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Inalpi presenta la nuova linea premium di formaggi Dop della Valsassina

Inalpi, in partnership con la Daniele Invernizzi, lancia sul mercato una nuova linea di formaggi DOP della Valsassina, utilizzando la location di TuttoFood come palco d’esordio. Quattro le referenze proposte:

Latteria di Conca:

Prodotto sia sugli alpeggi che nelle latterie. Il suo nome deriva dal peculiare processo produttivo. I bergamini, infatti, lasciavano riposare il latte munto la sera in «conche di rame» immerse nell’acqua di fonte, per essere scremato. A questo latte «scremato» veniva aggiunto il latte intero del mattino: così si otteneva un formaggio a basso contenuto di sostanze grasse.Latteria di Conca 1

Prodotto di buon sapore, con gusto caratteristico, dolce, quando la stagionatura è fresca (2 mesi dalla produzione). Sistema di lavorazione come quello del Grana. Al taglio, presenta un colore giallo paglierino.

Latteria Petit:

Prodotto secondo lo stesso metodo seguito per il Latteria di Conca ma in formato più piccolo.

 

Stracchino Quadro a Latte Crudo:

Fra i formaggi tipici della Valsassina, lo stracchino quadro a latte crudo è tra i più conosciuti, grazie alla stagionatura in grotta. Si tratta di formaggio grasso, ottenuto da latte vaccino intero, ad acidità naturale e a maturazione rapida. La pasta è morbida e fusibile al palato: molle subito sotto la crosta, più compatto e leggermente friabile verso l’interno.Al giusto grado di maturazione, che avviene in grotte naturali caratterizzate da umidità e temperature costanti tutto l’anno, il sapore tende al dolce con retrogusto leggermente acidulo.

Robiola di Monte:

Mentre quella prodotta a livello industriale è realizzata con latte pastorizzato e con aggiunta di fermenti selezionati.

Robiola di Monte 2Quella Inalpi è preparata con latte crudo come si faceva una volta. Quindi, molto dipende dall’esperienza del casaro.

 

Inalpi e il suo impegno per una filiera certificata. Ce ne parla l’AD Ambrogio Invernizzi

«Il marchio è ricchezza e forza». Ambrogio Invernizzi, AD di Inalpi non ha dubbi in proposito.

«Per questo, ci spiega, bisogna difendere questo patrimonio e investire per tutelarlo».

Esattamente quello che la sua azienda sta facendo in maniera sistematica, lavorando a 360° per garantire ai consumatori qualità certa, garantita e costante. Un impegno intenso di cui si è avuto modo di conoscere approfondire molti aspetti nel corso della fiera TuttoFood.

«Vede – ci spiega Invernizzi- oggi è fondamentale rassicurare i clienti sul fatto che siamo in grado di esercitare un controllo totale dell’intero ciclo produttivo del nostro latte.

Così abbiamo deciso di andare oltre i controlli previsti per legge: Inalpi ha infatti optato per effettuare con cadenza giornaliera tutti gli esami (tossine, antibiotici, enzimi ecc.) e di dotare tutti i mezzi di una strumentazione ad hoc per procedere ai prelievi direttamente in stalla.

Un meccanismo complesso e a elevato contenuto tecnologico, che prevede anche un sistema di incentivi per gli allevatori più ligi e delle penalità per i non adempienti».

Immagino che l’investimento necessario a mantenere standard così elevati non sia stato da poco…

Infatti: parliamo di 800 mila euro annui in più rispetto agli investimenti standard necessari per allinearsi al tradizionale sistema di controlli.

Il prossimo step?

Attualmente stiamo lavorando ad un protocollo di filiera, che coinvolge un’azienda del calibro della Ferrero e le due cooperative nostre fornitrici. L’obiettivo è quello di perfezionare ulteriormente l’aspetto della sicurezza e di migliorare l’operatività dell’allevatore, fornendo un vademecum dettagliato che spazi dalla tipologie dei mangimi al trattamento dei capi di bestiame, fino alle modalità più corrette per la mungitura. Il traguardo che ci siamo prefissati per il 2015 è quello di certificare la filiera.

Inalpi a Expo 2015: quali le iniziative?

Saremo presenti all’interno del padiglione di Federalimentare per tutta la durata dell’evento. Il nostro spazio sarà animato da un plastico della Lego a dalle creazioni di Ugo Nespolo. E naturalmente, abbiamo anche in carnet una serie di eventi che animeranno i sei mesi dell’Esposizione Universale.

Si è chiusa l’era delle quote latte: quali le conseguenze per voi?

Beh, qualche disagio c’è stato. Si è infatti registrato un aumento dei volumi prodotti che in media si è attestato intorno al 9-10%, ma che in alcuni casi è schizzato anche al 30%.

Il risultato è che ci siamo trovati con degli esuberi quantitativi non programmati. Per gestire la situazione si è stabilito che tale surplus (che per legge siamo tenuti a ritirare) dovrà però essere venduto a prezzo di mercato e non secondo gli accordi stipulati in precedenza sui quantitativi previsti a suo tempo.

TuttoFood ha contribuito a dare visibilità al vostro progetti di filiera e al vostro impegno per la sicurezza alimentare, ma è stato anche un trampolino di lancio per la vostra ultima novità…

Infatti: in anteprima abbiamo presentato la nostra linea d’alta gamma, realizzata in partnership con l’azienda di Daniele Invernizzi. Si tratta di quattro referenze DOP della Valsassina, che presto avranno distribuzione nazionale. Una nicchia interessante che speriamo trovi un volano importante nei sei mesi dell’Esposizione dedicata all’alimentazione. (Carmela Ignaccolo – Twitter: @carmelaignaccol )

GS1 Italy: la condivisione delle informazioni coinvolge anche il consumatore

Soluzioni e servizi di sistema finalizzati ad aumentare efficienza ed efficacia in tutti i processi di interfaccia tra fornitore e distributore. È quanto fa GS1 Italy | Indicod Ecr per la filiera del largo consumo, e a questi argomenti ha dedicato un convegno nel corso dell’edizione di Tuttofood appena conclusa.

I servizi Immagino e Catalogo elettronico – GS1 GDSN hanno infatti questa finalità: offrire alle aziende un unico modello di condivisione e comunicazione delle informazioni di prodotto nel rispetto delle recenti disposizioni normative.

Queste soluzioni contribuiscono inoltre a migliorare anche il trasferimento di informazioni al consumatore finale, che grazie al progetto GS1 Source e alla tecnologia dei dispositivi mobile potrà beneficiare di informazioni di prodotti provenienti da fonti note ed attendibili.

 

Alla Cascina Triulza- Expo Plef discute del “senso ritrovato”

© 2015 Alberto Prina > Cascina Triulza

All’interno di Expo 2015 Cascina Triulza è il luogo di riferimento delle organizzazioni ella società civile, il laboratorio, crediamo, dove sarà più forte e più diretto il legame con il tema dell’Esposizione universale “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

“É il primo Expo che dedica un Padiglione alla Società Civile. Ognuno deve fare il suo per costruire un mondo migliore. Basti pensare che solo nei prossimi dieci anni il gap tra domanda e offerta di cibo si acuirà del 20%. Non possiamo tollerare che donne, uomini e peggio bambini muoiano di fame. A Expo, dentro Cascina Triulza portiamo i valori del territorio, della persona, dell’inclusione. La nostra partecipazione é una scelta valoriale convinta“, ha dichiarato Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative.

Tra i protagonisti di Cascina Triulza Plef (Planet life economy foundation), che si occupa di dare concretezza ai principi della Sostenibilità inseriti nelle dinamiche dell’impresa, Plef organizza il progetto “Il senso ritrovato“, insieme a 5 imprese romagnole associate e sponsor del progetto (Curti spa, Stafer Spa, Gruppo Erbacci, Coop. Zerocento e Mpr), e a 12 organizzazioni no profit che porteranno la loro testimonianza all’interno degli altrettanti appuntamenti organizzati in Cascina Triulza nel corso dei 6 mesi.

Si comincia il 13 maggio con la giornata dell’Economia sul tema Una nuova economia è possibile. Le economie sostenibili si incontrano, con un programma che al mattino affronta il tema della responsabilità sociale dei territori attraverso il rapporto che le imprese hanno con i consumatori, fornitori e la comunità dei Paesi di approvvigionamento. Verranno presentati i risultati del progetto “mobilitarsi per una nuova economia”, dando vita a un dibattito pubblico su come è possibile creare reti territoriali partendo dalle specificità dei singoli territori. Nel pomeriggio uno spettacolo teatrale e un dibattito pubblico spiegheranno come i cittadini possono incidere sul comportamento delle aziende, facendo cambiare convenienze e strategie sostenibili

Out of stock? Iri propone Osa, per intercettare e ridimensionare il fenomeno

Nell’attuale contesto di mercati stagnanti recuperare efficienza riducendo il fenomeno di Out-of-Stock nel punto vendita è una esigenza primaria in quanto rappresenta una delle maggiori opportunità di crescita per le aziende del Largo Consumo. È stato infatti stimato che solo il 4% delle esperienze di acquisto, quelle che gli anglosassoni chiamano shopping trip, è portato a termine con totale successo e con la realizzazione delle aspettative espresse prima dell’ingresso nel punto vendita. Accade infatti che i consumatori siano costretti a rinunciare ad alcuni prodotti presenti nella lista della spesa semplicemente perché non disponibili sullo scaffale. Questo comporta l’attivazione di strategie alternative da parte del consumatore che spesso si rivelano essere dolorose per le marche: si tratta infatti di un rischio di perdita della vendita nel 73% dei casi.

IRI_Logo_2013

Nell’attuale scenario caratterizzato una forte pressione competitiva queste perdite sono un rischio che le aziende non possono permettersi di correre. Ed è in questo contesto che si inquadra la soluzione OSA – IRI Optimal Shelf Availability – strumento in grado di intercettare e dimensionare il livello di Out-of-Stock nei punti di vendita della Distribuzione Italiana.

Un aiuto importante per le organizzazioni commerciali, infatti la conseguente riduzione delle vendite perse genera un effetto positivo fino a 2/3 punti percentuali sul conto economico senza intervenire con significative e costose variazioni nei sistemi e processi esistenti.

Optimal Shelf Availability è il primo standard italiano per la misurazione continuativa delle rotture di stock nei punti di vendita. Infatti IRI ha lavorato con Indicod-ECR Italia alla definizione di metriche condivise per misurare continuativamente e secondo parametri oggettivi il fenomeno dell’Out of Stock all’interno dei canali della distribuzione moderna italiana ed aiutare le aziende ad adottare in modo strutturato azioni ed interventi mirati per prevenire questa problematica.

L’indicatore che misura il livello di servizio è il tasso di Disponibilità (Availability), ma il numero più frequentemente citato è il tasso di Out-of-Stock, che ne rappresenta il complemento a 100. La metrica che ne stima l’impatto economico è la % di vendite perse, ovvero l’incidenza delle vendite attese nei casi di Out-of-Stock sul totale delle vendite.

Vari sono i fattori che influenzano il fenomeno, dai tassi di rotazione del prodotto al format distributivo, dalla stagionalità alle attività promozionali, dai potenziali distributivi all’efficienza di filiera. Nella misurazione tutte queste componenti devono essere considerate come variabili di modello e come chiavi di rappresentazione.

I primi risultati del Barometro OSA evidenziano come nel 2014 nella distribuzione moderna il tasso medio di Out-of-Stock del Largo Consumo Confezionato sia stato pari al 3,5%, con valori più alti per i comparti bevande e fresco. Il rischio di non disporre di prodotto a lineare è più frequente in condizioni normali che promozionali (3,8% vs 1,4%) e negli Iper più che nei Super (4,3% vs 3,4%).

Alla luce di questi dati l’intervenire per ridurre le occorrenze di Fuori Stock risulta di assoluta priorità – un recupero di un solo punto di availability si traduce in circa 2 miliardi di Euro di fatturato per il sistema.

 

La nuova sede di Molino Vigevano guarda al Nord Europa

Molino Vigevano specializzato nel segmento delle miscele per preparazioni dolci e salate a base di farina, ha inaugurato il 4 Maggio una nuova sede di 5000 mq a Torre d’Isola, in provincia di Pavia. Marchio simbolo della tradizione molitoria italiana, Molino Vigevano è stato acquisito nel 2013 dal Gruppo Lo Conte, top player nel settore delle farine speciali dal 1980.

IMG_1420La nuova sede, guidata da Fabrizio Lo Conte, Amministratore Delegato Molino Vigevano, è un centro di produzione specializzato nelle farine speciali e accoglie anche uffici amministrativi, commerciali e direzionali del Gruppo Lo Conte, che a Tuttofood si è presentato con l’intera gamma dei suoi marchi

Posizionato in una zona strategica e con un magazzino di circa 3000 mq, lo stabilimento rappresenta per il Gruppo Lo Conte anche un importante centro di distribuzione, nel Nord Italia e all’estero, dei prodotti, consumer e professional, di tutti i suoi marchi: Le Farine Magiche, Decorì, Molino Vigevano. Un polo distributivo che si aggiunge a quello presente a Frigento (AV) e a San Benedetto del Tronto (AP) per una distribuzione capillare in tutta Italia, da Nord a Sud e oltre i confini nazionali.

La nuova sede garantisce al Gruppo Lo Conte una maggiore flessibilità produttiva e, vista la posizione strategica in cui è collocata, una maggiore tempestività di consegna dei prodotti nel Nord Italia e nel Nord Europa, tappa importante nel percorso di espansione internazionale dell’azienda, che oggi ha un export di circa il 5% del fatturato totale. Grazie infine agli investimenti in nuove tecnologie introdotte in produzione, la nuova sede consentirà di innalzare ulteriormente gli standard qualitativi che da sempre accompagnano i prodotti a firma Lo Conte.

Cantina Cielo e Terra oltre la metà va all’export con vini “leggeri”

Punta sulla tendenza a privilegiare vini freschi e leggeri, a bassa gradazione alcolica, e vince all’estero, mantenendo le sue posizioni nella GDO italiana: con questa strategia la veneta Cantina Cielo e Terra, per la prima volta, vede salire la quota delle sue esportazioni oltre il 50% e raggiungere il 40esimo posto nella classifica annuale delle 100 cantine italiane d’eccellenza realizzata dal Corriere Economia.

In un anno che segna un calo nei consumi di vino sul mercato interno, la Cantina Cielo e Terra mantiene sostanzialmente invariato il suo fatturato che si assesta sui 38 milioni di euro e conta su una salda posizione nella GDO, con la linea Freschello, il vino dalla bassa gradazione alcolica e d’uso quotidiano da quasi 10 anni più venduto nella categoria 0,75 l. E proprio da questa linea, nell’ultimo anno, arrivano grandi soddisfazioni per la Cantina che segna una crescita a due cifre del Freschello Extra, lo spumante di soli 9,5% vol. che piace in Italia ma è anche molto apprezzato all’estero, specialmente tra i consumatori turchi e cinesi.

Distribuita in oltre 60 paesi, l’azienda ha registrato lo scorso anno un incremento del 25% delle vendite in USA proseguendo la corsa in questo mercato che, negli ultimi due anni, è cresciuto del 40%, al quale si affianca la performance in Gran Bretagna (+25%) e la buona presenza sui mercati del Giappone e Cina.

Pierpaolo Cielo.
Pierpaolo Cielo.

“In quattro anni, il nostro export è cresciuto di 11 punti – afferma Pierpaolo Cielo, direttore marketing – e questo risultato conferma la nostra vocazione internazionale e fa delle esportazioni il driver di crescita sul quale contiamo, nel 2015, di aprire, con la rivalutazione del dollaro, nuove possibilità di sviluppo in tutti questi mercati che apprezzano un prodotto simbolo dello stile italiano, adatto a chi vuole affrontare la vita con leggerezza”.

All’indomani dell’apertura di EXPO 2015 Cielo e Terra e i suoi 1400 soci testimoniano come la viticoltura ecosostenibile, sicura, controllata in tutta la filiera e attenta ai consumi di materie prime come l’acqua, bene primario per “Nutrire il Pianeta”, siano oggi, nel competitivo mercato internazionale, scelte realizzabili e vincenti.

Con la crema di yogurt al lampone Loacker mette la frutta nel wafer

Frutto della combinazione di flamponi e crema allo yogurt, i nuovi wafer  Loacker Speciality Lampone-Yogurt saranno disponibili dal prossimo giugno e costituiscono il primo gusto fruttato della linea Specialty Wafer, che si aggiunge ai gusti Espresso, con crema al caffè, e Dark-Noir, con crema al cioccolato fondente e cialde di wafer arricchite al cacao.

La crema è ottenuta con lamponi, senza aggiunta di coloranti, grassi idrogenati né aromi artificiali. Il packaging attraente e dai vivaci colori è in materiale riciclabile e preserva il prodotto dall’umidità.

Due i formati previsti. La confezione da 150 grammi con 21 wafer e quella da 37,5 grammi con 9 wafer in multipara da 5 confezioni.

 

Per le latterie del’Alto Adige il 2014 è stato positivo

Con la fine dell’epoca delle quote latte, il settore lattiero caseario cambia prospettive e la competizione sul mercato diventa un fattore cruciale per il mantenimento delle imprese: la produzione è prevista in crescita, premiando alcune zone di produzione e alcuni produttori a scapito di altri. E gli effetti, uniti alla crisi economica e all’embargo russo si sono già sentiti.

Il caso del comparto lattiero-caseario dell’Alto Adige è emblematico del nuovo scenario che si è aperto.

Nel corso del 2014 il fatturato del settore in Alto Adige è aumentato dell’1,3% a 451 milioni di euro con un prezzo pagato agli allevatori leggermente aumentato a 49,88 centesimi/kg (al netto dell’IVA).

Per Joachim Reinalter, presidente della Federazione Latterie Alto Adige, è chiaro che le latterie devono realizzare il loro fatturato operando sul mercato, ma, afferma, «La politica ha l’obbligo di sostenere il settore lattiero-caseario approntando le condizioni operative per contrastare una concorrenza sempre più agguerrita. Per consentire agli agricoltori di continuare a produrre c’è bisogno di prezzi che tutelino il settore agricolo. Nelle zone montane non è possibile produrre latte ai prezzi competitivi degli mercati mondiali».

Elemento di forza delle latterie altoatesine è, secondo Reinalter, l’uso di materie prime controllate appezzate dai consumatori. La Federazione Latterie Alto Adige è un organo di controllo indipendente che sorveglia l’intero ciclo dalla produzione del latte al prodotto finito pronto per il mercato. Nel 2014 il laboratorio della Federazione Latterie Alto Adige ha analizzato 3.000 campioni di latte crudo al giorno pari a un totale annuo di 5 milioni di analisi, controllato 16.000 prodotti lattiero-caseari e svolto circa 60.000 analisi.

Gran parte dei settori della produzione lattiero-casearia ha registrato uno sviluppo positivo. Con un aumento del 5,1%, in cima alla classifica vi è la produzione dello yogurt con 126 milioni di chilogrammi. Per Reinalter una notizia ulteriormente positiva se si considera che in Italia la produzione dello yogurt è calata del 2%. Sul mercato si affermano con successo anche le tante varietà di formaggio con un aumento della quantità del 4% per un totale di 20 milioni di chilogrammi. In particolare la quantità di formaggi freschi come il mascarpone e la ricotta è aumentata del 6%. Una nicchia interessante è quella del latte di capra che ha registrato una crescita del 33% arrivando a 0,8 milioni di chilogrammi trasformati in latte fresco, formaggio, yogurt e burro.

Granarolo con Epta firma una vetrina per comunicare la Milk experience

Nasce nel nome della sostenibilità, dell’innovazione e della qualità l’alleanza tra GranaroloBanco Ouverture_Granarolo_Boutique_prospettiva_01 ed Epta per Expo 2015.

Nello specifico Epta, gruppo multinazionale specializzato nella refrigerazione commerciale, con i suoi marchi Costan e Iarp, ha progettato soluzioni refrigerate grazie alla collaborazione attiva con il Dipartimento di Ricerca e Sviluppo di Granarolo e gli studenti del Prof. Giorgio De Ponti del Laboratorio Smart Packaging del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica, “Giulio Natta” del Politecnico di Milano.

Le due soluzioni create da Epta riprendono e sviluppano le linee guida di Granarolo per illustrare la Milk Experience.

In dettaglio, la soluzione “Boutique” propone una nuova modalità di esposizione e vendita dei vasetti singoli di yogurt, che vengono posizionati orizzontalmente all’interno di speciali dispenser girevoli, personalizzabili nel colore e nelle dimensioni ed in grado di presentare oltre 250 articoli contemporaneamente. Il sistema, si distingue per un’estrema sostenibilità: la struttura è infatti realizzata in materiale riciclato ed è stata studiata al fine di eliminare il packaging di cartone delle confezioni tradizionali, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale.

Questa disposizione, che rende immediatamente visibile il coperchio del prodotto, agevola il riconoscimento del brand e la lettura degli ingredienti, per guidare il consumatore nella sua scelta. Inoltre, al fine di supportare una nuova tipologia di Clienti più attenti, informati e responsabili, Epta ha integrato all’interno dell’arredo un tablet che veicolerà contenuti e valori educativi legati alla filiera, alla qualità e al rispetto delle risorse. Infine, gli espositori assicurano un notevole risparmio di tempo durante le fasi di stoccaggio e di rifornimento.

La seconda soluzione che Epta ha studiato in esclusiva per Granarolo è un innovativo banco che riunisce, nel medesimo spazio espositivo, la vendita di prodotti freschi e surgelati.

 

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