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Carrefour inaugura a Portogruaro un nuovo format di iper bio e del territorio

La transizione alimentare entra nel format ipermercato: succede a Portogruaro (Ve), dove l’iper di Carrefour Italia riapre le porte ai suoi clienti con una rinnovata esperienza di spesa e il primo Pasta Corner Barilla all’interno di un ipermercato in Italia.

Parte della strategia di clusterizzazione e focalizzato sui pillar della Transizione Alimentare, il nuovo format semplifica l’esperienza di acquisto e risponde alle esigenze dei consumatori con una proposta incentrata su valori come il territorio, le filiere qualità, il biologico e la ristorazione.

 

Ipermercati diversificati in cluster

Il remodelling rientra nella più ampia strategia di Carrefour Italia che mira a creare una nuova generazione di Ipermercati suddivisa in differenti cluster. Il modello applicato a Portogruaro, infatti, prevede un innovativo percorso cliente pensato in uno stile funzionale per rendere l’esperienza d’acquisto più semplice e veloce. Aprendo nuovamente le porte ai clienti con oltre 20.000 referenze assortimentali, nuovi servizi e speciali corner dedicati, il punto vendita si estende su una superficie di oltre 5.000 metri quadri.

Tra le novità assolute, un’intera area dedicata ai prodotti della Transizione Alimentare, asse strategico del piano Carrefour 2022: un cambiamento epocale e necessario che vede Carrefour protagonista indiscusso di questa trasformazione, impegnato nel guidare i propri consumatori, attraverso la proposta di azioni concrete e attività di sensibilizzazione, a un consumo consapevole, responsabile e sostenibile.

Cuore del punto vendita, la zona freschi con oltre 2.400 referenze, che riesce ad esplodere al meglio i valori e le caratteristiche intrinseche di questo piano di trasformazione. Inoltre, forte rilevanza viene data anche ai prodotti biologici, a km 0 e quelli a marca propria, punta di diamante della qualità alimentare accessibile.

Con l’obiettivo di valorizzare la forte vicinanza con il territorio e il legame ai suoi piccoli e medi produttori, propone anche una selezione dei prodotti di oltre 100 fornitori locali, riservando loro spazi dedicati ove poter proporre quotidiane degustazioni delle proprie produzioni.

 

Nella zona ristoro debutta il corner Barilla

Importante elemento distintivo, una nuova zona ristoro in cui è presente anche un Pasta Corner Barilla, primo esempio di un innovativo concept ristorativo basato sul piatto più amato dagli italiani all’interno di un ipermercato: il progetto di somministrazione “Eat-In” sulla pasta è stato sviluppato in collaborazione con Barilla attraverso l’implementazione di propri prodotti, menu e tecnologie studiati per la ristorazione. I clienti hanno la possibilità di scegliere per il proprio pranzo anche proposte di ricette di pasta e pasta al forno che variano ogni giorno, da consumare direttamente in loco e preparate al momento dagli addetti.

Anche la ristorazione rappresenta un ruolo fondamentale all’interno del neo Ipermercato, con produzione propria di pizze e degustazioni varie e un’offerta creativa di tramezzini (classiche specialità molto diffuse su tutto il territorio).

Per dar maggior risalto all’impegno sostenibile e all’attenzione all’ambiente, altra collaborazione è stata stretta con i fornitori di caffè Moak: un progetto esclusivo ed innovativo grazie al quale è stata installata una macchina del caffè che eroga caffè, cappuccino, ginseng e cioccolata, Flat White e Milk Shakes tutto rigorosamente Biologico e proveniente dal commercio equosolidale.

L’offerta assortimentale si rivela altresì vantaggiosa per i clienti, poiché sono stati ribassati oltre 4.000 prezzi di altrettanti prodotti.

 

Obiettivo: democratizzare il cibo buono e giusto

Questi e molti altri i principi fondamentali di Act for Food, implementati nel nuovo modello di Portogruaro, secondo la nuova strategia di azioni concrete, visibilmente comunicata anche all’interno di tutta l’aria di vendita, a testimonianza dell’impegno dell’azienda nel democratizzare i consumi e innalzare la qualità del cibo, rendendolo accessibile a tutti e rispondendo così alle sfide dell’alimentazione e alle nuove aspettative dei consumatori.

Oltre ai tradizionali reparti, il punto vendita offre servizi quali una nuova zona dedicata al sushi, la parafarmacia, l’ottico ed un servizio lavanderia – unico all’interno di tutto il centro commerciale.

Appositi monitor esposti in punto vendita (digital signage) accompagneranno i clienti durante tutta la spesa, indicando prodotti e reparti, comunicando promozioni, eventi e messaggi focalizzati sempre sul tema della transizione alimentare.

“Il nuovo concept inaugurato oggi a Portogruaro, che rientra all’interno dei quattro modelli di Ipermercati di Carrefour Italia, offre alla nostra clientela un’ampia scelta di prodotti di qualità a un prezzo attrattivo e competitivo, inseriti all’interno di un contesto comunicativo incentrato su valori come l’attenzione alla filiera produttiva, la sostenibilità e la sana e corretta alimentazione – ha detto Felice Passariello, Direttore Regionale Centro Est Carrefour Italia –. Siamo orgogliosi di valorizzare anche l’offerta territoriale, grazie alla preziosa collaborazione dei molti produttori locali e di partner d’eccezione come Barilla. Questo punto vendita rappresenta l’esempio concreto del nostro impegno di portare avanti le nostre attività di sensibilizzazione legati alla transizione alimentare”.  

“Siamo molto orgogliosi di partecipare con i nostri prodotti dedicati alla ristorazione ad inaugurare una nuova formula di somministrazione di ricette di pasta preparata al momento direttamente all’interno degli ipermercati Carrefour, seguendo un trend innovativo ma di sicuro sviluppo futuro nella grande distribuzione – affermano da Barilla -. I valori della dieta mediterranea sono alla base dei menu, che sono stati studiati anche in base alla rotazione stagionale delle ricette: l’offerta prevede ogni giorno una selezione di proposte di piatti di pasta e sughi semplici e della tradizione, insieme a paste ripiene e gratinate, per offrire varietà e gusto anche ai clienti più fedeli del punto vendita, che lo sceglieranno per la loro pausa pranzo quotidiana.”

Penny Market lancia myBio, prima linea biologica di vegetali “brutti ma buoni”

Penny Market lancia la sua prima linea di ortofrutta biologica, 100% italiana, e lo fa in modo innovativo: myBio è infatti la prima linea bio di sei referenze buoni ma esteticamente imperfetti, pensata per avvicinare a questa tipologia di prodotti più costosi anche fasce di consumatori che finora se ne erano tenuti lontani, per motivi economici.

Sei le referenze lanciate da oggi sugli scaffali dei punti vendita italiani, primi ad accogliere la nuova linea, scelti tra le referenze stagionali più popolari: zucchine, limoni, pomodori a grappolo, patate, mele e carote. Anche il packaging è stato realizzato appositamente per la linea: è biodegradabile e compostabile.

La riflessione è nata da un lavoro condiviso tra tre attori che appartengono ad ambiti diversi: oltre a Penny Market, l’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano e Banco Alimentare – che hanno deciso di guardare al food waste come a un’anomalia di sistema. Che porta, ad esempio, il 12% delle eccedenze nella produzione a causa dalla non conformità agli standard estetici richiesti dal mercato. Prodotti perfettamente edibili e conformi ai requisiti di legge in materia di sicurezza alimentare, ma che per motivi estetici (dimensione fuori standard, colorazione della buccia, segni della grandine, deformità) sono scartati prima ancora di entrare nel circuito della distribuzione, non arrivano mai a scaffale.

In Italia ogni anno, secondo i dati di una ricerca condotta dal Politecnico di Milano, vengono sprecate 5,1 milioni di tonnellate di cibo, il 15,4% dei consumi annui alimentari, con un impatto economico di 12,6 miliardi di euro e ambientale di 13 milioni di tonnellate CO2 equivalenti emesse.

Il costo dello spreco alimentare, però, non si esaurisce nel solo costo per la realizzazione del prodotto, ma comprende anche quello previsto per il suo smaltimento. Infatti, lo spreco dipende per il 53% dalle aziende della filiera e per il restante 47% dai consumatori.

“Siamo orgogliosi di presentare la nuova linea “MyBio Bellezze Naturali” che è solo l’ultimo tassello di un approccio più vasto legato alla sostenibilità, ha proseguito Gotthard Klingan, Amministratore Delegato di Penny Market. Quest’ultima iniziativa rappresenta una strada per incidere in profondità nella lotta allo spreco, permettendoci al contempo di garantire ai consumatori un assortimento di prodotti alimentari genuini e naturali”.

“Da anni collaboriamo con le persone di Penny Market, per il recupero di eccedenze alimentari non deperibili e fresche; inoltre, lo scorso anno, con il progetto ‘Dona un SorRISO!’, PENNY MARKET ha devoluto a Banco Alimentare 15.000 chili di riso, pari a 150.000 porzioni – ha aggiunto Andrea Giussani, Presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus -. Nella lotta allo spreco di cibo, siamo lieti di vedere crescere ogni iniziativa contro la cultura dello scarto e la sua limitazione in ogni segmento della filiera, proponendo stili di consumo più sostenibili e rispettosi del lavoro dell’uomo. Sensibilizzare i consumatori, tramite nuove opportunità di acquisto più responsabile, è un contributo importante da parte di Penny Market, per riformare ancora più efficacemente il modello della attuale filiera alimentare”. Attivo dal 1989, Banco Alimentare solo nel 2017 ha aiutato oltre 1 milione e mezzo di italiani attraverso circa 8.000 strutture caritative convenzionate, grazie alle quali ha distribuito più di 91.000 tonnellate di cibo destinate alla discarica. Tutto questo è stato possibile grazie ai 1.800 volontari di tutta Italia.

È il modello che deve cambiare prospettiva, mostrando come la lotta agli sprechi e la commercializzazione di prodotti 4B – brutti, buoni, bravi, biologici – può essere considerato un vantaggio competitivo, soprattutto per i piccoli produttori che hanno la possibilità di far conoscere anche all’estero la propria frutta e verdura: Campina Verde è l’azienda del Gruppo Rewe – lo stesso al quale appartiene Penny Market – che si occupa di far conoscere i prodotti biologici italiani in tutta Europa, svolgendo un ruolo di collettore nella distribuzione di prodotto, anche di piccoli quantitativi, nonché nell’internazionalizzazione del biologico, al fine di consentire la distribuzione dei prodotti anche di  fornitori di minore dimensione, che diversamente non potrebbero accedere al mercato internazionale.

Lavazza lancia nella Gdo il caffè biologico ¡Tierra! Bio-Organic

Sono due grandi tendenze del momento: il biologico, che da anni ormai riscuote il favore crescente e l’attenzione dei consumatori italiani, e il caffè, un intramontabile che sta assumendo nuove sfumature: sarà per questo che Lavazza lancia nella Gdo ¡Tierra! Bio-Organic, il suo primo caffèbiologico da assaporare a casa scegliendo tra l’esperienza con la tradizionale moka in una nuova e piùattuale veste, o il rito tutto italiano dell’espresso semplice da preparare con le capsule Lavazza A Modo Mio.

Nel corso del 2017, il 47% degli Italiani ha scelto biologico almeno una volta a settimana, con numeri in continua crescita che vedono le vendite di questa tipologia di prodotti aumentare del 10,5% nei primi cinque mesi del 2018.
“Il trend del biologico èrilevante anche per il settore del caffe, con numeri in forte crescita in Italia che vedono un incremento del 12,5% nel Roast & Ground e del 10,3% nel segmento delle capsule anno su anno, e una grande attenzione da parte di un consumatore giovane, curioso di sperimentare nuovi aromi e attento alle origini dei prodotti che sceglie quotidianamente” ha commentato Pietro Mazzà, Head of Food Home, OCS & Vending Marketing di Lavazza -. Da sempre gusto e sostenibilità fanno parte del nostro DNA e sono i valori che contraddistinguono il nuovo power brand ¡Tierra! per i consumi a casa, che vede la nuova miscela biologica affiancarsi a due monoorigini provenienti da Brasile e Perù.”
Proveniente da piantagioni dove si pratica l’agricoltura biologica e si rispettano i principi di sostenibilitàambientale, questa nuova miscela rappresenta un’ulteriore innovazione nella storia di Lavazza che, a partire dal 1910 quando Luigi Lavazza creòle prime miscele di caffè, ha presentato una lunga serie di rivoluzionarie novitàdi prodotto.

¡Tierra! Bio-Organic èil primo prodotto Lavazza per il segmento domestico coltivato con certificazione BIO, che assicura la conformitàdei processi produttivi ai requisiti specifici per la lavorazione di materie prime di origine biologica, e certificazione UTZ a garanzia di standard qualitativi sociali e ambientali nella produzione di caffè. La sua particolare aromaticitàderiva dal metodo di lavorazione e dall’elevata altitudine delle sue zone di coltivazione. I chicchi di questa 100% Arabica da caffèbiologico sono infatti tostati per periodi di tempo piùlunghi, utilizzando una combinazione di basse e medie temperature cosìda ottenere una perfetta combinazione di gusto, corpo e aroma. Le speciali note floreali e di frutta matura derivano invece dalle sue terre di origine, l’America centrale e meridionale.

¡Tierra! Bio-Organic va ad arricchire la gamma Lavazza ¡Tierra! composta dalle monorigini ¡Tierra! Single Origins, entrambe certi cate da Rainforest AllianceTM, organizzazione non governativa il cui scopo èpreservare la biodiversitàe garantire condizioni di vita sostenibili ai coltivatori delle aree di produzione guidando le pratiche di uso del suolo, le pratiche commerciali e i comportamenti dei consumatori.

 

Campagna di comunicazione
A supporto del lancio di ¡Tierra! Bio-Organic, Lavazza ha realizzato, con la direzione artistica dell’agenzia Armando Testa, la campagna di comunicazione integrata “C’èdel Buono sulla Terra” che vede protagoniste le mani, vero e proprio simbolo del marchio ¡Tierra! ed emblema di lavoro e sostenibilita.

La campagna prevede uno spot TV e una serie di attivazioni sul territorio: oltre 40 giornate di degustazione nel Nord Italia durante importanti fiere e mercati legati al tema green e sostenibilitò, inclusa la partecipazione alle manifestazioni milanesi della Milano Green Week e del Milano Film Festival. Con lo spot “Hands”, on air in TV e sul web sia nella versione di 30’’ che di 15’’, Lavazza racconta il viaggio del suo chicco di caffèbiologico dai luoghi d’origine fino a noi attraverso una serie di videoproiezioni, sulle note di Ben Harper, che alternano uomo e ambiente in maniera del tutto naturale e sorprendente. La campagna prevede inoltre suggestive affissioni in location di alto impatto a Milano e Torino e una speciale installazione in Piazza XXV Aprile a Milano, cuore delle iniziative Lavazza e luogo esclusivo dove degustare ¡Tierra! Bio-Organic. Lavazza ha infatti scelto il flower design di fama internazionale Daniel Ost per dar vita a un’evocativa opera d’arte: una scultura floreale che rappresenta due mani che reggono un chicco di caffè.

Rapporto Bio Bank 2018: continua l’avanzata del biologico, vola la cosmesi

Sempre più diffuso, al di là delle mode e degli integralismi: stiamo parlando del biologico e una conferma del suo successo viene dai numeri del nuovo rapporto Rapporto Bio Bank 2018, che verrà presentato ufficialmente al Sana di Bologna il 7 settembre e che pubblica e analizza i dati riferiti alle 10.001 attività censite da Bio Bank nel 2017: 9.075 per l’alimentazione e 926 per la cosmesi.

Un settore quello del biologico che ha superato i 5 miliardi di euro nel 2016 tra Italia ed estero, con un incremento del 16,3% rispetto all’anno precedente.

 

Aumentano le attività, nella cosmesi +177%

Negli ultimi cinque anni il numero di attivitàdelle otto tipologie monitorate nel Rapporto per gli Alimenti ècresciuto di oltre il 6%. A volare sono invece le tre tipologie di attivitàmonitorate per la Cosmesi, cresciute del 177%.


Per gli Alimenti ancora in testa gli e-commerce di alimenti bio, passati dai 147 del 2013 ai 344 del 2017, con una crescita del 134%, e i ristoranti bio, passati da 350 a 556, con una crescita del 58,9%. Seguono i 1.437 negozi specializzati di alimenti bio (+12,5%), le 1.311 mense scolastiche (+6,1%), i 238 mercatini (+3%), mentre le 2.879 aziende con vendita diretta crescono appena dell’1,5%. In calo gli agriturismi a quota 1.497 (-4,5%) e i gruppi d’acquisto solidale a 813 (-8,3%).

Per la Cosmesi guidano ancora il trend le profumerie bio, balzate dalle 49 del 2013 alle 245 del 2017 (+400%). Notevole lo sviluppo degli e-commerce di cosmesi bio, passati da 70 a 255 (+264,3%). Ma è significativo l’aumento delle aziende di cosmesi bio e detergenza eco certificate, che raddoppiano passando da 215 a 426 (+98,1%).

 

Lombardia prima della classe

La classifica delle regioni leader per numero assoluto di attivitàbio nel 2017 riconferma la Lombardia con ben 1.417 attività, prima per numero di gruppi d’acquisto, negozi, mense, aziende ed e-commerce di cosmesi. Al secondo posto ancora l’Emilia-Romagna con 1.312 attività, che primeggia con vendita diretta, mercatini, e-commerce di alimenti e ristoranti. Al terzo la Toscana con 1.126 realtà, regina incontrastata, e non ci sorpende, degli agriturismi. Anche alla guida della classifica per densitàdi attivitàsi riconfermano le stesse tre regioni del Centro Italia: le Marche con 397 attivitàper milione di abitanti, l’Umbria con 347 e la Toscana con 301.

Tra le regioni leader in Italia solo una èpresente sia nella classifica per numero sia in quella per densitàed èla Toscana. Tra le regioni leader in una singola tipologia entra per la prima volta il Sud, con la Campania, leader per numero di profumerie bio.

 

Polarizzazione tra basico e di alta qualità

Diecimila attivitàsono una fetta importante del biologico italiano, dall’alimentazione, dove il bio ha visto il suo esordio, alla cosmesi, dove la sua diffusione èpiùrecente. Dai canali storici, come i negozi specializzati, a quelli emergenti, come l’e-commerce.
Il perimetro del Rapporto Bio Bank non comprende quindi tutto il biologico – che ormai non ha più confini e si trova ovunque – ma fornisce dati quantitativi e qualitativi per leggere il cambiamento in atto e affrontare le nuove sfide. Oggi che sono entrate nel bio sia le multinazionali, sia grandi, medie e piccole aziende agroalimentari, si assiste a una polarizzazione. Da una parte il bio basico, che rispetta il regolamento europeo e si accontenta dell’Eurofoglia. Dall’altra le aziende storiche del bio, che continuano la scalata dei valori nel segno della qualità totale. Ma che in qualche modo diversificano e specificano, accogliendo nuove suggestioni: ecco allora nascere il biologico legato all’origine delle materie prime (locale, regionale, made in Italy), il biologico che si evolve in biodinamico, il biologico che fa filiera (assciurando un giusto prezzo ai produttori e una distribuzione equa del valore lungo tutta la catena), il biologico etico (attento alle condizioni di lavoro nelle campagne, avvelenate dalla piaga del pizzo e del caporalato), il biologico equosolidale, attento al sociale.

Nel rapporto è posisbile trovare l’andamento delle vendite bio negli ultimi dieci anni, i Trend 2013-2017 del numero di attività bio per le di 11 tipologie monitorate, le regioni Leader 2017 per numero assoluto e per densità, l’analisi puntuale di otto tipologie di attività per gli Alimenti e di tre per la Cosmesi, anche con dati storici. Le 58 pagine sono consultabili liberamente su Issuu.

Recoaro torna in Gdo con una nuova linea di bevande biologiche

Un grande ritorno con una novità di tutto rispetto che segue le esigenze del consumatore moderno: Recoaro, marchio storico del beverage nazionale, torna in Gdo con alcuni gusti “classici” della su gamma, ma in versione rinnovata e biologica.

Diponibili nelle tre referenze Chinotto, Limonata con estratto di zenzero e Aranciata con estratto di bergamotto, le nuove bibite bio sprigionano la freschezza e i profumi degli agrumi mediterranei, puntando su origine, qualità e benessere.

Le nuove Bibite Bio Recoaro rappresentano un omaggio alla tradizione che si veste di modernità, attraverso il recupero delle ricette originali e all’utilizzo di estratti in linea con i più recenti trend di consumo, grazie all’aggiunta di zenzero e bergamotto, e il Chinotto si distingue grazie al caramello ottenuto dalla lavorazione artigianale dello zucchero di canna biologico.

Tra le caratteristiche, ingredienti selezionati esclusivamente biologici e adatti anche a un’alimentazione vegana, frutta 100% di origine italiana e utilizzo di sola acqua minerale naturale.

Il packaging della bottiglia da 800 ml è stato studiato appositamente per sottolineare già a prima vista l’impronta green dei nuovi prodotti. La bottiglia presenta un design personalizzato che le conferisce una forte identità grazie alle cromie e alla scritta bio in bassorilievo. L’etichetta a fondo trasparente, che comunica in maniera chiara tutte le qualità e le caratteristiche della bibita, rappresenta la volontà del brand di esaltare il prodotto in tutta la sua genuinità.

Con dm Milano CityLife la drogheria tedesca si presenta all’Italia

Punta su marca commerciale che gode dell’allure della qualità tedesca e sulla convenienza la drogheria tedesca dm drogerie markt, che ritorna in Italia dopo dieci anni “con una politica decisa, determinata”. Che prevede l’apertura di 100 punti vendita in tre anni. Matteo La Porta, area Manager per la Lombardia, ci ha accompagnato nella visita al flaghship store di Milano CityLife, primo punto vendita aperto lo scorso 30 novembre (nel frattempo hanno debuttato altri tre store, due a Udine uno a Laives). Prossime aperture Gorizia, Trieste, Bergamo e Piacenza, con l’obiettivo di arrivare a 40 punti vendita entro il 2018 e 100 nei prossimi tre anni. L’investimento complessivo entro la fine del prossimo anno sarà di oltre 18 milioni di euro con l’assunzione di 200 dipendenti. 

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Un’apripista, una vetrina importante è il negozio di Milano anche se con 322 metri quadri di vendita, è circa la metà della metratura tipica è di 500-600 metri quadri.

L’assortimento spazia dai principali marchi di richiamo (che variano di Paese in Paese: l’Italia è il primo dei 13 fuori da Germania e Austria a essere non mittel o est europeo) a fianco della proposta della marca del distributore (sono 23 le marche di proprietà con oltre 3.000 articoli, molti dei quali biologici o naturali, tutti certificati) che si invoglia a provare “per dare un’alternativa a un prezzo più abbordabile”. L’insegna si caratterizza per una politica di prezzo non promozionale, basata sull’everyday low price.

Varia l’utenza, con una grande prevalenza di donne: dai cinesi dei centri di bellezza della vicina Paolo Sarpi (la “Chinatown” milanese) “che hanno già intuito la nostra convenienza e qualità” alla casalinga alla donna manager.

Il settore food è molto sviluppato rispetto ad altre insegne del genere dove “puntiamo a diventare un riferimento” anche perché la fascia di prezzo sul biologico e naturale è decisamente diversa per i concorrenti.

dm drogerie markt associa in un unico punto vendita l’offerta tipica di almeno cinque diversi tipi di negozio, inserendosi in un segmento del commercio al dettaglio che è complementare e non concorrenziale rispetto ai supermercati. Ogni drugstore comprende l’equivalente di una profumeria ampia e qualificata, di un negozio specializzato in prodotti per il benessere e la salute, con migliaia di articoli biologici e naturali, di uno store di prodotti per l’infanzia, di un grande magazzino di articoli per la casa e di un negozio specializzato in prodotti per animali.

Hubert Krabichler, CEO per l’Italia di dm drogerie markt, ha dichiarato: «L’Italia è un Paese molto attento al benessere e alla cura della persona, esattamente il core della nostra offerta commerciale. Per questo motivo abbiamo sempre considerato l’Italia molto interessante per uno sviluppo fuori dai nostri mercati tradizionali, che sono Germania, Austria e Paesi dell’Est. Riteniamo che adesso sia il momento giusto per aprire qui. Il mercato italiano sta mostrando, infatti, decisi segnali positivi di ripresa e una fiducia crescente dei consumatori».

dm drogerie markt nata in Germania nel 1973 si è poi sviluppata e affermata in Austria e in 10 paesi dell’est europeo è la più grande catena di drugstore in Europa con 3.400 punti vendita, 59.000 dipendenti e oltre 10 miliardi di euro di fatturato.

Sano, senza OGM, biologico e a Km 0: ecco il cibo che piace

Alimenti sani (senza grassi o sale), privi di OGM, biologici e possibilmente realizzati con ingredienti a KM0 : ecco i cibi preferiti dagli italiani. A dirlo l’indagine online realizzata da GfK in 17 paesi, chiedendo quali sono le caratteristiche più importati che considerano quando scelgono cosa mangiare o bere.

Un italiano su due (49%) ha indicato come fattori decisionali importanti il fatto che un alimento sia privo o a basso contenuto di zuccheri, realizzato senza utilizzo di OGM e privilegiando ingredienti a chilometro zero. Seguono nella classifica di importanza gli alimenti privi o con pochi grassi (44%) e quelli realizzati con ingredienti biologici (42%). Un italiano su tre considera valuta positivamente il fatto che un alimento sia privo di sodio o potenziato con vitamine e minerali. Infine, ben il 19% considera come caratteristica importante il fatto che un prodotto sia senza glutine.

I localismi

Gli italiani risultano i più sensibili in assoluto sul tema del KM0: nel nostro Paese si registra la percentuale più alta di persone che considera importante l’utilizzo di ingredienti locali quando si tratta di scegliere cosa mangiare.

Non emergono grandi differenze nelle classifiche di uomini e donne, anche se queste ultime esprimono in generale delle opinioni più marcate (in particolare per quanto riguarda gli alimenti a basso contenuto di zuccheri e di grassi).

Come prevedibile, le famiglie ad alto reddito assegnano in media maggiore importanza alle caratteristiche degli alimenti, rispetto a quelle a basso reddito. Interessante notare però come anche le persone meno abbienti tengano in grande considerazione i prodotti a KM0, in percentuale quasi uguale alle altre fasce di reddito.

A ogni età il suo cibo

Guardando invece ai risultati per fasce d’età, emergono alcune tendenze specifiche. La fascia d’età degli over 60 – ad esempio – risulta essere la più attenta in generale alle caratteristiche del cibo. Particolare importanza viene data a fattori quali l’utilizzo di ingredienti a KM0, senza OGM e a basso contenuto di sodio e grassi. Tra i ventenni invece c’è una spiccata preferenza per gli alimenti realizzati con ingredienti biologici e prodotti localmente. Infine, nella fascia 30-39 anni gli italiani danno particolare importanza ai prodotti senza glutine e che contengono probiotici.

Nel resto del mondo

A livello internazionale, si prediligono in linea di massima gli alimenti a basso contenuto di zucchero o senza zucchero e quelli privi di OGM (entrambi con il 48%). Al terzo posto si posizionano i prodotti privi o a basso contenuto di sale (45%), seguiti a breve distanza dai prodotti realizzati con ingredienti biologici, quelli a basso contenuto di grassi e arricchiti con vitamine o minerali.

Dall’indagine emerge inoltre come i più selettivi in assoluto siano essere i cittadini cinesi: per 8 categorie su 9, infatti, la Cina è al primo posto. L’unica eccezione riguarda gli alimenti a KM0, caratteristica che vede l’Italia al primo posto per importanza assegnata. Particolarmente esigenti anche i consumatori del Brasile, che si posiziona al secondo posto in classifica per l’importanza attribuita a ben 5 categorie.

L’indagine

GfK ha condotto un’indagine online in 17 Paesi, coinvolgendo oltre 23.000 persone dai 15 anni in su. Gli intervistati dovevano rispondere alla domanda: “Quando sono importanti le seguenti caratteristiche, quando devi scegliere un cibo o una bevanda?”. Le opzioni elencate erano: È realizzato con ingredienti biologici; Utilizza ingredienti o viene prodotto a KM0; È privo (o a basso contenuto) di zuccheri; È privo (o a basso contenuto) di grassi; È privo (o a basso contenuto) di sodio; È fortificato con vitamine o minerali; Contiene prebiotici o probiotici; È privo di OGM (Organismi Geneticamente Modificati); È senza glutine.

La rilevazione è stata effettuata nell’estate 2017.

I paesi coinvolti nella ricerca sono: Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Russia, Corea del Sud, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.

Joint venture nel biologico, Farmo e Alce Nero inaugurano uno stabilimento hi-tech

Il bio cresce e con la maggiore età va in cerca di alleanze: ultima in ordine di tempo, la joint venture nel segno dell’innovazione tra Farmo, produttore italiano specializzato nel senza glutine, e Alce Nero, leader del biologico italiano. Dalla condivisione dei valori di due imprese italiane nasce FAN SpA, una realtà centrata su un’unità produttiva dotata di tecnologie di ultima generazione per la produzione di prodotti da forno biologici di alta qualità.

Orientamento alla ricerca, allo sviluppo, tutela della materia prima e dell’agricoltura, vocazione al biologico, trasparenza e rispetto delle persone e dell’ambiente, ma anche qualità massima ed efficienza di produzione, per la crescente e costante diffusione del biologico, rappresentano la sfida industriale di FAN, una realtà che fa dell’innovazione tecnologica il proprio asset fondamentale.

«Nello scenario italiano si tratta di un modello di business singolare – commenta Marco Santori, Presidente di FAN – che vede due aziende di successo diverse per cultura, ma che scelgono di rafforzare, in sinergia, le relative competenze per consolidare, ognuna nel proprio ambito, la propria posizione sul mercato. Due realtà che hanno scelto di investire nel nostro Paese, che stanno vivendo un rapido processo di internazionalizzazione e sono in grado, con quest’operazione, di dimostrare quanto il food italiano sia competitivo».

Come spiega Massimo Monti, Amministratore Delegato di Alce Nero: «La forte crescita del consumo di prodotti biologici ha, da un po’ di anni a questa parte, reso il nostro piccolo mercato decisamente più appetibile per grandi Aziende, Corporate multinazionali e fondi di investimento. È in atto un fenomeno – in particolare in Europa e Nord America – di fortissima concentrazione: grandi gruppi che acquisiscono, spesso strapagandoli, attori storici del biologico. Tale fenomeno, se da una parte può far prevedere ulteriori e importanti spazi di crescita, dall’altra porta con sé un rischio concreto di massificazione e quindi di perdita dei valori che storicamente caratterizzano le produzioni biologiche. Tipicità, distintività, territorialità, sostenibilità e rilevanza del ruolo dell’agricoltore e del trasformatore possono coesistere con questo processo? Noi crediamo di no e siamo quindi convinti che, per mantenere e rafforzare la nostra posizione di agricoltori e trasformatori, in un mondo che sta cambiando così velocemente, sia necessario cambiare ed evolvere; ad esempio condividendo, co-creando, mettendo assieme le migliori energie imprenditoriali del nostro paese. FAN va in questo senso e rappresenta un piccolo e concreto esempio di come si possa intraprendere questa via».

 

Lo stabilimento in numeri

Il nuovo stabilimento FAN, che ha richiesto un investimento di 5 milioni di euro, è il terzo stabilimento inaugurato in pochi anni a Casorezzo (MI), dopo il primo stabilimento Farmo One dedicato al bakery senza glutine e ai mix di farine speciali senza glutine attivo dal 2010 e il secondo FarmoNext, attivo dal 2015 e specializzato nella produzione di Pasta senza glutine. Esteso su un’area di 5000 metri quadri e con grandi potenzialità produttive, il nuovo stabilimento è dotato dell’impiantistica più avanzata per la trasformazione delle materie prime.

Attualmente dispone di una linea produttiva automatica predisposta per la produzione di frollini biologici (per un totale di 20 referenze), con una capacità produttiva di 600 kg di frollini all’ora. Per ora la produzione è focalizzata sul bakery dolce, ma è in previsione un grande potenziamento con nuove linee e l’allargamento al bakery salato.
Di alta qualità, buoni, puliti e salutistici, i prodotti non solo verranno immessi sul mercato italiano ma verranno esportati in oltre 30 Paesi tra Giappone, Stati Uniti ed Europa.
«Al di là dell’inaugurazione dello stabilimento produttivo – dice il Presidente di Farmo Remo Giai – io credo che FAN sia l’inizio di un percorso con grandi opportunità. La nostra sfida quotidiana è quella di essere protagonisti dello sviluppo di un mercato che è in evoluzione e che permette di essere tra coloro che tracciano le vie dell’alimentazione del futuro. Sempre ricercando il nuovo, quello che non c’è ancora e si può creare nonché portare a tavola».

Il fatturato previsto è di 6 milioni di euro nel primo anno, con proiezione al raddoppio nei due anni successivi.

Birrificio Angelo Poretti lancia la nuova 4 Luppoli BIO

Birrificio Angelo Poretti, grazie all’esperienza e continua ricerca d’innovazione dei suoi Mastri Birrai, arricchisce la propria gamma con la nuova 4 Luppoli BIO, assoluta novità prodotta esclusivamente con malto d’orzo biologico e quattro diverse varietà di luppolo derivanti da agricoltura biologica. Con questo lancio, Birrificio Angelo Poretti s’inserisce a pieno titolo in un trend, quello dei prodotti provenienti da agricoltura biologica, in costante crescita.

I prodotti biologici in Italia rappresentano oggi il 2,9% del comparto alimentare e il settore registra un costante incremento grazie anche alla scelta dei consumatori, sempre più orientati ad una maggiore cura di sé e all’attenzione crescente verso l’ambiente. Il settore del biologico nel 2016 ha segnato un incremento del 20% rispetto al 2015, ciò denota un crescente interesse verso i prodotti biologici da parte dei consumatori che hanno acquisito negli anni una maggiore consapevolezza verso ciò che acquistano, dagli ingredienti che compongono il prodotto, alla catena di produzione stessa, con particolare attenzione a quanto riportato sulle etichette dei prodotti. (Fonte: IRI Shopper Research; GFK).

La scheda prodotto

4 Luppoli BIO, inoltre, conserva la spiccata armonia nel gusto, l’amaro e la frizzantezza moderati tanto apprezzati nella 4 Luppoli Lager originale. Queste caratteristiche, unite a una gradazione alcolica media (5,3%), fanno della prima referenza BIO del Birrificio Angelo Poretti una birra gustosa e beverina, ottima a tutto pasto.

STILELager
TIPOLOGIA COLOREChiaro
SCHIUMAPersistente, compatta e fine
ASPETTOLimpido
COLOREPaglierino
FRIZZANTEZZAModerata
CORPORotondo
AMAROAccentuato
GRADAZIONE ALCOLICA5,3% ALC. VOL.
CONFEZIONEBottiglia: 33 cl.

 

 

 

Biosapori, il decimo punto vendita al via a Thiene (Vi)

Tutto virato a prodotti biologici e biodinamici apre oggi al pubblico a Thiene (VI), in Via delle Arti, 3, il decimo punto vendita della catena Biosapori. Lo spazio di circa 1000 metri quadri, con ampio parcheggio, si unisce ai punti vendita di Vicenza, Bassano del Grappa, San Giuseppe di Cassola, Treviso, Castelfranco Veneto, Villorba, Castagnole di Paese e Noventa Padovana.
Il mondo Biosapori offre una selezione di oltre 20.000 referenze tra alimenti biologici, biodinamici, rimedi fitoterapici e cosmetici bio. La mission del marchio è quella di garantire prezzi di vendita equi, sostenibili per i consumatori e per i produttori, instaurando con questi ultimi relazioni dirette e sinergie di collaborazione. 
«Il nostro obiettivo è quello di fare cultura nel mondo del biologico attraverso un percorso quotidiano di selezione verso ciascun prodotto che proponiamo, supportando allo stesso tempo i piccoli agricoltori e le economie locali – afferma Adriana Cazzin, imprenditrice e fondatrice –. Rendiamo i nostri clienti consapevoli del valore dell’agricoltura biologica e biodinamica e del ruolo chiave della sana alimentazione per un corretto stile di vita».

Il negozio di Thiene offrirà un percorso quotidiano verso un modo di vivere sano, sostenibile ed etico, che si arricchisce di cultura e conoscenza oltre che di ambienti studiati per accompagnare il consumatore in un’esperienza completa.


Grande attenzione viene posta al banco del fresco e al settore Frutta e Verdura, dove la selezione dei prodotti viene fatta direttamente sul campo, rispettandone il ciclo di vita per garantire la migliore qualità, secondo modelli di produzione etici e sostenibili.


Nel settore Erboristeria, la famiglia Biosapori propone una ricca selezione di prodotti biologici per la cosmesi, il benessere e la cura della persona. Qui erboristi, nutrizionisti, naturopati e chinesiologi offrono quotidianamente una consulenza completa che va dall’ascolto di esigenze specifiche, alla scelta di rimedi più adatti, secondo un approccio olistico e naturale.
Anche il Ristorante Biosapori, in un ambiente accogliente, offre quotidianamente modelli alimentari all’insegna della sostenibilità, con un’ampia varietà di ricette in grado di soddisfare i più moderni canoni di alimentazione. Prodotti del territorio e cibi poco conosciuti, ma ottimi dal punto di vista nutrizionale, si arricchiscono di antichi cereali come il teff o grano saraceno, amaranto e miglio per combattere le intolleranze alimentari. Il ristorante diviene così un percorso per conoscere meglio i prodotti e trovare spunti creativi e nuovi stili di alimentazione.
Nella Caffetteria Biosapori si trovano dolci di produzione propria, torte crudiste e vegane, oltre a una selezione di caffè di cultivar biologiche selezionate; a completare l’offerta, la Gastronomia da asporto, che propone una cucina varia e salutistica, disponibile anche al servizio catering.
In programma un ricco calendario di eventi e iniziative speciali, Cene a tema che propongono le cucine del mondo con ricchi buffet e Corsi di cucina per diffondere la cultura di sani stili di vita. Tra i momenti più rilevanti, la Festa di Primavera e la Festa d’Autunno offrono degustazioni specifiche di prodotti e sconti speciali.
Il progetto Biosapori è un’idea di Adriana Cazzin, che ha creduto nel valore del biologico tanto da creare una realtà dalla forte identità. Un’intuizione che le permise di creare, 32 anni fa, il piccolo pastificio artigianale L’Origine, cui è seguita, circa dieci anni dopo, una gastronomia specializzata nella proposta di nuove referenze: sofficini di miglio, quinoa e farro, tortelli vegan, torte salate di verdure, seitan, oltre alla produzione di pane e pizze con lievito madre, con sede a Pove del Grappa. Tutti prodotti oggi disponibili nei dieci punti vendita. Oltre 130 i dipendenti, con una media d’età di 28 anni. 

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