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Alle Terrazze debutta il primo Voice Magazine

E’ arrivato in esclusiva alle Terrazze il primo Voice Magazine di un centro commerciale in Italia: tante esclusive rubriche vocali che, tramite i racconti di alcuni degli influencer più seguiti del web, condivideranno consigli e tendenze del momento e guideranno alla scoperta del territorio spezzino!

Già al debutto è stato possibile ascoltare tramite gli assistenti vocali Alexa e Ok Google i primi contenuti delle diverse rubriche:

  • La consulente di immagine @iristinunin dispenderà consigli di moda nella rubrica “STILE CON IRIS”
  • Francesca de @lasottilelinearosa guiderà la rubrica “CONSIGLI DI FRANCESCA” offrendo suggerimenti e proposte di stile e idee per il tempo libero e la casa.
  • La sezione “POLLICE VERDE” sarà curata da @balcone.fiorito, garden blogger ed esperto di giardinaggio.
  • La rassegna “CURIOSITÀ DAL TERRITORIO” condurrà gli utenti in un viaggio itinerante alla scoperta delle realtà del territorio spezzino, attraverso interviste alle associazioni e istituzioni del territorio.

Ascoltare il Voice Magazine è facilissimo! Basata accedere con il comando “Ok Google/Alexa apri Centro Commerciale Le Terrazze” ascolta il trailer e pronuncia “Magazine”.

Poi si dovrà scegliere la rubrica preferita, pronunciando il nome dell’argomento desiderato: POLLICE VERDE – STILE CON IRIS – CONSIGLI DI FRANCESCA – CURIOSITÀ DAL TERRITORIO.

 

 

Victoria’s Secret, a Serravalle il suo secondo outlet store italiano

Victoria’s Secret, con il suo secondo Outlet store italiano in partnership con Percassi, debutta all’interno del Serravalle Designer Outlet, del Gruppo McArthurGlen.

Il nuovo store offre un’ampia selezione delle iconiche collezioni di lingerie Dream Angels, Very Sexy, T-Shirt Bra, Sexy Illusions e Body by Victoria, di pigiami e accessori insieme alle linee di prodotti per il corpo e alle fragranze Victoria’s Secret Bombshell, Victoria’s Secret Tease e Victoria’s Secret Love.
Situato nei pressi dell’ingresso Levante del Designer Outlet e della nuova playground, lo store si sviluppa su un unico piano, per una superficie di vendita di 325 metri quadrati. 

Cegid arriva in Italia, al servizio dei retailer moda, lusso e beauty

Cegid, player mondiale nell’offerta digitale e omnichannel al retail fashion & luxury, entra sul mercato italiano con Cegid Retail, la  piattaforma globale in cloud dedicata al commercio unificato e ai punti vendita. L’obiettivo è quello di supportare i retailer del fashion & luxury su tutti i canali di vendita e in tutto il mondo.
‘Retail the new way’ è il claim che accompagna il marchio Cegid, che nel primo trimestre di quest’anno, ha siglato accordi con brand prestigiosi per lo sviluppo di progetti internazionali di rilievo, come Benetton Group, che nel mese di maggio ha scelto di avvalersi delle soluzioni Unified Commerce e Global POS di Cegid Retail per potenziare i 1.358 negozi presenti in oltre 20 Paesi del mondo e offrire ai propri clienti un’esperienza di acquisto omnicanale allo stato dell’arte.
“Dal 2009 le aziende della moda, del lusso e del beauty rappresentano il nostro focus principale”, afferma Mario Davalli, Country Manager Cegid per il Sud Europa. “Ed è proprio in questi settori che si collocano le nostre principali referenze internazionali, composte da brand prestigiosi, alcuni dei quali appartenenti ai più noti gruppi internazionali del luxury. Aree in cui il nostro mercato principale, l’Italia, è indubbiamente molto dinamico e rinomato”. Una crescita annua importante, quella di Cegid, confermata da un aumento a ritmo costante del numero di firme chiave sul mercato italiano. “Oltre al recente successo ottenuto con Benetton, a livello di country siamo stati scelti da brand del calibro di Harmont & Blaine, Champion, Replay Jeans, Miniconf, Scorpion Bay e Facis”, prosegue Davalli. “Cegid è inoltre il partner tecnologico per la trasformazione digitale omnichannel di marchi globali come – giusto per citarne alcuni – Furla, Herno, Aquazzura, Barbour, Lacoste, Clarins, Shiseido”.

Le merendine fatturano 1.088 milioni di euro. L’analisi di Iri

Per colazione o come pausa dolce, agli italiani le merendine piacciono. Ma quali performance hanno avuto durante la pandemia? Ce lo racconta un’analisi di IRI.

Insieme a Biscotti, Fette Biscottate, Cereali per la Prima Colazione, Torte Pronte, Pasticceria e Wafer, le Merendine compongono, il comparto dei Prodotti da Forno e Cereali, che rappresenta quasi il 6% del fatturato del Largo Consumo Confezionato (LCC), in lieve flessione nell’ultimo anno rispetto ai precedenti. La pandemia da Covid-19 e le variate abitudini degli Italiani nell’ultimo anno hanno infatti portato ad una crescita complessiva di questi prodotti, seppur inferiore a quella del Largo Consumo nel suo complesso: se l’LCC ha registrato un trend di fatturato per gli ultimi 12 mesi a marzo 2021 pari a +6,1%, i Prodotti da Forno si sono fermati ad un +1,3% (sul perimetro di ipermercati, supermercati, negozi a libero servizio piccolo e discount). Le Merendine sono riuscite a chiudere il periodo con uno spunto lievemente superiore, pari al +2,0%, realizzando il 26,9% del fatturato del comparto.

Andamento della categoria

La categoria delle Merendine ha realizzato nell’ultimo anno a marzo 2021 un fatturato di 1.088 milioni di euro nella Distribuzione Moderna (ipermercati + supermercati + libero servizio piccolo + discount) in crescita del +2%; anche i volumi sono stati positivi e pari al +1,6%. Come tutte le categorie del Largo Consumo, anche le Merendine sono state impattate dalla pandemia: ad una crescita delle vendite del mese di marzo 2020 (+4,4% a valore), comune a molte categorie per effetto dei comportamenti dei consumatori che hanno acquistato molti prodotti in ottica di “scorta”, hanno fatto seguito i mesi della primavera/estate con fatturato negativo, per riprendere poi a crescere con tassi importanti a partire da settembre, ovvero dalla seconda fase di restrizioni. Oltre la metà delle vendite complessive delle Merendine sono state realizzate dal canale dei supermercati (56% del valore e 52% dei volumi), ma la crescita del mercato è trainata dai discount che hanno superato nell’ultimo anno un quinto del fatturato complessivo e un quarto dei volumi con trend in crescita quasi a doppia cifra. Il libero servizio piccolo e soprattutto gli ipermercati chiudono invece il periodo in terreno negativo, come successo per molte altre categorie del Largo Consumo. L’assortimento medio delle Merendine è ampio: settimanalmente sono presenti quasi 100 referenze in un supermercato medio, che salgono a 150 in un ipermercato ma scendono a 36 in un discount, in cui gli assortimenti sono sempre molto più «asciutti». L’offerta di prodotti così variegata è frutto delle diverse tipologie di Merendine, che permettono di segmentare la categoria da più punti di vista: in primis per forma, andando dai trancini ai croissant, dalle crostatine ai plum cake, solo per citarne alcune, fino ad arrivare a prodotti più innovativi come i pancakes. I trancini sono il tipo di prodotto più importante in termini di peso, dal momento che sviluppano un terzo del fatturato complessivo della categoria, seguiti dai croissant, con oltre ¼ del fatturato; la tipologia più dinamica è però quella dei plum cake, che aumentano il proprio peso anno dopo anno, seguiti dalle crostatine. Le Merendine si differenziano anche tra semplici, ricoperte (spesso con cioccolato) e farcite con creme e marmellate di gusti vari, che permettono ai produttori di innovare e soddisfare così i gusti di un numero maggiore di consumatori. Ancora, è possibile identificare alcuni segmenti del mercato, più o meno dinamici e ampi, che offrono alternative ai consumatori con prodotti biologici, senza glutine o con farina integrale.

I primi due sono nicchie di mercato, che sviluppano ognuno circa l’1% del fatturato complessivo, in calo nell’ultimo anno, frutto delle strategie dei produttori, che di volta in volta presentano sul mercato nuovi prodotti. Le Merendine integrali sviluppano invece oltre il 6% del fatturato complessivo e, anche in questo caso, il loro peso sull’intera categoria varia in funzione dei nuovi prodotti, che spesso arricchiscono l’offerta integrale con altri ingredienti più o meno golosi: crema alla nocciola, marmellata ai frutti rossi, miele, cioccolato. I consumatori sono infatti sempre più alla ricerca, non solo in questa categoria, di prodotti “salutistici” ma che strizzino anche l’occhio al gusto.

Prezzi e promozioni

All’interno del comparto dei Prodotti da Forno e Cereali, la categoria delle Merendine ha, insieme ai Cereali, un posizionamento premium tra i prodotti consumati per la Prima Colazione: il prezzo medio al chilo di pari a 6,45€ (anno terminante a marzo21, iper+super+LSP), in linea con i Cereali (6,49€) e decisamente più elevato di Biscotti e Fette Biscottate, che si posizionano intorno i 4€; questi prezzi non tengono in considerazione le Merendine senza glutine, che raggiungono quasi i 14€/kg. Le Merendine sono anche la categoria più promozionata tra i Prodotti da Forno (oltre 1/3 dei volumi sono venduti in taglio prezzo), seguite a breve distanza dai Biscotti e con maggior distacco da Fette Biscottate e Cereali (meno del 30%). La pressione promozionale è però in progressivo calo; risulta infatti essere inferiore di 3 punti rispetto allo scorso anno e di quasi 7 rispetto all’anno terminante a marzo 2017. Un discorso a parte deve essere fatto per i discount, che hanno notoriamente prezzi più bassi e promozioni più contenute: con un prezzo medio al chilo di 4,69€, il risparmio per le Merendine acquistate in questo canale è pari a quasi il 30% rispetto alla Distribuzione Moderna “classica”. Al contempo le attività di taglio prezzo sono inferiori e si attestano nell’ultimo anno ad un 22% dei volumi complessivi.

Innovazione

Come già anticipato, l’innovazione di prodotto nelle Merendine è importante e permette ai produttori di soddisfare le nuove richieste dei consumatori: negli anni solari 2019 e 2020 i nuovi lanci (intesi come nuovi EAN immessi sul mercato) hanno sviluppato un fatturato che si attesa tra il 3 e il 4% delle vendite complessive della categoria, in crescita rispetto ai lanci del 2018 (1,4% del fatturato) ma inferiore a quelli del 2017, che avevano superato il 5%. L’innovazione di prodotto delle Merendine è soprattutto estensione di gamma: si differenzia l’offerta grazie a nuove farciture golose (crema alla nocciola, latte e cacao, crema pasticcera…), nuovi gusti di confettura (molto apprezzati negli ultimi anni i frutti rossi, che sono stati utilizzati per parecchi lanci, ma anche farciture più particolari come mix di zucca-carotaarancia, per fare un esempio), farina integrale o nuovi ingredienti nell’impasto, dalle classiche gocce di cioccolato ai più innovativi mix di pere e cioccolato o mele. Non mancano, anche se in misura minore, le nuove brand che arricchiscono i classici ingredienti delle Merendine con crema al limone piuttosto che yogurt greco o farina di riso. Ancora una volta, l’innovazione permette di soddisfare le richieste dei consumatori che cercano prodotti buoni, in linea con le tendenze “salutistiche” ormai radicate, ma comunque sempre golosi.

Il canale online

Per quanto attiene alle Merendine, il canale on-line pesa solo l’1,2% del fatturato complessivo (anno terminante a marzo 2021, totale iper + super + libero servizio piccolo + discount + generalisti Online) ma questo peso è più che raddoppiato rispetto ai 12 mesi precedenti. La sua crescita ha infatti contribuito per oltre il 20% alla crescita del fatturato complessivo della categoria.

Delivery, dal ritiro in negozio ai depositi automatici

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Il 2020 è stato l’anno in cui l’e-commerce ha avviato un’accelerazione senza
precedenti dovuta ai cambiamenti di consumo dettati dalla pandemia. L’evoluzione dello shopping online è passata anche attraverso lo sviluppo dei metodi di consegna a disposizione dei consumatori. Ne è consapevole isendu, la startup italiana che si occupa di logistica e gestione delle vendite,  e che ha analizzato le diverse forme di delivery
che le aziende hanno adottato per stare al passo con le richieste dei propri clienti e offrire il servizio migliore per ogni caso.
Dalla sua analisi ecco quali risultano le forme di delivery diventate popolari durante la pandemia: 

● BOPIS (Buy Online Pickup In Store)
È la forma di delivery che ha riscosso maggiore successo durante il lockdown e nei mesi
immediatamente successivi perché permette di sfruttare il meglio dell’online e offline shopping. Il consumatore può infatti scegliere, confrontare e acquistare online per poi andare in negozio a ritirare il prodotto acquistato, avendo anche la possibilità di valutarlo di persona. A sposare questa soluzione sono stati soprattutto i grandi nomi della GDO, così come molti brand della cosmetica e dell’abbigliamento. Ma questa soluzione è disponibile anche negli store di dimensioni più modeste: isendu, infatti, stima che circa il 12% dei piccoli negozi che dispongono di un e-commerce abbia fatto ricorso a questa modalità negli ultimi 12 mesi. Questo è dovuto anche grazie ai vantaggi che convincono i consumatori a scegliere questa modalità di consegna: la possibilità di minimizzare i contatti e l’esposizione al virus; l’azzeramento dei costi di consegna e la disponibilità anche nei piccoli centri urbani.
● BORIS (Buy Online Return In Store)
Simili alle modalità di delivery BOPIS, le modalità BORIS permettono all’utente di acquistare online, farsi spedire il prodotto a casa, valutarlo e, se non si è soddisfatti dell’acquisto, restituirlo presso un negozio fisico. Questa modalità è in forte espansione e si colloca in una visione “omnicanale” dell’esperienza di acquisto.
● Locker automatici
Il futuro della logistica e dell’e-commerce non sarà legato all’aumento esponenziale di mezzi per trasportare i beni o di luoghi in cui immagazzinarli, ma piuttosto alla diffusione di punti di raccolta, come i locker automatici, in cui ritirare i prodotti acquistati online. In questo modo il consumatore potrà accedere ai propri acquisti 24 ore al giorno, sette giorni su sette senza doversi far trovare pronti o essere presenti all’arrivo del corriere. In questo senso, i 12.000 uffici postali presenti sul suolo italiano potrebbero costituire un’enorme risorsa se trasformati in una rete capillare di punti di raccolta per l’e-commerce.
“Stiamo notando che questi nuovi comportamenti di acquisto, vendita, pagamento e consegna non si stanno arrestando dopo le prime riaperture. Evidentemente, per le persone certe ‘comodità’ sono difficili da eliminare una volta introdotte nelle proprie vite, e anche per questo il ritorno allo shopping fisico non sarà più lo stesso” spiega Marco Pericci, co-fondatore e Head of Growth di isendu.

BLOK, il delivery di seconda generazione arriva a Milano

Si chiama BLOK, è nata in Spagna pochi mesi fa, conta già circa 200 dipendenti e, dopo l’esordio a Madrid e Barcellona, sbarca adesso anche in Italia, a Milano: parliamo dell’ultima novità in tema delivery, la prima startup in Italia ad offrire un servizio di spesa via App con consegna garantita entro 10 minuti dall’ordine.

Nata su iniziativa di due ex-manager di Glovo, Uber e Deliveroo, BLOK ambisce però ad essere molto più di un nuovo servizio di spesa a domicilio; la startup, infatti, punta a risolvere alcune delle contraddizioni più significative del delivery proponendo un modello più sostenibile, basato su una rete di magazzini (o dark store) “di quartiere”, una squadra di rider e magazzinieri regolarmente assunti e una flotta di biciclette elettriche di proprietà per la consegna a domicilio.

“Con le nuove abitudini post-pandemiche il settore del delivery ha conosciuto un’ulteriore espansione, tanto da proiettare una crescita annua del 15% a livello globale. Numeri che  promettono di far diventare il comparto davvero importante per le nostre economie, ma che ne esasperano al contempo anche le contraddizioni – commentano Vishal Verma e Hunab Moreno, co-fondatori di BLOK dopo un lunga esperienza maturata nelle principali aziende di delivery al mondo – Abbiamo creato BLOK per dimostrare che un approccio più orientato alla sostenibilità è non solo opportuno, ma anche lungimirante. Ci piace pensare a BLOK come a un delivery di “seconda generazione”: mettiamo a frutto tutto quello che abbiamo imparato sul campo con l’obiettivo di contribuire a un miglioramento per tutto il settore”. 

Il primo “dark store” italiano di BLOK ha già aperto a Milano, in zona Navigli, e occupa circa 30 persone. Il secondo arriverà a breve. All’interno, un assortimento di migliaia di prodotti che la startup compra direttamente dai fornitori e rivende tramite la sua app a prezzo “retail”, lo stesso del supermercato. “I magazzini sono a nostro uso esclusivo e sono posizionati all’interno delle città: ne apriamo uno per ciascun quartiere che andiamo a servire, in modo che siano un piccolo hub logistico di prossimità per la nostra flotta di biciclette elettriche – spiegano ancora Vishal Verma e Hunab Moreno – I “dark store” ospitano prodotti da supermercato come alimentari (dalla pasta alla frutta, dai condimenti ai salumi, dai surgelati ai piatti pronti), prodotti per l’igiene personale o la cura della casa. Ma anche alcuni prodotti locali, provenienti da piccole attività di quartiere, che cambiano da zona a zona.

BLOK, che è finanziata da alcuni fondi di investimento per un valore non ancora comunicato, conta già (oltre a quello milanese) 3 “dark store” a Madrid e 2 a Barcellona, e ha l’obiettivo di raggiungere circa 45 magazzini tra l’Italia e la Spagna entro fine anno: i piani di crescita per il 2021, infatti, prevedono il lancio in 10 città del Sud Europa e la creazione di 2.000 posti di lavoro.

 

IKEA e Glovo, una partnership per il delivery

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Novità in casa IKEA: fino al 31 agosto le iconiche polpette e le specialità della cucina svedese si potranno gustare comodamente anche a casa, grazie alla partnership tra IKEA Italia e Glovo Italia che in sei città italiane permetterà la consegna a domicilio dei piatti più amati dagli IKEA lovers. 

Attraverso Glovo, i clienti infatti potranno acquistare e ricevere direttamente a casa sia i piatti caldi preparati nel Ristorante e nel Bistro degli store, sia i prodotti confezionati della Bottega Svedese. Tra i pasti caldi, non mancheranno i piatti più iconici, come le polpette, il salmone, i dolci svedesi e gli hot dog, o le proposte vegetali come le polpette VegeTali e Quali, il medaglione di verdure e l’hot dog vegetariano. Dalla Bottega Svedese sarà possibile ordinare una selezione delle specialità IKEA da preparare direttamente a casa (come polpette, salmone, proposte vegetali) ma anche salse, confetture, biscotti, dolci e bevande.

Il servizio coinvolge gli store IKEA di Milano (Corsico e Carugate), Roma (Anagnina e Porta di Roma), Firenze, Brescia, Bari e Padova.

“In IKEA lavoriamo ogni giorno per mantenere la promessa che abbiamo fatto alle persone, quella di essere loro vicino nella vita di ogni giorno grazie a prodotti e soluzioni di qualità ad un buon prezzo” dichiara Katya Maffeo, Country Food Manager di IKEA Italia “Così, abbiamo voluto rendere ancora più accessibili anche i prodotti della nostra area food, grazie alle potenzialità del digitale: la partnership con Glovo consentirà infatti ai nostri clienti di gustare le specialità svedesi del nostro ristorante e della nostra Bottega comodamente a casa, ogni volta che vorranno”.

La partnership con Glovo va quindi ad ampliare l’offerta dei servizi in chiave digitale che IKEA ha pensato per i suoi clienti: dalla progettazione personalizzata da remoto alla nuova app che permette di gestire direttamente dal proprio smartphone tutto il processo d’acquisto con un’interfaccia semplice ed intuitiva, al servizio Click&Drive per acquisti senza contatto presso tutti gli store IKEA.

“Glovo aspira a essere l’app per la città: un vero e proprio alleato che facilita la quotidianità, consentendo di ricevere a casa in poco tempo le specialità dei propri ristoranti preferiti, ma anche i prodotti di spesa e degli altri negozi. Da oggi grazie agli iconici prodotti IKEA la nostra offerta si arricchisce ulteriormente” – dichiara Agustina Clair, Head of Quick-Commerce & Food Innovation di Glovo Italia – a conferma di come il delivery rappresenti uno strumento facilmente attivabile per qualsiasi tipo di esercizio commerciale che vuole raggiungere attraverso un canale aggiuntivo i propri clienti, sia nuovi sia i più affezionati”.

Elisabetta Canalis è la nuova testimonial di San Benedetto

Elisabetta Canalis è la nuova testimonial d’eccezione di San Benedetto e sarà protagonista  della una campagna multicanale “My Secret”, studiata per consolidare la riconoscibilità del brand e coinvolgere il consumatore in un percorso emozionale fatto di stile e contemporaneità, alla coperta dei valori e della tradizione italiana che sono parte del DNA del gruppo. I nuovi spot, diretti dal regista Ago Panini, ripercorrono un viaggio attraverso i momenti di vita quotidiana della protagonista che grazie alla sua spontaneità e innata eleganza, riesce ad essere al tempo stesso “star” e “ragazza della porta accanto”. Parallelamente a quella televisiva, on air su Rai, Mediaset e La7, si sviluppa anche una pianificazione stampa e digitale diretta dal fotografo di moda Joseph Cardo, che sarà veicolata sui quotidiani, sulle riviste off e on line e sui canali social San Benedetto.
 “Siamo molto felici di avere Elisabetta Canalis come testimonial della nostra nuova campagna di comunicazione di brand 2021” – dichiara Vincenzo Tundo, Direttore Marketing e Trade Marketing Italia del Gruppo Acqua Minerale San Benedetto  – “Un’artista emblema di stile, casual, dinamica e dotata di quell’allure internazionale che ben si fonde con la sua profonda italianità, rendendola perfetta espressione dei valori insiti nell’anima di San Benedetto”. I protagonisti al fianco di Elisabetta Canalis sono i prodotti San Benedetto: dall’Acqua Minerale San Benedetto con le linee Prestige, Elite e Antica Fonte della Salute al Thè San Benedetto nella versione Classica e nella variante Zero Zucchero; per proseguire con Aquavitamin, SKINCARE, San Benedetto Succoso Zero, e le Bibite San Benedetto Zero.

Cresce la voglia di foto, il ruolo della Gdo

In Italia sono operativi circa 43 milioni di smartphone. E’ stato calcolato che ogni smartphone scatta almeno 185 fotografie l’anno, scaricando nelle gallerie dei telefonini circa 8 miliardi di foto ogni anno. Una parte, minoritaria, di queste foto viene condivisa sui social e un’altra parte viene sviluppata grazie ai servizi di sviluppo on line. Rimane, tuttavia, una massa di sterminata di foto che i consumatori potrebbero decidere di sviluppare se trovassero un modo rapido e conveniente di farlo.

Da qui l’idea di Cewe Italia: mettere i consumatori nelle condizioni di stampare le foto al supermercato. L’azienda, infatti, ha già iniziato a dislocare corner per la stampa immediata di fotografie in circa un centinaio di punti vendita della Grande Distribuzione (IperCoop, DM Drogherie Crai, Migross del Gruppo Végé). Ma oggi lo sviluppo foto nel mass market può funzionare?

Le ragioni di un successo ci sono- e non sono poche: gli italiani, innanzitutto, non sviluppano le foto che hanno nei telefonini; per di più cresce la voglia di memoria, specie dopo la pandemia (in questo annus horribilis ha segnato il +30%); e ancora: nel resto dell’Europa questo ritorno è una realtà già da anni.

Infine, il servizi di stampa immediata delle foto nella Gdo funziona benissimo in Europa da anni. La multinazionale tedesca Cewe, leader di settore, ha aperto da tempo circa 20mila corner di sviluppo foto nei punti vendita dei grandi retailer delle principali categorie merceologiche.

La ripresa dell’abitudine di sviluppare foto non passerà attraverso la rete dei tradizionali negozi di fotografia, in grave crisi, e neppure attraverso i servizi di stampa on line, che pur essendo attrattivi per il pubblico giovane, necessitano comunque del passaggio della consegna delle foto stampate, sia con la spedizione postale oppure con il ritiro in apposite location. La stampa delle foto al supermercato o al drugstore offre, invece, la possibilità di fare la spesa alimentare e poi di stampare le proprie foto, istantaneamente, usando il proprio telefonino: nella postazione si troveranno già i cavetti per ogni tipo di cellulare, oppure si può optare per il collegamento bluetooth, non servono chiavette Usb (la macchina stampa lo scontrino con cui si va a pagare in cassa). E le foto potranno essere stampate anche sotto la forma di  biglietti di auguri, cartoline e altro.

“L’espansione della rete di punti vendita della Grande Distribuzione dotati di corner per la stampa immediata delle fotografie favorirà il desiderio di stamparle di nuovo – spiega Massimo Amadei, responsabile di Cewe Italia – I primi corner da noi dislocati in varie città d’Italia stanno avendo un ottimo successo, generando pedonalità, attaccamento al brand e margini interessanti per le catene distributive che aderiscono”.

Inoltre, l’offerta di Cewe è concorrenziale, con prezzi mediamente minori dello sviluppo foto on line. Naturalmente Cewe offre anche un servizio completo Omnichannel: stampa in  negozio, stampa da casa web, stampa in mobilità app.

 

Arc, leader nelle arti della tavola

Fondata nel 1825 nella città di Arques nel nord della Francia, Arc è specializzata nella produzione del vetro, con un focus sulle arti della tavola e un ben preciso obiettivo: proporre soluzioni in vetro eleganti, pratiche, resistenti, versatili, sane e sempre più accessibili. Luminarc, Arcopal e Cristal D’Arques sono i marchi del Gruppo Arc dedicati ai clienti finali retail, Arcoroc e Chef&Sommelier ai clienti professionali. La sostenibilità ambientale è un tema caro all’Azienda che, da più di vent’anni, oltre che realizzare prodotti in vetro, un materiale riciclabile per natura e riutilizzabile all’infinito, ha perseguito l’ambizione di innovare all’interno di un’economia circolare. Con i suoi prodotti in vetro Arc offre soluzioni sostenibili e vere alternative alla plastica, in termini di prezzo, salute, sicurezza e tutela ambientale. Conciliare la tecnologia con le preoccupazioni ecologiche è la mission dell’Azienda che mira a ridurre l’impatto ambientale di ogni processo produttivo, ottimizzare l’uso dell’energia e la flessibilità delle apparecchiature. Lo sviluppo sostenibile si concretizza nell’utilizzo di materiali innovativi più leggeri, la cui composizione è priva di metalli pesanti, nei processi di decorazione a basse temperature e con inchiostri organici e nella progettazione di imballaggi sempre più ecocompatibili. Oggi la capacità produttiva del Gruppo si attesta ai 4.5 milioni di articoli in vetro prodotti al giorno grazie ai siti produttivi in Francia, Cina, Emirati Arabi, Russia e Stati Uniti, che si aggiungono all’headquarter italiano con sede a Osio Sotto, in provincia di Bergamo, checopre i seguenti Paesi: Italia, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia Herzegovina, Albania, Montenegro, Kosovo, Grecia, Cipro, Malta.

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