CLOSE
Home Tags Consumatori

Tag: Consumatori

Coop primo distributore italiano con il 18,7% di quota di mercato

Coop primo distributore italiano: ancora una volta l’insegna riconferma il suo primato con il 18,7% della quota di mercato, un fatturato di 12,5 miliardi e un mantenimento dei livelli occupazionali (54.000 dipendenti).

Ad attestarlo i Bilanci 2015 delle imprese del sistema. La redditività complessiva dell’aggregato delle grandi Coop è in notevole miglioramento, un trend che dimostra la tenuta di Coop in un contesto economico reso difficile (e non vanno molto meglio i primi mesi del 2016) dalla crescente concorrenza e dalla complessità dei nuovi consumatori.

I punti di forza

Coop nel 2015, in linea con la missione cooperativa, ha rafforzato la strategia sulla convenienza anche a scapito dei margini sulle merci. È in fase di lancio il nuovo Prodotto a Marchio Coop che, generando  impatti positivi nel corso del 2015, ha inciso sulle vendite per oltre il 26%, un dato stabile rispetto al 2014. Positiva è l’alleanza internazionale con Leclerc, Rewe e Delhaize; Coopernic sta generando sul fronte degli acquisti significativi risparmi per Coop.

Le iniziative

Continua a crescere la base sociale delle cooperative che supera gli 8 milioni e mezzo di soci, si confermano le principali iniziative Coop sia con il mondo della scuola (i percorsi di educazione al consumo consapevole hanno coinvolto nel 2015 circa 268.000 studenti e oltre 15.000 insegnanti), che sul versante della lotta allo spreco (donate 5.143 tonnellate di merce per un valore complessivo pari a 24 milioni di euro).

La conferma

Marco Pedroni, riconfermato al secondo mandato come Presidente di Coop Italia, afferma: “Siamo di fronte a una sfida che come Coop vogliamo e dobbiamo affrontare rilanciando su una strategia che è quella del “cibo buono e sicuro per tutti”, guardando anche a quel 40% di famiglie che continua ad avere difficoltà. Per farlo manterremo alto il presidio sulla convenienza, senza perdere di vista i valori, rinnoveremo profondamente il Prodotto a Marchio Coop, conterremo i costi e continueremo a lavorare sul versante dell’innovazione, valorizzando l’esperienza avviata un anno fa in Expo”.

 

Shopping, un evento sempre più a dimensione famiglia

Shopping e figli: una contraddizione? Non in Italia, dove ben il 73% dei genitori il più delle volte porta con sé la prole a fare acquisti, e il 29% addirittura sempre (con picchi decisamente più alti al Sud e tra le coppie più giovani). Ecco quanto emerge dalla ricerca realizzata da Neinver, 2° player europeo nel settore degli outlet, in collaborazione con ANPE, l’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani.

Schermata 2016-06-29 a 15.35.09
DOMANDA: «Lei porta con sé il figlio/a/i a fare shopping (di abbigliamento, accessori)»

 

Quando

Lo shopping per l’80% degli italiani è concentrato nei weekend e per il 40% è vissuto come un’occasione familiare, percentuale che sale al 47% per i papà. È un momento giudicato positivamente dal 78% dei genitori, perché è capace di rasserenare (50%) e dare felicità (28%).

Dove e perché

Il 40% del campione propende per gli outlet, apprezzati per varie ragioni. Particolarmente graditi: la comodità di parcheggio (75%), le aree gioco (64%), gli spazi aperti per passeggiare (47%).

DOMANDA: «Cosa non deve mai mancare nel luogo dello shopping se si va con i bimbi?»
DOMANDA: «Cosa non deve mai mancare nel luogo dello shopping se si va con i bimbi?»

 

 

 

 

Laura Andreoletti, Country Manager di Neinver in Italia, ha confermato, con la sua dichiarazione, i risultati dell’indagine “Nei nostri centri il 50% circa dei visitatori viene con la famiglia, più della metà con bambini sotto i dieci anni”.

Dal canto suo, Luisa Piarulli, Presidente ANPE, ha commentato: “In una società complessa, nella quale predomina l’Avere piuttosto che l’Essere, educare allo shopping riveste un ruolo quanto mai significativo. Può rappresentare un’attività educativo-formativa utile nel percorso evolutivo e preziosa nella definizione di un’identità responsabile, purché sia vissuto come un evento piacevole e coinvolgente. Fare shopping con i genitori costituisce inoltre la premessa pedagogica per un’educazione al consumo consapevole e favorisce un primo approccio verso la comprensione dell’economia e dei suoi impliciti (risparmio, scelta, ponderatezza…)

Come

Qual è il comportamento dei bambini, in giro per negozi? È veramente incontrollabile? Contrariamente a quanto si possa pensare, le cose vanno meglio del previsto: solo 1 genitore su 4, infatti, lamenta che il proprio bimbo tocchi tutto ciò che vede, corra per il negozio (23%) o faccia i capricci perché gli si compri qualcosa a ogni costo (23%).Unico vero, grande “nemico” è la noia cui i piccoli reagiscono con broncio (1 su 2) pianti (9) e urla (11%), reazioni che mettono in difficoltà il 44% dei genitori.

DOMANDA: «Come reagiscono di solito i suoi figli di fronte a un NO? »-«E voi genitori, come reagite di fronte ad un capriccio?»
DOMANDA: «Come reagiscono di solito i suoi figli di fronte a un NO? »-«E voi genitori, come reagite di fronte ad un capriccio?»

Naturalmente le reazioni degli adulti sono variegate: si passa per esempio da un 10% che li rimprovera severamente, a un 3%, che, invece, cede alle richieste dei figli pur di metterli a tacere.

Come acquistano i genitori

Anche i piccoli hanno voce in capitolo: tanto è vero che il 58% dei genitori lascia sempre esprimere loro le proprie preferenze, mentre il 22% dichiara di non potersi esimere, visto che i propri figli hanno già dei gusti e uno stile ben precisi e solo il 20%, invece, sceglie senza tener conto di ciò che il bimbo chiede.

Tuttavia ciò non significa che gli adulti siano in balia della prole: solo il 20% dei genitori procede all’acquisto senza che ve ne sia effettiva utilità, ma esclusivamente per il piacere di gratificare i figli e meno ancora (15%) sono quelli che usano l’acquisto come “elemento di negoziazione”, legandolo al rispetto di un patto.

 

 

Mielizia, sponsor di “Sotto le stelle del Cinema” nutre il gusto dello spettacolo

Mielizia, top brand di Conapi, il Consorzio che riunisce più di 600 apicoltori in tutta Italia, sponsorizza l’edizione 2016 di “Sotto le Stelle del Cinema”, l’iniziativa curata dalla Cineteca di Bologna che per due mesi, dal 18 giugno a Ferragosto, riunirà davanti al maxischermo di Piazza Maggiore migliaia di appassionati per un tuffo a cielo aperto tra capolavori del passato e pellicole di nicchia, poco note al pubblico italiano.

In particolare, Mielizia sarà protagonista della proiezione dell’8 luglio, con “Il Bambino che scoprì il mondo”, uno splendido film di animazione del regista brasiliano Alè Abreu, uscito nel 2013 e premiato in numerose rassegne come miglior film (Animafest Zagabria e Annecy 2014) e miglior pellicola d’animazione (Premio Platino Cine Iberoamericano e Anima-Cordoba). L’opera narra, con un tocco poetico, le vicende di  un bambino che cresce in campagna con i genitori, in mezzo a una natura sorridente, finché non deciderà di mettersi sulle tracce del padre, partito alla ricerca di lavoro, scoprendo un mondo nuovo, fatto di campi di cotone a perdita d’occhio, fabbriche cupe, porti immensi e città sovraffollate. Il protagonista crescerà, tra imprevisti e pericoli, ma qualcosa del bimbo che si tuffava tra le nuvole in lui rimarrà sempre.

Conapi addolcirà, a modo suo, una serata che si prospetta magica e sognante: sulle 2000 sedute di Piazza Maggiore, infatti, gli spettatori troveranno una cartolina con la grafica del film brandizzata Mielizia e un folder che conterrà una bustina di miele, alcune informazioni sulle qualità e le destinazioni d’uso di questo prezioso prodotto, oltre a un energico invito: “Bee active, Bee sporty”.

C’è di più: in abbinata alla sponsorizzazione, il marchio di riferimento del Consorzio mette a disposizione dei propri followers su Facebook l’opportunità di aggiudicarsi venti posti in prima fila. A conquistarli, i primi che si collegheranno alla pagina www.facebook.com/Mielizia e posteranno una scena, un’immagine o una frase tratta da un film che richiami il mondo delle api, del miele e degli apicoltori.

Google e Amazon in testa alla classifica dei brand più influenti. E Nutella supera Apple

Google e Amazon stravincono, ponendosi alla guida della classifica dei brand più influenti: questo il dato più eclatante della ricerca “The Most Influential Brands”, condotta da IPSOS tramite interviste online su un campione rappresentativo di 2.000 adulti.

Tecnologia, social e connettività sono quindi oggi ritenuti i principali portatori di interesse.

Altrettanto bene, però se la cava anche il food, legato alla tavola e alla convivialità e capace di aggregare numerose preferenze, come dimostra l’ottimo piazzamento di Nutella (5° posto nella Top Ten) e di Parmigiano Reggiano (9° posto).

Nell’ambito della ricerca, sono state individuate cinque dimensioni chiave che contribuiscono all’Influenza: Trust (fiducia, affidabilità), Engagement (coinvolgimento), Corporate citizenship (impegno e ruolo sociale), Leading edge (innovazione, capacità di far tendenza), Presence (presenza).

I driver dell'influenza

Naturalmente, a seconda del settore merceologico, cambiano gli equilibri: la responsabilità sociale, per esempio, pesa per il 20% nell’Energia mentre è solo all’1% nelle Telco e al 7% nei Media. Il livello di coinvolgimento è massimo (51%) per le Telco e ancora al 39% per i Media, ma più basso negli altri settori. Mentre essere un fenomeno d’avanguardia è al 38% nel Digital & Social ma solo al 21% nelle Telco, dove il secondo fattore determinante è la Presenza.

 

Visual TOP 10_verFOCUS SULLA TOP TEN

1.Google: ha tra i propri punti di forza l’essere all’avanguardia e l’affidabilità, viene infatti ritenuto innovativo, iconico e solido.

  1. Amazon: il suo successo dipende soprattutto dall’immagine di fenomeno d’avanguardia e

dall’affidabilità.

  1. Facebook: i punti di forza del celebre social network sono la percezione di fenomeno

d’avanguardia e l’elevato livello di coinvolgimento.

  1. Samsung: sopra media in quanto fenomeno d’avanguardia, per la sua affidabilità e la presenza.
  2. Nutella: un love brand percepito come fenomeno d’avanguardia e affidabile, molto riconosciuto

per la sua presenza pervasiva.

  1. Microsoft: si distingue soprattutto in quanto fenomeno d’avanguardia, buona la capacità di

engagement e affidabilità sopra la media.

  1. eBay: sopra la media per quanto riguarda la percezione di fenomeno d’avanguardia in quanto

marketplace innovativo, che ha cambiato il modo di acquistare

  1. Apple: punto di forza assoluto la considerazione del brand come fenomeno d’avanguardia,

innovatore e punto di riferimento per l’intero mercato.

  1. Parmigiano Reggiano: affidabile e socialmente responsabile. Una marca consolidata, di uso quotidiano che si raccomanda volentieri.
  2. YouTube: chiave del successo è essere un fenomeno d’avanguardia che ha definito una tendenza

globale, anticipando i tempi.

Oral care: cosa dicono gli internauti di spazzoli e dentifrici

Italiani e igiene orale: cosa si dice sul web? Dall’indagine Web-research emerge con evidenza co­me il dibattito riguardi nel 60% dei casi dentifrici e spazzolini e per il rimanente 40% tutto il resto.

Precisiamo che il cluster “accessori per la pulizia dei denti” è composto per il 77% da pareri (multipli) su filo interdentale e scovolini, che nel cluster “altro” i pro­dotti sbiancanti (differenti dai dentifrici sbiancati) sono il 34%, che gli spazzolini elettrici pesano per il 21% e persino i profumi per alito, col 17%, precedono i prodotti per l’igiene delle dentiere (11%), ma in questo caso il canale analizzato – internet – è stato inevitabilmente un filtro. Ciò è infatti confermato dal fatto che oltre la metà dei giudizi sui prodotti per l’igiene delle dentiere riguarda l’i­giene dei bite, i cui utilizzatori hanno un’ età decisamente più bassa rispetto a quella dei portatori di dentiere.

Schermata 2016-06-22 a 10.54.03

Le argomentazioni commerciali – prezzo, ampiezza della scelta – sono il 58%, nel 42% rimanente si concentrano tutti gli altri argomenti.

Precisiamo che per peculiarità del pro­dotto intendiamo, ad esempio, dentifri­cio per denti sensibili, per la protezione delle gengive, sbiancante, filo cerato o non cerato, spazzolino con setole mor­bide, medie, dure, di una determinata forma, collutori per l’alitosi o per la sola igiene del cavo orale ecc.

Le problematiche inerenti alla salute sono trattate con molta superficialità e sommariamente e qui dobbiamo aprire una parentesi.

Anche se la web research di sentiment analysys riguarda la GDO è stato tanto inevitabile quanto utile intercettare un campione statisticamente rappresenta­tivo, ampiamente sopra la soglia dell’er­rore statistico in ogni cella di quota, di pareri sempre riferiti a prodotti per l’igiene orale, ma acquistati in farmacia.

Schermata 2016-06-22 a 10.54.43

Appena l’acquisto del prodotto per l’igie­ne orale si sposta nel canale farmacie i pareri, le opinioni, i dibattiti dei netsurfer nazionali non vertono più su prezzi e reperibilità di prodotti se non in minima parte (19% del totale dei pareri multi­pli), ma sono ricchi di termini specifici riguardanti la salute orale (88%) quali ad esempio alveite, granuloma dentale, patologia del parodonto ecc., dibattono sugli effetti collaterali della clorexidina, (del gluconato di clorexidina) presente in alcuni collutori, della sua concentra­zione, di componenti delle paste den­tifricio quali il sodio lauril solfato ed il monofluorosolfato.

Donne e oral care

Schermata 2016-06-22 a 11.26.49

Quando i naviganti della rete domestica trattano il tema dell’igiene orale correlata a prodotti acquistati nella GDO men­zionano più semplicemente lo smalto dentale, il suo colore, le macchie dello smalto, la placca batterica, la prevenzio­ne ed igiene dentale, la carie, le gengive che sanguinano.

Solo un internauta su quattro cerca nella GDO prodotti top di gamma per l’igie­ne orale e solo il 9% si interroga sulla sicurezza dei prodotti low cost, che per tutti gli altri netsurfer è garantita dall’in­segna stessa.

Schermata 2016-06-22 a 11.32.29

Analizzando le intenzioni di acquisto emerge che per il 58% dei clienti della GDO la spesa per prodotti per l’igiene orale è stata ridotta o sta per essere ridotta; fatto 100 questo 58%, il 69% la ha ridotta (o ha intenzione di ridurla) acquistando referenze meno costose, il rimanente 31% riducendo all’essenziale i prodotti acquistati, diminuendo la varietà di referenze acquistate.

 

WWW.WEB-RESEARCH.IT Srl

È un istituto di ricerche di mercato e consulenze di marketing che offre servizi rivolti ad aziende e multinazionali presenti nel mercato domestico.

Ha portato tra i primi in Italia una nuova metodologia di ricerche ed analisi di mercato: Web listening – Web research – Web monitoring. Utilizzando software di intelligenza artificiale che emulano il funzionamento delle reti neurali effettua un’analisi semantica e psicometrica dei testi presenti nel Web attribuendo loro personalità e punteggi. www.web-research.it ascolta il Web per scoprire, analizzare, razionalizzare cosa i clienti reali e potenziali pensano e dicono oggi e indietro nel tempo fino agli ultimi tre anni. E’ il partner ideale di aziende, marchi, prodotti, servizi e personaggi pubblici con esposizione mediatica significativa.

www.web-research.it – Tel. 02.89367297 – Fax 02.89367298 – P.zza Castello 26 – 20121 Milano info@web-research.itgianmarco.stefanini@web-research.it

Gli italiani e la spesa: la mappa di Nielsen

Una spesa di valore: è così che la definisce Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia. 

Quello che sta accadendo, infatti, è che il consumatore richiede sempre più spesso una shopping experience che permetta di identificare nell’insegna  i fattori che la distinguono dalle altre. Anche grazie “all’impatto del mondo digitale e della Rete sulla compagine dei produttori e retailer – spiega Fantasia – il processo di scelta del prodotto va allungandosi sia prima di entrare nel negozio che dopo, dal punto di vista della relazione che la multicanalità/multimedialità permette di instaurare con il singolo distributore”.

“Ed è per questo – continua l’Ad di Nielsen – che la domanda si stende sempre di più e sempre più spesso, verso servizi aggiuntivi, come uffici postali, luoghi di ristorazione, stazioni di rifornimento si colloca dunque all’interno di un quadro competitivo più ampio, che vede il momento dell’acquisto sempre più costituito da una molteplicità di fattori. Questo è tanto più vero in Italia, rispetto agli altri Paesi europei, visto che il consumatore considera l’andare a fare la spesa come un’opportunità di svago piuttosto che un obbligo da adempiere”.

Un quadro, questo, supportato dalla recente lobal Survey di Nielsen Retail Growth Strategies eseguita su un campione di 30 mila individui distribuiti in 61 Paesi tra i quali l’Italia da cui emerge, infatti,  che al 60% dei consumatori italiani fare la spesa piace, quota di gran lunga superiore a quella osservata in altri Paesi come Francia (42%) o Regno Unito (44%).

Schermata 2016-06-20 a 15.51.36

L’italiano, inoltre, è abbastanza soddisfatto dell’offerta: il 61% degli intervistati dichiara che il punto vendita offre tutti i prodotti  di cui  si ha bisogno e il 54% dichiara di trovare offerte interessanti.

Però ci sono ancora margini di miglioramento: infatti, il 55% del campione è dell’idea che i retailers dovrebbero intercettare in forma più puntuale le esigenze del singolo consumatore (il 49% in Germania) e, nello stesso tempo, che il pdv dovrebbe adattare meglio alle proprie esigenze l’attività di comunicazione relativa ai servizi e ai prodotti offerti (58%).

Gli interessi degli italiani
Il 55% del campione riserva particolare attenzione alle informazioni nutrizionali riportate sulle etichette dei prodotti, mentre ben il 65% ammette di ricercare prodotti con  ingredienti salutari.
Sulla scelta del negozio dove fare la spesa, i fattori che influenzano variano in funzione del prodotto che si desidera acquistare. Se per panificati, latticini, carni, frutta e verdura la ricerca degli ingredienti naturali è importante nella scelta per il 20% del campione, la percentuale risulta del 15% per quanto riguarda frutta o verdura BIO.
Nello stesso tempo, risulta elevato il livello di interesse verso nuovi prodotti: il 48% si orienta preferibilmente verso nuovi brand e il 39% intende essere “fra i primi” a testare le novità offerte dalla GDO, a fronte del 29% di Germania e al 33% di quanto avviene in Francia.

Schermata 2016-06-20 a 15.51.47

La scelta del pdv
Se il prezzo è il driver fondamentale per il 48% di chi varca la soglia del supermercato, indipendentemente dalla superficie del punto vendita, sono il 55% coloro che dichiarano che la componente qualità debba essere declinata simultaneamente con quella del prezzo. Inoltre la componente qualitativa cresce di importanza su alcune categorie merceologiche: è indicata da ben il 52% dei consumatori quando devono acquistare prodotti freschi, mentre scende al 39% per ciò che concerne i reparti delle carni.   Ma anche la raggiungibilità del negozio si colloca tra le prime posizioni nelle motivazioni che spingono verso un determinato pdv, tanto per l’acquisto dei generi alimentari (49%) che non (48%).

Il prezzo
Il 74% del campione, si legge ancora nello studio di Nielsen, dichiara di “prendersi del tempo per valutare l’offerta”, segnale del fatto che la scelta del prodotto si può qualificare “complessa”, in quanto su di essa incidono, insieme al prezzo, una molteplicità di fattori, tra i quali segnatamente il brand e il gusto, per quel che riguarda gli alimentari. In Italia questa propensione a riflettere sulle scelte di acquisto è decisamente più alta di quella rilevata nel Regno Unito (58%) e Francia (60%).
Un’ultima osservazione: la ricerca di Nielsen ha testato come cambierebbe il comportamento d’acquisto in presenza di un aumento del prezzo. Ne è emerso che, a fronte di un incremento pari al 10% del prezzo dei prodotti, le reazioni sarebbero diverse in funzione delle categorie di beni acquistati a seconda che appartengano a prodotti di  prima necessità o a quelli di cui si può fare a meno. Il 56% taglierebbe sulla quantità acquistata nel caso dei latticini, il 52% se ad aumentare di prezzo fossero frutta e verdura. Circa la metà degli intervistati dichiara invece che potrebbe rinunciare all’acquisto se l’aumento interessasse i piatti pronti, frutta e verdura in scatola e le bevande alcoliche, generi di prodotto di cui non viene indicata la primaria necessità. In particolare il 47% potrebbe decidere di rinunciare a parte degli acquisti  di frutta/verdura, il 52% a bevande alcoliche e il 59% ai piatti già preparati.

Il consumatore al centro, grazie alla tecnologia: è questa la sfida del retail in futuro

Un consumatore che cerca un’esperienza sempre più personalizzata di acquisto, ma anche semplificata, veloce e coinvolgente, da intercettare grazie a dotazioni tecnologiche avanzata, ma anche un punto vendita attraente e la capacità di vendere in tutti i mercati e di costituire partnership strategiche: è questa la chiave per interpretare il ruolo del retailer del futuro. Lo rileva un’indagine condotta a livello globale da Economist Intelligence Unit (EIU) per Demandware fra 300 alti dirigenti di aziende retail. I risultati rivelano quelli che, secondo questi leader, sono le quattro dinamiche principali per il settore: la globalizzazione crescente, i rischi sempre più gravi per la sicurezza, il cambiamento del gusto dei consumatori, e l’aumento dei mercati online competitivi a livello mondiale.

Nonostante queste sfide, un segmento di retailer dalle alte performance di vendita sta perseguendo con successo le proprie strategie aziendali, con un approccio capace di offrire un modello di crescita e trasformazione.

“L’innovativa analisi dell’EIU arriva nel momento in cui il settore del retail sta affrontando un periodo di  cambiamenti senza precedenti che richiedono ai retailer di riconsiderare i loro approcci strategici e operativi volti a favorire  la crescita”, afferma Rob Garf, Vice President  of Industry Strategy and Insights  di Demandware. “I cambiamenti radicali nelle dinamiche della vendita al dettaglio influenzeranno la capacità dei retailer di sfruttare la tecnologia, modificare la struttura organizzativa e, infine, raggiungere i propri obiettivi strategici.”

4cc4af2c-0978-4df2-8893-4ea3f6fad276__O

È ancora prodotto, servizio, prezzo: ma ovunque, in tempo reale, su mobile

In questo scenario di cambiamenti senza precedenti, la ricerca svolta dall’EIU indica che i top manager del mondo retail stanno “tornando alle origini” per differenziarsi dalla media. Tra le caratteristiche che i manager considerano più importanti per differenziarsi oggi, il 60% ha indicato un “prodotto d’eccellenza”, mentre il 53% ha menzionato il “servizio senza soluzione di continuità”, offrire un servizio clienti di alta qualità e un’esperienza unificata attraverso i canali. I manager si sono accorti che differenziarsi oggi è più complesso a causa del crescente numero di canali. I dati suggeriscono che gli intervistati si avvicinano a questi fattori tradizionali ponendo il cliente al centro di tutte le attività.

b76ed300-450b-4d20-85d0-c3cd56e04f43__O


Opportunità o minaccia? Il futuro è qui               

La ricerca ha identificato in particolare un segmento di retailer dalle alte prestazioni che tende a vedere i cambiamenti in atto come opportunità rispetto ai concorrenti che ottengono risultati inferiori. Ad esempio, il 69% dei retailer di successo vede la globalizzazione come un’opportunità, mentre solo il 43% di chi ottiene risultati inferiori fa lo stesso. Analogamente, il 52% dei retailer di successo considera l’espansione del mercato globale un’opportunità – il nuovo “amico-nemico” – mentre solo il 35% delle imprese con risultati inferiori la considera nello stesso modo.


3496ef32-122f-438f-b623-5d7347eec9a1__OIn particolare, questo segmento vanta tre principali iniziative di crescita: espansione geografica, partnership strategiche, nuovi store e format. Inoltre, stanno introducendo la tecnologia in ogni area in cui operano – indicando l’intenzione di aumentare gli investimenti tecnologici (82%), cifra che supera di gran lunga l’investimento tecnologico previsto da performer inferiori (56%).
“Questi dati ci dicono che la democratizzazione del settore retail, con accesso e controllo apparentemente illimitati da parte dei consumatori, ha avviato l’ondata successiva di crescita per le imprese che sanno adattarsi e cambiare – continua Garf -. I retailer non possono più contare su un maggiore numero di negozi, e mercati più grandi per crescere; devono abbracciare la realtà: occorre raggiungere i clienti ovunque, in qualsiasi momento e in qualsiasi modo essi richiedano.”
Il report Finding Retail Growth: A View from the Corner Office  è disponibile a questo link.

Morace: il consumatore oggi tra spazio fisico e digitale sceglie, ma non rinuncia a nulla

Francesco Morace sociologo e saggista, lavora da oltre 30 anni nell’ambito della ricerca sociale e di mercato, ed è il Presidente di Future Concept Lab. A lui abbiamo chiesto come vede l’evoluzione dei consumi, tra nuove esperienze digitali e di acquisto. Ecco cosa ci ha raccontato.

Francesco Morace
Francesco Morace, presidente Future Concept Lab.

Come è cambiato il consumatore con l’avvento dell’e-commerce?
La dimensione digitale ha cambiato il consumatore in consum-autore, nel senso che, a dispetto di tutto le previsioni che dicevano che questa tecnologia ci avrebbe manipolato ed omologato, sta avvenendo il contrario: le persone se ne appropriano, riescono a fare le proprie scelte e a prendere le proprie decisioni, con un ventaglio di opportunità molto più ampio. Dunque la dimensione digitale e l’e-commerce rappresentano un’amplificazione della dimensione umana. La cosa straordinaria è che i luoghi si raccontano, c’è un genius loci che emerge nel mare magnum della globalizzazione. Questa è un’altra grande previsione che è stata stravolta: non siamo sempre più uguali agli americani, ma ognuno di noi riesce ad essere più se stesso usando queste tecnologie.
È chiaro che i rischi esistono, è una tecnologia che va imparata, è un mondo, quello dell’e-commerce, che va assorbito e metabolizzato, ma non c’è dubbio che tra dieci anni i bambini useranno questa modalità per rappresentare se stessi in modo più autentico.

Secondo lei le divisioni tradizionali del marketing per età o ceto sociale non possono più essere utilizzate, perché?
Per 30 anni le categorie del marketing hanno seguito una segmentazione in cui ciascuno aveva il proprio stile di vita, vestiva e viveva in un certo modo con i propri brand di riferimento. Tutto ciò è saltato perché oggi è più facile dare spazio alle proprie passioni individuali. Se hai una passione, la puoi coltivare a diverse età e la comunità di chi segue quella passione è molto più eclettica, quindi ciascuno di noi diventa un interlocutore interessante, e dobbiamo essere raggiunti non più secondo categorie entomologiche, come se fossimo delle farfalle, ma come persone che hanno delle esigenze simili e possono incontrarsi sugli stessi territori, anche se sono molto diverse tra loro per età e ceto sociale.

morace-clusters

I nativi digitali sono un caso che ha studiato in particolare…
Noi li abbiamo chiamati “Bambini terribili”: collegati in tempo reale al mondo digitale, usano il tablet e lo smartphone di mamma e papà e hanno una capacità straordinaria di orientarsi verso il touch e questi strumenti, quindi sono molto più sensibili alle proposte del mondo digitale. Sempre più spesso impongono le loro scelte ai genitori, o comunque hanno un ruolo importante in famiglia.
I teenager sono in una dimensione diversa, hanno il problema di costruirsi una propria identità , li abbiamo chiamati Expo-teen: non solo non sono interessati alla privacy, ma al contrario usano YouTube per esporsi, per raccontare se stessi, le proprie attività, per raggiungere i loro coetanei, essere riconosciuti con tanti like o follower. Il mondo degli adulti molto spesso è impermeabile a questi cambiamenti. Genitori e professori che non sanno usare le tecnologie come i ragazzi o i loro figli oggi si trovano in grave difficoltà.
Dall’altra parte della piramide sociale ci sono i maturi, un tempo avremmo detto gli anziani, noi li chiamiamo i longevi che, a più di 60 anni, diventano immigrati digitali perché hanno i nipoti che insegnano loro ad usare Skype e i social network, così quando viaggiano in giro per il mondo chattano con il nonno o usano Skype a costo zero. In particolare in Italia, un Paese che sta invecchiando con un’età media di 45 anni, per capirci in Brasile è 28 anni, hanno delle straordinarie opportunità perché hanno tempo, sono sempre più digitalizzati, e desiderano vivere una seconda vita, dopo il lavoro. Hanno ancora 20/30 anni davanti e quindi stanno diventando, insieme ai bambini e ai ragazzi loro nipoti, protagonisti di questa rivoluzione digitale.

Il punto vendita fisico come si deve approcciare a questi nuovi consumatori?
Qui viene a cadere un altro pregiudizio, che l’e-commerce avrebbe scardinato le logiche dell’off-line e del negozio fisico. Non è così, le persone ancora una volta sono più avanti, hanno la soluzione, scelgono questi luoghi per quello che possono dare loro di più, quindi confrontano prezzi sul web e vanno in negozio, oppure dal negozio ordinano online il prodotto che al momento non è disponibile. È tutto un unicum, un’esperienza integrale e integrata, e soggetti di diverse età stanno ragionando in questo modo, quindi è necessario curare la dimensione web e quella dello spazio fisico capendo che oggi noi non vogliamo rinunciare a nulla, né alla semplicità e al servizio del digitale ma neanche all’esperienza fisica e sensoriale di entrare in un bel negozio.

PAYBACK tifa per la Nazionale Italiana e rimborsa il 100% dei punti

PAYBACK tifa per la Nazionale Italiana di calcio agli Europei 2016 e lancia una propozione all’insegna del tricolore.

Semplice la dinamica: i clienti PAYBACK che, nei giorni precedenti a ciascuna partita del girone eliminatorio contro Belgio, Irlanda e Svezia,  richiedono un premio del catalogo tra quelli contrassegnati riceveranno, in caso di vittoria dell’Italia, il rimborso del 100% dei punti utilizzati per richiedere il premio.
Accedere alla promozione è facile e conveniente: basta richiedere, nei giorni che precedono l’impegno della Nazionale, un premio del catalogo PAYBACK tra quelli contrassegnati con il bollone “Il premio partecipa alla Promo Europei”. Se l’Italia vince, PAYBACK restituirà entro 48 ore dal termine della partita due codici promozionali, ciascuno del valore del 50% dei punti utilizzati, che potranno essere utilizzati per richiedere uno dei “Premi Sponsor” nel periodo 27 giugno – 6 luglio.
E in caso di sconfitta o pareggio?
PAYBACK premia i suoi clienti anche in questi casi: se l’Italia non dovesse vincere, coloro che hanno preso parte alla promozione verranno infatti ricompensati con un voucher “Ristorante X2” utilizzabile entro il 30/04/2017.

Le tre partite decisive per l’Italia:
·        Italia – Belgio 13 giugno
·        Italia – Svezia 17 giugno
·        Italia – Irlanda 22 giugno

Facebook: Spuma di Sciampagna “re” delle interazioni, Dash spopola per numero di fan

Facebook, Facebook delle mie brame, chi è – nell’Home Care – il migliore del reame?

Secondo l’indagine Top Brands di Blogmeter di maggio, le performances migliori (in termini di numero interazioni) sono quelle di Spuma di Sciampagna, che conquista gli utenti con contest e iniziative promozionali. Segue al secondo posto Perlanache cattura l’attenzione degli utenti, per l’80% donne, mentre in terza posizione troviamo Chanteclair.

Schermata 2016-06-13 a 16.02.53

Il quarto brand più coinvolgente di maggio su Facebook è Dash, leader tra l’altro della classifica per nuovi fan (mentre qui è seconda Chanteclair e Spuma di Sciampagna terza), che, grazie all’iniziativa a sostegno di Banco Alimentare Onlus supportata da volti dello spettacolo come Caterina Balivo e Alessia Marcuzzi, raggiunge il picco di interazioni. Chiude la classifica per engagement Coloreria Italiana che appassiona gli utenti con post colorati e divertenti. Tra i brand che più accrescono la loro community, oltre ai già citati Dash, Chanteclair e Spuma di Sciampagna, trova posto in classifica anche Scotch-Brite, il prodotto di 3M dedicato alla cura della casa, che colleziona un boom di interazioni in occasione della Festa della Mamma. Chiude la Top 5 relativa ai nuovi fan, la pagina di Winni’s cha assiste ad una crescita costante della sua fan-base durante tutto il mese.

 

 

 

 

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare