CLOSE
Home Tags Prodotti

Tag: prodotti

Lenti, lo specialista del prosciutto cotto, chiude in crescita l’anno dell’ottantesimo anniversario

Da sinistra, Giusy Lenti, presidente, Sara Roletto, responsabile marketing e Ruggero Lenti, amministratore delegato

L’anno dell’ottentesimo anniversario di Lenti, l’azienda piemontese specializzata nella produzione di prosciutto cotto, si chiude con un +5% di fatturato che si attesta ben oltre i 40 milioni di euro. L’anno dell’anniversario è stato contrassegnato da un aprofonda reingegnerizzazione della gamma, in collborazionec on l’agenzia Goodmind, organizzando al meglio l’offerta di prodotto. Così i valori di tradizione, semplicità e autenticità di Lenti hanno trovato una matrice comune a tutto l’impianto di comunicazione, dal packaging design, ai visual per i punti vendita fino al sito internet. Questo progetto vedrà l’ultimo step nel corso del 2016 con il lancio di una nuova linea di affettati premium.

Il savoir faire dell’azienda si tramanda dal 1935 secondo la “ricetta del puro piacere”, che consiste sempre nella selezione rigorosa di materie prime di alta qualità, nella lavorazione tradizionale dei maestri salumieri Lenti, nella cottura lenta e nell’impiego di spezie pregiate secondo le ricette originali del fondatore. Senza mai aggiungere glutine, lattosio e caseinati, ingredienti ogm, polifosfati e glutammato.

Carrefour lancia “Tous AntiGaspi”, la private label antispreco e sostenibile

Prodotti che andrebbero altrimenti gettati perché di forma o aspetto difettoso, riutilizzati e immessi sul mercato: da gennaio faranno parte di una private label dedicata allo spreco zero di Carrefour in Francia, battezzata “Tous AntiGaspi”.
L’iniziativa, in collaborazione con il collettivo Les Gueules cassées già protagonista di varie azioni in passato con la GDO francese (vd il nostro articolo) è stata anticipata da “Le Figaro” che ha indicato come i primi prodotti del nuovo marchio, dei cereali per la colazione, saranno messi i vendita in 228 ipermercati Carrefour del Nord-Ovest della Francia. Ma l’insegna francese già quest’anno aveva commercializzato dei camambert invendibili perché “fuori taglia” rispetto allo standard, sempre in collaborazione con la “mela che ride” simbolo di Les Gueules cassées.
«Per essere venduti nei nostri supermercati sotto questo marchio un prodotto dovrà seguire alcuni criteri» ha chiarito a “Le Figaro” Bertrand Swiderski, direttore responsabilità sociale e ambientale Carrefour – deve essere stato prodotto seguendo la stessa ricetta e avere le stesse garanzie di sicurezza alimentare del suo equivalente “bello” (ovvero non alterato); essere venduto in un pdv che si trovi nella stessa regione della fabbrica; costare circa il 30% meno dell’”originale». Infine, non ci sarà alcuna garanzia sulla disponibilità del prodotto “perché per definizione questi prodotti sono scarti di produzione; non ci pensiamo nemmeno a produrre sistematicamente partite difettose!” Un centesimo di ogni prodotto venduto della nuova linea andrà inoltre a fondi e iniziative per la lotta contro la fame nel mondo.
Carrefour non è nuovo ad iniziative anti-speco: ad esempio ha già tolto o prolungato la data di scadenza da tutta una serie di prodotti a marchio (vd il nostro articolo).

Che la lotta allo spreco sia una questione reale sul banco di istituzioni e aziende in vari Paesi lo dimostra anche l’attenzione suscitata dal progetto Les Gueules cassées, pronto a sbarcare in altri Paesi tra cui USA (con il nome Ugly Mugs), Inghilterra, Giappone e Germania. E che ha appena attirato 6 milioni dal fondo di investimento americano Global Emerging Markets per lo sviluppo del concept in America del Nord e del Sud e in Medio Oriente. Affascinati anche loro, evidentemente, da questa “buona idea di buon senso” come la sintetizza il fondatore Nicolas Chabanne.

Nielsen: innovazione di successo solo nell’1% dei casi

Solo l’1% dei lanci di nuovi prodotti è riuscito a consolidarsi sul mercato nel 2015 secondo il Breakthrough Innovation Report di Nielsen. Si tratta di un’analisi di 8.650 lanci di prodotto nell’Europa Occidentale. In valori assoluti significa che solo 86 prodotti hanno raggiunto il successo. In tutta Europa. In particolare, Italia e Spagna sono i mercati che si sono maggiormente distinti per il lancio di nuovi prodotti.

Birra, Caffè e Cibo Per Animali sono le categorie con il più alto tasso di innovatività, facendo rilevare un incremento del 20% su base annua di nuovi marchi nel triennio 2011-2014. A livello europeo, le vendite annuali di nuovi prodotti nello stesso periodo hanno fatto registrare un incremento di un punto percentuale.

Schermata 2015-12-09 alle 11.48.37Tuttavia le vendite per prodotto, se nel 2012 generavano un giro d’affari pari a 323 mila euro, nel 2014 lo stesso valore era pari a 262 mila euro. In questo senso, si legge nel report, si assiste a una crescita dei nuovi tentativi di lancio, ma a una perdita di efficacia degli stessi. L’87% delle vendite di nuovi prodotti, infatti, deriva solamente dal 20% dei marchi lanciati.

Che cosa definisce un prodotto “di successo”

Sono tre i criteri in base ai quali vengono classificati come “di successo” i lanci dei nuovi prodotti all’interno dello studio:

  • alto grado di innovazione (non un semplice remake);
  • fatturato generato di almeno 10 milioni di euro nel primo anno di commercializzazione;
  • produzione del 90% delle vendite nel secondo anno, rispetto a quelle registrate nel primo.

I vincitori del Breakthrough Innovation Report per l’anno in corso sono i seguenti prodotti:
–  Ariel 3 in 1 (detergenti)
– Cadbury: Dairy Milk Marvellous Creations (cioccolato)
– Die Limo: Von Granini (bevande)
– Dompé: (analgesici)
– Garnier: Fructis Schadenloscher (cura capelli)
– Garnier: Ultimate Blends (Nuova Formula-cura capelli)
– Nivea: Cellular Anti-Age (Cellule anti rughe-creme viso)
– L’Oréal Paris: Elvive Fibrology (cura capelli)
– Lay’s: Xtra (snack salati)
– Robinsons: Squash’d (bevande)
– Scholl: Velvet Smooth Express Pedi (cura dei piedi)
– Strongbow: Dark Fruit (bevande)
– Sure: Compressed (deodoranti)
– Tchibo: Barista (caffè)
– Tropicana: in Turchia (bevande)
– Vanish: Gold Oxi Action (detergenti)
– Volvic: Juicy (bevande)
– Yatecomo: (cibo)

«Tre su quattro dei nuovi lanci non riescono a raggiungere la soglia dei 140.000 Euro (100mila sterline) di fatturato nel corso dei primi dodici mesi di commercializzazione e spesso vengono esclusi dai distributori» spiega Marcin Penconek, Vice Presidente dell’Area Innovazione di Nielsen Europa e co-autore del report. «Il successo di prodotti innovativi è estremamente raro ma, nonostante ciò che generalmente si pensa, non avviene né per caso, né per fortuna, né per magia. Alla base delle scelte dei consumatori di acquistare un nuovo prodotto ci sono modelli di comportamento individuabili all’interno di uno schema predefinito e determinato».

Fattore chiave di innovazione, l’empatia con il consumatore

Per spiegare le ragioni di successo o meno dei lanci, il report utilizza l’approccio chiamato “Jobs Theory”, vale a dire parte dall’idea che le ragioni dell’acquisto non sono legate a specifiche variabili – come quelle demografiche, né agli attributi del prodotto, bensì al processo delle attività pianificate  per implementare i requisiti innovativi.

In merito alla Jobs Theory dichiara Penconek: «Si presuppone che il consumatore sia più che altro interessato a ‘testare’ i prodotti per verificare se questi sono in grado di apportare miglioramenti alla qualità della vita. I casi di innovazioni riusciti dimostrano che l’empatia è il fattore chiave, ovvero la capacità di intercettare quei bisogni e quelle esigenze del consumatore lasciate inevase dal mercato. Le innovazioni di successo agiscono in maniera precisa ed efficace a tale livello. Al cliente si deve comunicare secondo modalità che trovano nella semplicità la propria cifra distintiva, mettendolo in grado di individuare nel prodotto una risposta al proprio bisogno. In altre parole, occorre trasmettere i contenuti innovativi in modo tale che li capisca anche un bimbo di otto anni».

Schermata 2015-12-09 alle 11.57.54Squash’d di Robinson ha identificato un’area di successo introducendo un cambiamento all’interno della categoria Squash, producendo un formato nuovo e trasportabile così da potere essere utilizzato anche fuori casa. Il prodotto ha generato un giro d’affari superiore a 15 milioni di euro.

 

 

Scholl’s Velvet Smooth Express Pedi è stato concepito dopo avere ascoltato Schermata 2015-12-09 alle 11.57.37le esigenze delle donne in merito alla cura del piede. La soluzione alla pelle secca è cambiata in 100 anni e ha condotto alla individuazione di quelli che si sono rivelati trattamenti nocivi. Scholl ha scoperto degli strumenti elettronici per ammorbidire la pelle del piede e ha implementato linee di produzione degli stessi in piccoli quantitativi che, dopo test che sono risultati positivi, ha lanciato in 48 Paesi.


Sure
ha prodotto confezioni di deodorante “compresso” utilizzando una nuova tecnologia. Il risultato è stata l’offerta sul mercato del prodotto più sostenibile all’interno della categoria Spray.
Schermata 2015-12-09 alle 11.58.13Il Vice Presidente di Unilever Mariano Sampietro ha dichiarato: «Abbiamo deciso di individuare le aree merceologiche (brand e categorie di prodotto) che da sempre hanno avuto un impatto negativo sull’ambiente e sulla società. Si è scoperto che il materiale più inquinante è l’alluminio delle confezioni, difficile da smaltire». Il nuovo prodotto contiene il 50% in meno di gas ed è stata applicata una riduzione di alluminio pari al 25%. La formula tecnologica è stata applicata a tutti i marchi di deodorante Unilever con l’obiettivo di condividere tra le aziende produttrici la scoperta, piuttosto che tenerla nascosta.

Schermata 2015-12-09 alle 11.59.49Mark Schulzig, responsabile per l’innovazione di Beiersdorf e artefice del lancio del marchio vincitore Nivea, si è espresso in questi termini: «L’elemento ‘magico’ che sta dietro ogni singola innovazione risiede prima di tutto nel bagaglio di informazioni che vengono reperite in merito al settore che si vuole esplorare. In secondo luogo la novità che viene immessa sul mercato deve comportare benefici facilmente percepibili e non semplicemente una nuova formula comunicativa. Terzo, occorre focalizzarsi su poche innovazioni per un lungo periodo, così da consolidarne le posizioni di mercato finchè non diventino un prodotto di successo. Nessun nuovo prodotto raccoglie buone posizioni nell’immediato, occorre un processo di attività a supporto distribuite nel tempo.  Infine, ciò che fa la differenza sono le persone che acquisteranno il prodotto: l’innovazione deve iniziare e finire sempre tenendo presente le esigenze del consumatore».

Da Molino Rossetto i grani andini che fanno bene anche in Ecuador

La gamma dei grani andini proposta da Molino Rossetto per il canale retail si arricchisce di due novità: Fiocchi di Quinoa e Fiocchi di Amaranto, due prodotti dedicati alla prima colazione. Entrambi i pack, come quelli di tutta la linea (lievito madre, lievito madre integrale, preparati per pizza, chicchi di quinoa e farina di quinoa) sono personalizzati con il logo Oxfam, a testimoniare la scelta dell’azienda padovana di sostenere l’attività della onlus impegnata in programmi di sviluppo, interventi di emergenza, campagne di opinione e iniziative educative per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni.

In particolare Chiara Rossetto, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, lo scorso luglio ha viaggiato in Ecuador per visitare le comunità agricole di Cotacachi, con lo scopo di conoscere meglio gli antichi grani andini (a cominciare da quinoa e amaranto) e una realtà rurale in cui le donne svolgono un ruolo essenziale. A esse Oxfam ha fornito gli strumenti per lavorazione della terra e a loro si è rivolta, istruendole sulle pratiche agronomiche, commerciali e comunitarie. Ora sta creando una cooperativa di secondo livello per aumentare la capacità di accesso diretto al mercato. «Questa esperienza – commenta Chiara Rossetto – è stata un’importante occasione di scambio di know-how tra due culture lontane, che mi ha consentito di approfondire le mie conoscenze su alcuni cereali che l’Europa sta finalmente riscoprendo. Ho incontrato donne che lavorando duramente e che grazie a Oxfam hanno acquisito le conoscenze per diventare imprenditrici di se stesse e sviluppare piccoli commerci».

L’obiettivo della partnership con Oxfam è quello di realizzare un progetto di filiera per commercializzare in Italia – in edizione limitata – i raccolti delle donne coinvolte nel progetto Oxfam, un risultato di lungo periodo che prevede che la produzione sia tale da rendere l’importazione sostenibile anche economicamente, dopo aver soddisfatto il fabbisogno locale.

Pastificio Di Martino “conquista i cieli” con il suo store

Pastificio Di Martino inaugura il primo pasta store monomarca italiano all’Aeroporto Internazionale di Napoli. Novantadue metri quadrati per un’esposizione di oltre 100 formati di pasta di Gragnano IGP al primo piano della Boarding area, l’area prima degli imbarchi.

Il progetto architettonico, firmato dall’architetto e designer Marcello Panza, punta all’emozione: nei materiali, nella scelta dei colori e nell’esposizione, tutto parla di italian style e di pasta intesa come “convivialità, piacere, tradizione”. In primo piano i formati lunghi avvolti a mano nella tipica carta blu, la carta maccheroni, che porta con sé il gusto autentico della pasta italiana di qualità. Sugli scaffali a vista i 100 formati del Pastificio inclusi i formati speciali, la linea integrale e quella biologica; le scatole di latta dal sapore rétro per le confezioni regalo, una linea di piatti in ceramica realizzate artigianalmente su disegno esclusivo ed ancora i grembiuli ed altri gadget aziendali. Completano l’offerta le ceramiche di Vietri dipinte a mano della storica manifattura Solimene di cui lo store Di Martino è rivenditore in esclusiva nell’Aeroporto di Napoli e una linea di ceramiche di design del collettivo irpino Bhumi Ceramiche. Per raccontare la pasta al pubblico italiano e internazionale in transito in aeroporto è stato realizzato anche un grande pannello retro illuminato in cui per ogni formato di pasta viene indicata in un’unica facile tabella intensità, versatilità, condimento e abbinamento consigliato.

Con l’apertura del primo store monomarca Pastificio Di Martino inaugura il brand Di Martino air con cui aprirà nei prossimi 18 mesi altri 16 punti vendita negli Aeroporti internazionali di tre continenti. La pasta come ambasciatrice italiana nel mondo, questo il progetto di Di Martino air. Entro il 2016 apriranno i pasta store a Roma e a Venezia e a seguire la pasta di Gragnano Igp sbarcherà negli Aeroporti di Dubai, Singapore, Taipei, Tokio, Shanghai, Pechino, Hong Kong, New York, San Francisco, Chicago, Londra, Parigi, Monaco, Amsterdam.

Torna l’olio toscano Evo Igp con un raccolto piccolo ma di qualità

Un momento della presentazione per la stampa della campagna 2015 al Priceless di Milano.

“Bentornato all’olio toscano Igp”: con queste parole il Consorzio dell’olio extravergine Toscano IGP ha lanciato la campagna nazionale 2015 a Milano. Un ritorno che segue un raccolto 2014 è stato rovinoso e per tutto il 2015 la filiera ha portato, e porterà anche in futuro, i segni di una campagna difficile. La nuova e attesissima campagna rimanda dati economici decisamente confortanti.

Deborah Corsi, dei Jeunes Restaurateurs d’Europe.

Il buon andamento climatico nel corso dei mesi, anche se eccessivamente caldo ha portato a una stima di produzione intorno a 140-150.000 quintali, con una flessione di circa il 20% rispetto alla media regionale. Conseguentemente anche la produzione di olio certificato Toscano IGP, si attesterà fra 30-35.000 quintali.
A fronte di ciò, si prevede però una qualità ottima, grazie ad una quasi totale assenza di attacchi significativi della temuta Mosca dell’olivo, nefasta protagonista della scorsa campagna. «È una bella annata – spiega il Presidente del Consorzio Fabrizio Filippi – che la nostra olivicoltura attendeva con paura, ansia e grandi aspettative. Certamente la strada è ancora in salita perché saltare un raccolto si traduce palesemente in gravi perdite economiche nel bilancio, ma siamo fortemente positivi su una ripresa ancora più vigorosa di uno dei prodotti iconici della Toscana. Quanto successo l’anno passato deve rappresentare il punto zero, ossia l’inizio di un nuovo approccio all’olivicoltura, ancora non sempre diffuso nella nostra Regione. Un cambiamento radicale nella gestione dell’oliveto attraverso un costante e corretto monitoraggio, accompagnato da mirate pratiche colturali per il mantenimento di un buono stato di vigoria. Un po’ come noi del resto, se siamo forti ci ammaliamo meno».

 

Produzione di qualità esportata per il 60%

La Toscana produce il 3% dell’olio nazionale ma certifica il 50%, “una proporzione straordinaria che costituisce l’eccellenza nel settore della denominazione, importante per il nostro territorio anche per tutto ciò che evoca il messaggio ‘toscano’. Per noi come per tutto l’agroalimentare italiano, la scommessa di Expo avrà avuto successo solo se riusciremo a mantenere alta la visibilità che l’evento ha dato ai nostri prodotti d’eccellenza. Purché siano quelli veri”. Da qui la scelta di Milano come spiega Christian Sbardella, direttore marketing del Consorzio «È allo studio la costruzione di un progetto promozionale che vedrà proprio la città milanese quale fulcro di una serie di attività per rafforzare il ruolo del nostro marchio ed avvicinare sempre più il consumatore».

La produzione dell’olio Toscano IGP è in media di 30.000-33.000 quintali per oltre 4 milioni di bottiglie e un valore al consumo di circa 55 milioni di euro. Il valore al consumo degli oli DOP/IGP in Italia è di 60 milioni di euro, di cui l’olio Toscano IGP, che rappresenta il 35%, vale quasi 20 milioni di euro.
Il 65% dell’IGP toscano viene esportato, il 75% in USA, il 10% in Canada e il 15% in altri Paesi (Taiwan Giappone Messico Australia e, in UE, Germania, UK, Finlandia, Svizzera, Polonia, Islanda. L’ente di tutela e promozione del marchio Toscano conta oltre 11mila soci, 300 frantoi (l’80% in regione), 600 imbottigliatori.

Notizie positive proprio il giorno in cui scoppia la polemica sull’olio venduto nella GDO come extravergine e rivelatosi semplice olio d’oliva dalle analisi della procura di Torino, e che coinvolge sette grandi marchi, alcuni recentemente acquisiti da gruppi stranieri. Sul registro degli indagati per frode in commercio sarebbero finiti i responsabili legali di Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia.

Secondo Coldiretti l’Italia è il secondo produttore mondiale di olio di oliva dopo la Spagna, con circa 250 milioni di piante e un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro, con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative.

Gancia distribuisce in Italia il whiskey irlandese Bushmills in tre referenze

BushmillsGancia, marchio storico di proprietà del Gruppo Roust, ha cominciato la distribuzione in Italia del  Irish whiskey Bushmills nelle 3 referenze Original, Black Bush e 10 anni Single Malt. Bushmills Irish Whiskey è prodotto artigianalmente presso una delle distillerie più antiche d’Irlanda, a Bushmills, nella Contea di Antrim, in Irlanda del Nord.

Per Alessandro Picchi, Presidente di Gancia, «Bushmills rappresenta una grande opportunità grazie alla sua forte immagine e alla sua qualità. La presenza di questo whiskey nel nostro portfolio s’inserisce perfettamente all’interno del nostro obiettivo strategico, che punta ad avere un incremento nelle referenze degli spirits, con marchi unici e di alta qualità. Siamo fiduciosi di riuscire ad intraprendere un percorso di reciproca crescita e successo».

L’Italia è un mercato in crescita per il whiskey irlandese e il marchio Bushmills ha un ottimo potenziale, nei canali on e off trade.

Bushmills è un marchio di proprietà di Jose Cuervo International, storica azienda familiare con sede a Messico City.

Arriva “Superfrutti”, la nuova gamma vegana e bio di Germinal

Guarda al consumatore attento alla salute e all’ambiente, che cerca in bacche e semi di Chia, Physalis, More di Gelso, Cranberry e bacche di Goji quei valori nutrizionali e antiossidanti che li contraddistinguono la nuova gamma “Superfrutti” Germinal Bio: una linea di biscotti, cereali e mix di semi, tutti biologici e vegani.

Della nuova linea fanno parte ad esempio i Biscotti mela + Chia al farro, senza latte e senza uova con aggiunta di semi di Chia, antica pianta del Centro America dalle riconosciute proprietà energetiche e antiossidanti, utilizzata fin dall’antichità dai Maya e dagli Aztechi. Sempre dal Sudamerica e perecisamente dal Perù proviene il Physalis, frutto naturalmente ricco di vitamine A, B e C e mescolato con Cereali e Frutta. Più nota invece l’accoppiata Cereali Frutta + More di Gelso, fonte naturale di vitamina C e ferro, Cereali Semi + Chia, contenenti proteine e fibre e senza zuccheri aggiunti; Mix semi + Cranberry, bacche di origine canadese dall’azione antiossidante e il Mix semi + Goji, fonte di amminoacidi essenziali a cui sono attribuite da millenni proprietà rinvigorenti ed energizzanti.

Per rendere maggiormente identificabile a scaffale la nuova linea, l’azienda MangiarsanoGerminal ha studiato un packaging d’effetto con una banda laterale dai colori accesi e iridescenti, posta a sinistra della confezione, con la quale comunica l’energia che caratterizza i superfrutti e dove mette in evidenza il claim “Nutri la tua salute”.

Le nuove referenze della gamma sono in vendita nelle principali catene della Grande Distribuzione

Microsoft punta sugli store e apre un flagship a New York e un temporary a Milano

Sarà aperto fino al 24 dicembre il primo negozio Microsoft d’Italia, “Casa Microsoft”, inaugurato a Milano il 19 ottobre in corso Vercelli, zona di shopping.
Niente vendita, si tratta di uno showroom su due piani, una vetrina per i prodotti del colosso di Redmond, che spaziano dai pc (i laptop e tablet Microsoft Surface ma anche dei partner come Hp, DeNovo, Acer) agli smartphone Nokia Lumia (per ora “sotto vetro” gli ultimi arrivati, 950 e 950XL, in vendita dal 27 novembre, con i quali Microsoft spera di risollevare le sorti di Nokia grazie al sistema operativo Windows 10 Mobile, puntando al segmento business grazie alla possibilità di utilizzarli come pc se collegato a uno schermo), alla Xbox alla domotica. C’è anche un’area per i corsi, gratuiti,
«L’interesse è tanto, la gente vede il marchio ed entra, vuole provare i prodotti che vengono mostrati, poi magari si aspetterebbe di poterli giù acquistare – dice Daniele, responsabile dello store – Vengono a vedere i Pc ma sono anche molto interessati agli smartphone».
Pareti bianche e linee pulite, dispositivi a disposizione lungo le pareti e personale accogliente al primo terra, mentre al secondo, allestito con divani di design firmati Edra, c’è l’angolo dedicato alla Xbox, altri Pc, uno schermo che mostra le potenzialità della domotica e la sala per i corsi.

[Not a valid template]

 

A New York il flagship punta sui nuovi prodotti e sulla community

Foto: Microsoft.
Foto: Microsoft.
Foto: Microsoft.
Foto: Microsoft.

Cinque piani, 22mila mq, prodotti e servizi presenti nei 110 pdv Microsoft in USA e Canada ma anche “nuove esperienze interattive”: questo promette il flagship Microsoft aperto pochi giorni fa a New York nel cuore di Manhattan, tra la Fifth Ave. e la 53rd St. Anche se ci sono molti produttori di pc partner, il focus è sui nuovi prodotti Microsfot come i Surface e i Lumia.
Non manca, come è uso ultimamente negli States, un richiamo (non solo formale dati gli investimenti in donazioni a musei ad associazioni cittadine) alla “local community” (vd anche Nike a Brooklyn). «Il nostro negozio in Fifth Avenue è qui per mostrare il meglio di Microsoft alla comunità locale – ha detto David Porter, vicepresidente Worldwide Retail and Online Stores di Microsoft -. Vogliamo costruire una relazione con i nostri clienti , ognuno di loro, e siamo felici di iniziare oggi a farlo anche qui».
Grande focus sul servizio infatti, con 160 addetti che parlano 19 lingue addetti solo al flagship.
Non ci sono casse a vista e le transazioni avvengono tramite POS mobili. Le affinità, nel layout e nell’organizzazione degli spazi, con gli Apple store sono parecchie, ma del resto i punti vendita della casa di Cupertino sono ormai lo standard di riferimento per l’elettronica (e non solo).

La folla si accalca all'apertura del nuovo Microsoft Flagship Store in Fifth Ave. lo scorso 26 ottobre. (Foto Stuart Ramson/Invision for Microsoft/AP Images)
La folla si accalca all’apertura del nuovo Microsoft Flagship Store in Fifth Ave. lo scorso 26 ottobre. (Foto Stuart Ramson/Invision for Microsoft/AP Images)

La facciata, di vetro, mette in mostra l’interno che è così organizzato:

  • Come risolvere un problema. Al centro dello store c’è l’Answer Desk dove andare per ottenere risposte a problemi tecnici e riparazioni di apparecchi ovunque siano stati acquistati. Consulenza gratuita sull’ottimizzazione di Windows 10, diagnostica, supporto sul software, rimozione virus e malware, ecc.
  • Corsi per tutti. Il Community Theater è la più grande sala per eventi e corsi con 60 posti Disponibile anche per eventi di associazioni locali.
  • Schermo schermo delle mie brame… Schermi ad alta definizione e digital signage sono ovunque nel Flagship Store e mostrano video, immagini ed informazioni. Uno schermo alto due piani si trova alle spalle dell’Answer Desk e i clienti possono giocare alla Xbox circondati da un audio multidirezionale . Nel Community Theater c’è un grande schermo al plasma touch-screen con Windows da usare durante i corsi.
  • Parte della comunità Il Culture Wall è il muro/schermo rivolto alla strada e vuole dimostrare la volontà di entrare a far parte della comunità locale, che ha già ricevuto 3 milioni di dollari di donazioni a varie associazioni. L’idea è mostrare immagini artistiche e non commerciali che si accordino con la facciata del palazzo e richiamino la storia e l’allure del posto, da sempre una delle aree di shopping più chic della Grande Mela.

A Coca Cola il Best Product Brand 2015. Ma la sorpresa non c’è

Assegnato ieri sera il Best Product Brand Italia 2015 a Coca Cola, che si è imposto su un panel di concorrenti di 242 brand in 33 categorie e su una short list di 15 pretendenti al premio, senza sorprese: Findus, Dash, Granarolo, Lego, Lavazza, Algida, Apple, Coca Cola, Bmw, Ace, Nike, Tono Rio Mare, Mulino Bianco, Nutella, Samsung. In sostanza una celebrazone della marca ma senza novità di rilievo, considerando che per buona parte sono brand globali, e la mancanza di quella sorpresa che – diciamolo – è componente importante della marca.

Il premio Best Brands, al debutto in Italia, è nato in Germania nel 2004 creato dal gruppo di comunicazione Serviceplan insieme a Gfk.

Gli stessi che l’hanno introdotto in Italia. Il meccanismo di valutazione mette in relazione ttraverso un algoritmo ad hoc sia il potenziale economico del brand sia il suo legame affetivo con le persone.

Silvio Silprandi, Vice Presidente GfK Eurisko Italia, entra nello specifico della metodologia. «È un processo molto articolato: l’indice finale nasce da due famiglie di indicatori. Da una parte abbiamo il ‘successo della marca’ che comprende la Market Share (cioè la quota di mercato a valore), la Loyalty del consumatore (cioè la fedeltà al brand espressa attraverso l’acquisto più frequente) e il Premium Price (cioè il livello di prezzo su cui si attesta la marca rispetto alla media della competition) e la «share of soul» che comprende la Brand Awareness (domande che rilevano il livello di familiarità con la marca}, il Brand Potentia/ Index (calcolato su una serie di domande che misurano propensione a spendere di più rispetto alle altre marche, personal relevance, attrattività, distintività e superiorità), il Cross-selling Potential (domande che raccolgono il livello di propensione all’acquisto/utilizzo di un nuovo prodotto della marca). In sostanza però l’ingrediente fondamentale di tutto il processo sono i consumatori. Sono loro a determinare sia il successo economico di una marca sia ad esprimere i dati più ‘emozionali’».

Consegnato anche il Best Corporate Brand a Ferrero (che aveva già avuto la sua consacrazione in questa categoria a febbraio in Germania). Interessante, in questo caso, la short list dei concorrenti, perché oltre a Barilla, Campari, San Pellegrino, Ferragamo, Ferrarese, Giochi Preziosi, Luxottica, Moncler, Perfetti, Pirelli, Tod’s compaiono due marchi operanti nel retail come Coop e Calzedonia.

Il prossimo anno Best Brands assumerà la sua versione definitiva con la prefazione delle tre categorie su cui è fondato, Corporale, Products e Growth.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare