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Agras Pet Foods pubblica il suo primo bilancio di sostenibilità

Agras Pet Foods, azienda italiana leader nel settore pet food con i marchi Schesir, ADoC, Stuzzy e Dreesy, ha reso disponibile il suo primo bilancio di sostenibilità. Si tratta di un’iniziativa pressoché inedita, che nasce dall’attenzione dell’Azienda verso la sostenibilità in tutte le sue accezioni.

Crediamo che l’uso sostenibile delle risorse consumate dall’azienda nei propri processi sia un obiettivo non solo etico, ma anche economico” – sottolinea Pietro Molteni, Amministratore Delegato di Agras Pet Foods nella lettera di accompagnamento. “Abbiamo voluto evidenziare, in particolare, l’impegno per la conservazione delle risorse naturali, che da anni è tra i nostri obiettivi principali, perché se sfruttiamo le risorse naturali senza pensare al futuro mettiamo a rischio la produzione stessa dei nostri prodotti e, dunque, il futuro della nostra azienda”.

Un impegno forte che si allinea con l’orizzonte valoriale dei nuovi consumatori, come ben dimostra l’”Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile” (marzo 2016), promosso da LifeGate in collaborazione con Eumetra Monterosa. Dallo studio emerge infatti che il 62% degli italiani dichiara un forte interesse per la sostenibilità. Inoltre, il 45% è disponibile a spendere di più per un acquisto sostenibile e, tra le motivazioni che spingono a fare scelte sostenibili, figura nel 94% dei casi l’amore per gli animali.

Queste informazioni sono ulteriormente avvalorate dalle rilevazioni di mercato, che segnalano come i proprietari dei circa 14,4 milioni di cani e gatti censiti in Italia siano sempre più attenti alla salute e al benessere dei loro animali; un atteggiamento che all’atto dell’acquisto si traduce nella preferenza per gli alimenti di alta qualità e ad alto contenuto di funzionalità, considerati i più idonei a garantire al pet una dieta sana ed equilibrata.

I temi caldi

Il bilancio di sostenibilità di Agras Pet Foods ha il pregio di affrontare in modo chiaro e puntuale le criticità più note del mercato globale del pet food:

  • Provenienza delle materie prime: tutto il pesce, e in particolare il tonno utilizzato nella preparazione dei prodotti, proviene da pesca sostenibile. I tonnetti appartengono a specie non sovrasfruttate (Bonito e Skipjack) che raggiungono più rapidamente la maturità riproduttiva. Inoltre, Agras Pet Foods ha ottenuto la certificazione MSC (Marine Stewardship Council) sulla sostenibilità delle attività di pesca, considerata la più autorevole a livello mondiale.
  • Fornitori: selezionati e confermati nel tempo sulla scorta di oggettive credenziali qualitative e in conformità a codici etici e alle normative sulla sicurezza e salute del personale impiegato sia direttamente sia presso i subfornitori.
  • Supply chain: nel 2015 Agras Pet Foods è intervenuta riducendo l’approvvigionamento dai Paesi lontani e ripartendo le produzioni su fornitori europei, così da accorciare la supply chain e contemporaneamente avvicinarsi all’obiettivo aziendale di spostare la logistica su rotaia.
  • Attenzione all’impatto ambientale: dal 2014, Agras Pet Foods monitora la propria carbon footprint e lavora attivamente alla realizzazione di un packaging a “zero emissioni”. L’Azienda, inoltre, in collaborazione con AzzeroCO2, ha attivato iniziative di compensazione dell’anidride carbonica rilasciata dalla produzione dei cartoncini.

Obiettivi 2016

Per l’anno in corso, Agras Pet Foods individua tre direttrici di miglioramento delle performance aziendali di sostenibilità. Il primo obiettivo consiste nell’aumento della quantità di merci movimentata su rotaia, sia in entrata che in uscita. L’Azienda, inoltre, intende ottenere un’ulteriore riduzione del packaging utilizzato nel confezionamento dei prodotti. Il terzo obiettivo consiste nell’incrementare la quantità di materiale da riciclo e riciclabile impiegato nei supporti di comunicazione stampati

 

 

 

 

 

Angry Birds: dal grande schermo alla limited edition di Issima

Angry Birds, il film già campione d’incassi (tratto dall’omonimo videogico), ha appena debuttato sul grande schermo. Ed ecco che, a fare da corollario a questo exploit, Levissima propone una sua personale interpretazione, vestendo Issima, la bottiglietta di acqua minerale pensata per i più piccoli, con nuove etichette dedicate al trio dei protagonisti. I famosi “pennuti arrabbiati”, trasformati dalla matita di Francesca Natale in veri e propri personaggi 3D, diventano quindi i nuovi eroi dei più giovani. Alla limited edition è abbinato un concorso che permette ai giovani fan di Angry Birds di vincere con modalità instant win un tablet ASUS o partecipare all’estrazione per trascorrere due notti per quattro persone all’Holiday Club nel parco divertimenti Activity Park Angry Birds Gran Canaria, per immergersi completamente nel mondo del famoso videogioco.

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L’arrabbiatissimo trio

Tre i personaggi scelti per Issima: Chuck, l’uccello giallo che parla più velocemente di qualsiasi altro esemplare sull’isola, Bomb, il volatile nero pronto ad esplodere quando è troppo sotto pressione o colto di sorpresa, e Red, il vero eroe della storia che, imparando a gestire la propria rabbia, salva l’intera comunità degli uccelli dagli inganni di malvagi maialini verdi, colpevoli di aver sottratto le loro uova.

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Il concorso

Fino al 31 dicembre 2016, dunque, acquistando una bottiglietta formato borraccia di Levissima, i giovani fan di Angry Birds avranno la possibilità di vincere dei bellissimi premi. Il consumatore che, strappando il sigillo di garanzia dalla bottiglietta, troverà la scritta “Hai vinto”, porterà a casa un tablet ASUS. E chi non avrà vinto, ma vorrà tentare comunque la fortuna, potrà partecipare a un’estrazione finale per immergersi a 360° nel mondo di Angry Birds trascorrendo due notti per quattro persone nel parco divertimenti Activity Park Angry Birds Gran Canaria, nel sud della Spagna.

Cento anni di italiani a tavola, fotografati da Coop: e il futuro è veg e local

Foodie sì, ma sui prodotti locali, del territorio, piuttosto che interessati ai sapori etnici; nazionalisti nelle grandi occasioni (il calcio, le calamità geopolitiche che coinvolgono connazionali) ma profondamente legati al proprio “orticello”, regione o comune che sia; in generale, sempre più attenti a consumi alimentari “salutari”, con un interesse crescente per i regimi vegetariani. Sono gli italiani fotografati da Coop sul nuovo sito www.italiani.coop consultabile liberamente. Una serie di flash su consumi e abitudini nazionali risultate dall’Ufficio Studi Coop che ha elaborato i Big dati rilevati dai principali istituti di ricerca, quali Istat, Eurobatrometro, Fao, Nielsen, Doxa, Pew Research Center, con il supporto scientifico di Ref Ricerche.

Da contadino a vegan, e ritorno: cento anni di consumi alimentari
Sei quello che mangi, dice un noto adagio, e, considerando quanto è cambiata la società italiana negli ultimi cento anni, è facile immaginare quanto siano anche cambiati i consumi alimentari. Un quadro ce lo dà proprio Coop, che rivela come nell’ultimo secolo l’italiano medio si sia trasformato da povero, sottonutrito, analfabeta e contadino (nel 1901 la spesa annua procapite era pari a 1600 euro annuali, un decimo di oggi) ad agiato ipernutrito. Da popolazione cresciuta a pane legumi e vegetali e pochissima carne (nel primo decennio del secolo ne mangiavamo 15 chili procapite all’anno contro gli oltre 200 chili di pasta e pane) ai figli del boom economico cresciuti a proteine (con la carne dagli anni ’60 agli ’80 aumenta di 20 chili procapite). Risultato: oggi il 59% della popolazione è sovrappeso e il 21% è obeso.

Schermata 2016-07-11 alle 15.14.27Schermata 2016-07-11 alle 15.14.18Però nelle scelte alimentari iniziano a prevalere la salute e la ricerca del benessere, e si impongono nuovi stili di consumo, tra i quali quello naturale e quello con un ridotto o nullo apporto di proteine animali. Rispetto ai colleghi europei, gli italiani sono particolarmente sensibili ai contenuti di freschezza e naturalità dei prodotti alimentari (si dichiarano tali il 62% del campione a fronte di una media Ue del 51%). Un divario che esplode, con quasi 20 punti di differenza, nell’importanza attribuita alla sostenibilità ambientale dell’azienda o del prodotto (It 83 e 81% di preferenze vs Eu 66 e 64%). Insomma, mangeremo più carboidrati, formaggi, frutta e verdura e meno carne, pesce e dolci. E le paure maggiori sul forte alimentare sono la manipolazione e l’inquinamento ambientale.
Infatti, se un anno fa il 13% degli italiani affermava di consumare abitualmente prodotti vegan, il 49% già immaginava che i propri consumi sarebbero cambiati in quella direzione nei decenni successivi. E proprio alla tavola gli italiani destinano quote consistenti dei consumi procapite, registrando la più alta spesa procapite alimentare d’Europa (superiore di ben 20 punti percentuali alla media europea).

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Le preferenze poi vanno ai prodotti local (30%) piuttosto che al cibo global (18%) perchè gli italiani hanno più fiducia nei prodotti del territorio e sperano nelle ricadute locali delle loro scelte di consumo. Nella media europea invece è l’approccio global a risultare vincente (25% vs 23%). Il quadro dunque è quello di un popolo ancorati ad una identità micro territoriale (lombardi, umbri, campani e persino leccesi, livornesi, catanesi, veronesi), che diventa “italiano” solo nelle grandi occasioni.
Non solo. L’ex popolo di santi, poeti e navigatori ha decisamente cambiato le sue priorità anche in fatto di impiego. Per la professione del domani, la maggioranza dei nostri connazionali preferirebbe occuparsi di Information Technology (come gli europei che però distacchiamo di 4 punti: 11 vs 7). Ma al secondo posto c’è l’educazione e la formazione (+3 punti su media Eu dove comunque questo campo ricopre il secondo posto) e al terzo Ospitalità e turismo (+2 su Eu). I manager che in Europa sono anche loro al secondo posto, in Italia sono al quinto e i finanzieri che in Europa figurano al terzo posto a pari merito con altre professioni, in Italia scendono al settimo. Da registrare che agricoltura, cibo e risorse naturali conquistano il 5% delle preferenze vs il 3% europei. In sostanza meno finanza e più tecnologia, ci immaginiamo meno manager e più nerd, persino più agricoltori.

Grom Gourmet: il nuovo concept di gelaterie di Carrefour Market

Grom e Carrefour Market: debutta una collaborazione tra l’ormai famosa catena di gelaterie e l’innovativa insegna di Carrefour dedicata ai food lovers.  Il suo nome? “Grom Gourmet”, of course.

Il format Grom, ideato per Carrefour Market, proporrà il gelato fresco in vaschette da asporto, preparate al momento e confezionate in un pacchetto ispirato alla tradizione delle storiche gastronomie italiane. I corner Grom, aperti nei punti vendita Gourmet di Viale Bezzi – a Milano – e di Viale XXI Aprile – a Roma – , offriranno inoltre i ghiaccioli realizzati con frutta fresca di stagione e i biscotti senza glutine.

Con Grom Gourmet debutta un nuovo concept distributivo “shop in shop” che si affianca ai 75 punti vendita Grom in Italia e nel Mondo.

L’iconico bancone in noce delle gelaterie, proposto in una versione rivisitata, si integra con l’ambiente caldo e naturale dei Market Gourmet e offre uno spazio per la degustazione di creme e sorbetti. I ghiaccioli, nei gusti fragola, lampone, pesca, albicocca e limone, portano nel negozio i colori e il sapore della frutta di stagione. Per Carrefour Market, l’accordo con Grom è coerente con la strategia di sviluppo della propria presenza sul mercato, che nel formato “Gourmet” privilegia l’offerta di prodotti ricercati e di alta qualità in un ambiente rilassante e piacevole ad una clientela premium e dinamica, che ama vivere di gusto.
Il desiderio di Grom è quello di offrire un’esperienza di cura e attenzione, per creare l’atmosfera delle gastronomie “di una volta”.

Grégoire Kaufman, Direttore Commerciale e Marketing di Carrefour Italia ha così commentato: “Siamo estremamente soddisfatti che Grom abbia scelto Carrefour per avvicinarsi al concetto che ha vinto il cuore degli italiani: il Market “Gourmet”. Un concetto sviluppato dall’Italia e che oggi vanta già oltre 20 punti vendita. Abbiamo da subito riconosciuto – continua Grégoire Kaufman –  una grande affinità tra Carrefour e GROM: come Grom, anche i nostri negozi Market formato “Gourmet” nascono con un’attenzione estrema per la cura e la qualità dell’offerta.”

Guido Martinetti, cofondatore e amministratore delegato di Grom, aggiunge: “Ho capito che insieme a Carrefour Gourmet  avremmo potuto sviluppare un progetto incentrato sulla relazione e sull’attenzione ai dettagli: chiederemo alle persone quanto tempo impiegheranno per arrivare a casa, per abbattere il gelato per alcuni minuti prima di consegnarlo; faremo assaggiare i gusti proposti e confezioneremo per loro un pacchetto ispirato all’eleganza della Natura”.

Food waste: Epta e Gruppo Abate insieme per recuperare le eccedenze

Food waste,  le cifre sono da paura e panico: ben 88 milioni di tonnellate. A tanto ammonta, infatti, lo spreco alimentare annuo degli Stati membri dell’Unione Europe. E ciò comporta una perdita stimata di 143 miliardi di euro. A dirlo è una recente ricerca di FUSIONS, progetto finanziato dall’European Commission Framework Programme 7.

Serve muoversi. E in fretta. Per questo, in linea con gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile adottati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel Settembre scorso, il traguardo fissato dall’UE è dimezzare entro il 2030 i rifiuti alimentari pro capite della Grande Distribuzione e dei nuclei domestici, che insieme generano circa il 60% degli sprechi.

Epta e Gruppo Abate

Nel nostro Paese, lo scorso marzo, è stata approvata alla Camera la Legge anti spreco (si attende il passaggio al Senato), che favorisce il recupero delle eccedenze, prevede che anche gli enti pubblici, e non solo le onlus, potranno essere considerati “soggetti donatori” e stabilisce (in virtù di un emendamento) che si potranno donare anche i cibi e farmaci con etichette sbagliate, purché le irregolarità non riguardino la data di scadenza del prodotto o l’indicazione di sostanze che provocano allergie e intolleranze.

Nel nostro paese, sensibile al tem, ci si è mossi per limitare il food waste e le sue ricadute economico-sociali.

Bene lo stestimonia l’accordo tra Epta con il suo marchio Costan e il Gruppo Roberto Abate, associato a Selex, che dal 2015 combatte lo spreco alimentare donando tutte le eccedenze ai bisognosi grazie ad un accordo con Banco Alimentare. I prodotti, in prevalenza freschi, vengono ritirati nei punti vendita e distribuiti agli assistiti con pasti preparati nelle mense dei poveri e nelle strutture residenziali o offerti alle famiglie in difficoltà. Nel 2016 Roberto Abate ha incrementato il numero di supermercati coinvolti, includendo anche il nuovo superstore Famila di Siracusa, realizzato insieme a Costan. Un punto vendita dove efficienza e solidarietà si incontrano grazie alla scelta di banchi refrigerati all’avanguardia, che migliorano la shelf life delle referenze, mantenendo inalterate le proprietà nutritive e le qualità organolettiche dei cibi.

William Pagani, Group Marketing Director di Epta commenta: “Siamo molto orgogliosi di aver partecipato a questo importante progetto, che ci permette di dimostrare la nostra capacità di offrire sistemi di refrigerazione integrati in grado di soddisfare ogni esigenza della committenza, rispondendo, al contempo, agli obiettivi comunitari di lotta agli sprechi, in linea con la nostra strategia di diffondere una cultura del valore del cibo e della sua corretta conservazione, nel pieno rispetto delle norme igieniche e di sicurezza alimentare.

Saclà lancia lo spot dedicato al pesto alla genovese 4xMe. Per single e non solo

Saclà, confermando la sua capacità di ascoltare le necessità culinarie delle famiglie italiane, sia che si tratti di nuclei piccoli sia che si parli di famiglie numerose, lancia il Pesto monoporzione 4xMe, espressamente dedicato alle esigenze dei single.

Come indica il nome stesso, infatti, la confezione è composta da 4 vaschette monoporzione da 45 grammi ciascuna, per un totale di 180 grammi che costituiscono una dispensa di pesto sempre fresco e pronto per ogni evenienza..utilissimo nel caso in cui si presenti a pranzo un ospite inatteso.

Ma 4xMe non è solo innovazione tecnologica: ogni vasetto di Pesto contiene anche tradizione e naturalità. Infatti ogni anno per la produzione del pesto, Saclà raccoglie 1.200 tonnellate di basilico fresco dai campi, che viene lavorato nelle successive 24 ore, dando vita a 80 ricette diverse e 18 milioni di vasetti preparati nel rispetto della tradizione con Grana Padano DOP, pinoli, olio extra vergine. In realtà da agosto 2016 le varianti saranno 82, a seguito del lancio del nuovo Pesto alla Genovese Senza Aglio 4xMe.

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Lo spot

Per promuovere il prodotto, da domenica 10 luglio è on air il nuovo spot, il cui tema conduttore è il verde brillante della distesa di basilico.

La naturalezza del campo si contrappone con lo stile moderno della campagna pubblicitaria che con ironia e leggerezza riprende un giovane che sfoglia i petali di un rametto di basilico, come una margherita, nella speranza che il suo ospite venga per pranzo, pronto ad accoglierne uno, due, tre, nessuno grazie alla sua scorta modulabile di Pesto alla Genovese 4xMe.

La campagna è firmata dall’agenzia pubblicitaria LoRo e durerà 3 settimane, fino al 30 luglio. I formati sono di 15”, con adattamenti a 10”.

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Conferma e riscoperta caratterizzano il payoff della campagna di comunicazione “Ah! E’ Saclà”, che viene utilizzato nello spot in modo giocoso per il suo significato ambivalente: “Il tradizionale pesto per la prima volta in un formato monoporzione? Che bella idea! Ma certo, è Saclà!”, piuttosto che “Il tradizionale pesto per la prima volta in un formato monoporzione? Che fantastica novità! Non sapevo che fosse di Saclà!”. Ad ogni modo, Ah! È Saclà!

Tutti pazzi per la moda online: +25% a 1,8 miliardi di euro, il 5% del mercato retail

Un mercato che cresce sempre più: è quello dell’e-commerce nell’abbigliamento, che, dopo un avvio in sordina, negli ultimi cinque anni ha registrato un tasso di crescita medio annuo pari al 30% circa, il doppio rispetto a quello dell’e-commerce nel suo complesso: nel 2016 l’Abbigliamento varrà il 10% di tutto l’e-commerce in Italia (era il 6% nel 2012), con una penetrazione del 5% del mercato retail (era il 4% nel 2015). L’abbigliamento dunque nell’e-commerce di prodotto è il secondo settore, dietro solo ad Informatica ed elettronica.

 

Sono i dati dell’Osservatorio eCommerce B2C, giunto alla 15a edizione e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, che registrano nel 2016 per la moda online (ossia l’acquistato da consumatori italiani su siti sia italiani sia stranieri) una crescita del 25% e un valore di oltre 1,8 miliardi di euro. L’Export invece, cioè il valore delle vendite da siti italiani a clienti stranieri, aumenta del 30% e supera quota 1,3 miliardi di euro. Il 45% delle vendite Fashion valica i confini nazionali alla volta di Europa (in primis UK, Francia e Germania), USA, Russia e, in misura minore, Cina, Giappone e America Latina.

«L’Abbigliamento è uno dei comparti merceologici più dinamici dell’e-commerce B2c italiano per almeno tre ragioni: ritmo di crescita superiore a quello medio del commercio elettronico, offerta eterogenea e in continuo fermento, e, infine, spiccata propensione all’innovazione» ha detto Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

Un settore all’avanguardia insomma, che ha saputo meglio di altri trarre vantaggio dalle nuove abitudini di acquisto dei consumatori e coglierne le potenzialità.

«Il comportamento di consumo degli acquirenti di fashion è caratterizzato da un approccio omnicanale, nel quale sia i touch point fisici che quelli digitali giocano un ruolo chiave – spiega Roberto Liscia, Presidente Netcomm -. Questo nuovo customer journey è stato ben compreso dalle aziende fashion, che negli anni hanno apportato numerose innovazioni alla customer experience: dall’utilizzo dei social come canale di comunicazione e di customer care, ai totem virtuali nei punti vendita fisici per prenotare i capi non disponibili al momento».

 

Le richieste? Convenienza e assortimento

Alla base della scelta di acquistare capi di abbigliamento c’è anzitutto la possibilità del risparmio grazie a occasioni e promozioni speciali. Il 52% della domanda e-commerce è realizzata nella componente di prodotti a prezzo ridotto: scontato, con sconti dal 10% al 30%, o molto scontato, con sconti dal 30% al 70%.

«In occasione del Black Friday e del Cyber Monday – afferma Riccardo Mangiaracina, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano – alcuni operatori hanno realizzato in due giorni oltre il 5% del totale fatturato online, circa 10 volte il valore delle vendite registrate nello stesso intervallo di tempo in altri periodi dell’anno. In seconda battuta, i siti di e-commerce consentono al cliente di scegliere il prodotto desiderato tra una gamma molto ampia, difficilmente reperibile in un punto vendita e infine agevolano l’esperienza d’acquisto consigliando articoli affini».

I web shopper italiani effettuano, nel 46% dei casi, acquisti mass market sui siti dei grandi retailer italiani e internazionali e sui marketplace generalisti; seguono, con un peso del 36%, gli acquisti ‘luxury’ realizzati sui siti delle grandi Dot Com, delle vendite private, dei produttori high fashion del Made in Italy e delle boutique multi-brand.

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Infine conquistano una quota del 18% gli acquisti di abbigliamento e accessori sportivi dai siti dei retailer specializzati, dei produttori e delle Dot Com generaliste.

«Se consideriamo la tipologia di prodotti acquistati online, i capi di abbigliamento (camicie, vestiti, capi spalla, jeans, pantaloni) incidono per circa il 55% e gli accessori per il 45%, con una preferenza spiccata per le scarpe – sia eleganti sia sportive – e per le borse o accessori di pelletteria – aggiunge Valentina Pontiggia, Senior Advisor dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano – . Per quanto riguarda il genere, i capi di abbigliamento e gli accessori da donna pesano per il 50% del mercato Fashion online, quelli da uomo per il 40% circa (ed in crescita), quelli da bimbo per il 10%».

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Crescita globale: da siti italiani 3 miliardi di vendite, solo il 31% dalle aziende

Questo per l’Italia, ma anche  a livello globale il settore moda cresce, con un aumento delle visite del 18% e una crescita della creazione dei carrelli, del +25%, convertita in una crescita degli ordini pari al 24% secondo i dati Demandware.

La moda è uno dei settori che ha registrato i dati di crescita maggiori tra i segmenti analizzati, preceduto solo dall’abbigliamento sportivo che ha realizzato un +41% di visite, +44% creazione dei carrelli e + 35% ordini.

In ogni caso la moda Made in Italy movimenterà nel 2016 da siti italiani a consumatori italiani e stranieri circa 3 miliardi di euro, in crescita del 35% rispetto al 2015. Anche grazie a un tasso di crescita quasi doppio rispetto a quello dell’e-commerce totale (+19%), l’Abbigliamento si conferma nel 2016 il primo comparto di prodotto per vendite online con un’incidenza del 17%.

L’Export è trainato dalla componente ‘luxury’ (abbigliamento ed accessori di alta moda). In questo scenario, le Dot Com – sia e-retailer (specializzati e generalisti) sia siti delle flash sales – pesano il 69% delle vendite, mentre le imprese tradizionali solamente il 31%. Analizzando poi la concentrazione di mercato, i primi 5 operatori nell’Abbigliamento generano il 54% delle vendite online e incrementano il loro peso rispetto al 2015 (quando l’incidenza era pari al 50%) anche grazie ai fenomeni di acquisizione e fusione.

Wagamama debutterà a Milano con le sue attesissime specialità asiatiche

Wagamama: per gli habitué di Tripadvisor si tratta di un nome noto. E anche apprezzato. L’esaltazione del cibo asiatico, core business di wagamama, ha infatti avuto successo con i clienti di tutto il mondo. Ed entro il 2016, con l’apertura del primo ristorante nella metropoli lombarda,  anche i milanesi avranno la possibilità di sperimentarne le specialità in prima persona. È stato infatti appena siglato un accordo di partnership per l’apertura di ristoranti della catena wagamama in Italia con Percassi Food&Beverage, la holding di Percassi attiva nel settore della ristorazione.

Ramen, Teppanyaki e Donburi a go-go, dunque, dal momento in cui il gruppo di ristorazione internazionale farà il suo esordio all’ombra della Madonnina, per poi proseguire nel resto del Paese.
Con l’apertura italiana salirà a 19 il numero di Paesi in cui sono presenti locali
wagamama, che comprendono anche Bahrain, Svezia, Nuova Zelanda e Grecia.
Brian Johnston, Managing Director di wagamama International ha affermato: “Negli ultimi
anni, soprattutto i giovani Italiani si sono aperti anche ad altre cucine. È il momento giusto
per portare wagamama nel Paese del cibo per eccellenza. Abbiamo trovato un partner come
Percassi, la cui esperienza parla da sè. Siamo impazienti di poter annunciare quanto prima le
location scelte per i primi locali”.
Matteo Percassi, Amministratore Delegato di Percassi Food&Beverage ha aggiunto:
“Per noi si tratta di una partnership importante. wagamama è sinonimo di cibo di alta qualità e
servizio ai clienti impeccabile. Siamo certi che wagamama sarà in grado di conquistare anche
il palato degli Italiani”.

Chef Store Arno: uno “spazio sosta” dove è sempre il cliente a decidere

Chef Store Arno, il market autostradale di Chef Express (Gruppo Cremonini), nell’area di servizio Arno Ovest, ha rinnovato il suo look. Grazie a Zenith Shop Design, società di Cefla,  lo store ha infatti realizzato un radicale restyling negli arredi.

totaleChef Express Arno totale

Un’immagine nuova, quella scelta da Chef Express, caratterizzata da un’idea centrale: creare uno spazio di sosta, non una via d’uscita con un percorso forzato, come avviene attualmente in quasi tutti i market autostradali. Il risultato è quindi un layout multipercorso (“fast” più veloce per uscire, “slow” per i prodotti tipici regionali, “tech” che privilegia elettronica, telefonia, ecc.) dove è il cliente a decidere dove andare, all’interno di uno spazio reso attrattivo dalle zone espositive ordinate secondo un’organizzazione modulare.

ledChef Express Arno particolare led
Led: particolare

Arredi peculiari
Superfici ed elementi in legno caratterizzano il format. I prodotti tipici, espressione del territorio che ospita ciascun punto vendita, vengono proposti al consumatore anche grazie a tavoli ed espositori che richiamano un tradizionale mercato rionale italiano.
Altro tratto distintivo dei nuovi Chef Store è l’illuminazione, costituita da soluzioni flessibili a tecnologia LED, che conferiscono una marcata atmosfera al locale. L’illuminazione è prodotta dalla stessa Cefla nella sua nuova azienda C-LED, specializzata nei sistemi per il visual merchandising, l’interior e l’outdoor design e per l’illuminazione industriale. Di grande eleganza, infine, sono i montanti e le cornici che, evidenziando le scaffalature, fungono da punto focale e delimitano i diversi mondi merceologici, ciascuno di questi identificato anche da un colore dedicato.

Cefla Shopfitting ha curato anche i varchi di accesso dello spazio di vendita che, essendo in un’area di servizio, potrebbe venire chiuso nelle ore notturne. A tal fine è stata creata un’apposita soluzione utilizzando lamiere speciali, simulando l’effetto di una serranda.

“Siamo particolarmente soddisfatti del risultato di questa personalizzazione – commenta Mario De Santis direttore tecnico di Zenith Shop Design – e di aver contribuito, con il nostro know-how e il nostro prodotto, a questo importante risultato ottenuto da Chef Express, che certamente alza notevolmente l’asticella della qualità dell’ambiente e dell’accoglienza nei punti vendita all’interno di un’area di servizio”.

Temporary Store: Häagen-Dazs, il gelato newyorkese, debutta a Milano

Temporary Store, una formula sempre più apprezzata, che ha fatto venire l’acquolina in bocca anche al famosissimo gelato newyorkese Häagen-DazsTM. Non a caso, infatti il premium brand di General Mills, distribuito in Italia dal gruppo Eurofood, ha deciso di rafforzare la presenza sul mercato italiano puntando sul proximity marketing e inaugurando il suo corner all’interno della Stazione Cadorna.
Per il debutto di Häagen-DazsTM, Eurofood ha scelto di affidarsi ancora una volta alla consolidata esperienza di Adverteam, con cui vanta una lunga e proficua collaborazione. Per questo esclusivo progetto di retail, l’agenzia milanese “around the line” ha ideato il concept, progettato l’allestimento e gestito il coordinamento delle attività.
Adverteam_temporary Haagen Dazs_4Il risultato sarà sotto gli occhi di viaggiatori, turisti, curiosi, pedolari e …. golosi: infatti dal 29 giugno al 31 luglio il flagship, situato proprio al centro della stazione ferroviaria, rimarrà aperto 7 giorni su 7, dalle 11 alle 21.30, per proporre un’ampia selezione di prodotti, dalle inconfondibili pinte alle minicups, in versione singola o multipack, fino alla novità 2016: i golosi stecchi. E per chi non sa rinunciare a nessun gusto, disponibile anche l’esclusiva borsa refrigerata, per mantenere intatta la freschezza del proprio gelato.
A supporto dell’attività di proximity marketing, Adverteam ha gestito la pianificazione di videocomunicazioni sul circuito Expomedia presente nello scalo ferroviario, incluso il ledwall esterno.

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