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Mobile Payment: aumenti del 55% ma la smaterializzazione del contante è ancora lontana

Pagamenti in mobilità: siamo a una svolta? I Pos contactless attivi oggi in Italia sono 250mila, anche nelle insegne della GDO, e nel 2014 in Italia il Mobile Payment & Commerce da remoto, attraverso app, ha incassato circa 2 miliardi di euro. I dati sono stati comunicati ieri dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano, che prevede che nel 2017 si giungerà a 4 / 5 miliardi di euro. 
Nel 2014 sono stati 3 milioni i biglietti dei mezzi pubblici, 2 milioni i servizi di car-sharing e 1 milione le ore di sosta
 acquistati via smartphone. In attesa della maggior diffusione delle soluzioni SIM-based e HCE e dell’arrivo di Apple Pay (previsto per la primavera in UK e per la fine del 2015 in “altri Paesi europei, non specificati”), gli italiani iniziano a pagare “in prossimità” grazie alle carte Contactless e ai Mobile POS, per un transato totale di 300 milioni di euro. Due i prerequisiti secondo gli attori intervenuti al convegno per la reale diffusione di questo tipo di pagamenti: la loro facilità a usability da parte dei consumatori, e la capacità degli attori coinvolti di unire al mero pagamento “l’ultima parte di un solo processo” servizi vissuti come utili e appetibili dall’utente finale, quali couponing od operazioni promozionali ad hoc.

Gli italiani certo non hanno ancora rinunciato al contante, che utilizzano ancora in proporzione preponderante rispetto agli altri Paesi europei, ma i pagamenti digitali innovativi li stanno abituando a utilizzare la carta di credito con maggiore frequenza e per beni di piccolo importo, soprattutto tramite acquisti e pagamenti via cellulare. Infatti, mentre i pagamenti elettronici con carta di credito crescono nel 2014 solo dell’1,6% passando da 126 a 128 miliardi di Euro, i New Digital Payment ottengono un incremento del 20% passano da 15 a 18 miliardi di Euro e conquistano il 12% dell’intero mercato dei pagamenti digitali, che può così registrare un incremento complessivo del 3,6% e arrivare a quota 146 miliardi di Euro. “Per agevolare ulteriormente questa crescita occorrono sia un intervento normativo che proponga incentivi e diffonda conoscenza, sia l’impegno, da parte del mondo dell’offerta, a puntare sui New Digital Payment”.

Dalla ricerca emerge che gli italiani non vedono più il Mobile solo come un canale per gli acquisti in mobilità, ma sempre più come uno strumento comodo anche per gli acquisti e i pagamenti più tradizionali.

 Se gli acquisti e pagamenti “in prossimità” e agevolati dalla tecnologia NFC non sono ancora decollati, gli italiani sono pronti a utilizzarli. Sono infatti circa 12 milioni i possessori di telefono cellulare NFC e oltre 250mila i POS contactless attivi. Ancora poche le SIM NFC (circa 800mila), ma con la promessa da parte degli operatori telefonici di raggiungere quota 5 milioni entro la fine del 2015. “Grandi aspettative ricadono su questo segmento di mercato – afferma Valeria Portale, co-curatrice della ricerca -. Prevediamo che nel 2017 si possano raggiungere 4,8 milioni di utenti attivi per un transato di oltre 6 miliardi di euro, nel caso in cui alcuni fattori abilitanti venissero messi in atto: l’avvio delle iniziative di tutte le Banche e degli operatori telefonici, la distribuzione massiva delle SIM NFC, il raggiungimento di accordi da parte di Apple con almeno le tre principali banche italiane, l’arrivo delle soluzioni HCE sul mercato italiano e una forte azione promozionale”.

Anche la possibilità di pagare in negozio con carte contactless e Mobile POS si sta allargando: le transazioni hanno raggiunto i 300 milioni di euro nel 2014.
 L’infrastruttura contactless è cresciuta nel 2014: una carta su 8 è contactless (si stimano 12 milioni di carte a fine 2014, raddoppiate rispetto al 2013) ma solo il 10%, 1,2 milioni, sono attive. Un POS su 6 è attivo in modalità contactless (250mila, +67% rispetto al 2013). Tuttavia solo una transazione su 300 di quelle con carta è contactless, per un transato complessivo pari a circa 200 milioni di euro. È un risultato ancora limitato, ma in forte crescita rispetto al 2013 (cinque volte in più), grazie anche agli sforzi messi in atto dagli esercenti che, con l’aiuto dei circuiti e degli acquirer, hanno fatto alcune azioni per abituare il cliente a questo tipo di pagamenti. Ad esempio, girando il POS verso il cliente ed invitandolo a svolgere il pagamento in autonomia.
Cosa fondamentale specialmente nel momento in cui si vorrà utilizzare lo smartphone per il pagamento (chi vorrà infatti dare il proprio telefonino, sempre più emanazione della nostra personalità, in mano ad un estraneo?)

“Il futuro dei pagamenti digitali è legato alla sfida della diffusione del Mobile Payment & Commerce ‘di prossimità’ e il 2015 è un anno cruciale per il comparto: si aprirà la competizione delle diverse filiere dell’offerta”, afferma Alessandro Perego. “Da una parte la filiera cosiddetta ‘SIM-based’ che vede coinvolti operatori telefonici e banche in una configurazione collaborativa (nelle infrastrutture abilitanti). Dall’altra filiere basate sulle più recenti tecnologie HCE (Host Card Emulation) che potranno consentire ad alcune banche di offrire soluzioni di pagamento su cellulare direttamente senza utilizzare la SIM. Ed infine Apple Pay. Si accettano scommesse su chi vincerà la partita conquistando quote maggiori di mercato. Certo, dipenderà molto dalla strategia commerciale degli attori che hanno già investito molto. Quello che più importa, lato consumatori, è che le regole del gioco sono ormai per buona parte definite e qualsiasi soluzione non potrà che arrivare rapidamente ed essere estremamente sicura e facile da usare”.

A Hack Wine, contest di H-Farm e Vinitaly, idee digitali accompagnano il vino nel terzo millennio

“Come si comunica il vino nel 2015”? a questa domanda hanno cercato di rispondere più di 300 giovani tra sviluppatori software, designer ed esperti di comunicazione accorsi da tutta Italia a Roncade (TV) presso la sede di H-FARM Ventures il 14 e 15 febbraio per partecipare alla seconda edizione di H-ACK Wine. Promosso da Vinitaly International, la piattaforma creata da Veronafiere per promuovere le eccellenze vitivinicole italiane nel mondo, e H-Farm l’evento aveva lo scopo di progettare, nelle 24 ore a disposizione delle “squadre” di creativi e geek presenti, nuove soluzioni digitali e nuove idee per rispondere alle esigenze delle aziende vinicole che hanno partecipato all’evento e che quest’anno erano Gruppo Vinicolo Santa Margherita, Zonin1821, Tenuta Col Sandago-Case Bianche e Tommasi Family Estates.

Stevie Kim.
Stevie Kim.

“Il consumo del vino è calato a livello nazionale negli ultimi anni, ma anche in mercati emergenti come la Cina ci sono difficoltà a capire il settore vitivinicolo italiano, o anche a pronunciare nomi come “Valdobbiadene”, “Rondinella” e “bollicine”. Abbiamo bisogno di idee per coinvolgere le generazioni più giovani, specialmente i millennials, con un linguaggio non solo accessibile ma anche moderno e divertente” ha detto Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International.
“Il trucco è trasmettere la storia e i valori che stanno dietro una bottiglia di vino ridefinendo le regole della comunicazione in modo innovativo. È stata una delle esperienze più incredibili della mia vita: 300 ragazzi che probabilmente avevano troppe idee e la cosa bella è che nessuno di loro aveva a che fare col vino” ha detto Francesco Zonin di Zonin 1821.

Quattro vincitori

Le squadre vincitrici.
Le squadre vincitrici.

Tra i 26 progetti elaborati, che avevano solo 5 minuti per essere presentati, ogni azienda, che aveva fatto una richieste specifica, ha selezionato il migliore.
Tommasi aveva chiesto di creare una lista di vini digitale collegata con le tecnologie per lo scambio e l’interattività (quali Beacon, NFC, QRcode) da usare nei ristoranti e che desse visibilità al mondo dei vino Tommasi e incrementasse le vendite assicurando un valore aggiunto sia al ristoratore sia al consumatore. Ha vinto T-Mood con “List mood” una app che abbina alla carta del vino approfondimenti multimediali sulla sua storia e origini.
Santa Margherita ha scelto The42, con un soluzione per raggiungere i clienti reali o potenziali presenti a un evento che utilizza il gaming per gli eventi esterni, e offre il free wi-fi nel caso di degustazioni ed eventi interni. È piaciuta tanto che potrebbe essere presentata a Vinitaly o a Expo.
Abbina gaming e dinamiche e linguaggio social Moowine, la piattaforma web premiata da Zonin. Tramite sfide a quiz si testa la conoscenza del vino delle giovani generazioni e si accumulano punti a ogni risposta giusta che poi possono essere accumulati e dare accesso a premi quali visite guidate in cantina o sconti nei negozi digitali.
Tenuta Col Sandago infine voleva una piattaforma mobile e/o web per l’abbinamento di cibo e vino, in grado anche di incrementare le vendite sia nazionali sia all’estero, e ha premiato Gourmeet del team The Grapes: un viaggio enoculturalgastronomico lungo le infinite vie del vino.

Al di là dei quattro vincitori, è interessante sapere che molte dei progetti presentati prevedevano tecniche di gaming, concorsi e strategie di profilazione dei clienti attraverso soluzioni mobile o web, mentre l’altro comune denominatore era la combinazione di un vino con la musica, il cibo e anche l’umore dell’utilizzatore dell’App. Che sia qui il futuro del vino 3.0?

Ds Group inaugura la digital boutique multicanale con Samsung, Microsoft, Sap e Intel

Arriva la boutique digitale per i brand della moda e del lusso, insieme opportunità di competitività e di crescita e possibilità per i clienti di accedere a un’esperienza di acquisto coinvolgente grazie all’interazione tra internet e il punto vendita atraverso dispositivi smart.

A lanciare la soluzione omnichannel è DS Group, azienda italiana di consulenza ICT specializzata nella progettazione e nello sviluppo di soluzioni applicative mobile multipiattaforma e multidevice; fra le aree di maggiore focalizzazione per DS Group vi è la Digital Retail Experience, in cui ha affiancato nei percorsi di innovazione e di digital transformation marchi prestigiosi come Valentino, Calzedonia, Luxottica, Pinko.

Sulla base di tali esperienze nel retail e grazie a un ecosistema di partner leader di mercato come Samsung Electronics, Microsoft, SAP, Intel, Ingenico, Motorola, DS Group ha creato la Digital Boutique, spazio tecnologico basato sull’integrazione fra dinamiche proprie del retail e tecnologie digitali che oggi è possibile visitare presso la sua sede milanese. Un centro di eccellenza sul modello di negozio innovativo che DS Group sta progettando insieme ai propri clienti.

Centrale è il ruolo dei partner tecnologici che hanno partecipato al processo creativo e di sviluppo, operando con il team di DS Group; la Digital Boutique è quindi dotata delle migliori tecnologie per un modello di Multichannel Retail Experience di avanguardia. In particolare, Samsung Electronics ha fornito schermi LFD, videowall, soluzioni di digital signage e tablet per la cura degli aspetti tecnologici visuali; Microsoft, oltre a fornire i tablet Surface Pro 3 e gli smartphone Lumia 1520 e 830, ospita ed eroga l’intera piattaforma tecnologica attraverso la propria piattaforma cloud Azure; Intel ha supportato il progetto fornendo le tecnologie innovative in grado di migliorare la relazione con il cliente (soluzioni di digital signage) e per la gestione e l’analisi dei dati di mobile payment (dispositivi NUC – Next Unit of Computing). Sap Mobile Platform ha permesso di gestire soluzioni di mobilità su larga scala, basandosi sull’integrazione della migliore tecnologia mobile Sap in un’unica soluzione end-to-end.

Il layout e l’estetica di questo spazio sono stati realizzati dal designer Alessandro Luciani con i canoni di una boutique di lusso per struttura e stile; lo showroom di Milano propone quindi un percorso fisico ed emozionale attraverso le tecnologie digitali, seguendo le tappe che portano a una nuova esperienza d’acquisto.

Le tappe del tour tecnologico nella Digital Boutique

Cuore di tutta la struttura è Combenia, piattaforma che DS Group ha sviluppato specificamente per il retail per integrare le diverse tecnologie; ogni tecnologia supporta una tappa specifica dell’esperienza di acquisto.

1 – Si parte da riconoscimento e mappatura (Store Analytics and Virtual Check-In) del cliente che entra nel negozio: attraverso tecnologie di rilevazione fra cui telecamere, beacon e wi-fi, mappa gli ingressi della persona e la permanenza nello store e ne individua le caratteristiche principali (può essere usata anche fuori dalla vetrina per quantificare le presenze dei passanti nei diversi momenti della giornata); permette quindi di identificare e profilare il consumatore e attuare comunicazioni personalizzate.

2 – Seconda tappa, Interactive Digital Signage: un grande schermo, per mezzo di una web cam incorporata, proietta video e contenuti personalizzati proponendo outfit diversi a seconda del sesso e della fascia d’età della persona.

3 –  Hybrid Shop Experience con tavoli e totem touch interattivi che permettono al consumatore l’e-shop direttamente nello store: mentre prova un capo, può selezionare ulteriori misure e colori da catalogo e ordinare modelli non disponibili in negozio, con consegna successiva a casa o altra destinazione;

4 – Smart Dressing Room: il camerino multimediale che, all’ingresso del cliente, effettua la rilevazione dei capi muniti di tag in transito, consentendo alla marca di effettuare statistiche tra il provato e il venduto e profilare le preferenze delle persone; inoltre, può raccogliere feedback sull’abito provato attraverso lo specchio touch screen interattivo che, adeguandosi alle scelte del cliente comunicate con un ‘tap’, propone altri outfit o prodotti;

5 – Mobile Payment: i dispositivi mobili dedicati al pagamento, fra cui il Mobile Pos, che, sempre mantenendo massima sicurezza, smaterializzano il punto cassa eliminando le code e le attese e garantendo flessibilità e comodità.

Ogni momento della customer experience è disponibile e governato da un dispositivo mobile in dotazione allo store manager e allo staff in store, messo quindi nelle condizioni di mappare e seguire il cliente in tutte le fasi dell’esperienza di acquisto, fornendo da un lato un servizio a valore per il consumatore, dall’altro raccogliendo dati preziosi per l’analytics/intelligence dello store e del brand.

Digital signage protagonista nel pdv del futuro: le novità Samsung

Samsung ha presentato a ISE 2015, la più importate fiera di Audio-Video ed Electronic System Integration professionale in Europa (ad Amsterdan dal 10 al 12 febbraio) le ultime novità in ambito Outdoor Signage, LED Signage e Video Wall. Schermi interattivi e non e immagini in costante movimento sono ormai entrati a far parte dell’ambiente retail. Partendo da alcuni settori più avanzati quali la moda, stanno già “emigrando” in strade, stazioni, aeroporti e centri commerciali. Impatto “forte”, necessità di rendere la shopping experience e l’ambiente retail più accattivante tanto da far abbandonare al consumatore lo schermo di pc, tablet e smartphone per recarsi in negozio, ma anche il collegamento con contenuti personalizzati e collegati tramite tecnologia NFC con i dispositivi mobile rendono questo veramente il decennio (o il secolo?) dell’immagine.

Molte delle nuove soluzioni lavorano sulla qualità dell’immagine: Video Wall Factory Calibration è dotata della tecnologia Color Expert, che incrementa la nitidezza dei video a parete grazie ad un avanzato sistema di factory tuning, un sistema di colori all’avanguardia ma anche uno strumento di calibrazione che assicura una qualità delle immagini superiore.
Oppure le nuove soluzioni LED Signage da 1.1mm pitch pixel, che grazie ai 133 pollici di Wide Quad High Definition, risultano quasi due volte più potenti dei pixel di un Full HD. Il nuovo LED signage è disponibile in diverse dimensioni e risoluzioni ed è utilizzabile negli ambiti più diversi, dal retail al corporate, dai trasporti ai broadcasting.

In mostra c’è anche la serie di display signage semi-outdoor e outdoor per aziende progettata per aiutare i “businessmen” (e women) a produrre una messaggistica brillante facendo leva sulla potenza dei display a LED blu. Obiettivo: veicolare ogni messaggio in modo chiaro, efficace e facilmente controllabile. Attraverso un ambiente QSR, le nuove soluzioni di Small Signage Power-over-Ethernet assicurano agli utenti business la consultazione di tutti i contenuti in tempo reale attraverso il sistema MagicInfo S e le tecnologie HDBase-T. La soluzione di in-room content management caratterizzata da display UHD LYNK™ Hospitality Management Solution, attraverso un processo 4-step UHD incorporato, offre agli spettatori immagini ad alta definizione in FHD e una qualità di ultima generazione. In mostra anche i monitor curvi, quelli ergonomici ed eco-friendly, il nuovo monitor cloud e le soluzioni “security business” all-in-one.

Carrefour sperimenta la shopping experience con lo smart watch

L’ipermercato Carrefour di Villeneuve-La-Garenne, presso Parigi, è dall’aprile scorso una vero e proprio laboratorio in cui l’insegna francese sperimenta il supermercato del futuro. Al cuore di tutto c’è un’App, C-où, che consente di accedere  a una serie di contenuti innovativi quali l’ubicazione dei prodotti sulla propria lista nel punto vendita, e l’individuazione del percorso più breve per fare la spesa. Ciò è reso possibile dalle etichette elettroniche con tecnologia NCF. Ora C-où è collegabile anche allo smart-watch, per ora solo il Samsung Gear S (ma nei prossimi mesi sarà abilitata anche per altri smart-watch Android), dove è anche possibile caricare la propria carta fedeltà per un accesso immediato alle casse. Partner dell’operazione sono Publicis Shopper e la start-up francese Think&Go.

Le prime sperimentazioni sono avvenute nel mese di dicembre, ed ora la tecnologia è a disposizione di tutti i clienti che posseggano il suddetto “orologio intelligente”. Secondo il mensile Linéaire sono ancora pochi i clienti che utilizzano queste funzioni avanzati. Ma nel campo tecnologico le acquisizioni di nuove tecnologie procedono a salti, e restare fuori può essere molto dolorosi, mentre gli early adaptors potranno assicurarsi un vantaggio competitivo almeno inizialmente non indifferente.

Debutta da Neiman Marcus il memory mirror: e il camerino reale diventa virtuale

Specchio specchio delle mie brame mi sta meglio il vestito rosso o quello blu? Sarà più facile rispondere alla cruciale domanda grazie al MemoMi, il memory mirror di MemoMiLabs Inc per ora installato nei punti vendita Neiman Marcus di San Francisco.


Tre le caratteristiche principali dello specchio, che in realtà è uno schermo con telecamera: consente una visione a 360° della persona, memorizza e compara le “prove” dei vari vestiti tra di loro e permette un’immediata condivisione sui social per chiedere il parere di amici e parenti. Insomma, questo schermo promette di integrare esperienza reale e virtuale proprio come richiede il clienti del Terzo Millennio.

Non si tratta di un caso isolato però. Rebecca Minkoff ha aperto in team con eBay a fine 2014 uno store interattivo a New York con schermi “smart” nei camerini che presentano contenuti digitali, permettono di navigare nel catalogo del negozio e interagire con lo staff e suggeriscono abbinamenti.

Più che una guerra dunque tra reale e virtuale si aprono alleanze che trovano al momento il loro campo d’elezione proprio nella moda.

Good Appetito fa spesa e menù con i prodotti in promozione

Cosa cucino stasera? Tra i servizi più richiesti alla GDO ci sono le ricette, perché pensare a cosa cucinare nel quotidiano e di conseguenza a cosa acquistare è un compito oneroso, specie dopo una giornata di lavoro. Da qui l’idea di GoodAppetito, portale che ha avuto un’idea geniale: abbinare i prodotti in promozione dei supermercati con le ricette che spiegano come cucinarli.

Attivo inizialmente nelle province di Treviso, Padova e Venezia si è allargherà al resto del Veneto, Friuli, Emilia Romagna e da fine febbraio in Lombardia, e in seguito punterà su Roma. Startup nata nel 2014 all’interno della piattaforma digitale H-FARM Ventures, si basa su un sistema che suggerisce ricette relative ai prodotti in promozione che generano in automatico la lista della spesa da utilizzare sia che si scelga di andare al supermercato sia che si acquisti online, lista che può anche essere spedita a chi si vuole.

Grazie a rapporti di partnership con le principali insegne in corso di finalizzazione, a breve sarà possibile anche concludere l’acquisto della spesa direttamente dal sito di GoodAppetito.

“Sono partito dal concetto del volantino cartaceo delle promozioni, fino a creare un sistema per generare ricette ad hoc in base alle promozioni in quel momento presenti nei supermercati della zona selezionata dall’utente – spiega Tommaso Magnani, fondatore di GoodAppetito -. Il modello di business è relazionato alla trasformazione indotta dal mobile sulle abitudini dei consumatori, che impone a sempre più aziende (Brand & GDO) un ridisegno completo dei punti di contatto con il cliente, dal punto vendita all’online passando per i canali promozionali. Un modello in grado di generare una comunicazione ipertargettizzata, non invadente e vantaggiosa per l’utente”.

Non solo, esiste anche il grande tema degli ‘insights’, le analisi delle abitudini di consumo del cliente, che dà la possibilità di “comprendere in modo puntuale i bisogni del cliente “cucendo” su di lui promozioni e iniziative ad hoc. Un modo per sedurre, conquistare e fidelizzare il cliente, al fine di generare engagement” conclude Magnani.

Volantini e coupon, cresce la voglia di digitale

Volantini e coupon, la spina dorsale della comunicazione promozionale nella GDO, stanno per subire una rivoluzione. Che riguarda soprattutto la loro smaterializzazione e digitalizzazione. Ma non solo. Perché il passaggio al digitale consentirà ad esempio, collegandosi alla carta fedeltà e tramite l’analisi dei Big Data, di evitare di “sparare nel mucchio” e proporre promozioni e sconti personalizzati, ritagliati sulle esigenze, i gusti e le abitudini dei singoli.

Anche se al momento la comunicazione tramite sms resta il canale principe soprattutto nella fase di ingaggio, molto si sta già facendo, e molto si farà nel corso di quest’anno nel senso della dematerializzazione. Perché i vantaggi sono numerosi, e lo richiedono tutti. I consumatori Mobile in primis, che gradiscono a larga maggioranza la ricezione di Mobile Coupon passando dal 76% del 2013 all’88% del 2014. E cambiano anche leggermente motivazioni: ferma restando la praticità e la comodità, aumenta la richiesta di personalizzazione e la propensione ad usarlo nel pdv, sempre più luogo dove reale e virtuale di intersecano e si integrano, ma anche le dinamiche social. I consumatori preferiscono le App che aggregano varie offerte (anche se c’è un calo secondo l’indagine Doxa/Osservatorio dal 76% del 2013 al 73% del 2014) perché da la possibilità di confrontare immediatamente le proposte, ma aumenta la percentuale di chi preferisce l’App dell’insegna preferita (dal 24 al 27%) perché consente personalizzazione e servizi aggiuntivi.

Fonte: indagine Doxa/Osservatorio su 1535 Mobile Surfers, dicembre 2014.

Lato retailer poi la sperimentazione è in atto, a velocità diverse. Si utilizzano sia le app proprie, sia i wallet terzi, aggregatori di coupon. Le fasi da considerare sono la lettura, la redenzione e il clearing, la lettura può avvenire tramite QR code, digitazione o check-in in cassa, il coupon può essere virtualizzato sulla carta fedeltà fisica o usando le tecnologie contactless oppure un imager scanner. L’industria di marca è fortemente interessata. Tra i benefici intravisti c’è l’acquisizione di informazioni sul cliente, la riduzione dei costi, la personalizzazione dell’offerta e la riduzione delle frodi. Inoltre c’è la possibilità di controllare in tempi più brevi i risultati delle campagne ed eventualmente effettuare correzioni in corso d’opera. “La marca sta aspettando i retailer. Che hanno diversi nodi da sciogliere – spiega Marta Valsecchi, responsabile della ricerca dell’Osservatorio Mobile Marketing & Service del Politecnico di Milano – di ordine strutturale (la situazione economica, l’estensione nazionale o locale, la grandezza ecc.), di scelta del canale più efficace per distribuire i coupon (App proprietaria o wallet terzi, o combinazione dei due) e di sistemi di lettura e redemption, che devono essere abilitati. La sostituzione tecnologica si sta muovendo, anche guidata dalla necessità di dover sostituire terminali comunque obsoleti, me andrebbe inserita in una strategia più ampia. Il vero salto in avanti si avrà quando si ragionerà secondo una logica di CRM, per costruire una visione unica del consumatore seguito lungo tutte le fasi dell’acquisto. C’è movimento, con varie sperimentazioni in alcuni pdv: staremo a vedere quale sarà la risposta dei consumatori”.

 

Il volantino digital: lo leggono già 5 milioni di italiani

Secondo un’indagine Nielsen sono 20 milioni le famiglie che ricevono volantini della GDO, e 12 milioni quelle che li leggono regolarmente. Il volantino online è oggi letto da circa 5 milioni di individui, la metà solo su Mobile. “I numeri iniziano ad essere importanti – ha detto Marta Valsecchi -. E il Mobile diventa un nuovo media di comunicazione. Non solo: gli utenti sfogliano il volantino sia fuori (30%) sia dentro (17%) al punto vendita. Esistono poi le realtà che aggregano volantini, molto apprezzate dagli utenti e che sono anch’esse diventate un nuovo mezzo di comunicazioni sul quale investire”. Il volantino nell’app dell’insegna è molto diffuso (72%) anche se non raggiunge i livelli della consumer electronics (100%). Anche in questo campo, ci sarà dunque da lavorare.

Penetrazione volantino e App, fonte Osservatorio Mobile Marketing & Service.
Penetrazione volantino dematerializzato tra consumatori e retailer, fonte Osservatorio Mobile Marketing & Service.

eCouponing ancora con Kiwari per Olivia & Marino

L’interesse crescente verso i coupon digitali promette di caratterizzare questo 2015. Gruppo Barilla che l’aveva già inserito nel suo marketing mix conferma anche quest’anno tale scelta per il brand Olivia & Marino, dopo una prima wave di campagna di buoni sconto stampabili attraverso il Coupon Network Sconty.it di Kiwari, in grado di raggiungere un’audience di più di 6 milioni di utenti in tutta la penisola.

Protagoniste tre referenze: Sfoglie Croccanti, Schiacciate all’Olio di Oliva e Sfilati ai Pomodorini, on air da metà gennaio su Sconty.it, la piattaforma Kiwari che per la diffusione capillare di eCoupon si estende ai portali Alfemminile.com, Scontomaggio.com, Dimmicosacerchi e MyVoucher.biz.

“Olivia & Marino torna a grande richiesta e a distanza di pochissimo tempo sugli scaffali del nostro Coupon Network, forte degli ottimi risultati ottenuti in termini di stampe durante i primi mesi di attività – commenta Marco Rivosecchi, Presidente Kiwari -. L’apprezzamento da parte dei consumatori dimostra come referenze di qualità e interesse siano in grado di generare un meccanismo virtuoso, instaurando una relazione marca-cliente sempre più costruttiva e profittevole all’interno del mondo delle promozioni digitali”.

Couponing & Mobile marketing: siamo alla svolta? Cosa fa la Gdo

Le potenzialità del mobile in strategie customer-centric e lungo tutto il processo d’acquisto, fonte Osservatorio Mobile Marketing & Service del Politecnico di Milano.

Dalla teoria alla pratica, dalle potenzialità tecnologiche alla quotidianità: lo smartphone – ce ne sono 40 milioni in circolazione in Italia e 16,4 milioni di persone passano 90 minuti al giorno a navigare dai device mobili, più del tempo che passano su Internet dal Pc – ha già cambiato la vita e le abitudini degli italiani, e di conseguenza i modelli di business e di comunicazione aziendale. E il 2015 potrebbe davvero essere l’anno della svolta: se ne è parlato alla presentazione dell’annuale Osservatorio Mobile Marketing & Service del Politecnico di Milano.

“È evidente come le imprese non possano più fare a meno del Mobile nelle proprie strategie di marketing – ha esordito Andrea Boaretto, responsabile della ricerca insieme a Marta Valsecchi -. Comprendere come valorizzare lo Smartphone come punto di contatto principe nella gestione della relazione con i propri clienti diventa, quindi, una priorità. E per fare questo serve un approccio strategico alla multicanalità”. Il consumatore si aspetta ormai un’esperienza fluida e senza intoppi tra i vari dispositivi da cui accede alla marca e al retailer. In ogni fase del processo di vendita. Ma non è solo la tecnologia a contare: sempre più importanti diventano i contenuti, per accedere a un device che è ormai diventato una sorta di estensione della persona stessa. Alla marca o al retailer si chiedono volantini, sconti e promozioni ma soprattutto informazioni utili e importanti per sé. Non solo: il mobile sta diventando anche un potenziatore di altri touch point, una sorta di second media, di “telecomando” che farà dialogare tra loro tutti i device. Il che apre la strada a vari tipi di interazione, ad esempio tra smartphone e televisione, per dare la possibilità di acquistare un prodotto appena visto in uno spot o in una trasmissione, riducendo al minimo il tempo dall’esposizione del messaggio all’acquisto.

L’Italia a che punto è? “Per vincere si attacca con la testa e con la coda, cioè con la volontà di innovare – e in questo siamo alla pari con gli altri Paesi – e con la possibilità di innovare, e qui siamo meno forti: a causa del credit crunch e della crescita del consumo bassa, l’azione è più difficile mentre negli USA già c’è la ripresa. È una questione di rapidità di adozione” ha detto Fabio Maglioni Founder di modo modo.

Come se la cava il largo consumo? “Nel largo consumo abbiamo aziende con vari livelli di maturità, ma possiamo dire che non c’è ancora una strategia mobile first. Però ci sono numerose iniziative in atto, e ci aspettiamo che nel corso del 2015, grazie all’azione di alcune insegne leader, inizieremo a vedere i risultati” ha detto Boaretto.

Infine un dato importante, da prendere in seria considerazione: il 41% delle persone usa il mobile all’interno del negozio, tanto che lo smartphone può anche cambiare la direzione di acquisto instore.

 

Carrefour amplia il clicca e ritira

Roberto Stanco, Responsabile Marketing Carrefour, ha evidenziato le peculiarità della GDO, rilevando un aspetto particolare:  sia smartphone sia il negozio alimentare fanno parte di un’abitudine quotidiana, mentre l’acquisto avviene, come “core” quanto meno, ancora nel punto vendita fisico: “Da qui è partita la nostra strategia, abbiamo voluto iniziare un percorso di relazione tra realtà fisica e digitale. Partendo dai basici, e rendendo il sito fruibile e ottimizzato su tutte le piattaforme: sembra banale, ma non sono tantissimi i player italiani che l’hanno fatto. Poi L’App con le funzioni base: identificare il negozio, percorso con navigatore google, info e orari, volantino e promozioni, un lettore QR code reader, click to call al servizio clienti, piattaforma per notifiche push geolocalizzate e prezzo carburante. Noi utilizziamo il mobile come ponte tra il mondo fisico e l’esperienzialità in negozio. Ad esempio abbiamo iniziato in modo strutturale, non più episodico, a dotare gli store di QR code dove si invitano i consumatori a fruire di estensioni di contenuti (ricette ad esempio). Non abbiamo l’e-commerce al centro, al centro della strategia c’è la relazione con il nostro cliente. I prossimi passi saranno l’uso dello smartphone per il selfscanning, e l’ampliamento del servizio di click and collect per ora limitato a 15 pdv di Milano e che vogliamo espandere fino a un centinaio di Carrefour Market, utilizzabile da desktop a via App, perché per il food siamo convinti che sia anche meglio dell’e-commerce prima di tutto perché non prevede spese di spedizione e può essere utilizzato anche per piccoli acquisti”.

Perché puntare sul Mobile? “Offrire dei servizi e contenuti Mobile vuol dire integrare e completare l’esperienza, se non coprissimo il mondo Mobile andremo ad erodere una parte della nostra clientela. Certo, non pensiamo che con il Mobile aumenteremo le vendite del 20%, ci aspettiamo piuttosto di non perdere delle opportunità. È importante essere pronti e presenti, se non lo facciamo noi lo farà qualcun altro”.

 

Coop Voce con l’App innova e rafforza la brand image

Rafforzare i valori dell’insegna e offrire prodotti e servizi localmente, in una continua interazione con il punto vendita “fisico”: la mission di Coop Voce è stata sempre questa, come ha spiegato Marco Lucio Argiroffi­, Responsabile Marketing, che ha presentato l’iniziativa più recente, l’app ViviBici. “Un’iniziativa di marketing non convenzionale. Siamo partiti dall’idea di sviluppare il concetto di mobilità sostenibile, che coinvolge i valori del benessere e della tutela dell’ambiente e del territorio, considerando che la bicicletta è un elemento ad alto contenuto valoriale e in grande espansione. Da qui lo sviluppo dell’App ViviBici, che consente di convertire i chilometri percorsi in bici o a piedi in traffico voce o dati. Così, oltre a confermare i valori di Coop, abbiamo fatto sia acquisition sia loyalty. L’app, scaricabile gratuitamente, ha poi una serie di funzioni “sportive” come informazioni sul percorso, velocità, distanza, calorie bruciate. Solo i clienti Coop Voce però hanno la possibilità di redimere i chilometri in traffico, direttamente dall’App. In futuro ci sono spunti per azioni di cross-selling e counselling nel punti vendita, con promozioni (magari sempre in traffico voce) su alcuni prodotti sia non food sia food, come la nostra linea bio ViviVerde”.

Anna Muzio

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