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Esselunga, accordo sulle domeniche lavorative con maggiorazioni del 35-40%

È stato firmato un importante accordo tra Esselunga e le rappresentanze sindacali: oggetto, spinosissimo, quello delle domeniche lavorative.

L’intesa, firmata il 10 maggio tra l’insegna di Pioltello e Filcams, Fisascat e Uiltcus, prevede che ai full-time ne saranno garantite cinque libere l’anno, mentre per i part-time verticali saranno tre. “Molto soddisfacente – afferma la Filcams – il risultato economico: ci saranno maggiorazioni dal 35 sino al 40 per cento”.

Le rappresentanze sindacali hanno sottolineato in particolare il risultato ottenuto sul piano economico.
Dalla 24esima domenica alla 36esima, la maggiorazione sarà del 35 per cento; dalla 37esima in poi del 40 per cento. Operazione, questa, che avrà un costo annuo per l’azienda di quasi un milione di euro, destinato ad aumentare nel tempo.

“Stiamo parlando – precisa il sindacato in una nota – di un quarto della popolazione aziendale che è stata assunta da Esselunga (ma anche il resto della Gdo si comporta in modo analogo) con la giornata di domenica come giornata normale di lavoro, e non di riposo; nei prossimi anni questi lavoratori saranno destinati ad aumentare in maniera esponenziale e rivendicheranno sempre più tutele e rappresentanza”.

Ai lavoratori full-time senza l’obbligo della prestazione lavorativa la domenica, a fronte di 12 o 13 volontarietà espresse (a seconda che prestino servizio nei reparti Dro/Gem o a quelli della vendita assistita) verrà garantito un weekend libero dal lavoro.

È stato poi ulteriormente potenziato e reso più stringente il diritto di informazione per la Rsu e Rsa di negozio. “I nostri delegati – sottolinea la Filcams – sono stati i veri protagonisti di questo faticoso percorso e hanno saputo far vivere i contenuti degli accordi di volta in volta sottoscritti, affrontando non poche difficoltà a livello di negozio nella relazione non sempre facile con i direttori”.

Nel corso del negoziato, Filcams Fisascat e Uiltcus hanno espresso l’intenzione di affrontare il capitolo complessivo della organizzazione del lavoro “alla ricerca di risposte convincenti alle tante forme di disagio che le lavoratrici e i lavoratori stanno incontrando in termini di orari e condizioni lavorative. La sede di questa nuova, importante fase di confronto sarà quella del rinnovo del contratto integrativo aziendale”.

Dai sindacati arriva l’invito ai lavoratori a partecipare alle assemblee dei prossimi giorni per discutere l’ipotesi di accordo raggiunta, che sarà comunque oggetto di verifica a livello nazionale fra 18 mesi.

Il terzo wagamama aprirà in centro a Milano: al via le selezioni per il personale

wagamama arriva a Milano, e apre il terzo locale in via San Pietro all’Orto, nel centro città: un cambio deciso rispetto alle prime aperture. Il debutto del brand di cucina pan-asiatica nato a Londra nel 1992 e giunto in Italia lo scorso anno è previsto prima dell’estate. Sono dunque aperte le selezioni delle oltre 50 posizioni per il new opening milanese con due career day, il 10 e l’11 aprile.

Pronto a deliziare cittadini e viaggiatori, un menù ispirato ai sapori del Giappone, dalle ciotole di profumata zuppa di noodles con carne o verdure, agli iconici ramen, passando per i gyozas, i tipici ravioli giapponesi e tante novità firmate wagamama. Pietanze e profumi che prendono forma dalla filosofia del “positive living” che si accompagna al “positive eating”, il tutto esplicitato nell’iconico motto “diffondere positività dalla scodella all’anima”.

Il nuovo ristorante presenta un ambiente minuziosamente ricercato e un’ampia varietà di piatti preparati al momento con elementi sempre freschi e selezionati. Ad accogliere i clienti, dal momento della colazione fino a sera in orario continuato, uno staff estremamente friendly.

E proprio l’elemento “friendly” che s’intreccia all’estrema professionalità, è una delle caratteristiche richieste per la selezione delle oltre 50 posizioni aperte per il new opening milanese: persone brillanti, capaci di dar vita a un team motivato ed entusiasta. Diverse le figure professionali ricercate: cuochi, camerieri, sous chef. Per candidarsi e partecipare ai career day fissati per il 10 e il 11 aprile è possibile inviare il proprio curriculum vitae alla sezione “Lavora con Noi – Opportunità professionali” sul sito www.percassi.it. Per tutti i selezionati è previsto un mese di formazione.

Le sedi italiane si sommano così agli oltre 170 ristoranti wagamama presenti nel mondo per una diffusione totale in ben 22 Paesi.

“L’arrivo di wagamama nel cuore di Milano rappresenta per noi una grande sfida, uno step fondamentale nel territorio italiano. Non vediamo l’ora di portare la nostra cucina d’ispirazione giapponese in un centro così importante e rappresentativo” dice Brian Johnston, International Managing Director di wagamama international.

Spiega così l’avvicinamento al centro città del marchio inglese Maurizio Raviolo, Managing Director di wagamama Italia: “Dopo quasi un anno dall’apertura a Oriocenter e a pochi mesi da quella all’interno dell’aeroporto di Malpensa, ci prepariamo ad affacciarci alla città di Milano. Siamo già all’opera per la nuova apertura che conterà oltre 200 coperti, per servire i nostri clienti dalla colazione del mattino fino a sera, dal lunedì alla domenica”.

Il brand giunge in Italia grazie all’accordo di partnership siglato a luglio 2016 da wagamama con W Italia srl – società nata dalla collaborazione tra Percassi Food & Beverage, la holding di Percassi attiva nel settore della ristorazione e Migebar srl, società di Giacomo Moncalvo e Maurizio Raviolo.

Contratto Lidl: i dubbi dell’Unione sindacale di base

“È come la corazzata Potemkin”, e chiunque abbia visto il secondo e popolarissimo film della saga di Fantozzi può completare la frase: è il commento dell’Unione sindacale di base al contratto firmato da Lidl con le organizzazioni sindacali FISACAT-CISL e UILTUCS-UIL (vedi Accordo sindacale per 13mila lavoratori Lidl, novità su welfare e work-life balance), che, come si legge in una nota, “una volta letto bene” rivelerebbe “tutte le magagne” che evidenziano “come l’accordo introduca una serie di elementi di peggioramento di una condizione del lavoro già non semplice nei negozi”.

In particolare, ecco i punti che secondo l’Usb costituiscono anziché un progresso, un peggioramento della condizione precedente. 

Orario di lavoro: determinerebbe un’ulteriore flessibilità per la gestione aziendale dell’orario di lavoro, dando al’insegna la possibilità di variare e collocare le ore lavorate settimanalmente in maniera unilaterale. Anche la sperimentazione sul part-time avrebbe natura equivoca: infatti, nel caso in cui al lavoratore interessi utilizzare la flessibilità, dovrà permettere all’azienda di mettere mano all’orario di lavoro individuale, il tutto in deroga alla legge.

Lavoro domenicale: contrariamente a quanto previsto nel CIA2009, in assenza della volontarietà del personale, l’azienda potrà intervenire unilateralmente in una “programmazione degli orari domenicali rivolta a TUTTI i collaboratori.” 

La maggiorazione del 135% sulle domeniche: venduta ai lavoratori e ai media come grande conquista sindacale, “era in vigore già dal 2012 e l’azienda anche senza accordo sindacale non avrebbe potuto rimuovere questa erogazione in quanto prassi collettiva consolidata in paga oraria”.

Welfare: il contratto, integrativo, non eroga salario aggiuntivo, né in paga oraria né sotto forma di sistema premiante. “Ma in più viene introdotto un sistema di Welfare demandato dal già pessimo CCNL. Per la gioia dell’azienda che su queste erogazioni non pagherà nemmeno un centesimo in tasse e per la buona pace dei lavoratori che poi le tasse “qualcuno dovrà pur pagarle””. Stesso discorso per la sanità integrativa, messa in mano a una società privata di cui ancora non si sa come sarà gestita “e anche qui, ci chiediamo come un sindacato può avvalorare ulteriormente la sanità privata a sfavore di quella pubblica”.

Missioni: Nell’integrativo non sarebbe fatta menzione a come si limitano e su che basi l’azienda possa utilizzare questo strumento, “che oggi viene utilizzato in modo a nostro avviso quasi perverso”. Si sceglie di non trascrivere la prassi aziendale. Peggiorando nei fatti la norma.

Tutti pazzi per Starbucks, in 5mila si candidano per lavorare nella prima caffetteria a Milano

I dipendenti della Starbucks Reserve Roastery da poco aperta a Shangai.

Tutti in fila per lavorare nel primo Starbucks italiano che aprirà il prossimo settembre in piazza Cordusio a Milano. Sarebbero ben 5mila, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, le candidature pervenute al colosso del caffè per lavorare nella Reserve Roastery, il format sofisticato pensato per la conquista di quello che i manager di Seattle ritengono il mercato più difficile del mondo per il caffè, e che proprio per questo è stato affrontato tardi e con un certo timore dalla multinazionale della sirena.

Ma ormai il conto alla rovescia è iniziato e alla voglia dei consumatori italiani di vedere che cosa sarà lo Starbucks milanese si affianca il desiderio di molti giovani di lavorare in quella che viene considerata un’insegna trendy e assai stimolante.

«Sono sicuro che la Milan Roastery Reserve avrà successo e spero di far parte di questo progetto, di crescere dentro questa azienda», dice alla giornalista del quotidiano economico Pierluigi, un ventiseienne di origine barese che un lavoro ce l’ha (fa lo steward) ma che pur di lavorare per Starbucks si dice disposto a lasciarlo.

I posti di lavoro nel nuovo locale di piazza Cordusio, che sarà grande 2.400 metri quadri e occuperà l’ex Palazzo delle Poste, saranno 150 e quindi per moltissimi dei candidati trovare un impiego nell’entusiasmante avventura italiana di Starbucks resterà un sogno. Tutti o quasi i candidati sono giovani o giovanissimi, millennials che hanno girato il mondo e che subiscono il fascino di un’insegna che ovunque è nota per il suo prodotto ma anche come luogo accogliente, di incontro, di relax e di lavoro, al punto da essere ribattezzata a Londra “the third place”, ovvero “il terzo posto”, sottintendendo che i primi due sono la casa e il lavoro. «Mi piace come ambiente, per i servizi che offre, oltre che per il caffè e per questo vorrei lavorarci», dice la diciannovenne Sara.

Le candidature sono al vaglio di Martin Brok, presidente Emea di Starbucks, e del general manager della Roastery milanese Giampaolo Grossi, che avrebbero già scremato le 5mila candidature riducendole al numero di 500. Nella Roastery milanese verranno offerti solo caffè da miscele pregiate prodotte da piccoli coltivatori indipendenti e sarà preparato anche uno speciale caffè filtrato sul momento.

Accordo sindacale per 13mila lavoratori Lidl, novità su welfare e work-life balance

Un contratto sindacale innovativo, che tiene conto del benessere dei lavoratori e dell’equilibrio sempre più difficile tra vita privata e lavorativa: è stato siglato ieri notte tra Lidl e i sindacati di categoria Fisascat Cisl e Uiltucs. L’intesa triennale riguarda i 13mila collaboratori Lidl sia della sede di Arcole, sia delle 10 Direzioni Regionali e piattaforme logistiche e degli oltre 600 punti vendita. 

Flessibilità contrattata, organizzazione e orario di lavoro, salute e sicurezza, welfare aziendale e tutele individuali gli ambiti sono i capisaldi dell’intesa.

«Il contratto integrativo sottoscritto è frutto di un’importante e proficua attività di confronto con le organizzazioni sindacali – ha detto Luca Boselli, AD Finanza di Lidl Italia – e si basa su pilastri importanti quali il potenziamento del welfare aziendale, l’erogazione di prestazioni sanitarie aggiuntive e interventi a sostegno del reddito. L’accordo contiene inoltre elementi fortemente innovativi. È stata infatti rivista l’organizzazione del lavoro domenicale che prevede, tra le altre cose, il pagamento di una maggiorazione di gran lunga superiore a quella prevista dal CCNL, e introdotta una forma di part time sperimentale a flessibilità contrattata con incremento stabile delle ore contrattuali e conseguente incremento della retribuzione».

La nuova organizzazione del lavoro infatti contempla l’introduzione della programmazione plurisettimanale degli orari di lavoro e la volontarietà della prestazione domenicale, in base al principio dell’equa ripartizione, retribuita con una maggiorazione del 135%. Innovativo  il monitoraggio sperimentale per sei mesi del lavoro supplementare per i lavoratori con contratto di lavoro part-time che, su base volontaria, potranno incrementare la prestazione settimanale di 5 ore portando di fatto l’orario settimanale da 20 a 25 ore e da 25 a 30 ore; l’incremento dell’orario di lavoro individuale prevede la sottoscrizione di un patto di flessibilità che consentirà la variabilità della collocazione temporale della prestazione, compresa tra 1 e 5 ore settimanali, mentre la retribuzione mensile sarà pari alle ore stabilite dal contratto individuale del part time sperimentale. Eventuali ore aggiuntive prestate saranno retribuite con la maggiorazione economica del 35% prevista dal contratto nazionale.

Ampliate le prestazioni sanitarie aggiuntive al Fondo Est per tutti i lavoratori. Verranno concessi “Buoni Spesa” del valore di 100 euro utilizzabili presso le filiali Lidl oltre al “Buono Nascita” di 100 euro per ogni figlio nato o adottato per l’acquisto di prodotti legati all’infanzia. Sarà attivato un tavolo permanente di monitoraggio oltre all’erogazione di 8 ore di formazione nel primo anno di nomina dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza.
Altre due importanti novità sono l’istituzione di una banca ore per la donazione delle ferie (ciascun collaboratore potrà donare volontariamente a colleghi giorni di ferie e le ore di permesso maturati e non goduti che risultino nella propria libertà di gestione, sistema bilanciato da ulteriori riconoscimenti aziendali) e l’estensione alle unioni civili del congedo matrimoniale e dei permessi per malattia dei figli. In caso di malattia grave verrà inoltre riconosciuto un periodo di aspettativa non retribuita fino a guarigione con diritto alla conservazione del posto di lavoro.
L’intesa prevede anche una nuova normativa sul supporto alla genitorialità, con il riconoscimento dell’aspettativa non retribuita fino a un anno di vita del bambino oltre all’utilizzo frazionato del congedo parentale ad ore con possibilità di cumulo con altre tipologie di permessi.
 
«La sottoscrizione di questa intesa, basata sul welfare, su concreti strumenti di organizzazione del lavoro e sulla ricerca di un maggior equilibrio tra vita privata e professionale, conferma la forte volontà di mettere i nostri collaboratori al centro, riconoscendone le esigenze e i bisogni – commenta Roberto Eretta, AD Risorse Umane di Lidl Italia–. La continua valorizzazione delle persone rappresenta una precisa scelta strategica che ci ha spinto ad investire sul loro benessere. Siamo fortemente convinti che il percorso intrapreso rappresenti la chiave per affrontare le sfide del futuro».
Infine, l’intesa di rinnovo conferma le precedenti previsioni in tema di pari opportunità, con il mantenimento della Commissione Mobbing e Pari Opportunità che allarga le competenze alle attività di contrasto alla discriminazione.
 
«È un’intesa innovativa siglata con una catena della grande distribuzione che riconosce nel rafforzamento delle relazioni sindacali a livello decentrato una opportunità per la crescita aziendale confermando il valore della contrattazione nazionale di riferimento» ha dichiarato il segretario nazionale della categoria della Cisl Mirco Ceotto –. In questo senso la normativa sulla flessibilità contrattata con la possibilità di incrementare il salario, il potenziamento degli interventi di welfare aziendale e l’introduzione di importanti misure sui diritti sociali in una azienda dove l’occupazione femminile è prevalente si muovono verso la giusta direzione, quella della partecipazione dei lavoratori per i quali crediamo di aver dato una importante risposta alle loro esigenze».

Capo, capo delle mie brame, qual è il preferito del reame?

Si fa presto a dire capo: due sillabe ed ecco fatto. La questione però è più complessa. Il vero capo con la C maiuscola deve saperlo essere, senza eccedere in indulgenza, nè prevaricare in autoritarismo. Mica facile!

E non è quindi un caso che un “cattivo capo” sia causa di licenziamento per tante persone. Secondo Fortune, per esempio, ben il 50% dei lavoratori americani ha lasciato il proprio posto a causa di dissapori con il capo.

Ma quali sono i requisiti più ambiti di una vero capo?

Si è preso la briga di scoprirlo uno studio promosso da Espresso Communication*, da cui è emerso che se per le italiane il capo ideale è comprensivo (45%), aperto al dialogo (41%) pronto ad ascoltare le problematiche (41%) e capace di trasmettere serenità e distendere le frizioni (38%), per gli uomini le peculiarità più importanti sono carisma (43%), autorevolezza (39%) e capacità di motivare i propri dipendenti (33%).Tra gli atteggiamenti più odiati, invece, le donne indicano: il non saper/voler  ammettere i propri errori (27%), l’addossare le responsabilità di un fallimento ai sottoposti e s’arrogano i meriti di un successo (22%). Gli uomini invece fuggirebbero da un capo che insulta o umilia chi fa un errore davanti a tutti (24%) e da chi risulta troppo soffocante ponendo il proprio sguardo costantemente sul lavoro svolto (17%).

E allora, scendendo ad esempi concreti, quali personaggi incarnano meglio queste caratteristiche?

Beh, nell’immaginario colletivo femminile, la Top 5è capitanata da Pierfrancesco Favino (17%), senza dubbio grazie anche alla popolarità da lui conquistata con il Festival di Sanremo, seguito da:  Meryl Streep (15%), aiutata dall’immagine del proprio ruolo di editrice audace nel film “The Post”, Leonardo di Caprio (12%), Papa Francesco (9%) e l’ex first lady Michelle Obama (6%).

Secondo gli uomini, invece, in testa c’è Mark Zuckerberg (19%) seguito da: Elon Musk (16%), CEO di Tesla, Sergio Marchionne (14%), Roger Federer (8%), e lo chef televisivo Alessandro Borghese (6%).

Fanalino di coda, invece, per entrambi i generi, il presidente USA Donald Trump con quota 55% tra le donne e  46% tra gli uomini.

La ricetta del successo

Per affermarsi leader di successo, spiega la master coach Marina Osnaghi, 4 sono i requisiti:

  1. capacità di organizzare il buon funzionamento dell’azienda attraverso operations eccellenti;
  2. capacità strategica di innovare ed anticipare il mercato;
  3. capacità di pianificare una politica lungimirante delle risorse umane, in grado di determinare lo sviluppo e la selezione/gestione di collaboratori aziendali preparati;
  4. capacità di gestire le proprie reazioni emotive, legate al peso della performance dell’azienda.

“Un grande Leader deve saper gestire e sostenere tutti questi aspetti, gestendoli con umiltà, pazienza, forte auto disciplina ed attenzione” – conclude Marina Osnaghi  che propone il suo decalogo:

  1. CONCENTRATI SULL’OTTENERE/ORGANIZZARE OPERATIONS EFFICIENTE – puoi avere una strategia fantastica, se la macchina che implementa e realizza non funziona bene, tutto naufraga
  2. PENSA A TE E AI TUOI COLLABORATORI – Ogni giorno ritaglia uno spazio per curarti del tuo benessere psico-fisico e per utilizzare il network e la collaborazione globale.
  3. ACCETTA LE TUE EMOZIONI – Considera che la resistenza è una fase naturale del cambiamento e le reazioni emotive una parte necessaria a cambiare veramente. Quando ti senti frustrato/a ed impotente, sappi che parte della sensazione è anche dovuta alla resistenza di chi stai cercando di motivare, non solo da tua personale incapacità
  4. AGGIUSTA LA ROTTA – Tieni conto che nella frenesia operativa le persone perdono di vista i traguardi: il cervello è sì ossessionato dal risultato, ma allo stesso tempo fatica a correlare le azioni utili all’ ottenere il risultato finale.
  5. STABILISCI GLI OBBIETTIVI UTILIZZANDO STRUMENTI DI COACHING – Attribuisci target chiari a ogni colloquio o riunione. Ottieni feedback strutturati e armonizzati in un colloquio di motivazione per definire gli obbiettivi. Scegli la persona idonea per l’incarico giusto: chi è tondo non diventa quadrato e viceversa. 
  6. INFORMA “A CASCATA” – Struttura un sistema di riunioni coordinate fra loro in modo da far discendere contemporaneamente le informazioni a tutta l’organizzazione e fai in modo che i tuoi facciano lo stesso. Altrimenti le informazioni non arriveranno e diventeranno obsolete prima ancora che giungano ai destinatari principali.
  7. LA DETERMINAZIONE È TUTTO – Potenzia la tua focalizzazione e determinazione sugli obbiettivi, non cedere alle prime difficoltà.
  8. RISOLVI I PROBLEMI, NON CREARLI – Trasforma la fatica del cammino con un attento problem solving strategico che faciliti la vita a te ed ai tuoi collaboratori.
  9. CURA I RAPPORTI CON ATTENZIONE – Non lasciare al caso le relazioni personali, ma dedica loro del tempo agendo a cascata verso l’organizzazione.
  10. CREARE CON SAGGEZZA IL SENSO DI URGENZA – Al terzo feedback senza esito non aspettare: affronta il problema e sottolinea con determinata tranquillità manovre risolutive e conseguenze oggettive e chiare.

 

* Lo studio è stato condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analysis), su circa 1500 persone tra i 18 e i 55 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community, con il monitoraggio di oltre 30 testate internazionali.

Donne e lavoro: il sogno è lavorare in proprio. La ricerca Metro

Donne e lavoro: il sogno è mettersi in proprio con un’attività tutta loro. Ecco quanto emerge da una ricerca svolta da METRO su 10 Paesi (Cina, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Russia e Turchia) che ha coinvolto 10.000 persone.

Tuttavia, contrariamente a quanto possa aver detto Calderón de La Barca, la vita non è sogno e di fatto bisogna fare i conti con la realtà e la realtà ha spesso un volto diverso.

Prendiamo la situazione in Italia, per esempio: sul 56% di donne che aspirano a un’attività in proprio solo il /% è realmente fiduciosa di riuscire nell’intento.

Perché tanta sfiducia?

Per la crisi economica (60%), innazitutto, ma anche per la mancanza di supporti finanziari (51%) e per la percezione di un numero eccessivo di tasse (48%).

Anche sul fronte dei pregiudizi (sulla loro competenza e sulla dedizione al lavoro) la via delle donne è piuttosto accidentata; all’estero ne è convinto il 56% delle donne imprenditrici e il 48% degli imprenditori di sesso maschile, mentre in Italia si sale rispettivamente al 62% e al 50%.

“Dai dati della ricerca emergono ancora forti pregiudizi verso il lavoro autonomo delle donne” – commenta Manuela Mallia, Responsabile Horeca Branding & Innovation METRO Italia. – un approccio nuovo potrebbe essere inaugurato facendo leva sulle motivazioni che spingono le donne a desiderare di mettersi in proprio. In Italia il motore principale è la passione. Per il 42% delle intervistate lavorare a qualcosa di coinvolgente è il principale motivo per cui aprirebbero la propria attività. Lavorare sulla passione e incentivarla ci sembra un buon inizio per scardinare la situazione in favore delle donne”.

 

 

Esselunga certificata tra i Top Employers Italia 2018

Le condizioni di lavoro in azienda sono quanto mai all’ordine del giorno, basti guardare il caso Amazon con braccialetti veri o presunti di controllo e rivelazioni da patte dei lavoratori condizioni di lavoro quanto meno stressanti, dunque sarà senz’altro ben accolto la certificazione come Top Employer Italia 2018 che vede Esselunga tra le 90 aziende certificate. Tra i motivi ci sono le “eccellenti condizioni di lavoro garantite ai propri dipendenti, l’identificazione e sviluppo dei migliori talenti a tutti i livelli aziendali, la costante ricerca di miglioramento dei propri processi organizzativi” secondo una nota dell’azienda.

 

Alla base un questionario validato

Top Employers Institute, con sede in Olanda, è un ente certificatore che riconosce l’eccellenza delle condizioni di lavoro messe in atto dalle aziende per i propri dipendenti. Possono partecipare società con un’avanzata struttura di strategie HR formalizzate. La Certificazione Top Employers si basa su un’analisi di dati oggettivi, documentazioni e best practice all’interno di numerose macro aree in ambito HR. Il questionario compilato dalle aziende viene analizzato e validato da Top Employers Institute e non prevede domande dirette ai dipendenti. I dati e i risultati vengono poi sottoposti a un audit esterno e i punteggi valutati secondo uno standard internazionale. Solo le società che soddisfano gli standard e i livelli qualitativi richiesti ottengono la Certificazione Top Employers.

La cerimonia di premiazione si terrà l’8 febbraio 2018 presso il Palazzo del Ghiaccio a Milano in via Giovanni Battista Piranesi, 14.

L’elenco delle 90 aziende italiane certificate quest’anno, tra cui si trovano anche Carrefour, Decathlon, Lidl, Metro, Yoox, si trova a questo indirizzo.

Sciopero nazionale nella grande distribuzione annunciato da Filcams per il 22 dicembre

È sciopero nazionale nella Gdo: la Filcams Cgil ha proclamato, per il prossimo 22 dicembre, lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori della Distribuzione Cooperativa e delle aziende associate a Federdistribuzione, senza Contratto Nazionale da quattro anni.
La scelta della giornata del venerdì antecedente il Natale ha evidentemente l’obiettivo di rendere più efficace la mobilitazione, e, secondo una nota del sindacato, “potrà essere articolato diversamente dalle strutture territoriali, con la previsione di 4 ore da effettuarsi lo stesso 22 dicembre e le ulteriori 4 ore da programmare a livello locale, anche al fine di effettuare scioperi improvvisi, entro il 6 gennaio 2018”.

«Ormai da quattro anni, le aziende della Grande Distribuzione Organizzata associate a Federdistribuzione impongono unilateralmente l’applicazione di quello che a tutti gli effetti risulta essere un regolamento associativo, residuo del precedente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Terziario, Distribuzione e Servizi scaduto nel 2013 – ha affermato Maria Grazia Gabrielli, Segretaria Generale della Filcams Cgil Nazionale -. L’associazione datoriale infatti, disconoscendo quanto garantito da disposizioni costituzionali in materia, non solo si rifiuta di definire un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di settore, tanto da aver cessato ogni trattativa, ma continua a rendersi indisponibile anche ad applicare il rinnovo del Contratto Nazionale Confcommercio del 2015, determinando per le lavoratrici e i lavoratori un danno sia dal punto di vista retributivo che contributivo».

Ma c’è “forte preoccupazione anche per il Contratto Nazionale della Cooperazione” continua la Segretaria Generale della Filcams Cgil, “scaduto ugualmente da quattro anni. Abbiamo esortato ancora una volta le imprese della Distribuzione Cooperativa a definire velocemente una soluzione negoziale per avere una cornice di riferimento utile ad affrontare le particolarità aziendali”.
La mediazione proposta dalle cooperative sarebbe “tutta sbilanciata a favore delle imprese, partendo da un insostenibile arretramento dell’attuale disciplina del trattamento di malattia. Il nuovo Contratto che vorrebbero le Coop peggiorerebbe diritti e retribuzione a fronte di un aumento salariale complessivamente più basso di quello di Confcommercio.”
“Ad aggravare ulteriormente la difficile situazione contrattuale”, tiene infine a precisare Gabrielli, “contribuiscono le tante vertenze che coinvolgono i gruppi e le imprese del comparto distributivo, le procedure di licenziamento collettivo, le disdette dei contratti integrativi aziendali, l’adozione unilaterale di nuovi modelli organizzativi, che, oltre ad avere determinato un preoccupante decremento occupazionale, hanno sancito un forte peggioramento delle condizioni di lavoro per decine di migliaia di lavoratori.”

Lidl ricerca sul web nuovi talenti e li incontra in tutta Italia

Opportunità di lavoro presso Lidl Italia: l’insegna tedesca, premiata per il terzo anno consecutivo con il riconoscimento di “Best Workplace” dal Great Place to Work Institute, per attrarre nuovi talenti sceglie il digitale con una campagna video di employer branding. Protagonisti proprio i collaboratori, che raccontano in prima persona perché lavorare per Lidl sia un’esperienza di lavoro unica. 

La campagna si articola in circa sei video: a partire dal primo filmato introduttivo di respiro internazionale, fino alle clip nazionali dove compaiono i volti e le testimonianze di dipendenti provenienti da tutta Italia. Veicolata dal 20 settembre sul sito www.lavoro.lidl.it, sarà visibile anche sui canali social di Lidl con aggiornamenti settimanali. Un format moderno e interamente digitale, che dà voce ad una pluralità di persone, ognuna con un ruolo e un vissuto differente, ma tutte accumunate dalla voglia di condividere la loro esperienza lavorativa in Lidl. Il risultato dovrebbe dunque consentire anche a chi non vive Lidl dall’interno di coglierne immediatamente la cultura distintiva.

 

Opportunità nel commerciale e nella logistica

Scopo dichiarato della strategia di videotelling è quello di far breccia nel mondo dei Millennials. Lidl è infatti alla costante ricerca di giovani che vogliano mettersi in gioco ed intraprendere una carriera nella Gdo. Solo nell’ultimo semestre sono entrate a far parte del team di Lidl circa 1.000 persone e l’azienda prevede l’inserimento nei prossimi mesi di nuove risorse con sede di lavoro in tutta Italia, sia per ruoli in punto vendita sia negli uffici. Le posizioni maggiormente ricercate appartengono alla sfera commerciale, come ad esempio la figura dell’addetto vendita, del commesso specializzato o del capo filiale. Ma vi sono ruoli aperti anche per l’area logistica, acquisti o immobiliare, che troveranno collocazione nelle 10 direzioni Regionali o nell’Headquarter di Arcole (VR). La ricerca si rivolge sia a chi si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro, sia a profili con un’esperienza consolidata, con contratti sia a tempo determinato sia a tempo indeterminato, in base al profilo del candidato.

Tutte le ricerche di personale attive sono visibili on line sul sito www.lavoro.lidl.it. Ogni annuncio è accompagnato da una breve scheda, corredata dalle caratteristiche del profilo ricercato e da tutti i dettagli relativi alla posizione. La candidatura avviene in forma digitale compilando l’apposito form in corrispondenza del ruolo per il quale si desidera proporsi.

 

Al via i primi sei recruiting days

Dal digitale al reale, Lidl ha pianificato nei prossimi mesi numerosi eventi/recruiting days in tutta Italia rivolte a coloro che, colpiti dalla campagna “Perché Lidl”, vorranno incontrare di persona questa i responsabili dell’azienda. 

Tutti gli appuntamenti a cui è possibile partecipare (previa iscrizione on line) sono pubblicati nella pagina eventi del sito lavoro di Lidl. Il programma è in continuo aggiornamento, ecco alcune delle date fissate in calendario: 

29/09 – Job Meeting Milano (MUDEC Milano)

05/10 – Job Meeting Torino (Palazzetto dello Sport – Parco Ruffini)

18/10 – Job Meeting Napoli (Università Federico II)

19/10 – AL Lavoro Roma (Palazzo dei Congressi)

26/10 – AL Lavoro Bari (Palaflorio)

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