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Michela Caone è il nuovo Global Chief Marketing Officer di Caffè Borbone

Michela Caone è il nuovo Global Chief Marketing Officer di Caffè Borbone con responsabilità di gestione dell’area marketing e comunicazione e di definizione delle nuove strategie di marketing a livello nazionale e internazionale.

Nel corso della carriera, Caone ha ricoperto incarichi manageriali in multinazionali attive operanti in diversi settori merceologici contribuendo all’introduzione sul mercato e allo sviluppo strategico di nuovi marchi di successo. Nei suoi anni in Danone Italia, ad esempio, ha contribuito nel ruolo di Marketing Manager all’introduzione sul mercato di Actimel, Activia e Danacol. Successivamente ha ricoperto il ruolo di Direttore Marketing per la linea Cosmetics di Artsana Group coordinando l’espansione del marchio in Portogallo, Estremo Oriente e altri mercati esteri. Nel 2012 arriva in Sperlari per un’esperienza decennale come Direttore Marketing che l’ha vista a capo delle attività di rafforzamento del business in Italia e di inserimento del marchio nel mercato USA.

“La nomina di Global Chief Marketing Officer per me rappresenta un motivo di orgoglio e sono entusiasta di poter intraprendere tale percorso in un’azienda che sta vivendo un così rapido sviluppo sia in Italia che all’estero e soprattutto in un mercato, quello del caffè, per me nuovo ma estremamente interessante. Sono pronta a offrire il contributo strategico necessario a proiettare Caffè Borbone verso un’ulteriore crescita” ha commentato Michela Caone.

Informazioni biografiche
Nata a Nuoro, Michela Caone inizia a lavorare nel 1995 in Henkel Italia nel ruolo di Brand Manager per i brand, Dixan, e lancio del marchio Pril, consolidando progressivamente la sua esperienza nelle fasi di lancio e posizionamento di prodotti per il mass-market settore in stretta collaborazione con l’area Ricerca & Sviluppo. Nel 1999 entra come Senior Brand Manager in Danone Italia dove, nel 2002, assume il ruolo di Marketing Manager gestendo il team commerciale e contribuendo all’introduzione sul mercato di nuovi marchi tra cui Actimel, Activia e Danacol. Prosegue la sua carriera in ambito Healthcare entrando, nel 2006, nella sede italiana della multinazionale farmaceutica Glaxo Smithline Italia come Direttore Marketing & Trade con il compito di individuare nuovi obiettivi di business e implementare i piani marketing & commerciali. Tre anni dopo, nel 2009, è Direttore Marketing per la linea Beauty Care di Artsana Group dove ha la responsabilità di definire le principali strategie di marketing e commerciali coordinando nuovi mercati esteri, in particolare Portogallo ed Estremo Oriente. Grazie a una carriera di respiro sempre più internazionale, nel 2011 entra in Bialetti in qualità di Direttore Marketing Global. Nel 2013 è in Sperlari nel ruolo di Direttore Marketing per contribuire al consolidamento del business e dell’innovazione dell’azienda. Michela vive tra Napoli e Milano.

Oltre 30.000 premi in palio nel nuovo concorso di Despar Centro Sud

Torna il concorso social proposto da Despar Centro Sud sui profili Facebook e Instagram: “Gioca con Pino & Vinci con Despar” è rivolto alla community online, cresciuta considerevolmente e strategicamente importante per amplificare e valorizzare le iniziative Maiora. Per questo motivo Despar Centro Sud lancia un concorso con oltre 30.000 premi in palio e due meccaniche di gioco differenti sul sito www.desparconcorsi.it: una coinvolge un videogioco arcade, al termine del quale si può già partecipare all’estrazione, l’altra invece prevede una prova d’acquisto con spesa minima. A prescindere dalla vincita, quest’ultima modalità permetterà l’accesso alla grande estrazione finale con 8 super premi.

Il fiore all’occhiello dell’iniziativa è il sistema di prenotazione e ritiro degli oltre 30.000 premi direttamente nei punti vendita: una volta che il consumatore è risultato vincitore, può organizzare il proprio ritiro nel punto vendita di fiducia comodamente e senza attese, tramite un apposito software di booking & ticketing, direttamente dal sito. In tal modo, anche l’operatività all’interno dei punti di vendita diviene più efficace. Tra gli obiettivi del concorso quindi c’è quello della fidelizzazione del cliente, utile ad instaurare un rapporto emotivo e di fiducia e spronare all’utilizzo delle piattaforme social e della carta fedeltà: quest’ultima, infatti, si può inserire in fase di registrazione, e pertanto consentirà di monitorare l’effettivo successo del concorso, anche grazie alle preziose analisi elaborate dal CRM, per elaborare strategie sempre più efficaci. Inoltre, ampliando sempre di più il seguito sui canali social, sarà possibile veicolare ad una community sempre più grande le iniziative e i valori dell’insegna.

“I nostri canali social rappresentano strumenti versatili e incisivi per dare voce al nostro marchio e alla nostra rete nel centrosud” spiega Grazia De Gennaro, responsabile comunicazione Maiora srl. “Durante gli anni scorsi i nostri concorsi ci hanno permesso di ampliare il seguito social sempre di più: nel 2021 abbiamo raggiunto oltre 300.000 utenti, nel 2022 abbiamo sfiorato i 400.000. Dopo il successo dei concorsi a premi per la festa del papà e della mamma, siamo determinati non solo a replicare, ma soprattutto a superare i successi e risultati ottenuti, su entrambe le piattaforme Despar Centro Sud, ovvero Facebook e Instagram”.

Cresce l’attenzione degli italiani per la sostenibilità della spesa alimentare

Da una recente indagine di Babaco Market commissionata a BVA-Doxa risulta una sostanziale stabilità nella forte consapevolezza degli italiani in merito al tema dello spreco alimentare globale. Il 96% dei rispondenti dichiara di averne una chiara percezione e ritiene importante agire come collettività per arginare il fenomeno (il 97% pensa sia fondamentale il raggiungimento degli obiettivi Onu 2030), ma solo il 41% ne conosce la reale entità, segno di quanto sia importante continuare a parlare e a sensibilizzare su queste tematiche.

A conferma di questi dati, rimane stabile rispetto al 2022 anche la percentuale di chi è a conoscenza dell’impatto che lo spreco alimentare ha in termini di emissioni di gas serra che agiscono sul surriscaldamento globale (77%), ma in leggero calo rispetto al 2022 la quota di chi ne ha piena conoscenza (-4 p.p. vs 2022). Un elemento di novità che emerge dal rilevamento con BVA Doxa 2023 è l’elevata percezione del legame tra cambiamenti climatici e spreco alimentare: 9 italiani su 10 ritengono che le sempre più frequenti calamità naturali abbiano un impatto sulle produzioni, causando perdite agricole e conseguente spreco alimentare, reso chiaro agli occhi della popolazione a seguito dei recenti disastri avvenuti anche sul territorio italiano.


Le cause principali degli sprechi
Rispetto al 2022 si attesta una decrescita di attenzione nei consumi e nella preparazione dei cibi: anche se il 78% degli italiani dichiara di prestare molta attenzione e di non buttare quasi mai cibo, quasi un quarto dei rispondenti ammette di sprecare cibo per la scarsa attenzione. Il 57% ha dichiarato inoltre di aver riscontrato almeno un episodio di spreco alimentare domestico nell’ultimo mese. Le cause sono riconducibili alla mancanza di attenzione alla data di scadenza o al deterioramento degli alimenti (59% con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2022); alla conservazione poco adeguata dei prodotti nei punti vendita (28%); al fatto che si tende a comprare troppi alimenti (16%) o in formati troppo grandi (16%) e infine perché si tende a cucinare cibo in eccesso (14% con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2022). Verdura e frutta fresca si confermano anche per il 2023 le prime due tipologie di alimenti soggetti allo spreco alimentare.

Azioni anti spreco
Tra le principali azioni anti-spreco attuate dagli italiani c’è l’interesse molto positivo nei confronti degli acquisti in grado di facilitare una spesa sostenibile: 2 italiani su 3 gradirebbero particolarmente fare una spesa antispreco e sostenibile. Attualmente, però, 1 italiano su 2, non trova facilmente fattibile una spesa sostenibile attraverso i canali abituali (tra i principali ostacoli, per il 75% dei rispondenti il tempo e lo sforzo extra richiesto, la disponibilità di punti vendita, la localizzazione dei negozi, la modifica delle proprie abitudini consolidate). L’86% dei rispondenti ha inoltre l’impressione che la maggior parte della Gdo non venda prodotti prossimi alla scadenza o con confezioni/etichette rovinate, facendo sì che una grande quantità di prodotti rischi di essere sprecata. Il 54% degli intervistati si dichiara comunque molto interessato a fare la spesa online da aziende che supportano l’antispreco, la sostenibilità e le eccellenze del territorio. Per il 39% degli italiani una spesa alimentare più virtuosa si caratterizza per prodotti antispreco, eccellenze del territorio (28%), sostenibili a livello ambientale (24%) e a livello sociale (9%).

Conta Su Di Noi, sulla rampa di lancio la nuova campagna Despar

Domenica prossima 24 settembre partirà la nuova campagna di Despar “Conta su di noi” con protagonista la promozione “Risparmio Super” che mette al centro la qualità e la convenienza dei prodotti a marchio. La campagna si declina in un media mix con pianificazione in TV, sui canali social oltre che sulle radio nazionali.

Fino al 7 ottobre Despar sarà quindi in tv con uno spot in diversi formati che andrà in onda su alcune primarie emittenti televisive nei momenti di maggior traffico televisivo della giornata con oltre 500 passaggi e, per la prima volta, con un piano ad hoc per le Smart TV. La campagna si arricchisce poi attraverso un’attività di promozione sui canali social, in particolare Facebook e Instagram. A completare il media mix, il ritorno dello spot “Conta su di noi” sulle emittenti radiofoniche nazionali più rilevanti per il pubblico di riferimento.

La campagna vuole ribadire il legame quotidiano di Despar con le persone e i valori di qualità e convenienza che da sempre contraddistinguono l’insegna, posizionando Despar come un brand di fiducia su cui contare per chi cerca la convenienza nella spesa quotidiana. Lo spot e la creatività mettono al centro la valorizzazione del prodotto a marchio, vero elemento distintivo dell’offerta Despar, che viene raccontato catturando diversi momenti della quotidianità e della vita familiare e sottolineando i vantaggi nella scelta di questi prodotti, oltre 3.000 nella proposta dell’insegna, che garantiscono convenienza, intesa come qualità a un buon prezzo.

“In un momento in cui l’inflazione continua a pesare sul carrello della spesa, noi di Despar vogliamo essere ancora una volta al fianco delle famiglie italiane, con una proposta che mette al centro i nostri prodotti a marchio nei quali il cliente può trovare qualità e risparmio” commenta Ombretta Putzu, Responsabile Marketing e Comunicazione di Despar Italia. “La campagna vuole rilanciare questo messaggio arrivando a un pubblico sempre più ampio al quale vogliamo far conoscere il DNA di Despar, un partner di fiducia per la spesa quotidiana su cui il cliente può contare per trovare una convenienza di valore”.

Sostenibilità: è necessario ripensare il packaging nel largo consumo

La filiera agroalimentare non sfugge dallo scacchiere delle responsabilità della crisi climatica in atto, tanto da essere considerata dagli italiani il quarto settore maggiormente responsabile del climate change dietro a industria energetica, trasporto aereo e trasporto su gomma. In questo contesto il punto di caduta è la valutazione del reale contributo che il food system e l’industria del packaging possono dare al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica e di sostenibilità ambientale, sociale ed economica posti dal Green Deal Europeo e dall’Agenda 2030 ONU, ma anche ad affrontare le sfide urgenti e non rimandabili per essere in linea con i goals ESG.

Modelli sostenibili di produzione e consumo
Dalle rilevazioni dell’Osservatorio Packaging emerge come la conservazione dei prodotti venga considerato lo strumento in grado di ridurre lo spreco alimentare e allungare la shelf life dei prodotti alimentari (per il 66% degli intervistati), davanti alla capacità di proteggere le proprietà organolettiche dei prodotti (60%) e al contributo nel definire la sostenibilità del prodotto (47%). A fronte dell’obiettivo di ridurre i rifiuti generati dal packaging dei prodotti e di aumentare la quantità di packaging riciclato, le caratteristiche maggiormente ricercate sono l’assenza di overpackaging (per il 58% dei rispondenti), la totale riciclabilità (56%), la presenza di ridotte quantità di plastica (47%), le basse emissioni di CO2 (46%) e l’utilizzo di materiale riciclato (45%).

L’indagine Nomisma sulle insegne retail
Durante i mesi estivi Nomisma ha condotto un’attività di Expert Consultation che ha visto la partecipazione di 6 imprese: Caviro, Coop, Fruttagel, Granarolo, Sammontana e Lidl. Per tutte le imprese gli aspetti ESG sono risultati centrali negli impegni e nelle scelte di investimento aziendali. I motivi principali che spingono a investire in sostenibilità sono la conformità con i valori dell’azienda, la strategicità a livello di business ma anche la necessità di adeguamento al quadro normativo. Il packaging risulta in cima alle azioni di sostenibilità, sia per quanto riguarda il packaging primario che quello secondario. Le azioni più citate sono risultate la riduzione di materiali impiegati nel confezionamento a parità di prodotto e la sostituzione dei materiali plastici presenti negli imballaggi. In tutte le aziende intervistate è stato rilevato un impegno per il recupero e il riuso degli imballaggi e il ricorso a materiali di minor impatto ambientale. Per i manager intervistati quelle relative alle caratteristiche di sostenibilità del packaging devono essere scelte oggettive e misurabili, prese solo dopo studi e valutazioni scientifiche dell’effettivo impatto dell’imballaggio sull’ambiente: 3 aziende su 6 si affidano a studi LCA, 1 a valutazioni dell’impronta idrica ma c’è anche chi conduce analisi specifiche su singoli prodotti e i relativi packaging o chi effettua una selezione mirata dei fornitori. Nello specifico, riduzione delle emissioni di Co2, riciclabilità dei materiali e impiego di materiali di riciclo sono i criteri principali in base ai quali l’impresa valuta la sostenibilità del packaging.

L’attenzione nei confronti della sostenibilità non si ferma all’interno dell’azienda ma arriva a stakeholder e consumatori attraverso una comunicazione che vede l’integrazione tra canali tradizionali (etichetta, banner, campagne pubblicitarie, …), digitali (account social e sito web dell’azienda) e bilancio di sostenibilità. La valorizzazione delle azioni svolte dalle aziende in fatto di tutela dell’ambiente diventa così non solo strumento di condivisione di valori e posizionamento del brand ma anche mezzo di informazione e formazione, tramite cui trasmettere ai consumatori le conoscenze utili a valutare in che modo la scelta di acquisto di un prodotto o in alternativa a un altro possa generare un diverso impatto sull’ambiente. Secondo quanto emerso dall’indagine di Nomisma, le informazioni circa lo smaltimento e il riciclo, la riduzione del materiale impiegato e la sostenibilità delle fonti energetiche e delle materie prime usate sono i principali argomenti da comunicare al consumatore, utilizzando principalmente le etichette e i canali social dell’azienda.

Parte la quarta edizione del concorso dei Triangolini Valfrutta

“Nel cuore del bosco si nasconde il Triangolino d’Oro!”: recita così il nuovo spot tv dei Triangolini Valfrutta, che prova simpaticamente a svelare il nascondiglio dell’ambìto succo di frutta. Ma è solo uno scherzo, perché in realtà il Triangolino d’Oro non si trova in mezzo agli alberi bensì tra le confezioni (da 8 e da 12 pezzi) presenti nei punti vendita: è infatti tra gli originali brik da 100 ml a forma triangolare (ai gusti pesca, pera e albicocca rigorosamente da frutta italiana che i bambini possono cercare il ‘tesoro’, ossia il Triangolino ‘magico’ che vale un premio.

Ecco quindi la quarta edizione del concorso di Valfrutta dal titolo “Alla ricerca del Triangolino d’oro”, divenuto ormai un appuntamento sempre più atteso dalle famiglie italiane. L’iniziativa, avviata nelle settimane scorse con la comparsa a scaffale delle prime confezioni che la pubblicizzano, durerà fino al 30 giugno 2024 con premi riservati a chi troverà il Triangolino d’Oro. Lo speciale brik si differenzia dagli altri grazie al colore dorato ed è presente solo all’interno di alcune confezioni. I fortunati vincitori possono contattare il numero telefonico indicato sul prodotto e comunicare il codice univoco stampato sul brik, vincendo così la console Nintendo Switch messa in palio per l’occasione.

Il concorso “Alla ricerca del Triangolino d’oro” è supportato da attività di comunicazione messe in campo da Valfrutta, a partire dalla campagna social e dagli espositori dedicati nei punti vendita, fino al nuovo spot pubblicitario che da domenica scorsa 17 settembre è on-air sulle TV tematiche fino alla fine dell’anno. 

“Continuiamo a proporre il binomio concorso e spot televisivo dei Triangolini Valfrutta per i riscontri positivi che puntualmente registriamo ad ogni lancio di nuova collezione sostenuta da questa campagna. I Triangolini coniugano il divertimento e il gioco per i bambini con la qualità e la bontà della frutta 100% italiana proveniente dalla filiera dei nostri soci agricoltori” commenta Francesco Emiliani, Product Manager Triangolini Valfrutta, marchio di Conserve Italia.

La Tropea Experience, atteso un nutrito gruppo di chef internazionali

Dalla cucina garibaldina di Igles Corelli che unisce il Belpaese attraverso i suoi sapori autentici a Max Mariola, fresco vincitore del Premio personaggio dell’anno di Italia a Tavola nella categoria cuochi; da Francesco Mazzei, Cavaliere del Lavoro per il suo impegno nel sociale, tra i più forti ambasciatori della cucina italiana all’estero, a Hirohiko Shoda, Ambasciatore della Cucina Giapponese in Italia; da Celestino Drago, lo chef amato dalle star di Hollywood, pioniere della moderna cucina italiana nella west coast californiana allo chef Antonino Esposito, primo volto televisivo della storia della pizza, fino a Cristiano Tomei, interprete della cucina creativa del futuro che mescola territorio, tradizione e apertura al mondo. Abituati a vederli in tv o su prestigiose riviste nazionali e internazionali di settore, parteciperanno a La Tropea Experience – il Festival della Cipolla Rossa ai nastri di partenza venerdì prossimo 22 settembre.

“Siamo felici che anche quest’anno il progetto possa contare sul sostegno e sulla partecipazione di quelli che sono diventati ormai veri e propri ambasciatori nel mondo del nostro prodotto, ingrediente irrinunciabile in tutte le preparazioni” dichiara il Presidente Giuseppe Laria. “Raccontare il territorio attraverso le sue produzioni agroalimentari di qualità è tra gli obiettivi de La Tropea Experience, progetto che ambisce a diventare punto di riferimento nel panorama degli eventi enogastronomici nazionali” aggiunge Daniele Cipollina, direttore marketing del Consorzio.

Sarà l’affaccio di piazza Cannone a rappresentare il quartier generale dell’evento che si concluderà domenica 24, promosso dal Consorzio della Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp e dall’Amministrazione Comunale di Tropea. Proprio qui saranno allestiti i fuochi intorno ai quali gli chef si cimenteranno per i tre giorni della kermesse nelle ricette e nelle interpretazioni gustose intorno all’ingrediente principe della dieta mediterranea: la dolce e croccante cipolla rossa.

Frullà Bio, il nuovo frullato di frutta mixa mela, cocco e ananas

L’incontro tra la mela, il cocco e l’ananas genera un frullato biologico dal gusto fresco e appagante, nel pratico sacchetto richiudibile: Frullà Bio Mela Cocco Ananas.

Senza zuccheri aggiunti e senza conservanti, il gusto di Frullà Bio Mela Cocco Ananas proviene solo dalla natura e da una sapiente lavorazione che permette il consumo della frutta in qualsiasi momento e in molteplici occasioni, ogni giorno dell’anno.

Il prodotto è senza glutine.

Lidl e Filiera Agricola Italiana insieme per la pasta “amica delle api”

Prosegue la collaborazione tra Lidl Italia e Filiera Agricola Italiana per lo sviluppo di una gamma di referenze che porta il sigillo “FDAI – Firmato Dagli Agricoltori Italiani”. La linea di prodotti alimentari lanciata nel 2018, caratterizzata dall’utilizzo di materie prime scelte 100% italiane, tracciabili e con elevati standard etici lungo tutta la filiera, si arricchisce ora della pasta “Amica delle api” in 6 diversi formati: tortiglioni, mezze maniche, fusilli, penne, spaghetti e gnocchetti.

Questa pasta è realizzata esclusivamente con grano coltivato in Italia su campi che sorgono in prossimità di coltivazioni di Facelia, una pianta che, con i suoi fiori ricchi di nettare, richiama le api contribuendo attivamente a valorizzare l’ambiente e a creare un ecosistema che favorisce la tutela e la proliferazione del patrimonio apistico del territorio. Il grano proviene da campi di grano situati in Emilia-Romagna e Basilicata che sono stati arricchiti di piante mellifere che richiamano le api, favorendo il loro habitat naturale e contribuendo alla preservazione della loro vita. Questo progetto è stato realizzato in collaborazione con SIS (Società Italiana Sementi) che fornisce agli agricoltori i semi per le piante mellifere di Facelia poi seminati nell’area adiacente ai campi di grano impiegato per la produzione della pasta.

“La pasta “Amica delle api” nasce da un progetto virtuoso che, da un lato, sostiene l’agricoltore che gestisce eticamente i campi e, dall’altro, consente al consumatore finale di poter fare scelte più sostenibili” commenta Alessia Bonifazi, Responsabile Comunicazione & CSR di Lidl Italia. “Ancora una volta ci riconosciamo fortemente nei valori fondanti di questa collaborazione con Filiera Agricola Italiana che unisce rispetto della vocazione agricola italiana, tracciabilità ed equa distribuzione del valore lungo tutta la catena di produzione”.

E-commerce, come sfruttare al meglio le potenzialità della Rete

Lo shopping è sempre più digitale e integrato tra mondo virtuale e reale. Ma quali sono gli aspetti ritenuti importanti dai clienti di tutto il mondo per vivere un’esperienza di acquisto positiva? Da una recente ricerca di Planet, provider di pagamenti e software integrati per hospitality e retail, emerge come gli italiani preferiscano il mobile, non solo come device preferito per fare ricerca (60%), ma anche per completare i propri acquisti (48%). Per il pagamento, la preferenza degli shopper italiani va ai metodi di pagamento digitale alternativi (71%), seguito da carte di credito o debito (60%). A differenza della media internazionale (13%), le prepagate restano ancora molto rilevanti per gli acquirenti tricolore (31%), più per i Baby Boomer (39%) che per la Gen Z (27%). Meno diffusi i wallet digitali come ApplePay e GooglePay (14%) e solo un italiano su dieci sceglie metodi di pagamento rateali come Klarna, mentre più del 20% non ritiene fondamentale la possibilità di acquistare con le criptovalute.

Se il reso è facile…
Per poco meno della metà degli online shopper italiani intervistati, la semplicità del procedimento di reso e di cambio è l’aspetto più importante per rendere l’esperienza di acquisto positiva, seguito dalla presenza del proprio metodo di pagamento preferito (39%), dalla visibilità dello stock (37%) e l’offerta di diverse possibilità di consegna, a casa o in negozio (35%).

La consegna
Più che la rapidità, è alla certezza della consegna a cui gli acquirenti italiani pensano quando acquistano tramite e-commerce. Per il 51% degli intervistati è molto importante la precisione della data di arrivo della merce, la cui possibilità di personalizzazione è rilevante per il 43%. Se non fondamentale, la velocità è comunque molto apprezzata: più di un italiano su tre non disdegna la consegna nella stessa giornata (36%) e il Click & Collect entro le 24 ore dall’ordine (31%), mentre solo per un italiano su quattro ha un peso quello entro le due ore.

Sicurezza e valute
Comprare in sicurezza è un dettaglio non sottovalutato: un sito non degno di fiducia può compromettere un acquisto (44%), così come il redirect verso altre pagine (32%), mentre l’autenticazione della propria banca è indice di sicurezza per un italiano su due. Quasi nove su dieci, infine, pagherebbero con la propria valuta se ne fosse offerta la possibilità: un aspetto, questo, considerato molto importante da più del 42% degli intervistati. Tra le ragioni, il fatto di conoscere l’esatto ammontare degli acquisti (37%), la possibilità di monitorare meglio le spese (36%) e di conoscere il prezzo esatto nella valuta locale (34%).

In negozio convince l’omnicanalità
Il pagamento è il primo aspetto a cui gli italiani pensano anche in negozio: per il 57%, infatti, è molto importante che il metodo preferito sia accettato. Nel punto vendita sono le carte di debito o credito a vincere (60%) rispetto ai metodi digitali alternativi (53%), seguito dalle prepagate (28%) e dai wallet digitali (16%). Per quasi la metà degli intervistati (44%), inoltre, è rilevante il fatto che lo staff possa controllare in tempo reale la disponibilità di un prodotto, mentre il 40% ritiene un dettaglio di valore la possibilità di consegna a casa se il prodotto è out-of-stock in negozio. Per uno su tre, infine, è molto importante la possibilità di fare self check-out o di ritirare il prodotto scelto in un altro store.

Come acquistano i clienti internazionali
Come per gli italiani, la facilità con cui effettuare il reso è un aspetto importante per una shopping experience online positiva anche per molti clienti europei, come danesi (56%), francesi (54%) e spagnoli (52%). Pagare con il proprio metodo preferito è invece il dettaglio più rilevante per gli e-shopper provenienti da USA (52%), Emirati Arabi (52%), Arabia Saudita (49%) e Cina (44%); per brasiliani (55%) e messicani (59%) è invece l’offerta di metodi di consegna alternativi, come l’home-delivery o il pick up in negozio. La possibilità di addebitare gli acquisti con la propria valuta locale è un aspetto imprescindibile per i clienti extraeuropei: se il dato medio dei clienti provenienti dall’Europa è intorno all’80%, per quelli fuori da questi confini si va ben oltre il 90%, in particolare tra gli acquirenti statunitensi (92%), emiratini (93%), arabi (94%), messicani (96%), brasiliani e cinesi (97%). Per più di un cliente a stelle e strisce su due (54%) è soprattutto per comprendere in modo chiaro i tassi di conversione, mentre la necessità di tenere sotto controllo facilmente le proprie spese è il motivo più indicato da brasiliani (52%) e singaporiani (43%); vedere i prezzi nella propria valuta locale, infine, è l’aspetto considerato dalla metà degli intervistati in Arabia, Emirati e Cina.

“Made in” e Tax-Free per conquistare i clienti esteri
Cosa rende lo shopping all’estero più appetibile rispetto a quello nel proprio paese di provenienza? Secondo la ricerca, il “Made in” è sempre un aspetto molto ricercato: a indicarlo come primo motivo sono quasi tutti gli shopper extraeuropei, soprattutto cinesi (62%), messicani (61%), brasiliani e statunitensi (57%). I prezzi più convenienti attirano di più i singaporiani (57%) e gli arabi (54%), mentre sono il secondo aspetto importante per gli emiratini (42%). Anche la possibilità di recuperare l’Iva attraverso il Tax-Free è un aspetto cruciale, in particolare per chi proviene da Cina (59%) e USA (49%). Un argomento, quest’ultimo, che nasconde un importante potenziale ma che a volte scoraggia gli shopper esteri per la poca chiarezza: tra gli aspetti più critici, la mancanza di istruzioni da parte del personale di negozio per circa il 40% di statunitensi e cinesi, mentre per il 38% degli arabi il ritardo nel rimborso. Anche la difficoltà di trovare uno sportello per il Tax-Free è sentita da un terzo dei clienti provenienti dagli Emirati Arabi Uniti, mentre per uno shopper da Singapore su quattro trova scomodo ricevere il rimborso in una valuta estera.

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