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Parmigiano Reggiano, presentate le nuove etichette a Cibus

Il Consorzio Parmigiano Reggiano lancia a Cibus un nuovo progetto che mira a rendere riconoscibile la DOP al momento dell’acquisto nel punto vendita. Il Parmigiano Reggiano può essere infatti acquistato a peso fisso (in questo caso l’etichetta è già presente sul packaging) o a peso variabile al banco gastronomia dove è più difficile distinguere la DOP dagli altri formaggi a pasta dura. Rendere riconoscibile il Parmigiano Reggiano a peso variabile, cioè quello che arriva al supermercato e viene tagliato e confezionato al banco gastronomia, diventa sempre più un’esigenza imprescindibile per “fidelizzare” il cliente.

L’idea è nata per aiutare il consumatore a capire quale formaggio ha davanti per poter scegliere con maggiore consapevolezza. Spesso, infatti il packaging del Parmigiano Reggiano a peso variabile è troppo simile a quello degli altri formaggi a pasta dura: da una recente ricerca Ipsos è emerso che il 40% dei consumatori non riesce a individuare subito i plus del prodotto e quindi a distinguere tra i diversi tipi di formaggi. Le confezioni non sono sufficientemente esplicite e solo il 28% riesce a distinguere il Parmigiano Reggiano da altri formaggi.

Per rendere il consumatore più consapevole, il Consorzio Parmigiano Reggiano ha ideato un packaging system per valorizzare il prodotto tramite il logo e una serie di bollini corrispondenti alle principali caratteristiche del formaggio.

Il Parmigiano Reggiano, come previsto dal disciplinare di produzione, deve essere tagliato, confezionato e grattugiato in zona di origine da soggetti autorizzati dal Consorzio e inseriti nel sistema di controllo da parte dell’Organismo incaricato (OCQPR). Quest’ultimo prevede che – come unica eccezione a quanto sopra riportato – sia consentito ai soli punti vendita di tagliare e imballare sul luogo il Parmigiano Reggiano per la commercializzazione diretta al consumatore finale. Tali operazioni possono essere effettuate partendo da materia prima certificata (forme intere di Parmigiano Reggiano o porzioni preimballate e certificate) e devono avvenire nello stesso luogo in cui il prodotto è venduto, inoltre l’etichettatura deve rispondere alla normativa vigente che riguarda i prodotti imballati sui luoghi di vendita su richiesta del consumatore o preimballati per la vendita diretta.

Capofila di questo progetto – che prevede una seconda etichetta di forma triangolare che l’operatore attaccherà sulla pellicola del prodotto di vendita al banco gastronomia – sono state Esselunga e Basko (Gruppo Sogegross).

È stata applicata l’etichetta al prodotto a peso variabile che riporta il logo del Parmigiano Reggiano, rendendolo quindi ben distinguibile. Inoltre dà ulteriori informazioni: mette ben in evidenza la stagionatura, contiene il claim che ribadisce la caratteristica dell’essere 100% naturale, senza conservanti.

I dati del primo step sperimentale ha evidenziato che la crescita del tempo medio di attenzione dei consumatori al banco dei prodotti di peso variabile è aumentato alla presenza delle etichette e del logo del Parmigiano Reggiano – dai 5 – 10 secondi senza etichetta a 10 – 20 secondi in presenza dell’etichetta – oltre alla percentuale di consumatori esclusivisti che è slittata dal 17% del 2019 al 18% del 2021.

Sei referenze BrewDog destinate alla Gdo italiana

Al grido di “Craft Beer for the People”, BrewDog ha creato un movimento internazionale in grado di evolversi con coerenza negli anni e le sue birre sono diventate simbolo di “un’ordinaria follia”, segnata da produzioni sfacciate come quella di Punk IPA, birra artigianale numero uno in Europa e primo grande successo internazionale del brand.

Da quest’anno il marchio più “ribelle” della storia della birra viene distribuito in Italia nel canale retail dal gruppo olandese Royal Swinkels Family Brewers. Con una comunicazione irriverente e un modo di fare birra rivoluzionario BrewDog è un vero e proprio caso nel panorama internazionale.

BrewDog si presenta sul mercato italiano nella grande distribuzione con sei diverse referenze, tutte di ispirazione americana, molto aromatiche e ricche di luppoli.

Punk IPA
Punk IPA (grado alcolico 5,4%) è il simbolo della rivoluzione craft in Europa. È una birra particolarmente aromatica e ben bilanciata sul gioco di malti e luppoli, caratterizzata da un colore dorato intenso. Lo stile India Pale Ale si ispira alle tendenze americane; questa birra è prodotta interamente con luppoli americani e neozelandesi. All’olfatto si rivelano subito intense note agrumate e tropicali, soprattutto pompelmo, frutto della passione e ananas. Al palato si conferma il piacevole carattere fruttato con un finale lungo e dissetante.

Hazy Jane
Hazy Jane (grado alcolico 5%) è una New England IPA, espressione di uno stile che proviene dal Nord degli Stati Uniti, dal New England e reinterpreta la tradizione inglese delle IPA. È una birra torbida o hazy, da qui il nome Hazy Jane (“torbida Jane”), caratterizzata da un ottimo equilibrio. Sia al gusto che all’olfatto emergono note di frutta tropicale (ananas, mango e papaya in evidenza) ed una vena agrumata con sentori di scorza d’arancia e limone. In chiusura un delicato amaro erbaceo. Dall’aspetto opalescente per il cospicuo dry hopping e per la presenza di avena e frumento nella sua ricetta, ha un sapore più morbido ed avvolgente e un’amarezza più contenuta delle IPA.

Elvis Juice
Elvis Juice (grado alcolico 6,5%), dedicata a The King, è una Citrus IPA ambrata, di carattere, prodotta con luppoli americani e infusa con scorze di pompelmo, che le donano spiccate note amare e fruttate. La principale caratteristica di questa birra è l’equilibrio perfetto tra l’amaro dei luppoli e la dolcezza dei malti. Ha un corpo leggero in cui sono le note agrumate dei luppoli, esaltate dal pompelmo, a fare da padrone. In chiusura, una vena più spiccatamente erbacea e un amaro deciso rendono la bevuta dissetante.

Dead Pony Club
Dead Pony Club (grado alcolico 3,8%) è una Session IPA che rientra nelle Californian Pale Ale. Presenta un piacevole carattere luppolato e un corpo leggero e si presenta con un colore ambrato. Ha un bouquet aromatico ampio, dove emergono in maniera rilevante sentori floreali, agrumati e di frutta tropicale. Al palato c’è un buon bilanciamento tra l’elemento “beverino” e la componente luppolata che dà struttura al prodotto e concede un lieve amaro persistente in chiusura. Luppolo e basso tenore alcolico sono il segreto di questa birra rifrescante e beverina.

Planet Pale
La Planet Pale (grado alcolico 4,3%) è una novità nelle Pale Ale, birre ad alta fermentazione, bionde, prodotte con malti più leggeri. Un nuovo mix di luppoli che le conferiscono lievi note agrumate e note di pino lasciando un morbido retrogusto di frutti tropicali. Una birra straordinaria, espressione del DNA di BrewDog e della sua mission di impegno verso il Pianeta e di passione per le birre di qualità.

Lost Lager
Lost Lager è una birra dal tenore alcolico medio (grado alcolico 4,5%), si ispira alle categorie delle pilsner tedesche, con una attenzione al pianeta, in pieno stile BrewDog. È una birra chiara, prodotta utilizzando l’energia eolica, un terzo in meno di acqua e minori scarti dei malti. L’aggiunta dei luppoli Select, Spaltere Saphir combina vibranti note di agrumi ed erbe regalando a questa iconica lager un gusto intenso e rinfrescante.

Ce.di. Sigma Campania, è (di nuovo) il momento di Giuseppe D’Angelo

Ritorno al futuro per Ce.Di. Sigma Campania. Il centro distributivo socio della centrale multinsegna D.It si affida nuovamente a Giuseppe D’Angelo, nominato nei giorni scorsi Direttore Generale.

Napoletano, 56 anni, laureato in Economia Internazionale, D’Angelo ha una lunga esperienza nel settore della Gdo, in parte maturata proprio in Ce.Di. Sigma Campania, di cui è già stato Direttore Generale per oltre 10 anni, fino al 2014. A quell’anno risale infatti il passaggio – nel ruolo dapprima di Vice Direttore Generale e poi di Direttore Generale – in Multicedi, azienda leader della distribuzione in Campania, che all’epoca era anch’essa socia Sigma (la centrale da cui è poi nata D.It).

Nella GDO campana, e non solo, le storie societarie e professionali si intrecciano le une alle altre, in un mercato frammentato e altamente competitivo. È dunque utile ricostruire alcuni avvenimenti rilevanti. Nel 2013 Multicedi sigla una partnership con il Gruppo Arena, oggi leader della Gdo in Sicilia. L’accordo è sostanzialmente finalizzato alla condivisione di progetti di insegna e prodotto a marchio. Nel 2016 entrambe le aziende entrano in Gruppo VéGé, lasciando la centrale Sigma, che a sua volta l’anno dopo – a seguito dell’accordo con Sisa – diventa D.It. Nel 2020 vede la luce RetailPro, società campana legata da un rapporto di master franchising con il Gruppo Pam, di cui adotta le insegne. Della compagine fanno parte due ex soci di Multicedi, mentre l’Amministratore Delegato e Direttore Generale è Giovanni Domenico Barbano, fino all’anno prima Direttore Generale proprio di Multicedi.

Ed è appunto nel 2019, dopo l’uscita di Barbano, che D’Angelo diventa Direttore Generale di Multicedi, impegnandosi in un’attività che ha portato a recuperare buona parte del fatturato perso con la nascita di RetailPro. Ora il ritorno in Ce.Di. Sigma Campania, fortemente voluto da Francesco Del Prete, socio e Amministratore Delegato del centro distributivo che conta 173 punti vendita prevalentemente nelle province di Campania, Lazio e Molise.

Quali saranno gli obiettivi di Giuseppe D’Angelo in Ce.Di. Sigma Campania? L’azienda ha comunicato che “Lo sviluppo del business sarà rivolto alle regioni del Centro Sud confinanti con la Campania, con un piano di espansione ponderato e graduale che tenderà a privilegiare l’affiliazione, ma accompagnata da una business unit dedicata alla gestione diretta del retail, quale officina di sperimentazione di test e format commerciali. Obiettivo fondamentale, in questa prima fase, sarà favorire la transizione digitale del gruppo, ovvero trasformare il know how di azienda da ‘acquisti’, tipico retaggio degli storici e desueti consorzi distributivi, ad azienda proiettata alle ‘vendite’, utilizzando le tecnologie moderne che spingono le aziende a sfruttare l’omnicanalità e, dunque, dare maggiore valore al B2C e al marketplace”.

Di certo D’Angelo proverà ad accrescere la massa critica del gruppo, compito non semplice vista la già citata frammentazione del mercato regionale. Dalla sua, però, il manager ha il vantaggio di conoscere bene la realtà in cui va ad operare e i principali concorrenti con cui dovrà confrontarsi. Oltre all’esperienza per muoversi nel complicato mondo della GDO.

Consorzio di Tutela Cipolla Rossa di Tropea IGP, dalla Calabria al mondo

Il merito è dei fenici e, successivamente, degli antichi greci. Secondo alcune fonti storiche furono loro a introdurre la coltivazione della cipolla nel bacino del Mediterraneo e in particolare in Calabria. Sono dunque antichissime le origini di una delle eccellenze che hanno reso inimitabile la gastronomia italiana: la Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP.

Oggi a custodire questo patrimonio è il Consorzio di Tutela Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP, che sarà presente al Macfrut 2022 (Rimini 4-6 maggio 2022, padiglione Hall -B5-D5 Stand 7).

Nato nel 2008, il Consorzio ha l’obiettivo di far conoscere, promuovere e valorizzare un prodotto di altissima qualità, garantito dal marchio IGP, che ancora oggi viene lavorato esclusivamente con tecniche manuali. E i risultati di questo impegno sono evidenti: dal 2008 al 2021, la produzione della Cipolla Rossa Tropea IGP Calabria è aumentata del 30%, raggiungendo i 300.000 quintali raccolti su un territorio complessivo di 690 ettari coltivati. Attualmente le aziende che possono vantare la certificazione IGP sono 123 e nel 2021 il fatturato alla produzione si è attestato vicino ai 18 milioni di euro, contribuendo in modo significativo al Prodotto interno lordo della Regione.

Ma la produzione della Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP rappresenta un’importante risorsa non solo in termini economici, visto lo stretto legame con il territorio e le importanti ricadute sociali. Basti pensare che la manodopera impiegata supera le 5.000 unità e per il 70% si tratta di addetti di provenienza locale.

Un’eccellenza che dalla Calabria si è fatta strada nei principali mercati internazionali. Quest’anno l’export ha assorbito una quota pari al 20% della produzione complessiva, confermando così i buoni risultati conseguiti nel recente passato. I più ghiotti di Cipolla Rossa di Tropea, dopo noi italiani? I tedeschi. È infatti la Germania ad aggiudicarsi la leadership in termini di acquisti, seguita dalla Francia, dalla Svizzera, dall’Austria e dal Regno Unito. Nel contempo, è in forte crescita la richiesta proveniente dagli Stati Uniti di prodotti trasformati. Dalla Calabria al mondo, grazie all’intraprendenza commerciale delle aziende produttrici e all’attività di promozione e valorizzazione condotta dal Consorzio.

Migliorano i driver di performance della Gdo

Tra pandemia e dinamiche inflattive, cos’è cambiato nel comportamento d’acquisto degli italiani, in termini di canali distributivi e categorie di prodotto? E come si sono trasformati i KPI di vendita e di out-of-stock nel breve e nel lungo periodo?

Sono le domande a cui GS1 Italy, in ambito ECR e in collaborazione con IRI, ha voluto rispondere nel corso del workshop online “Due anni di discontinuità: gli effetti nelle dinamiche di sell-out e di out-of-stock”, organizzato nell’ambito dell’Optimal shelf availability (OSA), un progetto che studia, misura e analizza il fenomeno dell’out-of-stock, per identificare soluzioni strategiche e collaborative, condivise da produttori e distributori, che aiutino a migliorare il livello di disponibilità dei prodotti sugli scaffali e a soddisfare, quindi, il consumatore.

Con gli interventi di Ilaria Archientini, ECR project manager di GS1 Italy, e di Marco Colombo, operations e product management director di IRI, l’incontro è partito dall’analisi dei dati giornalieri dei canali di vendita moderna per metterne a fuoco gli elementi di continuità e quelli testimoni dei cambiamenti in atto, e per identificare le dinamiche nelle varie categorie merceologiche, anche alla luce delle pressioni inflattive, delle tensioni lungo la filiera e dei nuovi comportamenti di acquisto, determinati sia dall’incertezza del contesto sia da fenomeni diventati strutturali, come lo smart working.

Delineata l’evoluzione di scenario, il focus è poi passato ai driver di performance nel punto vendita, con l’obiettivo di comprendere il nuovo ruolo rivestito da assortimento, promozione, prezzo e out-of-stock per le performance dei retailer e dei produttori.

«Nel 2021 è ricominciato il trend verso la maggiore efficienza dell’out-of-stock, che si era interrotto bruscamente nel 2020 anche a causa delle difficoltà nella catena di approvvigionamento e degli acquisti dei beni di prima necessità a punto vendita, superiori rispetto alle vendite attese» ha spiegato Ilaria Archientini. «Nell’arco di un anno il tasso di out-of-stock si è ridotto dello 0,4%, scendendo nel 2021 al 3,5%. Anche in termini di impatto economico, l’anno scorso è ripresa la tendenza migliorativa che si era registrata tra 2017 e 2019, e il dato delle vendite perse nel largo consumo confezionato si è attestato al 4,7% contro il 5,1% del 2020. Quindi, il rapporto tasso di out-of-stock e vendite perse è stato pari a 1,47».

Per approfondimenti, i materiali del workshop online “Due anni di discontinuità: gli effetti nelle dinamiche di sell-out e di out-of-stock” sono disponibili sul sito di GS1 Italy.

Prossimo appuntamento con i workshop OSA, martedì 12 ottobre 2022, online dalle 14:30 alle 15:30, con “Largo consumo confezionato: evoluzione tra le rivoluzioni”.

Quanto incide la marca del distributore sulle vendite del canale discount?

La domanda è precisa: quanto incide la marca del distributore sulle vendite del canale discount? Provate a dare la vostra risposta, prima di leggere quella arrivata da Gianmaria Marzoli, Retail Solutions Vice President di Iri, durante l’ultima edizione di Marca (la trovate in fondo a questo post). L’autorevolezza della fonte sgombra il campo da qualsiasi ipotesi di errore, relativamente a un numero che potrebbe sorprendere.

A pensarci bene, la cifra in questione non è che l’ennesimo segnale di quanto il discount sia cambiato in termini di assortimento, oltre che di ambientazione del punto vendita. E se è vero che il leader del canale in Italia – Eurospin – resta fedele all’impostazione classica che non prevede la presenza di grandi marche, molte altre insegne hanno ampiamente “sdoganato” i brand industriali. Basti pensare a Lidl – che occupa la seconda posizione nella classifica del discount a livello nazionale – e alla quantità di fuori scaffale brandizzati che accompagna l’inaugurazione di ogni suo nuovo punto vendita. Per non parlare della presenza di brand nelle attività promozionali nel corso dell’anno.

D’altra parte, come potrebbero le grandi marche rinunciare al canale più performante del panorama distributivo italiano? In base ai dati Iri, il largo consumo confezionato ha chiuso il 2021 con un incremento del +3,1% a valore. Parliamo di 2.452 milioni di euro aggiuntivi rispetto all’anno precedente e di questi oltre 1.550 milioni di euro (il 63,2% del totale) sono appannaggio del discount. In pratica, il discount ha contribuito con un +1,97% a quel +3,1% del totale mercato. E per dare un’idea di quanto diverso sia il ritmo di sviluppo delle vendite, basti ricordare che il secondo canale per contributo alla crescita è il supermercato, con +0,45%.

Alla luce di quanto detto finora, qual è dunque l’incidenza della Mdd sulle vendite del discount? Il 60,2%. E il quasi 40% che manca è suddiviso equamente tra grandi marche e brand industriali di primo prezzo. Perché sebbene offra più grandi marche e meno Mdd rispetto al passato, il discount non rinuncia al suo Dna fatto di convenienza e di assortimenti compatti. Una formula premiata dai consumatori italiani.

Al Bronzo, la nuova linea premium di Barilla

Barilla lancia la nuova linea premium “Al Bronzo” con una campagna internazionale firmata Publicis Italia – dal 2021 partner di Barilla per la strategia e la creatività a livello globale – che è on air, a partire dallo scorso 24 aprile, in 9 Paesi: Italia, Francia, Germania, Australia, Belgio, Spagna, Austria, Svizzera e Svezia.

Nell’anno in cui celebra i 145 anni di storia, Barilla porta su tutte le tavole del mondo una nuova dimensione per la pasta, rafforzando la connessione emotiva con i propri consumatori attraverso un’esperienza di gusto completamente nuova, intensa come se fosse stata mangiata per la prima volta.

Su questa strategia si basa il nuovo film internazionale prodotto da BRW e girato a Milano dal premiato regista francese Philippe André, da cui emerge tutta la potenza narrativa e visiva di immagini che raccontano una nuova dimensione del prodotto. Un big bang in cui la pasta rinasce con una intensità di gusto senza precedenti tale da offrire ai consumatori un’esperienza completamente inedita.

La nuova Barilla Al Bronzo, con la sua Lavorazione Grezza, è un atto di genio italiano che reinventa la tradizione e porta con sé un messaggio rivoluzionario: Pasta Is Born Again (In Italia: Nasce Barilla Al Bronzo). La creatività, si sviluppa in un climax ascendente accompagnata dalle note di “Flower Duet”, un famoso duetto per soprano e mezzosoprano dall’opera Lakmé di Léo Delibes, brano scelto per celebrare un nuovo inizio per la pasta in grado di risvegliare e ispirare sensi, ricordi ed emozioni.

Penny, oggi nuova apertura sulla sponda comasca del lago

Penny Market conferma la volontà di crescere non solo attraverso l’apertura su tutto il territorio italiano di nuovi punti vendita, ma anche attraverso acquisizioni. Ne è testimonianza l’apertura odierna dello store ex Leader Price di Gravedona ed Uniti, che rappresenta un negozio altamente strategico per la sua geo localizzazione a forte transito turistico-internazionale.

Non si arresta la crescita del brand che, sostenuto dal gruppo REWE, conferma ormai da qualche anno un forte tendenza a rinnovarsi, consolidarsi sul territorio e avvicinarsi al cliente con servizi quali la macelleria e la gastronomia servita; costante risulta il miglioramento della customer experience e la semplificazione dei processi, anche e soprattutto quelli, come il servizio di home delivery Penny A Casa già consolidato nella grandi città, che sono sostenuti da innovazione, tecnologia e un approccio sostenibile.

La presenza Penny Market in Lombardia arriva a 94 punti vendita e a indossare la maglia rosso Penny sono oggi i 10 ex collaboratori Leader Price di Gravedona ed Uniti che, a seguito di una operazione di acquisizione degli spazi proprio da parte di Penny Market, possono ora iniziare, insieme ai nuovi assunti, il percorso di formazione e sviluppo che PENNY ha studiato per le sue persone.

Il nuovo Penny Market che apre oggi a Gravedona è il primo punto vendita della catena sulla sponda comasca del lago, cui mancava un’offerta di tipo discount. Lo store, situato sulla SS340, riveste notevole importanza quale collegamento tra la parte bassa del lago di Como, Valchiavenna, Valtellina e Svizzera e con i suoi circa 700 mq di superficie di vendita, andrà a servire il bacino di utenza del comune di Gravedona ed Uniti e tutti i comuni contermini.

Puntare sui prodotti italiani valorizzando il territorio e le eccellenze locali è ormai un asset distintivo delle nuove aperture del brand. Lo spazio avrà la macelleria Penny che punta sulla qualità della carne italiana, il Bake-off e quindi il pane sfornato caldo tutti i giorni, una vasca dedicata al pesce fresco e una alla pasticceria. L’attuale assortimento di oltre 2500 referenze punta sui prodotti italiani e regionali di qualità, presenti per più del 75% del totale, in un interessante mix tra private label e top brand, a cui si associa una funzionale selezione non-food.

Codè Crai Ovest, aperto un nuovo punto vendita a Ciriè

Prosegue la crescita di Codè Crai Ovest nella provincia di Torino e in particolare nel territorio del Canavese. Venerdì scorso 29 aprile ha aperto un nuovo punto vendita a Ciriè, in Strada San Giovanni 2: si tratta del quarto supermercato a marchio Crai in città. Con questa nuova apertura, Codè Crai Ovest mira consolidare la sua presenza nella cittadina, dopo i punti vendita già attivi in via Lanzo 165, in via Luigi Rossetti 17 e in via Vittorio Emanuele 23.

Codè Crai Ovest si rafforza così sul territorio con i suoi punti vendita di prossimità: oggi la cooperativa è formata da 220 soci distribuiti fra Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Lombardia, per un totale di oltre 400 punti vendita di cui circa 100 nell’intera provincia di Torino e 30 solo nella zona del Canavese.

Il nuovo supermercato si articola in 400 metri quadrati di esposizione e fornisce ai clienti un’offerta varia e completa: tra i reparti anche la macelleria, la panetteria, l’area sushi e la presenza di un’ampia zona dedicata ai prodotti di parafarmacia. Nell’area esterna è stato installato inoltre un dispositivo per riciclo della plastica che eroga buoni sconto nell’ottica di incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti. L’iniziativa è in linea con la politica di Codè Crai Ovest, sempre più impegnata nel rendere la spesa sostenibile e consapevole.

I valori del nuovo negozio sono sempre gli stessi, quelli che hanno caratterizzato l’insegna CRAI fin dalla sua fondazione: cordialità, servizio al consumatore, attenzione ai prodotti tipici e a quelli della tradizione agroalimentare italiana. Qualità e trasparenza – verso i soci, i dipendenti, i fornitori ed i clienti – e l’impegno quotidiano per portare il meglio sulle tavole degli italiani.

Indirizzo: Strada San Giovanni 2 Ciriè
Dimensioni: 380 mq
Orario: LUN-SAB 8.30-20; DOMENICA 9-13
Numero Casse: 3
Numero Referenze: circa 5.000

Melegatti a Cibus, in anteprima i dolci di Natale 2022

Saranno numerose e tutte nell’ottica del giusto equilibrio tra sapori tradizionali e innovativi le novità di prodotto che Melegatti presenterà alla fiera internazionale dell’agroalimentare Made in Italy, Cibus.

Melegatti proporrà il suo Croissant classico, quello che non tramonta mai. Dall’ampia alveolatura della pasta, alla morbida lievitazione, i numerosi strati di sfoglia dall’invitante superficie dorata trovano nei cristalli di zucchero l’armonia del gusto. L’alta qualità dei croissant Melegatti è garantita da 128 anni di tradizione dolciaria che vede nel Lievito Madre Melegatti 1894 uno dei suoi punti di forza. Si affianca una attenta selezione delle materie prime, dal miele rigorosamente italiano alle uova di galline italiane allevate a terra, una lenta lievitazione e una ricettazione tramandata dalla lunga esperienza pasticcera. Il packaging del croissant, decisamente identificativo nei colori e nei simboli del mondo Melegatti, attribuisce ulteriore piacere al gusto.

Sarà un Natale 2022 ricco di novità per Melegatti e Cibus è la giusta vetrina per presentarle. Tra i pandori farciti l’azienda veronese presenta il Pandoro Pistacchio, un pandoro con pasta 100% di pistacchio nell’impasto e gocce di cioccolato bianco, farcito con crema di pistacchio. La cura con cui Melegatti porta avanti le sue ricette ha introdotto una finitura con decorazione di zucchero a velo verde aromatizzato per attribuire un gusto equilibrato e piacevole.

A Parma Melegatti presenterà la nuova Linea Cacao-Trace, con tre referenze di panettone farcito realizzate con il cioccolato fondente Cacao Trace. Novità che coniugano la massima attenzione alla qualità della materia prima con l’adozione di progetti di sostenibilità sociale e ambientale. Il programma Cacao-Trace mira a realizzare un cioccolato dal gusto migliore garantendo il giusto valore all’intera filiera produttiva.

Il programma internazionale garantisce formazione e assistenza tecnica ai contadini, anche per preservare la tutela ambientale, riconoscendo loro un prezzo del cioccolato più elevato rispetto alla media del mercato al fine di garantire condizioni di vita migliori. Le tre referenze della nuova linea sono il Panettone Cioccolato & Pera, il Panettone Cioccolato & Ciliegia e il Panettone Cioccolato & Caramello. Per questa nuova linea il packaging presenta elementi di distintività che valorizza anche a livello cromatico il cioccolato fondente.

Melegatti sarà al Cibus, dal 3 al 6 maggio a Parma, al Padiglione 6 Stand I 007

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