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Anna Muzio

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Arimondo e Borello si affiliano a Pam, portando in dote 68 punti vendita in Liguria e Piemonte

Prevede un aumento del fatturato del 15% Pam Panorama con l’ingresso di 68 nuovi punti vendita  risultante dall’affiliazione di due importanti realtà della Gdo: Arimondo srl e Borello srl. A partire dal 1° gennaio 2019 infatti 16 punti vendita Arimondo delle provincie di Genova, Savona e Imperia passeranno all’insegna Pam e insieme a 52 punti vendita Borello della provincia di Torino, che però manterranno l’insegna “Borello Supermercati”. Per entrambi è previsto nel 2019 un piano di nuove aperture con l’impiego complessivo di oltre 250 risorse.

Questi accordi nascono dal desiderio reciproco di raggiungere importanti risultati sul mercato, con vantaggi comuni. “Siamo molto soddisfatti di aver chiuso queste due operazioni – dichiara Andrea Zoratti, Consigliere Delegato Pam Franchising – perché ci permettono di aumentare le nostre quote di mercato del 35% circa sia in Liguria che in Piemonte. Soltanto unendo le forze si riesce a competere in un mercato così complesso come quello della grande distribuzione”.

 

 

Arimondo, nata nel 1791 prevede nuove aperture

“Abbiamo scelto Pam – dichiara Roberto Arimondo – perché è una garanzia di serietà e perché con essa condividiamo molti valori, dalla grande cura per la qualità dei freschi all’italianità, fino alla massima attenzione nei confronti dei clienti e dei collaboratori. Integrità e sobrietà, centralità delle persone, rispetto e responsabilità sono, infatti, i principi alla base del nostro operato”.

Nata nel lontano 1791 a San Bartolomeo al Mare, in provincia di Imperia, Arimondo rappresenta, oggi, una realtà di grande rilievo nell’ambito retail, che ha visto l’alternarsi di tante generazioni. Tra le tappe più significative dell’azienda originaria del Ponente ligure troviamo già a metà Novecento il riconoscimento da parte della Camera di Commercio di Imperia con il “Premio al lavoro e al progresso economico” per l’attività commerciale, comprendente anche un moderno impianto di panificazione. Ma è a partire dal 1976 che la società inizia a espandersi con nuovi punti vendita a Diano Marina, compreso un laboratorio di gastronomia e pasta fresca, fino a diventare, nel 1992, l’attuale Arimondo srl, con diverse acquisizioni anche a San Bartolomeo al Mare e in altre località delle province di Genova, Savona e Imperia.

Oggi, con ricavi pari a circa 80 milioni di euro nel 2017 e oltre 400 collaboratori, ha 27 supermercati e diversi laboratori di produzione, dove trova espressione la grande esperienza di Arimondo nei prodotti da forno, dolci e panificati. Da sempre apprezzato per la vasta scelta di eccellenze locali, dalla frutta e verdura provenienti da colture del territorio, alla carne da allevamenti selezionati, Arimondo srl prevede, nel 2019, un nutrito piano di aperture ad insegna Pam nelle città di Genova, Rapallo, Sanremo, Loano, Albissola, Albenga, Alassio e Finalborgo, che creerà oltre 100 nuovi posti di lavoro.

 

Borello: 52 supemercati con un occhio a bio e free from

“È stato naturale eleggere Pam come nostro partner, – dichiara Fiorenzo Borello – perché, oltre a essere uno degli attori più importanti nel settore della Gdo in Italia, siamo animati dalla stessa passione per la qualità e dagli stessi obiettivi. Semplicità, tradizione e fiducia sono, da sempre, le caratteristiche che ci contraddistinguono e attraverso le quali puntiamo a unire i valori del passato con le molteplici esigenze dei consumatori di oggi”.

La società Borello, fondata quarant’anni fa a Castiglione Torinese, in provincia di Torino, da Fiorenzo Borello. Oggi, con ricavi pari a circa 130 milioni di euro nel 2017 e 600 collaboratori, può vantare 52 supermercati sul territorio torinese e canavese, nei quali viene data grande attenzione agli articoli a marchio “Borello”, di produzione locale, alle referenze biologiche e free from, alla lotta allo spreco alimentare e all’offerta di freschissimi di stagione.

Il format dei negozi, confortevoli e moderni, è stato premiato dall’A’Design Award and Competition per la categoria ‘Interior space and exhibition design” e dall’ADI Design Index, la prestigiosa selezione del miglior design italiano messo in produzione. Nei punti vendita vengono, inoltre, adottati impianti a basso impatto ambientale, con pannelli fotovoltaici, illuminazione a led e attrezzature a ridotto consumo energetico. Per il 2019 è previsto un piano di sviluppo della rete con un nuovo organico di circa 100 addetti e nuove aperture a Torino, San Benigno Canavese, Rivara Torinese, San Sebastiano da Po e Giaveno.

“Affiliarsi a Pam significa non soltanto poter fruire della competenza e dell’affidabilità di una realtà attiva sul territorio nazionale da ben 60 anni, ma anche poter disporre di percorsi di formazione efficaci e di un’immagine di brand forte e consolidata. Proseguiremo con i nostri piani di sviluppo per affermarci sempre di più come punto di riferimento per gli imprenditori del settore della Gdo e per tutti i nostri clienti” conclude Andrea Zoratti.

Kiabi festeggia i 40 anni con un felpa davvero “per tutti”

Arriva nei punti vendita KIABI una Capsule Collection che celebra i 40 anni dell’azienda pensata per tutta la famiglia. Si tratta di una felpa “unica” realizzata in 40 varianti di colori, 100% cotone, disponibile in 25 taglie (dal baby all’adulto) e personalizzata con la frase “la felicità mi dona” declinata in sei lingue diverse perché “la felicità non conosce frontiere”.

Il brand di abbigliamento del settore fast fashion nato in Francia nel 1978 dalla famiglia Muliez ha inoltre organizzato un contest all’inizio del 2018 invitando per la prima volta clienti e collaboratori di tutto il mondo a diventare i modelli della Capsule Collection. I vincitori selezionati hanno potuto partecipare allo shooting fotografico, realizzato ad hoc, diventando per un giorno modelli del brand francese.

Anche il prezzo è accessibile proprio a tutti: 10 euro per gli adulti e 7 euro per i bambini/bebé.

KIABI, inoltre, ha lanciato un nuovo contest internazionale (https://www.kiabi.it/grande-casting_324626) al quale possono candidarsi le donne da 0 a 90 anni. Le modelle selezionate saranno le protagoniste della campagna della nuova collezione 2019.

KIABI è il brand nato in Francia nel 1978 per iniziativa della famiglia Muliez, gruppo che ha fondato Auchan, Decathlon, Leroy Merlin e Pimkie.

Francesco Avanzini è nominato direttore generale di Conad

Francesco Avanzini è il nuovo direttore generale del gruppo Conad, carica ricoperta per 14 anni da Francesco Pugliese, che mantiene il ruolo di amministratore delegato.

Avanzini ha assunto le funzioni direttive e operative l’1 novembre scorso. In Conad è stato direttore commerciale sin dal suo ingresso, nel 2009, in occasione dell’avvio dello sviluppo della marca commerciale.

Avanzini, 55 anni, nato a Legnano (Verona), coniugato e padre di due figli, vanta un’esperienza di lavoro trentennale nel mondo del food, dagli esordi in Aia e poi in Pavesi, Barilla Alimentare, Arena, Unichips San Carlo fino al gruppo Fini.

È inoltre consigliere di amministrazione di Agecore, alleanza strategica internazionale che riunisce, oltre a Conad, la svizzera Coop, la belga Colruyt, la tedesca Edeka, la francese Intermarché e la spagnola Eroski, cui fanno capo complessivamente 23.500 punti di vendita nel Vecchio Continente con un giro d’affari di 146,7 miliardi di euro.

Da giugno 2017 ricopre la carica di presidente di Cpr System, la cooperativa leader italiana degli imballaggi in plastica a sponde abbattibili che associa tutti gli attori della filiera ortofrutticola, tra cui Conad.

Penny testa a Milano il format di prossimità

Il discount scende in centro città, adattando l’offerta e l’assortimento al pubblico della zona, lavoratori e anziani: è la nuova idea di Penny Market, testata nel punto vendita aperto a settembre in Bastioni di Porta Volta 7 a Milano. In una zona vivace, adiacente a Chinatown ma anche ai grattacieli di Porta Nuova, alla nuova Feltrinelli e all’Arena. Fatta di scuole, uffici ma anche residenti di lungo data.

Il concetto è quello dell’ambiente 3.0, adattato al contesto di una clientela urbana medio-alta. L’idea è allargare la propria proposta no frills e a buon mercato anche in contesti diversi da periferia o aree periurbane. Abbiamo visitato il punto vendita, una sorta di test per un formato di prossimità che però non rinnega la logica del discount, ma piuttosto la adatta alle esigenze della clientela di zona, con l’area manager del centro di distribuzione di Arborio Damiano Paletta. Nella fotogallery la nostra visita.

[Not a valid template]Il punto vendita di Porta Volta è dunque una sorta di test, che potrebbe in futuro essere replcato. Aperto il 27 settembre, dopo due mesi dal debutto “risponde bene e siamo in linea con le aspettative”. Anche perché il successo del format in Italia ed Europa dice che il pubblico del discount è ormai allargato a tutte le fasce e gli strati sociali della popolazione.

“Per i discount l’Italia è un territorio relativamente “vergine”, c’è ancora ampio spazio per crescere” conclude Paletta.

Sanpellegrino, 70 milioni per far crescere Acqua Panna (e il suo stabilimento)

Sanpellegrino annuncia un importante investimento su Acqua Panna: 70 milioni di euro stanziati nei prossimi 3 anni per farne la “premium still water” del Gruppo Nestlé nel mondo.

Il progetto prevede l’avvio di un Masterplan per il re-design architettonico, l’incremento di efficienza del sito produttivo di Scarperia e San Piero e un investimento in comunicazione per fare da volano a un ulteriore sviluppo del brand sui mercati internazionali. Acqua Panna, con una crescita del 13% a volume nel 2017, ha contribuito a trainare l’export del Gruppo anche lo scorso anno. Sanpellegrino ha chiuso il 2017 con un fatturato di 895 milioni di euro e, grazie a prodotti come le acque minerali Acqua Panna e S.Pellegrino e le bibite a marchio Sanpellegrino il suo giro d’affari è cresciuto del 7,8% a volume in Europa e del 14,8% a volume in America Latina.

“Vogliamo rendere lo stabilimento di Scarperia e San Piero ancora più performante – ha dichiarato Federico Sarzi Braga, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Sanpellegrino – per sostenere il business nei prossimi anni e dare uno slancio ancora più forte all’internazionalizzazione di Acqua Panna, un brand che ha superato i 300 milioni di bottiglie vendute nel mondo e ha registrato una crescita esponenziale a volume del 25%, negli ultimi cinque anni. Con questo investimento intendiamo incrementare la produzione per entrare in nuovi mercati e ampliare il bacino di distribuzione negli Stati Uniti, negli Emirati Arabi, in Russia e nei 120 Paesi nei quali siamo attualmente presenti”.

Il Masterplan, fondamentale per aumentare l’efficienza produttiva, incrementare la disponibilità di prodotto e realizzare nuovi formati, prevede interventi per rendere ancora più funzionale la linea PET esistente e affiancarle una nuova linea. Anche il layout di fabbrica sarà reso più competitivo con la realizzazione di un nuovo magazzino per lo stoccaggio dei prodotti. Il piano triennale di lavori si aprirà il prossimo anno con gli interventi sulla linea produttiva e si chiuderà nel 2021 con il re-design architettonico del sito produttivo e di Villa Panna.

Questo progetto sarà supportato anche da importanti investimenti in comunicazione per promuovere ancora di più la qualità, l’unicità e il territorio di origine di Acqua Panna nel mondo. L’obiettivo di Sanpellegrino è rafforzare il posizionamento premium di Acqua Panna nel canale Ho.re.ca. e raggiungere un nuovo target nel canale “fuori casa” attraverso nuovi formati e una comunicazione mirata. Il primo passo in questa direzione è il lancio di una nuova immagine studiata per valorizzare ancora meglio la storia del brand e il territorio d’origine. Un logo più iconico che reinterpreta gli elementi dell’etichetta: la presenza del “giglio”, la data “1564” e la parola “Toscana” con un forte rimando alle sue origini.

Il progetto è stato presentato in un incontro agli oltre 170 dipendenti (FTE) del sito produttivo dove viene imbottigliata Acqua Panna, nel quale sono intervenuti l’Amministratore Delegato del Gruppo Sanpellegrino, Federico Sarzi Braga, il Direttore della Business Unit Internazionale, Stefano Marini, il Direttore dello stabilimento, Donatella Cursi, il Responsabile delle Segreteria del Presidente della Regione Toscana, Paolo Ernesto Tedeschi e il Sindaco di Scarperia e San Piero, Federico Ignesti. Presenti anche i Sindaci del Mugello.

Tra aragoste e aspirapolveri robot cosa si sono comprati i cinesi nel Single’s Day

Il Single’s Day (il “Black Friday dei cinesi) delle meraviglie ha fatto notizia per avere segnato un nuovo record di vendite settimana scorsa, ma cosa si sono comprati davvero i Millennials cinesi l’11/11 di quest’anno? Ce lo dice questa infografica di Jd.com, che sottolinea il successo dei prodotti di alta gamma, spesso europei, con Dyson, Sephora, Hansgrohe e Grohe tra i marchi più richiesti. Creando un infografica dà anche uno sguardo dentro le loro vite. Fatte di aragoste canadesi (12 tonnellate vendute) e vasetti di yogurt (2 milioni) a tavola. Ma anche di aspetti più quotidiani come le lenti a contatto (+279% sull’anno scorso) e i profilattici (80 milioni, 5 volte in più del 2017). Cresce la voglia di viaggiare (+158% di biglietti per l’estero venduti) e di una casa tecnologica, fatta di aspirapolveri robot, frigoriferi con schermo e poltrone massaggianti. Bacardi ha sbancato aumentando le vendite di otto volte e gli orologi svizzeri Mido in due ore hanno vebduto com  in un’intera giornata.

In totale le evndite di JD.com hanno raggiunto un record di 159,8 miliardi RMB (Yuan, circa 20 miliardi di Euro) lo scorso 11 Novembre che è stato anche il primo i cui il gigate dell’e-commerce cimese ha “aperto” ai negozi fisici in una logica di partnership multicanale.

“C’è un notevole cambiamento in Cina verso la qualità rispetto al prezzo, che vediamo nel crescente numero di consumatori disposti a pagare di più per prodotti di marca e importati – spiega Lei Xu, Chief Marketing Officer di JD.com e CEO di JD Mall -. Grazie alla politica di tolleranza zero verso i falsi e alle innovazioni in settori come la tracciabilità blockchain per la sicurezza dei prodotti, JD ha guadagnato la fiducia di consumatori e marchi, ed è in una posizione unica per soddisfare tale domanda.”

JD ha venduto più di 400 milioni di articoli offerti dal suo gruppo di business Fast-Moving Consumer Goods and Foods, intercettando i nuovi gusti del consumatore cinese emergente della classe media. La quantità di cibo fresco importato venduto è raddoppiata rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’acqua minerale francese Perrier Cognac Martell hanno venduto 10 volte in più rispetto allo scorso anno, l’olio d’oliva spagnolo Betis 6 volte. I clienti hanno anche acquistato oltre 29.500 tonnellate di articoli come carne, verdura, frutta e frutti di mare.

A sottolineare la nuova strategia mutlicanale proprio il “giorno dei single” JD ha aperto il suo più grande negozio 7FRESH a Langfang, nella provincia di Hebei, accogliendo più di 10.000 clienti in una sola ora. 7FRESH è il supermercato di prodotti alimentari freschi offline di JD. Oltre a 7FRESH, il portafoglio di JD include molti altri formati di negozi, tra cui punti cendita di alimentari senza operatore.

“Dopo oltre un decennio di sviluppo della tecnologia e dell’infrastruttura per la nostra attività di vendita al dettaglio, passeremo il prossimo decennio a potenziare gli innovatori del retail online e offline – ha affermato Jianwen Liao, Chief Strategy Officer di JD.com -. Vediamo un futuro del retail senza confini e stiamo lavorando per portare i consumatori ad acquistare tutto ciò che vogliono, quando e dove vogliono”.

 

Coop con “Coop_70. Valori in scatola” celebra il compleanno dei suoi prodotti a marchio

Una mostra che è un percorso esperienziale per riflettere sulla valenza dell’atto apparentemente semplice e automatico di acquisto di cibo: è il modo scelto da Coop di festeggiare il 70 anni dal debutto delle sue private label. Una realtà da 10 linee dedicate, 2,7 miliardi di fatturato nel 2017 e che coinvolge 500 fornitori. Chiamata “Coop_70. Valori in Scatola”, l’esposizione sarà alla Triennale di Milano dal 16 novembre al 13 gennaio 2019.

Sette stazioni per i settant’anni viene ripercorsa la storia dell’Italia, dal bianco e nero del secondo dopoguerra ai pixel dell’era digitale, attraverso i prodotti a marchio. Curata da Giulio Iacchetti e Francesca Picchi con un progetto di allestimento di Matteo Ragni e Marco Sorrentino e il contributo grafico di Leonardo Sonnoli, la mostra si articola in un racconto esperienziale in cui i visitatori sono chiamati a interagire.

La prima stazione utilizza i numeri per raccontare la storia Coop, accostando i dati ufficiali – 87 cooperative associate ai 1.152 punti vendita – a curiositàcome i circa 151.000 chilometri di scontrini emessi in un anno, quattro volte il giro della Terra.

La seconda stazione, dedicata all’identitàcooperativa, èun’immersione nella progettazione di due maestri della cultura grafica: Albe Steiner che insieme alla moglie Lica fu incaricato di disegnare il logo Coop e di lavorare alla progettazione del primo magazzino cooperativo a libero servizio a Reggio Emilia e Bob Noorda che negli anni Ottanta compie un’importante rivisitazione dell’immagine cooperativa. L’esposizione raccoglie molti materiali dell’epoca tra cui un bellissimo reportage di Paolo Monti, gli studi sul marchio, i primi packaging dei prodotti Coop, il design delle divise dei commessi, i sacchetti della spesa.

Le due installazioni seguenti ruotano attorno al tema del presidio delle filiere di produzioni e al tradursi dei valori in realtàquotidiana. Tre tipici prodotti – pasta, pomodoro, olio – in dimensione oversize aprono al loro interno spazi di visibilitàai volti e alle testimonianze di chi lavora a monte della filiera. Risponde alla stessa necessitàil gioco metaforico della spesa dei valori, ideato dal collettivo di giovani designer Sovrappensiero Design Studio: i visitatori sono chiamati a scegliere e a portare idealmente con sé i valori rappresentati – sicurezza, etica, ecologia, bontà, convenienza, trasparenza – distruggendo nel contempo i disvalori.

Nella quinta stazione un carosello proietta i refrain storici: la proto pubblicitàdi Ugo Gregoretti, l’interpretazione di Peter Falk come Tenente Colombo, gli intellettualismi di Woody Allen, gli spot di Luciana Littizzetto, le strisce recentissime di Makkox; l’ereditàdi Expo nel supermarket del futuro progettato da Carlo Ratti e autentiche raritàcome il progetto di menùspaziale predisposto da Coop nel 2004 per gli astronauti della base orbitale russa Soyuz. A questi si affianca, nella sezione Spot&Slogan, una sequenza di manifesti che sintetizzano le immagini e le parole che hanno rappresentato nelle piazze e alla televisione l’agire del movimento cooperativo dal 1948 al 2018. L’excursus immersivo della cooperazione di consumatori si conclude con la Fattoria Cooperativa, ispirata alle attivitàdi educazione al consumo consapevole che ogni anno coinvolge decine di migliaia di ragazzi e ragazze – 234 mila nel 2017- delle scuole italiane.

Al termine della mostra i visitatori possono prendere parte a un’installazione interattiva scattandosi una fotografia volta a comporre un wall.

“Siamo il piùgrande distributore di cibo in Italia ma siamo anche un’impresa che produce cibo – spiega Marco Pedroni, Presidente Coop Italia -. Questa storia lunga 70 anni lo dimostra; èuna storia che parte dal primo panettone e arriva ai 4.500 prodotti di oggi, si interfaccia con le trasformazioni dei consumatori, con la nascita di nuove esigenze, come il biologico, il no ogm, l’antibiotic free, che in certi casi abbiamo anticipato, in altri assecondato. Ma raccontare i prodotti significa entrare nello spirito della cooperazione. Ciò che ci ha convinto della proposta di Iacchetti  èil fatto che cerca di esprimere un modello di economia che èinclusivo, circolare, condiviso”.

Con un nuovo pallet di plastica Conad vince il premio “Il logistico dell’anno 2018”

Ridurre il danneggiamento dei prodotti, limitare i disservizi nel punto di vendita, evitare gli sprechi alimentari e la conseguente produzione di rifiuti: sono gli obiettivi alla base del progetto che Conad ha sviluppato assieme a Cpr System, partner storico nella gestione in comune di pallet e imballaggi riciclabili per il trasporto di prodotti.

Grazie a un nuovo pallet in plastica (polipropilene riciclabile al 100%), leggero e inforcabile per sollevamento, è stato possibile gestire al meglio la distribuzione dei prodotti deperibili a proprio marchio (salumi e formaggi). Il nuovo supporto consente di ridurre il peso complessivo della colonna di carico costituita da più pallet, aumentando al contempo la superficie di appoggio sull’elemento sottostante. Ma è anche un esempio di economia circolare, messo a punto per riutilizzare i materiali in successive fasi o cicli, riducendo gli sprechi ed evitando l’abbattimento di alberi per produrre pallet in legno.

Il progetto è valso a Conad il premio “Il logistico dell’anno 2018”, riconoscimento che Assologistica attribuisce ogni anno alle imprese che più fanno innovazione nel settore.

“Conad ha posto in questi ultimi anni una forte attenzione ai temi dello sviluppo sostenibile. L’impegno è cresciuto ed è evidenziato da tutte le iniziative messe in atto per ridurre l’impatto ambientale delle attività di distribuzione – spiega il direttore supply chain Conad Andrea Mantelli –. Il successo dei prodotti Conad è dovuto a un insieme di fattori: qualità, attenzione alla selezione dei fornitori, controlli sulla filiera, convenienza, ma anche ottimizzazione dei flussi distributivi. Elemento, quest’ultimo, su cui abbiamo lavorato molto, in chiave di centralizzazione logistica e di sviluppo di progetti innovativi. Il premio è il riconoscimento del nostro impegno in materia di sostenibilità e di un progetto che migliora la qualità dell’ambiente migliorando le modalità di trasporto”.

In un viaggio di rifornimento si possono caricare in media 120 nuovi pallet con una riduzione di 2.200 chilogrammi sul totale trasportato rispetto a quelli tradizionali in legno, a tutto vantaggio di una maggiore quantità di prodotto caricabile. In questo modo, inoltre, si riduce del 20% l’incidenza di prodotti danneggiati, evitando il reso e di generare rifiuti (legno e chiodi).

È soprattutto l’ambiente a trarne vantaggio: le emissioni di gas serra – ovvero di CO2 – legate ai trasporti si riducono del 42 per cento rispetto al tradizionale sistema con bancali in legno a causa della minor massa dei pallet in plastica, ai maggiori quantitativi trasportabili di prodotto e, dunque, al minor numero di viaggi degli automezzi.

“La partnership con Conad ci ha consentito di sviluppare importanti progetti finalizzati a preservare la qualità dei prodotti freschi e la sicurezza alimentare, ottimizzando i trasporti, rendendoli più efficienti e riducendone l’impatto ambientale – sottolinea il presidente di Cpr System Francesco Avanzini –. Cpr nasce sostenibile e consideriamo la sostenibilità un’opportunità anche per lo sviluppo economico del Paese. Il premio corona un impegno di lunga data, che portiamo avanti per fornire alla moderna distribuzione le risposte migliori e più efficaci, in un’ottica di economia circolare che è sempre più il nostro carattere distintivo”. 

Penny Market lancia myBio, prima linea biologica di vegetali “brutti ma buoni”

Penny Market lancia la sua prima linea di ortofrutta biologica, 100% italiana, e lo fa in modo innovativo: myBio è infatti la prima linea bio di sei referenze buoni ma esteticamente imperfetti, pensata per avvicinare a questa tipologia di prodotti più costosi anche fasce di consumatori che finora se ne erano tenuti lontani, per motivi economici.

Sei le referenze lanciate da oggi sugli scaffali dei punti vendita italiani, primi ad accogliere la nuova linea, scelti tra le referenze stagionali più popolari: zucchine, limoni, pomodori a grappolo, patate, mele e carote. Anche il packaging è stato realizzato appositamente per la linea: è biodegradabile e compostabile.

La riflessione è nata da un lavoro condiviso tra tre attori che appartengono ad ambiti diversi: oltre a Penny Market, l’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano e Banco Alimentare – che hanno deciso di guardare al food waste come a un’anomalia di sistema. Che porta, ad esempio, il 12% delle eccedenze nella produzione a causa dalla non conformità agli standard estetici richiesti dal mercato. Prodotti perfettamente edibili e conformi ai requisiti di legge in materia di sicurezza alimentare, ma che per motivi estetici (dimensione fuori standard, colorazione della buccia, segni della grandine, deformità) sono scartati prima ancora di entrare nel circuito della distribuzione, non arrivano mai a scaffale.

In Italia ogni anno, secondo i dati di una ricerca condotta dal Politecnico di Milano, vengono sprecate 5,1 milioni di tonnellate di cibo, il 15,4% dei consumi annui alimentari, con un impatto economico di 12,6 miliardi di euro e ambientale di 13 milioni di tonnellate CO2 equivalenti emesse.

Il costo dello spreco alimentare, però, non si esaurisce nel solo costo per la realizzazione del prodotto, ma comprende anche quello previsto per il suo smaltimento. Infatti, lo spreco dipende per il 53% dalle aziende della filiera e per il restante 47% dai consumatori.

“Siamo orgogliosi di presentare la nuova linea “MyBio Bellezze Naturali” che è solo l’ultimo tassello di un approccio più vasto legato alla sostenibilità, ha proseguito Gotthard Klingan, Amministratore Delegato di Penny Market. Quest’ultima iniziativa rappresenta una strada per incidere in profondità nella lotta allo spreco, permettendoci al contempo di garantire ai consumatori un assortimento di prodotti alimentari genuini e naturali”.

“Da anni collaboriamo con le persone di Penny Market, per il recupero di eccedenze alimentari non deperibili e fresche; inoltre, lo scorso anno, con il progetto ‘Dona un SorRISO!’, PENNY MARKET ha devoluto a Banco Alimentare 15.000 chili di riso, pari a 150.000 porzioni – ha aggiunto Andrea Giussani, Presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus -. Nella lotta allo spreco di cibo, siamo lieti di vedere crescere ogni iniziativa contro la cultura dello scarto e la sua limitazione in ogni segmento della filiera, proponendo stili di consumo più sostenibili e rispettosi del lavoro dell’uomo. Sensibilizzare i consumatori, tramite nuove opportunità di acquisto più responsabile, è un contributo importante da parte di Penny Market, per riformare ancora più efficacemente il modello della attuale filiera alimentare”. Attivo dal 1989, Banco Alimentare solo nel 2017 ha aiutato oltre 1 milione e mezzo di italiani attraverso circa 8.000 strutture caritative convenzionate, grazie alle quali ha distribuito più di 91.000 tonnellate di cibo destinate alla discarica. Tutto questo è stato possibile grazie ai 1.800 volontari di tutta Italia.

È il modello che deve cambiare prospettiva, mostrando come la lotta agli sprechi e la commercializzazione di prodotti 4B – brutti, buoni, bravi, biologici – può essere considerato un vantaggio competitivo, soprattutto per i piccoli produttori che hanno la possibilità di far conoscere anche all’estero la propria frutta e verdura: Campina Verde è l’azienda del Gruppo Rewe – lo stesso al quale appartiene Penny Market – che si occupa di far conoscere i prodotti biologici italiani in tutta Europa, svolgendo un ruolo di collettore nella distribuzione di prodotto, anche di piccoli quantitativi, nonché nell’internazionalizzazione del biologico, al fine di consentire la distribuzione dei prodotti anche di  fornitori di minore dimensione, che diversamente non potrebbero accedere al mercato internazionale.

In vendita da Carrefour il libro di fiabe filastrocche scritto dalle hostess di cassa

Corporate Social Responsibility significa anche coinvolgere i dipendenti in modo che esprimano creatività e talenti: così almeno la pensa Carrefour Italia che con il progetto “Storie che nutrono” si imepgna sul fronte della sostenibilità e della valorizzazione delle risorse umane, celebrando al contempo anche quest’anno la Giornata internazionale delle Hostess di Cassa.

A partire dal 14 novembre, infatti, sarà possibile acquistare in oltre 1.000 punti vendita della rete Carrefour Italia, “Storie che nutrono”, l’album di fiabe e filastrocche da colorare, dedicate al tema della corretta alimentazione. Il libro è stato realizzato con il prezioso contributo delle hostess di cassa di Carrefour Italia, autrici delle fiabe pubblicate, e dell’illustratrice Giulia Tassinari, che ne ha curato le immagini.

Parte del ricavato verrà destinato a NutriAid international, network internazionale di organizzazioni medico-umanitarie indipendenti impegnate dal 1996 nella lotta contro la malnutrizione infantile, con il quale Carrefour Italia, da tre anni, sta portando avanti diversi progetti, tra cui la realizzazione dell’ospedale materno-infantile Divine Providence a Loul Sessène, in Senegal.

Durante le scorse edizioni, infatti, grazie al progetto “Mai più senza cibo”, Carrefour Italia ha ricavato oltre 65.000 euro dalla vendita delle ricette redatte dalle hostess di cassa, per sostenere l’emergenza cibo in Kenya. Nel 2017 sono stati raccolti 85.000 euro grazie alla vendita dei calendari realizzati direttamente dalle hostess di cassa ritratte tra i banchi dei loro supermercati nell’ambito del progetto in Senegal, che ha permesso di iniziare la costruzione della struttura ospedaliera che vedrà il suo completamento a fine 2018.  Questa speciale iniziativa, in linea con la visione di Carrefour di educare il consumatore ad un’alimentazione corretta e responsabile, è un ulteriore traguardo che rientra nell’ambito del programma di “Act for food”.

Per la speciale ricorrenza, numerosi nei punti vendita su tutto il territorio italiano, si sono organizzati eventi a tema fiabesco che vedranno i figli di collaboratori di Carrefour e bambini di scuole e asili protagonisti di molte attività come i racconti ad alta voce delle fiabe o rappresentazioni artistiche e teatrali.

“Il 14 novembre è la giornata internazionale delle hostess di cassa voluta dal Gruppo Carrefour per valorizzare il fondamentale impegno e celebrare il ruolo di Cassiere e Cassieri di tutti i paesi.  Siamo felici di riscontrare anche per quest’anno grande entusiasmo e una forte adesione e partecipazione diretta a tali iniziative da parte dei nostri collaboratori. I dipendenti coinvolti sono orgogliosi di poter offrire un contributo concreto per i progetti proposti e impegnandosi in prima linea per vederli realizzati” dice Giuseppe Bellizzi, Responsabile Nazionale Casse.

“Siamo fieri di sostenere anche per quest’anno NutriAid nella raccolta di fondi e dare un contributo concreto alle comunità bisognose. I progetti avviati nelle scorse edizioni e i risultati raggiunti grazie all’ampia partecipazione dei clienti e dei nostri collaboratori, sono la prova tangibile ed evidente del sostegno di Carrefour Italia al sociale. Questo si inserisce anche nella più grande mission della transizione alimentare, che ci vede impegnati nella diffusione di un consumo alimentare sostenibile, responsabile e accessibile a tutti” aggiunge Alfio Fontana, Responsabile Corporate Social Responsibility Carrefour.

“Grazie a tale collaborazione, NutriAid e Carrefour contribuiranno a ridurre la malnutrizione infantile in un Paese dove ancora il 38% dei bambini soffre di patologie legate ad una scarsa o errata nutrizione. Grazie ai fondi raccolti, l’ospedale diventerà una struttura di riferimento per la salute materno-infantile nell’area di Loul Sessène“ conclude Antonella Demarchi, Direttore NutriAid International.

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