effettuata presso i punti vendita di maggiori dimensioni, rappresenta un ulteriore tassello di quell’approccio di sviluppo omnicanale che è al centro del nostro approccio strategico” aggiunge Ernesto Dalle Rive, Presidente di Nova Coop.

Anche i nuovi punti vendita InCoop aderiscono al programma di contrasto alla povertà alimentare “Buon Fine”, che recupera e redistribuisce alle onlus del territorio tutti i prodotti ancora edibili ma non più smerciabili. In corso Inghilterra le merci saranno ritirate dall’Arci – progetto Fooding per essere destinate al nuovo Frigo di quartiere collocato presso il Centro anziani “Edera” di via Pilo. In via Madama Cristina il ritiro sarà a cura della Casa del Quartiere di San Salvario, presso la quale verrà installato un ulteriore Frigo di Quartiere.

Dossier sulla convenienza, sacrificati i formati maxi per spese più frequenti

La tredicesima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy si completa attraverso un dossier di approfondimento legato al tema della convenienza e alla sua comunicazione sulle etichette dei prodotti di largo consumo.

Male la fascia bassa, meglio quella alta
L’Osservatorio Immagino ha suddiviso l’assortimento grocery rilevato in tre fasce di prezzo, monitorandone l’andamento. Risultato: a subire il minore impatto sulla riduzione dei consumi sono i prodotti a fascia alta (quelli con prezzi fino a +31% sul prezzo medio), che rappresentano il 30,3% delle vendite a valore del largo consumo e che in un anno hanno visto calare le vendite in volume di -5,1% contro il -5,8% della media. È stata, invece, la fascia più bassa – ossia quella con prezzi inferiori almeno del 15% rispetto alla media e che contribuisce per il 26,2% al giro d’affari del grocery – a subire la maggior riduzione dei volumi (-6,1%). Quanto alla fascia media (86-130% di indice di prezzo, quota a valore del 43,5% sul mondo grocery) ha perso il -6,0% dei volumi e aumentato di +5,5% il giro d’affari.

Soffrono i maxi formati
Gli italiani hanno cercato di far fronte all’aumento dei prezzi facendo spese più frequenti, ma riducendo le cifre pagate in cassa. Una riduzione ottenuta grazie alla razionalizzazione dei consumi e alla riduzione degli sprechi, che si è tradotta nella diminuzione del numero dei pezzi acquistati per ogni scontrino in supermercati e ipermercati. Quest’approccio ha coinvolto anche i formati convenienza perché, pur avendo un migliore prezzo euro/kg-litro, hanno comunque una battuta di cassa più elevata, e si è visto soprattutto nel cura casa, nel cura persona e nel fresco, dove queste confezioni maxi hanno un peso maggiore sulle vendite. I cali maggiori dei volumi hanno riguardato le fasce di prezzo bassa (-15,4%) e media (-10,8%), mostrando che la parte più debole della popolazione non ha altra scelta che comprare di meno.

Il paniere salutista regge meglio di quello italiano
Tra i fenomeni di consumo monitorati dall’Osservatorio Immagino sono quelli legati al salutismo che si sono mostrati più resistenti alla contrazione dei consumi, ma solo per alcuni claim indicati in etichetta. Limitandosi ai mondi free from, rich-in e intolleranze, hanno aumentato le vendite sia a valore che a volume principalmente tre indicazioni: “pochi zuccheri” (+17,6% a valore, +4,1% a volume), “proteine” (+15,0% a valore, +0,1% a volume) e “senza lattosio” (+12,1% a valore, +2,1% a volume). Nel caso degli zuccheri i consumatori hanno assorbito integralmente gli aumenti: infatti tutte le fasce di prezzo hanno registrato crescite a valore e a volume. Per i prodotti con apporto in proteine e/o assenza di lattosio si è registrata anche una migrazione dalla fascia alta a quella medio-bassa.

Diversi i comportamenti dei consumatori nei confronti del paniere dei prodotti che richiamano l’italianità in etichetta. Tutti i nove tra claim, bollini e indicazioni geografiche europee rilevati dall’Osservatorio Immagino hanno subìto una riduzione dei volumi venduti a fronte dell’aumento dei prezzi. Il claim che ha retto meglio è “filiera”, con un calo contenuto dei volumi (-0,7%) nonostante un significativo aumento di prezzo (+12,1%). L’escalation dei prodotti di filiera si contrappone alla contrazione del mondo del biologico, che arretra sia a valore che a volume (rispettivamente -2,3% e -9,4%).

La convenienza in etichetta non decolla
Il 5,0% delle quasi 133 mila referenze di largo consumo rilevate dall’Osservatorio Immagino segnalano in etichetta almeno un’indicazione che ne sottolinea i vantaggi in termini di risparmio o, comunque, di rapporto qualità/prezzo. Si tratta di 6.696 prodotti che nel 2022 hanno generato il 6,7% del giro d’affari complessivo realizzato dal grocery in supermercati e ipermercati. Rispetto all’anno precedente, entrambi gli indicatori di penetrazione sono rimasti relativamente stabili, mentre il giro d’affari è salito di +2,3% e i volumi sono diminuiti di -11,4%. Mappando la distribuzione per fascia di prezzo dei prodotti che sottolineano in etichetta la loro convenienza emerge una forte concentrazione in particolare nella parte bassa del mercato, dove incide per il 37,2% sul giro d’affari, ben nove punti percentuali più che sul totale grocery. Anche nella fascia media l’incidenza (44,3%) è superiore alla media del grocery, ma di poco (0,8 punti percentuali).

Sempre rispetto alla media del grocery, tra i reparti questi prodotti risultano sovrallocati nel cura persona (16,1% del giro d’affari), nel cura casa (13,9%) e nel fresco (7,2%), mentre tra i comparti sono più diffusi nei prodotti per la prima infanzia (61,4%), nelle conserve animali (31,5%), nei detergenti per bucato (24,7%) e in quelli per stoviglie (23,7%) e nei prodotti per rasatura/depilazione (22,9%).

La crisi non scalfisce il bilancio di PAC 2000A Conad, sfiorati i 5 miliardi di euro

PAC 2000A Conad presenta i risultati dell’esercizio 2022, chiuso con un giro d’affari complessivo di 4.829 milioni di euro, in crescita dell’8,52% rispetto al 2021, un patrimonio netto di 918 milioni di euro e un utile netto di 37 milioni di euro. In un anno di grande complessità e incertezza, segnato dalla scia della crisi economica dovuta al perdurare della pandemia da Covid-19, ma anche dallo scoppio del conflitto in Ucraina che ha agito come detonatore della crisi energetica, del rialzo di prezzi e dell’inflazione, PAC 2000A ha registrato un miglioramento generale delle performance economiche. La rete di vendita, composta da 1.496 punti vendita e 93 concept store, ha raggiunto un fatturato di oltre 6.5 miliardi di euro, dai 6 miliardi dell’anno precedente, con una quota di mercato, nei territori in cui opera, del 20,29%, confermando la leadership dell’insegna in Umbria (32,65%), Lazio (29,85%) e Calabria (25,91%) e la seconda posizione in Sicilia (15,33%) e Campania (15%).

Al valore economico generato si somma quello sociale del Gruppo, che si manifesta attraverso l’occupazione di 27.007 addetti, in crescita del 5,8% rispetto al 2021, la collaborazione con 944 imprese fornitrici locali di beni e servizi, che genera un giro di affari di oltre 1,4 miliardi di euro nei territori in cui opera, il finanziamento, per oltre 1 milione di euro, di iniziative di carattere solidale e culturale che si vanno ad aggiungere al supporto alla nascita di Fondazione Conad ETS, ente no profit che raggruppa le iniziative per il terzo settore del Consorzio e delle Cooperative territoriali, che nel 2022 ha lanciato progetti per un valore complessivo di 1.5 milioni di euro insieme ad Unisona, all’Associazione Viva Vittoria OdV e a Croce Rossa Italiana.

“Nonostante il contesto macroeconomico ancora delicato, anche nel 2022 abbiamo raggiunto e superato i nostri obiettivi” dichiara Claudio Alibrandi, Presidente di PAC 2000A. “Per continuare a crescere e consolidare la nostra attività, ci impegniamo ad affrontare ogni giorno le sfide con grande determinazione e ad essere “Persone oltre le cose” in ogni scelta che prendiamo e gesto che facciamo. Essere impresa per la comunità significa svolgere azioni che vadano oltre i confini dei nostri supermercati, valorizzando le piccole imprese del territorio, tutelando l’ambiente e sostenendo la comunità”.

I risultati, ottenuti nell’anno del 50° anniversario dalla fondazione testimoniano la capacità del Gruppo di fronteggiare e superare anche le sfide più difficili. Il supporto della Cooperativa ai 1.083 Soci, che hanno continuato a riporre sempre grande fiducia nel Sistema di cui sono parte integrante, è stato particolarmente importante. Oltre, infatti, ai 210 mln di premialità, nel 2022, si sono aggiunti 25 mln di ristoro per le difficoltà affrontate a seguito del rincaro dell’energia e la decisione di destinare alla base sociale la quasi totalità dei profitti della Cooperativa, circa 90 milioni di euro, portando il valore complessivo restituito ai Soci a 325 mln di euro.

“Il 2022 per PAC 2000A ha rappresentato anche un nuovo traguardo nella crescita e nel fatturato, avvicinando di molto la soglia dei 5 miliardi di euro che rappresentano il nostro prossimo obiettivo” afferma Danilo Toppetti, Amministratore Delegato di PAC 2000A. “Formazione, innovazione e sperimentazione sono le direttrici che hanno ispirato il nostro lavoro e che continueranno a indirizzare il nostro futuro. Abbiamo definito e avviatoun piano di sviluppo con investimenti per oltre 457 milioni di euro con l’obiettivo di accrescere l’efficienza gestionale e dei servizi, la redditività, di rafforzare l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, sostenere la continua formazione dei Soci e dei collaboratori. Tutto questo con un unico obiettivo: continuare a crescere, rispondendo in maniera efficace e proattiva alle esigenze del mercato, reagendo ai cambiamenti e cogliendo le opportunità che si presenteranno”.

“In questi anni abbiamo compreso bene le sfide da affrontare e siamo riusciti a trovare soluzioni innovative per soddisfare le esigenze dei nostri clienti, mantenendo al contempo una solida base finanziaria e rimanendo competitivi in un mercato in continua evoluzione. Continuiamo a progettare nuovi approcci, come la revisione strategica degli assortimenti, per intercettare al meglio le esigenze del mercato, e l’avvio di un Ecosistema Omnicanale attraverso un’offerta distintiva di servizi per rafforzare la relazione con la nostra clientela. Inoltre siamo fortemente impegnati nella transizione energetica sia con la riqualificazione dei nostri punti vendita, attraverso accordi con operatori qualificati del settore, per supportare i Soci in tutte le fasi del processo, e con player di primaria importanza del mondo finanziario, per facilitarne l’accesso al credito, che dei centri logistici con ammodernamenti, innovazioni tecnologiche e processi di automazione. Queste azioni genereranno un importante ritorno sia in termini di risparmio sui costi energetici sia in termini ambientali, con un indotto e molte ricadute positive sul territorio” conclude Francesco Cicognola, Direttore Generale di PAC 2000A.

Italiani innamorati del made in Italy, lo conferma l’analisi di DoveConviene

Nelle intenzioni di acquisto degli italiani dominano i brand made in Italy: tutti i marchi nella top 10 dei brand più cercati in offerta in Italia sono del territorio. Il dato emerge da un’analisi di DoveConviene basata sulle ricerche di prodotti in promozione nel settore alimentare effettuate sull’app nei primi mesi del 2023. La medaglia d’oro va a Barilla, che in tutte le regioni italiane risulta infatti il brand più cercato. Seguono con la medaglia d’argento Nutella e col bronzo Granarolo.

1. Pasta Barilla
2. Mutti
3. Gocciole
4. Pasta De Cecco
5. Mulino Bianco
6. Nescafé Dolce Gusto
7. Zymil
8. Nutella
9. Caffè Kimbo
10. Findus

Focus su prodotti e caratteristiche regionali

Pasta – Oltre a Barilla e De Cecco, a livello regionale sono presenti nella top 10 altri brand di pasta come Rummo, Divella, Garofalo, Buitoni e Voiello.

Dolci – Quando si parla di dolci, si notano alcune rilevanti differenze territoriali: Muller è presente in Friuli-Venezia Giulia e Piemonte, Kellogg’s in Liguria, Piemonte e Toscana, Nesquik in Molise e Puglia, Oro Saiwa in Sardegna e Pan di stelle in Puglia.

Caffè – Oltre a Kimbo e Nestcafé Dolce Gusto, troviamo altri brand di caffè in alcune regioni: Vergano in Piemonte e Splendid Caffè in Umbria.

It Has To Be Heinz, è on air la nuova campagna pubblicitaria di Heinz

La nuova campagna Heinz, intitolata It Has To Be Heinz e sviluppata in collaborazione con Wieden+Kennedy, dà vita a un film che racconta storie di amore irrazionale per il brand. Allo spot di lancio si aggiungono cinque spot che narrano con ironia fatti d’amore ineguagliabile realmente accaduti.

Dalla campagna Bastapasta (lanciata in occasione del World Pasta Day), passando per Heinzzola (World Pizza Day), Heinz continua a voler parlare agli italiani, entrando nelle discussioni più accese dei consumatori facendosi strada nelle loro case, diventando un vero e proprio punto di riferimento nella loro vita quotidiana.

“Nell’ultimo anno Heinz è entrata nelle case di oltre 600.000 nuove famiglie, raggiungendo così più di 6milioni di acquirenti. Segno che, anche in Italia, l’amore per i prodotti Heinz è in forte crescita. Vogliamo continuare a ispirare anche nella quotidianità atti di amore irrazionale avvicinandoci sempre di più ai nostri consumatori che ogni giorno condividono con noi passioni e curiosità su abbinamenti davvero insoliti” spiega Fiamma Sinibaldi, Senior Brand Manager Salse per l’Italia di Heinz.

Stop ai commenti falsi, la Direttiva Omnibus regolamenta le recensioni online

Le recensioni degli utenti rappresentano ormai una componente sempre più decisiva nel processo d’acquisto e uno strumento di grande valore per i rivenditori. Secondo un’indagine dello Spiegel Research Center della Northwestern University, la quasi totalità dei consumatori – il 95% – consulta le recensioni prima di concludere un acquisto online, o in un negozio. Il rischio però è leggere commenti non verificati che potrebbero persino rivelarsi falsi.

La situazione è destinata a cambiare a breve, con l’entrata in vigore della Direttiva Omnibus dal prossimo 3 luglio. Tra meno di 7 giorni nel nostro Paese sarà applicato il Decreto Legislativo 26/2023, che recepisce la Direttiva 2019/2161 “per una migliore applicazione e una modernizzazione delle norme dell’Unione relative alla protezione dei consumatori”. La Direttiva comunitaria è frutto di un percorso articolato e approfondito del legislatore per tutelare maggiormente i consumatori e il valore che le recensioni rappresentano ai loro occhi.

Prima dell’entrata in vigore della Direttiva Omnibus non esisteva alcun obbligo inerente la verifica dell’autenticità delle recensioni. Chi faceva della trasparenza e della tutela dei consumatori il focus della propria offerta applicava volontariamente le norme tecniche individuate dall’ISO 20488. Nel suo insieme, l’adozione della Direttiva Omnibus introduce una riforma del Diritto al consumo in Italia, originata anche dalle nuove dinamiche di mercato e di marketing online, che impatta l’attività delle piattaforme di rivendita b2c: recensioni online, offerte e prezzi ribassati, trasparenza nei risultati di ricerca e clausole vessatorie inserite nei contratti. In particolare, la maggior parte delle novità riguarda le recensioni, poiché introduce il concetto di obbligatorietà abbinato alle procedure per garantire la veridicità delle recensioni pubblicate online. Infatti i brand non potranno più classificarle come “recensioni clienti”, se non solo dopo che siano state sottoposte a un processo di verifica e di controllo. Tale processo deve attestare la provenienza da consumatori che, realmente, hanno acquistato o utilizzato il prodotto.

L’obiettivo è tutelare i consumatori, prevenendo la diffusione di recensioni fraudolente e migliorando la loro affidabilità a livello europeo. Ma, nello specifico cosa dovranno fare le aziende che vendono prodotti e servizi online?

-Rendere pubblico il procedimento di autentificazione delle recensioni adottato.
-Riportare chiare indicazioni sul metodo di verifica implementato.
-Dichiarare e provare che le recensioni siano state inviate da chi ha utilizzato/acquistato un prodotto.
-Accertare l’intero processo di raccolta, che comprende anche la moderazione e la pubblicazione delle recensioni.

Le recensioni giocano un ruolo fondamentale nel rapporto con i propri clienti, perché garantiscono un maggior engagement e possono trainare le vendite di un prodotto, sono un driver rilevante del business come sottolinea Elisa Sorrentino, ecommerce Specialist di Carrefour Italia: “Le recensioni clienti sono per Carrefour un ‘mai più senza’! Raccoglierle proattivamente, insieme a un partner di fiducia come Recensioni Verificate influenza positivamente la percezione del nostro brand e la sua credibilità, con conseguente aumento della fiducia e delle vendite”.

Selex, il bilancio del ’22 oltrepassa i 18 miliardi di euro (+7,7%)

Selex chiude il bilancio 2022 con tutti gli indicatori chiave in crescita, a partire dal fatturato al consumo complessivo che, con un +7,7% rispetto al 2021, raggiunge i 18,2 miliardi di euro. Con una presenza capillare grazie ai suoi 3.266 punti vendita (attivi al 31.05.2023) distribuiti in tutte le regioni d’Italia e una quota di mercato che si attesta al 14.8%, il Gruppo si conferma come secondo attore protagonista nel panorama della distribuzione moderna (fonte Circana: gennaio 2022 – canali I+S+St+D). Alla base dei risultati, un modello di business che si conferma efficace anche in periodi di grandi cambiamenti grazie al costante adattamento delle formule commerciali delle insegne del Gruppo ai territori in cui operano.

Anche nei primi 5 mesi del 2023, il fatturato del Gruppo Selex sta facendo registrare una crescita significativa: +13,7% (fonte Nielsen: progressivo 2023 – I+S). “Un bilancio decisamente positivo in un anno estremamente complesso. Un risultato non scontato, frutto della capacità di fare sistema e del lavoro sinergico di tutte le imprese del Gruppo” commenta Alessandro Revello, Presidente di Selex Gruppo Commerciale. “L’obiettivo prioritario, condiviso da tutti i Soci, è stato rassicurare i nostri clienti impegnandoci attivamente a contenere i rincari e contrastare la spinta inflattiva attenuandone l’impatto sul potere d’acquisto delle famiglie. Come Gruppo siamo particolarmente attenti a questi temi e in prima linea nel sensibilizzare l’intera filiera e le istituzioni al riguardo”.

“In uno scenario di consumi in calo, le Imprese del Gruppo continuano a investire per contenere l’inflazione, ammodernare la rete di vendita ed innovare assortimenti e servizi” aggiunge Maniele Tasca, Direttore Generale di Selex Gruppo Commerciale. Un impegno importante che conferma la determinazione degli imprenditori Selex a migliorarsi e migliorare l’esperienza d’acquisto per i Clienti e l’accessibilità di prodotti e servizi per tutti”.

Nel corso del 2022 le marche del distributore hanno consolidato ulteriormente il proprio ruolo, offrendo prodotti di qualità a un prezzo inferiore rispetto a quelli di marca. Le MDD nel Gruppo Selex hanno registrato un incremento a doppia cifra (+18,5%), con picchi nelle linee specialistiche e di primo prezzo. L’ampia e profonda gamma dei prodotti a marchio del Gruppo – che ha raggiunto oggi nell’insieme di tutti i marchi oltre 7.500 referenze – contribuisce ad aumentare la competitività e il valore dell’offerta al consumatore. Particolare importanza è inoltre attribuita alle alleanze strategiche del Gruppo Selex con la centrale acquisti ESD Italia e la centrale internazionale EMD, collaborazioni destinate a rafforzarsi ulteriormente nel 2023.

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