CLOSE
Home Tags Aziende

Tag: Aziende

Heineken conferma la partnership con 007 e fa lo spot con Daniel Craig

Heineken conferma la partnership ormai attiva da 17 anni su sette film con protagonista il mitico James Bond. La nuova collaborazione riguarda SPECTRE, la 24° avventura di 007 nelle sale italiane dal 5 novembre.
Heineken è l’unico partner del film, diretto da Sam Mendes, che ha realizzato uno spot, “The Chase”, con protagonista Daniel Craig, il più recente interprete dell’agente segreto più famoso del mondo. Per garantire che le scene della campagna seguissero il vero stile James Bond, sono stati scelti gli stessi operatori cinematografici e gli stuntmen di SPECTRE.

Le altre iniziative prese in occasione dell’uscita del film, sono la campagna digitale “Spyfie”, che prevede il primo selfie al mondo dallo spazio che utilizza le immagini HD realizzate dalla fotocamera posta sul satellite Deimos, attualmente in orbita a 600 chilometri sopra la superficie terrestre.
Inoltre l’edizione limitata SUB Bond Limited Edition, una versione esclusiva e in edizione numerata e limitata della design machine creata da Heineken per godere di una perfetta birra alla spina anche a casa. Dedicata all’agente segreto più elegante del mondo, THE SUB riprende le atmosfere intriganti di Spectre: colore nero, look & feel in carbonio, luce LED verde. E anche THE TORP, il refill di birra da due litri, si vestirà del fascino leggendario di 007, in edizione limitata. THE SUB Bond Limited Edition sarà disponibile online su THE-SUB.com e nello store la Rinascente di Milano.

Aldo Pettorino (Sisa) nel consiglio direttivo di Adm

Aldo Pettorino, Presidente Ce.Di. SISA Campania s.p.a. fotografato nel suo ufficio a Gricignano di Aversa ph Mario Laporta ag. Controluce

Il Presidente di Sisa SpA Aldo Pettorino è entrato a far parte del Consiglio Direttivo di Adm, l’Associazione della distribuzione moderna. Ada rappresenta la Dmo del largo consumo la cui mission è quella di farsi portavoce del settore nei confronti della produzione industriale e agricola, contribuire a migliorare la filiera ed essere luogo di dialogo e confronto tra le principali associazioni della Dmo (Federdistribuzione, Ancc, Ancd).

È un riconoscimento importante per Sisa che ritorna a far sentire la propria voce nell’Associazione tramite il suo presidente nazionale.

Aldo Pettorino ha particolarmente apprezzato l’incarico che affronterà con il solito spirito di servizio, fornendo il proprio contributo di idee a favore delle migliori soluzioni che investono retail e industria.

«Sono orgoglioso della nomina quale componente del consiglio direttivo di Adm – dichiara Aldo Pettorino –. Ringrazio i colleghi che hanno voluto accettare la mia partecipazione, assicurando loro un fattivo contributo. I temi da sviluppare sono molti e il momento congiunturale è particolarmente complesso. Abbiamo bisogno di confronto e condivisione per ottenere i migliori risultati da mettere a disposizione delle nostre aziende e, in un’ottica più ampia, del sistema Paese. E questo sarà il mio impegno».

Crescono le vendite del Prosciutto San Daniele nel 2015

Si confermano i risultati positivi del comparto per il Consorzio del Prosciutto di San Daniele anche per i primi nove mesi del 2015 quando ha registrato una crescita del 3,7% sulle vendite (circa 2.200.000 prosciutti) e dell’11% sul preaffettato in vaschetta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nonostante i generali andamenti recessivi del mercato dei salumi che fa segnare un calo della spesa delle famiglie italiane del -0,8% sullo stesso periodo del 2014, il Prosciutto di San Daniele, in netta controtendenza, ha fatto registrare un +8,6% sugli acquisti delle famiglie italiane (elaborazione ISMEA sui dati Nielsen-settembre 2015). Il San Daniele vale in quantità il 12,2% dei prosciutti crudi italiani e il 14,7% della spesa in valore.
Avanza il pre-affettato in vaschetta, un formato pratico che incontra il favore dei consumatori. A fine settembre, le confezioni di prosciutto di San Daniele affettato prodotte, sono state oltre
14.100.000 segnando +11% sullo stesso periodo dell’anno scorso.
I dati di export nei principali mercati esteri completano il poker di segni positivi. Da gennaio a settembre 2015, cresce del 10,36% la quota sul totale delle vendite in Europa (nei principali mercati di Belgio, Germania, Regno Unito e Francia). Stesso incremento con una crescita del
10.7% se si analizza il mercato extra Unione Europea: Australia, Giappone, USA e Svizzera rispetto allo stesso periodo del 2014.
«In linea con il trend positivo registrato su tutto il 2014, i risultati dei primi tre trimestri di quest’anno confermano e premiano la politica dei produttori del Prosciutto di San Daniele -spiega il direttore generale del Consorzio Mario Emilio Cichetti– Focalizzarsi nel mantenere i più elevati standard qualitativi del prodotto dà i suoi frutti in termini di vendite, sia in Italia che all’estero».

Ucima e Fiera Milano insieme per una Ipack-Ima più forte

Riccardo Cavanna, Presidente Ipack-Ima Srl e Vicepresidente Ucima

Nuova vita per una manifestazione di successo come Ipack-Ima. È quella che si annuncia con la creazione della nuova società Ipack-Ima srl tra Fiera Milano Spa e Ucima (rispettivamente con il 49% e con il 51% delle quote), che sta già lavorando per l’edizione di maggio 2018.

È una buona notizia per il sistema industriale e fieristico italiano perché dopo la rottura con l’associazione dei produttori di macchine per imballaggio (Ucima), dopo dieci anni si ricostituisce una alleanza che cambia la prospettiva per l’intero settore: «Si sana un divorzio storico e il nostro obiettivo è quello di dare a Ipack-Ima un maggiore respiro internazionale», ha affermato davanti ai giornalisti il presidente di Ucima Giuseppe Lesce. Gli ha fatto eco l’amministratore delegato di Fiera Milano: «A grande eccellenza produttiva deve corrispondere una grande eccellenza fieristica».

L’ultima edizione di Ipack-Ima svoltasi a maggio è stata visitata da 79.667 operatori, di cui il 28% internazionali. Ed è partendo da questi dati che la nuova società, presieduta da Riccardo Cavanna, che è anche vicepresidente Ucima, si è già messa al lavoro: «Con il team di Ipack-Ima, il team dell’associazione e gli imprenditori – ha affermato – faremo prima un lavoro di ascolto dei visitatori e dei clienti espositori, per dare sostanza alla nostra idea di una fiera differente, che faccia leva sulla customer experience e sull’innovazione in tutti i sensi. Abbiamo un’idea di fiera allargata che duri non solo i quattro giorni di manifestazione ma che abbia un prima e un dopo e che coinvolga le nove business community che sono il cuore di Ipack-Ima. Tutto ciò che faremo, in ogni caso, dovrà avere il consenso degli imprenditori del settore e possiamo contare sulla rete internazionale di agenti di vendita di cui dispone Fiera Milano».

Per fvorire e accrescere le sinergie tra le manifestazioni del settore food di Fiera Milano, a guidare la nuova società come amministratore delegato è Domenico Lunghi, direttore fiere Food e Food Tech di Fiera Milano.

Per le mele VIP Val Venosta La Spagna si conferma mercato strategico

In occasione di Fruit Attraction, la più importante Fiera del settore ortofrutticolo della Spagna, il Direttore Commerciale di VI.P, l’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta, Fabio Manesco (nella foto), ha commentato i dati relativi all’ultima stagione di vendita.

«Nella stagione 2014-2015 VI.P è riuscita a mantenere un sostanziale equilibrio tra le diverse destinazioni, come previsto dalla propria pianificazione. Nello specifico, il 50% del prodotto è venduto sul mercato nazionale ed il restante 50% orientato all’estero.

La Spagna continua a rappresentare il 7-8% della produzione, con volumi assoluti in aumento del 10% c.a. rispetto alla stagione precedente – afferma Zanesco – e le destinazioni europee principali, nonché mercati strategici di riferimento, si confermano Germania, Scandinavia, Penisola Iberica ed Est-Europa.

La maggior parte delle vendite è riconducibile alla varietà per eccellenza, la Golden Delicious, per seguire con gli oltre 2/3 legati al marchio proprio e il 15/20% imputabili alle rosse e bicolore come la Red Delicious, la Kanzi, la Gala e la Pinova che stiamo ulteriormente sviluppando per implementare l’intera gamma. Infine – conclude Zanesco – diventano sempre più interesanti aree come Nord-Africa e Medio Oriente, per le quali si stanno delineando strategie stabili e numerose opportunità future».

Microsoft punta sugli store e apre un flagship a New York e un temporary a Milano

Sarà aperto fino al 24 dicembre il primo negozio Microsoft d’Italia, “Casa Microsoft”, inaugurato a Milano il 19 ottobre in corso Vercelli, zona di shopping.
Niente vendita, si tratta di uno showroom su due piani, una vetrina per i prodotti del colosso di Redmond, che spaziano dai pc (i laptop e tablet Microsoft Surface ma anche dei partner come Hp, DeNovo, Acer) agli smartphone Nokia Lumia (per ora “sotto vetro” gli ultimi arrivati, 950 e 950XL, in vendita dal 27 novembre, con i quali Microsoft spera di risollevare le sorti di Nokia grazie al sistema operativo Windows 10 Mobile, puntando al segmento business grazie alla possibilità di utilizzarli come pc se collegato a uno schermo), alla Xbox alla domotica. C’è anche un’area per i corsi, gratuiti,
«L’interesse è tanto, la gente vede il marchio ed entra, vuole provare i prodotti che vengono mostrati, poi magari si aspetterebbe di poterli giù acquistare – dice Daniele, responsabile dello store – Vengono a vedere i Pc ma sono anche molto interessati agli smartphone».
Pareti bianche e linee pulite, dispositivi a disposizione lungo le pareti e personale accogliente al primo terra, mentre al secondo, allestito con divani di design firmati Edra, c’è l’angolo dedicato alla Xbox, altri Pc, uno schermo che mostra le potenzialità della domotica e la sala per i corsi.

[Not a valid template]

 

A New York il flagship punta sui nuovi prodotti e sulla community

Foto: Microsoft.
Foto: Microsoft.
Foto: Microsoft.
Foto: Microsoft.

Cinque piani, 22mila mq, prodotti e servizi presenti nei 110 pdv Microsoft in USA e Canada ma anche “nuove esperienze interattive”: questo promette il flagship Microsoft aperto pochi giorni fa a New York nel cuore di Manhattan, tra la Fifth Ave. e la 53rd St. Anche se ci sono molti produttori di pc partner, il focus è sui nuovi prodotti Microsfot come i Surface e i Lumia.
Non manca, come è uso ultimamente negli States, un richiamo (non solo formale dati gli investimenti in donazioni a musei ad associazioni cittadine) alla “local community” (vd anche Nike a Brooklyn). «Il nostro negozio in Fifth Avenue è qui per mostrare il meglio di Microsoft alla comunità locale – ha detto David Porter, vicepresidente Worldwide Retail and Online Stores di Microsoft -. Vogliamo costruire una relazione con i nostri clienti , ognuno di loro, e siamo felici di iniziare oggi a farlo anche qui».
Grande focus sul servizio infatti, con 160 addetti che parlano 19 lingue addetti solo al flagship.
Non ci sono casse a vista e le transazioni avvengono tramite POS mobili. Le affinità, nel layout e nell’organizzazione degli spazi, con gli Apple store sono parecchie, ma del resto i punti vendita della casa di Cupertino sono ormai lo standard di riferimento per l’elettronica (e non solo).

La folla si accalca all'apertura del nuovo Microsoft Flagship Store in Fifth Ave. lo scorso 26 ottobre. (Foto Stuart Ramson/Invision for Microsoft/AP Images)
La folla si accalca all’apertura del nuovo Microsoft Flagship Store in Fifth Ave. lo scorso 26 ottobre. (Foto Stuart Ramson/Invision for Microsoft/AP Images)

La facciata, di vetro, mette in mostra l’interno che è così organizzato:

  • Come risolvere un problema. Al centro dello store c’è l’Answer Desk dove andare per ottenere risposte a problemi tecnici e riparazioni di apparecchi ovunque siano stati acquistati. Consulenza gratuita sull’ottimizzazione di Windows 10, diagnostica, supporto sul software, rimozione virus e malware, ecc.
  • Corsi per tutti. Il Community Theater è la più grande sala per eventi e corsi con 60 posti Disponibile anche per eventi di associazioni locali.
  • Schermo schermo delle mie brame… Schermi ad alta definizione e digital signage sono ovunque nel Flagship Store e mostrano video, immagini ed informazioni. Uno schermo alto due piani si trova alle spalle dell’Answer Desk e i clienti possono giocare alla Xbox circondati da un audio multidirezionale . Nel Community Theater c’è un grande schermo al plasma touch-screen con Windows da usare durante i corsi.
  • Parte della comunità Il Culture Wall è il muro/schermo rivolto alla strada e vuole dimostrare la volontà di entrare a far parte della comunità locale, che ha già ricevuto 3 milioni di dollari di donazioni a varie associazioni. L’idea è mostrare immagini artistiche e non commerciali che si accordino con la facciata del palazzo e richiamino la storia e l’allure del posto, da sempre una delle aree di shopping più chic della Grande Mela.

Carrefour premia, alla presenza del top management, i primi 5 fornitori

Carrefour premia i primi 5 fornitori per qualità e innovazione nei loro prodotti. In questo modo l’impegno di cinque aziende che si sono distinte tra oltre 550 fornitori del Gruppo, viene riconosciuto alla presenza del top management Carrefour.

Siamo orgogliosi – ha dichiarato Grègoire Kaufmandirettore commerciale e marketing Carrefour Italia- di vedere nei nostri fornitori la stessa ricerca e impulso innovativo che da sempre contraddistingue l’attività di Carrefour; ne è testimonianza lo sviluppo digitale che ha colto con successo un esigenza di flessibilità da parte degli italiani. Per questo abbiamo voluto riconoscere il grande impegno delle aziende che contribuiscono quotidianamente a dare qualità all’esperienza di spesa dei nostri clienti”

Nello specifico i premi sono stati conferiti a:

HEINEKEN Birre Regionali: l’azienda, attraverso il prodotto “Le Regionali” a marchio Birra Moretti, ha saputo coniugare l’esperienza di un brand internazionale con la qualità di un prodotto del territorio, esaltando l’unicità italiana e facendo conoscere al grande pubblico gusti e particolarità tipiche;

SOLBAT Pulitro, l’azienda fornisce a Carrefour le confezioni e i prodotti per i detersivi alla spina, una modalità di spesa unica dal punto di vista della qualità e della sostenibilità;

FERRERO B-Ready ha saputo conquistare il mercato grazie all’unione di due semplici prodotti facili da consumare, adatti a tutti e non solo a colazione…

Gü – Dessert ha intuito che la pasticceria di alto livello si trova benissimo anche nel mondo della Grande Distribuzione. I suoi prodotti sono un piacere per la vista e il palato;

BORGODORO ha la capacità di conciliare “qualità, passione e competenza” trasformando il suo cioccolato in un prodotto di eccellenza alla portata di tutti.

I farmacisti all’attacco della petizione liberalizziamoci di Conad

Non si è fatta attendere molto la replica dei farmacisti alla mossa di Conad di lanciare la petizione liberalizziamoci affinché “il Governo intervenga al più presto con un provvedimento di liberalizzazione, che consenta anche alle parafarmacie la vendita dei farmaci di fascia C con ricetta”.

Leggi l’articolo Conad lancia la petizione per consentire alle parafarmacie la vendita di farmaci di fascia C

Con toni forti e un linguaggio da scontro diretto, il presidente di Federfarma Sunifar (che rappresenta le 6000 farmacie rurali) Alfredo Orlandi ha dichiarato: «Management Conad, pensate agli sconti su prosciutti e formaggi! I cittadini vi chiedono questo, non di poter riempire i carrelli di medicine. Non si capisce perché chi si occupa di generi alimentari e detersivi debba sentirsi in diritto di occuparsi di salute e farmaci. Sono mestieri diversi, non capiscono la differenza?», si chiede Orlandi. E risponde: «I farmaci si trovano in farmacia perché estranei alle logiche del commercio, perché qui ci sono le condizioni di sicurezza e privacy, perché il farmacista sotto casa ti conosce e ti mette in guardia se il farmaco che richiedi può interferire con altre terapie in corso».

Orlandi poi sfodera l’attacco diretto:

«Continuino a fare i pizzicagnoli, e a farlo bene, che per fortuna dei farmaci ci occupiamo noi nelle farmacie. Vogliono usare i farmaci come specchietti per le allodole, per tornare a riempire i carrelli. Ma non saranno i farmaci a salvarli. In farmacia i cittadini hanno già l’opportunità di risparmiare sulle terapie grazie agli equivalenti».

Dobbiamo rilevare, ancora una volta, che le motivazioni dei farmacisti sono sempre le stesse da anni. E spiace constatare che si faccia ancora confusione tra scaffali e parafarmacie, visto che si tratterebbe di dare la facoltà di vendita dei farmaci con ricetta bianca alle parafarmacie presidiate da un farmacista regolarmente laureato e iscritto all’ordine.

Del resto al riguardo si era a suo tempo espresso l’Antitrust quando aveva rilevato che l’estensione della vendita alle parafarmacie determinerebbe “un incremento delle dinamiche concorrenziali nella fase distributiva, con indubbi benefici per i consumatori”.

Attualmente i farmaci di fascia C con ricetta sono in vendita esclusivamente nelle farmacie tradizionali, a prezzi medi di gran lunga superiori a quelli dei farmaci da banco: 11,8 euro cadauno in media, cioè 3,7 euro cadauno in più rispetto ai medicinali senza obbligo di ricetta, già liberalizzati, argomenta a sua volta Conad, riprendendo dei dati di Assosalute.

A Coca Cola il Best Product Brand 2015. Ma la sorpresa non c’è

Assegnato ieri sera il Best Product Brand Italia 2015 a Coca Cola, che si è imposto su un panel di concorrenti di 242 brand in 33 categorie e su una short list di 15 pretendenti al premio, senza sorprese: Findus, Dash, Granarolo, Lego, Lavazza, Algida, Apple, Coca Cola, Bmw, Ace, Nike, Tono Rio Mare, Mulino Bianco, Nutella, Samsung. In sostanza una celebrazone della marca ma senza novità di rilievo, considerando che per buona parte sono brand globali, e la mancanza di quella sorpresa che – diciamolo – è componente importante della marca.

Il premio Best Brands, al debutto in Italia, è nato in Germania nel 2004 creato dal gruppo di comunicazione Serviceplan insieme a Gfk.

Gli stessi che l’hanno introdotto in Italia. Il meccanismo di valutazione mette in relazione ttraverso un algoritmo ad hoc sia il potenziale economico del brand sia il suo legame affetivo con le persone.

Silvio Silprandi, Vice Presidente GfK Eurisko Italia, entra nello specifico della metodologia. «È un processo molto articolato: l’indice finale nasce da due famiglie di indicatori. Da una parte abbiamo il ‘successo della marca’ che comprende la Market Share (cioè la quota di mercato a valore), la Loyalty del consumatore (cioè la fedeltà al brand espressa attraverso l’acquisto più frequente) e il Premium Price (cioè il livello di prezzo su cui si attesta la marca rispetto alla media della competition) e la «share of soul» che comprende la Brand Awareness (domande che rilevano il livello di familiarità con la marca}, il Brand Potentia/ Index (calcolato su una serie di domande che misurano propensione a spendere di più rispetto alle altre marche, personal relevance, attrattività, distintività e superiorità), il Cross-selling Potential (domande che raccolgono il livello di propensione all’acquisto/utilizzo di un nuovo prodotto della marca). In sostanza però l’ingrediente fondamentale di tutto il processo sono i consumatori. Sono loro a determinare sia il successo economico di una marca sia ad esprimere i dati più ‘emozionali’».

Consegnato anche il Best Corporate Brand a Ferrero (che aveva già avuto la sua consacrazione in questa categoria a febbraio in Germania). Interessante, in questo caso, la short list dei concorrenti, perché oltre a Barilla, Campari, San Pellegrino, Ferragamo, Ferrarese, Giochi Preziosi, Luxottica, Moncler, Perfetti, Pirelli, Tod’s compaiono due marchi operanti nel retail come Coop e Calzedonia.

Il prossimo anno Best Brands assumerà la sua versione definitiva con la prefazione delle tre categorie su cui è fondato, Corporale, Products e Growth.

Libri/Scoprire i Millennials, la generazione che vive nel momento

cover libro Millennials«Dei Millennials si parla tanto (e qualche volta a sproposito) e proprio per questo motivo ho voluto dare non solo un quadro di riferimento descrittivo, ma anche degli esempi pratici, delle case history e una vera e propria guida all’azione». Così spiega Diego Martone il senso de “I nuovi Dei dell’Olimpo dei Consumi: alla conquista dei Millennials”, il libro che ha scritto e pubblicato come e-book in modalità self-publishing (proprio come farebbe un Millennial!).

Martone è presidente e fondatore di Demia, società di consulenza strategica e ricerche di mercato, si occupa da più di venticinque anni di ricerche demoscopiche e di marketing. Negli ultimi anni ha approfondito il tema del marketing generazionale, e ha realizzato per conto di Assogestioni e presentato al Salone del Risparmio 2015 la prima indagine sui risparmiatori di domani: i Millennials italiani. E questa occasione gli ha dato lo spunto per approfondire il tema.

Cominciamo col dire che in questo agile e-book non ci si perde per strada. L’autore lo scrive avendo ben chiara la domanda che pone solo nell’ultimo capitolo per introdurre una serie di indicazioni per affrontare questo universo di nuovi interlocutori del sistema del consumo in tutte le sue molteplici sfaccettature.

“Come ci si deve comportare – si chiede Diego Martone – per conquistare la Generazione Y? Che si tratti di proporre un prodotto, di orientare un’offerta di servizi, di scoprire un talento da assumere, di conquistare un voto elettorale e così via, la domanda rimane inalterata. Vi sono, senza dubbio, degli indirizzi da seguire per rendere il proprio lavoro più mirato in questa direzione, con l’avvertenza che ciascun campo d’azione contiene delle specificità che non possono essere ignorate”.

I Millennials (o generazione Y) sono 6 milioni e 120 mila ragazzi/uomini e 6 milioni e 35 mila ragazze/donne che costruiscono, come avviene nel resto del mondo occidentale, la forza lavoro e di governo dei prossimi anni, scrive Martone. Sono quelli nati tra il 1980 e il 2004 rappresentano “una fascia di popolazione che condivide valori e comportamenti talmente differenti da quelli delle Generazioni precedenti (X, Boomers, Silent) al punto da permettere di immaginare nell’arco di poco tempo l’imporsi di un ‘sistema di vita’ rivoluzionario e la necessità per le aziende di ogni settore merceologico e di servizi di riscrivere le proprie strategie di comunicazione e vendita”, si legge nella premessa.

Detto questo, il percorso proposto dall’autore si snoda, in maniera chiara, ad analizzare le caratteristiche di questa fascia di popolazione che, molto efficacemente, viene identificata come la generazione che “vive nel momento e svolge la propria vita un passo alla volta, senza creare troppo vincoli al cambiamento” e l’identikit che Martone ne traccia non è ne troppo edulcorato, né negativo. È una generazione forse disillusa, abituata a vivere nella precarietà, ma ben distante dagli sdraiati, dai bamboccioni o dai choosy che dir si voglia. È una generazione invece che ha a disposizione le tecnologie, vive in una società dove la condivisione è diventata un modo per surrogare livelli di reddito ridotti. Ma è anche quella generazione che dal punto di vista sociale è più aperta, da quello scolastico più preparata (anche se sulla conoscenza delle lingue il gap con i giovani degli altri Paesi europei persiste), da quello tecnologico, va da sé, più consapevole.

Il racconto di Martone, con il supporto di risultati di ricerche effettuate direttamente, accompagna la generazione Y nei suoi rapporti con il lavoro, con la famiglia, con gli strumenti digitali, con il mondo del consumo e dei viaggi, con il cibo, con la società multietnica, con il sesso.

Forse il primo quadro completo dei Millennials con i quali le imprese devono imparare a confrontarsi utilizzando il loro linguaggio (o i loro linguaggi, visto che questa definizione comprende ai due estremi ragazzini nativi digitali e trentacinquenni) che però è ancora in buona parte da imparare. Martone, nell’ultimo capitolo, tira le fila del discorso e dà una serie di utili indicazioni proprio a questo scopo.

Come dice l’autore, «Siccome ho il massimo rispetto dei potenziali lettori e non posso esimermi dall’invitarvi a leggere gratuitamente un piccolo assaggio di quello che troverete all’interno. In fondo in libreria siamo tutti abituati a sfogliare un testo prima di portarlo alla cassa! Leggi l’Indice dei contenuto  e la Premessa nell’Anteprima I nuovi Dei dell’Olimpo dei Consumi».

Il libro può essere acquistato secondo queste modalità:

  • Su Lulu.com
  • All’interno dello store di Kobo (manon è necessario avere il kobo per leggerlo)
  • Presso il sito di Feltrinelli
  • Su iTunes, per tutti quelli che hanno iPhone, iPad, Mac in genere…
  • Su Amazon, anche in questo caso generosa anteprima generata in automatico  da Amazon stessa

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare