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Cinque macro tendenze per l’alimentazione nel 2016

Una "creazione" della stampante 3D Foodini: i contenitori/divisori tra i cibi sono realizzati con un puré di patate viola.

Cosa comparirà nei nostri piatti nel 2016, quali sono le tendenze più “forti” che ci portiamo dietro e che evolveranno dall’anno appena passato, il 2015 di Expo e degli scandali alimentari, dei cambiamenti climatici e dei grandi chef che hanno popolato le trasmissioni tv e dei food blogger che hanno pontificato su tutto e tutti? Qui di seguito abbiamo individuato cinque macro tendenze che promettono di influenzare il nostro modo di mangiare, cucinare e naturalmente anche di fare la spesa nell’anno che si è appena aperto, ma anche gli alimenti su cui si appunterà l’attenzione di chef e nutrizionisti e che troveremo sempre più spesso negli scaffali dei supermercati.

1-SALUTISMO
IDShot_540x540Meno pasta per tutti Secondo l’analisi di Bauman & Whitman la pasta potrebbe essere una “specie in via di estinzione” in futuro, con consumi in calo dell’8% in Australia e del 13% in Europa. Anche in Italia nel 2014 secondo IRI le vendite di pasta secca sono calate del 2,5% a volume. Responsabili la fobia del glutine, le diete iperproteiche e l’avvento di cereali alternativi al grano (quinoa, farro, chia, orzo, segale) o alternative ai cereali (dai legumi alle verdure ridotte in fili o nastri, una moda che ha già investito i supermercati anglosassoni e che potrebbe presto arrivare da noi). Puré di verdure (dagli spinaci al pomodoro, dalla zucca alle carote) potranno essere trasformati in qualsiasi forma grazie alle stampanti 3D alimentari (già viste a Expo e protagoniste di numerose start-up) che come la Foodini, cavalcano il trend salutista e l’avversione verso il cibo industriale.
Vedi: Tesco, Pam e le altre: le private label puntano sul vegetarianoSemaforo verde per i vegani in Gdo

Free-from ma “naturale” Pollice verso invece per gli alimenti “senza zucchero, senza grassi, zero calorie”, sì al “senza zuccheri, grassi, additivi, conservanti, coloranti aggiunti”. Un trend colto anche dalla grandi aziende che si prodigano in informazioni su ingredienti, provenienza e ricette salutari veicolati tramite RFID o QRCode. La richiesta dei consumatori infatti è per etichette sempre più trasparenti sugli ingredienti e la loro provenienza, ma anche sull’eticità di allevamenti e coltivazioni. Sempre più diffuse le opzioni free from “naturali” come reazioni agli scandali alimentari, tanto che aumenta la disponibilità e anche le linee private label dedicate a vegetariani e vegani, intolleranti e a chi segue diete religiose (halal e kosher).
Vedi Pam Panorama amplia la linea Veg&VegNasce il primo Parmigiano Reggiano Dop kosherGluten Free Expo, la nicchia del senza glutine si espande

Cibi fermentati e probiotici Tra le tendenze 2016 rilevate dalla catena USA Whole Foods ci sono i cibi fermentati e i probiotici, che forniscono “batteri buoni” utili a migliorare il proprio microbiota, ovvero il corredo tutto personale di microrganismi che popolano il nostro intestino e che recenti studi scientifici segnalano come determinante per la nostra salute e addirittura per il nostro umore. Yogurt e kefir ma anche tempeh (soia fermentata), tè kombucha, crauti, miso, pane di pasta madre e kimchi saranno sempre più richiesti da chi è più attento alla salute.

Ortofrutta al top, carne in declino La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’inserimento di carni rosse e salumi da parte dell’OMS, Organizzazione mondiale della Sanità, nella “lista nera” degli alimenti cancerogeni. Poi ci sono i prezzi alti, le accuse di scarsa sostenibilità ed eticità degli allevamenti (consumano ingenti quantità di acqua e mangimi e producono CO2), l’utilizzo di ormoni e il crescente numero di vegetariani, vegani e flexitariani (vegani part time): tutto congiura verso l’allontanamento dagli alimenti di origine animale. Infine, le indicazioni di medici e dietisti e le raccomandazioni di consumare cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, hanno fatto sì che le verdure da mesto “contorno” assurgessero a piatto principale. Nelle cucine degli chef stellati ma anche e sempre più nelle case private.

Vedi Effetto Oms sulla carne: in una settimana vendite al supermercato in calo di 16 milioni di euroOcse e Fao, prezzi dei prodotti agricoli in calo proteine e carne su..; Carne di maiale contaminata in UK: troppi antibiotici negli allevamenti europeiI consumatori e la carne in un’indagine Swg e Eurocarne

 

2- SOSTENIBILITÀ
Il prezzo è il problema? Paghe sostenibili e condizioni giuste di lavoro saranno sempre più importanti per il consumatore che si sta accorgendo come il prezzo più basso significa spesso sfruttamento dei lavoratori e pratiche agricole insane quali l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici e inquinanti per consentire un’agricoltura intensiva.
vedi: Made in Italy e agromafie: le filiere sono “pulite”? Caselli presenta una nuova leggeIl caporalato minaccia l’export dei pomodori Made in ItalyPrezzi bassi dell’ortofrutta=pesticidi: guerra di Greenpeace in Francia a Leclerc (e alla GDO);
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Spreco zero Ormai anche i grandi chef favoriscono l’uso di tutte le parti di un ingrediente, dal picciolo alla buccia (spesso le più ricche di nutrienti), magari ridotti tramite gli essiccatori o utilizzati per insaporire brodi o salse gentili. E dopo che in Francia una legge ha obbligato la GDO a occuparsi di riallocare gli alimenti non più vendibili, l’esigenza di sprecare meno si è diffusa in tutta Europa, cambiando l’offerta. Un esempio sono le “verdure brutte” e “deformi” un tempo escluse dagli scaffali perché “fuori standard” e che messe in vendita da Morrisons appena prima di Natale hanno registrato ottime vendite. Carrefour in Francia nel 2016 lancerà la private label a spreco zero. Il 2016 potrebbe essere finalmente l’anno in cui saranno riviste le date di scadenza di molti alimenti, in cui aumenteranno le donazioni agli enti benefici di alimenti vicini alla data si scadenza e in cui sarà finalmente accettato il fatto che gli ortaggi possono avere un aspetto poco ortodosso. Il che potrebbe essere una necessità, a seguito di stagioni colpite da grandini ed eventi climatici estremi.

Vedi: Si può vendere frutta rovinata dal maltempo?Protocollo di Milano, la Gdo e il cibo tra fame, spreco e obesitàCarrefour lancia “Tous AntiGaspi”, la private label antispreco e sostenibileLes Gueules Cassées, la lotta antispreco che arriva dalla FranciaGdo contro lo spreco 2. Pam lancia “Reimpiatta il piatto”Gdo contro lo spreco 1: parte la collaborazione tra Végé e Last minute sotto casaConvegno GS1 Italy: soluzioni Ecr e approcci di filiera contro lo spreco alimentare

Km 0 e agricoltura urbana Comprare locale significa inquinare meno e aiutare l’economia del posto. Sempre più l’origine degli alimenti viene evidenziata ma càpita anche che alimenti tradizionalmente esotici come il caviale e il salmone vengano prodotti o lavorati da noi, con ottimi esiti. E per chi ricerca il controllo completo su ciò che mangia c’è l’orto, il terrazzo o il balcone urbano e la coltivazione fai da te, fosse anche solo di sanissimi germogli bio nella propria cucina.
cibo del futuro

Proteine non animali Allevamenti sempre meno sostenibili fanno spazio all’uso di proteine di origine vegetale come i legumi: il 2016 è stato dichiarato dall’ONU Anno Internazionale dei legumi e i riflettori saranno puntati su lenticchie e piselli, soia e ceci. Piante ottime per le proprietà nutritive ma anche in grado di arricchire il suolo e aumentarne la produttività. Ma tra i candidati più accreditati ci sono anche alghe e soprattutto insetti, già entrati nei supermercati olandesi sotto forma – per evitare l’inevitabile tabù culturale – di farine, hamburger e polpette. I vantaggi? Tante proteine, pochi grassi e bassissimi costi di produzione. Il futuro dell’alimentazione umana, con 9 miliardi di persone in un pianeta surriscaldato, potrebbe passare da qui.

Vedi Coop a Expo: le parole del cibo del futuro tra timori e aspettiveResponsabilità sociale: cresce la sensibilità dei consumatori

 

3- TECNOLOGIA
77821Il mondo in un’App App per non sprecare (Tesco uk), app per pagare (Albert Heijn, Delhaize, Tesco, Sainsbury’s), per ordinare (Amazon), fare la lista automaticamente da casa ogni volta che finisce un alimento essenziale, tipo pasta o latte (Carrefour Belgio, Amazon) ma anche per individuare un articolo all’interno del punto vendita. La tecnologia – lato utente tramite smartphone, lato retailer grazie alla comunicazione personalizzata resa possibile dai beacon ma anche dal nuovo digital signage interattivo – ha già cambiato di fatto il nostro rapporto con la spesa alimentare. E promette di cambiarlo ancora di più nel 2016, quando molte di queste innovazioni si diffonderanno nella maggior parte dei punti vendita. Ma il 2016 sarà anche l’anno delle consegne alimentari a casa in una o due ore, grazie ad Amazon già attiva a Milano o a player come Instacart, la success story dell’anno scorso in USA. Un modo molto “millennial” per ottenere gli ingredienti per la cena con amici organizzata last minute quando non si ha ha tempo per la spesa.

Vedi: Giornata storica per il retail alimentare italiano. Amazon apre il suo supermercatoDetto la spesa e la ritiro al drive: l’evoluzione del click and collect di ChronodriveCarrefour testa lo scanner per la spesa (in Belgio)Tesco distribuisce il surplus di cibo nei punti vendita con una appDa Végé con i beacon il prodotto parla al clienteOggi contactless, domani via smartphone, tempo e convenienza spingono il cliente verso i pagamenti digitaliTecnologie, gli italiani sono pronti all’omnicanalità nel retail

Pinterest e Instagram come trendsetter L’età dell’immagine via social network e l’ansia di condivisione ha di fatto cambiato il mondo del food. Che siano cucinati a casa o consumati al ristorante, i piatti più fotogenici finiscono regolarmente fotografati e postati su Instagram, Facebook o Pinterest, quest’ultimo poi vera “bibbia del salutismo” con innumerevoli bacheche dedicate alla ricetta più sana e innovativa. Le conseguenze sono le mode improvvise e totalizzanti (la più recente è quella dell’avocado) che lanciano dei “superfood” panacea per tutti i mali (ricordate le bacche di Goji?). Ma Time guarda avanti e nel suo articolo di fine anno sulle “The New Food Rules” , le nuove regole dell’alimentazione, stigmatizza l’uso di “supercibi costosi” tipo il modaiolo acai a favore del più popolare mirtillo.
Altra conseguenza di questa sovraesposizione visiva è che la presentazione è sempre più importante. In futuro andranno per la maggiore i bento box, i vassoi giapponesi belli come quadri che contengono un intero pranzo, e il Poke hawaiano, mix di riso, pesce crudo, semi oleosi e spezie.
Largo anche al cibo da asporto sempre più presente negli scaffali dei supermercati, a cui si richiede di essere però più sano e, anche, bello. L’esigenza è, sulla scorta delle nuove modalità di lavoro diffuso e continuato, di mangiare quando si vuole e dove si vuole, anche disertando i pasti principali a favore di tanti piccoli spuntini.

Vedi: Sano e pronto da mangiare, ecco lo snack che piace alle donneSainsbury’s testa un format di prossimità per la “nuova spesa” veloce e frequente

 

4- GLOBALIZZAZIONE, ESOTISMO “CONTROLLATO” E CAMBIAMENTI CLIMATICI
Al recente Cop21 di Parigi la situazione del surriscaldamento globale si è svelata – per chi ancora non lo avesse capito – in tutta la sua drammaticità. E sarà l’agricoltura a pagare il prezzo più alto, tra siccità e inondazioni, perdita di biodiversità ed epidemie dovute a condizioni climatiche estreme. Basta pensare a quel che è successo l’anno scorso all’olio italiano, che ha visto la sua produzione decimata. Non solo: è chiaro come in un mondo con 2/4 gradi in più si sposteranno le aree adatte a molte coltivazioni. Lidl in UK da marzo 2016 avrà in assortimento vino inglese, coltivato nel Surrey dove una volta prosperavano solo segale e patate, mentre Waitrose già offre 100 etichette inglesi e gallesi che nel 2014 hanno aumentato le vendite del 95%. In Sicilia in compenso sono partite le coltivazioni di frutta tropicale, mango ananas e avocado, banana, papaya, litchi, maracujà ma anche Goji, Black Sapote, Feijoa, Guava, Lucuma, Pitanga e Tamarillo.
A livello globale il riscaldamento sta minacciando le coltivazioni di cacao e caffè, ironicamente nel momento in cui la loro diffusione mondiale è ai massimi storici. Ciò potrebbe portare a un innalzamento dei prezzi.
In un mondo sempre più “piccolo”, dalle altre culture si prendono ricette, cotture e ingredienti sostenibili (dal kimchi al ramen, dagli insetti al teff) ma contaminandole ed adeguandole alle nuove esigenze dei “Millennials”: salute, praticità, gusto e novità.

Vedi Annus horribilis per l’olio italiano: -35%, prezzi top, rischio frodi. Porte aperte alla TunisiaArriva dalla Sicilia l’avocado bio solidale di AltromercatoPam Panorama fa comunicazione per “difendere” il suo olio Evo private label;

5- TRADIZIONE
Si ritorna ai cibi della tradizione locale ma anche all’artigianalità e alla lentezza delle preparazioni, al pane preparato con lievito madre e alle birre artigianali. La vita e il lavoro moderni possono essere frenetici e senza orari, ma nella sfera dell’alimentazione si cerca il rito e i processi naturali, in una dimensione nostalgica e positiva di “ibridazione, riconciliazione e non più rottura con il passato” come la definisce il filosofo francese Gilles Lipovetsky. In una sorta di doppio binario si concilia la frugalità estrema e quasi ascetica degli alimenti crudi e naturali, lavorati al minimo, e la concessione al palato, il lusso alimentare, gourmand, eccessivo ma che magari ricorda il passato dell’infanzia.
Al supermercato saranno sempre più diffuse le lavorazioni in loco e a vista, come nel rinnovato Carrefour di Carugate o in quello di Mons, che contiene un birrificio artigianale.
Vedi Carrefour a Mons testa l’evoluzione dell’ipermercato: iperconnesso e con lavorazioni a vistaCarrefour apre a Carugate il primo ristorante Terre d’Italia: è giunta l’ora dei grocerant?;

 

Gli alimenti in ascesa nel 2016

  • Legumi occhi puntati su ceci, lenticchie & Co nell’anno internazionale del legume
  • Insetti almeno in un primo momento “cammuffati” sotto forma di farine e snack energetici
  • Farine alternative e senza glutine e grani antichi teff, amaranto, kamut, kaniwa, freekeh o i più nostrani farro e miglio si aggiungeranno alla quinoa come alternativa al grano
  • Vegetali “cammuffati” da piatto principale, sotto forma di nastri, spaghetti, grani. I più gettonati saranno zucchine, cavolfiore (in gran spolvero), zucca, carote, rape e broccoli.
  • Alghe nuova fonte di proteine vegetali, sostenibili e a basso impatto, ricche di minerali e nutrienti. Ce ne sono infinite varietà
  • Birre artigianali
  • Snack disidratati e chips salutari
  • Avocado già nel 2015 figurava tra i pin più postati nella sezione “food” di Pinterest, specie in “accoppiata” con le uova
  • Grassi “sani” olio Evo, Omega 3, olio di avocado e di sesamo, noci e semi saranno sempre più ricercati
  • Curcuma
  • Caffè e tè aromatizzati, nuove miscele e origini, matcha
  • Cibi fermentati e probiotici
  • Verdure “sane”, verdure “brutte” ovvero esteticamente imperfette. Cavolo rapa, pastinaca e altre radici, zucche di ogni tipo, broccoli, melanzane striate, carote nere usciranno dal ghetto dei negozi biologici e andranno ad arricchire l’offerta dei banchi del fresco, avanguardia e vetrina d’ingresso di ogni supermercato. Ma potrebbero finalmente arrivare anche in Italia le verdure “brutte”, storte, butterate dalla grandine, fuori dallo standard ma comunque sane e gustose, vendute a un prezzo scontato.

Nel 2015 9 milioni nei Cci gestiti da Promos. Food court e un nuovo design district nel 2016

Chiude un 2015 positivo nonostante le difficoltà del comparto Promos, che gestisce due centri commerciali: Valmontone Outlet (Roma) e Palmanova Outlet Village. In attesa che nel 2016 apra il nuovo Scalo Milano. Da gennaio ad oggi sono stati infatti registrati oltre 9 milioni di visitatori (+3% rispetto al 2014), e un fatturato totale in crescita del 3% rispetto all’anno precedente. Inoltre, sono stati siglati 51 nuovi contratti di leasing con brand di primaria importanza, per 9.650 mq di GLA (Superficie Lorda Affittabile) complessiva. Ben 24 di questi contratti sono relativi a nuove aperture. Tra queste: Manila Grace e Aldo Bruè a Palmanova, Liviana Conti, Braccialini, Jeep, O Bag, Sandro Ferrone, Melluso e Stroili Oro a Valmontone.

 

Valmontone punta sulla food court

A poco meno di un anno dall’inizio della gestione Promos, il Valmontone Outlet conferma la sua leadership di outlet più frequentato d’Italia, con 6,2 milioni di visitatori nei 12 mesi, e picchi di visitatori nel weekend di oltre 50.000 persone al giorno (30.000 persone in 4 ore in occasione del Black Friday del 27 novembre 2015). Nel corso del 2015 è stato avviato un importante piano di restyling, che vedrà il suo completamento nel corso del prossimo anno. Sono state inoltre ideate nuove attività promozionali e occasioni di shopping a prezzi ulteriormente scontati, oltre alla proposta di un ricco calendario di eventi gratuiti e partnership strategiche per favorire l’attrazione di flussi turistici. E il 2016 si apre con importanti novità: l’avvio di iniziative di alto livello nell’ambito dell’incentive travel e la realizzazione del primo esempio di Food Court in un outlet italiano. Occuperà un’area di 3.000 mq, con 10 unità commerciali in cui troverà spazio un’offerta gastronomica di qualità, con caffè, ristoranti, pizzerie e fast food, dai format innovativi, con un alto livello di servizio e fortemente distintiva rispetto alle altre strutture commerciali nel bacino di utenza.

 

Nel 2016 apre Scalo Milano, tra fashion, food e design

Nel 2016 è previsto il debutto di Scalo Milano, l’innovativo City Style ideato e sviluppato da Promos, che aprirà alle porte del capoluogo lombardo. Uno spazio votato all’eccellenza dei mondi Fashion, Food e Design – per la prima volta insieme in un progetto organico.

Elemento di forte distinzione, presentato al recente Mapic 2015, sarà il Design District: un’area di 18mila mq, ispirata ai celebri design district di Miami e New York, che, con circa 40 unità a metratura variabile, ospiterà un’offerta di alto livello, dal mobile ai complementi, con protagonisti gli showroom e le boutique monomarca di tutti i grandi nomi italiani dell’arredo e del lifestyle. Un modello di distribuzione fortemente innovativo e di grande attrattività per il settore casa e arredo, grazie alle sempre più importanti sinergie con le altre categorie merceologiche presenti a Scalo Milano (la moda e l’enogastronomia di alto livello), nonché alle iniziative previste in campo formativo (con la Scuola di Alta Formazione Fondazione Machina Lonati Fashion and Design Institute) e artistico (con il progetto Piazze d’artista avviato ad Artissima 2015).

«In questo particolare momento storico è fondamentale lavorare per potenziare l’attrattività delle strutture – ha commentato Tomaso Maffioli, Amministratore Delegato di Promos -. Per questo abbiamo da tempo avviato un percorso di innovazione, per tutte le strutture del nostro portafoglio, fatto di idee nuove e investimenti concreti. Vogliamo favorire una graduale trasformazione del mercato, convertendo le strutture esistenti in vere e proprie destinazioni per il tempo libero. Gli ottimi risultati del 2015, sia in termini di visitatori che di fatturato, confermano ancora una volta la validità della nostra strategia e ci motivano per le sfide future».

Lenti, lo specialista del prosciutto cotto, chiude in crescita l’anno dell’ottantesimo anniversario

Da sinistra, Giusy Lenti, presidente, Sara Roletto, responsabile marketing e Ruggero Lenti, amministratore delegato

L’anno dell’ottentesimo anniversario di Lenti, l’azienda piemontese specializzata nella produzione di prosciutto cotto, si chiude con un +5% di fatturato che si attesta ben oltre i 40 milioni di euro. L’anno dell’anniversario è stato contrassegnato da un aprofonda reingegnerizzazione della gamma, in collborazionec on l’agenzia Goodmind, organizzando al meglio l’offerta di prodotto. Così i valori di tradizione, semplicità e autenticità di Lenti hanno trovato una matrice comune a tutto l’impianto di comunicazione, dal packaging design, ai visual per i punti vendita fino al sito internet. Questo progetto vedrà l’ultimo step nel corso del 2016 con il lancio di una nuova linea di affettati premium.

Il savoir faire dell’azienda si tramanda dal 1935 secondo la “ricetta del puro piacere”, che consiste sempre nella selezione rigorosa di materie prime di alta qualità, nella lavorazione tradizionale dei maestri salumieri Lenti, nella cottura lenta e nell’impiego di spezie pregiate secondo le ricette originali del fondatore. Senza mai aggiungere glutine, lattosio e caseinati, ingredienti ogm, polifosfati e glutammato.

La passione per il food in un’infografica, da una ricerca Gfk-Mastercard

 

Secondo una ricerca di Gfk Consumer Life condotta nell’ambito dl programma Mastercard Priceless Cities, il 59% dei cittadini europei si considera fortemente appassionato a cibo e cucina r tre quarti degli europei (73%) ritiene che sia importante rilassarsi e godersi il cibo. Non solo, i cittadini europei sono avventurosi, il 46% sostiene che la passione per il cibo è guidata dal desiderio di provare qualcosa di nuovo. In generale, gli abitanti delle città europee guidano le nuove tendenze e le esperienze legate a cibo e ai ristoranti.

Sebbene la ricerca abbia come focus le esperienze di consumo fuori casa, il dato che emerge con chiarezza è che la passione della persone per il cibo è legata ad un chiaro trend di massimizzazione delle esperienze e di risparmio del tempo libero. Un dato che può fornire utili indicazioni anche al retail alimentare in due direzioni: un’accelerazione dell’attività di selezione di prodotti gourmet e di specialità gastronomiche e,in seconda battuta, fare dei punti vendita dei luoghi di esperienza a 360 gradi sul cibo (Eataly, da questo punto di vista è un esempio illuminante).

La ricerca ha poi evidenziato che le food experiences sono classificate tra i primi cinque interessi dei cittadini europei in 8 paesi: Germania, Russia, Regno Unito, Italia, Spagna, Francia, Turchia e Svezia. L’interesse per il cibo è in aumento principalmente in Italia, Spagna e Turchia.

I cittadini europei poi, sono sempre più interessati a mangiare fuori, con l’Italia e la Spagna alla guida di questa tendenza: il 69% degli italiani consuma un pasto seduto al ristorante o in altri luoghi di ristorazione, almeno una volta alla settimana, seguono Spagna (62%) e Francia (55%).

Un nuovo trend nelle città europee è poi l’interesse per le esperienze gastronomiche innovative: il 47% dei cittadini europei ama provare nuove food experiences e nuovi metodi di cottura (superiore al totale in Europa, 38%). La crescente passione per cibo e novità è guidata da Turchia (61%), Italia (57%) e Spagna (36%).

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Da Molino Rossetto i grani andini che fanno bene anche in Ecuador

La gamma dei grani andini proposta da Molino Rossetto per il canale retail si arricchisce di due novità: Fiocchi di Quinoa e Fiocchi di Amaranto, due prodotti dedicati alla prima colazione. Entrambi i pack, come quelli di tutta la linea (lievito madre, lievito madre integrale, preparati per pizza, chicchi di quinoa e farina di quinoa) sono personalizzati con il logo Oxfam, a testimoniare la scelta dell’azienda padovana di sostenere l’attività della onlus impegnata in programmi di sviluppo, interventi di emergenza, campagne di opinione e iniziative educative per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni.

In particolare Chiara Rossetto, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, lo scorso luglio ha viaggiato in Ecuador per visitare le comunità agricole di Cotacachi, con lo scopo di conoscere meglio gli antichi grani andini (a cominciare da quinoa e amaranto) e una realtà rurale in cui le donne svolgono un ruolo essenziale. A esse Oxfam ha fornito gli strumenti per lavorazione della terra e a loro si è rivolta, istruendole sulle pratiche agronomiche, commerciali e comunitarie. Ora sta creando una cooperativa di secondo livello per aumentare la capacità di accesso diretto al mercato. «Questa esperienza – commenta Chiara Rossetto – è stata un’importante occasione di scambio di know-how tra due culture lontane, che mi ha consentito di approfondire le mie conoscenze su alcuni cereali che l’Europa sta finalmente riscoprendo. Ho incontrato donne che lavorando duramente e che grazie a Oxfam hanno acquisito le conoscenze per diventare imprenditrici di se stesse e sviluppare piccoli commerci».

L’obiettivo della partnership con Oxfam è quello di realizzare un progetto di filiera per commercializzare in Italia – in edizione limitata – i raccolti delle donne coinvolte nel progetto Oxfam, un risultato di lungo periodo che prevede che la produzione sia tale da rendere l’importazione sostenibile anche economicamente, dopo aver soddisfatto il fabbisogno locale.

Crescono le vendite del Prosciutto San Daniele nel 2015

Si confermano i risultati positivi del comparto per il Consorzio del Prosciutto di San Daniele anche per i primi nove mesi del 2015 quando ha registrato una crescita del 3,7% sulle vendite (circa 2.200.000 prosciutti) e dell’11% sul preaffettato in vaschetta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nonostante i generali andamenti recessivi del mercato dei salumi che fa segnare un calo della spesa delle famiglie italiane del -0,8% sullo stesso periodo del 2014, il Prosciutto di San Daniele, in netta controtendenza, ha fatto registrare un +8,6% sugli acquisti delle famiglie italiane (elaborazione ISMEA sui dati Nielsen-settembre 2015). Il San Daniele vale in quantità il 12,2% dei prosciutti crudi italiani e il 14,7% della spesa in valore.
Avanza il pre-affettato in vaschetta, un formato pratico che incontra il favore dei consumatori. A fine settembre, le confezioni di prosciutto di San Daniele affettato prodotte, sono state oltre
14.100.000 segnando +11% sullo stesso periodo dell’anno scorso.
I dati di export nei principali mercati esteri completano il poker di segni positivi. Da gennaio a settembre 2015, cresce del 10,36% la quota sul totale delle vendite in Europa (nei principali mercati di Belgio, Germania, Regno Unito e Francia). Stesso incremento con una crescita del
10.7% se si analizza il mercato extra Unione Europea: Australia, Giappone, USA e Svizzera rispetto allo stesso periodo del 2014.
«In linea con il trend positivo registrato su tutto il 2014, i risultati dei primi tre trimestri di quest’anno confermano e premiano la politica dei produttori del Prosciutto di San Daniele -spiega il direttore generale del Consorzio Mario Emilio Cichetti– Focalizzarsi nel mantenere i più elevati standard qualitativi del prodotto dà i suoi frutti in termini di vendite, sia in Italia che all’estero».

I trend della spesa 2015 secondo Waitrose: piccola, frequente, informale e flessibile

Quali sono le tendenze dell’alimentazione e della spesa nel 2015? Come l’anno scorso (vedi anche l’edizione 2014) Waitrose, insegna di supermercati britannica, li raccoglie in un rapporto basato non solo sulle vendite reali (va tenuto conto che la catena è di gamma medio-alta) ma anche su studi di mercato e focus group. Se alcuni risvolti possono essere molto “british”, altri trend si notano già nei nostri supermercati e alcuni, ci scommettiamo, arriveranno a breve.

Ormai abbiamo a disposizione “un campo di scelte illimitate” e disponibili a tutte le ore. Le restrizioni nell’orario di apertura dei negozi e nei tempi del lavoro, ma anche di disponibilità di merci e servizi sono saltate, complice l’e-commerce, le consegne in giornata, le aperture prolungate o addirittura 24 ore su 24. Dunque ecco come sta cambiando il nostro approccio al cibo, il nostro stile di vita, i rapporti di lavoro e di conseguenza anche la nostra spesa.

Il carrello della spesa nel 2015

  • Si fanno acquisti “come in vacanza”, spesso e scegliendo pochi articoli di uso immediato o quasi e con una grande attenzione al fresco.
  • Si fa la spesa in settimana, sempre più tardi. A Londra il 40% delle vendite nei pdv Waitrose ha luogo dopo le 5 del pomeriggio.
  • Due terzi delle persone sono “sopraffatte” dalla infinita possibilità di scelta da tutti i punti di vista e cercano di darsi dei paletti per riottenere il controllo sulle proprie vite (si sta diffondendo ad esempio il “martedì sera senza schermi, in cui si spegne ogni tipo di dispositivo elettronico.
  • L’ora del pranzo e della cena oscillano e il pasto diventa sempre più informale. I programmi tv spesso sono on demand e non hanno più un orario fisso. Una famiglia su 7 dice di usare la sala da pranzo meno, e un quarto mangia fuori casa più spesso che in passato.
  • La salute è un tema importante, ma otto intervistati su dieci non amano farsi dire cosa è salutare e cosa non lo è, e tendono a stabilire da soli le proprie “ricette per la salute”, cercando diete compatibili con il loro stile di vita.
  • Internet è la via maestra per informarsi sull’alimentazione e food blogger, social media e ricettari lanciano in continuazione nuove mode ed alimenti. E questo è vero non solo tra i giovani; anche molti pensionati hanno abbracciato la rete. Tra le ricerche più cliccate avocado, “gluten free” e “senza latticini”.
  • Cucine affollate e conflitti tra chef: se la mamma regina ai fornelli è da tempo un ricordo del passato, tra crisi economica con figli che ritornano in famiglia e famiglie allargate le cucine sono sempre più affollate di aspiranti cuochi, e sorgono attriti. Le ragioni principali? Disordine, prepotenza, lentezza ed “eccesso di sperimentazione”.
  • Nelle bevande il focus e sull’origine e la qualità: crescono le birre artigianali (+34%) e i vini inglesi (+95%) ma continua il successo del Prosecco come alternativa allo Champagne (che però cresce specie nella versione rosé, +46%). In genere si preferisce bere meno e meglio, e bilanciare l’eccesso di alcol, quando si abusa, con alimenti salutari come un’insalata, il giorno dopo. Aumentano le donne che apprezzano il whisky mentre il rum scuro esce dal “ghetto” del Cuba Libre e diventa superalcolico da meditazione. Una persona su 4 nel corso dell’anno ha deciso di evitare gli alcolici durante la settimana.

 

Borsino della spesa: cosa va su

  • pasti pronti
  • alternative vegetali al glutine, come gli spaghetti di zucchine e la base della pizza di cavolfiore
  • sostituti del sostituto: il latte di mandorla e cocco crescono più di quello di soia
  • i pasti da mangiucchiare, come tapas o mezes. Piccoli assaggi sfiziosi; si mangia meno e più spesso durante la giornata
  • il nutribullet, una sorta di superfrullatore in grado di sminuzzare semi e bucce che si presenta come “estrattore” di nutrienti ha spinto le vendite di frutta surgelata e pretagliata
  • cibo dal mondo: kimchi (cibo fermentato coreano), semi di chia (dal centro America) e cavolo nero (il nuovo “SuperTuscan”) agganciano i gusti dei consumatori britannici

 

Migliorgatto sterilized va in onda con un nuovo spot

È un investimento importante su una linea in cui crediamo molto. Un prodotto come Migliorgatto Sterilized, che offre alta qualità nella GDO, trova infatti nel mezzo televisivo un canale di comunicazione che ci permetterà di raggiungere in breve, altissima copertura di target” –con queste

Boris Fort
Boris Fort

parole Boris Fort, Sales & Marketing Director di Morando S.p.a. – commenta l’imminente uscita del nuovo spot, on air a partire dal mese di Dicembre, in tagli da 30, 15, 10 e 7 secondi.

 Possiamo quindi dire che Migliorgatto Sterilized è già una star in casa Morando?

Migliorgatto Sterilized è una linea di prodotti unica sul mercato. Nasce dalla constatazione che i gatti sterilizzati rappresentano la maggioranza dei felini domestici e che meritano di poter scegliere tra tanti gusti e consistenze, senza dimenticare le esigenze di efficacia nutrizionale nel mantenimento del suo peso corporeo e del benessere urinario. Un approccio che si è mostrato subito vincente, dato che quest’anno il paté Migliorgatto Sterilized è stato eletto “prodotto dell’anno” nella categoria GDO.

Ci parli un po’ dello spot.

Il film si apre con un vivace gatto Maine Coon, la cui attenzione viene “destata” dall’apertura di una busta Migliorgatto Sterilized. Lo vediamo attraversare differenti punti attenzionali di una bellissima casa, scelti in modo da creare delle immediate associazioni con i plus di prodotto. In contemporanea, questi stessi plus sono illustrati da una voce femminile fuori campo. Abbiamo cercato di mixare l’eleganza del trattamento e della location con la necessità di essere chiari e convincenti nel far capire i benefici di Migliorgatto Sterilized. E secondo me ci siamo riusciti. spot

Uno spot piemontese nel prodotto ma milanese nella creatività, giusto?

Sì, è vero. Morando è un’azienda molto legata alla propria terra, il Piemonte. Per questo spot, tuttavia, è stata indetta una gara che ha visto prevalere l’agenzia creativa milanese Linea ATC e la casa di produzione Filmmaster, con il regista Sergio Bosatra. Una scelta che ci ha pienamente convinto: siamo molto soddisfatti del risultato.

Qual è il target a cui pensate di rivolgervi?

Considerate le peculiarità del prodotto è stato identificato un focus target responsabili di acquisto dai 35 ai 64 anni con un profilo evoluto, medio alto spendente.

Con più di 7 milioni di contatti la campagna raggiungerà oltre l’83% di questo target commerciale. I responsabili di acquisto contattati saranno oltre 20milioni con una copertura di oltre l’85% di bacino totale. Questi target vedranno lo spot in media quasi 10 volte, la frequenza ideale per generare ricordo e propensione all’acquisto.

 

 

Greenpeace dà i voti al tonno sostenibile. Promossa ASdoMAR

La quarta edizione della classifica “Rompiscatole” di Greenpeace, che valuta la sostenibilità del tonno in scatola venduto in Italia non lesina sorprese. Greenpeace ha analizzato gli 11 marchi di tonno più diffusi sugli scaffali, che rappresentano circa l’80% del mercato italiano, in base alle loro politiche di sostenibilità e equità, le specie catturate, i metodi di pesca usati e le informazioni che forniscono ai consumatori. A due anni dall’ultimo ranking – illustra una nota dell’organizzazione ambientalista – c’è chi scende e c’è chi sale.

ASdoMAR è l’unico produttore che si posiziona in fascia verde, con il prodotto più sostenibile: “Sempre attento alle tematiche ambientali, AsdoMar offre un’ampia gamma di prodotti sostenibili: manca poco per essere 100% sostenibile!” è il verdetto finale.

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In fascia gialla, si classificano i prodotti di Esselunga, Conad, Rio Mare, Coop, Nostromo e Carrefour perché, secondo Greenpeace mancano ancora dei passi per essere sostenibili (alcuni marchi hanno però gdelle referenze sostenibili, altri sono impegnati per inserirle). Rio Mare, leader del mercato italiano, resta al quarto posto perché dimostra di voler mantenere gli impegni, ma non ha fatto ancora abbastanza.

Infine nella fascia rossa, i bocciati, vi sono i prodotti MareBlu, Auchan, Lidl e Mareaperto. “Mareblu – si legge – nonostante le promesse di bandire i metodi di pesca distruttivi, usando solo tonno da pesca a canna o senza FAD entro il 2016, oggi non arriva neanche allo 0,2% di prodotti sostenibili e finisce sul fondo. Nella maggior parte delle sue scatolette finisce infatti tonno pescato con reti a circuizione usate con sistemi di aggregazione per pesci (FAD), che svuotano i nostri mari uccidendo ogni anno migliaia di giovani esemplari di tonno (baby-tuna) e numerosi animali marini, tra cui squali e tartarughe. Non è l’unico neo: Thai Union, l’azienda che dal 2010 è proprietaria del marchio Mareblu, è stata recentemente coinvolta in uno scandalo internazionale che riguarda la violazione dei diritti umani lungo le sue filiere di produzione”.

La classifica di Greenpeace è stilata tenendo conto di una serie di parametri: tracciabilità, politica per un approvvigionamento sostenibile, metodi di pesca, stato di salute delle specie di tonno usate, etichettatura del prodotto e informazioni ai consumatori, responsabilità e impegni per una pesca equa e giusta, supporto alla creazione di Riserve Marine e promozione di un cambiamento dell’industria del tonno, impegni precisi per evitare tonno che proviene pesca illegale, non documentata e non regolamentata (IUU).

#SaveRummo, solidarietà e creatività nel web

SaveRummo_4Una nota del pastificio Rummo informa che a una settimana dall’alluvione che ha colpito il beneventano l’azienda con tutti I suoi dipendenti sta ripristinando l’area. Il bilancio parla di alcune line di produzione danneggite, ma le più importanti saranno in grado di ripartire a breve. Nel magazzino che si sviluppa in altezza sono stati danneggiati solo i primi due metri sugli oltre trenta totali, ma grazie anche ai depositi dislocati a livello internazionale tra Parigi, Londra e New York può contare sull’80-90% degli stock per far fronte alle richieste di breve periodo dei suoi clienti.

«Siamo considerati da tutti un punto di riferimento nell’alto di gamma per le tecnologie e i processi di produzione all’avanguardia, per i nostri uomini e la filosofia che ci anima, un po’ d’acqua non ci può fermare – afferma Cosimo Rummo, Presidente e AD dell’omonimo pastificio – anzi il calore che in queste ore ci viene dimostrato ci dà la forza per tornare velocemente a produrre più motivati di prima».

La campagna di solidarietà virale #SaveRummo nata spontaneamente dal popolo del web, con grande sorpresa della famiglia Rummo, che non ne è l’autrice, puntualizza la nota, ha raggiunto quasi un milione di like e cresce esponenzialmente ogni ora coinvolgendo tutti, sia gli appassionati sia gli addetti ai lavori come i giornalisti che hanno chiamato a raccolta gli chef perché contribuiscano a sostenere l’azienda, fiore all’occhiello dell’industria campana e simbolo della qualità Made in Italy nel mondo.

Qui presentiamo una selezione delle immagini postate nel web.

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