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Santàl risponde all’esigenza di naturalità con la nuova linea 100% frutta, 100% bio

Santàl propone oggi una linea ideale per chi ricerca prodotti naturali e genuini con la rassicurazione di un marchio storico.

La richiesta di prodoti biologici, da parte dei consumatori, è in continua ascesa  tanto che negli ultimi 4 anni (dati IRI) il fatturato è raddoppiato.

Il merito di questa impennata va certamente all’incremento della domanda, ma anche alla progressiva differenziazione dell’offerta da parte delle aziende.

Un trend difuso in cui si innesta il nuovo lancio di Santàl: la linea di 100% frutta, 100% biologica. Sono tre i gusti che la compongono: ACE, pera ed arancia.

Il gusto ACE rappresenta  la più alta espressione della gamma grazie ad una esclusiva ricetta di sola frutta interamente biologica. Dunque no aromi, zero conservanti o coloranti e senza zuccheri aggiunti.

Le centrifughe

Per restare in tema di naturalità e per rispondere ai desideri dei consumatori, Santàl mette in pista un’altra novità: le sue centrifughe.

Centrifugate da prodotto fresco non da concentrato, senza aromi, senza zuccheri aggiunti, senza conservanti e senza glutine.

Tutta la bontà e la freschezza della frutta e della verdura italiana in una soluzione già pronta!

 

E il distributore (smart) ora usa i Big Data: l’esperimento di Confida

Nell’era del touch screen, dell’Internet of Things e dei Big Data era inevitabile che le macchinette per distribuire cibo e bevande, oggi comunemente note come vending machine, dovessero evolvere. Uno sguardo sul futuro che è già presente è stato fornito da un esperimento condotto dall’Università Politecnica delle Marche insieme a Confida, l’Associazione Italiana Distribuzione Automatica, che hanno analizzato i comportamenti dei consumatori davanti alle vending machine. 

Il primo esperimento di Shopper Analytics, che è poi un’analisi del comportamento dei consumatori, applicato al settore ha rivelato ad esempio che per acquistare un prodotto alle vending machine ci mettiamo mediamente 14 secondi, e che oltre il minuto si permanenza non si acquista di più.

L’esperimento – che sarà illustrato dal professore dell’università marchigiana Emanuele Frontoni nel workshop Il vending e l’esperienza d’acquisto del consumatore organizzato da Confida presso Confcommercio MIlano, ha utilizzato quattro telecamere RGB puntate su altrettanti distributori automatici, rispettivamente in un’università, un ospedale, un’area self service e un’azienda. È stato monitorato per 12 settimane il comportamento dei consumatori. “L’obiettivo dello studio – spiega Massimo Trapletti, presidente di Confida – è migliorare l’esperienza d’acquisto degli utenti convertendo contemporaneamente i dati in informazioni strategiche per i gestori delle macchine, al fine di migliorare ulteriormente il servizio. Il vending muove così un ulteriore passo nell’era dell’Impresa 4.0”.

 

Più di sosta, meno si compra

Secondo le rilevazioni, spiega il professor Frontoni, “più tempo si trascorre di fronte ai distributori automatici, meno si compra: il 32% degli acquisti, infatti, avviene nei primi 5 secondi, mentre soltanto il 2% dopo 60 secondi”.

I dati emersi dallo studio dimostrano, inoltre, che solo il 9,9% degli utenti acquista più di un prodotto. e che le interazioni calano drasticamente quando i consumatori si trovano di fronte a scomparti con prodotti esauriti: il numero degli utenti che si ferma al distributore automatico si riduce dell’8%, e la quota degli acquisti scende addirittura del 43%. All’opposto, aumenta sensibilmente l’attrattività dei distributori di nuova generazione, specialmente quelli dotati di sistemi di pagamento cashless, che conquistano l’attenzione del 23% di utenti in più.

 

Sempre più “smart”

“I distributori automatici di nuova generazione anche dette smart vending machine – sottolinea Trapletti – trasformano completamente l’esperienza d’acquisto del consumatore. Questo genere di distributori automatici integra schermi touch che, attraverso il digitale, consentono un’offerta personalizzata mixando gli ingredienti di base come caffè, latte, cacao con granelle e topping creando bevande gourmet, anche nella versione XL con le comode cup-to-go. Inoltre i sistemi di telemetria consentono tramite la rete di controllare la macchina da remoto e accorgersi in tempo reale se mancano prodotti o se c’è un guasto. È possibile fare offerte combinate: un cappuccino, una brioche e una bottiglietta d’acqua. Infine il pagamento mobile, attraverso le App, permette di poter dialogare con il consumatore, analizzando le sue preferenze”.

La nuova tecnologia del vending sarà esposta nella fiera del settore, Venditalia che si terrà presso fieramilanocity dal 6 al 9 giugno prossimi.

Il nuovo vending digitale e il suo rapporto col consumatore è al centro del workshop Il vending e l’esperienza d’acquisto del consumatore organizzato da Confida, nel contesto dell’iniziativa Coffee & the City. Dal 7 al 13 maggio chiunque si presenti nel cortile di Palazzo Bovara, in corso Venezia 51, tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30 può scegliere gratuitamente tra le numerose opzioni consentite dai due distributori smart installati in occasione di Milano Food City, insieme a Confcommercio Milano e Altoga – Associazione Torrefattori e Importatori di Caffè e Grossisti Alimentari.

Arrivano le bevande certificate Fairtrade, per un’estate sostenibile

Arrivano le bibite solidali: limonate, tè, cola e birre che sostengono gli agricoltori nelle comunità di Asia, Africa e America Latina: certificate Fairtrade sono anche l’occasione per sostenere gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo. FAIRTRADE infatti è il Marchio di Certificazione del commercio equo e assicura ai produttori agricoli di Asia, Africa e America Latina il pagamento di un Prezzo Minimo Fairtrade e un margine di guadagno aggiuntivo, il Premio Fairtrade, per avviare progetti di emancipazione sociale nelle comunità di origine delle materie prime.

Ecco le referenze disponibili:

LEMONAID+ è una linea di limonate naturali realizzate con ingredienti biologici e Fairtrade. Prodotte con vero succo di frutta, e arricchite con zucchero di canna e acqua frizzante; sono senza additivi, conservanti e coloranti. Gli ingredienti Fairtrade provengono da piccole cooperative agricole in Sri Lanka, Paraguay e Brasile. Le limonate sono disponibili nelle varianti Frutto della passione (succo di frutto della passione con una nota di lime e mango), Lime (limonata con succo di lime fresco), e Arancia rossa (arancia rossa raffinata con succo fresco di pompelmo, arancia, limone e ciliegia).

ChariTea è una linea di infusi di tè biologico con ingredienti Fairtrade. Senza zucchero aggiunto, sono arricchiti con succo d’agave e succo di frutta naturale. Sono disponibili nelle varianti Mate (tè mate e tè nero con succo di arancia e limone), Rosso (tè di rooibos con succo di frutto della passione), Nero (tè nero con succo di limone fresco), Verde (tè verde con zenzero, miele e succo di limone). Tutti gli ingredienti provengono da agricoltura biologica, il tè viene coltivato in piantagioni Fairtrade in Sudafrica, Sri Lanka e Argentina. Il miele proviene dal Nicaragua, l’agave dal Messico.

In aggiunta rispetto a Fairtrade, ogni bottiglia di LEMONAID+ e CHARITEA sostiene con 5 centesimi la fondazione senza scopo di lucro “Lemonaid & Charitea”, e finanzia progetti sociali nei Paesi da cui provengono gli ingredienti.

Ubuntu Cola. In lingua Swahili ubuntu significa “Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti”: e questo è anche lo spirito della cola realizzata con zucchero proveniente da organizzazioni certificate Fairtrade del Malawi. Il Premio Fairtrade ottenuto attraverso le vendite di Ubuntu Cola ha permesso alla cooperativa di raccoglitori di canna da zucchero la costruzione di pompe d’acqua, una scuola elementare per 240 bambini, un trasformatore per fornire corrente elettrica al villaggio, un centro sanitario e l’acquisto di un camioncino. La cola è distribuita in Italia dalla Cooperativa Vagamondi, che presso le organizzazioni ha inoltre costruito sei pozzi di acqua potabile.

La birra Mongozo è una birra brassata in Belgio dalla birreria Huyghe secondo una tradizionale ricetta africana. Tra le varianti certificate Fairtrade, disponibili la Premium Pilsner, birra bionda senza glutine non pastorizzata, fabbricata con malto di riso, luppolo e lievito, e la Buckwheat white, fatta con grano saraceno, malto, riso, luppolo, coriandolo e buccia d’arancia. Ma ci sono anche quelle aromatizzate alla Banana, Noce di cocco, Mango e Cuore di palma dell’Angola. Ingredienti e ricette sono originarie di paesi come Ghana, Sri Lanka, Indonesia, Costa Rica e Brasile. Tutte le birre Mongozo sono anche certificate biologiche e senza glutine, oltre che Fairtrade.

 

 

 

Dall’11 al 13 tutti invitati alla Giornata internazionale del commercio equo

Una sfida con l’obiettivo di sensibilizzare verso le condizioni dei produttori del Sud del mondo: si terrà nel weekend dall’11 al 13 maggio per festeggiare la giornata mondiale del commercio equo la Grande sfida Fairtrade, iniziativa che nel 2017 ha movimentato oltre 2 milioni di persone dagli Stati Uniti all’Australia, dal Sudafrica alla Finlandia, all’Italia. Tutte a favore dei diritti degli agricoltori e dei lavoratori di Asia, Africa e America Latina.

Per aderire basta organizzare un evento, piccolo o grande, ispirandosi a Fairtrade. Può essere una colazione in famiglia o con gli amici, la pausa caffè con i colleghi di lavoro, un pic-nic nel parco in cui siano utilizzati i prodotti del commercio equo certificati Fairtrade, disponibili in migliaia di punti vendita della piccola e grande distribuzione. Gli aderenti registreranno sul sito della Grande sfida Fairtrade l’attività programmata. Qui, durante il weekend dell’11-13 maggio, un contatore segnerà in tempo reale il numero dei partecipanti e una mappa mostrerà tutti gli eventi in corso, con dettaglio nazione per nazione, da cui sarà possibile scoprire l’evoluzione della competizione. Hanno già confermato la propria adesione oltre 100 locali e un centinaio di privati cittadini.

Tra le torrefazioni aderenti all’edizione 2018: Equo Caffè (coop. Caracol), Caffè Haiti Roma, Caffè Moak, Caffè Pazzini, Caffè Ravasio, Madreterra Caffè, Miscela d’Oro, Omkafè, Punto Equo. Aderiscono inoltre Bistrot, il concept di Autogrill, con i locali di Venezia Santa Lucia, Verona Porta Nuova, Bergamo OrioCenter, Massa Maremonti, Milano City Life, Milano Mercato del Duomo e Bistrot Glorius Caffè (San Babila), e la catena White Bakery con i locali di Rimini, San Benedetto del Tronto (AP), Spoltore (PE), Pescara e Chieti. Partecipa anche il negozio di abbigliamento etico e moda sostenibile a Brescia Fairmade.

Lotta allo spreco: Tesco lancia una linea di succhi realizzata con frutta “recuperata”

Continuano a spron battuto le iniziative della Gdo per lottare contro lo spreco alimentare, a tutti i livelli: una piaga che per quanto riguarda la distribuzione in Italia “costa” 1.444.189.5433,5 milioni di euro ogni anno, contro i  946.229.325 milioni dell’agricoltura e i 1.111.916.133 della produzione industriale (dati Ministero dell’Ambiente/Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna/SWG nell’ambito del progetto Reduce 2017). Dati da moltiplicare per quattro se si include lo spreco alimentare delle famiglie, per un totale di oltre 15,5 miliardi di euro.

Un pubblico dunque decisamente da sensibilizzare quello dei consumatori finali: Tesco, maggior insegna della Gdo britannica (quanto meno fino a quando non sarà finalizzato l’accordo tra Sainsbury’s e Asda),  lo fa lanciando una linea di succhi di frutta realizzati recuperando vegetali “brutti”, deformi o ammaccati, e inadatti alla vendita diretta nel banco dell’ortofrutta. 

La linea si chiama, orgogliosamente, Waste NOT e utilizza mele, barbabietole, fragole e meloni che non rientrano nei parametri e nelle specifiche per la vendita e include i gusti ACE, rancia barbabietola e mela, mela melone, fragola cetriolo e menta e arancia, sedano, mela e spinaci. L’obiettivo, dichiarato, è quello di salvare 3,5 tonnellate di frutta e verdura dalla discarica nelle prime 12 settimane dalla messa in vendita.

Secondo Mike Bullock di Waste NOT circa il 50% del sedano nel Regno Unito viene buttato ancor prima di uscire dalla fattoria, le barbabietole troppo grandi o troppo piccole vengono rifiutate, così come le arance “brutte” all’esterno ma buone e succose dentro. “La soluzione era sotto i nostri occhi, Waste NOT è il nostro modo per usare ciò che è bello dentro (dove conta) e condividere quel che ha un buon sapore, sembra buono e fa del bene. È il nostro moro per aiutare il pianeta”, ha commentato.

Tesco recentemente ha annunciato di aver dato 50 milioni di pezzi di frutta fresca ai bambini negli ultimi due anni all’interno dell’iniziativa “Free fruit from Kids“.

Recoaro torna in Gdo con una nuova linea di bevande biologiche

Un grande ritorno con una novità di tutto rispetto che segue le esigenze del consumatore moderno: Recoaro, marchio storico del beverage nazionale, torna in Gdo con alcuni gusti “classici” della su gamma, ma in versione rinnovata e biologica.

Diponibili nelle tre referenze Chinotto, Limonata con estratto di zenzero e Aranciata con estratto di bergamotto, le nuove bibite bio sprigionano la freschezza e i profumi degli agrumi mediterranei, puntando su origine, qualità e benessere.

Le nuove Bibite Bio Recoaro rappresentano un omaggio alla tradizione che si veste di modernità, attraverso il recupero delle ricette originali e all’utilizzo di estratti in linea con i più recenti trend di consumo, grazie all’aggiunta di zenzero e bergamotto, e il Chinotto si distingue grazie al caramello ottenuto dalla lavorazione artigianale dello zucchero di canna biologico.

Tra le caratteristiche, ingredienti selezionati esclusivamente biologici e adatti anche a un’alimentazione vegana, frutta 100% di origine italiana e utilizzo di sola acqua minerale naturale.

Il packaging della bottiglia da 800 ml è stato studiato appositamente per sottolineare già a prima vista l’impronta green dei nuovi prodotti. La bottiglia presenta un design personalizzato che le conferisce una forte identità grazie alle cromie e alla scritta bio in bassorilievo. L’etichetta a fondo trasparente, che comunica in maniera chiara tutte le qualità e le caratteristiche della bibita, rappresenta la volontà del brand di esaltare il prodotto in tutta la sua genuinità.

Per SanThè Sant’Anna il 2018 è l’anno del grande rilancio

Nel 2012 ha segnato il primo passo verso la diversificazione della produzione: ora Sant’Anna SanThé, il brand del Gruppo Sant’Anna, leader nazionale del settore acque minerali, è pronto al rilancio. Il piano, che ha assorbito “importanti risorse”, non è un semplice restyling, assicurano dall’azienda, ma un investimento a più livelli, dalla produzione alla R&D, e prevede importanti piani di marketing e comunicazione.

Lo sviluppo ulteriore della divisione bevande, che oggi comprende altri prodotti come i nettari di frutta e i mix di frutta e verdura, con una forte focalizzazione nell’area benessere, passa dunque dal rilancio del brand Sant’Anna SanThé, che fin dall’inizio si è inserito nel mercato con un posizionamento qualitativo alto.

Partito puntando sul formato in bicchierino, dal 2018 si ripropone con una gamma di formati ampia e completa. Due nuove bottiglie, da mezzo litro e un litro e mezzo, nuove ricettazioni e nuove etichette per rispondere ai nuovi stili di consumo con un prodotto studiato per offrire al consumatore il miglior rapporto qualità/prezzo.

Tutti i formati sono prodotti nello stabilimento ultratecnologico di Vinadio (Cuneo), dove è entrata in funzione una nuova linea di produzione in asettico per i formati in bottiglia, che si aggiunge a quella del formato bicchierino. Prodotto con l’acqua Sant’Anna, nota per il suo bassissimo residuo fisso (22 mg/l), per il basso contenuto di sodio (1,5 mg/l) e per il valore dell’ambiente in cui sgorga, il brand SanThé sarà sempre più legato al marchio Sant’Anna.

A fare da capofila in questa sfida è la nuova bottiglia ergonomica da 1,5 litri, il formato che genera il 73% dei volumi di consumo, con il caratteristico design a goccia che ha caratterizzato Sant’Anna sin dalle sue prime bottiglie. La nuova ricetta premium rispetta i metodi di produzione tradizionale: Sant’Anna SanThé è prodotto infatti per infusione, con ingredienti selezionati e di alta qualità, senza conservanti, né glutine né coloranti.

Ai classici gusti limone, pesca e the verde, si sono affiancati gli innovativi gusti della gamma benessere, con ingredienti riconosciuti per le loro caratteristiche funzionali, come il melograno e la curcuma, e la gamma continuerà ad essere ampliata nel corso del 2018 con nuovi gusti della gamma benessere, nuovi formati per il consumo fuori casa e con pack espressamente studiati per i più piccoli.

«Sant’Anna si appresta ad implementare il lancio più importante nel mercato del the freddo con un nuovo prodotto premium – spiega Luca Cheri, Direttore Commerciale del Gruppo Sant’Anna Fonti di Vinadio – dall’elevato rapporto qualità/prezzo. La qualità e l’attenzione per le esigenze dei consumatori sono i valori che contraddistinguono il brand Sant’Anna fin dalla sua creazione e con il nuovo progetto di rilancio di Sant’Anna SanThé vogliamo ribadire questo nostro impegno su tutti i fronti».

L’operazione sarà sostenuta con attività di Advertising e Trade Marketing, volti a far assaggiare il prodotto con l’obiettivo di permettere al pubblico di testarne direttamente la qualità superiore e di coinvolgere attivamente i bambini, veri e propri amanti di questa bevanda, in modo gioioso e divertente. Un apposito collarino sul fardello delle confezioni di Acqua Sant’Anna da 1,5 litri servirà a trasferire ai consumatori il valore di tutte le linee e brand extension Sant’Anna.

Arriva in Italia la Coca-Cola zero calorie anche con la stevia

Una nuova variante che incontra le esigenze di chi oltre alla linea guarda alla naturalità: era già in commercio ma arriva ora in Italia la Coca-Cola Zero Calorie anche con estratto di stevia. La nuova variante arrivata nella famiglia Coca-Cola si affianca alle altre cinque varianti presenti sul mercato italiano.

Questo lancio è parte della strategia “One Brand” e dell’’impegno dell’azienda nell’andare incontro alle preferenze e alle esigenze dei consumatori, anche ripensando molte ricette di prodotti e lanciando nuove varianti a basso o nullo apporto calorico. Obiettivo:  controllare al meglio la quantità di zuccheri assunte dalle sue bevande, senza rinunciare al gusto noto.

Coca-Cola Zero Calorie anche con estratto di stevia sarà disponibile su tutto il territorio nazionale, a partire da novembre, nei formati bottiglia PET 500 ml e 1 L e lattina da 330 ml.

Secondo CNBC la multinazionale di Atlanta sta testando una Coca-Cola “classica” dolcificata al 100% con stevia che potrebbe essere lanciata fuori dagli USA nel 2018. Il packaging sarebbe rappresentato dalla tradizionale lattina rossa con una striscia verde e il disegno di una piantina di stevia.

 

Cinque cose da sapere sulla stevia

Che cos’è? La stevia è una pianta appartenente alla famiglia del Chrysanthemum. La sua foglia è una fonte unica di dolcezza naturale. Dalla foglia della pianta di stevia si ottiene l’estratto di stevia, un edulcorante di origine naturale con zero calorie.
Dove viene coltivata? È una pianta originaria del Paraguay e ha una lunga storia di utilizzo che risale ad alcune popolazioni indigene del Sud America.
Come viene prodotto l’estratto di stevia? Quando le foglie raggiungono il momento di massima dolcezza, vengono raccolte ed essiccate. Le foglie essiccate vengono immerse nell’acqua per liberare la sostanza dolce contenuta nella foglia. Questo estratto viene poi filtrato, purificato, essiccato e cristallizzato. L’ingrediente finito è un edulcorante che può essere usato in combinazione con sostanze dolcificanti come lo zucchero e il succo di frutta per ottenere bevande dal sapore ottimo a ridotto, basso o nullo contenuto calorico.
È più dolce dello zucchero? L’edulcorante estratto dalla pianta di stevia ha un potere dolcificante 200 volte superiore a quello dello zucchero, ma non contiene calorie.
Come è indicata in etichetta? Il nome dell’edulcorante proveniente dall’estratto di stevia riportato nella lista ingredienti è ‘glicosidi steviolici’.

Cibo: si aprono nuovi scenari. Il Convegno Netcomm Focus Food

Cibo, scenari, prospettive, evoluzioni.

Questi i focus del convegno Netcomm Focus Food, sviluppato in collaborazione con Fiera Milano e TUTTOFOOD, per analizzare le principali tendenze in atto nel settore dell’alimentazione, tratteggiarne gli scenari futuri, ed evidenziare le opportunità per quei player che sapranno comprendere al meglio i processi in atto.

Questo appuntamento è la prima tappa di un percorso di collaborazione e approfondimenti su questo settore, che vede tra gli appuntamenti principali la prossima edizione di TUTTOFOOD, in fieramilano dal 6 al 9 maggio 2019.

Il rapporto dei consumatori con il food evolve nel tempo. “Al punto che – spiega Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – si va direttamente verso un’integrazione del digitale anche all’interno di un’esperienza di per sé molto fisica, com’è quella del cibo. La tendenza è evidente: l’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management Politecnico di Milano afferma che oggi l’e-commerce legato al settore food in Italia vale 849 milioni di euro, cioè il 4% del volume totale del commercio digitale italiano. Il dato più impressionante è il tasso di crescita annuo, che evidenzia un aumento del 43% rispetto ai volumi del 2016: l’e-commerce alimentare si sta affermando sempre più nello stile di vita dei consumatori italiani, offrendo grandi opportunità di crescita ai player del settore che si dimostreranno più ricettivi nei confronti di nuovi canali e strumenti”.

 

I driver di selezione

Cosa guida i consumatori nella scelta? In primis una maggiore attenzione per la convenience, intesa come convenienza economica ma anche come rapidità – di consegna, eventualmente di preparazione, oltre che ovviamente di consumo. Altrettanto importante è la ricerca di prodotti specifici, dettata da  scelte ed esigenze alimentari, fattori che contribuiscono a creare nicchie di mercato importanti e non ancora valorizzate appieno. Strettamente collegata a queste tendenze è la ricerca di informazioni e  contenuti. Un ultimo, importante aspetto da tenere in considerazione è l’esperienzialità, quindi la valorizzazione di tutti quegli elementi che contribuiscono a rendere il pasto un momento di piacere al di là del soddisfacimento di un bisogno: si tratta di un fattore che continua a essere fondamentale nel rapporto dei consumatori con il cibo e che si arricchisce oggi di nuovi elementi caratteristici dei canali digitali. Si pensi per esempio all’abitudine, diffusa soprattutto tra i giovani, di condividere sui social media post e foto dei piatti preparati in casa o consumati al ristorante; è un fenomeno che influenza concretamente i consumi, contribuendo a creare e diffondere nuove mode.

 

Food, attore  del commercio digitale

Cresce la percentuale di e-shopper italiani che acquistano prodotti alimentari: a marzo 2017 erano il 24%, secondo l’osservatorio NetRetail. La tendenza non riguarda solo l’Italia, ma è anzi evidente su scala globale. Secondo le rilevazioni Statista, il valore del Food & Beverage in Europa ammontava a 10 miliardi di dollari nel 2016, con previsioni di crescita annue del 13%: nel 2021 il valore dell’e-commerce alimentare in Europa raggiungerà i 18 miliardi di dollari. Valori simili si riscontrano negli Stati Uniti, mentre la Cina sperimenterà una vera e propria esplosione passando dai 10,9 miliardi di dollari del 2016 a 30,3 miliardi di dollari nel 2021, con un tasso annuo medio di crescita del 23%.

Punti vendita fisici addio, dunque?

Non sembrerebbe, a patto che ci sia un’intelligente integrazione tra sfera fisica e sfera virtuale.

I player più innovativi che hanno compreso appieno quanto sta succedendo, si sono mobilitati per soddisfare i nuovi desideri espressi dai clienti. L’integrazione del digitale aprirà nuovi scenari anche per la filiera del mondo Food & Grocery, consentendo ai player B2B di offrire alle aziende clienti gli stessi vantaggi in termini di flessibilità, varietà dell’offerta, ricchezza di informazioni e innovazione.

La trasformazione dello scenario e le nuove priorità delle aziende

L’intero settore è quindi attraversato da profonde trasformazioni che costituiscono una sfida epocale per le imprese del settore; Netcomm e Fiera Milano con TUTTOFOOD, intendono approfondire e monitorare nei prossimi appuntamenti l’evoluzione di questo mercato facilitando il dialogo e il confronto tra la filiera digitale e il sistema Food Italia.

Le aziende devono, quindi attuare nuove strategie, che tengano conto degli elementi caratteristici di questo nuovo scenario:

  • I comportamenti di consumo stanno cambiando rapidamente, facilitando l’avvento di nuovi modelli di business e nuovi player;
  • Il cambiamento attraversa tutto il settore: dal marketing alle operation, dalla distribuzione al merchandising;
  • La complementarietà tra online e offline può aumentare l’engagement del cliente e le vendite multicanale;
  • Mobile, localizzazione e nuovo retail stanno ridisegnando il customer journey;
  • Lo scenario competitivo si fa sempre più complesso e la filiera si trasforma;
  • È necessario lavorare sui fattori chiave della scelta del negozio on/offline: prezzo, qualità, convenienza, selezione, esperienza;
  • I dati devono essere alla base delle strategie di unified commerce delle imprese.

 

 

 

Mai più senza: Sant’Anna alla settimana della moda con la bottiglia “prêt-à-porter

È pensato per le donne in generale, e per il sottoinsieme delle fashion victims in particolare, il nuovo formato dell’Acqua Sant’Anna da 25 cl: dal packaging originale e divertente, ha un peso e dimensioni utili per entrare in ogni borsa ed averlo sempre a portata di mano.

Per questo motivo la mini bottiglia d’acqua, per così dire prêt-à-porter,  è distribuita all’ingresso delle sfilate durante la settimana della moda di Milano in corso dal 20 al 25 settembre.

Non un debutto, ma un ritorno visto che la “mini” aveva già fatto la sua comparsa nelle scorse settimane durante la Mostra del Cinema di Venezia, all’interno della Venice Movie Stars Lounge. Qui Amanda Seyfried, protagonista del film “First Reformed”, si era vista sorseggiarne una bottiglia durante un’intervista.

La bottiglia Sant’Anna è disponibile in vari packaging. È presente sugli scaffali della Gdo da fine primavera.

 

Dall’Europa no all’aranciata senza arancia, succo minimo al 20%

Stop all’aranciata senza arancia: è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui si rende noto il perfezionamento positivo della procedura di notifica alla Commissione Europea dell’articolo 17 della legge n. 161 del 2014. Si è infatti conclusa positivamente – fa sapere la Coldiretti – la valutazione da parte di Bruxelles del provvedimento nazionale che innalza dal 12% al 20% il contenuto di succo d’arancia delle bevande analcoliche prodotte in Italia e vendute con il nome dell’arancia a succo o recanti denominazioni che a tale agrume si richiamino.

“Con la pubblicazione in Gazzetta – spiega il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – inizia un percorso di adeguamento, che alcune importanti aziende produttrici hanno già intrapreso, che dovrà concludersi obbligatoriamente per tutti entro il 6 marzo 2018“. L’innalzamento del contenuto di succo d’arancia modifica una norma del 1958 e mira, in primo luogo, a tutelare la salute dei consumatori.

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