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Albert Heijn XL Eindhoven: green, innovativo, elegante e conveniente

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Bello, innovativo, ecologico e conveniente: sono queste le caratteristiche del punto vendita Albert Heijn XL aperto a Eindhoven, città olandese nota per la prestigiosa scuola di design industriale. E design ed innovazione spuntano a ogni angolo in questo nuovo supermercato. Gli interni forse sono puliti e lineari, ma allo stesso tempo caldi e accoglienti, con i reparti benissimo evidenziati da grandi insegne al neon. Grande spazio è dato ai servizi: postazioni di pc e wi-fi libero, caffè e ristorazione sul posto che comprende sushi bar, pizzeria con forno a vista e un salad & juice bar ma anche panetteria, pasticceria, formaggeria e macelleria a servizio. E non manca neppure il click and collect.

Il focus sull’ecologia si esprime nella presenza di 1200 pannelli solari sul tetto e nell’ampia scelta di prodotti freschi e bio all’interno.

Anche la tecnologia ricopre un ruolo importante: lo staff, a disposizione della clientela, può essere chiamato anche da postazioni digitali, come gli iPad presenti nel caffè, ma per dimostrare l’attenzione all’innovazione si è voluto fare molto di più: questo è il primo punto vendita della GDO dove, nel reparto pasticceria, si può trovare una stampante 3D alimentare dove poter disegnare su schermo e poi vedere prodotta la decorazione personalizzata in cioccolato per il proprio dolce, in cioccolato bianco e scuro. Come dire, per attirare il consumatore è sempre bene essere un passo avanti.

Fruit Innovation a Maggio per superare il localismo dell’ortofrutta italiana

Nel corso dell’evento di presentazione di Fruit Innovation, la nuova fiera internazionale dell’ortofrutta in calendario a Milano dal 20 al 22 maggio prossimo, organizzato all’Ambasciata d’Italia di Berlino, il presidentedella manifestazione (e presidente di Adm e ad di Conad) Francesco Pugliese ha espresso con chiarezza i motivi della scelta di Milano come sede della nuova fiera internazionale dell’ortofrutta, dichiarando l’allineamento su Milano di ADM e dei suoi partners e manifestando preoccupazione per le logiche localistiche che danneggiano l’ortofrutta italiana e la sua immagine.

«Fruit Innovation – ha detto Pugliese – è un progetto che guarda non solo a una fiera che durerà tre giorni ma anche ad un impegno che si prolungherà per tutto l’anno, attraverso gli orientamenti e le indicazioni che verranno alla filiera dell’ortofrutta dalla nostra cabina di regia che vede la presenza della produzione, del commercio e della distribuzione ai livelli più alti. Intendiamo dare un segnale, mettere in campo cambiamenti che premino gli anelli della filiera a partire dalla  produzione, soluzioni che favoriscano accordi in tema di aggregazione e abbattimento dei costi. Innovazione è una parola da riempire di contenuti. Fruit Innovation nasce da questa progettualità oltre che dalla necessità di dare all’Italia un’unica ribalta fieristica di alto livello, nell’anno in cui il mondo guarda a Expo 2015».

Luca Bianchi, capo dipartimento del Ministero delle Politiche agricole, ha riassunto le linee guida del Ministero in tema di ortofrutta, affermando che Fruit Innovation si colloca in un percorso condivisibile e ha le carte in regola per diventare il “contenitore più adatto” a un grande dibattito nazionale all’insegna di regole e innovazione, come richiede il mercato.

http://youtu.be/us3WJAXpZPg

Sono stati oltre 300 i rappresentanti del mondo ortofrutticolo italiano e internazionale presenti in Ambasciata d’Italia per l’evento organizzato da Fruit Innovation in collaborazione con Confagricoltura e la Camera di Commercio Italiana per la Germania. Dopo il saluto dell’ambasciatore d’Italia a Berlino, Pietro Benassi, sono intervenuti, oltre a Pugliese e Bianchi, l’amministratore delegato di Fiera Milano, Enrico Pazzali, la presidente del Comitato Scientifico di Expo 2015, Claudia Sorlini e Nicola Cilento, membro di giunta di Confagricoltura.

Pazzali ha rimarcato il profilo internazionale di Fiera Milano, uno dei primi organizzatori di fiere al mondo, e la ferma volontà di fare di Fruit Innovation un evento di successo, valorizzando al massimo le logiche di crescita economica di una filiera tra le più rappresentative del nostro Paese in termini produttivi e di export.

Claudia Sorlini ha evidenziato la vicinanza dei temi essenziali di Expo 2015 con il concetto di innovazione in un settore che deve esprimere salute, benessere fisico e sicurezza ambientale come l’ortofrutta, per cui alla vicinanza fisica (solo 400 metri separeranno i padiglioni di Fiera Milano da quelli di Expo) Fruit Innovation ha con Expo forte affinità culturale.

Per Nicola Cilento serve rilanciare i consumi, «mettendo le imprese in grado di competere con gli altri produttori europei e creando opportunità più vicine alle reali necessità del settore”. “Sosteniamo Fruit Innovation – ha precisato – perché  siamo convinti dell’importanza di  giocare in squadra ad un livello davvero internazionale, sia in trasferta, sia in casa».

Le eccellenze a vista dell’ipermercato Conad di Corciano

Il Conad Ipermercato nel Centro commerciale Quasar di Corciano, in provincia di Perugia, è particolarmente interessante per almeno due motivi. Nato in fase di progettazione come ipermercato Conad-Leclerc, dopo la fine della collaborazione con il retailer francese ha preso una strada diversa e ha declinatoo gli spazi di vendita più in linea con la filosofia di vendita di Conad limitando il non food a un sesto dello spazio a disposizione. Il secondo motivo è che la formula espositiva sarà, probabilmente, adottata in futuro da altri punti vendita del secondo retailer italiano.

 

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Le immagini che presentiamo sono tratte dall’intervento effettuato dal direttore divisione Conad Ipermercato di Pac 2000a nel corso dell’evento Ki-Best 2014, organizzato da Kiki Lab-Ebeltoft Group.
Intanto Pac 2000A è la prima cooperativa del sistema Conad on 3.310 milioni di euro di fatturato realizzato con 1122 punti vendita in Lazio, Umbria, Campania e Calabria, per complessivi 612.478 metri quadrati.
Nato 15 anni fa, il progetto ha subito una serie di ripensamenti fino ad arrivare all’attuale formato: 5000 metri quadrati con un forte accento sui prodotti freschi, che coprono il 44% della superficie di vendita. Al grocery sono destinati 1.500 metri quadrai, al non food 800 metri quadrati e i restanti 500 metri quadrati alle promozioni.
Dal punto di vista strutturale, è stata scelta una doppia pavimentazione in grès: con effetto legno chiaro per il non food e più scuro per i freschi. Le corsie sono ampie: 2,1 metri la larghezza.
La barriera acasse è parzialmente visibile dalla galleria ed è adiacente all’area ristorazione con 100 posti a sedere. Lungo la galleria trovano spazio l’ottico (70 mq e 700 referenze) e la parafrastica (100 mq con 9000 referenze).
Ma è nel food, come dicevamo che si sviluppa il tema delle eccellenze a vista, rafforzate dal vocalismo e con il supporto di una efficace comunicazione
I reparti di lavorazione sono a vista. La preparazione della mozzarella con cagliata locale, la pasta fresca e all’uovo con l’utilizzo di farine da aziende locali e uova da allevamenti allevati a terra, il taglio del prosciutto a mano, secondo la tradizione dell’Italia centrale, con prosciutti ricavati dalle razze tipiche.
La macelleria Sapori d’Italia propone 15 tipologie di salsicce e 12 di hamburger secondo ricette regionali, una cella di frollatura a vista. Nell’assortimento sono inserite carni provenienti da allevamenti locali identificati con le immagini degli allevatori.
Il reparto pane-pasticceria propone 40 varietà di pane, 80 di pasticceria fresca e secca realizzata nel laboratorio interno con materie prime locali e lievito madre. Per la cottura si impiegano forni a pellet.
L’integrazione tra il “fatto in casa” e il consumo si ha nella food court,con la cremeria e yogurteria Sapori&Dintorni, la panineria (sempre Sapori&Dintorni), la pizzeria con foro a legna, la gastronomia per l’asporto, la tavola calda self service e la friggitoria.

Questo filmato presenta la pescheria

Al progetto curato dall’ufficio tecnico di Pac2000a hanno collaborato Elea con l’architetto Michela Milanesi per l’allestimento e gli arredi, arena per i frigoriferi, T&RB Group per la comunicazione.

Carrefour sperimenta la shopping experience con lo smart watch

L’ipermercato Carrefour di Villeneuve-La-Garenne, presso Parigi, è dall’aprile scorso una vero e proprio laboratorio in cui l’insegna francese sperimenta il supermercato del futuro. Al cuore di tutto c’è un’App, C-où, che consente di accedere  a una serie di contenuti innovativi quali l’ubicazione dei prodotti sulla propria lista nel punto vendita, e l’individuazione del percorso più breve per fare la spesa. Ciò è reso possibile dalle etichette elettroniche con tecnologia NCF. Ora C-où è collegabile anche allo smart-watch, per ora solo il Samsung Gear S (ma nei prossimi mesi sarà abilitata anche per altri smart-watch Android), dove è anche possibile caricare la propria carta fedeltà per un accesso immediato alle casse. Partner dell’operazione sono Publicis Shopper e la start-up francese Think&Go.

Le prime sperimentazioni sono avvenute nel mese di dicembre, ed ora la tecnologia è a disposizione di tutti i clienti che posseggano il suddetto “orologio intelligente”. Secondo il mensile Linéaire sono ancora pochi i clienti che utilizzano queste funzioni avanzati. Ma nel campo tecnologico le acquisizioni di nuove tecnologie procedono a salti, e restare fuori può essere molto dolorosi, mentre gli early adaptors potranno assicurarsi un vantaggio competitivo almeno inizialmente non indifferente.

Debutta da Neiman Marcus il memory mirror: e il camerino reale diventa virtuale

Specchio specchio delle mie brame mi sta meglio il vestito rosso o quello blu? Sarà più facile rispondere alla cruciale domanda grazie al MemoMi, il memory mirror di MemoMiLabs Inc per ora installato nei punti vendita Neiman Marcus di San Francisco.


Tre le caratteristiche principali dello specchio, che in realtà è uno schermo con telecamera: consente una visione a 360° della persona, memorizza e compara le “prove” dei vari vestiti tra di loro e permette un’immediata condivisione sui social per chiedere il parere di amici e parenti. Insomma, questo schermo promette di integrare esperienza reale e virtuale proprio come richiede il clienti del Terzo Millennio.

Non si tratta di un caso isolato però. Rebecca Minkoff ha aperto in team con eBay a fine 2014 uno store interattivo a New York con schermi “smart” nei camerini che presentano contenuti digitali, permettono di navigare nel catalogo del negozio e interagire con lo staff e suggeriscono abbinamenti.

Più che una guerra dunque tra reale e virtuale si aprono alleanze che trovano al momento il loro campo d’elezione proprio nella moda.

Unigel innova nella croissanteria con prodotti già cotti e surgelati

È disponibile sul mercato la nuova linea di croissanteria già cotta e surgelata a base burro o margarina per la prima colazione di Unigel , già presentate a buyer e stampa a novembre da Eataly (cui si riferisce la foto di apertura).

L’azienda bresciana,  con oltre trent’anni di esperienza in prodotti  surgelati per pasticcerie e panetterie, non è nuova a proporre innovazione. Sua è la linea Schiocco di croissant con lavorazione a sfoglia, che coniuga il sapore del pane con la lavorazione e la consistenza del croissant.

Si tratta di una innovazione che rivoluziona i tradizionali sistemi di preparazione della croiassanteria nei bar, nei supermercati, nel catering, nell’hotellerie. Permette di servire sempre croissant perfetti e, soprattutto, di mettere in forno i prodotti che occorrono quando occorrono.

I vantaggi promessi da Unigel riguardano diversi fattori.

– Il tempo: meno di due minuti al posto dei trenta normalmente necessari con i prodotti surgelati.

– La facilità: estrema semplicità di procedura, può eseguirla chiunque senza problemi, anche personale poco esperto o non specializzato

– La versatilità: libertà di infornare i croissant esattamente quando occorre, anche in più riprese in qualsiasi momento della giornata.

-L’uniformità: totale uniformità di cottura su tutti i prodotti.

– Stop alle rotture di stock e agli sprechi: i prodotti, in caso di esaurimento sul banco vendita, possono essere ripristinati in pochi minuti; inoltre vengono pressoché azzerati gli sprechi.

Good Appetito fa spesa e menù con i prodotti in promozione

Cosa cucino stasera? Tra i servizi più richiesti alla GDO ci sono le ricette, perché pensare a cosa cucinare nel quotidiano e di conseguenza a cosa acquistare è un compito oneroso, specie dopo una giornata di lavoro. Da qui l’idea di GoodAppetito, portale che ha avuto un’idea geniale: abbinare i prodotti in promozione dei supermercati con le ricette che spiegano come cucinarli.

Attivo inizialmente nelle province di Treviso, Padova e Venezia si è allargherà al resto del Veneto, Friuli, Emilia Romagna e da fine febbraio in Lombardia, e in seguito punterà su Roma. Startup nata nel 2014 all’interno della piattaforma digitale H-FARM Ventures, si basa su un sistema che suggerisce ricette relative ai prodotti in promozione che generano in automatico la lista della spesa da utilizzare sia che si scelga di andare al supermercato sia che si acquisti online, lista che può anche essere spedita a chi si vuole.

Grazie a rapporti di partnership con le principali insegne in corso di finalizzazione, a breve sarà possibile anche concludere l’acquisto della spesa direttamente dal sito di GoodAppetito.

“Sono partito dal concetto del volantino cartaceo delle promozioni, fino a creare un sistema per generare ricette ad hoc in base alle promozioni in quel momento presenti nei supermercati della zona selezionata dall’utente – spiega Tommaso Magnani, fondatore di GoodAppetito -. Il modello di business è relazionato alla trasformazione indotta dal mobile sulle abitudini dei consumatori, che impone a sempre più aziende (Brand & GDO) un ridisegno completo dei punti di contatto con il cliente, dal punto vendita all’online passando per i canali promozionali. Un modello in grado di generare una comunicazione ipertargettizzata, non invadente e vantaggiosa per l’utente”.

Non solo, esiste anche il grande tema degli ‘insights’, le analisi delle abitudini di consumo del cliente, che dà la possibilità di “comprendere in modo puntuale i bisogni del cliente “cucendo” su di lui promozioni e iniziative ad hoc. Un modo per sedurre, conquistare e fidelizzare il cliente, al fine di generare engagement” conclude Magnani.

Negozi digitali nei supermercati Sainsbury

Rendering di un negozio Argos: entro l'estate Sainsbury ne ospiterà dieci.

Dieci negozi dell’insegna Argos, tra le prime a ripensare il format in senso digitale per la sua gamma di prodotti non-food (dalla casa all’abbigliamento, dai giocattoli all’elettronica) apriranno entro l’estate all’interno di altrettanti punti vendita della catene di supermercati britannica Sainsbury, la seconda del Paese. Un modo per contrastare il calo di vendite che sta colpendo duramente le GDO inglese, complice il successo di Asdi e Lidl, hard discount che hanno incominciato a puntare su una qualità sempre più alta. Dopo le promozioni di inizio anno (vd GDO UK: è già iniziata la guerra dei prezzi 2015) l’insegna sembra puntare sulla diversificazione dell’offerta per attirare più clienti instore. Il che significa 20mila articoli non food in più che i clienti possono o acquistare direttamente nel negozio (che avrà una superficie variabile tra i 90  e i 450 mq) tramite tablet, o preordinare online e ritirare nel punto vendita. Altri 40mila articoli possono essere ordinati sempre via tablet nello store e consegnati a domicilio. Secondo Mike Coupe, Chief Executive di Sainsbury: “Questi 10 negozi Argos completeranno l’offerta del nostro supermercato dando ai clienti l’opportunità di acquistare una vasta gamma di articoli non-food. Porteranno qualcosa di nuovo e diverso e si inseriscono perfettamente nella nostra stratega di rendere i nostri supermercati più comodi e attrattivi. Oltre ad attivare delle partnership, continueremo comunque a proporre la nostra linea di abbigliamento e di altri prodotti per dare più scelta e più valore ai nostri clienti.”

John Walden, Chief Executive di Home Retail Group del quale fa parte Argos, ha dichiarato: “Il nostro nuovo modello distributivo ci consente di fornire in ogni store Argos una scelta di 20mila articoli entro poche ore, indipendentemente dall’ampiezza delle scorte in negozio. Ciò ci ha dato la possibilità di pensare a nuovi negozi e formati, e ci ha dato la capacità di raggiungere in modo economicamente vantaggioso un maggior numero di clienti e di aree del Paese”.

Ma com’è fatto un “negozio virtuale”? Esploriamolo in Google Maps.

Rifuti? No grazie. Carlsberg studia una bottiglia al 100% biodegradabile

È stata presentata al World Economic Forum di Davos la bottiglia biodegradabile di fibra di legno per bevande di Carlsberg, un progetto nato dalla collaborazione con l’azienda di packaging ecoXpac, l’Innovation Fund Denmark e la Technical University of Denmark, per sviluppare una bottiglia biodegradabile e di origine organica fatta con fibre di legno da fonti sostenibili che sarà chiamata la “Green Fiber Bottle”. Tutti i materiali utilizzati nella bottiglia compreso il tappo saranno realizzati con materiali biodegradabili.

“In Carlsberg crediamo fermamente nell’importanza dell’economia circolare per assicurare un futuro sostenibile di crescita e sviluppo del Pianeta. Se il progetto di oggi si realizzerà, come pensiamo che succederà, farà un’enorme differenza circa le opzioni che abbiamo per confezionare liquidi, e sarà un altro passo importante nel nostro viaggio verso un’economia circolare e senza rifiuti” ha detto Andraea Dawson-Shepherd, Senior Vice President for Corporate Affairs di Carlsberg.

L’iniziativa fa parte della Carlsberg Circular Community (CCC), una cooperazione tra Carlsberg e alcuni partner (che dovrebbero diventare 15 entro il 2016) con lo scopo di perseguire un’economia circolare e senza sprechi usando per lo sviluppo e la commercializzazione di nuovi prodotti l’approccio Cradle to Cradle, che ha lo scopo di realizzare prodotti che possano essere riciclati all’infinito o che possano tornare in natura perché completamente biodegradabili, senza quindi creare rifiuti.

Volantini e coupon, cresce la voglia di digitale

Volantini e coupon, la spina dorsale della comunicazione promozionale nella GDO, stanno per subire una rivoluzione. Che riguarda soprattutto la loro smaterializzazione e digitalizzazione. Ma non solo. Perché il passaggio al digitale consentirà ad esempio, collegandosi alla carta fedeltà e tramite l’analisi dei Big Data, di evitare di “sparare nel mucchio” e proporre promozioni e sconti personalizzati, ritagliati sulle esigenze, i gusti e le abitudini dei singoli.

Anche se al momento la comunicazione tramite sms resta il canale principe soprattutto nella fase di ingaggio, molto si sta già facendo, e molto si farà nel corso di quest’anno nel senso della dematerializzazione. Perché i vantaggi sono numerosi, e lo richiedono tutti. I consumatori Mobile in primis, che gradiscono a larga maggioranza la ricezione di Mobile Coupon passando dal 76% del 2013 all’88% del 2014. E cambiano anche leggermente motivazioni: ferma restando la praticità e la comodità, aumenta la richiesta di personalizzazione e la propensione ad usarlo nel pdv, sempre più luogo dove reale e virtuale di intersecano e si integrano, ma anche le dinamiche social. I consumatori preferiscono le App che aggregano varie offerte (anche se c’è un calo secondo l’indagine Doxa/Osservatorio dal 76% del 2013 al 73% del 2014) perché da la possibilità di confrontare immediatamente le proposte, ma aumenta la percentuale di chi preferisce l’App dell’insegna preferita (dal 24 al 27%) perché consente personalizzazione e servizi aggiuntivi.

Fonte: indagine Doxa/Osservatorio su 1535 Mobile Surfers, dicembre 2014.

Lato retailer poi la sperimentazione è in atto, a velocità diverse. Si utilizzano sia le app proprie, sia i wallet terzi, aggregatori di coupon. Le fasi da considerare sono la lettura, la redenzione e il clearing, la lettura può avvenire tramite QR code, digitazione o check-in in cassa, il coupon può essere virtualizzato sulla carta fedeltà fisica o usando le tecnologie contactless oppure un imager scanner. L’industria di marca è fortemente interessata. Tra i benefici intravisti c’è l’acquisizione di informazioni sul cliente, la riduzione dei costi, la personalizzazione dell’offerta e la riduzione delle frodi. Inoltre c’è la possibilità di controllare in tempi più brevi i risultati delle campagne ed eventualmente effettuare correzioni in corso d’opera. “La marca sta aspettando i retailer. Che hanno diversi nodi da sciogliere – spiega Marta Valsecchi, responsabile della ricerca dell’Osservatorio Mobile Marketing & Service del Politecnico di Milano – di ordine strutturale (la situazione economica, l’estensione nazionale o locale, la grandezza ecc.), di scelta del canale più efficace per distribuire i coupon (App proprietaria o wallet terzi, o combinazione dei due) e di sistemi di lettura e redemption, che devono essere abilitati. La sostituzione tecnologica si sta muovendo, anche guidata dalla necessità di dover sostituire terminali comunque obsoleti, me andrebbe inserita in una strategia più ampia. Il vero salto in avanti si avrà quando si ragionerà secondo una logica di CRM, per costruire una visione unica del consumatore seguito lungo tutte le fasi dell’acquisto. C’è movimento, con varie sperimentazioni in alcuni pdv: staremo a vedere quale sarà la risposta dei consumatori”.

 

Il volantino digital: lo leggono già 5 milioni di italiani

Secondo un’indagine Nielsen sono 20 milioni le famiglie che ricevono volantini della GDO, e 12 milioni quelle che li leggono regolarmente. Il volantino online è oggi letto da circa 5 milioni di individui, la metà solo su Mobile. “I numeri iniziano ad essere importanti – ha detto Marta Valsecchi -. E il Mobile diventa un nuovo media di comunicazione. Non solo: gli utenti sfogliano il volantino sia fuori (30%) sia dentro (17%) al punto vendita. Esistono poi le realtà che aggregano volantini, molto apprezzate dagli utenti e che sono anch’esse diventate un nuovo mezzo di comunicazioni sul quale investire”. Il volantino nell’app dell’insegna è molto diffuso (72%) anche se non raggiunge i livelli della consumer electronics (100%). Anche in questo campo, ci sarà dunque da lavorare.

Penetrazione volantino e App, fonte Osservatorio Mobile Marketing & Service.
Penetrazione volantino dematerializzato tra consumatori e retailer, fonte Osservatorio Mobile Marketing & Service.

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